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Tifariti

Coordinate:26°08′59″N 10°33′00″W26°08′59″N,10°33′00″W (Tifariti)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Tifariti
comune
تيفاريتي
Tifariti – Veduta
Tifariti – Veduta
La città di Tifariti nel 2005
Localizzazione
StatoMarocco (bandiera) Marocco
   Sahara Occidentale (bandiera) Sahara Occidentale
RegioneLaâyoune-Sakia El Hamra
ProvinciaSmara
Amministrazione
SindacoMohammed Salem Dayah
Territorio
Coordinate26°08′59″N 10°33′00″W26°08′59″N,10°33′00″W (Tifariti)
Altitudine503[1] m s.l.m.
Abitanti3 000 (2010)
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+0
Nome abitantitifaritiano/a
Cartografia
Mappa di localizzazione: Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi
Tifariti
Tifariti
Modifica dati su Wikidata ·Manuale

Tifariti, ancheTifarita, è una piccola città situata nellaZona libera controllata dalFronte Polisario, che costituisce circa un quarto delSahara Occidentale. È situata in una zona accidentata del deserto, con poca vegetazione.

NellaRepubblica Democratica Araba dei Sahrawi è unadaira dellawilaya diSmara. Per il Polisario costituisce un simbolo della resistenza saharawi riguardo allacolonizzazionemarocchina.

Storia

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Il neolitico sahariano

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Lungo i pendii della zona diLemgasem, aRekeiz, a nord di Tifariti, si trovano rocce dell'era precambriana, grandilastre di pietracalcare. In questa zona si trovano all'interno di grotte moltepitture rupestri che alcuni archeologi hanno soprannominato del "neolitico sahariano" per le proprie caratteristiche uniche. Con disegni policromi, decine di scene dicaccia epastorizia vecchi di 8/10.000 anni, danze di uomini e donne e mani dipinte o incise nella roccia. Grotte decorate con motivigeometrici,gazzelle,giraffe,antilopi ed altri animali[2].

Attualmente in rovina, Tifariti non ha mai avuto importanti strutture fisse. Fin dalMedioevo la zona è stata frequentata da popolazioni nomadi, in particolare daiSahrawi e daibeduini diLingua araba.

Il colonialismo

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Tifariti sulla mappa con il muro marocchino

Tifariti fu per molto tempo un accampamento di nomadi, una sorta di città stagionale per i Sahrawi.Per molti secoli la zona fu contesa fra diverse tribùnomadi per controllare la strada transahariana. Tifariti non ha nessuna costruzione permanente precedente alXX secolo.

Alla fine delXIX secolo, laFrancia era l'impero coloniale che dominava la regione e quando laSpagna inizia la colonizzazione della costa del Sahara Occidentale, la parte interna come Tifariti non era controllata e contesa dalle due potenze europee. Nel marzo del1912, una spedizionefrancese al comando del capitano Guerard fu sterminata nei pressi di Tifariti a "Gleib Ajchah" ribattezzata dopo come "Gleib Chuhada" (letteralmentemontagna dei martiri).

La decolonizzazione e la successiva guerra

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Tifariti fu sede di numerose battaglie durante la guerra fra ilMarocco ed i Sahrawi riuniti nel Fronte Polisario (1975-1991). Fu una base militare per entrambi gli schieramenti che più volte conquistarono e persero il controllo della città. Per i rifugiati Sahrawi fu usata come punto di sosta e smistamento sulla strada versoTindouf inAlgeria durante l'invasione marocchina. Colonne di rifugiati furono bombardate nella zona dalleForze Aeree Marocchine nel1975, provocando decine o centinaia di morti a seconda delle fonti, probabilmente con bombe al napalm. Negli anni 80 ilMuro Marocchino fu costruito a nord di Tifariti la zona fu interessata dalla terza edificazione del maggio1984 al sesto e definitivo allargamento dell'aprile1987, il territorio circostante la città rimase pesantementeminato.

Resti di uncaccia marocchino abbattuto a Tifariti

Nel1989 furono costruiti ospedali ed edifici amministrativi da agenzie straniere in preparazione del ritorno in patria dei rifugiati Sahrawi per il referendum di autodeterminazione previsto dalleNazioni Unite. Queste strutture furono bombardate e completamente distrutte dalle "Forze Aeree Marocchine" nel1991, nell'ultimo grande attacco della guerra.

Dopo la sospensione della guerra del 1991

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Vicino a Tifariti sono situate unapista di atterraggio e una base dellaMINURSO, la forza di interdizione delleNazioni Unite.

Nell'ottobre del2002 si svolse qui l'XI Congresso Popolare Generale delFronte Polisario dove fu confermato Segretario GeneraleMohamed Abdelaziz.

LaRASD, non essendo uno stato riconosciuto dalle Nazioni Unite non ha potuto firmare iltrattato di Ottawa del1997 che vieta le mine antiuomo. Il 27 febbraio2006 in una cerimonia simbolica di adesione ha distrutto una parte delle mine in proprio possesso[3]

A Tifariti, considerata città simbolo e martire della guerra, il governo della RASD compie spesso atti ufficiali, ad esempio la firma, 29 marzo2006 con quattro società petrolifere britanniche per lo studio delle potenzialità e per l'estrazione del petrolio anche in zona offshore.[4]

Parte dalla città ilSahara Marathon, talvolta per motivi di sicurezza si svolge nei campi Sahrawi nei dintorni diTindouf. Si svolge in febbraio ed ha cadenza annuale dalla prima edizione del2001. È forte la partecipazione italiana. Fa parte dei numerosi eventi di lungo percorso a volte svolti in più giorni che hanno in comune il deserto.[5]

La pianta del nuovo Parlamento

Il 5 marzo 2006 è iniziata la costruzione del Parlamento della RASD[6][7]. Rappresenta la volontà di spostare alcune strutture dalle zone autonome di Tindouf ai territori liberi

Amministrazione

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Gemellaggi

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Patti d'amicizia

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Note

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  1. ^Tifariti su Falling Rain Genomics, Inc.
  2. ^Una raccolta di immagini relative alle pitture rupestri
  3. ^firma dell'Appel de GenèveArchiviato il 6 maggio 2006 inInternet Archive.
  4. ^Accordo e firma per ricerche petrolifereArchiviato il 6 maggio 2006 inInternet Archive.
  5. ^Sito della MaratonaArchiviato il 6 maggio 2006 inInternet Archive.
  6. ^Progetto del Parlamento della RASD a TifaritiArchiviato l'11 ottobre 2006 inInternet Archive.
  7. ^alcune foto della posa della prima pietraArchiviato il 10 ottobre 2006 inInternet Archive.
  8. ^Copia archiviata, sucomune.agliana.pt.it.URL consultato il 20 maggio 2020(archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2020).
  9. ^Interventi regionali per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo (PDF), sucomune.forli.fc.it.URL consultato il 19 novembre 2020.

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