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Urbanistica di Ferrara

Coordinate:44°50′16.18″N 11°37′18.85″E44°50′16.18″N,11°37′18.85″E
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Voce principale:Ferrara.
Urbanistica di Ferrara
Mura di Ferrara, Rampari di Belfiore.
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
CittàFerrara
Informazioni generali
Tipourbanistica
Mappa
Map
Modifica dati su Wikidata ·Manuale

L'urbanistica di Ferrara riguarda la trasformazione che ha interessato lacittà estense sul piano dell'architettura e dellaviabilità nelle diverse epoche storiche. L'urbanistica territoriale specifica è diventata col trascorrere dei secoli oggetto di una sempre più precisa pianificazione organica.

Un aspetto fondamentale da tenere presente affrontando la nascita, la crescita e le mutazioni che si sono succedute nel tempo ed hanno riguardato l'intero tessuto urbano è la sua cinta muraria. Lemura di Ferrara hanno visto, sin dal primo tempo della sua fondazione, l'evoluzione da un castrum fortificato, ad una città lineare, ad una città in fase di crescita anche verso nord sino ad arrivare alla definizione di un sistema di difese cittadine che è rimasto sostanzialmente inalterato nella sua estensione territoriale per numerosi secoli.

Questo sistema murario ha contribuito a farla definire laprima città moderna d'Europa e ha fatto ottenere nel 1995 l'inserimento di Ferrara fra iPatrimoni dell'umanità da parte dell'UNESCO.

La storia di Ferrara ebbe inizio in l'epoca medievale col trasferimento dalla sede vescovile diVoghenza. Voghenza inepoca romana era una piccola cittadina sul ramo principale delPo con economia essenzialmenteagricola e legata anche al piccolo commercio legato alle vie fluviali. I traffici col tempo aumentarono, iniziarono le prime bonifiche e non lontano da Voghenza vennero costruitestrade come lavia Popilia, lavia Annia e lavia Emilia.

Area archeologica diVoghenza.
Basilica di San Giorgio fuori le mura.
Chiesa sconsacrata di San Pietro, nella zona dell'antico castrum bizantino, invia Porta San Pietro. Fu la prima basilica edificata all'interno della cerchia delle mura cittadine, soppressa con l'arrivo delle truppe napoleoniche.
Volta a vela dell'anticachiesa di Santa Maria Anteriore, che si trovava accanto alcastrum bizantino.

La città nacque come piccolocastrum bizantino su un'isola formata dai due rami delPo, ilVolano e ilPrimaro. Il primo insediamento fuFerrariola (in seguitoBorgo San Giorgio) e la nuova sede vescovile divenne labasilica di San Giorgio fuori le mura. Dall'isola di San Giorgio la popolazione lentamente si spostò sulle sponde settentrionali del Po. Qui sorsero le prime costruzioni significative (ospedale San Maurelio e Porta Romana). Il corso del Po allora corrispondeva grossomodo alle recentivia Ripagrande e viaCarlo Mayr.

Dopo lafase medievale il periodorinascimentale fu quello che segnò in modo marcato Ferrara, e l'anno di riferimento fondamentale fu il 1492, anno col quale si fa iniziare la maggiore opera urbanistica storica, l'Addizione Erculea, che disegnò la nuova Ferrara per volontà delducaErcole I d'Este e dell'architetto di corteBiagio Rossetti.

Da quel momento il tessuto urbano si può suddividere nettamente in due parti, e la linea di separazione ancora esistente è rappresentata dall'asse viario costituito daCorso della Giovecca e daviale Cavour. Nella parte meridionale è collocata l'antica città medioevale con i suoi principali monumenti, ilCastello Estense e lacattedrale di San Giorgio. Accanto a questi alcuni dei punti di riferimento ed oggetto di interesse turistico comepiazza Trento e Trieste,via delle Volte e, leggermente a sud, l'antico borgo San Giorgio con labasilica di San Giorgio fuori le mura.Nella parte settentrionale si colloca la Ferrara rinascimentale dell'Addizione Erculea con i suoi principali monumenti, primo tra tutti ilPalazzo dei Diamanti. Tutto ilQuadrivio degli Angeli, che si trova a circa metà delcorso Ercole I d'Este, rimane un punto priviligiato, anche per la presenza dipalazzo Prosperi-Sacrati epalazzo Turchi di Bagno. Alti luoghi che caratterizzano l'area sono laPiazza Ariostea, laChiesa di San Cristoforo alla Certosa e il suocimitero monumentale, oltre alcimitero ebraico di Ferrara-via delle Vigne.

