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Commento:Il libro "Luoghi fantastici di Padova e dove trovarli", menzionato in relazione all'origine alessandrina degli Umiliati, risulta inadeguato e privo di riferimenti a fonti primarie. L'Enciclopedia Treccani,qui, attribuisce l'origine degli Umiliati al territorio milanese, affermando: «In coincidenza col movimento valdese che ebbe origine nella Francia meridionale, anzi con una certa anticipazione su di esso, sorse nel Milanese quello degli umiliati». Pur includendo un breve accenno iniziale, si trascura di approfondire l'opera "Vetera Humiliatorum Monumenta". Quest'ultima, liberamente consultabile in rete, costituisce una risorsa importante per lo studio della storia e dell'evoluzione del movimento degli Umiliati.
Fu uno dei moltimovimenti spirituali sorti in contrasto ai costumi rilassati e alla ricchezza diffusa spesso ostentata dalclero, propugnando un ritorno verso una vita più austera, frugale. Inizialmente condannati comeeretici dapapa Lucio III nel1184,[2] furono reintegrati con bolla diInnocenzo III nel 1201.[3] L'ordine venne poi soppresso nel1571.
Sorti comemovimento laicale, al cui interno erano già differenziate alcune caratteristiche specifiche, gli Umiliati vengono indirizzati da Innocenzo III verso tre diverse forme di vita:
ilterzo ordine, istituito con bolla del 7 giugno1201, fu una libera associazione di laici o penitenti senzaregola néprofessione religiosa[4]. Tale riforma rompeva con gli schemi tradizionali, facendo accogliere all'interno dellachiesa l'elemento laicale.
il secondo ordine, costituito da laici non coniugati che osservavano le norme e le forme della vita in comune, venne riconosciuto invece il 12 giugno, conformula et regula vitae. È questo il ramo più originale perché il pontefice concede lo stato giuridico di religiosi ai non coniugati senza farli veri e proprimonaci.
il primo ordine, più ristretto, era quello appartenente all'ordo canonicus, composto dachierici viventi presso una chiesa e dediti alla cura pastorale. Venne approvato con lettera del 16 giugno[5].
Dopo l'approvazione innocenziana gli Umiliati conobbero un'espansione fortissima, e ledomus aumentarono dappertutto. Le persone che ne hanno fatto parte provenivano da ogni ceto urbano e rurale.
Gli Umiliati tentarono di stabilire un nuovo stile di vita per tutti proponendo modelli di vita quotidiana molto più restrittivi nelle città del nord Italia dove si diffusero; infatti promossero e diedero il via a una serie di leggi che avevano lo scopo di proibire diverse spese di lusso e voluttuarie, in particolare per l'abbigliamento, leleggi suntuarie, che vennero adottate in tutte lecittà-stato italiane a partire dal1300.
La loro più importantecasa fu l'Abbazia di Viboldone, alla immediata periferia di Milano[9], ma la loro presenza si estendeva a tutto il nord Italia, come aMonza,Cremona,Casale Cremasco,Bernareggio, e soprattutto nel lodigiano[10] e nel bresciano[11]. AncheCastel Goffredo (Domus de Wifredo, scomparsa verso la metà del XIV secolo[12]), nelmantovano, ebbe la sua casa di Umiliati[13]. Molto importante il convento e lachiesa di Ognissanti a Firenze. I loro conventi avevano annessi veri e propri opifici con mulini,gualchiere etiratoi, assieme alle case per gli artigiani.
Il processo di clericalizzazione iniziato dapapa Innocenzo III diede il via alla progressiva assimilazione dei primi due ordini, determinando una sempre più forte autonomia dei terziari, i quali alle origini erano stati i principali diffusori del movimento stesso.
Il mulino delle Umiliate a Rosate
Verso la metà delXIII secolo il moltiplicarsi di nuovefamiglie religiose di orientamento mendicante indirizzò il papato verso le posizioni restrittive delConcilio Lionese II. Vennero sanciti i diritti acquisiti dafrancescani edomenicani, mentre agli altri ordini furono imposte severe limitazioni concernenti lacura animarum. Per gli umiliati il divieto comportava l'abbandono della predicazione, uno degli aspetti che era stato un caposaldo delle origini.
NelXVI secolo, con laControriforma, i movimenti di questo tipo, che potevano facilmente scivolare su posizionieretiche o di opposizione di principio alla Chiesa, vennero scoraggiati. Gli Umiliati in particolare erano sospettati dicalvinismo: essi entrarono quindi in contrasto sempre più acceso con l'arcivescovo di Milano,Carlo Borromeo, fino a che un membro dell'ordine, Gerolamo Donato detto Farina, tentò addirittura di ucciderlo con un colpo diarchibugio alle spalle. Il colpo mancò il bersaglio (data la fama di santità che già circondava il Borromeo, il fatto fu considerato un segno miracoloso della protezione divina nei suoi confronti), ma l'attentato provocò una dura repressione e l'ordine fu soppresso il 7 febbraio1571 con una bolla dipapa Pio V. Girolamo Donato detto Farina, il prevosto Girolamo di Cristoforo, il prevosto Lorenzo da Caravaggio, rei confessi sotto tortura, vennero condannati a morte.
Le comunità degli Umiliati, anche quelli sottoposti al voto di castità, ebbero il carattere dicomunità miste,[14] cioè nello stesso edificio c'era sia la comunità maschile, sia quella femminile.[15] Questo carattere, nel medioevo abbastanza diffuso, venne poi osteggiato per asseriti abusi: le comunità umiliate femminili furono per lo più sottoposte allaregola benedettina, e spesso divennero il nucleo da cui si svilupparono, soprattutto nel XV secolo, veri e propri monasteri diclausura. Furono soppresse solo nel XVIII e nel XIX secolo.
^E. Mercatili,Per una storia degli Umiliati nella diocesi di Lodi. La casa di S. Cristoforo e di Ognissanti nel XIII secolo, inSulle tracce degli Umiliati, a cura di M.P. Alberzoni, A. Ambrosioni, A. Lucioni, Ed. Milano 1997, Bibliotheca Erudita, 16, pp. 343-492
^M.P. Alberzoni, A. Ambrosioni, A. Lucioni,Sulle tracce degli Umiliati, Vita e Pensiero, 1997.
Lunari, M.,Appunti per una storiografia sugli Umiliati tra Quattro e Cinquecento inSulle tracce degli Umiliati, a cura di M. P. Alberzoni, A. Ambrosioni, A. Lucioni, Milano, Vita e pensiero, 1997.ISBN 9788834304952
Carlo Pirovano,Sotto il cielo di Lombardia. Breve storia degli Umiliati, Barzago (Lc), Marna, 2007.ISBN 9788872033487
Alberzoni, M.P.,Gli Umiliati e San Bernardo, inStoria illustrata di Milano, a c. di F. Della Peruta, vol. II, Milano 1992, pp. 521–540;
Alberzoni, M.P.,L'esperienza caritativa presso gli Umiliati: il caso di Brera (secolo XIII) inLa Carità a Milano nei secoli XII - XV, a cura di EAD. e O. Grassi, Milano 1989, pp. 201 – 223, in particolare pp. 205–208
Grado Giovanni Merlo,Profilo di storia degli Umiliati inUn nuovo stemma per la Provincia di Milano. Storia cultura società, Electa, Milano, 1998, pp. 17–38.ISBN 88-435-6820-5