Il territorio toscano è per la maggior parte collinare (66,5%); comprende alcune pianure (circa l'8,4% del territorio) e importanti massicci montuosi (il 25,1% della regione).
Sia a nord che a est la Toscana è circondata dagliAppennini ma il territorio è prevalentemente collinare. La vetta più alta della regione è ilmonte Prado (2.054 m), nell'appennino Tosco-Emiliano inGarfagnana, sul confine con l'Emilia-Romagna.
In Toscana si trovano limitate aree pianeggianti sia lungo la fascia costiera che nell'entroterra.
Il litorale comprende le pianure dellaVersilia, l'ultimo tratto delValdarno Inferiore che si apre nellaPiana di Pisa e laMaremma, la pianura più estesa. Nell'entroterra la pianura principale è il Valdarno che si sviluppa da est ad ovest lungo il corso dell'omonimo fiume e dei suoi affluenti, comprendendo le città di Arezzo, Firenze e Pisa. Altre pianure dell'interno sono laPiana di Firenze-Prato-Pistoia (formata dal corso di Ombrone e Bisenzio affluenti dell'Arno) in continuità con il medio Valdarno, laPiana di Lucca, laValdinievole, laValdera, laValdelsa, laVal di Chiana, la Val di Cecina, la Val di Cornia, la Val di Pecora, laVal d'Orcia, la Valdisieve, la Valle dell'Ombrone, la Val di Bisenzio, la Valdambra e la Valle del Serchio.
L'Arcipelago Toscano è costituito da sette isole principali e da alcuni isolotti minori, molti dei quali sono semplici secche o scogli affioranti, in gran parte tutelati dalParco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. L'isola principale è l'Isola d'Elba, bagnata a nord dalMar Ligure, a est dalCanale di Piombino, a sud dalMar Tirreno e a ovest dalCanale di Corsica: l'isola presenta un'alternanza di coste basse e sabbiose e coste più alte e frastagliate dove si aprono suggestive calette. A nord dell'Isola d'Elba si trovano l'Isola di Capraia, nelCanale di Corsica, e l'Isola di Gorgona nelMar Ligure, entrambe con coste frastagliate. A sud dell'Isola d'Elba si trovano l'Isola di Pianosa, completamente pianeggiante e con leggere ondulazioni, con coste sia sabbiose che scogliose, l'Isola di Montecristo con coste alte e frastagliate fatta eccezione per la zona dell'approdo, l'Isola del Giglio con coste prevalentemente alte e rocciose, fatta eccezione per alcune calette e per la Spiaggia del Campese, l'Isola di Giannutri con coste scogliose pur presentando un territorio caratterizzato soltanto da ondulazioni e dislivelli leggerissimi.
Dal punto di vista climatico, la Toscana presenta caratteristiche diverse da zona a zona.
Letemperature medie annue, che registrano i valori più elevati attorno ai 16-17 °C lungo la costamaremmana, tendono a diminuire man mano che si procede verso l'interno e verso nord; nelle pianure e nelle vallate interne (medioValdarno eVal di Chiana) si raggiungono i valori massimi estivi, che soprattutto in caso di anticiclone subtropicale, spesso si avvicinano e toccano i 40 °C (41 °C aFirenze nell'agosto 2003, 39 °C aLucca nell’agosto 2021 e 41 sempre aFirenze nel 2023) e si contrappongono a minime invernali relativamente fredde, che arrivano talvolta allo zero (-7 °C aViareggio nel febbraio 2012).
Leprecipitazioni risultano molto abbondanti a ridosso dei rilievi appenninici lungo l'asse ovest-est tra laVersilia e ilCasentino, con valori massimi oltre i 2000 mm annui sulle vette più alte delleAlpi Apuane e dell'Appennino Tosco-Emiliano; al contrario, lungo la fascia costiera dellaMaremma grossetana, soprattutto nella zona dell'Argentario, si raggiungono faticosamente i 500 mm annui di media. Molto penalizzate dal punto di vista pluviometrico risultano anche leCrete Senesi e alcune zone dellaVal d'Orcia e dellaVal di Chiana dove i valori medi annui si aggirano tra i 600 e i 700 mm.
Lenevicate, frequenti nella stagione invernale su tutti i rilievi appenninici e sulla parte sommitale delMonte Amiata, possono raggiungere anche le zone collinari limitrofe ma non è impossibile che la neve giunga anche in pianura e più raramente sulle coste centro-settentrionali, mentre risultano essere episodi davvero unici lungo la costa dellaMaremma grossetana.
L'eliofania (durata del soleggiamento) risulta essere molto rilevante lungo la fascia costiera dellaprovincia di Grosseto, dove raggiunge valori prossimi ai massimi assoluti dell'intero territorio nazionale italiano, con una media annuale di oltre 7 ore giornaliere (valore minimo in dicembre con una media di circa 4 ore al giorno e valori massimi superiori alle 11 ore giornaliere in giugno e luglio).
Storicamente merita un'apposita menzione lastazione meteorologica di Firenze Monastero degli Angeli, una delle prime stazioni istituite a livello mondiale, che iniziò ad effettuare le osservazioni meteorologiche e le registrazioni termometriche in scala fiorentina di 50° a partire dal 1654 nell'ambito della rete meteorologica granducale istituita daFerdinando II de' Medici ed operativa in quell'epoca a livello europeo.[13]
Da nord a sud, di seguito sono riportate le varie stazioni meteorologiche ufficiali presenti nella regione:
Le unità strutturali derivanti, appartenenti in origine al margine continentaleafricano-adriatico, sono incluse in due gruppi principali, ilDominio Umbro-Marchigiano (flysch arenaceo-marnoso) e ilDominio Toscano, quest'ultimo suddiviso in unasuccessione metamorfica sottostante (metarenarie, metacalcari, dolomie, gruppi triassici e tardo-paleozoici, basamento ercinico) e in unasuccessione non metamorfica soprastante (flysch arenacei esterni ed interni, argilliti, marne, calcari e dolomie). La successione non metamorfica soprastante è caratterizzata a sua volta da due unità strutturali minori, laFalda Toscana e l'Unità Cervarola Falterona, con le cui estensioni rocciose costituiscono l'ossatura delladorsale appenninica toscana.
Sopra il Dominio Toscano si trova ilDominio Subligure di transizione (arenarie e argilliti) dove vi è stato il sovrascorrimento di rocce delDominio Ligure-Piemontese, suddiviso a sua volta nelle complesse unità strutturali delDominio Ligure esterno (flysch a elmintoidi, arenarie, argilliti, brecce poligeniche),Dominio Ligure interno con successione oceanica non metamorfica (flysch arenacei, argilliti, radiolariti, ofioliti) esuccessione oceanica metamorfica (calescisti, ofioliti).
Con la diminuzione e la cessazione dei sovrascorrimenti durante l'orogenesi appenninica, si formarono bacini di sedimentazione conDepositi Epiliguri (marne e calcareniti).
Nelle fasi più recenti si verificarono invasioni marine dei margini meno elevati della catena, denominatesuccessioni dei bacini neoautoctoni e mai coinvolte nei fenomeni di sovrascorrimento tra domini e unità strutturali; in seguito si formarono bacini subsidenti all'interno della catena favorevoli ai futuri ambienti fluvio-lacustri.
Leoscillazioni eustatiche e le ulteriori fasi di assestamento della catena hanno portato i livelli di fiumi e laghi ai valori attuali; idepositi alluvionali completano e chiudono la storia geologica della regione.[16]
In base all'Ordinanza PCM n.3274 del 20 marzo 2003 il territorio regionale toscano è stato suddiviso in tre distinte zone in base al rischio sismico, zona 2, zona 3 e zona 4; nessun comune della Toscana rientra nella zona 1 a sismicità elevata.
Di seguito è riportata in modo schematico la classificazione sismica.[17]
24 Comuni totali che interessano tutte le isole dell'Arcipelago esclusa laGorgona, l'estremità meridionale dellaprovincia di Livorno e la parte occidentale dellaprovincia di Grosseto che comprende l'intera fascia costiera, la pianuramaremmana e l'immediato entroterra collinare.
Secondo l'attuale classificazione convenzionale, la Toscana è suddivisa nei seguentidistretti sismici, la cui nomenclatura è finalizzata all'identificazione rapida dell'eventuale area su cui si sia "aperto" l'epicentro di un ipotetico terremoto.
Lastoria della Toscana abbraccia un lungo arco di tempo, che spazia dallapreistoria ai giorni nostri, risultando fondamentale, dalMedioevo in poi, per la nascita dellalingua italiana, per la letteratura e la scienza, nonché per l'identità culturale italiana (soprattutto ilRinascimento, oltre all'età medievale).