Quando gliEste nel 1598 lasciarono la città, subentrò il governo delloStato Pontificio e venne attuata ladevoluzione Ferrara, da capitale che era, venne ridotta ad una semplice città di provincia e per alcuni secoli non vennero realizzate particolari modifiche nel tessuto urbano.[1]

Seguirono le grandi opere urbanistiche delXX secolo. La prima tra queste fu l'Addizione Contini, iniziata prima dellaprima guerra mondiale, seguita dall'Addizione fascista, realizzata nel primo dopoguerra, e infine le grandi ricostruzioni realizzate neglianni cinquanta. Tutte queste poi vennero definite nel loro insiemeAddizione Novecentista e tra i suoi principali ispiratori vi fu l'architettoCarlo Savonuzzi.

Fondazione della città

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Nuova sede vescovile e prime strutture urbane

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Fra ilVII e l'VIII secolo continue invasioni barbariche devastarono l'allora sede vescovile diVoghenza che inepoca romana era una piccola cittadina situata sul ramo principale delPo e non lontana dalle principalistrade del territorio come laVia Popilia, laVia Annia e laVia Emilia.

Durante una di queste, nel 644, venne ucciso il vescovoMaurelio (poi copatrono di Ferrara, consan Giorgio). La sede rimase vacante a lungo sino a quando venne trasferita in un sito ritenuto più sicuro, laFerrariola[2] che si trovava sulla sponda meridionale del ramo principale delPo. Quello fu il primo nucleo della futura città estense, seguito subito dopo da una fortificazione posta sulla riva opposta del fiume, che allora scorreva più a sud.[3] La fortificazione, ilcastrum bizantino è stato individuato nella zona divia Porta San Pietro e ancora è possibile individuale l'antico perimetro dell'impianto viario, che ha la forma di un ferro di cavallo.

La prima citazione ufficiale della città risale al 753 quando il re longobardoAstolfo utilizzò il nomeFerrara in un documento scritto in cui la località era descritta come parte dell'Esarcato di Ravenna da lui controllato. Il dominio longobardo fu breve e già nel 774 il re francoCarlo Magno scoffisse i longobardi e pose la città e il suo territorio sotto il controllo dellaSanta Sede. Con la fine deiCarolingi Ferrara divenne parte delRegno d'Italia.

Tra la fine delX secolo e l'inizio dell'XI secolo Ferrara iniziò a vivere una situazione di città imperiale, sotto l'autorità dei conti di Canossa che nel 984 l'imperatoreOttone II di Sassonia aveva affidato al primo di loro,Tedaldo di Canossa, giàmargravio di Toscana e conte diModena eCanossa, e città papale, per i diritti derivanti dalla concessione di Carlo Magno. In quella fase storicaMatilde di Canossa si schierò a favore del papato nellelotte per le investiture.

Siti dell'antica Ferrariola, del Castrum, di castel Tedaldo, dell'isola di Belvedere e della massima estensione raggiunta dalle mura cittadine.

Castello dei Curtensi

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Struttura fondamentale e primo nucleo della nuova città che si stava formando sulla sponda settentrionale del Po fu ilcastello dei Curtensi, nato per proteggere da nord la sede vescovile posizionata nell'isola di San Giorgio, chiamataFerrariola, con labasilica di San Giorgio fuori le mura. Quello fu il momento nel quale cominciarono a nascere le mura di Ferrara partendo da quella fortificazione che aveva inizialmente la funzione di mantenere i militari di guardia al punto di attracco del traghetto e poi ebbe la necessità di dare alloggio alle loro famiglie sino a diventare sempre di più una cittadella autonoma dalla sede vescovile sull'altro lato del Po. La struttura del castrum cominciò ad avere le sue vie di comunicazione, ed iniziò ad allungarsi lungo la sponda del fiume e formare così la prima vera città, la città lineare, a nord della quale si estendeva un vasto territorio pianeggiante con molte aree ancora acquitrinose. L'antico corso del fiume si trovava sul sito delle recentivia Ripagrande e viaCarlo Mayr.Via delle Volte era allora di fianco alle rive del Po e poco più a nord era presente già l'asse viario parallelo costituito dallavia dei Sabbioni, individuabile nelle modernevia Mazzini evia Saraceno.

