Il drammaLa Tosca venne rappresentato alTeatro dei Filodrammatici diMilano all'inizio del 1889 eGiacomo Puccini ne rimase molto colpito, cominciando a pensare di ricavarne un'opera. Ne parlò con l'editoreGiulio Ricordi, chiedendo a lui di interessarsi ai diritti per musicarla.Sardou non oppose un netto rifiuto, ma dimostrò freddezza. In ogni modo alla fine del 1893 Ricordi ottenne l'autorizzazione, anche se a favore di un altro compositore,Alberto Franchetti, che aveva da poco trionfato conCristoforo Colombo (1892).[1]
Luigi Illica preparò l'abbozzo del libretto, che fece approvare da Sardou in presenza diGiulio Ricordi e diGiuseppe Verdi (quest'ultimo, a Parigi per la prima francese diOtello, confiderà qualche anno più tardi al suo biografo che, se non fosse stato per l'età, avrebbe voluto lui stesso musicare laTosca). Dopo pochi mesi Franchetti rinunciò, così Ricordi nel 1895 commissionò l'opera a Puccini, che cominciò il lavoro qualche mese dopo il successo deLa bohème, nella tarda primavera del 1896. Partecipò alla stesura del libretto ancheGiuseppe Giacosa, anche se riteneva il soggetto poco poetico e sosteneva che il successo dell'opera fosse dato dalla bravura della Bernhardt e non dal testo.[2]
Inizialmente criticata da una parte della stampa, che si attendeva un lavoro più in linea con le due precedenti opere di Puccini,Tosca si affermò ben presto inrepertorio e nel giro di tre anni fu rappresentata nei maggiori teatri lirici del mondo.
L'opera divenne talmente popolare che nel 1902[4] lo stesso Puccini licenziò una riedizione con il titoloLa Tosca di identica musica ma con libretto tradotto e adattato allalingua francese daPaul Ferrier[5]; anche questa versione divenne popolarissima ad inizio '900 e riversata in LP nel 1959 conManuel Rosenthal.
Illibretto fu ricavato dal drammaLa Tosca diVictorien Sardou, ma fu ridotto da cinque a tre atti e snellito di molti particolari che costituivano la cornice storica realistica del dramma in prosa; vennero inoltre eliminati moltissimi personaggi secondari, tra cuiGiovanni Paisiello, che compariva in persona alle prese con la famosacantante, e la vicenda si concentrò principalmente sul triangolo Scarpia - Tosca - Cavaradossi, delineando le linee principali dei caratteri, anche se a scapito delle concatenazioni logiche degli avvenimenti. Il dramma dell'amore perseguitato interessava Puccini più del grande affresco storico condito di delitti e di sangue.
Tosca è considerata l'opera più drammatica di Puccini, ricca com'è di colpi di scena e di trovate che tengono lo spettatore in costante tensione. Il discorso musicale si evolve in modo altrettanto rapido, caratterizzato da incisi tematici brevi e taglienti, spesso costruiti su armonie dissonanti, come quella prodotta dalla successione degli accordi del tema di Scarpia che apre l'opera: Si bemolle maggiore, La bemolle maggiore, Mi maggiore (il primo e l'ultimo dei quali in relazione ditritono). Inoltre non vi èouverture iniziale.
La vena melodica di Puccini ha modo di emergere nei duetti tra Tosca e Mario, nonché nelle tre celebri romanze, una per atto (Recondita armonia,Vissi d'arte,E lucevan le stelle), che rallentano in direzione lirica la concitazione della vicenda.
L'acme drammatica è invece costituita dal secondo atto, che vede come protagonista ilsadico barone Scarpia, in cui l'orchestra pucciniana assume sonorità che anticipano l'estetica dell'espressionismo musicale tedesco.