Tra il X e l'VIII secolo a.C., nell'età del ferro trova la sua massima espressione lacultura villanoviana che rappresenta la fase più antica dellaciviltà etrusca.[18][19][20][21][22] Le aree della Toscana nord-occidentale sono abitate dagli antichiLiguri,[23] e il confine tra Liguri ed Etruschi cambiò più volte durante l'età del ferro. Nella Toscana nord-occidentale, l'area tra i fiumi Arno e Magra fu culturalmente allineata con gli Etruschi nella prima età del ferro, e passò sotto controllo ligure nella tarda età del ferro.[23]
Il culmine dello splendore della civiltà etrusca fu raggiunto attorno al VI secolo a.C., con possedimenti che andavano dalla zona settentrionale dellaPianura Padana, dettaEtruria padana, allaCampania, dettaEtruria campana: furono costruite strade, tra le quali si sono ben conservate leVie Cave (traSovana,Pitigliano eSorano), realizzarono un maestoso complesso sacro termale in località il Bagnone aSasso Pisano, vennero bonificate alcune paludi ed edificate importanti città toscane, comePisa,Arezzo,Chiusi,Volterra,Populonia,Vetulonia,Roselle, Fiesole oltre all'ultima importante scoperta, ancora anonima, sorta in prossimità diPrato, diGonfienti. II livello di civiltà raggiunto da questo grande popolo è testimoniato dalle interessanti similitudini - inconsuete per ilMediterraneo del tempo - tra i diritti degli uomini e quelli delle donne e ponendo fondamentali basi per l'urbanistica romana.
Nel III secolo a.C. gliEtruschi furono sconfitti dalla potenza militare diRoma e, dopo un primo periodo di prosperità, dovuto allo sviluppo dell'artigianato, dell'estrazione e della lavorazione del ferro, dei commerci, tutta la regione decadde economicamente, culturalmente e socialmente. IRomani, che si insediarono presso le preesistenti località etrusche, fondarono anche nuove città comeFlorentia eCosa, attualmente una delle meglio conservate con lemura, il foro, l'acropoli e il capitolium, sorto originariamente comeTempio di Giove, oltre ad avere una propriamonetazione. Sarà, tuttavia, dal nome latino degli Etruschi,Tusci plurale diTuscus, che l'attuale regione prese il nome diEtruria in epoca romana,Tuscia in epoca medievale, e, infine, Toscana.
Nell'XI secoloPisa divenne la città più potente e importante della Toscana, con l'estensione del dominio dellaRepubblica Marinara a quasi tutta la Toscana tirrenica, alle isole dell'Arcipelago Toscano e allaSardegna eCorsica. A sud è presente il dominio degliAldobrandeschi, importante casata di origine longobarda, che controllava la parte meridionale delle attuali province diLivorno eSiena, oltre all'interaprovincia di Grosseto, al territorio delmonte Amiata, fino all'AltoLazio, entrando spesso in conflitto con ilPapato, fino all'emergere della città diSiena, che più tardi entrerà in competizione conFirenze.
Attorno al XII secolo inizia il periodo deiliberi Comuni, e loStatuto dei consoli del Comune di Pistoia fu il primo inItalia, a sancire l'autonomia cittadina. Nascono le prime forme di democrazia partecipativa e le associazioni diarti e mestieri, che fecero della Toscana un irripetibile esempio di autonomia culturale, sociale ed economica.
Tra la fioritura delle varie città toscane si vede la città diLucca divenire un centro molto ricco e prosperoso grazie alla produzione tessile ed al commercio della seta, oltre che a essere un'importante meta nellaVia Francigena. Fra le città della regione però si impone ben presto, per motivi culturali ed economici ma anche militari, il Comune diFirenze.
In questo periodo che va dal X secolo al XIII secolo vengono effettuati vari tentativi di creare un coordinamento politico tra i vari poteri toscani, da quello portato avanti deimarchesi di Toscana (daUgo il Grande aBeatrice di Lorena) a quello espresso dai comuni dellaLega toscana (1197). Sarà comunqueFirenze ad imporsi come forza dominante tra XIV e XVI secolo.
Grazie a numerosi letterati e artisti, tra il Trecento e il Quattrocento la Toscana, e in particolare la città diFirenze, diedero un determinante contributo all'Arte Italiana. Vi si sviluppò il grande movimento culturale e artistico delRinascimento.
Divenuta entità politicamente autonoma a partire dal XII secolo la Toscana si frammentò anch'essa in una miriade di stati tra i quali laRepubblica di Firenze e laRepubblica di Siena erano le più importanti. La fioritura dei commerci portò in alcune città della regione alla nascita delle banche (Firenze eSiena in primis). L'unificazione toscana sotto un'unica città iniziò con la politica espansionistica fiorentina già nel XIV secolo, quando la repubblica iniziò a fagocitare i territori toscani in successione, frenata solamente dalla repubblica diSiena, che a sua volta annetteva quasi tutti i territori dellaMaremma e delmonte Amiata, e dallaRepubblica di Lucca.
Confini della Toscana meridionale tra XV e XVI
Durante il XV secolo salì al potere la famigliaMedici che, come le maggiori famiglie fiorentine, si era arricchita con l'attività bancaria ed aveva ottenuto rilevanza politica nelle istituzioni repubblicane a partire dalla metà del Quattrocento, conCosimo il Vecchio. A partire daLorenzo il Magnifico il potere mediceo si consolidò (a parte due interruzioni repubblicane dal 1494 al 1512 e dal 1527 al 1530): nel 1532Alessandro ottenne il titolo diDuca di Firenze e nel 1569Cosimo I quello diGranduca di Toscana. In questo momento tutta l'area toscana, eccettoLucca che rimase una repubblica autonoma,Piombino che costituiva unprincipato a sé stante, e l'area diOrbetello eMonte Argentario collocata nelloStato dei Presidii, era sotto la signoria fiorentina essendo caduta la repubblica di Siena nel 1555 nelle mani dei fiorentini (aiutati da truppe spagnole) che dal 1557 ne ebbero la sovranità.
La famiglia Medici continuò a regnare sopra la Toscana ininterrottamente fino al 1737. L'ultimo granduca della famiglia fuGian Gastone de' Medici che non ebbe eredi, mentre l'ultima della famiglia,Anna Maria Luisa, Elettrice Palatina, si occupò del Granducato dalla morte del fratello e riuscì grazie alla sua lungimiranza a fare sì che l'immenso patrimonio artistico che era nei secoli divenuto patrimonio della famiglia non potesse essere portato via da Firenze nemmeno dai futuri regnanti che il Granducato avrebbe avuto.
IlGranducato di Toscana, alla morte diGian Gastone, passò alla famiglia deiLorena, in particolare aFrancesco Stefano di Lorena, già marito diMaria Teresa d'Asburgo, imperatrice d'Austria. Egli non risiedette né in Toscana né aFirenze, e ne lasciò l'amministrazione a un consiglio di Reggenza. Gli successe sul trono il figlioPietro Leopoldo che dette avvio a una tumultuosa stagione di riforme economiche e amministrative. La più importante innovazione voluta da Pietro Leopoldo, fu l'abolizione (per 4 anni, fino al 1790 quando fu temporaneamente ripristinata) dellapena di morte nelGranducato di Toscana, per l'epoca una innovazione di non poco rilievo. Il provvedimento entrò in vigore il 30 novembre 1786 e, prendendo spunto da questo, è stata istituita in tempi recenti laFesta della Toscana, che si tiene ogni anno nel giorno di tale anniversario.[11][12]
L'unica interruzione alla sovranità lorenese fu la parentesinapoleonica che durò fino al 1814, quando sul serenissimo trono granducale fu restauratoFerdinando III figlio di Pietro Leopoldo. Lucca e Piombino invece riuscirono a mantenere una certa autonomia con il governo diElisa Bonaparte, sorella di Napoleone, durante ilPrincipato di Lucca.
Napoleone portò in Italia, e quindi anche in Toscana, che fu annessa allaFrancia, l'idea moderna di "nazione" (concetto nato con la rivoluzione industriale). Per reazione al nazionalismo francese, infatti, si ebbe anche in Toscana la nascita del pensiero nazionalista, che alimentò gli ideali del nazionalismo italiano, avente nella Toscana il suo centro motore: i "grandi toscani" divennero "grandi italiani" eDante,Petrarca,Boccaccio, ma ancheNiccolò Machiavelli eGalileo Galilei, vennero "arruolati" come simboli di una "Italia" da far "rinascere" a nuova vita, insieme a tutti i suoi valori di "libertà" comunale, creatività e indipendenza. Fu così che la Toscana divenne uno dei centri più importanti del movimento indipendentista e risorgimentale italiano.
Lo stesso ultimo granduca regnante,Leopoldo II di Toscana, e l'ultimo primo ministro toscano,Bettino Ricasoli, furono, in tempi e modalità diversi, convinti che nell'Unità d´Italia, la Toscana avrebbe potuto meglio mantenere e sviluppare la propria identità. Insomma, la Toscana, che aveva una sua identità culturale ben definita dai tempi antichi, preferì "investire" nel progetto nazionale così che nel XIX secolo darà in dote alRegno d'Italia il suo immenso patrimonio culturale ed ideale, e per alcuni anni anche la capitale[24].
