Nell'agosto del 2003 la squadra giallorossa ha ottenuto laSerie C1, conquistata non sul campo ma frutto di un ripescaggio in seguito all'annullamento delle retrocessioni della Serie B.[2] Nella stagione2003-2004, pertanto, la squadra, costruita in realtà per vincere il campionato diSerie C2, si è trovata invece ad affrontare il campionato superiore.
I giallorossi sotto la guida diPiero Braglia, e con gli innesti di alcuni giocatori importanti del calibro diGiorgio Corona preso dal Brindisi e giunto secondo nella classifica dei marcatori del girone con 19 reti, poi Silvio Lafuenti eMauro Briano, hanno disputato una stagione esaltante.
Partita in sordina e senza proclami, la squadra, sostenuta da un pubblico catanzarese ritornato in massa a riempire gli spalti del Nicola Ceravolo, scala la classifica conquistando i primi posti, e, con uno sprint decisivo nel finale, riesce a vincere la concorrenza delle altre pretendenti qualiCrotone,Acireale eViterbese, e si classifica prima con 67 punti nel girone B della Serie C1, riuscendo a centrare dunque il ritorno in Serie B dopo quattordici anni di attesa.[3]
Per l'ultima giornata, che ha sancito la promozione, la gara Chieti-Catanzaro è stata spostata sul campo neutro diAscoli Piceno per permettere l'afflusso di 14.000 tifosi giallorossi giunti nel capoluogo marchigiano da ogni parte d'Italia.[4] La partita venne vinta per 2-1 grazie alla reti di Toledo e diGiorgio Corona, uno dei principali artefici della promozione con 19 reti realizzate. NellaCoppa Italia di Serie C il Catanzaro disputa il girone Q di qualificazione, che ha promosso il Crotone. Al termine della stagione il Catanzaro si gioca con l'Arezzo vincitore del girone A di Serie C1, la Supercoppa 2004 di Serie C1, nella doppia sfida, gli aretini si impongono in entrambe le gare, vincendo la quinta edizione del torneo.
In questa stagione, la società è stata indagata per la vicenda di calcio scommesse nell'estate 2004: inizialmente condannata con 5 punti di penalizzazione, è stata successivamente assolta in quanto ritenuta estranea ai fatti.[5]