Tanàkh (in ebraicoתנך?, TNK, raramenteTenàkh) è l'acronimo, formato dalle prime lettere delle tre sezioni dell'opera secondo la tradizionale divisione ebraica, con cui si designano itesti sacri dell'ebraismo.
Per la dottrinacristiana questi testi, assieme ad altri non riconosciuti come canone dall'ebraismo, corrispondono all'Antico Testamento dellaBibbia cristiana e come tali vengono comunemente indicati anche comeBibbia ebraica.
Le tre lettere TNK componenti il termineTanakh sono le iniziali dell'espressioneTorah, Nebi'îm (oNevi'îm),Ketubîm (oKetuvîm), (תורהTorah, נביאיםProfeti, כתוביםScritti), e corrispondono alle tre parti in cui si divide l'opera.
TNKh, secondo le regole fonetiche dell'ebraico si può pronunciare sia /ta'naχ/ sia (più di rado) /tə'naχ/.
Altro termine ebraico per indicare tale letteratura religiosa èMikra' (מקרא, "lettura", poiché questo testo era letto pubblicamente e tale lettura rappresentava lo stesso nucleo della liturgia ebraica[1]), di origine medievale e oggi diffuso soprattutto inVicino Oriente.
Il termine "Bibbia" è di origine greca, da βιβλία (biblìa) con il significato di "libri"[2], e fu utilizzato dagli ebrei di lingua greca che tradussero l'opera in quella lingua.
Questa indicazione di "libro" (inebraico סֵ֫פֶרsefer) riferito alle scritture ebraiche è già comunque presente, sempre in ebraico, inDaniyyel (Daniele) IX,2:
(ebraico) «בשנת אחת למלכו אני דניאל בינתי בספרים מספר השנים אשר היה דבר יהוה אל ירמיה הנביא למלאות לחרבות ירושלם שבעים שנה»
(italiano) «Nel primo anno del suo regno, mi misi a meditare sui libri (בספריםbassefarim) il numero degli anni che, secondo la parola divina al profeta Geremia dovevano trascorrere, sulle rovine di Gerusalemme, cioè settant'anni.»
(Tanakh,Daniyyel 9,2. Traduzione italiana diDario Disegni inLa Bibbia ebraica,Agiografi. Firenze, Giuntina, p. 269)
E ciò spiegherebbe come il più antico e diffuso termine ebraico per indicare la raccolta delTanakh sia stato proprioHa-Sefarim (I Libri)[3].
Sempre comeHa-Sefarim (I Libri), ilTanakh viene indicato nel periodotannaitico (I secolo a.e.v./II secolo p.e.v.) dai trattatitalmudici emishnaici come, ad esempio, inGittin (4,6), inKelim (15,6) e inMegillah (1,8).
Un altro termine utilizzato per indicare ilTanakh èSifrei ha-Qodesh (ספרי קודש, Libri sacri) diffuso soprattutto a partire dal Medioevo, già presente nel testo conservato in greco ma precedentemente redatto in ebraico[4], delLibro dei Maccabei[5].
Diffuso nelle opere del periodotannaitico è invece il termineKitvei ha-Qodesh (כתבי הקדשׁ, Sacre scritture), che infatti compare, ad esempio, inParah (10,1), inShabbat (16,1) e inYadayim (3,2,5; 01,06 BB).
Infine anche il termineTorah (quello indicante la prima parte delTanakh), è stato utilizzato in un significato più estensivo tale da includere l'intera raccolta di "libri" ovvero dell'intera "rivelazione". Ciò si riscontra, anche se occasionalmente, nella letteratura rabbinica:Mo'ed Katan (5a),Pesikta Rabbati (3,9) eSanhedrin (91,b). Così nella tradizione ebraica si chiama "Torah Scritta" (תורה שבכתב -Torah shebikhtav) quella contenuta nei ventiquattro libri, e "Torah Orale" (תורה שבעלפה - Torah she be'alpe; più tardi, "Talmud"), quella trasmessa oralmente, sempre secondo questa tradizione religiosa, da Dio aMosè sulmonte Sinai e più tardi messa per iscritto con le discussionirabbiniche che avevano luogo al tempo del Tempio di Gerusalemme, e con tutte le codificazioni ad esso posteriori.
La divisione in tre parti delTanakh è stabilita nei trattatitalmudici[6].