Periodo medievale

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Cattedrale di San Giorgio che si affaccia sulla piazza Trento e Trieste e, in secondo piano, ilPalazzo Arcivescovile.
Piazza Trento e Trieste con latorre della Vittoria.
Vista dalla torre dei Leoni del Castello Estense sul centro cittadino.Palazzo Municipale epiazza Savonarola.

Il progressivo ampliamento dei nuovi insediamento sulla sponda a nord del fiume fece lentamente decadere il ruolo centrale che sino a quel momento aveva rivestito la zona dellaFerrariola che si avviò a diventare un quartiere periferico e fuori dalle mura della nuova Ferrara. Fu necessario quindi dotare il centro nascente di sedi per il potere amministrativo politico e per il potere religioso. All'inizio delXII secolo si iniziò a costruire la nuovacattedrale di San Giorgio, consacrata nel 1135, e accanto a questa prese sempre più importanza l'area della piazza delle Erbe (che avrebbe molto più tardi assunto il nome dipiazza Trento e Trieste), luogo destinato al mercato cittadino. Nello stesso periodo, a partire dal 1245, venne costruito il nuovoPalazzo Comunale, che divenne la prima residenza dei marchesi d'Este, e subito dopo fu eretto ilpalazzo vescovile, separato dalla cattedrale dalla storicavia Guglielmo degli Adelardi. Il centro cittadino venne così definito, e la piazza che in quel periodo separava il palazzo del potere politico da quello del potere religioso acquistò nel tempo sempre maggiore importanza, acquisendo il nome dicorso Martiri della Libertà.

Sin quasi alla fine delXIV secolo il centro cittadino quello attorno agli edifici del palazzo comunale, del palazzo vescovile e della cattedrale. LaTorre dei Leoni rappresentò a lungo l'estrema difesa rivolta a nord, posta sulla cinta muraria del periodo che non era ancora stata completata. Fu solo con l'Addizione di Niccolò II che il primo impianto urbanistico cominciò ad essere definito storicamente. Determinante per tale mutamento fu una rivolta che mise in pericolo la stessa famiglia del marchese e che spinseNiccolò II d'Este ad affidare aBartolino da Novara la costruzione di una fortezza difensiva che sino a quel momento mancava. Nel 1385 quindi venne realizzato il nuovoCastello Estense (o Castello di San Michele).[4]Il progetto realizzato vide un nuovo sistema di mura di cinta e la Torre dei Leoni divenne una delle quattro della nuova fortezza, che da quel momento ebbe a proteziona anche un fossato che la circondò completamente. Contemporaneamente fu attuato un ampliamento cittadino e venne creato un nuovo asse viario a nord, quasi parallelo alle già esistentivia Ripagrande evia delle Volte. Questo parte da piazza del duomo ed arriva sino alla cerchia dellemura ad est e vennero anche edificati importanti palazzi storici comeCasa Romei ePalazzo di Renata di Francia, poi sede dell'Università degli Studi di Ferrara. Si tratta delle recentivia Guglielmo degli Adelardi,via Voltapaletto,via Savonarola evia Cisterna del Follo[5]

Rinascimento

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Con l'Addizione di Niccolò II la città si era ampliata con nuovi quartieri entrati nel tessuto urbano nella zona a nord est. Quella successiva, l'Addizione di Borso, estese l'area compresa nelle mura sino al ponte di San Giorgio, a sud-est, ma lasciò all'esterno l'antica cattedrale.[6]L'agglomerato urbano si trovava ancora molto legato alle sponde del Po, che anticamente aveva un corso diverso da quello dei secoli successivi, e la città era ancora di tipo lineare, con uno sviluppo molto maggiore secondo la direttiva est-ovest e ancora molto limitato nelle direzioni nord e sud. Specialmente a nord erano presenti ampie aree, come quella delBarco, che furono a lungo utilizzate dagliEste come riserve di caccia.

