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Terza Repubblica francese

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Terza repubblica
Troisième République
Motto:Liberté, Egalité, Fraternité
Terza repubblica Troisième République - Localizzazione
Terza repubblica
Troisième République - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoRepubblica francese
Nome ufficialeRépublique française
Lingue ufficialifrancese
Lingue parlateFrancese
InnoLa Marsigliese
CapitaleParigi  (2 888 110 ab. / 1911[1])
Altre capitaliVersailles (1871-1879)
DipendenzeImpero coloniale francese (bandiera)Impero coloniale francese
Politica
Forma di StatoStato liberale
Forma di governoGoverno provvisorio(1870-1875)[2]
Repubblica parlamentare
(dal 1875)[3][4]
Presidenti della RepubblicaVedilista
Presidenti del ConsiglioVedilista
Organi deliberativiAssemblea Nazionale comprendenteSenato eCamera dei Deputati
Nascita4 settembre1870[5] conLouis-Jules Trochu
CausaSconfitta francese nellaguerra franco-prussiana
Fine10 luglio1940 conAlbert Lebrun
CausaSconfitta francese nellacampagna di Francia del 1940
Territorio e popolazione
Bacino geograficoEuropa, Africa, Asia, America del Sud, Oceania
Territorio originaleFrancia
Massima estensione550 986 km² nel 1919-1940[6]
Popolazione150.000.000(Colonie incluse) nel 1938[7]
Economia
ValutaFranco francese
Commerci conRegno Unito,Belgio,Germania,Stati Uniti d'America, (1895)[8]
EsportazioniTessuti di lana, tessuti di seta, vino, pelli, "articoli di Parigi" (1895)[9];lingerie, prodotti chimici, automobili (1911)[10]
ImportazioniLana, seta, vino, caffè, cotone, carbone, pelli, cereali (1895)[9]
Religione e società
Religioni preminentiCattolicesimo
Religioni minoritarieEbraismo
Classi socialiborghesia, nobiltà, proletariato
Territorio della Terza Repubblica nel 1939.
Evoluzione storica
Preceduto daFrancia (bandiera)Secondo Impero francese
Succeduto daFrancia libera (bandiera) Francia libera
Francia di Vichy (bandiera) Francia di Vichy
Germania (bandiera)Amministrazione militare della Francia
Germania (bandiera)Amministrazione militare del Belgio e della Francia del nord
Italia (bandiera)Amministrazione militare italiana della Francia
Ora parte diFrancia (bandiera) Francia
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LaTerza Repubblica (infrancese:Troisième Republique) fu la forma dello Stato repubblicano nato inFrancia dopo lasconfitta di Sedan (1º settembre 1870) durante laguerra franco-prussiana. Questa forma di governo, che sostituì quella delSecondo Impero, durò in Francia per quasi settant'anni, fino all'invasione tedesca del paese del1940, quando fu a sua volta sostituita dal regime autoritario del cosiddettoGoverno di Vichy.

La politica interna della Terza Repubblica fu caratterizzata da governi molto instabili, a causa di maggioranze divise o poco superiori di numero alle opposizioni. Il disorientamento per la grave sconfitta subita e l'instabilità politica favorirono vari scandali finanziari (Panama, Stavisky, ecc) ed episodi diantisemitismo come l'affare Dreyfus.

Il fortenazionalismo di alcuni ambienti militari alimentò inoltre scontri istituzionali che portarono a situazioni vicine al colpo di Stato (come per il casoBoulanger o per le ripercussioni dell'affare Dreyfus). Non mancarono, tuttavia, vaste riforme sociali, alcune di stampoanticlericale[11], attuate soprattutto dallaSinistra.

La politica estera fu caratterizzata dall'espansionismo coloniale (Africa eIndocina), dal sentimento di rivalsa nei confronti dellaGermania (revanscismo) e da un isolamento che perdurò fino a quandoRussia eRegno Unito non riscontrarono nella Germania un pericolo maggiore della Francia.

Attaccata dalla Germania nellaprima guerra mondiale, la Terza Repubblica vide nella vittoria del1918 il suo momento di maggiore prestigio, ma anche l'inizio di un processo che la condurrà, nel1940, alla sua fine.

Gli inizi (1870-1871)

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La sconfitta del Secondo Impero con la Prussia

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Un episodio dell'Assedio di Parigi dellaGuerra franco-prussiana. Dalla sconfitta delSecondo Impero nacque la Terza Repubblica.[12]
Il primo parlamento della Terza Repubblica (1871) era costituito prevalentemente da monarchici.

Iniziata il 19 luglio1870, laguerra franco-prussiana si risolse in pochi mesi con la sconfitta delSecondo Impero francese.

La notizia delladisfatta di Sedan e della cattura diNapoleone III si diffuse aParigi il 3 settembre 1870. Il giorno dopo l'orleanistaAdolphe Thiers fallì un tentativo di prendere il potere appoggiato dalParlamento e, in seguito a diverse trattative fra le forze politiche, lo stesso 4 settembre si costituì a Parigi un governo di difesa nazionale che avrebbe dovuto gestire le fasi finali della guerra e il vuoto di potere lasciato dalla cattura dell'imperatore. Di questo governo, guidato dal generaleLouis-Jules Trochu, facevano parteLéon Gambetta (Interni), Jules Favre (Esteri),Adolphe Crémieux (Giustizia) eErnest Picard (Finanze).[13]

L'esercito prussiano terminò l'accerchiamento di Parigi il 19 settembre, quando alcuni elementi del governo erano già riparati aTours, seguiti poi da Gambetta, che abbandonò lacapitale inmongolfiera il 7 ottobre. Di fronte all'impossibilità di rompere l'accerchiamento prussiano, dopo unreferendum che ne consolidò l'autorità a Parigi, il governo di Difesa nazionale si rassegnò a firmare il 28 gennaio1871 unarmistizio con il nemico. Non contento e deciso a trattare con un governo legittimo, il primo ministro prussianoOtto von Bismarck impose ai francesi l'elezione di un'Assemblea nazionale. Le votazioni si svolsero l'8 febbraio e il risultato fu a favore della destra conservatrice emonarchica.[14]

Il nuovo parlamento si riunì aBordeaux il 12 febbraio 1871 e cinque giorni dopo elesse Thiers “capo del potere esecutivo della Repubblica francese”. Il 1º marzo l'Assemblea confermò i preliminari della pace con laPrussia con 546 voti contro 107: la Francia cedeva al neocostituitoImpero tedesco l'Alsazia e laLorena, impegnandosi a pagare un'indennità di 5 miliardi di franchi.[15]

La Comune

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Lo stesso argomento in dettaglio:Comune di Parigi (1871).

La profonda crisi sociale e politica derivante dalla sconfitta fece ben presto sentire i suoi effetti. Quando il governo, il 18 marzo1871, tentò di prendere il controllo dei cannoni del terrapieno diMontmartre scoppiò una sommossa e il governoThiers, formato darepubblicani moderati eorleanisti, si rifugiò aVersailles. Per colmare il vuoto politico venne eletta a Parigi un'assemblea comunale formata dasocialisti, la “Comune”, che tenne sedute per 54 giorni e si propose di combattere il governo conservatore di Versailles.[16]

Con l'ingresso dell'esercito di Thiers a Parigi, il 21 maggio 1871, cominciò una lotta sanguinosa di una settimana che si concluse con la disfatta dei socialisti. Ciò portò alle elezioni successive del 2 luglio e ad una vittoria dei moderati rappresentati dai repubblicani uniti.