Angelotti, bonapartista ed ex console dellaRepubblica Romana, è fuggito dalla prigione dicastel Sant'Angelo e cerca rifugio nellabasilica di Sant'Andrea della Valle, dove sua sorella, la marchesa Attavanti, gli ha fatto trovare le chiavi della sua cappella e all'interno degli abiti femminili con cui travestirsi. La donna è stata ritratta, senza saperlo, in un quadro a cui sta lavorando il pittore Mario Cavaradossi. Quando entra nella chiesa il sagrestano, Angelotti si nasconde nella cappella degli Attavanti. Sopraggiunge di lì a poco Cavaradossi per lavorare al suo dipinto, mettendo a confronto gli occhi azzurri del ritratto con quelli neri della sua amante Floria Tosca (Recondita armonia…).
Dopo l'uscita del sacrestano, Cavaradossi scopre la presenza di Angelotti, di cui condivide la fede politica. I due si apprestano a preparare il piano di fuga quando l'arrivo di Tosca costringe Angelotti a rintanarsi di nuovo nella cappella. Tosca, famosa cantante, espone all'amato il progetto amoroso per quella sera dopo il suo spettacolo (Non la sospiri la nostra casetta…), poi, riconoscendo gli occhi azzurri della marchesa Attavanti nella figura del quadro, fa una scenata di gelosia e il pittore riesce a fatica a calmarla e a congedarla dopo lo scambio di espressioni amorose (Qual occhio al mondo…). Mario offre quindi protezione ad Angelotti e lo indirizza nella sua villa in periferia, ma nel mentre un colpo di cannone annuncia la fuga del detenuto; Cavaradossi decide allora di accompagnare Angelotti per coprirlo nella fuga, ma i due dimenticano nella cappella il ventaglio della marchesa Attavanti, parte del travestimento destinato ad Angelotti.
La falsa notizia della vittoria delle truppe austriache suNapoleone aMarengo fa esplodere la gioia nel sagrestano, che invita l'indisciplinata cantoria di bambini a prepararsi per ilTe Deum. Improvvisamente sopraggiunge con i suoi scagnozzi il barone Scarpia, capo della polizia papalina, il quale, sulle tracce di Angelotti, sospetta fortemente di Mario, anch'egli bonapartista. Scarpia trova nella cappella il ventaglio dimenticato, che diventa un mezzo per suscitare la gelosia di Tosca, della quale è segretamente innamorato e che è ritornata in chiesa per informare l'amante che il loro programma è sfumato, essendo stata chiamata a esibirsi aPalazzo Farnese per festeggiare l'avvenimento militare. Mostrandole il ventaglio, Scarpia ne risveglia la morbosa gelosia, rendendola convinta di un furtivo incontro di Mario con la marchesa (Ed io venivo a lui tutta dogliosa…). Uscita Tosca, egli ordina al suo agente di polizia Spoletta di seguirla di nascosto, sperando lo conduca a Cavaradossi (Tre sbirri, una carrozza…), e, mentre i fedeli popolano la chiesa intonando ilTe Deum di ringraziamento per la sconfitta di Napoleone, pregusta con gioia feroce l'impiccagione di Cavaradossi e la conquista dell'amore di Tosca.
Mentre al piano nobile diPalazzo Farnese si sta svolgendo una grande festa alla presenza delre e dellaregina di Napoli per celebrare la vittoriosa battaglia, nel suo appartamento Scarpia sta consumando la cena. Spoletta (tenore) e gli altri gendarmi hanno seguito la furente Tosca fino alla villetta di Mario, dalla quale la donna è tuttavia uscita poco dopo, avendo compreso il grave errore causato dalla sua gelosia. Gli sbirri hanno perquisito a fondo la dimora ma non sono stati in grado di localizzare Angelotti, così arrestano Mario e lo conducono al cospetto di Scarpia. Il pittore, interrogato, si rifiuta di rivelare il nascondiglio di Angelotti e viene quindi condotto in una stanza dove viene torturato.
