Treschietto frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | Bagnone |
Territorio | |
Coordinate | 44°20′16″N 10°00′38″E44°20′16″N,10°00′38″E (Treschietto) |
Altitudine | 444 m s.l.m. |
Abitanti | 96 (2011) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 54021 |
Prefisso | 0187 |
Fuso orario | UTC+1 |
Patrono | san Giovanni Battista |
Cartografia | |
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Treschietto (Trasdkié neldialetto della Lunigiana) è unafrazione del comune diBagnone, inLunigiana,provincia di Massa-Carrara.
Treschietto sorge su di un territorio terrazzato, abitato in epoca storica dagli antichiliguri apuani che per primi vissero in queste terre. L'avvento romano trova delle tracce indelebili nella individuazione del sito castellano, verosimilmente già luogo adibito al controllo dei commerci e delle milizie locali a causa della posizione elevata e della difficoltà di attacchi da valle, protetto com'era da montagne che, seppur non elevate in assoluto, assumono una imponenza non indifferente a causa dell'incredibile dislivello altimetrico concentrato in pochi chilometri. In particolare, spicca ilMonte Matto, la montagna che sovrasta Treschietto con la sua peculiare forma appuntita.
Parte di un autonomo marchesatoMalaspina del ramo diFilattiera, esteso sui borghi di Corlaga, Valle,Vico,Jera, Montale, Agnola, Lurgio, Palestro e Stazzone, era feudo imperiale. Dopo varie vicende il marchesato fu venduto da Ferdinando Malaspina alGranducato di Toscana (1698), facendo sorgere lunghe controversie con gli eredi Malaspina di Filattiera (il cui feudo era già stato ceduto alla Toscana nel 1614) e il Fisco imperiale. Divenuto temporaneamente sovrano di nuovo sotto i Malaspina di Filattiera (1708-1710), ritornò alla Camera imperiale che lo cedette inaccomandigia alla Toscana. Il granducaCosimo III de' Medici, allora, autorizzò il pretendente marchese Giulio Malaspina di Filattiera ad amministrarlo (1710-61). Alla sua morte fu concesso al conte Carlo de Nay (1761-89), figlio diEmmanuel de Nay, conte di Richecourt, presidente della Reggenza toscana. Frattanto, nel 1768 Manfredo Malaspina di Filattiera rinunciò ad ogni diritto sul feudo imperiale, giurando fedeltà alla Toscana. Il granducaPietro Leopoldo lo concesse nel 1789 al principe Rodolfo GiuseppeColloredo, finché nel 1793 fu ceduto ai principiCorsini che lo amministrarono fino al 1797.
Il piccolo borgo medioevale fu sede di municipalità a sé stante soppressa soltanto nel1849, e annessa al comune diBagnone del cui comprensorio fa tuttora parte.
Il castello omonimo (situato a 445 m s.l.m.) fu edificato daGiovanni Malaspina detto il Berretta ed è visibile da gran parte del territorio bagnonese per la sua natura strategica di difesa e di vedetta. La chiesa, dedicata aSan Giovanni Battista, è collegata alla torre castellana da un percorso panoramico sulla valle delBagnone.
Il paese ha avuto uno sviluppo urbano di tipo non centripeto, ma per aggregati. Le borgate che compongono Treschietto, vale a dire Fenale (indialetto della LunigianaFenal) nel quale è ubicata la Chiesa paesana, Castello (Castél), Palestro (Palestro), Querceta (Quarcéd) e Valle (Valle), sono caratterizzate ognuna da una propria autonomia strutturale, essendosi formate intorno ad un originario gruppo di abitazioni poi ingranditosi.
Il borgo è diventato celebre nell'ultimo ventennio per la produzione della "cipolla di Treschietto" (in dialettocigola d'Trasdkié). A quest'ultima è dedicata un'apposita sagra durante la prima settimana di maggio.
Nella parlata locale la disintegrazione urbana di Treschietto è ben impressa in un modo di dire che attribuisce ai suoi abitanti la nomea ditopi d'Trasdkié ("topi di Treschietto"), a sottolineare che per quanto, un tempo, il visitatore esterno si potesse muovere in libertà per il borgo, fosse assai arduo incrociare qualcuno per strada o per i campi, quasi che tutti gli autoctoni stessero nascosti in casa come topi.
Questa vulgata è posta in contrapposizione alla nomea data ad abitanti di altre frazioni confinanti:i gati d'Jera ("i gatti diJera"), ad indicare il carattere sornione di questa popolazione, ei lupi d'Compiòn ("i lupi diCompione"), ad indicare il loro carattere isolato e solitario. Modi di dire sicuramente sorti nell'ambito delle rivalità paesane e delcampanilismo del posto, propri di un mondo che oggi non esiste più.
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