Totila ("l'immortale" inlingua gotica) salì al trono dopo la morte di suo zioIldibaldo e l'assassinio diErarico, un re dell'etnia deiRugi, che stava trattando la consegna dell'Italia a Giustiniano. Dopo le pesanti sconfitte subite contro il generaleBelisario e dopo la conseguente cattura diVitige nel540, gliOstrogoti riuscirono faticosamente a tenere in vita uno stato a nord del fiumePo, dove stabilirono la loro nuova capitale aPavia[2]. Totila era in quel momento il comandante della truppe gote pressoTreviso e fu probabilmente nominato re intorno ai 25 anni, alla fine del541, dopo pochi mesi di regno di Erarico.
Il suo obiettivo fu subito quello di sventare la politica dell'imperatoreGiustiniano I, che mirava alla presa di possesso dell'Italia. Totila ebbe inizialmente molto successo, approfittando del fatto che le truppe di Giustiniano I erano impegnate dal 540 in una guerra contro iSasanidi nell'Impero Romano d'Oriente. Conseguì notevoli successi sul campo di battaglia assediando e saccheggiandoAlatri nel543, reclutando contadini e servi per rafforzare l'esercito, e riuscì a conquistare la città diRoma per ben due volte (alla fine del546 e all'inizio del550), pur non riuscendo a tenerla per molto tempo. PresaNapoli nel 543, si distinse per clemenza verso la popolazione, facendo distribuire viveri e dimostrando una generosità cheProcopio di Cesarea non si sarebbe mai aspettato da un barbaro.
La prima volta che Totila pose sotto assedio Roma fu nel544; il 17 dicembre546 i guardiani si accordarono con l'esercito ostrogoto e aprirono le porte della città, consentendone l'invasione. Totila in quell'occasione accolse la supplica del diacono Pelagio, che lo pregò di risparmiare la popolazione e, inoltre, proibì all'esercito di mettere a morte Rusticiana, vedova diBoezio. S'impadronì del tesoro che il generale bizantinoBessa aveva accumulato e, dopo aver minacciato di radere al suolo Roma mosso dall'ira per una sconfitta delle sue truppe inLucania e per il fallimento dell'ambasceria di pace che aveva mandato a Giustiniano, desistette grazie a una lettera di Belisario, il quale gli prospettò una fama di nefandezza presso i posteri qualora si fosse macchiato di un'azione del genere.Nella primavera del547 Belisario riuscì a liberare Roma e un secondo assedio di Totila nel maggio dello stesso anno non ebbe successo.
Nell'autunno del549 Totila pose sottoassedio Roma per la terza volta e riuscì a conquistarla grazie a un nuovo tradimento dei guardiani, che aprirono le porte al suo esercito.La città contò pochi sopravvissuti e ilSenato si trasferì quasi completamente aBisanzio.Totila durante il saccheggio proibì di uccidere e insultare le donne.[3]La seconda guerra gotica fu molto più sanguinosa della prima degli anni tra il535 e il540. Dopo la seconda conquista di Roma, Totila avviò inoltre una campagna di propaganda, in cui mise a confronto lo stile di vita degli Ostrogoti ai tempi diTeodorico il Grande con gli anni della sofferenza, della guerra e della politica fiscale di Giustiniano I. Ebbe meno successo con la politica estera, in quanto non riuscì a stringere alleanza con iFranchi.
Nel551 Giustiniano I affidò il comando dell'esercito a un anziano eunuco di corte,Narsete, e lo mandò a occupare l'Italia; le sue truppe entrarono in Italia da nord attraverso iBalcani, evitando le linee difensive gotiche. Totila allora abbandonò Roma, portando con sé trecento giovani ostaggi scelti tra le famiglie più importanti della città.
