Insieme alVeneto e alFriuli-Venezia Giulia appartiene alla macroarea geografica delNord Est; insieme allo stato federato delTirolo fa parte dell'euroregioneTirolo-Alto Adige-Trentino, un ente di diritto comunitario di cooperazione transfrontaliera istituita nell'ambito dell'Unione europea che accorpa i territori dell'anticacontea del Tirolo e che attraverso il GECT (Gruppi Europei di Cooperazione Territoriale) individua e attua le iniziative d'interesse delle comunità dell'Euregio.
Il Trentino-Alto Adige è la regione italiana più settentrionale ed è considerata quasi interamente montuosa ad eccezione dellaValle dell'Adige e dellaValle dei Laghi sotto i200 m e considerati dunque pianura. In particolare sono presenti inProvincia autonoma di Trento due ampie zone pianeggianti: laPiana Rotaliana e ilBasso Sarca. Le catene montuose si innalzano fino a quote altimetriche di oltre3900 m. Nella parte meridionale della regione, presso la riva trentina dellago di Garda, l'altitudine scende a 65m s.l.m.
Con i suoi13607km² il Trentino-Alto Adige è una delle regioni italiane meno densamente popolate in quanto ospita circa1 080 000 abitanti per unadensità di78,98 ab./km², molto al di sotto della media nazionale, collocandosi al quintultimo posto, prima dellaValle d'Aosta, dellaBasilicata, dellaSardegna e delMolise nel rapporto tra numero di abitanti e superficie territoriale.
Considerata l'orografia del territorio, vi sono notevoli differenze fra la densità di abitanti delle zone di alta montagna (in cui si sono verificati fenomeni di spopolamento e di migrazione verso le città delle principali valli) e quella delle valli principali, in particolare la Valle dell'Adige, dove sorgonoTrento eBolzano.
Nella parte settentrionale della regione, al confine austriaco, lungo la linea che va dalpasso Resia alpasso di Monte Croce di Comelico, si estendono leAlpi Retiche, che raggiungono la loro massima altezza nellaPalla Bianca (3738 m s.l.m.) invalle Aurina, laTesta Gemella Occidentale (2837 m s.l.m.) viene riconosciuta dal 1997 quale punto più a nord della penisola italiana. Tradizionalmente è invece laVetta d'Italia a essere considerata come estremità settentrionale dell'Italia.
Il Trentino-Alto Adige può essere divisa in due grandiaree geologiche: quella prevalentemente silicea, che si estende nella parte occidentale e settentrionale, e quella prevalentementecalcarea-dolomitica, nella parte meridionale e orientale.
Particolare è il caso delpasso San Pellegrino che, pur collegando la località diMoena inval di Fassa (TN) con l'abitato diFalcade nellavalle del Biòis (BL), risulta interamente compreso nel territorio del Trentino-Alto Adige, in quanto il confine con ilVeneto si trova a circa quattro chilometri dal valico nel versante orientale e non sul passo vero e proprio.Simile è ilpasso Vezzena, il cui territorio ricade completamente in Trentino fra i comuni di Levico e Luserna ma di fatto divide gli altipiani cimbri (Luserna, Folgaria e Lavarone) dall'altopiano di Asiago. Il confine reale si trova poco prima venendo da Asiago in località Termine.
Il Trentino-Alto Adige è ricco di corsi d'acqua. Il fiume principale è l'Adige con gli affluentiPassirio,Isarco (con il suo tributarioRienza),Noce eAvisio. IlBrenta nasce in Trentino-Alto Adige e sfocia nelmare Adriatico, ilSarca è un immissario dellago di Garda e ilChiese è un affluente delPo. LaDrava nasce in Alto Adige, dove scorre per pochi chilometri entrando successivamente in territorioaustriaco, ed è un affluente delDanubio. Rappresenta il fiume più lungo che bagna, almeno parzialmente, il territorio italiano.
Appartiene al Trentino-Alto Adige la parte settentrionale dellago di Garda, il maggiore lago della regione e d'Italia, suddiviso tra Trentino-Alto Adige,Veneto eLombardia.
Il clima del Trentino-Alto Adige presenta caratteristiche tipiche delclima continentale e diquello alpino di alta montagna, soprattutto in relazione all'altitudine. In base all'orografia, all'esposizione rispetto ai venti predominanti, alla quota e alla presenza dei grandi laghi alpini come quello diGarda, il clima può variare sensibilmente, fino a presentare i caratteri tipici delclima mediterraneo.
Le piogge variano in base alla quota e all'orientamento dei rilievi. In generale le maggiori precipitazioni cadono sui rilievi più elevati e nei settori meridionali e occidentali della regione, dove i venti occidentali e meridionali che accompagnano il passaggio delleperturbazioni atlantiche apportano umidità: qui le piogge ammontano a 1200–1400 mm annui. Procedendo verso nord e verso est leAlpi agiscono come una barriera e la piovosità annua diminuisce progressivamente scendendo sotto ai1000 mm. In genere nei fondovalle cadono dai 700 ai900 mm, ma nelle vallate più settentrionali dell'Alto Adige, schermate da rilievi elevati, le piogge annue scendono sotto ai600 mm annui. Le precipitazioni cadono prevalentemente in estate sulleDolomiti e sull'Alto Adige, mentre nel settore meridionale della regione i picchi di piovosità si osservano durante le stagioni intermedie. In inverno prevalgono precipitazioni a carattere nevoso, più abbondanti sui rilievi. Le precipitazioni fanno registrare un minimo in inverno.
I venti più frequenti sono di provenienza occidentale e meridionale specialmente durante le stagioni intermedie e nel periodo estivo. Viceversa in inverno prevalgono le correnti da nord o da est che apportano tempo freddo e asciutto. Le correnti meridionali sono le principali responsabili degli episodi di maltempo. Caratteristico delle vallate alpine è anche ilFoehn.
Le estati sono calde con valori che superano facilmente i30 °C e che in corrispondenza delle ondate di caldo possono toccare e anche superare35 °C nelle conche interne (in particolare nella conca diBolzano). Gli inverni sono rigidi. In Alto Adige e nelle zone di montagna più elevate le temperature scendono considerevolmente sotto allo0 °C e questi sono tra i settori più freddi d'Italia, con valori estremi anche inferiori a−30 °C. Anche sulle rimanenti zone della regione gli inverni sono rigidi ma l'azione protettiva dei rilievi da un lato e quella mitigatrice dellago di Garda dall'altro smorza considerevolmente i rigori invernali. Durante le stagioni intermedie le temperature subiscono improvvise variazioni, ma generalmente le temperature sono abbastanza miti con medie che si attestano tra i 10 e i15 °C nei fondovalle.[14]
Per la natura climatica e territoriale il Trentino-Alto Adige presenta ambienti che favoriscono tipi di flora considerevolmente differenti. Nella fascia più meridionale prossima al lago di Garda la vegetazione naturale è costituita daquerce,castagni,ornielli e alcune specie tipiche delMediterraneo comelecci eallori. Vi si coltivano anche lavite, il limone e l'Ulivo.
Verso nord prevalgono icarpini, ifaggi e gliaceri fino a una quota di 1200–1400 m. Più in alto prevalgonoabeti rossi,larici ebetulle che sopra i2000 m cedono il posto aipascoli Alpini e a una vegetazione tipica dellatundra a causa della rigidità del clima.
La fauna alpina caratterizza il Trentino-Alto Adige. Icamosci sono abbastanza frequenti nella zona tra i 1300 e i 3000 m, icaprioli nella fascia tra 500 e800 m. Lostambecco, in passato già estintosi, venne reintrodotto nelParco Nazionale dello Stelvio nel 1967. Si trovano anchecervi. Confinata tra i 2000 e i3000 m vive lamarmotta (in particolare inVal Rendena, nel Meranese e in genere nel Trentino occidentale). Nella regione prealpina si trovano lelepri grigie.[15]
Tra i carnivori vanno segnalati l'orso e illupo. Alla fine degli anni novanta del Novecento solo tre orsi erano ancora presenti sulle montagne delGruppo del Brenta. La situazione si è ripresa e la popolazione di orsi in Trentino-Alto Adige e nelle zone limitrofe veniva stimata nel 2017 in circa 52-63 esemplari.[16][17] La ricomparsa dell'orso ha destato forti emozioni tra la popolazione e un particolare interesse mediatico (in particolare l'orso Bruno, abbattuto in Baviera nel 2006,[18] e l'orsa Daniza, morta dopo la cattura nel 2014[19]). Il lupo, scomparso nella seconda metà del XIX secolo, è tornato in Trentino-Alto Adige nel 2008. Da allora ci sono state alcune rare segnalazioni della sua presenza.[20][21] Allo stato attuale, la popolazione di lupi si aggira intorno ai cinquanta esemplari.[22] Anche la presenza dellalince, data per estinta, è stata di nuovo rilevata.[23]
I rinvenimenti archeologici dimostrano la presenza dell'uomo nelle valli del Trentino-Alto Adige dopo la fine dell'ultima glaciazione, intorno al 12.000 a.C. Risalgono aepoca mesolitica insediamenti nellavalle dell'Adige, la zona più adatta alle attività umane per il suo clima e la posizione di centralità rispetto alle valli laterali.
