Le più antiche attestazioni denominano il paese comeDerzano (1045)[4], forse di origine non dissimile da “Dèrgano”, altro antico comune del milanese, di etimo celtico[5].
La forma “Terzago”, di diversa origine, attestata dapprima (1346) per una frazione dell'odiernaTrezzano sul Naviglio (distante circa 40 km)[6] venne, nei documenti ecclesiastici del Cinquecento, utilizzata indifferentemente anche per Derzano. Viceversa, in epoca successiva, la forma “Trezzano” – invalsa in primo luogo per Derzano, per analogia conTrezzo, dellacui pieve Derzano faceva parte[7] – fu estesa al paese del Naviglio (prima noto come “Trenzano”), rendendo definitivamente omonimi i due paesi.
Il sostantivo[8]Rosa si ispira al locale Santuario della Beata Vergine del Rosario, delXVI secolo[9], il più antico punto di riferimento del borgo e molto caro alla devozione trezzanese[10]. Esso fu aggiunto al nome del comune con regio decreto 19/10/1862, n. 934, sentito il consiglio comunale, per distinguerlo dall'ormai omonimo centro a sud di Milano, che contemporaneamente assumeva la denominazione di “Trezzano sul Naviglio”.
Un villaggio agricolo era già sortoin loco durante laconquista romana della pianura Padana, tra il II e il I secolo a.C., testimoniato dalle visibili tracce lasciate dallacenturiazione, sistema con cui i romani organizzavano i territori agricoli.[11]
Nel 1398, quando il duca di MilanoGian Galeazzo Visconti aveva commissionato un censimento dei beni ecclesiastici del suo ducato, l'insediamento figurava ancora con l'antico nome di Derzano, collocato nellaPieve di Pontirolo.
Nel 1538 fu accorpato ai feudi dellafamiglia d'Adda, per poi passare nel 1543 tra le proprietà del marcheseGiambattista Castaldo. Nel 1564, secondo ilCathalogus Cleri, la medesima località fa ancora parte dellaPieve di Pontirolo. La Pieve sarà poi divisa in due aree, quella a ovest del fiumeAdda (compresa l'attuale Trezzano Rosa) verrà accorpata almarchesato di Cassano d'Adda e rimase sotto ilDucato di Milano, quella a est venne accorpata ai possedimenti bergamaschi dellaRepubblica di Venezia.[12] Negli annali ecclesiastici è annotata la visita diSan Carlo Borromeo alla parrocchia di Terzago nel settembre 1566.[12] Nel 1572, quando il Ducato di Milano era sotto il dominio spagnolo, il feudo fu concesso allafamiglia Bonelli.[12]
Quando nel 1714 il Ducato di Milano passò agliAsburgo d'Austria Trezzano venne riorganizzata nella Pieve di Trezzo, all'interno dellaprovincia austriaca di Milano. Nel 1781 Trezzano e il feudo di cui faceva parte venne venduto dai Bonelli al marchese Giambattista d’Adda, ritornando così ad essere un possedimento deid'Adda, fino all'abolizione dei feudi, avvenuta nel 1796 per mano diNapoleone.[12]
Nel 1809 a Trezzano fu annessa la limitrofaGrezzago, per poi essere a sua volta accorpata al comune diVaprio d'Adda nel 1811. Quando venne ristabilito il dominio austriaco sulla Lombardia la situazione ritornerà quella precedente.[12]
Con laSeconda guerra d'indipendenza del 1859 entrerà a far parte, assieme a tutta la Lombardia, del Regno di Sardegna. Il 17 marzo 1861 sarà poi proclamato ilRegno d'Italia.
Durante il periodo delRegno d’Italia, così come avveniva in buona parte delle campagne, la popolazione trezzanese si caratterizzava per la bassa scolarizzazione, con una media del tasso dianalfabetismo pari all'80%. Fino al secondo dopoguerra Trezzano Rosa rimase un tipico paesino di campagna, le cui principali risorse erano l'agricoltura, l'allevamento dipollame e dibachi da seta (seta destinata allefilande del territorio). In particolare le donne allevavano i bachi nelle tradizionalicorti trezzanesi, che ancora oggi costituiscono il nucleo storico del centro abitativo del paese.[12]
Dagli anni '60, con la crescita economica delle vicineGorgonzola,Gessate eTrezzo sull'Adda grazie all’affermarsi dell'industrializzazione, sempre più trezzanesi iniziarono a svolgere la mansione di operai nelle fabbriche. Quando in un secondo momento l'industrializzazione interessò anche Trezzano stessa, negli anni '80-'90, la comunità si trasformò e la maggior parte delle persone in età lavorativa andò a lavorare in fabbrica o negli uffici, con una drastica diminuzione degli occupati nell’agricoltura. Risale a quegli anni la nascita della zona industriale trezzanese.[12]
A partire dagli anni '80 Trezzano Rosa fu interessata da una cospicua immigrazione, dovuta sia allo sviluppo industriale che al fenomeno dellagentrificazione, che allontanò diverse famiglie dalle città più grandi. Si verificò una vera impennata dell’andamento demografico, passando dal contare circa 1.400 abitanti nel 1980 a superare i 5.000 nel 2012.[13]
Dal 2015 fa parte della Zona omogeneaAdda Martesana della città metropolitana di Milano.[14]
Lo stemma e il gonfalone del comune di Trezzano Rosa sono stati concessi il 5 dicembre 1984.[15]
Stemma
«D'argento, a tre montagne al naturale di verde, fondate sullacampagna d'oro, accompagnate in capo da una treccia, posta in fasciacentrata, con la punta verso destra. Ornamenti esteriori da Comune.[16]»
Gonfalone
«Drappo troncato di giallo e di rosso riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con la iscrizionecentrata in argento: Comune di Trezzano Rosa.»
Secondo le statisticheISTAT[19] al 1º gennaio 2021 la popolazione straniera residente nel comune metropolitano era di 492 persone, pari all'8% della popolazione.
La chiesa dedicata al patronosan Gottardo, consacrata nel 1911. Fiancheggiata dal suo campanile, del 1958, che si ispira aquello di San Marco a Venezia
^La collocazione del Santuario della Beata Vergine del Rosario è legata alla storia della statua lignea della Madonna. Si narra che il carro tirato dai buoi durante il trasporto della statua verso il suo posizionamento definitivo nell'altra chiesa parrocchiale, si sia bloccato all'ingresso del paese motivo per cui il santuario è stato costruito esattamente dove i buoi si son fermati. Di conseguenza, è tradizione che ogni anno durante le festività mariane la processione della statua parta dal santuario ed arrivi all'altra chiesa.