L'ultimo Granduca della Toscana fu il figlio di Ferdinando,Leopoldo II, che regnò fino all'ingresso del territorio toscano nel nascente statounitarioitaliano. Il periodo lorenese fu per la Toscana un periodo illuminato, a partire dal governo di Pietro Leopoldo (che riformò tutta l'amministrazione e l'ordinamento giudiziario), fino all'ultimo granduca che ottenne risultati molto positivi, con la costruzione delle primeferrovie, la creazione delcatasto e labonifica dellaMaremma. Durante il suo regno, nel 1847 la Toscana fu completamente unificata con l'entrata delDucato di Lucca nel Granducato di Toscana.
Durante le rivoluzioni del 1848-1849 Leopoldo inizialmente appoggiò il movimento nazionale antiaustriaco, salvo poi ritrarsi e rifugiarsi a Gaeta; il ritorno divenne supportato da una guarnigione austriaca che gli alienò le simpatie popolari. Nel 1859, quando la Toscana stava per entrare nel regno dell'Italia del Nord, non si oppose in maniera tenace alla sua destituzione, ma partì da Firenze lasciandola pacificamente nelle mani dei rivoluzionari. La curiosa espressione usata nell'occasione, dato che era iniziata la rivolta alle cinque del mattino, fu che alle sei dello stesso mattino, quando il granduca partì da Firenze, la rivoluzione se ne andò a fare colazione. Il passaggio dalGranducato di Toscana allo Stato Unitario Italiano fu frutto di un'incruenta rivoluzione.
Nei giorni 11-12 marzo 1860 fu celebrato unplebiscito, che confermò l'unione della Toscana alla monarchia costituzionale di Vittorio Emanuele II. I risultati del voto furono proclamati a Firenze il 15 marzo 1860 daEnrico Poggi, uno dei ministri delGoverno Provvisorio Toscano. La Toscana fu così annessa alRegno di Sardegna e quindi al nascenteRegno d'Italia.
Targa commemorativa plebiscito marzo 1860 annessione Toscana al Regno d'Italia (a Campiglia Marittima)
La suddivisione amministrativa delGranducato di Toscana attorno al 1850Il compartimento statistico della Toscana all'interno delRegno d'Italia
L'unione alPiemonte era vista dalla classe dirigente moderata toscana (con a capo personalità di spicco comeBettino Ricasoli eGino Capponi) come la via migliore per valorizzare le peculiarità toscane, le libertà cittadine, preservare il potere delle aristocrazie dall´invadenza modernizzatrice dei sovrani lorenesi.L'idea, infatti, dei moderati toscani era quella di costituire una specie difederazione con le altre terre italiane[25].Non è un caso quindi che nei primi anni di Unità, in Toscana ci fu un forte movimento federalista e autonomista che unì tutti coloro che - dai cattolici, ai garibaldini, agli ex-mazziniani, daicodini e legittimisti ai democratici, dai cattolici agli autonomisti - si opponevano al centralismo amministrativo piemontese e auspicavano un assetto federale dello Stato.Tale partito (tra i cui esponenti si ricordanoGiuseppe Montanelli, l'allievo diCarlo Cattaneo,Alberto Mario,Luigi Castellazzo,Giuseppe Mazzoni,Clemente Busi,Eugenio Alberi,Padre Bausa,Luigi Alberti,Giuseppe Corsi, l'arcivescovo di PisaCosimo Corsi, ecc.) rappresentò la più importante alternativa al partito moderato-liberale del governo unitario (tra i cui esponenti c'eraBettino Ricasoli), ed ebbe alcune riviste di un certo prestigio comeLa Nuova Europa (federalista-democratico),La Patria eFirenze (federalista-cattolici)[26].
La storia della Toscana si identifica, da questo momento, con quella dello Stato Italiano, di cui fa parte, pur conservando una sua specificità che la distingue da tutte le altre regioni.
In attesa del trasferimento della capitale aRoma, cosa che avvenne dopo la conquista savoiarda della città nel 1870,Firenze ospitò il governo della nazione per cinque anni.
Nel contesto degli avvenimenti contestativi post-unificazione è stata inserita dagli storici l'avventura mistico-rivoluzionaria diDavid Lazzaretti, un predicatore che riuscì a muovere le folle della zona delmonte Amiata e della Toscana meridionale in nome di una alternativa religiosa e sociale, a fronte non tanto dei nuovi assetti nazionali, ma soprattutto della fragilità sociale di quel territorio e del declino dei costumi del clero romano. Per avere organizzato una processione suArcidosso, in cui le istituzioni e la borghesia di allora paventavano assalti alla proprietà privata come prodotto di un socialismo che allora era solo agli albori, venne ucciso dalla forza pubblica nel 1878[27].
Durante la Resistenza la Toscana fu teatro di una feroce e violenta guerra tra le brigate partigiane, appoggiate da buona parte della popolazione (da sempre impegnata nelle lotte sindacali e antifasciste) e l'esercito tedesco appoggiato dalle squadre fasciste. Stragi comeSant'Anna di Stazzema ricordano quanto sia stato grande il contributo dei Toscani alla Guerra di Liberazione e quanto sangue sia stato versato senza batter ciglio, pur di liberare il territorio dall'occupazione nazista.
La Toscana conta più di tre milioni e mezzo di abitanti che rappresentano circa il 6% della popolazione italiana, con una densità di circa 163 abitanti per km² che risulta inferiore rispetto alla media nazionale.
Poco più del 10% della popolazione toscana risiede nel capoluogo regionale e circa un terzo del totale regionale nell'area metropolitanaFirenze-Prato-Pistoia che si sviluppa senza soluzioni di continuità nella corrispondente conca intermontana. Altre zone densamente popolate sono, in ordine decrescente, l'area pisana e ilValdarno inferiore, l'area livornese, la fascia costiera dellaprovincia di Massa Carrara e dellaVersilia, laValdinievole e laPiana di Lucca ed infine la zona delValdarno superiore traArezzo eFirenze.
Dagli anni settanta in poi la Toscana ha visto una continua diminuzione dei tassi di natalità. Tuttavia la popolazione totale regionale, grazie all'immigrazione da altre regioni italiane, si è mantenuta piuttosto stabile fino alla fine degli anni novanta, quando è iniziato a verificarsi un aumento piuttosto deciso, questa volta a causa dell'immigrazione da paesi stranieri, fenomeno che si è molto accentuato negli ultimi due decenni.
Nel 2009[28] i nati sono stati 32.380 (8,7‰), i morti 42.210 (11,3‰) con un decremento naturale di -9.730 unità rispetto al 2008 (-2,6‰). Le famiglie contano in media 2,32 componenti. Il 31 dicembre 2009 su una popolazione di 3.730.130 abitanti si contavano 309.651 stranieri (8,3%).
In Toscana si contano tre comuni con oltre 100 000 abitanti, dieci comuni con popolazione compresa tra 50 000 e 100 000 abitanti e nove comuni con popolazione compresa tra 30 000 e 50 000, abitanti come indicato nella tabella seguente che comprende tutti i comuni con più di 30 000 abitanti al 31 agosto 2022:
Stemma
Comuni con popolazione superiore a 30 000 abitanti[29]
I locutori sono superiori ai tre milioni, sottraendo dal numero totale degli abitanti della regione quelli dellaprovincia di Massa e Carrara, dove si parlano dialetti settentrionali appartenenti al gruppogallo-italico (dialetto massese, dialetto carrarese, dialetti della Lunigiana). Nella zona meridionale della regione il dialetto toscano è particolarmente influenzato daldialetto della Tuscia, appartenente alsottogruppo occidentale che comprende i vernacoli dell'area orientale e meridionale dellaprovincia di Grosseto, in particolare nella zona dell'Argentario, l'area del tufo e la zona delmonte Amiata.
La parlata toscana è un insieme di dialetti minori locali (vernacoli) che presentano alcune differenze che li contraddistinguono gli uni dagli altri. Di seguito è riportata la suddivisione in dialetti toscani settentrionali, orientali, meridionali e occidentali (in altre classificazioni i dialetti toscani occidentali vengono inclusi tra i toscani settentrionali, mentre i dialetti toscani orientali vengono trattati a parte). Tuttavia, tra i dialetti di matrice toscana, va inclusa anche lavariante cismontana delcòrso parlata nellaCorsica settentrionale.
Dopo gli accorpamenti, per lo più avvenuti in epoche piuttosto recenti, la Toscana comprende oggi un'abbazia territoriale, quattroarcidiocesi e tredicidiocesi cattoliche, i cui confini non coincidono con quelli delle province:
In vari centri della Toscana (città e paesi) sono sempre state presenti numerose comunità ebraiche. AFirenze è esistito un vero e proprio ghetto nella zona delMercato Vecchio, ma con le libertà concesse daFerdinando I de' Medici alporto franco diLivorno, fu lì che dal XVI secolo si stabilì la comunità più numerosa. Tra le piccole comunità storiche ci sono quelle diMonte San Savino e diPitigliano.