Addizione Erculea

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IlPalazzo dei Diamanti, nelQuadrivio degli Angeli.
Anticaporta degli Angeli, la principale difesa a nord costruita sulle mura posta alla fine dicorso Ercole I d'Este.

IlducaErcole I d'Este attuò a partire dagli ultimi anni delXV secolo un ambizioso progetto urbanistico che portò a raddoppiare la superficie cittadina difesa dalle mura ispirato da principi razionali ed affidandone la realizzazione all'architettoBiagio Rossetti. Le opere preparatorie vennero avviate nel 1484, subito dopo aver subito l'assedio da parte dellaSerenissima. Era diventato necessario difendere il nord ed allargare il perimetro dellamura. IlTorrione del Barco divenne il punto di difesa esterna più a nord ovest, concepito comefortificazione alla moderna, e lo spazio interno fu affidato a Rossetti che propose una visione urbanistica legata all'idea dellacittà ideale realizzando così una delle aspirazioni di Ercole, che aveva avuto una formazione classica alla corte di Napoli. La realizzazione dell'Addizione Erculea fu compresa in quasi un ventennio, partendo dal 1492 e concludendosi nel 1510 circa. Nel nuovo tessuto urbano vennero comprese proprietà ed edifici già degli Este ed un'enorme area agricola che fu a lungo l'unico caso in Italia di uno spazio così ampio dedicato all'agricoltura entro una cinta urbana.[7]

Le opere gigantesche per il periodo compresero l'interramento del canale che sino ad allora si trovava al nord e permettere così la nascita delcorso della Giovecca, la nuova direttrice viaria dell'addizione. Dove arrivavano le antiche vie medievali, sull'altro lato del corso, nacquero le vie rinascimentali che si fusero con la struttura precedente. L'ispirazione venne in parte dall'urbanistica romana descritta daMarco Vitruvio Pollione, che concepiva la rete viaria fondata su principi ortogonali che partono da due assi principali. A Ferrara questi furono lavia degli Angeli, che parte dalCastello Estense e termina allaPorta degli Angeli, sulle mura a nord verso rampari di Belfiore, e la via ininterrotta, retta e lunghissima che corre da est a ovest collegandoPorta Po ePorta a Mare, i bastioni delle mura. Questa seconda via venne chiamata via dei Prioni (in seguito fu suddivisa in tre parti:corso Porta Po,corso Biagio Rossetti ecorso Porta Mare).

La rivisitazione della pianta romana classica da parte di Rossetti videcardo edecumanus molto diversamente da come erano intesi sino a quel momento. IlQuadrivio degli Angeli rispettò solo all'apparenza le regole storiche perché l'asse costituito via dei Prioni ebbe certamente la funzione di via di attraversamento della città più a nord, al centro dell'addizione, ma si pose come strada che univa e separava, rendendo impossibile proseguire su un percorso rettilineo chie si spostava da nord a sud e viceversa, obbligando così a deviazioni studiate per aprire gli spazi a nuove e diverse prospettive.[8] Nacquero in quel momento la Piazza Nuova (poiPiazza Ariostea) nella parte ad est e lachiesa di San Benedetto verso ovest.

Prima città moderna d'Europa

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L'Addizione Erculea ha valso a Ferrara la definizione diprima città moderna d'Europa[9] ed il suo l'inserimento fra iPatrimoni dell'umanità dall'UNESCO. Le sue mura vengono esplicitamente citate tra i criteri di iscrizione della città ai siti UNESCO rispettivamente aBerlino nel 1995 e aMarrakech nel 1999.[10]

Secoli XVII e XVIII

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Fortezza di Ferrara.