La nascita formale della Repubblica (1871-1879)

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La Francia fra il 1871 e il 1919, priva dell'Alsazia-Lorena.

Ancora sospeso il Paese fra una pienarepubblica e aspirazioni di restaurazione monarchica, il 31 agosto1871, venne approvata la legge che assegnava al Presidente del ConsiglioAdolphe Thiers anche il titolo di Presidente della Repubblica. Egli iniziò grazie a una politica rassicurante ad ottenere prestiti e a raggiungere l'accordo di evacuazione prussiana dal territorio francese. Il 13 novembre1872 si pronunciò chiaramente per una Repubblica che fosse conservatrice, ma subì poi una sconfitta elettorale a Parigi che compromise la sua posizione e il 24 maggio1873 venne rovesciato in parlamento per 16 voti, consentendo lo stesso giorno allegittimistaPatrice de Mac-Mahon di diventare il secondo presidente della Terza Repubblica.[17]

La politica di Mac-Mahon fu incentrata sull'ordine morale e sul ruolo centrale delle classi dirigenti e dellaChiesa cattolica. Nel novembre 1873 i suoi poteri furono prolungati di sette anni, mentre i successi elettorali dei repubblicani e deibonapartisti favorirono, grazie aGambetta, un accordo fra le forze parlamentari per cui (anche se per un solo voto) il 30 gennaio1875 si insediò ufficialmente la Repubblica. Da questo momento vennero emanate leleggi costituzionali: sulSenato (24 febbraio), sull'organizzazione dei poteri pubblici (25 febbraio) e sui rapporti tra i poteri pubblici (16 luglio).[18]

L'anno dopo, nel1876, le elezioni legislative furono vinte dai repubblicani mettendo in crisi la posizione di Mac-Mahon, soprattutto dal giorno in cui, il 4 maggio1877, Gambetta pronunciò un discorso allaCamera in cui accusò: «Ilclericalismo? Ecco il nemico!». Mac-Mahon fece dapprima alcuni tentativi di resistenza (sciogliendo laCamera dei Deputati) poi, dopo un'ulteriore vittoria elettorale del repubblicani (ottobre 1877), finì per accettare l'interpretazione parlamentare dellaCostituzione del 1875. I repubblicani continuarono a rafforzarsi e nel gennaio 1879 ottennero la maggioranza anche al Senato. Mac-Mahon, privato del suo ultimo punto di forza, si dimise il 30 dello stesso mese e fu sostituito dal repubblicanoJules Grévy che il 4 febbraio nominòWilliam Waddington capo del governo. La Repubblica era definitivamente instaurata.[19]

Le grandi riforme (1879-1885)

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Le istituzioni repubblicane furono confermate dalle elezioni legislative dell'agosto-settembre1881 che videro una larga vittoria sia dell'Unione repubblicana che della Sinistra repubblicana. Grazie anche a questi successi il PresidenteGrévy e quello che sarà il suo più autorevole Presidente del Consiglio,Jules Ferry, diedero vita a una serie di importanti riforme. Dapprima solo simboliche: ritorno delle Camere parlamentari a Parigi (1879), acquisizione dellaMarsigliese comeinno nazionale (1880) e del 14 luglio comefesta nazionale,amnistia per i condannati dellaComune.
Successivamente, nell'ambito di una politica volta alla difesa deidiritti umani e dell'anticlericalismo, venne autorizzata la libertà di riunioni pubbliche (1881), lalibertà di stampa (1881) e lalibertà sindacale (1884), fu decisa l'espulsione deiGesuiti e la dispersione dellecongregazioni maschili non autorizzate.
Si avviò inoltre una riforma scolastica che separò l'insegnamento religioso da quello delle altre materie, e si stabilì la gratuità (1881) e l'obbligo dell'insegnamento primario (1882). Fu sancita lalaicizzazione degli ospedali e fu ripristinato ildivorzio (1884).[20]

La crisi boulangista (1885-1889)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Georges Boulanger.
Georges Boulanger

Nel dicembre1885 il PresidenteGrévy fu rieletto e a gennaio, volendo tener conto dell'aumento del numero dei deputatiradicali e di estrema sinistra, diede l'incarico di capo del governo al repubblicano moderatoCharles de Freycinet e, successivamente, aRené Goblet. In entrambe le compagini compariva il generaleGeorges Boulanger come Ministro della Guerra.

Costui, apprezzato anche dai radicali per aver dichiarato in occasione di unosciopero diminatori che l'esercito non era al servizio dellaborghesia, si trovò al centro di una crisi internazionale con laGermania. Nell'aprile1887, infatti, dopo che il commissario di polizia di Pagny-sur-Moselle (allora al confine con la Germania) fu arrestato da agenti tedeschi in territorio francese, Boulanger propose l'invio di unultimatum a Berlino. Il governo risolse diplomaticamente la questione ma diede l'impressione che i repubblicani non avrebbero mai potuto gestire la rivincita contro l'Impero tedesco.
Così, per eliminare dalla scena politica il generale, a maggio, il governo Goblet fu fatto cadere e sostituito da un nuovo esecutivo, capeggiato daMaurice Rouvier, che non comprendeva più Boulanger.[21]

Intorno a Boulanger andava montando però una febbre nazionalistica che sembrò ad un certo momento travolgere le istituzioni, proprio dopo che il Presidente Grévy, nel dicembre 1887, era stato costretto a dimettersi per uno scandalo familiare. Né il suo successore,Sadi Carnot, sembrò saper gestire meglio la situazione. Boulanger, intanto, dopo aver perso l'appoggio sia dei monarchici che dei radicali (marzo 1888) fu minacciato di essere processato per attentato alla sicurezza dello Stato e fuggì inBelgio,[22] dove, dopo essere stato processato e condannato in contumacia, si ucciderà nel1891.

Lo scandalo del Canale di Panama (1889-1894)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Scandalo di Panama.

Durante il decennio 1890-1900 i repubblicani ebbero l'abilità di consolidare l'alleanza con i radicali. Questa stabilità permise di condurre una politica economica fondata sul rafforzamento delprotezionismo. Nel1892, tuttavia, i radicali abbandonarono il primo ministroFreycinet, accusato di essere troppo vicino aicattolici, aprendo la strada aLoubet, che, nominato Presidente del Consiglio, promise di rispondere alle aspettative dei radicali.

Ma uno scandalo doveva ancora una volta rimescolare le carte in campo. Nel1888 la compagnia francese che si stava occupando, con diverse e gravi difficoltà, dell'apertura delCanale di Panama comprò l'appoggio di alcuni deputati per essere autorizzata a emettere unprestito obbligazionario, ciò che non impedì il suofallimento nel1889. Nel novembre1892 il giornalista Édouard Drumont (1844-1917) e il giornale boulangistaLa Cocarde aprirono una campagna violentissima contro i deputati corrotti e contro il governo sullo sfondo di un accesoantisemitismo.
Lo scandalo rivelò al pubblico collusioni tra il mondo degli affari e la politica, provocando col tempo un ricambio generazionale della classe politica e l'ascesa diCharles Dupuy, Presidente del Consiglio nell'aprile1893. L'acquisita stabilità delle istituzioni repubblicane, inoltre, portò a pensare a una moderazione nella politica sociale e a una pacificazione in campo religioso.[23]

Il Caso Dreyfus (1894-1902)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Affare Dreyfus e J'accuse.
Le Petit Journal del 10 luglio 1898 ironizza sul caos generato dall'affare Dreyfus

L'antisemitismo che aveva contraddistinto la campagna giornalistica contro i deputati corrotti delCanale di Panama esplose, rafforzato da una componentenazionalista e direvanscismo, in occasione del cosiddettoAffare Dreyfus.