Il 30 giugno o il 1º luglio del552 l'esercito gotico venne intercettato neipressi del villaggio di Tagina (la modernaGualdo Tadino) da Narsete. Dopo che Totila si accorse di avere un'armata molto meno numerosa del nemico, comunicò di voler arrendersi, ma invece attaccò di sorpresa i Bizantini e conquistò una piccola collina.L'armata di Narsete si dispose ad "arco", con la fanteria formata daiLongobardi e dagliEruli nel centro e ai lati gli arcieri con alle spalle la cavalleria. Totila dispose i suoi arcieri di fronte con la cavalleria alle spalle.Inizialmente, un gruppo di disertori bizantini si unì agli Ostrogoti e iniziarono un combattimento corpo a corpo, ma furono sconfitti; a questo punto comparve Totila, che eseguì una danza di guerra o un esercizio equestre (le testimonianze sono vaghe su questo punto). Dopo che furono arrivati in rinforzo a Totila duemila cavalieri, tutta l'armata ostrogota pranzò; infatti il re voleva provocare un crollo di morale nell'esercito bizantino.Ovviamente Narsete era pronto a questo: mosse i suoi arcieri e fece attaccare la cavalleria sui lati dello schieramento avversario, provocando enormi perdite.Nel primo pomeriggio gliOstrogoti erano completamente disorganizzati e, quando Narsete ordinò un'avanzata generale, scapparono e si dispersero. Gli Ostrogoti subirono un totale di seimila vittime.
Lo stesso Totila, con pochi fedeli seguaci, fuggì versoCaprae (Caprara di Gualdo Tadino), ma fu ferito dalle frecce dei tiratori dell'esercito bizantino o, secondo altre fonti, fu colpito alla spalla da una lancia e morì; gli Ostrogoti si riunirono sotto l'ultimo reTeia. Tuttavia, a causa della perdita della maggior parte della cavalleria che non poté più offrire una resistenza adeguata, il sogno degli Ostrogoti di un'affermazione in Italia ebbe fine, mentre il ricordo di Totila continuò a vivere come una figura eroica.
Lo storico Camillo Ramelli (1804-1855) definì come attendibile l'identificazione della tomba di Totila rinvenuta nel febbraio del 1759 aMatelica, presso ilPiano dei cavalieri, chiamato in originePiano delle tombe odelle capre. Nella cripta, di chiara origine gota, fu ritrovato un cadavere tumulato secondo le usanze dei nobili goti, con un anello d'oro al dito, quattro corpi di soldati di guardia e una spada. Ramelli ritenne compatibile il luogo con la descrizione della battaglia fornita dal cronistaProcopio di Cesarea. Questa interpretazione è stata però contestata da altri storici che riportano la descrizione della sepoltura fatta dallo stesso Procopio, secondo il quale essa fu modesta, in quanto i fedeli del re erano inseguiti dai Bizantini, tanto che il corpo venne poi ritrovato dagli inseguitori, che inviarono a Costantinopoli la corazza, il cappello impreziosito di gemme e i vestiti sporchi di sangue.[4]
^Sebbene Totila sia quello più usato dagli storici, è in realtà Baduila (o anche Badunila, Baduela) il nome più corretto essendo attestato nella monetazione dell'epoca. La questione dei due nomi non ha ancora trovato una spiegazione esauriente (qualcuno ha ipotizzato una ragione "fonetica").
^Herwig Wolfram,History of the Goths, p. 289. University of California Press, 1990.
^C.Fleury, Storia Ecclesiastica,t.IV,p.189,Genova,1749.
Procopio di Cesarea,Le guerre: persiana, vandalica, gotica, a cura di M. Craveri e F.M. Pontani, Torino, Einaudi, 1977.
Studi
Thomas Hodgkin,La battaglia degli Appennini fra Totila e Narsete (a.D. 552), (Trad. di C. Santi Catoni), in "Atti e mem. della R. Dep. di st. patria per le prov. di Romagna", 3. ser., vol. 2 (1883/1884), pp. 35–70.
Thomas Hodgkin,Italy and her invaders, 3: Book 4:The Ostrogothic invasion: 476-535, 2. ed., Clarendon press, Oxford 1896.
Herwig Wolfram,Die Goten: von den Anfangen bis zur Mitte des sechsten Jahrhunderts Entwurf einer historischen Ethnographie, Beck, Munchen 1990'. Ed. it.:Storia dei Goti, (Biblioteca storica; 2) Salerno ed., Roma 1985.ISBN 88-85026-70-2.
Marisa Padoan - Franco Borella,Busta Gallorum: la battaglia tra Totila e Narsete del 552 d.C.: i cronisti, l'ambiente, la vicenda, 2 voll., Mestre-Venezia, 2002.
Incorsivo i regnanti titolaride iure ma nonde facto, oppure i pretendenti al trono, quindi senza effettiva sovranità sui territori italiani
Note:
^non è chiaro con quale titolo Odoacre regnò in Italia ma gli storici concordano sull'attribuirgli quello diRe d'Italia, assegnatogli dal contemporaneoVittore Vitense.
^non da Imperatore, contese il trono ad Enrico II il Santo