Di seguito sono elencate le sinagoghe della regione:
Le altre confessioni cristiane non cattoliche sono presenti in regione dalla fine del XVIII secolo, fatta eccezione perLivorno, dove le leggi tolleranti permisero una libertà religiosa sin dal XVI secolo, che ancora è testimoniata dai numerosi edifici di culto acattolici. AFirenze e nelle altre città si ebbero comunità cospicue divaldesi,anglicani ed altriprotestanti soprattutto tra il XIX secolo e i primi decenni del XX secolo, quando la presenza di stranieri (soprattuttoinglesi, statunitensi etedeschi) fu massima. Nel comune diSan Casciano in Val di Pesa è presente uno dei centri più grandi ed importanti dell'Associazione internazionale per la coscienza di Krishna meglio conosciuta come il "Movimento Hare Krishna". Merita un cenno anche la comunità dei Giurisdavidici nella zona del Monte Amiata, attiva nel primo novecento, ridotta a poche unità intorno ad Arcidosso. La presenza islamica nella regione risale ai recenti fenomeni diimmigrazione. La scuolabuddistaSoka Gakkai ha una sede aFirenze, avilla Le Brache, a Grosseto e di recente costruzione anche a Cecina, mentre una comunità di religionetibetana, il centroDzog-chen diMerigar West fondato daChögyal Namkhai Norbu,[31] si è stabilita dal 1981 nella zona delMonte Amiata, più esattamente sulle prime pendici delMonte Labbro, vicinoZancona, nel territorio comunale diArcidosso. APomaia, in provincia di Pisa, si trova l'Istituto Lama Tzong Khapa. APrato, in Piazza del Mercato Nuovo, si trova il Tempio Buddhista Pua Hua Si.
Con ilRegno d'Italia nel 1860 sono confermate le province diFirenze,Siena,Arezzo,Pisa,Lucca,Livorno,Grosseto. La provincia di Livorno, costituita dal capoluogo e dalle isole d'Elba, Gorgona, Pianosa e Montecristo, verrà ridimensionata alcuni anni più tardi limitandone l'estensione al proprio territorio comunale. Dal censimento del 1871 laprovincia di Massa e Carrara viene considerata come provincia toscana e non piùemiliana.
Nel 1936, in occasione della costituzione del comune diAbetone, viene assegnata alla Toscana una zona oltre il passo già parte del comune emiliano diFiumalbo del versante modenese.
Nel 1939,in seguito alle proteste della popolazione[senza fonte], il comune diMonterchi ritorna alla provincia di Arezzo.
L'adozione dello stemma regionale ha origini abbastanza recenti. Nel 1975, su proposta della Giunta Regionale presieduta daLelio Lagorio, fu deciso di rappresentare la Regione Toscana con il Pegaso d'argento che ricorda la raffigurazione artistica del mitico cavallo, commissionato per una medaglia daPietro Bembo aBenvenuto Cellini nel 1537, attualmente conservata presso il Museo del Bargello a Firenze. Inoltre l'emblema fu adottato anche dal "Comitato Toscano di Liberazione Nazionale" (CTLN) durante laResistenza.Il bozzetto originale fu disegnato dal Andrea Miòla e adottato comegonfalone della Regione con la legge regionale 20 maggio 1975, n.44 (e successive modificazioni con legge regionale I3 febbraio 1995, n. 18).
«In seguito ai tragici eventi che sconvolsero nel novembre del 1966 città grandi e piccole e numerose contrade, l'intera popolazione della Toscana, pur duramente colpita, dava prova collettiva di civismo e di forza morale, reagendo con dignità e fierezza alla sventura e prodigandosi, in unità d'intenti e in nobile gara, nell'opera di ricostruzione. Con straordinaria abnegazione cittadini, comuni, provincie ed istituzioni della Regione offrivano il loro determinante contributo per risanare le ferite e per restituire al mondo il prezioso patrimonio artistico e culturale sfregiato dalla furia degli elementi, riscuotendo l'incondizionata ammirazione e la gratitudine del Paese» — Roma, decreto del Presidente della Repubblica 12 novembre 1976[32]
«Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza» — Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 ottobre 2010[33]
In termini assoluti, facendo riferimento al periodo 2000-2008, la Toscana è la sesta regione d'Italia perPIL prodotto[34] di poco dietroPiemonte eEmilia-Romagna, mentre in termini di PIL per abitanti, la Toscana è l'ottava regione secondo i dati del periodo 2000-2008.
Il dato regionale suddiviso per macro settori di attività risulta in linea con lo stesso dato espresso su base nazionale. L'economia della regione si basa prevalentemente sul settore terziario, alimentato principalmente dal turismo. Gli arrivi turistici nel 2007 sono stati di5542937 italiani e5885545 stranieri[35]. Tuttavia, in Toscana vi sono numerosi distretti industriali sparsi nel territorio, che incidono profondamente sull'economia a scala locale. Anche l'agricoltura e l'allevamento, grazie ai prodotti di qualità, rivestono notevole importanza, pur creando un numero marginale di posti di lavoro rispetto agli altri settori.
Di seguito la tabella che riporta ilPIL e il PIL procapite[36] prodotto nella Toscana dal 2000 al 2006:
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Prodotto Interno Lordo (Milioni di Euro)
79 513,8
84 087,4
87 294
90 476,1
93 771,5
95 682,8
99 114,5
PIL ai prezzi di mercato per abitante (€)
22 763,1
24 052,5
24 893,5
25 549,6
26 177,1
26 511,5
27 311,8
Di seguito la tabella che riporta ilPIL[36], prodotto in Toscana ai prezzi correnti di mercato nel 2006, espresso in milioni di euro, suddiviso tra le principali macro-attività economiche:
Macro-attività economica
PIL prodotto (€)
% settore su PIL regionale
% settore su PIL italiano
Agricoltura, silvicoltura, pesca
1681
1,70%
1,84%
Industria in senso stretto
18 360,5
18,52%
18,30%
Costruzioni
4972,3
5,02%
5,41%
Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni
21 632,5
21,83%
20,54%
Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari ed imprenditoriali
24 460
24,68%
24,17%
Altre attività di servizi
17 041,4
17,19%
18,97%
Iva, imposte indirette nette sui prodotti e imposte sulle importazioni
Il territorio toscano, occupato da aree urbanizzate per poco più del 4% della sua estensione, è ricoperto per quasi il 44% da boschi, che interessa prevalentemente le aree montane appenniniche e dell'Amiata, le zone collinari più elevate come leColline Metallifere e iMonti del Chianti e le aree in prossimità della fascia costiera. Le latifoglie sono le essenze predominanti, mentre le conifere dominano lungo la fascia costiera (pinete marittime) e in alta montagna (abeti); nellaMaremma grossetana e nelle aree collinari limitrofe è molto diffusa anche la quercia da sughero (Quercus suber).Le aree coltivate rappresentano circa il 39% del territorio regionale e occupano prevalentemente le pianure (seminativi), le valli interne e le zone di medio-bassa collina (vigneti e oliveti).La vegetazione arbustiva interessa quasi il 7% del territorio e si caratterizza per lamacchia mediterranea bassa e per lagariga nelle aree a ridosso della fascia costiera maremmana, e per i cespugli dei rilievi interni.Pascoli e praterie naturali occupano circa il 5% del territorio, soprattutto a carattere sparso nelle aree collinare interne e in modo più definito nellaMaremma grossetana, specialmente nel cuore delParco naturale della Maremma.Lo 0,6% del territorio è caratterizzato da aree con assenza o scarsità di vegetazione (calanchi ebiancane delDeserto di Accona e delleCrete senesi e zone rocciose collinari e montane), mentre lo 0,4% circa è occupato da zone umide (lagune, paludi, laghi e stagni).
L'agricoltura e l'allevamento rivestono ancora nel ventunesimo secolo una notevole importanza, vista la qualità dei prodotti forniti. La Toscana, inoltre, è stata la prima regione inEuropa ad avere approvato una legge specifica che vieta la coltivazione e la produzione diorganismi geneticamente modificati e il loro consumo nelle mense pubbliche (L.R. 53 del 6 aprile 2000); di fatto il territorio regionale può definirsi OGM-free.
Nelle aree montane, l'agricoltura si contraddistingue per marginalità produttiva caratterizzata dalla raccolta di funghi,castagne etartufi.
La collina si caratterizza essenzialmente per oliveti e vigneti.
Riguardo all'olio extravergine di oliva è da segnalare la presenza di unaIGP regionale (Toscano), di cui uno con menzioneMontalbano (come da disciplinare), e di cinqueDOP (Chianti Classico, Colli Fiorentini, Lucca, Terre di Siena e Tuscia).
La bassa collina e anche la pianura si caratterizzano per vivaismo (provincia di Pistoia), orticoltura, colture cerealicolo-foraggere, girasoli, mais, barbabietole e zafferano (province diSiena,Grosseto eFirenze).
L'allevamento e la zootecnia si fondono principalmente sulle razze autoctone bovine e suine che forniscono carni molto pregiate.