Il 15 ottobre1894 unufficialeebreo dell'esercito francese di originealsaziana (e quindi di una terra per metà tedesca e non più francese),Alfred Dreyfus, fu arrestato con l'accusa ditradimento. Benché l'ufficiale negasse ogni accusa, venne sbrigativamente processato e condannato, il 22 dicembre 1894, all'ergastolo. La stampa antisemita esaltò l'episodio in chiave nazionalistica.
Nel marzo del1896, però, ilcolonnello Marie-Georges Picquart (1854-1914) scoprì che il documento sul quale si fondava la sentenza di condanna era un falso. Il colonnello informò i suoi superiori, che lo ignorarono con l'intenzione di difendere la sentenza e, dopo avergli intimato di tacere, lo trasferirono inTunisia.
Per evitare ulteriori mosse di Picquart, nel novembre 1896 si produssero nuove false prove contro Dreyfus (il “falso Henry”), ma nel giugno dell'anno dopo Picquart riuscì a diffondere la notizia di poter provare la totale innocenza di Dreyfus. La stampa allora cominciò a far intendere che alte cariche dello Stato dubitavano della colpevolezza del condannato.[24]

Le ripercussioni e il tentativo di colpo di Stato

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Lo stesso argomento in dettaglio:Tentativo di colpo di Stato del 23 febbraio 1899 in Francia.
Alfred Dreyfus durante il processo a suo carico ritratto in un'illustrazione dell'epoca

Da quel momento lavicenda tornò ad appassionare i francesi, che si divisero fra coloro che cercavano di difendere la verità, considerandola più importante di qualsiasi altra cosa, e coloro che consideravano laragion di Stato più importante dell'interesse particolare di un individuo, seppure innocente.
L'11 gennaio1898, intanto, il tribunale assolvevaFerdinand Walsin Esterhazy, l'autore del primo falso. Lo scrittoreÉmile Zola pubblicò allora sul giornaleL'Aurore del repubblicano radicaleGeorges Clemenceau il celebre articolo intitolatoJ'accuse, con il quale, rivolgendosi al Presidente della RepubblicaFélix Faure, denunciava le irregolarità e le illegalità delcaso Dreyfus.
Per tutta risposta, Zola venne condannato all'esilio, fatto che scatenò la piazza, mentre i giornaliL'Aurore eLa Petite République diJean Jaurès si schieravano a difesa di Dreyfus. Contro quest'ultimo, in una campagna di stampa antisemita si segnalò inveceHenri Rochefort, che scriveva suL'Intransigeant e, della stessa parte, era ancheLa Croix, che divulgò la falsa notizia di un complotto ebraico mirante a logorare la Francia con tutti i mezzi, compresi quellilegislativi.[25]

Nonostante ciò, la posizione degli “antidreyfussiani” andò aggravandosi: il 30 agosto 1898 l'autore del secondo falso, Hubert Henry (1846-1898), confessò il suo reato e si suicidò il giorno dopo. Il 3 settembre, il Ministro della Guerra Jacques Marie Eugène Godefroy Cavaignac (1853-1905) diede le dimissioni, mentre l'alto comando rifiutava ancora la revisione del processo Dreyfus.
Inaspritosi il clima sociale, le agitazioni culminarono quando, il 23 febbraio1899, qualche giorno dopo la morte improvvisa del Presidente Faure, il nazionalista Paul Déroulède (1846-1914) tentò, con l'appoggio di sue formazioni politiche, di forzare la mano ad un generale etentare un colpo di Stato. L'azione, che aveva come obiettivo l'instaurazione di un regime forte, fu malpreparata e fallì miseramente.[26]

A questo punto la posizione di Dreyfus cominciò ad essere rivista. Nello stesso 1899 la pena dall'ergastolo edeportazione fu ridotta a dieci anni direclusione, ma solo nel1906 l'ufficiale ebreo fu completamente riabilitato. Le conseguenze politiche immediate del caso Dreyfus furono l'unione delle sinistre, il rafforzamento dei radicali e la ripresa della politica anticlericale.

La politica radicale (1902-1909)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Separazione tra Stato e Chiesa.
Émile Combes visto dal giornale cattolicoLe Pèlerin il 27 luglio 1902

La principale reazione al caso Dreyfus fu la costituzione del cosiddetto “Blocco delle sinistre”, che andava daisocialisti, fra i quali si distingueva sempre piùJean Jaurès, fino a una parte deirepubblicani moderati. Tale grande formazione politica nell'aprile-maggio1902 vinse le elezioni, ma tra i 350 seggi conquistati oltre duecento andarono ai radicali. Ciò portò il Presidente della Repubblica in carica,Émile Loubet, a formare un governo capeggiato daÉmile Combes:agnostico,massone, radicale eanticlericale.[27]

Le misure contro laChiesa non si fecero attendere. Nel giugno del 1902 furono chiuse 125 scuole religiose non autorizzate, nel1903 furono respinte tutte le richieste di autorizzazione e nel1904 fu vietato l'insegnamento per dieci anni aicongregazionisti. Il 30 luglio 1904, inoltre, a seguito delle proteste diPapa Pio X, la Francia rompeva le relazioni diplomatiche con laSanta Sede.[28]

Il 18 gennaio1905 Combes fu tuttavia costretto a dimettersi per un caso di collusione fra massoneria ed esercito. Fu sostituito dal suo Ministro delle FinanzeMaurice Rouvier che, tenendo conto delle rivendicazioni del clero, fece votare una legge (luglio-dicembre 1905) per lalibertà di coscienza religiosa ma che non prevedeva sovvenzioni ad alcunculto. Secondo la legge, inoltre, i beni ecclesiastici sarebbero stati devoluti ad associazioni culturali che avrebbero dovuto conformarsi alle regole del culto del quale si proponevano di amministrare i beni.[29]

A seguito di questa legge, ilVaticano condannò con un'enciclica il governo francese (11 febbraio 1906), per cui ilclero si rifiutò di collaborare. Alcunisacerdoti chiusero le lorochiese e l'amministrazione fu costretta ad usare la forza per inventariare i beni e devolverli alle associazioni culturali. All'inizio di marzo, negli scontri, ci fu un morto nel nordest del paese e questo portò alle dimissioni del governo Rouvier.[30]

Con le elezioni del1906, tuttavia, si ebbe un'altra grande vittoria delle sinistre e dei radicali in particolare, che conquistarono 115 seggi (su 400 delle sinistre).Georges Clemenceau, repubblicano e radicale, formò il suo governo il 25 ottobre con sette radicali su dodici ministri, scegliendo Picquart, colui che aveva scoperto la falsità delle accuse aDreyfus, come Ministro della Guerra. Questo governo, fortemente impegnato a contrastare una serie di agitazioni sociali, riuscì comunque a far votare il finanziamento delleferrovie dell'ovest, in procinto di fallire, oltre all'obbligatorietà del riposo settimanale.[31]

Il patriottismo (1909-1914)

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Aristide Briand traghettò la politica francese dalradicalismo alpatriottismo.
Il PresidenteRaymond Poincaré. Il suo patriottismo gli fece ottenere i voti della destra.