L'integrazione della regione nei domini di Roma avvenne nelI secolo a.C. La sconfitta definitiva dei Reti, avvenuta nei pressi di Bolzano, si ebbe a seguito delle campagne militari nelle Alpi diDruso eTiberio nel 16 a.C. Nel I secolo a.C. venne fondata anche la città di Tridentum, attualeTrento (anche se alcuni studiosi ipotizzano una fondazione precedente, risalente all'invasione gallica delIII secolo a.C.). La città divenne municipium romano tra il 50 e il 40 a.C.
In occasione della riforma amministrativa diAugusto la parte settentrionale del Trentino-Alto Adige venne divisa fra le due provinceRezia (Raetia prima eRaetia secunda) eNorico (Noricum), mentre quella meridionale che includeva la Val d'Adige fino all'altezza diMerano venne inclusa nellaRegio X Venetia et Histria.
In età imperialeClaudio (41-54 d.C.) comprese l'importanza strategica del territorio trentino e sfruttò la posizione di Trento completando due grandi strade: lavia Claudia Augusta Padana, che da Ostiglia raggiungeva ilPasso Resia, e lavia Claudia Augusta Altinate che, partendo dall'allora importante porto diAltino, si ricongiungeva nel capoluogo trentino con la Padana attraverso la Valsugana.
Il periodo romano si protrasse per cinque secoli e lasciò profonde tracce nella regione che fu fortemente latinizzata. Le popolazioni autoctone svilupparono una parlata neolatina nella quale si fuse il sostrato retico-celtico, il cosiddettoretoromanzo.
Dopo l'anno 400 d.C., nella tarda romanità, si diffuse ilcristianesimo, influenzando in misura crescente la vita pubblica e privata.
Nel 774 il Trentino-Alto Adige passò sotto il dominio deiFranchi, che sottoCarlo Magno conquistarono ilRegno longobardo, includendolo nel quadro dell'Impero Carolingio. In età carolingia, in virtù della propria posizione strategica, l'area venne spesso coinvolta nei periodi di turbolenza a causa delle guerre di successione dinastica. Con iltrattato di Verdun dell'843 una parte del Trentino-Alto Adige, comprendente la Val d'Adige sino a Merano, venne assegnata alRegno d'Italia governato daLotario I, mentre le altre valli, che rimasero spesso oggetto di contesa per il controllo dei passi alpini, andarono alRegno dei Franchi Orientali dove regnavaLudovico II il Germanico. A lungo andare, questa divisione portò alla progressiva germanizzazione dell'area altoatesina, mentre quella trentina riuscì nei secoli a mantenere il suo carattere di territorio profondamente latinizzato. Con il regno diBerengario I, lamarca di Trento entrò nell'orbita della più potentemarca di Verona.
Sceso inItalia a seguito della chiamata della reginaAdelaide, il 10 ottobre951Ottone I di Sassonia assunse aPavia il titolo direx Francorum et Italicorum e l'anno successivo assegnò la marca di Verona al fratello, ilduca di BavieraEnrico. A causa delle ripetute ribellioni di Enrico, l'imperatoreOttone II assegnò la marca di Verona alduca di CarinziaOttone di Worms, che scorporò la marca di Trento da quella di Verona.
Fu l'imperatore del Sacro Romano ImperoCorrado II a concedere ai vescovi di Trento e Bressanone il potere temporale sulle rispettive diocesi nel 1027. Iprincipati vescovili di Trento (che comprendeva Trentino e parte dell'Alto Adige) eBressanone (che comprendeva pure territori oggi facenti parte dell'Austria) sopravvissero fino alla secolarizzazione napoleonica del 1803.
Nel corso delXII secolo incominciò l'ascesa delle casate nobiliari a scapito del potere dei due principi vescovi. Riuscirono a imporsi iconti di Tirolo, una casata che prese il nome dall'omonimo castello pressoMerano. FuMainardo II a dare alla regione del Tirolo i confini che poi, con minimi ampliamenti, restarono immutati fino al 1918. Nel 1363Margherita di Gorizia-Tirolo fu costretta in seguito a pressioni politiche a cedere la contea del Tirolo alduca d'AustriaRodolfo IV d'Asburgo. Incominciava l'epoca asburgica, interrotta dalleguerre napoleoniche.
Il principato e i confini con la contea tirolese, 1788.Congregazione generale del Concilio nella chiesa di S. Maria Maggiore aTrento
La parte meridionale della regione vide una breve affermazione dellaRepubblica di Venezia, cominciata nel 1411, quando la Repubblica di San Marco, per effetto del testamento di Azzone Francesco di Castelbarco, entrò in possesso di territori inVallagarina, in particolare di Ala, Avio, Brentonico e parte di Mori. Nel 1416 venne presa Rovereto. Nel 1426 la Val di Ledro e Tignale passarono sotto Venezia. L'espansionismo veneziano non si fermò e nel 1441 lapace di Cavriana suggellò la conquista di Torbole e Riva del Garda. Nel 1509 l'espansione di Venezia, sconfitta dallaLega di Cambrai, poté essere fermata e la Serenissima fu via via costretta ad abbandonare i possedimenti trentini. Leoperazioni in Val Vestino (1510-1517) si conclusero con la definitiva ritirata veneziana.
A fronte quindi della posizione strategica del territorio dei due principati vescovili, come dei territori governati dai vari conti del Tirolo, nel 1511 venne sancito ilLandlibell. Un documento di straordinaria importanza per diversi aspetti fra cui la confederazione tra i due principati vescovili e la contea delTirolo. Il garante del documento fuMassimiliano I d'Asburgo detto anche ilWunderkind. Il Landlibell regolava l'intero apparato militare del territorio nonché i tributi da versare per il mantenimento dello stesso. Grazie infatti a tale documento, nacquero la Aufgebot (milizia permanente) ed il Landsturm (la riserva della popolazione). Da quest'ultimo si formarono le varie compagnie e ordini deiTiroler Schützen che servirono fino al 1918.
La rinascita delPrincipato Vescovile di Trento, ormai strettamente entro la sfera di controllo tirolese-asburgica, avvenne nella prima metà delXVI secolo, quando a capo della diocesi trentina viene nominato il trentinoBernardo Clesio (1514-1538), a cui seguìCristoforo Madruzzo (1539-1567, dal 1545 cardinale). Per la sua posizione geografica e storico-culturale di città mediana tra il mondo romanzo e quello germanico, nel 1542Trento venne scelta come sede per ilConcilio di Riforma della Chiesa (1545-1563).
Nel corso delXVII e delXVIII secolo i Principati Vescovili videro nuovamente ridursi la loro autonomia a favore dellaContea del Tirolo.
L'Italia durante l'egemonia napoleonica. Nella carta compare la denominazioneHaut-Adige
L'epoca napoleonica segnò anche la storia delTrentino-Alto Adige. Nel 1796 Trento fu invasa dalle truppe napoleoniche e in seguito alle ripetute sconfitte asburgiche iltrattato di Lunéville (9 febbraio 1801) stabilì la secolarizzazione degli stati ecclesiastici, segnando la fine dei principati vescovili di Trento e di Bressanone, che divennero parte dell'Austria. In seguito allapace di Presburgo (odierna Bratislava, 26 dicembre 1805) la regione passò sotto il filo-napoleonicoRegno di Baviera, rimanendovi fino al 1810. Alcune misure adottate dall'amministrazione bavarese, come l'eliminazione della Dieta, la soppressione di proprietà ecclesiastiche e di festività religiose, l'obbligo al servizio militare e la pesante tassazione causarono nella primavera un'insurrezione anti-napoleonica, poi repressa, capeggiata daAndreas Hofer. Il moto esplose al momento della ripresa delle ostilità traNapoleone e l'Austria; vide la partecipazione sia della popolazione germanofona degli odierniTirolo eAlto Adige, sia (anche se in misura minore) della popolazione italofona dell'odiernoTrentino.