Tra i bovini spiccano le razzechianina,maremmana,calvanina egarfagnina, tutte allevate allo stato brado, caratteristica che ha fatto sì che le loro carni fossero molto ricercate anche durante gli anni della crisi del settore dovuta allaBSE (patologia mai riscontrata nelle razze autoctone toscane).Tra i suini spicca su tutti la pregiatissima razza di Cinta senese allevata allo stato brado e semibrado in varie zone delle province diSiena eFirenze e nell'area delleColline Metallifere.
I cavalli autoctoni più diffusi a livello regionale sono ilmaremmano e ilbardigiano che vengono allevati per manifestazioni turistiche e sportive (il cavallomonterufolino è in fase di recupero dopo aver rischiato l'estinzione).
Ha notorietà internazionale la gallina livornese bianca, anche nota come razza Livorno, la cui diffusione internazionale è avvenuta a partire dal XIX secolo.[37]
Oltre al rilievo regionale dell'artigianato e della trasformazione dei prodotti della terra (vini, olio), la Toscana registra una notevole attività estrattiva, identificabile soprattutto delle cave di marmo di Carrara, esportato in tutto il mondo, e una nuova risorsa nella produzione di energia - lageotermia - presente nelle aree di Larderello e del Monte Amiata.
Il commercio e il settore terziario rappresentano per la regione una delle principali fonti dell'economia, essendo fonte di occupazione per circa 2/3 dei residenti.Oltre al modello di commercio tradizionale toscano (basato sulla piccola o media impresa spesso a conduzione familiare e su fiere e mercati locali), rivestono notevole importanza sia il turismo che i servizi (banche e assicurazioni).
Il turismo rappresenta una delle principali risorse economiche della regione. Nel 2019 le strutture ricettive risultano circa 16 500, per un totale di posti letto che supera le 566.000 unità. L’83% dell’offerta è costituita dal comparto extra-alberghiero con una prevalenza di strutture agrituristiche che rappresentano oltre il 30% dell’offerta ricettiva.
Se si confronta l’offerta ricettiva, in termini di posti letto, con la popolazione residente, i comuni diBibbona,Capoliveri,San Vincenzo eCastiglione della Pescaia sono quelli a maggiore intensità, con una tasso di ricettività percentuale che supera il 200%, pertanto in questi luoghi le strutture ricettive presenti possono ospitare un potenziale numero di visitatori che è più del doppio della popolazione residente. Senza considerare i flussi delle locazioni, la Toscana nel 2019 conta oltre 48 400 000 presenze e 14 500 000 arrivi.
In Toscana ilProdotto Interno Lordo pro capite è intorno ai 32 900€. La forbice oscilla tra i39100 € dellaprovincia di Firenze, il dato più alto in Toscana e tra le primi dieci d'Italia. Nel 2006, secondo i dati di Unioncamere relativi a quel periodo la provincia di Firenze era la quinta d'Italia in termini di PIL pro capite, e i26000 € di quella diprovincia di Massa Carrara, il dato più basso tra le province toscane.
Di seguito è riportato il Prodotto Interno Lordo suddiviso per provincia[39] (dati ineuro):
A livello regionale il tasso di occupazione della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni aggiornato al 2023 è del 69,3% ed è sensibilmente superiore rispetto al corrispondente dato nazionale (61,5%). Di seguito sono riportati i valori dei tassi di occupazione che si registrano nelle singole province.[40]
Anno
2019
2020
2021
2022
2023
Toscana
66,8%
65,3%
65,6%
68,6%
69,3%
Massa-Carrara
64,3%
65%
59,1%
60,7%
66,1%
Lucca
61,6%
61,5%
62,1%
67,2%
66,6%
Pistoia
63,9%
60,8%
62,8%
66,8%
66%
Firenze
70,3%
67,8%
67,7%
71,9%
70,9%
Livorno
62,7%
61,1%
64,7%
66%
66,5%
Pisa
67,9%
66,4%
67,3%
67,8%
69,7%
Arezzo
67,2%
66,5%
68%
69,6%
71,6%
Siena
68,6%
67,6%
67,2%
69%
71,5%
Grosseto
68,1%
64,9%
66%
69,2%
69,3%
Prato
68,5%
66,8%
64,6%
68,3%
71%
Per quanto riguarda invece il tasso di disoccupazione, questo si aggira a livello regionale attorno al 5,4% ed è un valore inferiore rispetto al corrispondente dato nazionale (7,8%). Di seguito la tabella con il tasso di disoccupazione al 2023 diviso per province[41]:
Il principale aeroporto della Toscana è il "Galileo Galilei" di Pisa con collegamenti a livello nazionale, europeo e intercontinentale.Il secondo scalo si trova a Firenze ("Amerigo Vespucci") con voli nazionali e internazionali. Il terzo scalo è l'Aeroporto di Marina di Campo, all'Isola d'Elba, da cui, seppur non con regolarità ,sono stati effettuati negli anni voli regionali per Pisa e Firenze, voli perMilano e per alcuni aeroporti di Svizzera e Germania.Ci sono poi aeroporti chiusi agli aerei di linea e utilizzati per piccoli aerei turistici nei pressi diArezzo,Lucca,Massa eSiena,Grosseto (Corrado Baccarini) e dell'Isola d'Elba (Marina di Campo).
Ecco in sintesi gli scali toscani:
Aeroporto di Pisa-San Giusto: voli privati, voli nazionali, internazionali e intercontinentali, aeroporto militare
Tra gli assi viari più noti, che rappresentano strade extraurbane secondarie, sono da ricordare laVia Aurelia, laVia Cassia e laVia Clodia, che vennero costruite in epoca romana; l'ultima di queste fu realizzata sulle preesistentiVie Cave nel tratto compreso traPitigliano,Sorano eSovana, nel cuore dell'Area del Tufo. Inoltre la Toscana è tagliata anche dallaVia Francigena, in parte coincidente con laVia Cassia.
Le principali direttrici ferroviarie che attraversano la Toscana sono la linea traMilano eRoma che, seguendo quasi parallelamente l'Autostrada A1, tocca da nord a sud le città toscane diPrato,Firenze eArezzo. In Toscana passa già anche laLinea DirettissimaTorino-Salerno (operata dai treni ad alta velocità) che collegaFirenze e qualche volta al giorno ancheArezzo alle principali città italiane senza stazioni intermedie; il tratto a nord diFirenze è attivata con il nuovo orario 2010 con inizio del tronco per il momento da Firenze Castello, mentre è in fase di realizzazione la costruzione nel capoluogo toscano la stazione sotterraneaFirenze Belfiore, riservata esclusivamente ai treni ad Alta Velocità. Un'altra direttrice principale è la ferrovia tirrenica che, seguendo parallelamente laVia Aurelia, collegaGenova aRoma toccandoCarrara,Massa,Viareggio,Pisa,Livorno eGrosseto. La terza linea principale della Toscana è quella che collegaFirenze aPisa viaEmpoli, dove un tronco secondario si dirama perSiena da dove prosegue sia perChiusi (intersezioneFirenze-Roma) che perGrosseto (intersezione con la linea Tirrenica).
Tra i tratti secondari è molto spettacolare dal punto di vista paesaggistico quello traSiena eGrosseto viaMonte Antico, con un tronco che passa daBuonconvento ed uno daSan Giovanni d'Asso: spesso sono organizzati viaggi in "littorine" d'epoca su entrambe le diramazioni dellaSiena-Grosseto.
Parzialmente attiva, ma molto interessante sotto il profilo paesaggistico, è la ferroviaCecina-Saline di Volterra, un'antenna non elettrificata che diparte dallalinea Maremmana e che originariamente raggiungeva il nucleo storico di Volterra mediante un ultimo tratto a cremagliera.
Di seguito sono riportate le varie linee ferroviarie (attive o in costruzione) della regione.
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Tutte le principali città della Toscana si caratterizzano per un proprio sistema di trasporto locale di tipo urbano ed extraurbano. A seguito della gara regionale di affidamento del TPL, dal 1º novembre 2021 tutto il trasposto pubblico urbano e extraurbano è gestito dalla societàAutolinee Toscane.
Di seguito i trasporti urbani ed extraurbani di tutte le province:
Arezzo: il trasporto pubblico urbano e locale era gestito, fino ad agosto 2010, dall'LFI, che aveva rilevato le tratte urbane e suburbane della precedente società denominata ATAM, mentre il trasporto provinciale e verso ilSenese e la costa dellaMaremma erano gestite dall'LFI congiuntamente con TRAIN s.p.a.(Siena Mobilità). Attualmente sia i servizi di LFI che di TRAIN (oltre RAMA di Grosseto e ATM di Piombino) sono confluiti in un'unica società sotto il nome diTiemme Toscana Mobilità che gestisce i trasporti su gomma nella provincia e collegamenti conSiena e provincia, e con sede ufficiale ad Arezzo. Nella parte della provincia compresa nelValdarno Superiore (confinante con la provincia di Firenze), nella vallata diPoppi,Pratovecchio,Stia e nella vallata diAnghiari eSansepolcro (al confine con l'Umbria) i trasporti su gomma sono gestiti daBusitalia-Sita Nord. Treni regionaliTrenitalia collegano Arezzo con le principali località della provincia e conFirenze ePerugia mentre due linee ditreni provinciali, gestite da LFI con il marchio "Trasporto Ferroviario Toscano", raggiungonoPratovecchio-Stia inCasentino (linea casentinese) eSinalunga (linea della Val di Chiana).