Logorato da tre anni di difficoltà politiche, il governoClemenceau cadde nel luglio1909. Gli succedettero una serie di governi, undici in cinque anni, di cui quattro furono presieduti daAristide Briand, presente quale ministro quasi sempre anche negli altri. Il repubblicano-socialista Briand fu l'uomo del compromesso in un momento in cui, tramontata la lotta al clero e alla nobiltà, stavano scomparendo i riferimenti politici del passato. I socialisti che avevano aderito all'Internazionale passarono ad un'aperta opposizione, mentre i radicali si divisero fra sostenitori dei socialisti e sostenitori dei repubblicani.[32]

Politico deciso, Briand non esitò, nell'ottobre1910, a disperdere uno sciopero delle ferrovie con l'intervento dell'esercito, in un contesto politico caratterizzato dalla crescita del pericolo tedesco. L'elemento politico più importante del periodo rimaneva infatti ilpatriottismo. Tale fenomeno si espresse in occasione dell'ambiguo compromesso franco-tedesco del 1911 che mise fine allaCrisi di Agadir e che portò alla caduta del governo diJoseph Caillaux. Il patriottismo fu anche la causa, nel gennaio1913, dell'elezione a Presidente della Repubblica diRaymond Poincaré, pur sempre repubblicano e laico, ma anche sostenitore della Francia, ciò che gli fece ottenere i voti della destra.[33]

Caduto il governo Briand nel marzo 1913, ne seguì uno, per la prima volta dal1899, presieduto da un esponente di centrodestra,Louis Barthou. L'alleanza delle varie formazioni di centro portò all'approvazione della legge diferma obbligatoria per l'esercito di tre anni. Con le elezioni del1914 si rivelò tuttavia maggioritaria quella parte della sinistra che sosteneva sia la legge dei tre anni sia la laicità dello Stato. Il Presidente Poincaré affidò allora, il 13 giugno 1914, il governo al repubblicano-socialistaRené Viviani, l'uomo che affronterà la prova dellacrisi di luglio e lo scoppio dellaprima guerra mondiale.[34]

La politica estera fino alla prima guerra mondiale

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Con la sconfitta nellaguerra franco-prussiana del 1870-71 la Francia perse la supremazia in Europa a vantaggio della Germania. La Terza Repubblica era indebolita ma già dal1875 si registrò una ripresa economica che limitò il vantaggio dell'industria tedesca.

Tunisia e Indocina (1881-1885)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Schiaffo di Tunisi e Indocina francese.
I francesi incontrano il principe di Annam aHuế. Nel 1884 l'odiernoVietnam centro-settentrionale divenneprotettorato francese.

A favore e come conseguenza di questa ripresa economica, dal1879 la Francia si impegnò in un'azione diespansione coloniale senza precedenti. La necessità di avere sbocchi commerciali e la possibilità di elargire prestiti furono gli argomenti decisivi, oltre al nazionalismo, a favore dellapolitica coloniale.[35]

La prima acquisizione di rilievo fu laTunisia, limitrofa all'Algeria già colonia francese. Approfittando della buona fede dei deputati che credevano in un'azione di polizia, nell'aprile1881 il governo diJules Ferry fece occupare quella che era ufficialmente una provinciaottomana ma che aveva acquisito un'indipendenza quasi totale. Il 12 maggio il governatore locale riconobbe con il Trattato del Bardo ilprotettorato della Francia. Conseguenza principale dell'avvenimento fu l'avvicinamento politico dell'Italia, antagonista della Francia nel Mediterraneo, a Germania eAustria. Ciò che portò alla formazione dellaTriplice alleanza.

La successiva impresa coloniale di Ferry fu la ripresa del progetto della conquista inAsia dell'impero di Annam. Quest'ultimo comprendeva approssimativamente l'odiernoVietnam, esclusa laCocincina già colonia francese assieme allaCambogia. Spinto da interessi economici che prevedevano una via commerciale per laCina meridionale, Ferry fra il dicembre1883 e il giugno1884 conquistando ilTonchino riuscì a fare dell'Annam un protettorato formando l'Indocina francese. Subito dopo fu respinta una reazione militare della Cina che il 4 aprile1885 fu costretta a firmare la rinuncia all'Annam.
Anche la Gran Bretagna dopo aver conquistato l'Alta Birmania, finì per concludere un accordo con la Francia sullaregione nel1896.[36]

L'espansione in Africa e la crisi di Fascioda (1881-1899)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Guerra franco-hova, Africa Occidentale Francese e Crisi di Fascioda.
Un manifesto analogo del 1895 sulla conquista del Madagascar.
Il manifesto di una pubblicazione a fascicoli sulla spedizione diJean-Baptiste Marchand che portò alla crisi di Fascioda.

Ancora il Presidente del ConsiglioJules Ferry, per assicurarsi una base strategica sulla rotta dell'Indocina francese, negli anni1883-1884 inviò una spedizione che occupò vari punti sulle coste delMadagascar.
Dieci anni dopo, Il 27 ottobre1894, gli aristocratici locali “Hova” dichiararono laguerra santa alla Francia che rispose un mese dopo con l'invio di un corpo di spedizione di 15.000 uomini. Questo contingente, in condizioni difficili, riuscì a conquistare la capitaleAntananarivo il 30 settembre1895 e a fare del Madagascar unprotettorato.[37]

Negli stessi anni, in concorrenza con la Gran Bretagna, la Francia occupava progressivamente nell'Africa occidentale la valle del medio corso delfiume Niger, fino a raggiungereTimbuctù nel1893. Già dieci anni prima aveva preso possesso dei 600 km di costa dellaCosta d'Avorio il cui protettorato fu instaurato nel1889.
Ancora in Africa occidentale, nel gennaio 1894 dopo due campagne militari, fu conquistato il Dahomey (attualeBenin) verso il corso inferiore del Niger, raggiunto aNikki il 5 novembre dello stesso anno. Ne derivò una grave tensione con la Gran Bretagna che rientrò solo il 14 giugno1898 con la firma di una convenzione anglo-francese: la Repubblica mantenne Nikki, ma fu la Gran Bretagna a vedersi confermata i territori più ricchi e popolosi.[36][38]

Dal1880 la Francia aveva comunque notevolmente ingrandito i suoi possedimenti in Africa occidentale che, partiti da qualche colonia costiera, si estendevano nel1899 fino alLago Ciad, nel cuore delcontinente.[39]

A questo punto, i francesi avrebbero potuto congiungere in Africa i possedimenti sull'Atlantico con la colonia isolata diGibuti, sulMar Rosso. Tale collegamento Ovest-Est contrastava però con un'analoga iniziativa che gli inglesi volevano intraprendere in direzione Sud-Nord, allo scopo di collegare i loropossedimenti sudafricani con il loroprotettorato dell'Egitto.
Ne nacque unacrisi internazionale che prese il nome dal villaggio delSudan (Fascioda) dove le direttrici di marcia delle due potenze si incontrarono. Nel 1898 l'intransigenza del Ministro degli esteri franceseGabriel Hanotaux e quella del Primo ministro ingleseSalisbury portò le due nazioni sull'orlo della guerra. TuttaviaThéophile Delcassé, che sostituì Hanotaux lo stesso 1898, finì col cedere, facendo abbandonare alla Francia le sue pretese sul bacino delNilo.