Con ladevoluzione di Ferrara il governo passò dagliEste alloStato Pontificio e l'antica capitale divenne semplice città di provincia. Conseguenze sulla struttura urbana furono la nascita delghetto con cambiamenti e restrizioni alla viabilità nel centro storico e, ancora più importanti, le modifiche apportate al sistema difensivo cittadino con la nascita dellaFortezza. Il progetto fu pensato dapapa Clemente VIII e realizzato dapapa Paolo V (fu anche chiamatacittadella di Paolo V). Questa comportò la distruzione di monumenti importanti come l'anticoCastel Tedaldo e ladelizia di Belvedere oltre all'abbattimento di interi quartieri, chiese e monumenti medievali. Circa ventimila persone furono obbligate ad abbandonare i luoghi dove vivevano, la metà della popolazione cittadina del periodo. La costruzione della Fortezza fu inizialmente affidata all'architettoGiovan Battista Aleotti.[6]

Secolo XIX

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Porta Paola.

Dopo decenni di progressiva e lenta decadenza, in seguito alla cacciata degliestensi che avevano dovuto abbandonare la città alloStato Pontificio,Ferrara riacquistò in parte nuova vitalità grazie al recupero di alcune aree della città. A partire dal1807 venne realizzato un progetto che prevedeva l'istituzione in città delle cosiddettebarriere, ovvero entrate monumentali con la funzione, grazie anche all'utilizzo di grandi cancelli, di un maggior controllo sull'ingresso nel centro abitato, fondendosi con la cinta muraraia preesistente. Il luogo individuato per tale opera fu in corrispondenza della Porta a Po, oramai non più esistente. LeBarriere di Porta Po furono poste al confine conCorso Porta Po e con l'attualeViale Cavour, ovvero la prosecuzione delCorso della Giovecca. Dalle barriere dipartivano tre vie, la prima, sulla sinistra, costeggiava lemura dall'interno, la seconda proseguiva invece al di fuori di esse mentre la terza andava ad unirsi all'antica via che conduceva in direzione diModena.

Successivamente fu presentato il progetto di riqualificazione di Porta Paola e della zona di accesso da sud. In tale ambito furono individuate due vie che sarebbero penetrate dalle mura sui due lati di Porta Paola e avrebbero raggiuntoPiazza San Crispino (poiPiazza Trento e Trieste) in corrispondenza del Palazzo della Ragione. Entrando da Porta Paola si incontrava un piazzale dal quale le due vie,Porta Reno eTravaglio, sarebbero arrivate sino alla piazza centrale. Tale opera servì anche a riqualificare quella zona della città caratterizzata da caseggiati fatiscenti: oggi tali vie sono diventate corso Porta Reno, sulla sinistra diPorta Paola, evia San Romano, sulla destra, mentre il piazzale posto sul retro della porta venne chiamato piazza del Travaglio, nome ancora attuale.

Secolo XX

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Addizione Novecentista

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A partire daglianni venti delnovecento aFerrara vi fu un nuovo cambiamento urbano atto a riqualificare zone ormai obsolete e disagiate, l'Addizione Novecentista. Inepoca fascista si delineavano alcune correnti artistiche, ed in particolare architettoniche, che contraddistinsero quel periodo. Anche a Ferrara, come accadde in numerose altre città italiane, vennero costruiti numerosi edifici e si adattarono intere zone riprendendo i caratteri generali dell'architettura fascista e riconducibili al movimento denominatorazionalismo italiano.

Nella città estense numerosi sono i monumenti ancora oggi esistenti che ne caratterizzano alcune parti. Una delle azioni architettoniche più rilevanti fu quella che si riconduce sotto il termine di Addizione Novecentista, attuata a partire dagli anni venti, in particolare dall'architettoCarlo Savonuzzi il quale fu incaricato dal Comune di Ferrara, diretto dal1926 dal podestàRenzo Ravenna, di urbanizzare secondo questi nuovi criteri alcune zone della città. Ravenna apparteneva all'entourage diItalo Balbo, e in quegli anni si voleva riportare Ferrara agli antichi fasti rinascimentali.