Firenze: il trasporto pubblico locale nell'area fiorentina è gestito dall'ATAF, mentreBusitalia-Sita Nord opera a livello extraurbano ed urbano nel resto della provincia, collegando il capoluogo toscano ad altre aree dellaprovincia e della regione.
Grosseto: la città e l'intera provincia erano serviti, fino ad agosto 2010, dallaRAMA, azienda che si occupava sia di trasporto locale che di trasporto extraurbano in tutta laprovincia e che collegava ilcapoluogo aSiena,Firenze e all'AltoLazio. Attualmente la Rama è confluita con la TRAIN senese e l'LFI aretina in una società unica denominataTiemme Toscana Mobilità
Lucca: la città, lapiana e laVersilia erano servite dall'aziendaCLAP sia a livello urbano che extraurbano: insieme ad altre società l'azienda è inglobata nellaCTT Norde successivamenteAutolinee Toscane.
Pisa: i trasporti urbani ed extraurbani erano serviti dall'aziendaCPT, mentre l'aziendaLazzi si è occupata per molti anni del collegamento conLucca eViareggio. Entrambe le società sono confluite nellaCTT Nord e successivamenteAutolinee Toscane.
Prato: la società che gestiva il trasporto pubblico locale urbano ed extraurbano era laCAP, adessoAutolinee Toscane, con collegamenti anche fuori provincia verso l'area metropolitana fiorentina e fuori regione (Castiglione dei Pepoli). In città molte zone sono servite dalla LAM ("linea ad alta mobilità"), con tempi di attesa tra una corsa e l'altra di pochissimi minuti e parcheggi scambiatori presso ogni capolinea.
Ilporto di Livorno è il più importante della Toscana ed uno dei maggiori porti italiani e dell'intero Mar Mediterraneo, per il traffico passeggeri e principalmente per quello merci.La navigazione costituisce una delle fondamentali modalità di trasporto, grazie ai numerosi porti presenti in Toscana. DaPorto Santo Stefano partono i traghetti per l'Isola del Giglio eGiannutri; daPiombino sono assicurati i collegamenti con l'Isola d'Elba, laCorsica e laSardegna, mentre daLivorno numerose rotte di navigazione collegano la Toscana alle isole diCorsica,Sardegna,Sicilia,Capraia eGorgona.
Numerosi sono, inoltre, i porti e gli approdi turistici sparsi lungo le coste della regione e dell'arcipelago, ove è possibile ormeggiare i natanti ed usufruire di servizi.
La Toscana si sta dotando sia di reti ciclabili per la mobilità in città, soprattutto nelle grandi aree urbane (Firenze-Prato, Pisa-Livorno, Grosseto, Arezzo), sia diciclovie a carattere turistico.
Nel corso del XIII secolo nacquero in Toscana i primistudium universitari: quello diArezzo nel 1215, seguito pochi anni più tardi dallostudium senese (1240), ancora attivo comeUniversità degli studi di Siena. Nel corso del XIV secolo vennero fondati lostudium fiorentino (1321) che ha dato vita in tempi più recenti all'Università di Firenze (1923), e nel 1343 lostudium generale che ha dato vita all'Università di Pisa, per secoli l'università di riferimento in Toscana per volontà deiMedici.[42] Sempre nel corso delTrecento, il 6 giugno del 1369, venne concesso dall'imperatoreCarlo IV allaRepubblica di Lucca il privilegio di istituire unoStudium Generale. Tuttavia, una vera e propria istituzione universitaria a Lucca non vide la luce prima del XVIII secolo. In epoca moderna è da menzionare la nascita a Pisa dellaScuola Normale, istituita, per decreto napoleonico, il 18 ottobre 1810, come succursale dell'École normale supérieure diParigi.
Villa i Tatti a Firenze, sede delThe Harvard Center for Italian Renaissance Studies
In Toscana c'è, inoltre, una significativa presenza di università e istituti di cultura stranieri. Tra le università, le più presenti sono le americane, seguite da quelle canadesi, per oltre 60 sedi distaccate di atenei stranieri attivi nella regione,[43] concentrati soprattutto a Firenze.
La Toscana è universalmente nota per la sua grandissima ricchezza di monumenti e opere d'arte:celebri in tutto il mondo sono le città diFirenze,Pisa,Siena. Meno note ma non per questo "seconde" ai centri sopra citati quanto a ricchezza monumentale sono i centri diArezzo,Pistoia ("capitale della cultura italiana 2017") eLucca. Infine, praticamente "inedite" al turismo seppur caratterizzate da monumenti di pregio sono le città diLivorno,Grosseto,Massa,Carrara ePrato.
Non da meno sono i moltissimi centri minori, alcuni dei quali vere e proprie città storiche perfettamente conservate, custodi di opere d'arte di inestimabile valore come:
San Gimignano: patrimonio dell'UNESCO, è un piccolo centro "cristallizzato" nell'edilizia duecentesca, con quattordici torri medievali che svettano ancora e un notevole corredo artistico (affreschi, chiese monumentali, opere d'arte) che testimonia il suo passato di luogo d'incontro tra la tradizione senese e fiorentina
Pienza: altro patrimonio dell'Umanità, è una delle pochissime "città ideali" rinascimentali d'Europa
Colle di Val d'Elsa: centro storico medievale molto ben conservato, monumenti rinascimentali e testimonianze paleocristiane ed etrusco-romane
Montepulciano: monumenti medievali, rinascimentali e barocchi
La zona diPontremoli (e la vicinaLuni) furono il cuore dell'antichissima civiltà delleStatue stele, nel III millennio a.C. Numerosi sono anche i ritrovamenti dellaciviltà villanoviana.
L'Etruria fu il cuore dellaciviltà etrusca e comprendeva quasi l'intero territorio della Toscana attuale. Delle ricche e fiorenti città etrusche meridionali restano straordinari reperti soprattutto nelle zone dellaMaremma, del litorale livornese, dell'entroterra senese e grossetano. Di eccezionale importanza sono lenecropoli etrusche degne di nota, comeSovana,Vetulonia ePopulonia. Anche nella Toscana settentrionale esistevano numerosi insediamenti, ma più isolati. Tra questi Pisa, con ilTumulo del Principe etrusco,Sasso Pisano,Fiesole,Volterra,Cortona,Carmignano (Prato) con le tombe etrusche di Montefortini, di Boschetti, e la necropoli di Prato Rosello. Recente è la scoperta di una città etrusca aGonfienti, pressoPrato, probabilmente il principale centro di scambio fino alla fine del V secolo a.C. con l'area padana.
Tra i più importanti reperti etruschi rinvenuti, ilDisco di Magliano è stato di fondamentale importanza per la codifica dellalingua etrusca.
In epoca romana venne fondataFlorentia e prosperarono numerose città, comePisa,Pistoia,Arezzo,Volterra,Fiesole eRoselle. Tra gli scavi di epoca romana particolare importanza ha quello della colonia diCosa, una delle meglio conservate risalente ai primi anni della Repubblica.
A partire dalla tarda antichità la Toscana visse una sorta di "eclisse", un lungo periodo di cui ci sono rimaste scarsissime tracce artistiche, anche perché sistematicamente demolite nei secoli successivi. Per questo le poche architetture superstiti hanno un valore straordinario come ilDuomo di Chiusi o la cripta dellachiesa di San Baronto. La città più importante a quell'epoca eraLucca, attraversata dallavia Francigena, ma i resti paleocristiani o altomedievali sono anche qui rari, a parte un inestimabile patrimonio librario antichissimo.
NelMedioevo in molti comuni toscani vennero realizzate grandiose piazze con cattedrali, basiliche ed imponenti palazzi pubblici e vie con pregevoli edifici privati. La prima città a godere di questo straordinario sviluppo fu larepubblica marinara diPisa, seguita a ruota daLucca,Firenze, Pistoia,Prato eSiena. Ilromanico pisano ha lasciato straordinarie cattedrali, influenzando molte altre zone del Mediterraneo. Nelle aree rurali si svilupparono caratteristici borghi, castelli e fortificazioni e vennero costruite numerose pievi e abbazie.
A partire dal XIII secolo anche la scultura riscoprì una dimensione monumentale, con maestri comeNicola Pisano,Giovanni Pisano eArnolfo di Cambio. Alla fine del secolo la pittura sembrava arretrata di un divario incolmabile rispetto alle altre forme d'arte, ancora ancorata alla tradizione bizantina. Pian piano i maestri pisani e lucchesi si allontanarono dai modelli orientali, ma fu conCimabue e soprattutto conGiotto che la pittura fece passi da gigante, riscoprendo valori ormai tramontati da secoli come lo spazio reale, il realismo, la narrazione, la creatività: a partire da questa rivoluzione trovò una nuova strada tutta l'arte occidentale.