La fine dell'isolamento (1896-1906)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Alleanza franco-russa ed Entente cordiale.
Il MinistroDelcassé, protagonista dell'Entente cordiale e dellaCrisi di Tangeri.

Artefice del crollo e dell'isolamento della Francia negli anni seguenti la sconfitta dellaguerra franco-prussiana fu in gran parteBismarck. Costui, in disaccordo con il nuovo imperatoreGuglielmo II, fu allontanato dal potere nel marzo del1890. Si aprirono così per la Terza Repubblica nuove opportunità.

La conseguenza immediata della caduta di Bismarck fu il mancato rinnovo tra Germania eRussia delTrattato di controassicurazione. Per cui la Francia, approfittando delle difficoltà finanziarie della Russia, il 18 agosto1892 riuscì a strapparle un primo accordo militare antitedesco. Con tale intesa, convertita il 4 gennaio1894 in una vera e propriaalleanza, la Terza Repubblica otteneva il suo primo successo diplomatico dopo il1871, rompendo il suo isolamento.

Successivamente al riavvicinamento franco-russo si registrò un notevole miglioramento dei rapporti anche tra Francia e Italia (la quale continuava a far parte della Triplice alleanza). Tuttavia, la svolta decisiva si compì con l'antico nemico: la Gran Bretagna con la quale, risolte le ultime questioni coloniali, l'8 aprile1904 fu siglata l'Entente cordiale. Artefice francese del trattato fu il Ministro degli EsterirevanscistaThéophile Delcassé.

Le crisi marocchine e la Triplice intesa (1906-1914)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Crisi di Tangeri, Crisi di Agadir e Triplice intesa.
L'Africa dopo laCrisi di Agadir. In verde i possedimenti della Francia.

L'Entente cordiale prevedeva il consenso delRegno Unito alla Francia di includere nella sua sfera d'influenza ilMarocco. Consenso che diedero anche l'Italia e laSpagna, ma non la Germania che, alle prime pressioni francesi sulsultanato nordafricano, si dichiarò contraria. Ciò causò, nel1906, in un momento in cui laRussia era in grave difficoltà per la sconfitta nellaguerra russo-giapponese, una crisi tra Francia e Germania: la cosiddettacrisi di Tangeri, che si risolse con il cedimento del governo francese diMaurice Rouvier. Parigi acconsentì, infatti, a dirimere la questione con una conferenza internazionale e il ministro degli esteriThéophile Delcassé, acceso sostenitore della linea dura contro la Germania, fu costretto a dimettersi.

Laconferenza sul Marocco che si tenne adAlgeciras (Spagna) nel 1906, sancì, tuttavia una vittoria politica della Francia che riuscì a fare alcuni passi nella direzione dellacolonizzazione del Marocco. Quando però nel1911, a seguito di una rivolta locale, il governo francese diErnest Monis fece occupareFès, Parigi si trovò a dover gestire una nuova crisi con Berlino: laCrisi di Agadir. Di fronte alla discesa in campo della Gran Bretagna questa volta ad arretrare fu la Germania che, in cambio di alcuni territori inAfrica occidentale, cedette sul Marocco, divenuto a tutti gli effetti francese nel1912 (trattato di Fez).

Il compromesso con la Germania non trovò d'accordo il ministro degli esteri franceseJustin de Selves (1848-1934) e i sostenitori della linea dura dell'esercito. A consentire le trattative era stato invece il Presidente del ConsiglioJoseph Caillaux che, di fronte alle proteste dei nazionalisti, dovette dimettersi.[40]

Laseconda crisi marocchina portò ad un rafforzamento dell'amicizia con la Gran Bretagna che nel frattempo, nel1907, aveva concluso unaccordo con la Russia creando, seppure implicitamente, laTriplice intesa.

La prima guerra mondiale e Versailles (1914-1919)

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Il fronte della guerra di posizione fra il 1915 e il 1916 in Francia. A sinistra:Parigi.

Innescata lacrisi di luglio dall'attentato di Sarajevo, la Francia mobilitò il suo esercito il 2 agosto1914 e il 3 agosto la Germania le dichiarò guerra. Il 4 il presidente della RepubblicaPoincaré, in un messaggio al Parlamento dichiarò che la Francia «sarà eroicamente difesa da tutti i suoi figli di cui nulla potrà spezzare, davanti al nemico, l'"Unione sacra”».
Tale espressione sarà utilizzata anche per denominare la grande coalizione politica che il 26 agosto costituirà la nuova formazione del governoViviani composto a maggioranza da radicali e allargato asocialisti e airepubblicaniAlexandre Millerand (Guerra),Aristide Briand (Finanze) eAlexandre Ribot (Giustizia). Della compagine solo la destra cattolica rimarrà esclusa.[41]

Le operazioni belliche fino al 1917

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Lo stesso argomento in dettaglio:Fronte occidentale (prima guerra mondiale).
Riserve francesi passano un corso d'acqua sulla strada perVerdun (1916)

Dopo il fallimento della grande offensiva tedesca prevista dalpiano Schlieffen e la vittoria francese nellaprima battaglia della Marna, dalla fine del 1914 iniziò sulfronte occidentale la lunga, logorante e sanguinosaguerra di trincea. Il generale franceseJoseph Joffre, comandante in capo dell'esercito, convinto di poter sbloccare la situazione e liberare i territori occupati dai tedeschi, lanciò una serie di offensive tra febbraio e ottobre 1915 che ottennero scarsissimi risultati e che causarono quasi 350 000 morti solo tra i francesi.[42] Sviluppi si ebbero invece nel 1915 dal punto di vista diplomatico: a fianco dellaTriplice intesa era infatti scesa in campo l'Italia che aveva abbandonato laTriplice alleanza.

Nel1916 gli equilibri militari rimasero stabili e un'offensiva tedesca venne arginata dai francesi aVerdun grazie all'abilità logistica del generalePhilippe Pétain. Durante questagrande battaglia (durata in tutte le sue fasi quasi 10 mesi) lacontroffensiva anglo-francese della Somme (luglio-novembre) portò ugualmente a scarsi risultati, con perdite enormi. Alla fine del 1916, quindi, non si era ottenuto alcun risultato militare significativo.[43]

Il successore di Joffre,Robert Georges Nivelle, nel1917 organizzò un'altra offensiva (seconda battaglia dell'Aisne) che fallì completamente e il 15 maggio fu sollevato dall'incarico e a sua volta sostituito da Pétain. Questa ennesima carneficina portò nell'esercito francese gravi incidenti. In 66divisioni su 110 si verificarono episodi più o meno gravi di ammutinamento. La repressione dei comandanti fu immediata benché su 629 condanne a morte solo di 50 si ha certezza dell'esecuzione.

