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Urbanistica greca

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L'urbanistica greca ha come principale oggetto un modello di strutturazione urbana messo a punto nell'antica Grecia durante la sua complessa evoluzione culturale ed in particolare nelV secolo a.C.; rappresenta una delle prime esperienze di pianificazione urbana e di applicazione di uno schema planimetrico ortogonale esteso ad un'intera città ed ebbe molta importanza nella successiva evoluzione dei modelli urbanistici. Più estensivamente l'urbanistica greca può essere considerata l'insieme delle trasformazioni delle strutture urbane relative allaciviltà greca nelle sue varie fasi.

Prima di Ippodamo

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Struttura urbanistica della città di Mileto

Nonostante le fonti letterarie attribuiscano aIppodamo di Mileto l'elaborazione dello schema planimetrico costituito da strade principali (ingreco antico:πλατεῖαι?,platêiai) e strade secondarie (ingreco antico:στενωποί?,stenōpói), che dividono lo spazio in isolati quadrangolari regolari o, più spesso, instrigae molto allungate, tale strutturazione precede la teorizzazione attuata da Ippodamo, attivo nel V secolo a.C.

Tale metodo urbanistico era già stato applicato empiricamente in precedenza nel mondo greco[1] e in oriente, anche se in maniera non totalmente organica ad un'intera realtà urbana.

Il controllo geometrico della conformazione di una città fu infatti utilizzato dai greci fin dal VII e VI secolo a.C., in occasione della ricostruzione o della fondazione di un nuovo centro urbano. Si possono citare nuove città sulla costa egea comeSmirne (VII secolo), nellaMagna Grecia comeMetaponto o inSicilia comeMegara Iblea (VI secolo), che si differenziano da altre colonie per la regolarità degli isolati e per l'ortogonalità di alcuni assi viari.[2]

Assi ortogonali adattati alla natura orografica dei luoghi si ritrovano in molte altre colonie comeSiracusa,Taranto,Locri,Selinunte,Solunto,Poseidonia.[3]

In questo tipo di impianto, mancando spesso un centro integrato nella griglia ortogonale, i singoli quartieri e isolati avevano tutti un'importanza equivalente. Il centro simbolico e funzionale della città era invece quasi sempre in posizione decentrata, tradizionalmente posizionato su alture (acropoli) e con una struttura urbanistica propria.

Lo schema ippodameo

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Ippodamo di Mileto probabilmente teorizzò e rese sistematica, nella pianificazione di nuove città, l'applicazione dello schema ortogonale. La maggior parte delle notizie sull'urbanista greco ci giungono daAristotele[4] che oltre ad attribuirgli la concezione della struttura a griglia, con le strade che si intersecano ad angolo retto, delimitando ordinatamente isolati residenziali di forma quadrangolare, riferisce anche l'aspetto più politico del pensiero di Ippodamo che prefigurava non solo l'ordine urbanistico, ma anche l'ordine sociale di una sorta dicittà ideale la quale avrebbe dovuto ospitare al massimo 10.000 abitanti, divisi in tre classi: quella degli artigiani, quella degli agricoltori e quella degli armati, i difensori della patria.

Loschema ippodameo, così come teorizzato, si presume applicato per la prima volta, con molti dubbi, nella ricostruzione diMileto, a seguito della distruzione attuata dai Persiani, città della quale Ippodamo era originario. Un altro esempio ricordato spesso è la città portuale delPireo, voluta daTemistocle. Tuttavia la prima realizzazione esemplare della scacchiera con modulo quadrato progettata da Ippodamo potrebbe essere la città della Magna GreciaThurii, pressoSibari, città di fondazione e colonia panellenica nata nel444 a.C. su iniziativa diPericle e di molte città della madrepatria, che rappresentò l'intento di tradurre un progetto politico in architettura urbana[5]: tra i suoi "padri" fondatori, oltre Pericle, potrebbero esserci ilsofistaProtagora ed il progettista Ippodamo di Mileto[5], facendola ritenere da alcuni studiosi il vero modello dell'impianto ortogonale e reticolare "ippodameo".

Le città ellenistiche

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Il piano di Pella

Altre applicazioni si ebbero in epocaellenistica (Pella,Priene) quando il modello andò modificandosi configurando un centro urbano localizzato nel centro geometrico della città.

Note

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  1. ^Greco 1999, p. 195.
  2. ^Lo Sardo 1999, p. 85.
  3. ^Lo Sardo 1999, pp. 86-87.
  4. ^Aristotele,Politica, II, 1267 b-1269 a; VII, 1330 b.
  5. ^abKruft 1990, pp. 6-7.

Bibliografia

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  • Antonio Giuliano,Arte greca : Dall'età classica all'età ellenistica, Milano, Il saggiatore, 1987, pp. 528-554.
  • Hanno-Walter Kruft,Le città utopiche. La città ideale dal XV al XVIII secolo fra utopia e realtà, Bari, Laterza, 1990,ISBN 88-420-3658-7.
  • Emanuele Greco (a cura di),La città greca antica: istituzioni, società e forme urbane, Roma, Donzelli, 1999,ISBN 88-7989-507-9.
  • Piero Lo Sardo,Verso il canone della Polis, in Emanuele Greco (a cura di),La città greca antica: istituzioni, società e forme urbane, Roma, Donzelli, 1999,ISBN 88-7989-507-9.

Voci correlate

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V · D · M
Storia dell'arte dell'antica Grecia
PeriodiMinoico, cicladico e miceneo ·Protogeometrico ·Geometrico ·Arcaico ·Classico ·Ellenistico
ArchitetturaArchitettura minoica ·Architettura micenea ·Architettura greca arcaica (Ordine dorico,conflitto angolare,Ordine ionico) ·Architettura greca classica (Ordine corinzio) ·Architettura ellenistica ·Tempio greco ·Urbanistica
SculturaScultura greca arcaica (dorica,ionica,attica,Kouroi,Korai,sorriso arcaico) ·Stile severo ·Scultura greca classica ·Scultura ellenistica (Ritratto ellenistico,Arte alessandrina,Scuola di Pergamo,Scuola rodia) ·Neoatticismo
PitturaCeramica greca ·Ceramica greco-orientale ·Ceramica della Magna Grecia e della Sicilia ·Pittura ellenistica
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