Nella bassa Val Secchia sul lato idrografico destro sono presenti in superficie molti fenomeni geologici: salse, manifestazioni di petrolio, manifestazioni di gas, sorgenti sulfuree[2].Nel comune diPolinago, bacino del torrenteRossenna, è presente un fenomeno geofisico di risalita di fango e gas chiamataSalsa della Canalina. Prima di giungere nellaPianura Padana vi sono diverse sorgenti di acqua salsa nelle colline che fanno daspartiacque tra la Secchia e la Fossa di Spezzano sfruttate per le Terme della Salvarola[3], in particolare c'è una sorgente salso sodica (dettasarsa) di Montegibbo nel comune diSassuolo e leSalse di Nirano nel comune diFiorano Modenese, queste ultime già citate daPlinio il vecchio inNaturalis historia (Libro II, 85)[4][5][6]:
(latino)
«Factum est semel, quod equidem in Etruscae disciplinae voluminibus inveni, ingens terrarum portentum, L.Marcio, Sex.Iulio Coss. in agro Mutinensi. Namque montes duo inter se concurrerunt, crepitu maximo assultantes, recedentesque, inter eos flamma fumoque in caelum exeunte interdiu, spectante e via Aemilia magna équitum Romanorum, familiarumque, et viatorum multitudine. Eo concursu villae omnes elisae: animalia permulta, quae intra fuerant, exanimata sunt, anno ante sociale bellum: quod haud scio an funestius terrae ipsi Italiae fuerit, quam civilia.»
(italiano) «L'anno precedente la guerra sociale, iniziata nel 662 di Roma (90 circa a.C.), nel territorio di Modena si videro due monti scuotersi con immane fragore e cozzare l'uno contro l'altro, mentre nello stesso tempo si sprigionarono dal suolo grandi lingue di fuoco miste a colonne di fumo. Di questo spettacolo furono testimoni molti cavalieri romani, i quali, assieme ad altra gente, in quel momento stavano transitando sulla via Emilia»
Nell'appenino romagnolo, nel comune diTredozio si trova una emanazione aaturale di gas naturale, nota nei secoli, che in superficie mantiene acceso un fuoco continuo.
«Poscia da Portico un miglio discosto vedesi un luogo da gli habitatori del paese dimandato inferno, ov'è la terra negra et ponderosa, nella quale vi è un buco lago quattro piedi ov'esce una fiamma di fuoco, essendo accesa la terra con un solferino acceso et abbrucia ancora le legna verdi postevi et s'estingue con panni di lana gettativi sopra»
(Leandro Alberti,Descrittione di tutta l'italia, Bologna, 1550)
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"... il gas che emerge da una terra nericcio-cerulea ... appena quella terra è smossa da una zappa per metterne alla luce della nuova, tosto essa qua e là, mediante lo zolfino prende fuoco in guisa da mettere in combustione le legna che vi si gettan sopra." E. Repetti: Dizionario geografico storico fisico della Toscana. Firenze, 1841"