A Pétain fu affidato quindi il compito di far fronte alle ribellioni. Egli migliorò i turni, curò l'alimentazione e l'approvvigionamento e, soprattutto, abbandonò i tentativi di sfondamento frontale. Alla fine di ottobre del 1917 le truppe francesi risultarono vittoriose aLa Malmaison dove Pétain utilizzò con perizia icarri armati e quasi bilanciò la sconfitta iniziale di Nivelle.[44] Intanto gliStati Uniti d'America erano entrati in guerra a fianco dell'Intesa (aprile 1917); per quanto il loro ingresso non compensò, almeno nei primi mesi, il crollo dell'esercito russo causato dallarivoluzione.

Il fronte interno

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Sulfronte interno, nel1917, a fianco di numerosiscioperi di naturasalariale si sviluppò una correntepacifista il cui scopo era quello di trattare in qualche modo una pace con la Germania, ma i pochi tentativi diplomatici intrapresi non ebbero esito. Nuovo impulso alpacifismo fu dato dallaRivoluzione russa alla quale guardavano con simpatia isocialisti. In questo contesto si susseguirono alcune crisi governative che portarono, alla fine, ad un governo diGeorges Clemenceau (14 novembre 1917). Il nuovo esecutivo era sostenuto dalla destra, dal centro e dal centro-sinistra. I primi atti governativi riguardarono misure contro ildisfattismo, mentre a gennaio del1918 veniva arrestato l'ex primo ministroCaillaux con l'accusa di aver servito gli interessi del nemico.[45]

La vittoria e la pace di Versailles

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Lo stesso argomento in dettaglio:Trattato di Versailles.
Il momento della firma della pace del delegato tedesco (di spalle) Johannes Bell (1868-1949) aVersailles. Al centro, con i baffi bianchi,Georges Clemenceau fraWilson eLloyd George.[46]

Intensificatosi l'arrivo dei soldati americani in Europa nel primo semestre del1918, il comandante in capo, generaleFerdinand Foch, di fronte ad un'offensiva tedesca iniziata a luglio, contrattaccò (seconda battaglia della Marna) e respinse le truppe nemiche. Da quel momento gli alleati, contando ormai su un milione di soldati americani, iniziarono una lenta, metodica e inarrestabile avanzata verso la Germania. Fin quando, dopo unarivoluzione popolare che aBerlino rovesciò il regime diGuglielmo II, l'11 novembre 1918, nei pressi diCompiègne venne firmato l'armistizio.

La Conferenza di pace si aprì il 18 gennaio1919 aVersailles.Clemenceau si trovò di volta in volta impegnato in discussioni sulla sorte della Germania con i suoi alleati: il presidente statunitenseWilson, il primo ministro britannicoLloyd George e il presidente del Consiglio italianoOrlando.

Fatto salvo il ritorno dell'Alsazia-Lorena alla Francia, Clemenceau propose per motivi di sicurezza l'occupazione di tutta laRenania, dove sarebbero stati creati uno o più stati autonomi. Dopo vari colloqui si raggiunse il compromesso di un'occupazione dellaregione tedesca per quindici anni. Rinunciando all'idea degli Stati renani, Clemenceau chiese l'annessione alla Francia di unaparte della Saar per la quale, alla fine, fu deciso di creare un protettorato di quindici anni sotto l'egida dellaSocietà delle Nazioni. Sul pagamento delle riparazioni di guerra da addebitare alla Germania il Presidente del Consiglio francese fu invece intransigente. Il trattato di pace fu firmato dai tedeschi il 28 giugno 1919.[47]

Lo spostamento a destra dell'asse politico (1919-1931)

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Le zone di occupazione militare alleata inGermania alla fine del 1923. In blu la zona francese, in verde laSaar.

Il 16 novembre1919 le elezioni legislative portarono ad un parlamento senza una chiara maggioranza ma con un leggero vantaggio della destra. I governi che si susseguirono invece facevano parte del cosiddetto “Blocco nazionale”, una coalizione di centro. La politica interna dal 1919 al1924 fu dominata da questo contrasto di fondo, nel quale i governi, grazie all'appoggio dei radicali, evitarono l'appoggio della destra le cui convinzionilaiche erepubblicane rimanevano poco chiare.[48]

Tenendo presente i due problemi della sicurezza nazionale nei confronti della Germania e le riparazioni di guerra che questa aveva l'obbligo di pagare, i governi del Blocco nazionale esitarono sull'atteggiamento da adottare. Il primo ministroBriand, dopo aver fatto occupareDüsseldorf sulla riva destra delReno nel marzo del1921, verso la fine dell'anno pensò a una soluzione negoziata del problema delle riparazioni, ciò che provocò la sua caduta. Il suo successore,Poincaré, deciso invece ad ottenere i risarcimenti, fece occupare “come pegno” nel gennaio1923 la zona industriale tedesca dellaRuhr. L'azione fece sorgere notevoli perplessità su un'eventuale risposta aggressiva della Germania. Così che quando Poincaré si fece convincere dagli ex alleati sulla fattibilità di un piano per i pagamenti tedeschi (Piano Dawes), il sollievo fu generale.[49]

Il fallimento del “Cartello delle sinistre”

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In politica interna, favorito da un nuovo sistema elettorale, nel maggio del1924, il cosiddetto “Cartello delle sinistre” ottenne una vittoria illusoria date le divisioni interne. Si aprì così un altro periodo di instabilità politica che vide l'elezione a presidente della Repubblica diGaston Doumergue (al posto del candidato delle sinistrePaul Painlevé) e della nomina a presidente del Consiglio diÉdouard Herriot, che formò un governo composto darepubblicani, radicali e sostenuto daisocialisti. L'esecutivo iniziò subito una politicaanticlericale (abolizione dell'ambasciata francese inVaticano, applicazione della legge del 1901 contro le congregazioni religiose, ecc.) ampiamente contrastata dai cattolici che si riunirono in potenti associazioni. Il governo vide, tuttavia, la sua fine con le rivelazioni della Banca di Francia (10 aprile 1925) sugli anticipi concessi al Ministero delle Finanze per un ammontare ben superiore al limite legale concesso.
Il successore di Herriot,Painlevé, ridusse le intenzioni anticlericali adottando una linea più centrista che non evitò ulteriori crisi di governo sui problemi finanziari. Di fronte, infine, alla politica dei socialisti ancora legata ad aspirazioni rivoluzionarie, l'esperienza del “Cartello delle sinistre” si esaurì nell'estate del 1926, quando fece posto ad un'alleanza di centro.[50]

L“Unità nazionale” e i governi di centro-destra

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Propaganda politica a Parigi per le elezioni del 1928

L'ex presidente della RepubblicaRaymond Poincaré nel luglio del1926 accettò per la terza volta il mandato di presidente del Consiglio. Il suo governo, denominato di “Unità nazionale”, comprendevarepubblicani, radicali, moderati e anche un esponente di destra. Votato da una fortissima maggioranza, riscontrava l'opposizione deisocialisti e deicomunisti.