Tosca, che poco prima aveva eseguito unacantata al piano superiore, viene convocata da Scarpia, il quale fa in modo che ella possa udire le urla di Mario. Stremata dalle grida dell'uomo amato, la cantante rivela a Scarpia il nascondiglio dell'evaso: il pozzo nel giardino della villa di Cavaradossi. Mario, condotto alla presenza di Scarpia, apprende del tradimento di Tosca e si rifiuta di abbracciarla. Proprio in quel momento arriva un messo ad annunciare che la notizia della vittoria delle truppe austriache è falsa, e che invece è stato Napoleone a vincere aMarengo. Mario inneggia ad alta voce alla vittoria e Scarpia lo condanna immediatamente a morte per impiccagione, facendolo condurre via. Più tardi arriva anche la notizia che Angelotti si èsuicidato all'arrivo degli sbirri: Scarpia ordina che il suo cadavere sia impiccato accanto a Cavaradossi. Disperata, Tosca chiede a Scarpia di accordare la grazia a Mario: il barone acconsente solo a patto che ella gli si conceda. Inorridita, la cantante implora il capo della polizia e si rivolge in accorato rimprovero a Dio (Vissi d'arte, vissi d'amore), ma invano: Scarpia è irremovibile e Tosca è costretta a cedere. Scarpia convoca quindi Spoletta e, con un gesto d'intesa, fa credere a Tosca che Cavaradossi sarà fintamente giustiziato mediante una fucilazione simulata, con fucili caricati a salve. Dopo aver scritto il salvacondotto che permetterà agli amanti di raggiungereCivitavecchia, Scarpia si avvicina a Tosca per riscuotere quanto pattuito, ma questa, che nel frattempo aveva preso un coltello dal tavolo, lo colpisce dritto al cuore e Scarpia muore. Tosca sottrae quindi ilsalvacondotto dalle mani del cadavere, poi, in uno slancio di religiosa pietà, pone due candelabri accanto al corpo di Scarpia, un crocifisso sul suo petto, e finalmente scappa via.
È l'alba. In lontananza un giovane pastore canta un malinconicostornello inromanesco[6] e le campane di Roma suonano la messa del mattino. Sui bastioni diCastel Sant'Angelo, Mario è ormai pronto a morire e inizia a scrivere un'ultima lettera d'amore a Tosca, ma non riesce a terminarla, sopraffatto dai ricordi (E lucevan le stelle). La donna arriva inaspettatamente e spiega a Mario di essere stata costretta a uccidere Scarpia, gli mostra il salvacondotto e lo informa della fucilazione simulata. Scherzando, gli raccomanda di fingere bene la morte. Mario, però, viene fucilato veramente: Tosca, sconvolta e inseguita dai poliziotti, i quali hanno trovato il cadavere di Scarpia, si getta dalla terrazza del castello.
^ Giacomo Harold B. Lee Library, Victorien Sardou e Luigi Illica,La Tosca: opéra en 3 actes, Paris, G. Ricordi & C., 1902.URL consultato il 20 settembre 2024.
^(FR) Luigi Illica,La Tosca, TF1 Vidéo, 1903.URL consultato il 20 settembre 2024.
^Lo stornello venne scritto daGiggi Zanazzo appositamente per l'opera. Cfr.: Tommaso Montefiore,Il libretto della "Tosca", inCronache musicali illustrate, vol. 1, n. 2, Roma, Casa Editrice E. Voghera, 10 gennaio 1900, p. 6.
(EN) Dieter Schickling,Giacomo Puccini – Catalogue of the Works, Bärenreiter 2003, pp. 227-243.ISBN 3-7618-1582-4
Sieghart Döhring,Il realismo musicale nella «Tosca», inPuccini, a cura di Virgilio Bernardoni, Il Mulino, Bologna 1996, pp. 33-77 (trad. it. di Johannes Streicher daMusikalischer Realismus in Puccinis «Tosca», «Analecta Musicologica» 22, 1984, pp. 249-297.ISBN 88-15-05632-7
(EN)Giacomo Puccini. Tosca, a cura di Mosco Carner, Cambridge-New York-Melbourne, Cambridge University Press 1985
Giorgio Bosello,La Tosca: resoconto attorno a quei famosi fatti, Palombi, 1999
Tosca's Prism, a cura di Deborah Burton, Susan Vandiver Nicassio e Agostino Ziino, Northeastern University Press, Boston, 2004.ISBN 978-1-55553-616-9