Questo assetto venne spazzato via dalla ripresa delle ostilità nel 1813 e dalla riconquista del territorio da parte delle truppe asburgiche. LaRestaurazione del1815 confermò la fine del principato vescovile di Trento, segnando anche la fine definitiva dell'autonomia politica trentina. Con patente imperiale del 24 marzo 1816 il Trentino venne incorporato nellacontea del Tirolo, a maggioranza tedesca. Nel 1818 lacontea principesca del Tirolo, compresi i territori abitati da popolazioni di lingua italiana, entrò a far parte dellaConfederazione Germanica. Ciononostante, nell'odiernoTrentino la lingua in uso negli uffici pubblici, nei tribunali e nell'insegnamento rimaneva l'italiano.[25]
L'assetto della contea del Tirolo suscitava un diffuso malcontento nell'odierno Trentino, in particolare tra le élite sociali e intellettuali, che criticavano sia la gestione centralistica dell'amministrazione imperiale, con Vienna che accentrava le decisioni, sia la negligenza delle autorità di Innsbruck. Queste ultime erano accusate di non destinare risorse pubbliche adeguate al territorio e di escludere i trentini dai gradi più elevati dell'amministrazione. Tale situazione alimentava un sentimento di marginalizzazione e di mancato riconoscimento delle esigenze locali.[26]
Nel 1848 ebbero inizio le rivendicazioni trentine di autonomia daInnsbruck. I rappresentanti trentini si rifiutarono di partecipare alla Dieta costituente tirolese di Innsbruck per l'ingiusta sproporzione della rappresentanza loro assegnata. Il termineTrentino incominciò a essere usato per indicare la volontà di separare i territori italofoni dal resto delTirolo. Le richieste trentine di autonomia incontrarono una forte opposizione da parte delle autorità tirolesi e non vennero mai soddisfatte dal potere imperiale asburgico.
L'Impero asburgico, che in seguito alla Restaurazione divenne la potenza egemone nella penisola italiana, fu un potente avversario delRisorgimento italiano; ciò non riuscì comunque a impedire la nascita delRegno d'Italia, che fu proclamato nel 1861. Il processo di unificazione del neonato stato italiano non fu però completo, poiché molti territori abitati da comunità italiane, tra cui il Trentino, restavano sotto controllo austriaco; si consolidò di conseguenza l'irredentismo. L'irredentismo coinvolse pure l'Alto Adige anche se solo una esigua minoranza della popolazione si dichiarava italofona, e trovava il suo fondamento nel principio dellafrontiera naturale, rientrando il territorio altoatesino nelle frontiere geografiche della penisola italiana ed essendo ilconfine del Brennero militarmente rilevante.
La terza guerra d'indipendenza italiana coinvolse anche il territorio del Trentino-Alto Adige, con l'invasione capitanata da Giuseppe Garibaldi. Nonostante un rapporto tra morti italiani e austriaci pari a 14:1, Garibaldi auto-proclamò la vittoria italiana aBezzecca. L'invasione però non riuscì a sfondare le linee di difesa e così il Trentino-Alto Adige rimase asburgico, mentre ilVeneto e ilFriuli venivano uniti al Regno d'Italia.
Al censimento del 1910 la maggioranza degli abitanti del Trentino-Alto Adige (Welschtirol eDeutsch-Südtirol secondo la denominazione asburgica) era complessivamente di lingua italiana. Nella parte trentina su 362 684 abitanti il 96,4% era di lingua italiana e il 2,9% di lingua tedesca, mentre in quella altoatesina su 279.213 l'83,4% era germanofono, il 2,6% italofono e il 13,2% di lingua ladina.[27]
Economicamente il territorio trentino-tirolese in epoca asburgica era una regione basata soprattutto sull'agricoltura e l'allevamento in piccole e medie aziende agricole di proprietà famigliare, di cui le più piccole e numerose si trovavano soprattutto nella parte italofona.
L'agricoltura regionale aveva subito duramente la grande crisi agraria incominciata neglianni '70 del XIX secolo. Al crollo dei prezzi dei prodotti agricoli si erano aggiunti le malattie della vite e del baco da seta, nonché la violenta alluvione del 1882. La parte italofona fu la più colpita e decine di migliaia dei suoi abitanti dovettero lasciare la propria terra per emigrare inAmerica o inEuropa, in molti, sostenuti dal sovrano, scelsero di rimanere nel territorio dell'Impero austriaco e raggiungere la città di Mahovljani nell'attuale Bosnia ed Erzegovina formando la famosa comunità dei "tirolesi di Bosnia".
La ripresa dell'agricoltura avvenne solo con l'inizio delXX secolo. Ilmovimento cooperativo, in massima parte di ispirazione cattolica e diffuso sia tra la popolazione italofona sia tra quella germanofona, ebbe un ruolo fondamentale nel risollevare le sorti dell'agricoltura regionale.[28] L'unica industria di qualche importanza era quella idroelettrica.
Dall'ultimo quindicennio delXIX secolo in poi la diversità linguistica tra italofoni e germanofoni incominciò a divenire motivo di scontro. Simbolo di questa contesa erano due monumenti: quello aWalther von der Vogelweide a Bolzano (realizzato nel 1889) e quello aDante Alighieri a Trento (realizzato nel 1896). Si trattava delle effigi di due poeti che volevano simboleggiare il legame tra la lingua d'uso e l'appartenenza a un popolo e a una terra.[29]
Il conflitto nazionale tra germanofoni e italofoni non era l'unica linea di frattura ad attraversare la società regionale, altrettanto virulento era presso entrambi i gruppi linguistici lo scontro tra il mondo cattolico e i fautori della laicità (liberali osocialisti).
Con lo scoppio dellaprima guerra mondiale nel 1914 buona parte della popolazione maschile, sia germanofona sia italofona, venne arruolata nell'imperiale regio esercito. Le garanzie costituzionali furono sospese, il parlamento chiuso e la stampa censurata.
All'inizio del conflitto mondiale, l'Austria-Ungheria e l'Italia aderivano entrambe allaTriplice alleanza, che era di natura difensiva e non contemplava l'intervento italiano al fianco degli austro-tedeschi (che erano le potenze dichiaranti guerra). L'Italia mantenne inizialmente la sua neutralità, ma in cambio di concessioni territoriali comprendenti anche l'Alto Adige in base ai termini deltrattato segreto di Londra, stipulato nell'aprile 1915, dichiarò guerra all'Austria-Ungheria.
Mentre l'Alto Adige venne in larga misura risparmiato dagli eventi bellici, il Trentino divenne uno dei principali teatri di scontro (il conflitto si svolse anche sui ghiacciai dove prese il nome diGuerra Bianca). La guerra provocò notevoli distruzioni e un vero e proprioesodo dei trentini: decine di migliaia vennero sfollati nelle cosiddette città di legno in Austria (in particolareBraunau am Inn eMitterndorf), grandi campi profughi in cui molti morirono per la fame e le malattie. In condizioni egualmente drammatiche si trovarono i profughi trentini, provenienti dai paesi e dalle vallate occupate dalRegio Esercito italiano che tra il maggio 1915 e il maggio 1916 dovettero lasciare la propria terra per essere disseminati in varie località delRegno d'Italia. Inoltre con l'ingresso in guerra dell'Italia la società trentina si ritrovò spaccata dal conflitto: i soldati trentini arruolati nell'imperiale regio esercito si ritrovarono nemici degli irredentisti che, comeCesare Battisti, scelsero di fuggire nelRegno d'Italia e di arruolarsi nelRegio Esercito. A ciò si deve aggiungere la repressione politica sia da parte austriaca, con gli irredentisti internati nelcampo di Katzenau, sia da parte italiana, con gli austriacanti puniti con la carcerazione.[30]
In seguito alla vittoria italiana iltrattato di Saint-Germain sancì il passaggio del Tirolo meridionale (attuale Trentino-Alto Adige) alRegno d'Italia.[31] Tale annessione sancì lo smembramento dell'antica Contea delTirolo (nell'estensione che aveva dal Landlibel dell 1511) con relativo accorpamento all'Italia del Trentino e dell'Alto Adige, cioè di circa due terzi di essa. Nacque quindi la Venezia Tridentina.