L'opera di maggiore rilievo vide la sua realizzazione nei pressi delCastello Estense dove in antichità era ubicato l'oratorio diSant'Anna che divenne in seguito sede dell'Arcispedale cittadino. Nel1927 tale ospedale fu trasferito in una nuova sede inCorso Giovecca e di conseguenza i terreni e gli immobili atti ad ospitare gli ambienti del nosocomio divennero inutili. L'architetto Savonuzzi fece abbattere tali edifici, pur mantenendo intatto l'antico chiostro dell'oratorio, e qui vi edificò numerosi edifici in stile razionalista. Vi sorsero dapprima laScuola elementare Alda Costa costruita fra il1932 e il1933, poi ilMuseo di storia naturale fra il1935 e il1937, in seguito fu eretto ilConservatorio Girolamo Frescobaldi e ilComplesso Boldini entrambi fra il1935 e il1939.

Lungo l'asse diViale Cavour sorsero ilPalazzo delle Poste, laCasa del Fascio e ilPalazzo dell'Aeronautica.

NelRione Giardino vennero edificati l'Acquedotto e laCaserma Pastrengo.

Secolo XXI

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Le circoscrizioni comunali di Ferrara

Circoscrizioni

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Lecircoscrizioni di Ferrara sono otto: Centro Cittadino, Giardino Arianuova Doro, Via Bologna, Zona Nord, Zona Sud, Zona Nord Ovest, Zona Est e Zona Nord Est.

Frazioni

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Ferrara e l'area del suo territorio comunale è formata da molte frazioni che ne delimitano i confini con laprovincia. Le più significative fra esse sonoPontelagoscuro, ovvero l'antico porto fluviale della città situato a nord della città, ePontegradella, anch'essa rappresentante un antico porto fluviale anche se oggi la frazione non dispone più di nessun asse fluviale ed è interamente collocata nella campagna. Le altre frazioni degne di interesse sono:

Borghi

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Tradizionalmente la città veniva divisa in otto contrade, quattro delle quali, all'interno dellemura, erano chiamatirioni, e altri quattro, esterni, chiamatiborghi. Ancora in tempi recenti ilPalio di Ferrara suddivide la città in:

Nel1438 la Ferrara medioevale era costituita da diversi agglomerati abitati, alcuni presenti all'interno delle mura altri invece situati nelle immediate periferie. Esistevano quattro borghi collocati fuori dalla cinta muraria, i cui confini erano segnati dalle strade che li delimitavano. A nord-ovest esisteva laPorta San Biagio dalla quale dipartiva una strada che portava sino a Mizzana la quale, proseguendo a nord, arrivava sino a Santa Maria del Pino e aPontelagoscuro: si creava così ilBorgo Superiore.

Dal termine a nord diVia Borgo dei Leoni, così chiamata perché prospiciente l'antica Torre dei Leoni del Castello Estense, si dislocavano tre strade: la prima delimitava ilBorgo San Biagio che andava da Santa Maria del Pino, a San Barnaba e a Pontelagoscuro. La seconda strada, dettaSpazzarusco, collegavaVia dei Piopponi a Santa Maria degli Angeli e alle delizie ducali di Belfiore e del Barchetto. La terza via, partendo da Via Borgo dei Leoni, collegava la città aFrancolino passando per San Leonardo e Santa Lucia Vecchia. IlBorgo della Pioppa era ad est della città, delimitato dalla prosecuzione di Via Borgo dei Leoni e dalBorgo di San Guglielmo di cui condivideva i confini.

Note

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  1. ^C.Bassi 1, p. 38.
  2. ^Giuseppe Cappelletti, pp. 10-11.
  3. ^C.Bassi 2, pp. 26-27.
  4. ^Luciano Chiappini:Gli estensi. Mille anni di storia, p. 72.
  5. ^Guida Emilia Romagna, p. 677.
  6. ^abRavenna.LeMura, pp. 31-35.
  7. ^L'Addizione Rinascimentale, suferraraterraeacqua.it.URL consultato il 17 agosto 2020.
    «Biagio Rossetti [...] concepì un piano che, per la sua originalità e razionalità, fece di Ferrara la prima città moderna d’Europa.»
  8. ^C.Bassi 3, pp. 60-69.
  9. ^Ferrara (città), susapere.it.URL consultato il 18 agosto 2020.
  10. ^Ferrara, Città del Rinascimento e il suo Delta del Po, susitiunesco.it, Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO.URL consultato il 18 agosto 2020.

Bibliografia

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Voci correlate

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