Bennett vanta una carriera di oltre settanta anni ed è vincitore, tra gli altri, di 20Grammy Awards (di cui uno alla carriera nel 2001) e di 2Emmy Awards. Con oltre 100 album all'attivo, è stato nominato NEA Jazz Master ed è entrato a far parte delKennedy Center Honors.[2]
Anthony Benedetto era uno dei tre figli di John Benedetto e di Anna Suraci. Suo padre era un negoziante che nel 1906 era emigrato negli Stati Uniti daPodàrgoni, oggi nel comune diReggio Calabria; sua madre era una sarta che era nata negli Stati Uniti subito dopo l'emigrazione dei suoi genitori, anch'essi reggini, avvenuta nel 1899.
Iniziò a studiare canto all'età di dieci anni, nellacittà natale, alla High School of Industrial Arts. Si esibì giovanissimo all'inaugurazione di uno dei ponti sospesi di New York e occasionalmente anche in diversi ristoranti delQueens.
Nel 1944, durante laseconda guerra mondiale, Bennett, ormai maggiorenne, si arruolò nell'esercito prestando servizio nella63ª divisione di fanteria e si ritrovò inGermania, dove partecipò alla liberazione deicampi di concentramento di Kaufering nei pressi diLandsberg am Lech.Ritornato negli Stati Uniti nel 1946, riprese a esibirsi nelle tavole calde dellaGrande Mela, dove lavorò anche come cameriere; intanto studiòbel canto, cosa che gli sarà utilissima nel resto della sua carriera. Nel 1949 una nota interpreteJazz e attrice a Broadway,Pearl Bailey, lo invitò a cantare in apertura di una sua esibizione alGreenwich Village. Allo spettacolo intervenne anche il comicoBob Hope, che consigliò all'ancora Anthony Benedetto di cambiare il suo nome in Tony Bennett.
Nel 1950 firmò il suo primo ingaggio discografico con laColumbia Records, che stava per lasciar scadere il contratto conFrank Sinatra. La prima raccomandazione che gli venne fatta dai produttori fu appunto di cercare di non imitarlo.
Il suo primo successo commerciale fuBecause of You, prodotta daMitch Miller con un arrangiamento orchestrale diPercy Faith: ottenne un altissimo gradimento neijuke box e rimase al primo posto nella classificaBillboard Hot 100 per otto settimane nel 1951, vendendo più di un milione di copie. Sulla scia arrivaronoCold, Cold Heart conPercy Faith che raggiunse la prima posizione nella Billboard Hot 100 per sei settimane sempre nel 1951 eBlue Velvet.
Ormai divenuta star di prima grandezza, Bennett soddisfò la moltitudine di fans accorsi a New York, al Paramount Theatre, con sette spettacoli al giorno, dalle 10:30 del mattino alle 3 di notte.
Dopo altri successi comeRags to Riches eIn the Middle of an Island, a partire dal 1955 la sua carriera musicale subì una svolta, dovuta sia alla nascita delRock sia alla sua passione per la musicajazz.Realizzò un ottimo album comeThe Beat of My Heart nel quale si avvalse della collaborazione di musicisti comeHerbie Mann eNat Adderley; la sonorità era profondamente cambiata rispetto ai lavori precedenti, basti pensare all'utilizzo delle percussioni nello stile diArt Blakey. Il progetto ottenne un buon consenso sia di critica sia di pubblico.
In seguito ebbe l'onore di lavorare con laCount Basie Orchestra, con la quale pubblicò due album nel biennio 1958-1959. Riuscì nell'impresa, analogamente aFrank Sinatra, di costruirsi la fama di cantante di qualità, dividendosi con disinvoltura tra lamusica leggera e iljazz.
Nel 1956 si esibì in televisione nelTony Bennett Show, in onda d'estate, facendo staffetta con ilPerry Como Show.
Nella prima metà deglianni sessanta Bennett intensificò i concerti, tra i quali spicca quello allaCarnegie Hall del 1962. Nello stesso anno incise la canzone che probabilmente più di ogni altra lo rappresenta:I Left My Heart in San Francisco, che gli valse ben dueGrammy Awards. Nonostante i numerosi impegni, si occupò anche di temi sociali, schierandosi contro il regime dell'apartheid inSudafrica.
Gli anni settanta ed ottanta e la tossicodipendenza
Nel frattempo l'attività divenne ancora più frenetica: cantò conLena Horne eBarbra Streisand, si separò artisticamente dalla Columbia e approdò allaMGM, dove inspiegabilmente non sembrava essere molto considerato. Nel 1975 e nel 1976, in collaborazione con il grande pianistajazzBill Evans, realizzò due album, ilTony Bennett/Bill Evans album eTogether Again. Alla fine deglianni settanta si esibì solo aLas Vegas, e incominciò ad avere problemi didipendenza dalla droga, culminati nel 1979, quando rischiò la vita per un'overdose dicocaina, dalla quale, però, si riprese anche grazie all'aiuto dei figli. Danny, il maggiore, per aiutare il padre decise di prendere il controllo delle sue spese, di allontanarlo da Las Vegas e di trasferirlo a New York. Danny organizzò per Bennett piccole apparizioni in spettacoli tv affinché anche il pubblico più giovane avesse la possibilità di ascoltare la sua musica. Nel dicembre 1979 Bennett apparve in perfetta forma come ospite d'onore alla cerimonia per i quarant'anni di carriera diFrank Sinatra, esibendosi in alcune delle sue canzoni più celebri.