Il 10 settembre 1919 con iltrattato di Saint Germain le potenze vincitrici della grande guerra disposero la ripartizione dei territori che avevano fatto parte del dissoltoimpero austro-ungarico. L'anno dopo, con le leggi di annessione delle regioniVenezia Giulia e Venezia Tridentina (l'attuale regione Trentino-Alto Adige), venne ufficializzato il passaggio di questi territori sotto la sovranità dello stato italiano, incorporando così nel Regno d'Italia anche 220 000 tirolesi dilingua tedesca eladina.[32]
Se in un primo momento i governiliberali perseguirono una politica abbastanza tollerante verso le minoranze tedesche, il subentrato governofascista perseguì invece una politica di assimilazione violenta delle minoranze di lingua tedesca e ladina e una progressivaitalianizzazione dell'Alto Adige, incentivando l'arrivo di immigrati provenienti dalTrentino e dal resto d'Italia (soprattutto nordorientale). Le scuole di lingua tedesca vennero gradualmente soppresse. La stampa germanofona venne largamente censurata. L'uso dei toponimi tedeschi venne vietato. Anche nomi e cognomi delle persone vennero italianizzati d'ufficio.
Il 2 gennaio 1927 unRegio Decreto sancì la nascita dellaprovincia di Bolzano, che veniva distinta dallaprovincia di Trento. Questa nuova configurazione amministrativa vide la fine del ruolo diTrento come capoluogo regionale e la deviazione verso il nuovo capoluogo altoatesino dei più importanti investimenti. Venne infatti incentivata la creazione di stabilimenti delle maggiori imprese industriali, in modo da impiegarvi operai provenienti da tutta Italia, molti dei quali andarono a vivere nei grandi edifici realizzati alla periferia diBolzano. In tal modo gli altoatesini di lingua italiana passarono dai 6 950 del 1910 agli 80 800 del 1939, su un totale di 234 650 abitanti inprovincia di Bolzano.[34]
In seguito all'avvicinamento dell'Italia fascista allaGermania nazista furono implementate leopzioni in Trentino-Alto Adige. Alla popolazione di lingua tedesca fu imposto di scegliere se diventare cittadini tedeschi e conseguentemente trasferirsi nei territori delTerzo Reich o se rimanere cittadini italiani integrandosi nellacultura italiana e rinunciando a essere riconosciuti come minoranza linguistica. La maggioranza dei residenti dilingua tedesca, che aveva subito una forte emarginazione politica, economica e sociale da parte del regime fascista, si dichiarò favorevole a emigrare. Lo scoppio dellaseconda guerra mondiale intervenne però a rallentare le operazioni di esodo e circa un terzo degli espatriati tornò in Italia dopo il conflitto.[35] Tra le cause dell'adesione alle opzioni vi furono le pressioni e le violenze esercitate dalle locali organizzazioni naziste contro iDableiber (gli abitanti di madrelingua tedesca che avevano optato per l'Italia e quindi per restare nella propria terra), nella sostanziale indifferenza delle autorità italiane che nei mesi cruciali per le opzioni lasciarono circolare la leggenda che chi avesse rifiutato di trasferirsi in Germania sarebbe stato deportato in Sicilia. Fu così che l'86% degli altoatesini di lingua tedesca optarono per la Germania nazista (minore fu l'adesione fra i trentini di lingua tedesca). In tutto si trattò di 213 000 persone, di cui 75 000 lasciarono realmente la terra natia. Inoltre gli optanti sudtirolesi in età di leva prestarono servizio militare nell'esercito e nelle forze dell'ordine tedesco.[36]
Nonostante l'alleanza, Mussolini non si fidava troppo di Hitler e fece costruire diverseopere fortificate lungo il confine: ilVallo Alpino del Littorio. Nonostante l'enorme sforzo per la sua costruzione in pochi anni (1939-1942), tali opere, per quanto alcune non fossero ancora totalmente completate negli armamenti, non furono mai utilizzate.[37]
Malga Zonta con la lapide in memoria dei partigiani fucilati nel 1944
A seguito dell'armistizio firmato dall'Italia con gliAlleati, l'intera regione (unitamente allaprovincia di Belluno) venne costituita comeZona d'operazioni delle Prealpi (in tedescoOperationszone Alpenvorland) con capoluogoBolzano, di fatto annessa alTerzo Reich, anche se continuava a far formalmente parte dellaRepubblica sociale italiana. Gli uomini delle classi di età dal 1894 al 1926 furono obbligati alla prestazione del servizio di guerra nell'ambito del servizio d'ordine della provincia di Bolzano (SOD), delcorpo di sicurezza trentino (CST), delleSS, dellaWehrmacht, dei reparticontraerei tedeschi (FlaK - Fliegerabwehrkanonen) in Alto Adige anche presso i reggimenti di polizia (Südtiroler Polizeiregimenter, tra cui ilPolizeiregiment "Bozen").[38] Dal1943 al1945 venne praticamente ristabilita l'integrità territoriale asburgico-tirolese che era stata frantumata nel 1918.
La violenza degli occupanti agì in modo non uniforme nelle province dellaZona d'operazioni delle Prealpi. A Bolzano i nazisti si proposero come liberatori della popolazione tedesca dalla ventennale pressione dello stato italiano. Nella città capoluogo istituirono ilcampo di transito di Bolzano, ultima tappa per i deportati dalla penisola prima dei campi di sterminio dell'Europa centrale. InAlto Adige vi furono due diverse resistenze, una di lingua italiana guidata dalComitato di Liberazione Nazionale di Bolzano e una di lingua tedesca guidata dall'Andreas Hofer Bund; entrambe poterono far poco dal punto di vista strettamente militare a causa della forte presenza nazista. Vanno comunque segnalate le loro azioni nella raccolta di informazioni, nella propaganda e nel supporto dato ai renitenti e ai disertori dell'esercito tedesco.
In Trentino gli occupanti nazisti incoraggiarono invece l'autonomismo locale nominandoAdolfo de Bertolini (un ex-esponente liberale mai compromesso con il fascismo) Commissario Prefettizio. Nel territorio trentino non si registrò la presenza di grandi formazioni partigiane, come quelle attive nelle confinanti province diVicenza eBelluno (zone in cui combatterono molti antifascisti trentini). Il divieto di ricostruire ilpartito fascista, la decisione di non mandare i giovani al fronte nell'esercito tedesco o in quello dellaRepubblica Sociale Italiana ma di inquadrarli in un corpo considerato di polizia locale come il CST, l'illusione di un'autonomia locale furono tutte mosse che consentirono alle autorità naziste di evitare il sorgere in provincia di Trento di un forte movimento partigiano.[39] A ciò occorre aggiungere le uccisioni e gli arresti che il 28 giugno 1944 decapitarono la resistenza trentina e il locale CLN, portando alla morteGiannantonio Manci che ne era alla guida.
Trento e anche Bolzano vennero bombardate daglialleati dal 2 settembre 1943 fino al 3 maggio 1945. Durante il primo bombardamento di Trento si verificò lastrage della Portela.
Dopo la fine del secondo conflitto mondiale le istanze autonomistiche trentine, represse durante il fascismo, furono raccolte dall'Associazione Studi Autonomistici Regionali (A.S.A.R), che reclamava per tutta la regione Trentino-Alto Adige un'autonomia speciale. Il movimento ebbe un grande seguito popolare e il 20 aprile 1947 riuscì a portare inpiazza Fiera a Trento ben 30 000 persone.[40] In Alto Adige prevalsero invece le spinte secessioniste, già nel 1946 erano state raccolte 155 000 firme per ottenere l'annessione all'Austria.