Il problema più importante che l'esecutivo dovette affrontare e risolvere fu la definizione del valore delFranco la cui quotazione ufficiale non teneva conto del suo deprezzamento rispetto all'anteguerra. Contro coloro che avevano intenzione di rivalutare ulteriormente lavaluta, Poincaré, in considerazione del rincaro dei prodotti nazionali che in tal caso ne sarebbe derivato, fece promulgare la legge monetaria del 25 giugno1928. L'operazione, che si sviluppò fino al1929, svalutò il Franco dell'80% e, seppure con limitazioni, ristabilì la sua convertibilità inoro.[51]

Indebolito il governo dalle elezioni del 1928 (maggioranza di centro-destra con 37 indipendenti) e dall'abbandono dei radicali che non si riconoscevano più nella politica pocoanticlericale di Poincaré, quest'ultimo diede le dimissioni nell'estate del 1929. Dopo alcuni altri tentativi non riusciti di far sopravvivere l'” Unità nazionale”, fino alla fine dellalegislatura del1931, i governi saranno dominati dal centro-destra conAndré Tardieu ePierre Laval. Tali esecutivi consentiranno, sulla scia dei governi precedenti, la gratuità dell'insegnamento, che fu portato alle scuole secondarie, l'adozione definitiva nel1930 dellaprevidenza sociale (su progetto di Poincaré) e alcune iniziative in materia economica (1931) a favore dell'agricoltura.[52]

La crisi economica e della società (1932-1935)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Grande depressione.
Albert Lebrun, al centro, fu capo di Stato dal 1932 al 1940 e fu l'ultimo presidente della Terza Repubblica.

Probabilmente fu la debole diffusione internazionale delleimprese francesi a spiegare l'entrata tardiva della Terza Repubblica nella grave crisi economica sviluppatasi dopo il “martedì nero” del 29 ottobre1929 (data del crollo dei valori allaBorsa diNew York). La depressione infatti fu avvertita in Francia a partire dall'inizio del1932 e ildeficit di bilancio che comportò si ripercosse sull'andamento della vita politica e sociale.[53]

Durante lo stesso 1932 le elezioni determinarono una netta vittoria delle sinistre e il Presidente della Repubblica di centro-destra,Albert Lebrun, incaricòHerriot di formare il nuovo governo che dovette subito affrontare l'ostilità deisocialisti. Fino al gennaio1934 ogni tentativo di creare un governo stabile fallì, mentre diverse organizzazioni di massa si andavano costituendo per contestare non solo il modo di governare il Paese, ma anche il sistema stesso.[54]

Lo scandalo Stavisky e i moti del 6 febbraio 1934

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La scintilla delle proteste si accese con il cosiddetto “Scandalo Stavisky” dal nome del fondatore delCrédit municipal diBayonne,Serge Alexandre Stavisky. Costui, beneficiario di una truffa su una sottoscrizione di buoni fruttiferi basata sulloschema Ponzi, intascò illegalmente una forte somma e, qualche minuto prima di essere arrestato, l'8 gennaio del1934 si uccise. La stampa avanzò forti dubbi sul suicidio, rivelando un'inspiegabile indulgenza da parte della giustizia che non aveva mai dato seguito alle denunce fatte contro Stavisky. Si faceva presente inoltre che il giudice che aveva lasciato Stavisky impunito era il cognato diCamille Chautemps, presidente del Consiglio e radicale.[55]

Nella società e negli ambienti politici le destre gridarono allo scandalo e il 28 gennaio 1934 Chautemps si dimise. Il PresidenteLebrun lo sostituì prontamente conÉdouard Daladier il quale fece trasferire il questore di Parigi di cui era nota la simpatia per le organizzazioni di destra che, allarmate, indissero una grande protesta per il 6 febbraio a Parigi. La protesta divenne però una marcia, alla cui testa c'erano elementi dell'Action française, pericolosamente diretta alla sede del governo. Quel giorno le forze dell'ordine, in parte schierate a difesa dellaCamera dei deputati, furono aggredite e spararono sui dimostranti. Il bilancio degli scontri fu di 15 morti e 1.435 feriti.[56] Lo stesso 6 febbraio laCamera accordava comunque la fiducia al governo di Daladier che il giorno dopo, temendo forse nuovi scontri, dava a sua volta le dimissioni.[57]

Le conseguenze della rivolta, dopo un nuovo periodo di instabilità governativa, consistettero in una svolta della politica delle sinistre. IlPartito Comunista Francese, nella persona del suo leaderMaurice Thorez, decise di abbandonare la politica di opposizione frontale e di giungere con isocialisti e i radicali ad un'alleanzaantifascista (nelle vicineItalia eGermania il potere era nelle mani difascisti enazisti). Il 14 luglio1935, un immenso corteo di mezzo milione di persone (al quale parteciparono anche Daladier e Thorez), a rappresentanza di tutte le anime dellasinistra, sfilò a Parigi aprendo una nuova fase che avrebbe portato alla costituzione del “Fronte Popolare”.[58]

La vittoria della sinistra unita (1936-1937)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Fronte popolare (Francia).
La composizione della Camera dei deputati dopo le elezioni del 1936

La grande vittoria delFronte Popolare alle elezioni dellaCamera dei deputati del maggio1936 fu preceduta da un'ondata discioperi che venne interpretata dalla stampa didestra come una forma disovietizzazione del Paese.[59]

Il 6 giugno 1936, il Presidente della RepubblicaLebrun chiamò il socialistaLéon Blum a formare il nuovo governo che risultò composto dasocialisti (Finanze, Economia, Agricoltura, Interno) e da radicali (Guerra, Aeronautica, Affari Esteri). L'esecutivo affrontò immediatamente l'emergenza degli scioperi nel ruolo di arbitro (per la prima volta nella storia della Repubblica) consentendo l'accordo fraimprese esindacati.[60]

Le riforme intraprese dalla maggioranza iniziarono con la legge che istituì 15 giorni di ferie annuali pagate (11 giugno 1936) e con quella che limitò a 40 le ore settimanali lavorative (12 giugno). Proseguirono con la Banca di Francia il cui Consiglio degliazionisti fu sostituito con un Consiglio di personalità nominate dallo Stato (24 luglio); con la creazione di un Ente per la definizione del prezzo delgrano; e con lanazionalizzazione delle industriebelliche.[61]

Dal mese di settembre, tuttavia, sorsero numerose difficoltà sulla gestione economica alle quali si aggiunse un acuirsi della lotta politica accompagnata da una violentissima campagna di stampa della destra. Nell'agosto del 1936 il Ministro degli InterniRoger Salengro fu accusato di aver disertato laGrande guerra e, benché scagionato, il 17 novembre si uccise.[62]

Su due importanti problemi la coalizione si indebolì fatalmente: il comportamento da attuare di fronte allaGuerra civile spagnola e il mantenimento dell'ordine. Sul primo problema, per non incrinare i rapporti con la Gran Bretagna che aveva deciso il non intervento, anche il governo francese decise, il 2 agosto 1936, di attuare una politica di non ingerenza attirandosi le ire deicomunisti che avrebbero voluto aiutare apertamente ilFronte Popolare spagnolo. Sul secondo problema i radicali, la cui base elettorale era costituita dalla classe media, ebbe difficoltà a proseguire un percorso politico con i comunisti. Nella primavera del1937 il radicaleDaladier sostenne il ritorno all'ordine e il rilancio della produzione dando il via, nel giugno dello stesso anno, alla caduta del governo Blum.[63]