Durante glianni ottanta si tolse l'etichetta di cantante dei casinò. Si riunì con vecchi collaboratori e siglò un nuovo contratto con laColumbia Records, pubblicando un nuovo album dopo più di dieci anni,The Art of Excellence, nel 1986.
All'inizio deglianni novanta, gli eccessi della disco, dellanew wave e delpunk rock favorirono un ritorno alle canzoni classiche americane e ai loro interpreti, tra i quali lo stesso Bennett. Il figlio Danny gli fece damanager e lo accompagnò come direttore d'orchestra nei numerosi show televisivi nei quali il padre apparve come guest-star, come ilDavid Letterman Show, ilLate night with Conan O'Brien, diversi spettacoli diMTV e un episodio del cartone animatoI Simpson. Nel 1990 uscìAstoria: Portrait of the Artist, nel 1992Perfectly Frank, dove cantò i più grandi successi diThe Voice e nel 1993 omaggiòFred Astaire conSteppin' Out, che gli valse l'ennesimo Grammy.
Intanto si avvicinò a nuovi stili e duettò con numerosi cantanti e gruppi, come iRed Hot Chili Peppers,Elvis Costello ePlácido Domingo. Moltiplicò i concerti e nel 1998 pubblicò un'autobiografia,The Good Life: The Autobiography of Tony Bennett. Nel 1997 venne iscritto nellaHall of Fame degli interpreti jazz e nel 2001 gli fu consegnato ilGrammy Award alla carriera.
Nello stesso anno fondò laFrank Sinatra School of the Arts, un liceo pubblico dedicato all'insegnamento delle arti dello spettacolo, inaugurato nel 2001, voluta dallo stesso Sinatra ma che non poté vedere realizzato perché morì nel 1998. Bennett volle esaudire il desiderio del collega, ricambiandolo di un elogio ricevuto durante un'intervista (1965) alla rivistaLife nella qualeSinatra affermò di considerare Tony Bennett il più grande cantante dello show business e di restarne incantato ogni volta che lo guardava esibirsi.
Il 28 luglio 2012 si esibì in concerto conGiorgia alLucca Summer Festival; al concerto, trasmesso in diretta daRai Radio 2, partecipò anche Antonia, la figlia di Bennett.
Il 29 luglio 2014 venne distribuita la cover del singoloAnything Goes, diCole Porter, in duetto conLady Gaga che anticipò l'album jazz di collaborazioni tra i due artisti,Cheek to Cheek, uscito a settembre. L'album raggiunse il primo posto dellaBillboard 200, e la seconda posizione della classifica ufficiale italianaFIMI.Per la seconda volta Tony Bennett (che a 88 anni era l'artista più anziano ad aver ottenuto un primo posto) fu in vetta alla classifica degliStati Uniti con un disco al debutto;Cheek to Cheek vinse anche unGrammy Award come "Best Traditional Pop Vocal Album". Il 25 settembre 2015 pubblicò un album di canzoni composte daJerome Kern, con Bill Charlap al piano, chiamatoThe Silver Lining: The Songs of Jerome Kern.
Il 3 agosto 2016 Tony Bennett compì 90 anni e l'evento venne celebrato con una festa a cui presero parte vari cantanti e attori, tra cuiLady Gaga,Stevie Wonder,John Travolta eBruce Willis. Il successivo 19 agosto, di fronte al Fairmont Hotel di San Francisco, Bennett partecipò all'inaugurazione di una statua alta otto metri che lo raffigura, accolto da un coro che cantòI Left My Heart in San Francisco, motivo che Bennett aveva cantato per la prima volta nell'albergo nel 1961.
Nel 2021 venne rivelato che al cantante qualche anno prima era stata diagnosticata lamalattia di Alzheimer.[4] Congiuntamente, vennero annunciati anche un nuovo album jazz in collaborazione con Lady Gaga e due serate di concerti alRadio City Music Hall diNew York, denominateOne Last Time: An Evening with Tony Bennett and Lady Gaga, che saranno le ultime esibizioni dal vivo del cantante.[5] Il figlio e manager di Bennett, Danny, verso la metà di agosto annunciò il ritiro del padre dalle scene.[6] Il 1 ottobre 2021 uscì il suo 103º ed ultimo album in studio intitolatoLove for Sale, inciso insieme a Lady Gaga.
È deceduto il 21 luglio 2023 a 96 anni nella sua abitazione aNew York a causa di un malore.[7]
Nel 1952 sposò aManhattan Patricia Beech, giovane jazzista dell'Ohio conosciuta dopo una serata in cui si era esibito in un locale diCleveland. Dall'unione nacquero due figli: il primogenito D'Andrea (detto Danny) nel 1954 e Daegal (detto Dae) l'anno successivo.
Il matrimonio con la Beech si concluse con il divorzio nel 1971, dopo una grave crisi coniugale. Nello stesso anno, Bennett sposò l'attriceSandra Grant, dalla quale avrà due figlie: Joanna (nata nel 1970) e Antonia (nata nel 1974).
Divorziò dalla seconda moglie nel 2007 e, nello stesso anno, passò a nuove nozze con Susan Crow, di quarant'anni più giovane.[8]
(EN) Gomy Smeraldi,Tony Bennett, in George Carpetto e Diane M. Evanac (a cura di),Italian Americans of the Twentieth Century, Tampa, Loggia Press, 1999, pp. 40-41.
Brooks, Tim; Marsh, Earle F.,The Complete Directory to Prime Time Network and Cable TV Shows, 1946–Present (9th ed.). Ballantine Books, 2007