L'accordo De Gasperi-Gruber sancì che la provincia di Bolzano rimanesse all'Italia, prevedendo per gli abitanti di lingua tedesca dell'Alto Adige adeguate tutele. Su iniziativa del trentinoDe Gasperi venne allora creata sulle ceneri della Venezia Tridentina la Regione Autonoma Trentino-Alto Adige, che venne dotata del primo statuto di autonomia. In questo modo fu coronata da successo anche la ricerca di forme d'autonomia da sempre richieste dalle popolazioni trentine, ma indebolita l'autonomia sudtirolese perché legata a una maggioranza di lingua italiana. Nel rispetto dell'accordo De Gasperi-Gruber, il primo statuto del Trentino-Alto Adige ripristinò l'insegnamento del tedesco e ristabilì la toponomastica bilingue. Fino alla metà degli anni cinquanta del Novecento laDemocrazia Cristiana e laSüdtiroler Volkspartei (SVP), il partito di riferimento della popolazione di lingua tedesca guidato in origine da membri della Resistenza al nazismo, collaborarono nella gestione dell'ente regionale.
Verso la metà deglianni cinquanta delNovecento, in seguito al ritorno di molti optanti dalla Germania e allaricostituzione della Repubblica Austriaca, decisa a sostenere istanze rivendicazioniste, la politica altoatesina si radicalizzò. Il Governo italiano venne accusato di non attuare pienamente gli accordi autonomistici riguardanti l'autogoverno della popolazione di lingua tedesca e di proseguire i tentativi di italianizzazione.[41] La stampa e il clero di lingua tedesca si inserirono nella controversia etnica evocando una "marcia della morte" orchestrata dal Governo italiano ai danni della popolazione dilingua tedesca attraverso l'industrializzazione e l'immigrazione da altre regioni d'Italia. Alle cifre allarmanti, diffuse dal canonicoMichael Gamper, che indicavano "50 000 immigrati italiani in Alto Adige negli ultimi sette anni" replicò uno studio delCommissariato del Governo e dell'Istituto Centrale di Statistica che quantificò l'aumento della popolazione italiana tra il 1947 e il 1953 nella cifra di poco più di 8 000 unità, legato alla riattivazione postbellica degli uffici statali e militari e alla risistemazione delle opere pubbliche.[42] La radicalizzazione tuttavia non si fermò e la linea della Südtiroler Volkspartei venne dettata da nuovi elementi, alcuni dei quali in passato legati alnazismo.[43] In tutti i comuni a maggioranza SVP (tutto l'Alto Adige tranne alloraBolzano,Bronzolo,Egna,Fortezza,Merano,Laives,Salorno eVadena) venne sospeso il rilascio di nuove residenze per italiani; fu fatta propaganda contro i matrimoni misti; venne attuata una separazione etnica totale nelle scuole e negli edifici tra le persone dei gruppi linguistici italiano e tedesco; si chiese la sospensione dei lavori di edilizia popolare poiché ciò avrebbe favorito l'immigrazione italiana; venne chiesto anche lo smantellamento della zona industriale di Bolzano.[44]
La radicalizzazione portò alla nascita di movimenti terroristici: ilGruppo Stieler, autore di diversi danneggiamenti; ilComitato per la liberazione del Sudtirolo, che perseguì anche una strategia stragista che provocò morti in tutta la regione e anche inVeneto (strage di Cima Vallona). Il Governo italiano rispose alterrorismo con una massiccia presenza militare in Alto Adige.
A seguito di nuove trattative tra Italia e Austria fu siglato il cosiddettoPacchetto per l'Alto Adige (l'insieme delle misure a favore della popolazione di lingua tedesca) e nel1972 entrò in vigore il secondo statuto del Trentino-Alto Adige, che tuttora privilegia l'autonomia delle due province, che di fatto costituiscono due Regioni autonome, solo formalmente riunificate nella Regione Trentino-Alto Adige. Dal 1972 i destini storici e politici del Trentino e dell'Alto Adige seguono percorsi separati.
Per quanto riguarda l'Alto Adige, il secondo statuto di autonomia ha consegnato la maggioranza politica al gruppo tedesco e istituzionalizzato la separazione etnica attraverso la cosiddettaproporzionale etnica. Nellaprovincia autonoma di Bolzano è data infatti importanza alla lingua di appartenenza (italiano, tedesco, ladino), con una ripartizione proporzionale alla consistenza dei gruppi linguistici nell'attribuzione di impieghi pubblici, contribuzioni pubbliche e assegnazione di case popolari; le scuole (comprese quelle materne) sono divise a seconda dell'appartenenza al gruppo linguistico. Tutti gli impiegati e funzionari dellaProvincia di Bolzano devono essere bilingui, cioè parlare almeno l'italiano e il tedesco.
Ciononostante, gli attentati terroristici in Alto Adige ripresero con forza nella seconda metà deglianni settanta del Novecento, per finire solamente alla fine deglianni ottanta. Accanto a gruppi estremistici di lingua tedesca, in particolareEin Tirol, favorevoli al distacco dall'Italia, comparvero anche organizzazioni italiane, come l'Associazione protezione italiani (Api) e ilMovimento italiano Adige (MiA), contrarie ai provvedimenti contenuti nel secondo statuto di autonomia. La pacificazione altoatesina fu raggiunta sul finire degli anni ottanta del Novecento e ha coinciso con un lungo periodo di prosperità economica, fino allo scoppio della crisi dell'Eurozona. Dopo un passato tormentato l'Alto Adige è oggi visto come un esempio di pacifica convivenza fra gruppi etnici.
Il Centro di documentazione a Stava, frazione del comune diTesero
La storia recente trentina è stata segnata dalle due tragedie degli impianti a fune delCermis (1976 e 1998) e dallacatastrofe della Val di Stava nel 1985.
A partire daglianni novanta del XX secolo è stata rafforzata la cooperazione transfrontaliera tra le regioni del Tirolo storico a cavallo tra Italia e Austria. Insieme Trentino-Alto Adige eTirolo austriaco costituiscono laEuregio Tirolo-Alto Adige-Trentino, un gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera, le cui sedute in passato comprendevano anche il Land delVorarlberg.
LoStatuto speciale per il Trentino-Alto Adige del 1948 denominava ufficialmente la regione solo in lingua italiana utilizzando il toponimo tedesco "Tiroler Etschland" ("Terra Tirolese dell'Adige") per la traduzione in lingua tedesca dello statuto. Con le modifiche dello statuto speciale entrate in vigore nel1972 il nome ufficiale della regione è "Trentino-Alto Adige" in italiano e "Trentino-Südtirol" in tedesco; talvolta viene riportata la dicitura bilingue "Trentino-Alto Adige/Südtirol".[1] La legge di modifica costituzionale n. 3 del 18 ottobre2001 ha inserito la dizione bilingue nell'articolo 116 dellaCostituzione italiana, mantenendo "Trentino-Alto Adige" nell'articolo 131.[46]
Per definire gli abitanti e ciò che attiene alla provincia di Trento si usa il termine "trentino" (o "tridentino" se riferito alla storia o alla Chiesa, p. es. "il Concilio Tridentino"), per gli abitanti e ciò che è riferito alla provincia di Bolzano si usa "altoatesino" o "sudtirolese", quest'ultimo generalmente per riferirsi alla componente di madrelingua tedesca o ladina.
Il nome "Trentino" deriva daTridentum (nomeromano di Trento) per via dei tre colli (Monte Verruca oDoss Trento,Dosso Sant'Agata eDosso di San Rocco[47]) che circondano il capoluogo.In realtà il nome sembrerebbe essere anche più antico e di origineretica.[48] Il toponimo deriva infatti datrent, ovvero "triforcazione" (dovuta al letto irregolare del fiume Adige). Durante ilRisorgimento il linguistaGraziadio Isaia Ascoli coniò il toponimoVenezia Tridentina proprio sulla tradizione latina per indicare il territorio dell'odierno Trentino-Alto Adige, all'epoca ancora sotto dominazione austriaca. La denominazione fu usata durante ilRegno d'Italia per designare l'insieme delle nuove province di Trento e Bolzano, ma decadde nell'uso dopo laseconda guerra mondiale, quando la costituzione italiana introdusse le regioni.
Il toponimo "Alto Adige" deriva dallo storico e omonimodipartimento dell'Alto Adige, suddivisione di epoca napoleonica delRegno d'Italia che aveva come capoluogo Trento e corrispondeva grosso modo all'attuale Trentino e alla parte meridionale dell'odierno Alto Adige.