Queste tre parti sono suddivise, a loro volta, in altri libri per un totale di trentanove.
IlTanàkh è così composto:
Torah (תורה, "Insegnamento; istruzione", per estensione "Legge").
1.Bereshìt (בראשית, "In principio"). Prende il suo nome dalla prima parola del testo: בראשיתBereshìt. Corrisponde alLibro della Genesi.
2.Shemòt (שמות, "Nomi"). Prende il suo nome dalle prime parole del testo o incipit:Ve'elleh Šemot (ואלה שמות, "Questi sono i nomi"). Corrisponde alLibro dell'Esodo.
3.Vaikrà (ויקרא, "Chiamò"), dall'incipit:Vaiyikra el Mosheh ( ויקרא אל משה, [Il Signore] chiamò Mosé). Corrisponde alLibro del Levitico.
4.Bamidbàr (במדבר, "Deserto"), dall'incipit:Vaydabber Hashem el-Mosheh bemidbar (ידבר יהוה אל משה במדבר, "Il Signore parlò a Mosè nel deserto). Corrisponde alLibro dei Numeri.
5.Devarìm (דברים, "Parole"), dall'incipit:Elleh haddevarim (אלה הדברים, "Queste sono le parole"). Corrisponde alLibro del Deuteronomio.
Tutti i "libri" che compongono ilTanakh sono riportati inebraico con alcune piccole parti inaramaico come due parole inBereshit (Genesi) XXXI,47, un intero verso inYirmĭyahu (Geremia) X,11, e parti diDaniyyel (Daniele, 2,4b–7,28) e diEzra (4,8–6,18; 7,12–26).
Nahum M. Sarna e S. David Sperling riportano l'opinione di studiosi secondo i quali alcune parti delTanakh, segnatamenteGiobbe,Ecclesiaste,Cronache e le parti ebraiche diDaniele edEzra Neehemia, abbiano avuto un originale aramaico, poi andato perduto, di cui esse rappresenterebbero la traduzione in ebraico, ponendosi in questo modo il tema della correttezza della traduzione da lingua a lingua[9].
Anche le parti con originali ebraici pongono tuttavia dei problemi sulla lingua utilizzata. La storia delTanakh ricopre diversi secoli e quindi diverse stratificazioni linguistiche: se da una parte i testi maggiormente poetici (comeGenesi 49;Esodo 15;.Numeri 23-24;Deuteronomio 32 e 33;Giudici 5) suggeriscono una stratificazione antica, quelli afferenti al periodo post-esilico, comeAggeo,Zaccaria,Malachia,Ecclesiaste,Cronache,Esdra-Neemia eDaniele, conservano invece più stratificazioni.
Infine come si può verificare inGiudici XII,6:
(ebraico) «ויאמרו לו אמר־נא שבלת ויאמר סבלת ולא יכין לדבר כן ויאחזו אותו וישחטוהו אל־מעברות הירדן ויפל בעת ההיא מאפרים ארבעים ושנים אלף׃»
(italiano) «gli dicevano: "Di':Scibbòleth"; e se quegli diceva "Sibbòleth" e non poteva pronunciare giusto, lo prendevano e lo scannavano sui guadi del Giordano. In quel periodo caddero quarantaduemila di Efraim.»
la lingua parlata nel Regno di Israele era un dialetto differente da quella parlata nel Regno di Giuda, quindi considerando che la maggior parte delTanakh pur originando dalRegno di Israele è stato raccolto dagli esegeti delRegno di Giuda, tutto ciò suggerirebbe un suo adattamento stilistico alla lingua "meridionale".
Secondo la tradizione religiosa ebraica, ilTanakh contiene l'intera rivelazione divina, sia per mezzo dellaTorah consegnata a Mosè sul Monte Sinai nel XIV/XIII secolo a.C., sia, successivamente, per mezzo dei profeti. Sempre secondo la tradizione religiosa ebraica, la canonizzazione del testo è avvenuta nel IV secolo a.e.v. presso laAnshei Knesset HaGedolah (אַנְשֵׁי כְּנֶסֶת הַגְּדוֹלָה, anche Grande Sinagoga)[10].
