Tommaso Morlino (Irsina,26 agosto1925 –Roma,6 maggio1983) è stato ungiurista epoliticoitaliano,presidente del Senato della Repubblica dal 9 dicembre1982 fino alla sua morte. Fu tra gli ideatori del sistema regionale italiano e si annovera nella vasta schiera dei giuristi di origine aviglianese, alla pari diEmanuele Gianturco (1857–1907), i fratelliNicola (1867–1913) eLeonardo Coviello (1869-1939),Nicola Stolfi (1877-1945),Giuseppe Claps (1897- 1936),Tommaso Masi (1879-1970)Aldo Morlino (1895-1990) e Franco Tedeschi (1931-1995).
Nato aIrsina, inprovincia di Matera, il 26 agosto1925, figlio unico di Giovan Battista Morlino,notaio diAvigliano, e Silvia Scardaccione, a sua volta figlia delbarone diSant'Arcangelo Giuseppe Scardaccione e sorella diDecio Scardaccione,politico esenatoredemocristiano, tra i maggiori esponenti dellaDC inBasilicata, ma ancheeconomista,agronomo eprofessore all’Università degli Studi di Bari, con cui Morlino ebbe uno stretto rapporto per tutta la sua carriera politica.[1]
Rimasto orfano poco più che adolescente, trascorse l’adolescenza prima nella casa materna di Sant’Arcangelo, nellaprovincia di Potenza, e poi aNapoli per gli studi liceali e universitari, dove frequentò lafacoltà digiurisprudenza formandosi alla scuola diGiuseppe Capograssi,filosofo del diritto,giudice costituzionale e fondatore dell’Unione giuristi cattolici italiani[1]. Laureatosi ingiurisprudenza escienze politiche nel1946, due anni dopo, nel1948, entrò nell'Avvocatura dello Stato, dove percorse tutta la carriera e ricoprì ruoli, fino a diventare, nel1951, sostitutoavvocato generale. La solida preparazionegiuridica fu alla base del successivo impegnopolitico eculturale.[1]
Nelsecondo dopoguerra fu tra i fondatori dellaDemocrazia Cristiana (DC) aNapoli e già nel1945 divenne dirigente nazionale dei gruppi giovanili[1]. La sua vocazionepolitica non passò, come per molticattolici di quegli anni, attraverso i circoli giovanili dell’Azione Cattolica o laFederazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI), ma fu il riflesso di un istintivo impegnolaico e civile, arricchito dalle suggestioni di quella rivoluzione cristiana che animava in misura speciale il pensiero diGiuseppe Dossetti.[1]
Nel settembre1951, in occasione di un convegno di studio delMovimento Giovanile della DC tenuto aMerano – nel quale, dopo l'uscita di scena di Dossetti, si sarebbero dovute definire le nuove strategie del partito – Morlino delineò un progetto che prevedeva la costituzione di un «partito-cantiere per laedificazione, dalladisgregazione della realtà italiana, di una societàcomunitaria e personalistica» da affidare ai nuovi quadri della DC, quelli della «terza generazione»,periodico del Movimento Giovanile DC, a cui collaboravano giovani comeFranco Maria Malfatti,Leopoldo Elia,Piero Pratesi,Ugo Pesce, accomunati dalle istanze delcattolicesimo democratico eantifascista).[1]
Terminata l'esperienzadossettiana, Morlino aderisce alla nascita dellacorrente politicaIniziativa Democratica nel1951, dove nel frattempo maturava la sua esperienza nel partito, divenendo vice-segretario provinciale della DC diPotenza e nel1954 fu eletto nel Consiglio nazionale della DC, mentre nel1955, con la nomina delconterraneo DCEmilio Colombo, anch'egli aderente aIniziativa Democratica, aMinistro dell'agricoltura nelgoverno Segni I, Morlino venne messo a capo dell’Ufficiolegislativo delMinistero dell'Agricoltura.[1]
Dopo aver mancato l'elezione allaCamera dei deputati nellacircoscrizione Potenza-Matera alleelezioni politiche del 1958, nel1959 viene nominato presidente dell'Ente Maremma, costituito nel'51 in seguito all’approvazione dellaRiforma agraria. In questa veste fu chiamato a rappresentare gli enti di riforma alla Conferenza nazionale del mondorurale e dell'agricoltura convocata dall'alloraPresidente del ConsiglioAmintore Fanfani.[1]
Ricoprì numerosi incarichi, politici e istituzionali.Nel1959 entrò a far parte della direzione centrale della DC, dove fu chiamato a dirigere l’ufficio enti locali, che tenne fino al1964, anno nel quale assunse la vicesegreteria nazionale del partito fino al1965, membro della direzione nazionale e dirigente di diversi uffici del partito.[1]

Eletto alleelezioni politiche del 1968senatore della Repubblica, è statosottosegretario di Stato alMinistero del bilancio e della programmazione economica dal 12 luglio1973 al 23 novembre1974 neigoverniRumor IV eV,Ministro per gli affari regionali dal 23 novembre1974 al 12 febbraio1976 nei governiMoro IV eV (in quest'ultimo governo ricoprìad interim l'incarico di ministro per la Riforma della pubblica amministrazione),Ministro del bilancio e della programmazione economica, con l'interim delle Regioni, dal 30 luglio1976 al 21 marzo1979.