Il termine "Tirolo" deriva invece dal borgo ecastello di Tirolo (oggi comune pressoMerano), che fu a lungo sede della Contea del Tirolo. L'identità "tirolese" era quindi espressa naturalmente dagli abitanti senza implicare niente di linguistico o politico (si veda, per esempio, il caso del prelatoCristoforo Migazzi, cardinale, vescovo in Ungheria e arcivescovo a Vienna, trentino di lingua "romanza", ovvero italiana, che si autodefiniva "tirolese"[49]). Con le guerre napoleoniche e le temperie nazionalistiche abbattutesi anche nella regione, i toponimi incominciarono ad assumere un valore di rivendicazione etnica e politica. La parola Tirolo si tinse di una "germanicità monocolore" che in precedenza non aveva avuto e gli italiani sentirono il bisogno di creare nuove forme di autodefinizione territoriale.
Durante la dominazione asburgica il territorio dell'odierno Alto Adige era conosciuto comeMitteltirol, cioè Tirolo centrale,[50] oDeutschsüdtirol[51], mentre conSüdtirol si designava propriamente l'odiernoTrentino,[52] detto ancheWelschtirol[53] oWelsch-Südtirol daitedeschi. ConSüdtirol si designava anche l'intera regione Trentino-Alto Adige.
Nel 2009 i nati sono stati10 588 (10,3‰, il secondo più alto indice regionale d'Italia), i morti8 421 (8,4‰) con un incremento naturale di2 167 unità rispetto al 2008 (1,9‰). Le famiglie contano in media 2,4 componenti.
IlTrentino è quasi completamente italofono o parladialetti trentini, con comunità storiche germanofone:mocheni nell'alta valle del Fersina, detta anchevalle dei Mocheni oBersntol, ecimbri, questi ultimi concentrati nel comune di Luserna, ma presenti in alcuni comuni vicini delle province di Vicenza e Verona. Lalingua cimbra e lalingua mochena godono di particolari tutele. L'Alto Adige è invece a maggioranza germanofona (parlante generalmente ildialetto sudtirolese), con una minoranza italofona, oggi circa al 26%.
In Trentino-Alto Adige è poi presente una minoranza linguistica ladina, parlante illadino, unalingua retoromanza, parlata anche nel vicino Veneto. Ogni vallata ladina possiede la propria variante linguistica, spesso molto differente dalle altre. Per dare impulso a uno sviluppo linguistico-culturale dell'area si è pensato, attraverso il progettoSPELL, di creare una lingua standard ("ladino standard") sul modello delromancio nel Cantonesvizzero deiGrigioni, che riunisca gli aspetti più simili delle varie parlate ladine.
Un corpo linguistico ladino è presente anche nelle parlate delle valli diNon (noneso) eSole (solandro), sebbene questi dialetti ladini risentano una maggiore influenza delle parlate lombarde e trentine.
In occasione del censimento decennale della popolazione gli abitanti del Trentino-Alto Adige dichiarano la propria appartenenza a uno dei gruppi linguistici riconosciuti dallo statuto di autonomia: italiano, tedesco, ladino, mocheno e cimbro. In Alto Adige il censimento linguistico rileva ai fini dellaproporzionale etnica.
La popolazione straniera residente in Trentino-Alto Adige
Al 1º gennaio 2018 risiedono in Trentino 46.929 stranieri, 473 unità in più rispetto al 1º gennaio 2017 (con un incremento relativo dell’1,0%). Gli stranieri costituiscono l’8,7% della popolazione residente totale, un livello analogo alla media nazionale. In Italia, infatti, gli stranieri sono l'8,6% della popolazione residente, mentre nella provincia di Bolzano sono il 9,1% e nella ripartizione Nord-Est il 10,5%.[57]
La maggioranza della popolazione è direligione cristiana cattolica. In Alto Adige i servizi religiosi vengono offerti in lingua tedesca per la popolazione germanofona. Le stesse parrocchie altoatesine sono o di lingua italiana o di lingua tedesca (talune sono bilingui).
Esistono poi ulteriori enti territoriali locali che formano il livello istituzionale intermedio fra i comuni e la rispettiva provincia. Il Trentino è così a sua volta suddiviso in 15comunità di valle e nelterritorio della Val d'Adige,[60] mentre in Alto Adige sono state istituite 7comunità comprensoriali.[61]
Il Trentino-Alto Adige è unaregione a statuto speciale. Le sue due province, laprovincia autonoma di Trento (Trentino) e laprovincia autonoma di Bolzano (Alto Adige) sono le uniche province italiane che godono di uno statuto di autonomia. Le due autonomie provinciali sono molto ampie e di fatto contano più della regione stessa: specifiche norme, basate sul titolo V dellaCostituzione (anche prima dellemodifiche del 2001), prevedono che vengano trattate alla stregua di regioni, tant'è che partecipano anche alla Conferenza Stato-Regioni, la cui denominazione ufficiale è, per l'appunto,Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano. Dallo Stato Italiano le due province autonome sono dunque considerate alla stregua di regioni. Inoltre il governo intrattiene rapporti separati con le due province: in regione infatti vi sono dueCommissariati del Governo, uno a Bolzano per l'Alto Adige e uno a Trento per il Trentino.
Alle province viene assegnata una serie di competenze legislative e amministrative, che si suddividono tra primarie e secondarie rispetto a quelle esercitate dallo Stato. Negli ambiti dicompetenza primaria le province possono promulgare leggi indipendentemente dalle normative nazionali:
Cultura
Apprendistato
Scuole materne
Sociale
Strade
Edilizia abitativa
Trasporti pubblici
Turismo
Artigianato
Commercio
Industria
Agricoltura
Protezione civile
Parchi naturali.
Nei settori dicompetenza secondaria le province devono attenersi ai principi contenuti nelle leggi statali. In sostanza le norme provinciali possono regolare solamente i dettagli di alcune materie:
Scuole
Sanità
Sport.
Immigrazione, difesa, polizia, giustizia e finanze rimangono prerogative dello Stato.[62]
Lo statuto speciale del Trentino-Alto Adige garantisce una particolare forma di autonomia alle due province autonome anche sotto il profilo fiscale. Le province trattengono per sé il 90% della maggior parte dei tributi dovuti dai contribuenti residenti per poter finanziare le numerose competenze legislative e amministrative che (a differenza delle altre Regioni ordinarie) non vengono esercitate o finanziate dallo Stato (il sistema dell'istruzione, dalla scuola materna all'università, il settore sanitario e quello sociale, la gestione dell'intera rete delle strade statali e provinciali).
Grazie a questa forte autonomia fiscale, il Trentino-Alto Adige con circa un milione di abitanti dispone di un budget considerevole, considerando anche il fatto che la "fedeltà fiscale" è molto alta, per quanto riguarda il pagamento delle imposte gli abitanti del Trentino A.A. risultano spesso tra i più virtuosi[63].
I calcoli deiresidui fiscali collocano il Trentino-Alto Adige tra le regioni in attivo, che danno di più allo Stato centrale (in termini di imposte, tasse e contributi) di quanto ricevono sotto forma di trasferimenti o servizi pubblici statali.[64]
Il "Presidente della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige" (in tedescoLandeshauptmann der Autonomen Region Trentino-Südtirol) non è eletto direttamente dai cittadini elettori ma dalconsiglio regionale.
Un accordo fra i presidenti delle due province ha istituito il sistema della "presidenza regionale a rotazione": la regione ha pertanto nel corso di una legislatura due presidenti, che sono in pratica i presidenti stessi delle due province autonome. Lo stesso sistema di rotazione vale anche per la presidenza del consiglio regionale.
L'attuale Giunta regionale, presieduta daArno Kompatscher è formata da cinque membri (uno di lingua tedesca, tre di lingua italiana ed uno di lingua ladina)
Il Consiglio regionale (in tedescoRegionalrat) del Trentino-Alto Adige è l'organo legislativo dellaRegione autonoma. È composto da 70 membri, 35 trentini e 35 altoatesini e viene formato dall'unione delConsiglio della provincia autonoma di Trento edi Bolzano, per cui i consiglieri regionali sono eletti separatamente nelle due province, con un sistema proporzionale puro in Alto Adige e un sistema proporzionale con premio di maggioranza in Trentino. Prima della riforma del sistema elettorale del 2001 vi era un unico sistema di partiti per la regione. Dopo la riforma le due province possono avere dei partiti regionali ben distinti e separati e delle elezioni svolte in date separate (come accaduto alleelezioni provinciali del 2008).