Gli studiosi sono di tutt'altro avviso. Per quanto attiene alla datazione dei "libri" costituenti ilTanakh, così riassume tali posizioniCristiano Grottanelli:
«Oggi un certo consenso è raggiunto, ma chiaramente in via provvisoria, su alcuni punti. Mentre la scomposizione dellaGenesi e anche di altri libri o di parti di essi, in fonti di diverse età è sempre più problematica, sembrano resistere alcuni elementi acquisiti a partire dalle ricerche di biblisti tedeschi del secolo scorso, ma non senza modifiche e ripensamenti. Fra questi spiccano: la datazione in età monarchica[11] di alcuniSalmi e di certi libri o parti di libri profetici; l'attribuzione a età relativamente tardiva (secondo molti nettamente post-esilica[12]) di una redazione finale del Pentateuco; la visione unitaria dei libri narrativi detti "Profeti anteriori" come opera di una personalità o scuola detta "deuteronimistica" per i suoi rapporti di impostazione ideologica con ilDeuteronomio, ultimo libro del Pentateuco; la datazione post-esilica, e certo successiva a quella Deuteronimista, dei due libri delleCronache. Tuttavia, anche questi punti fermi secondo la maggioranza degli studiosi sono posti oggi in discussione da alcuni studiosi che propongono date più basse, per esempio, per il Pentateuco, e collocano ilDeuteronomio in età post-esilica con (ma in altri casi senza) un relativo abbassamento della fonte detta "deuteronimistica"»
Di fatto ilTanakh, a partire dal Medioevo ad oggi, si compone di un testo consonantico a cui sono stati successivamente aggiunti alcuni segni vocalici e diacritici allo scopo di renderlo correttamente pronunciabile e di renderlo adatto allacantillazioneliturgica. Questi ultimi due elementi sono stati coniati daiMasoreti a partire dall'VIII secolo d.C.
L'edizione a stampa delTanakh che conosciamo oggi, quantomeno come modello, è dovuta invece al rabbinoJacob b. Ḥayyim (1470?–1538?), che la pubblicò a Venezia tra il 1524 e il 1525. Ne consegue che tra i più antichi reperti archeologici risalenti al IV secolo a.C. rinvenuti nelDeserto della Giudea, inerenti ad alcuni scritti raccolti anche nelTanakh, e l'edizione promossa daJacob b. Ḥayyim sono passati circa duemila anni.
A tal proposito,Nahum M. Sarna eS. David Sperling[13] ricordano che non è in alcun modo possibile ricostruire l'evoluzione di un qualsiasi testo a partire dalla sua composizione fino all'edizione dei testimoni rinvenuti e risalenti al IV secolo a.C., se non l'esistenza di testi divergenti degli stessi libri, sola cosa che può spiegare l'esistenza nelTanakh di numerosi testi differenti e duplicati.
^A sua volta questo termine greco consisterebbe nel diminutivo con cui gli stessi greci indicavano i "papiri" egiziani importanti daByblos, nome dato dai greci all'antica città fenicia di Gebhal (Biblo - inarabo Jubayl - inLibano).
^Shabbat 88a; ma ancheSanhedrin 101a eKiddushim 49a.
^Da tener presente che questo nome si compone di due parole il cui significato è "dodici". Il primo תרי (trei) è aramaico e significa "due"; il secondo עשר (asar) è invece anche ebraico e significa "dieci": il suo significato è quindidozzina.
^L'elenco che segue è quello del Tanakh; è da tener presente che laVulgata cristiana segue lo stesso ordine mentre laSeptuaginta li ordina in modo diverso: Osea, Amos, Michea, Gioele, Abdia, Giona, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia.
(inglese) «Some scholars, for instance, regard Job, Ecclesiastes, and Chronicles, as well as the Hebrew sections of Daniel and Ezra-Nehemiah as translations, in whole or part, from Aramaic. This implies that the original is lost, and at once raises the possibility of error in the course of rendition from language to language.»
(italiano) «Alcuni studiosi, ad esempio, riguardanoGiobbe, l'Ecclesiaste e leCronache, così come lasezione ebraica diDaniele e diEsdra-Neemia come traduzioni, in tutto o in parte, dall'aramaico. Ciò implica che l'originale è andato perduto e subito emerge la possibilità di errore nel corso della traduzione da lingua a lingua»
(Nahum M. Sarna e S. David Sperling,Bible: The Languages of Scripture inEncyclopaedia Judaica vol.3. NY, Gale, 2007, p. 582)