Tommaso Morlino, da Ministro per le Regioni, fu il principale artefice dell'attuazione dell'ordinamento regionale, che si concretò con l'approvazione della legge22 luglio 1975 nº 382 e l'emanazione del D.P.R.24 luglio 1977 n° 616, quest'ultimo redatto da una commissione presieduta daMassimo Severo Giannini insediata dallo stesso Morlino.
In qualità di Ministro del Bilancio e della programmazione economica, dove promosse la riforma delBilancio statale, approvata con la legge 5 agosto1978 nº 468, sostenendo l'utilità del nesso programma-bilancio, concorrendo in modo rilevante alladefinizione delle norme trasfuse, tese al recupero di una guida programmata del governo dell’economia; inoltre, in un momento di grave crisi, s'impegnò per una «ripresa senzainflazione», predisponendo un programma triennale di sviluppo guidato dall’obiettivo di minore inflazione e piùoccupazione, e da quello di portare il lavoro là dove risiede la popolazione.[1]
Morlino fece parte della corrente DCMorotea, detta ancheAmici di Moro, vicini alle posizioni diAldo Moro e che ne faceva capo, oltre a rappresentare una delle componenti disinistra del partito.[1]
Formatosi ilquinto governo Andreotti tra DC,PSDI ePRI, con l'appoggio esterno delPSI, nel marzo1979 divenneMinistro di grazia e giustizia, incarico che mantenne nelprimo esecondo governo diFrancesco Cossiga fino al 18 ottobre1980, dove lo videro impegnato nella lotta contro ilterrorismo e lacriminalità organizzata, e toccò proprio a lui tuttavia dover comunicare, nella seduta del 12 febbraio1980 allaCamera dei deputati, la notizia dell’assassinio del vicepresidente delConsiglio superiore della magistraturaVittorio Bachelet.[1]
Durante l'VIII legislatura della Repubblica è stato vicepresidente del Senato, dal 21 gennaio1981 all'8 dicembre1982, epresidente del Senato della Repubblica, dal 9 dicembre1982 fino al giorno della sua morte il 6 maggio1983, avvenuta per unarresto cardiaco aPalazzo Giustiniani, mentre era in compagnia dei figli[1][2]. È la seconda persona politica dell'Italia Repubblicana, dopoIvanoe Bonomi, deceduta mentre ricopriva una delle quattroalte cariche dello Stato.
Riposa nel cimitero diAvigliano, città d'origine della sua famiglia. A lui è intitolata una delle piazze principali diMarsicovetere.
Altri progetti
| Predecessore | Presidente del Senato della Repubblica | Successore |
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| Amintore Fanfani | 9 dicembre1982 – 6 maggio1983 | Vittorino Colombo |
| Predecessore | Ministro di grazia e giustizia | Successore | |
|---|---|---|---|
| Francesco Paolo Bonifacio | 21 marzo1979 – 18 ottobre1980 | Adolfo Sarti |
| Predecessore | Ministro del bilancio e della programmazione economica | Successore | |
|---|---|---|---|
| Giulio Andreotti | 30 luglio1976 – 21 marzo1979 | Ugo La Malfa |
| Predecessore | Ministro per l'organizzazione della pubblica amministrazione e Regioni | Successore | |
|---|---|---|---|
| Francesco Cossiga | 12 febbraio1976 – 30 luglio1976 | Massimo Severo Giannini |
| Predecessore | Ministro per gli affari regionali | Successore | |
|---|---|---|---|
| Mario Toros | 23 novembre1974 – 12 febbraio1976 | Roberto Mazzotta |
| Predecessore | Sottosegretario di Stato alMinistero del bilancio e della programmazione economica | Successore | |
|---|---|---|---|
| Paolo Barbi | 12 luglio1973 – 23 novembre1974 | Salvo Lima |
| Controllo di autorità | VIAF(EN) 76415547 ·ISNI(EN) 0000 0000 7217 115X ·SBNCFIV063988 ·BAV495/339695 ·LCCN(EN) n95120288 ·BNF(FR) cb12470267d(data) |
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