Per l'esercizio del diritto elettorale attivo alle elezioni dei Consigli provinciali è richiesto il requisito della residenza nel territorio regionale per un periodo ininterrotto di quattro anni in Alto Adige e di un anno in Trentino, ai sensi dell'articolo 25 delloStatuto speciale.[65]
L'articolo 27 stabilisce che l'attività delConsiglio regionale si svolge in due sessioni di eguale durata tenute ciascuna ed alternativamente nelle città diTrento e diBolzano.[65]
La cooperazione tra i governatori della Provincia autonoma di Trento, della Provincia autonoma di Bolzano e delloStato federato del Tirolo mira anche a rafforzare l'identità culturale comune della regione. I consigli regionali congiunti assieme ad un osservatore del territorio delVorarlberg sono detti “Dreierlandtag” e si svolgono dal 1991 con l'obiettivo di stipulare accordi comuni di tipo economico, sociale, sanitario, turistico nonché culturale.
Con l'avvento poi dell'Unione Europea e dell'area Schengen, il confine di stato dell'area tirolese è diventato sempre meno divisivo. Nel 2011 la regione europea Tirolo-Alto Adige-Trentino è stata istituzionalizzata sotto forma di Associazione europea di cooperazione territorialeGECT. Il GECT è un'associazione di paesi voluta dall'UE con la quale la cooperazione può essere portata a un livello istituzionale più elevato.
I tre paesi hanno un ufficio di collegamento congiunto a Bruxelles dal 1995.
L'Euregio ora ha sedi che fungono come punti di informazione e coordinamento a Innsbruck, a Bolzano e a Trento.[66]
Nel luglio 2014 gli allora governatori della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher, della Provincia di Trento Ugo Rossi e del Land Tirolo Günther Platter hanno invitato a Castel Presule una due giorni per discutere dell'Europa delle regioni. L'obiettivo della regione europea Tirolo-Alto Adige-Trentino è quello di dare vita ad un evento ruolo pionieristico. Per l'evento sono stati reclutati esperti e leader di pensiero rilevanti.
Il GECT ha rivisto i suoi accordi istitutivi nel 2021, ampliando la sua azione per un maggiore coinvolgimento dei cittadini e delle comunità. A fine settembre 2022 si è svolta ad Arco la prima Assemblea dei Cittadini dell'Euregio. I cittadini dei tre territori hanno sviluppato proposte concrete su come l'Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino possa diventare più visibile e tangibile nelle loro comunità e nell'intera area dell'Euregio.
I risultati sono stati presentati ai governatori dell'Euregio nel gennaio 2023 nella Waaghaus.
La Regione dispone di uno stemma e di un gonfalone ufficiali:
Stemma
d'argento inquartato: il primo ed il quarto all'aquila antica di Trento di nero, rostrata e membrata d'oro, contornata da fiamme di rosso uscenti e linguata di rosso fiammeggiante, con le ali caricate da sostegni d'oro con trifogli dello stesso nel contorno alare; il secondo ed il terzo all'aquila antica del Tirolo di rosso, rostrata e membrata d'oro, linguata di rosso, con le ali caricate da sostegni d'oro.
Gonfalone
drappo partito d'azzurro e di bianco caricato dello stemma sopra descritto con l'iscrizione bilingue in oro: Regione Trentino-Alto Adige nel palo d'azzurro e Region Trentino-Südtirol nel palo di bianco. Le parti di metallo e i cordoni saranno dorati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della Regione e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.[67]
Il Trentino-Alto Adige è la terza regione italiana perPIL pro capite con36639 € (2016), preceduta dallaValle d'Aosta e dallaLombardia. Delle due province, quella di Bolzano è la più ricca con unPIL pro capite di42284 €, contro i36547 € della provincia di Trento.[68] Iltasso di disoccupazione nel terzo trimestre 2014 ammontava al 4,9%, il più basso d'Italia (5,7% in Trentino e 4,2% in Alto Adige).[69]
Per via del territorio prevalentemente montano, senza pianure e dove oltre la metà del suolo è improduttiva perché costituita da rocce, ghiacciai, laghi e boschi estesissimi, a cui si aggiunge anche il clima rigido con inverni lunghi e freddi[70], l'agricoltura non può essere eccessivamente sviluppata. La superficie coltivabile, quindi, si riduce al fondovalle, dove però la fertilità è modesta e irrigare quei pochi terreni agricoli richiede un lavoro costante.[71] Nonostante ciò, però, ilsettore agricolo è piuttosto rilevante: infatti è un ottimo settore e altamente specializzato, con pochi prodotti ma di qualità ricercata.[72] Questo significa che il Trentino-Alto Adige ha fatto quello che poteva fare per lo sviluppo dell'agricoltura.
Nel campo della frutticoltura il Trentino-Alto Adige detiene il primato produttivo con il 59,3% della produzione nazionale dimele (secondo le stimeBMTI,1338761 tonnellate nel 2008).[73] Anche laviticoltura è sviluppata in regione.
Storicamente significativo anche l'allevamento, in passato uno dei mezzi di sostentamento più importanti nelle vallate alpine. Testimonianza di ciò è la presenza in quasi tutto il territorio regionale di malghe e ricoveri estivi per il bestiame, in parte tuttora utilizzati per la pratica dell'alpeggio. Ilsettore zootecnico più rilevante è relativo ai bovini da latte, da cui si ricava una grande varietà di prodotti caseari tipici (tra cui ilTrentingrana).
Le imprese sono concentrate nelle valli (in particolare in Val d'Adige) e sono spesso di piccole-medie dimensioni. Sono attive nei settori tessile, edilizio, della meccanica, del legno e della carta. Molto sviluppata è l'industria alimentare. In particolare l'Alto Adige fa da cerniera con il mondo di lingua tedesca e ospita stabilimenti di imprese in particolare dallaGermania. La regione conta il maggior numero diimpianti idroelettrici d'Italia dopo il Piemonte (392 nel 2009) e la maggior produzione dienergia idroelettrica dopo la Lombardia (3 112,5Megawatt nel 2009).[74]
Anche il settore dell'istruzione e della ricerca è ben sviluppato in Trentino-Alto Adige, con la presenza dell'Università di Trento e dellaLibera Università di Bolzano. Un ruolo primario nell'economia regionale viene svolto dalsettore pubblico, viste le ampie competenze da amministrare e le corrispettive risorse finanziarie da gestire. La regione è anche una delle regioni italiane con il più alto numero di stabilimenti alberghieri in Italia, con ben più di 6.178 strutture con una capacità totale di 651.426 posti letto in hotel o altri stabilimenti.Il Trentino-Alto Adige è inoltre una delle regioni italiane più all'avanguardia per quanto riguarda l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili.
L'Adige è il quotidiano regionale del Trentino-Alto Adige ma è diffuso principalmente nella provincia di Trento. Con una tiratura media di28511 unità è il secondo quotidiano della regione, preceduto dallaDolomiten in lingua tedesca con50711 copie, vendute principalmente in Alto Adige. Terzo quotidiano della regione è l'Alto Adige/Trentino con27736 copie di tiratura media (gennaio 2013).[76]
LaRai intrattiene due sedi separate a Trento e a Bolzano. Lasede Rai di Bolzano a sua volta comprende laRai Alto Adige in lingua italiana, laRai Südtirol in lingua tedesca e laRai Ladinia in lingua ladina. La Rai Alto Adige lavora in collaborazione con lasede provinciale di Trento. Non esiste pertanto una RAI Trentino-Alto Adige a livello regionale.
LaRadiotelevisione Azienda Speciale per la provincia autonoma di Bolzano diffonde sul territorio altoatesino i programmi radiotelevisivi di Germania, Austria e Svizzera, specialmente per la popolazione di lingua tedesca.
«Altoatesino di lingua tedesca, cioè originario o abitante del Sud-Tirolo (ted. Südtirol), altra denominazione dell'Alto Adige, in quanto considerato parte meridionale del Tirolo.»
(Vocabolario Treccani)
«Del Tirolo meridionale; abitante nativo del Sud Tirolo.»
(Devoto-Oli 2012)
^Giovan Battista Pellegrini,Toponomastica italiana. 10.000 nomi di città, paesi, frazioni, regioni, contrade, monti spiegati nella loro origine e storia, Milano, Hoepli, 1990.