Ilgotico venne recepito con alterne vicende in Toscana: se aSiena nacque una scuola aggiornatissima ai modelli cortesi transalpini, con maestri comeDuccio di Boninsegna, i fratelliPietro eAmbrogio Lorenzetti eSimone Martini, aFirenze pesò più un retaggio classicista, che da lì a pochi anni sarebbe fiorito nel Rinascimento.
IlRinascimento si sviluppò a partire daFirenze e dalla Toscana, diffondendosi successivamente anche nel resto d'Italia e d'Europa; inteso come recupero dei modelli classici, iniziò con un rinnovato interesse dei grandi comePetrarca eBoccaccio.
In seguito si diffuse anche alle arti visive, recuperando una linea "classica" che ha attraversato ilromanico e che ha impedito l'affermarsi pieno del gotico. MentreFilippo Brunelleschi "scopriva" le regole della prospettiva matematica, pittori comeMasaccio proponevano figure vivide come non mai, straziate dal sentimento e dal volume reale dei corpi. In architettura si semplificò alla ricerca di forme "pure", solenni e razionali, dimostrando come l'ingegno umano potesse creare anche opere inverosimili, come la mastodonticacupola di Santa Maria del Fiore. Iniziò una rivoluzione stimolata dal mecenatismo di una classe di mercanti e banchieri dotata di grande cultura e di ingentissimi mezzi economici.Botticelli,Piero della Francesca,Donatello,Lorenzo Ghiberti, sono solo alcuni dei "geni" toscani del XV secolo.
Il culmine si raggiunse tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo, con i più grandi maestri di sempre a Firenze:Leonardo da Vinci,Michelangelo Buonarroti eRaffaello Sanzio (che pure era marchigiano, ma lavorò anche in Toscana in quegli anni)
Mentre il Rinascimento si avviava a forme sempre più complesse, gli sconvolgimenti fiorentini legati aSavonarola e alla cacciata deiMedici produssero una battuta di arresto che sconvolse il mondo dell'arte: mentre alcuni artisti vivevano una profonda crisi, altri cercavano fortuna in nuovecittà, diffondendo le conquiste del Rinascimento in tutta Europa:Leonardo aMilano e inFrancia;Michelangelo aRoma;Jacopo Sansovino aVenezia, eccetera.
L'impatto dei grandissimi maestri del Rinascimento produsse nella generazione successiva uno stimolo all'imitazione, che si tradusse poi, nei migliori artisti, nella ricerca di qualcosa di "diverso", che prescindesse ormai la realtà astraendola in qualcosa di più originale, complesso e capriccioso. Se da una parte l'arte della nuova cortegranducale produceva opere belle ma un po' convenzionali (si pensi agli artisti della cerchia diGiorgio Vasari), dall'altro nascevano le prime irrequietudini, le prime "avanguardie", con artisti originalissimi (e spesso incompresi) comeBenvenuto Cellini,Jacopo Pontormo eRosso Fiorentino.
La scena architettonica subiva invece un continuo sviluppo, con grandi cantieri in tutta la regione spinti dalla volontà del Granduca di manifestare la propria potenza e la propria supremazia politica: a Firenze l'antico centro della politica repubblicana veniva stravolto dalla ristrutturazione diPalazzo Vecchio e dalla costruzione degliUffizi; aPisa nascevapiazza dei Cavalieri per l'ordine di Santo Stefano, aLivorno nasceva una nuova città portuale dotata di aggiornatissimefortificazioni. Il potere si manifestava anche attraverso altre opere, come la rete delleville medicee, completata dall'estro diBernardo Buontalenti.
L'unica zona a restare indipendente fuLucca, che sebbene vedesse la sua importanza ridimensionata rispetto al Medioevo, costruì uno dei più belli e meglio conservati sistemi di fortificazione dell'epoca, proprio nella paura di un attacco degli invadenti fiorentini. Lemura di Lucca risultano una delle meglio conservate cerchie murarie e trovano un esempio simile, seppur a perimetro ridotto, nellemura di Grosseto che furono completamente ristrutturate nella seconda metà del Cinquecento su progetto diBaldassarre Lanci.
La Toscana non fu immune al barocco, che fu invece caratterizzato dalla misura e dalla sobrietà, e una certa tradizione di storici dell'arte ne sminuì l'importanza fino a tutta la metà del XX secolo. Oggetto quindi di una recente riscoperta, l'arte toscana tra Sei e Settecento, raggiunse alcuni vertici nei capolavori sfarzosi come laCappella dei Principi aFirenze o come le ville lucchesi, ma fu importante anche l'arricchirsi del tessuto urbano di un po' tutte le città di opere minori rispondenti al nuovo gusto scenografico, che entrarono a far parte nell'immagine della regione. Si ricorda l'arte della dinastia dei Nasini[44], che daCastel del Piano, sul Monte Amiata, estesero la loro produzione, più finalizzata alla devozione che non alla fastosità, in numerosi centri del grossetano e del senese.
La pittura offre i suoi spunti più interessanti nell'Ottocento, con le opere di scuolamacchiaiola diGiovanni Fattori e altri, che anticiparono le inquietudini coloristiche dell'impressionismo francese.
Nel dopoguerra si imposero in architettura i nomi di alcuni architetti di fama internazionale, comeItalo Gamberini,Leonardo Savioli,Leonardo Ricci, ma fu soprattuttoGiovanni Michelucci, a imporre uno stile in chiave moderna, funzionale, dall'estetica asciutta ma anche emozionante e riconoscibile. Opere come lachiesa dell'Autostrada del Sole sono tra le realizzazioni più significative del secolo in Toscana, declinata in innumerevoli imitazioni e omaggi.
La campagna toscana è nota nel mondo per i caratteristici insediamenti rurali sparsi, legati a poderimezzadrili, che in passato assicuravano lavoro per tutto l'anno agricolo a tutti coloro che vi abitavano.
In epocamedievale, alcuni agglomerati rurali furono i precursori di piccoli borghi, che si sono ben conservati fino ai giorni nostri, epoca in cui hanno conosciuto un'ulteriore valorizzazione. Tali esempi si ritrovano principalmente nelle aree pianeggianti e collinari interne della Toscana centro-settentrionale.
Tra il periodorinascimentale e quellobarocco, sorsero numerose fattorie fortificate, dettegrange, soprattutto nelle zone centro-meridionali della regione, presso le quali veniva costruita l'immancabilecappella padronale.
Dal Settecento in poi labonifica della Maremma e più in generale delle pianure costiere diede un ulteriore impulso allo sviluppo di case rurali, soprattutto in prossimità delle aree costiere centro-meridionali, ove vi era l'esigenza di rendere coltivabili le nuove terre strappate alle preesistenti aree paludose: anche in questo caso venivano spesso costruite piccole cappelle presso le fattorie e le case coloniche, dove i sacerdoti delle parrocchie di competenza si recavano periodicamente a celebrare le funzioni religiose.
Le case coloniche, molto spesso isolate, costituiscono pertanto uno degli elementi che contraddistinguono ilpaesaggio toscano, come per esempio quello dellaval d'Orcia, reso dolce e suggestivo dai famosi filari dicipresso.
La casa rurale presenta generalmente costruzioni in muratura, molto spesso su due piani, con iltetto rivestito dai tipicilaterizi toscani. In base alle funzioni svolte, le case rurali possono presentarsi con un unico fabbricato che in passato comprendeva sia l'abitazione al piano superiore che il rustico al pian terreno (tipo residenziale), oppure con un edificio principale adibito ad abitazione e una o più strutture distaccate adibite a rustici ed annessi vari (tipo aziendale).
Ogni zona della Toscana si caratterizza per le proprie varianti tipiche, come l'aretina,senese,fiorentina,lucchese,pistoiese,pisana emaremmana. Le diverse varianti residenziali presentano comunque il fabbricato generalmente di pianta rettangolare, talvolta con scala esterna che conduceva all'abitazione principale del piano superiore; numerose star internazionali, come per esempio la starstatunitenseGeorge Clooney, possiedono delle proprietà nella campagna toscana, specialmente nella piana dellaMaremma.
Le ville medicee sono dei complessi architettonici rurali venuti in possesso in vari modi alla famigliaMedici tra il XV e il XVII secolo nei dintorni diFirenze,Prato,Pistoia e nel resto della Toscana. Oltre che luoghi di piacere e svago, le ville rappresentavano la dimora periferica sul territorio amministrato daiMedici, oltre al centro delle attività economiche agricole dell'area in cui si trovavano. Per ville medicee si intendono convenzionalmente quelle edificate dai Medici.