^Il nome ufficiale, ai sensi delDecreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670, varato il 31 agosto 1972, initaliano èRegione Autonoma Trentino-Alto Adige, intedescoAutonome Region Trentino-Südtirol, e inladinoRegion Autonoma Trentin-Südtirol. Con laLegge costituzionale del 18 ottobre 2001, n. 3, «Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione» (Cfr.GU n. 248 del 24 ottobre 2001) il nome della Regione è stato inserito nellaCostituzione della Repubblica italiana all'art. 116 nella versioneTrentino-Alto Adige/Südtirol, pur mantenendolo nella sola dizioneTrentino-Alto Adige all'art. 131.
^Provincia Autonoma di Trento Servizio Foreste e fauna - Ufficio Faunistico, marzo 2014: Il lupo in TrentinoCopia archiviata (PDF), suorso.provincia.tn.it.URL consultato il 15 gennaio 2015(archiviato dall'url originale il 27 marzo 2015).
^Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige | Ripartizione Foreste, Fauna, Caccia» La presenza del lupo in Alto Adige» La situazione in Alto AdigeCopia archiviata, suprovincia.bz.it.URL consultato il 15 gennaio 2015(archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
^(DE) Otto Boelitz,Das Grenz- und Auslanddeutschtum, seine Geschichte und seine Bedeutung, Oldenbourg 1930, pag. 79
^ Christoph Hartung von Hartungen,La regione Trentino – Alto Adige/Südtirol nel XX secolo I: Politica e istituzioni, Trento, museo storico in Trento, 2007, p. 69.
^ AAVV,Un parco di storie. Alla scoperta delle statue di Piazza Dante, Trento, Fondazione Museo storico del Trentino, 2013, p. 28.
^ Quinto Antonelli,I dimenticati della grande guerra, la memoria dei combattenti trentini (1914-1920, Trento, Il Margine, 2008, pp. 24-39..
^ Georg Grote,Hannes Obermair (a cura di),A Land on the Threshold. South Tyrolean Transformations, 1915-2015, Oxford-Bern-Berlin, Peter Lang, 2017, pp. 3ss,ISBN978-3-0343-2240-9.
^ Rolf Steininger,La regione Trentino – Alto Adige/ Südtirol nel XX secolo: I: Politica e istituzioni, Trento, Museo storico in Trento, 2007, p. 155..
^ Fabrizio Rasera,Storia del Trentino: VI: L'età contemporanea. Il Novecento, Bologna, Il Mulino, 2005, pp. 90-91.
^ Rolf Steininger,La regione Trentino – Alto Adige/ Südtirol nel XX secolo: I: Politica e istituzioni, Trento, Museo storico in Trento, 2007, pp. 160-161.
^Helmut Alexander; Stefan Lechner; Adolf Leidlmair,Heimatlos: die Umsiedlung der Südtiroler, Vienna, Deuticke, 1993, pp. 310ss.ISBN 3-216-07832-9.
^ Rolf Steininger,La Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol nel XX secolo, Trento, Museo storico in Trento, 2007, p. 165.
^ Alessandro Bernasconi, Giovanni Muran,Il testimone di cemento - Le fortificazioni del "Vallo Alpino Littorio" in Cadore, Carnia e Tarvisiano, Udine, editore La Nuova Base Editrice, maggio 2009, pp. 498 + CD con allegati storici e tecnici,ISBN86-329-0394-2.
^Lorenzo Baratter,Cst e Sod, Trento e Bolzano arruolano i nuovi camerati, Il Trentino, 23 marzo 2004.
^ Lorenzo Gardumi,La zona d'operazione delle prealpi nella seconda guerra mondiale, Trento, Fondazione Museo storico del Trentino, 2009, pp. 119-125.
^Fabio Giacomoni, Renzo Tommasi,Dall'ASAR al Los von Trient. La regione si chiama Odorizzi: gli anni dell'egemonia democristiana, 1948-1960, Trento, Temi, 2002, pag. 16.
^Rolf Steininger,Südtirol - Vom Ersten Weltkrieg bis zur Gegenwart, Innsbruck, StudienVerlag, 2003, p. 76,ISBN 3-7065-1348-X.
^... Alois Pupp (NSDAP-Mitglied, Südtiroler Landeshauptmann 1956 bis 1960). Josef v. Aufschnaiter, Bozen (SS-Mitglied, Gemeinderat ab 1961 in Bozen), Norbert Mumelter Bozen (VKS- und ADO-Führung = ...Alois Pupp (membro delNSDAP, presidente della provincia di Bolzano dal 1956 al 1960). Josef v. Aufschnaiter, Bolzano (membro delleSS, consigliere comunale a Bolzano dal 1961), Norbert Mumelter, Bolzano (direzione delVölkischer Kampfring Südtirol VKS e dellaArbeitsgemeinschaft der Optanten für Deutschland ADO) in Anton Holzer,Die Südtiroler Volkspartei. Kulturverlag, Thaur/Tirol 1991,ISBN 3-85395-157-0, pag. 110.
^Gianni Bianco,La guerra dei tralicci, Manfrini, Rovereto 1963, pp. 42-43.
^Siegfried De Rachewiltz,Das Bauernwerkmuseum auf der Brunnenburg, in «Arx» 4, 1982, n. 2.
^Francesco Palermo,Riflessioni giuridiche sulla disciplina della toponomastica nella Provincia autonoma di Bolzano, inRegionale Zivilgesellschaft in Bewegung - Cittadini innanzi tutto. Festschrift für / Scritti in onore di Hans Heiss, a cura diHannes Obermair, Stephanie Risse eCarlo Romeo, Vienna-Bolzano, Folio Verlag, 2012,ISBN 978-3-85256-618-4, pp. 341-352.
^Archivio del Collegio Germanico-Ungarico di Roma (Coll. Hist. 1/2), "Nomina Alumnorum Collegii Germanici et Hungarici Tomo II", p. 232 (nota n. 379):Christophorus Antonius Comes de Migazzi Diocesis Tridentine Tyrolensis nobilis, [...]humanioribus, litteris, et philosophie operam dedit Passauij, [...] Coadiuntur archiepiscopatus Deinde Episcopus Vacciensis, postea Archiepiscopus Viennae, denique 23 novembris 1762 Cardinalis fuit creatus. Citato in Maurizio Tani,La rinascita culturale del Settecento ungherese. Le arti figurative nella grande committenza ecclesiastica, Roma, 2005
^Cfr. ad es. Theodor Trautwein,Wegweiser durch Süd-Baiern, Nord- und Mittel-Tirol und die angrenzenden Theile von Salzburg. Mit den Städten München, Augsburg, Salzburg, Innsbruck, Bozen und Meran, Monaco di Baviera, Lindauer, 1868.
^Cfr. per es. Karl Höffinger,Gries-Bozen in Deutsch-Südtirol, als klimatischer, Terrain-Kurort und Touristenstation - Vademecum für Einheimische, Reisende und Touristen in Gries-Bozen und im Etsch- und Eisack-Gebiete, Innsbruck, Wagner, 1887.
^ex multis: Karl Müller,An der Kampffront in Südtirol: Kriegsbriefe eines neutralen Offiziers, Velhagen & Klasing, 1916:Das politische und militärische Ziel des Feldzugs der Italiener im Südtirol ist die befestigte Stadt Trient = L'obiettivo politico e militare degli italiani inSüdtirol è la città fortificata di Trento.
«Von den rund 900.000 Einwohnern entfielen über 380.000 auf den Landesteil südlich von Salurn, den die Italiener Trentino, die Deutschen meist Welschtirol bezeichneten.»
^Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, stemma e gonfalone: DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 21 marzo 1983: Concessione di uno stemma e di un gonfalone alla Regione Trentino-Alto Adige. (In B.U. 9 agosto 1983, n. 41, suppl. ord.)Stemma e GonfaloneArchiviato il 23 marzo 2015 inInternet Archive.
Ingrassetto sono indicate le province il cuicapoluogo è anche capoluogo di regione; incorsivo sono indicate le città metropolitane. Per quanto riguarda leregioni a statuto speciale, in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione; in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomisui generis; il Friuli-Venezia Giulia è diviso inenti di decentramento regionale e la Sicilia inliberi consorzi comunali