Le prime ville medicee sono quelle di aspetto fortificato nelMugello, zona della quale erano originari iMedici; nei secoli successivi vennero costruite molte altre dimore sparse un po' su tutto il territorio delGranducato. Il sistema delle ville medicee costituisce un vero e proprio microcosmo attorno al quale si svolgevano i rituali della corte; le dimore esprimono al massimo l'alto livello di architettura rinascimentale e barocca raggiunto in Toscana, permettendo confronti sull'evoluzione degli stili, differenziandole notevolmente dalle più "semplici"case rurali toscane.
Con l'estinzione della casata medicea, tutte le proprietà passarono aiLorena nel corso del Settecento.
Il 30 novembre è una data importante per la regione Toscana e nel mondo: ricorre infatti l'anniversario dell'abolizione dellapena di morte nel Granducato di Toscana, avvenuta il 30 novembre del 1786 sottoLeopoldo I, Granduca di Toscana. IlGranducato di Toscana fu allora il primo Stato d'Europa (e probabilmente del mondo) a abolire la pena capitale[12] e la ricorrenza è celebrata in questa data con laFesta della Toscana[11] e con laCities for Life, avvenimento mondiale, organizzato dallaComunità di Sant'Egidio.
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«Dolce paese, onde portai conforme l'abito fiero e lo sdegnoso canto e il petto ov'odio e amor mai non s'addorme, pur ti rivedo, e il cuor mi balza in tanto. Ben riconosco in te le usate forme con gli occhi incerti tra il sorriso e il pianto, e in quelle seguo dei miei sogni l'orme erranti dietro il giovanile incanto.»
(Giosuè Carducci,Traversando la maremma toscana)
La Toscana ha dato i natali, nel corso dei secoli, a numerosi esponenti di spicco dellaletteratura italiana.
La Toscana ha avuto una storia molto collegata alTeatro, che ha reso possibile la costruzione di moltissimi teatri, alcuni dei quali già presenti in epocaromana (Roselle,Fiesole eVolterra).
La Toscana è stata da sempre una regione famosa per i vini prodotti, che attualmente sono suddivisi in ottoDOCG e 34DOC, oltre a numeroseIGT, tra le quali spiccano anche alcune produzioni di altissimo livello, note nel mondo enologico con l'appellativo disupertuscan.
La regione sta sperimentando un nuovo modello organizzativo che richiama il concetto disalute dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Tale sperimentazione prevede la costituzione di consorzi pubblici che riuniscono le amministrazioni comunali di una zona socio-sanitaria e l'Azienda USL della zona.LaSocietà della Salute (è questo il nome prescelto che tanto si avvicina alla "Casa della Salute", ipotesi di nuovo modello di gestione delle problematiche della salute introdotto nei programmi delMinistero della Salute del 2º governo Prodi) è attiva nelle varie zone socio-sanitarie della Toscana.Pisa e Firenze sono in fase avanzata di sperimentazione.
Nel 2017-18 ilrugby a 15 toscano è rappresentato inEccellenza (massima divisione nazionale) daI Medicei diFirenze; nel recente passatoI Cavalieri diPrato furono ai vertici nazionali disputando anche una finale per il titolo di campione d'Italia;Firenze 1931 vanta un passato in prima divisione tra gli anni cinquanta e ottanta del XX secolo quando ancora era la squadra universitaria del CUS Firenze.Un altro club che ha rappresentato la Toscana ad alto livello è ilLivorno, in prima divisione fino agli albori del terzo millennio e in cui hanno militato importanti giocatori internazionali comeMarzio Innocenti, capitano dell'Italia allaCoppa del Mondo di rugby 1987, oStefano Bettarello, a lungo primatista di punti marcati in campionato e in nazionale, oppure ancora l'australianoDavid Knox, campione del mondo nel 1991.
AGrosseto, a parte la citata squadra di calcio che milita inSerie D, milita anche un'altra compagine di successo, ilMaremma nelcricket.
Laginnastica ha avuto uno dei suoi migliori interpreti a livello mondiale inJury Chechi (nativo diPrato), medagliato olimpico e vincitore di campionati del mondo ed europei nella specialità che gli ha valso il soprannome diSignore degli Anelli.
Tra i plurilaureati olimpici figura anche lagrossetanaAlessandra Sensini, vincitrice di un oro, un argento e due bronzi in quattro edizioni consecutive deiGiochi olimpici, dal 1996 al 2008, nelwindsurf, disciplina nella quale vanta anche tre titoli mondiali e cinque europei.
^ Diana Neri,1.1 Il periodo villanoviano nell’Emilia occidentale, inGli etruschi tra VIII e VII secolo a.C. nel territorio di Castelfranco Emilia (MO), Firenze, All'Insegna del Giglio, 2012, p. 9,ISBN978-88-7814-533-7.
«Il termine “Villanoviano” è entrato nella letteratura archeologica quando, a metà dell ’800, il conte Gozzadini mise in luce le prime tombe ad incinerazione nella sua proprietà di Villanova di Castenaso, in località Caselle (BO). La cultura villanoviana coincide con il periodo più antico della civiltà etrusca, in particolare durante i secoli IX e VIII a.C. e i termini di Villanoviano I, II e III, utilizzati dagli archeologi per scandire le fasi evolutive, costituiscono partizioni convenzionali della prima età del Ferro»
^Gilda Bartoloni,La cultura villanoviana. All'inizio della storia etrusca, Roma, Carocci editore, 2012.
^Giovanni Colonna,I caratteri originali della civiltà Etrusca, in Mario Torelli (a cura di),Gi Etruschi, Milano, Bompiani, 2000, pp. 25-41.
^Dominique Briquel,Le origini degli Etruschi: una questione dibattuta fin dall'antichità, in Mario Torelli (a cura di),Gi Etruschi, Milano, Bompiani, 2000, pp. 43-51.
^Gilda Bartoloni,Le origini e la diffusione della cultura villanoviana, in Mario Torelli (a cura di),Gli Etruschi, Milano, Bompiani, 2000, pp. 53-71.
^ab(EN) Silvia Paltineri,The Ligurians, in Gary D. Farney, Guy Bradley (a cura di),The Peoples of Ancient Italy, Boston/Berlino, Walter de Gruyter Inc., 2018,ISBN978-1-61451-520-3.
«The Ligurian-Etruscan border changed several times during the Iron Age. According to the archaeological evidence in northwestern Tuscany, the area between the Arno and the Magra rivers seems to have been culturally aligned with the Etruscans in the early Iron Age (de Marinis and Spadea 2004, 219‒223), whereas the same area seems to be under Ligurian control in the late Iron Age. This fluctuation of borders is evident in Livy (41.13.4) who states that the territory of Luna (mod. Luni) was under the control of the Etruscans before passing to the Ligurians (Paribeni 1990; de Marinis and Spadea 2004, 369‒371; Venturino Gambari and Gandolfi 2004, 191‒204).»
^Vedi su questo:Arnaldo Salvestrini,Il movimento antiunitario in Toscana (1859-1866), Firenze:Olschki Editore, 1967;Carlo Mangio,I patrioti toscani fra "Repubblica Etrusca" e Restaurazione,Firenze,Olschki, 1991 eMichele Luzzati,Orientamenti democratici e tradizione Leopoldina nella Toscana del 1799: la pubblicistica pisana, in "Critica storica", VIII, 1969, pp. 466-509;Thomas Kroll,La rivolta del patriziato. Il liberismo della nobiltà nella Toscana del Risorgimento, Firenze: Olschki Editore, 2005
^Vedasi in particolareThomas Kroll,La rivolta del patriziato. Il liberismo della nobiltà nella Toscana del Risorgimento,Firenze:Olschki Editore, 2005
^Arnaldo Salvestrini,Il movimento antiunitario in Toscana (1859-1866), Firenze: Olschki Editore, 1967
^Giacomo Barzellotti, "Monte Amiata e il suo profeta", Milano, F.lli Treves, 1910
«Il baricentro della formazione toscana si era spostato, per una scelta di politica culturale dei Medici, verso Pisa, dove gli investimenti fondiari e commerciali delle famiglie fiorentine erano prevalenti.»
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^Il dato è pubblicato sul sito della AACUPI (Association of American College and University Programs in Italy).
Cristoforo Scanello,Cronica universale dell’antica regione di Toscana, Genova 1571
Gabriella Garzella, a cura di,Etruria, Tuscia, Toscana: l'identità di una regione attraverso i secoli II (secoli V-XIV), Ospedaletto, Pisa: Pacini, 1998,ISBN 978-88-778-1220-9
Michele Luzzati, a cura di,Etruria, Tuscia, Toscana: l'identità di una regione attraverso i secoli I, Ospedaletto, Pisa: Pacini, 1992
Fabio Bertini, a cura di,Le Comunità toscane al tempo del Risorgimento. Dizionario storico, Livorno: De Batte, 2016
Ingrassetto sono indicate le città metropolitane. In luogo delle province, in Sicilia vi sono i liberi consorzi comunali; in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione, in Friuli-Venezia Giulia le province sono state abolite come enti amministrativi e rimangono esclusivamente comeunità territoriali sovracomunali non amministrative; mentre in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomisui generis.