La crisi e la seconda guerra mondiale (1938-1940)

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La crisi internazionale

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Lo stesso argomento in dettaglio:Conferenza di Monaco.
Daladier, a sinistra, conHitler il 29 settembre 1938 a Monaco di Baviera
Daladier in partenza da Monaco, il 30 settembre 1938

Dopo un'impasse politica e la fugace esperienza di un secondo governoBlum,Daladier riuscì a formare un esecutivo il 10 aprile 1938 dominato dai radicali ma allargato sia ai socialisti indipendenti sia al centro-destra. Con una forte maggioranza, alla fine di settembre, Daladier partecipò aMonaco allaconferenza internazionale che mise fine alla grave crisi politica tra Germania eCecoslovacchia. Contrariamente al suo collega britannicoChamberlain, Daladier considerò il successo della conferenza un semplice “rinvio” della guerra. Viceversa i risultati di Monaco furono accolti con grande soddisfazione sia dalla stampa sia dal Parlamento che ratificò l'accordo il 4 ottobre1938 con 535 voti contro 75 (73 dei quali comunisti). Il 15 marzo dell'anno dopo, violando i patti,Hitler occuperà la Cecoslovacchia.[64]

Sul fronte interno, intanto, Daladier, approfittando della rottura con icomunisti, aveva puntato a una restaurazioneliberale. Il 13 novembre 1938 la legge delle 40 ore venne corretta in modo da consentire una settimana lavorativa di 48 ore.
Era tuttavia la politica estera a tenere vivo l'interesse della Francia. Dopo l'occupazione tedesca della Cecoslovacchia, il 18 marzo 1939, Francia e Gran Bretagna si schierarono a difesa diPolonia,Romania eGrecia, mentre Daladier otteneva dal Parlamento l'autorizzazione a prendere per decreto legge tutte le misure necessarie alla difesa del Paese.[65]

L'inizio della guerra

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Lo stesso argomento in dettaglio:Finta guerra.

Avviate delle complicate trattative per un'alleanza con l'Unione Sovietica, quest'ultima, il 23 agosto1939, preferiva unaccordo con la Germania per la spartizione dellaPolonia. Il 1º settembre iniziava l'invasione tedesca della Polonia, due giorni dopo la Francia entrava in guerra con la Germania.

Il 13 settembreDaladier assunse anche la carica di Ministro degli Esteri benché la composizione politica del governo non mutò per il rifiuto deisocialisti di entrarvi. L'” Unione sacra” che si era formata durante laprima guerra mondiale non si realizzò, né Daladier riuscì a dare un preciso indirizzo alla compagine governativa; invogliato, in questo, dalla dottrina militare francese che era principalmente difensiva.[66]

Durante questa fase attendista, chiamata la “strana guerra” o la “finta guerra”, la vita politica fu dominata da un'offensiva contro ilPartito Comunista che fu sciolto il 26 settembre 1939 per prevenire eventuali azioni di elementi simpatizzanti dell'accordo russo-tedesco.
Nello stesso tempo alcune personalità politiche si dichiararono favorevoli a una pace di compromesso o, comePierre Laval, ad un riavvicinamento all'Italia (alleata della Germania ma non ancora in guerra). La maggioranza del parlamento viceversa auspicava una guerra più attiva e Daladier diede le dimissioni, sostituito dall'esponente di centro-destraPaul Reynaud. Costui, il 28 marzo1940, firmò con la Gran Bretagna un accordo che escludeva qualunque ipotesi di pace separata con la Germania e si impegnava nellaspedizione di Narvik, inNorvegia, che si rivelerà una sconfitta proprio nei giorni del crollo dell'esercito francese in patria.[67]

L'invasione nazista

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Lo stesso argomento in dettaglio:Campagna di Francia e Fall Gelb.
Le manovre dell'esercito anglo-francese (in azzurro) e di quello tedesco (linee tratteggiate rosse) durante lacampagna di Francia

All'alba del 10 maggio1940 i tedeschi presero l'iniziativa e attaccarono ilBelgio e iPaesi Bassi con una manovra di aggiramento dellalinea difensiva al confine francese analoga a quella del1914. La Francia, per prevenire l'invasione del proprio territorio fece entrare l'esercito in Belgio dove, il 14 maggio, riuscì a fatica a contenere l'avanzata tedesca. Si trattava di una trappola. Attuando il cosiddettopiano Manstein, noto anche come pianoSichelschnitt (“Colpo di falce”), le forze corazzate tedesche stavano penetrando più a Sud nella foresta delleArdenne, ritenuta invalicabile dai francesi, e il 15 maggiosfondavano sulla linea della Mosa. Con una manovra da est verso ovest simile a una mezzaluna, i tedeschi dalle Ardenne raggiunserola Manica il 20 maggio dividendo in due l'esercito nemico. Il 28 l'accerchiamento delle armate anglo-francesi in Belgio era completo.

Il comandante in capo dell'esercitoMaxime Weygand riuscì a formare con le forze rimanenti in Francia una linea difensiva che venne sfondata sullaSomme il 5 giugno e più a Est, sull'Aisne, il 9. Cinque giorni dopo, completamente sbandato ciò che rimaneva dell'esercito francese, i tedeschi conquistavano Parigi. il 10 giugno intanto anche l'Italia aveva dichiarato guerra alla Francia.

La fine della Terza Repubblica

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Lo stesso argomento in dettaglio:Secondo armistizio di Compiègne.
Hitler a Parigi. Con la sconfitta francese del 1940 terminò la storia della Terza Repubblica.

Le forze politiche francesi, indecise su come affrontare la catastrofe, optarono per la richiesta di un armistizio.Reynaud si dimise e il presidenteLebrun lo sostituì il 16 giugno1940 con il marescialloPétain: il 22 fu firmata laresa. Il generaleCharles de Gaulle non era riuscito a far valere la tesi del ripiegamento in Nord Africa benché sostenuto dal Primo Ministro britannicoChurchill. Egli fu battuto da Pétain e Weygand che sostenevano di non poter abbandonare i francesi al nemico senza alcuna garanzia politica; ciò che, secondo loro, avrebbe potuto portare al caos e perfino alla “sovietizzazione” del Paese.[68]

Il governo di Vichy

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La zona nord-atlantica della Francia occupata dai tedeschi, e quella meridionale, governata da Vichy

L'armistizio disarmò la Francia che dovette smobilitare l'esercito e vedere il proprio territorio in parte occupato dalle truppe tedesche. Il trattato di resa divise la Francia in due parti: quella settentrionale, denominataZone occupée, occupata dall'esercito tedesco, e quella meridionale, chiamataZone libre, rimase amministrata dal neonato governo, insieme allecolonie africane.

Subito dopo seguì la rottura drammatica con la Gran Bretagna che, nel timore che la flotta francese delMediterraneo si unisse a quella tedesca, il 3 luglio 1940 fece bombardare dallaRoyal Navy le unità francesi aMers-el-Kébir, inAlgeria (operazione Catapult). L'azione provocò l'affondamento di tre navi da battaglia e di altre unità minori oltre alla morte di 1300 francesi.

Pétain aveva intanto nominato vicepresidente del ConsiglioLaval. Su proposta di quest'ultimo, con il governo trasferito nella città termale diVichy, il 10 luglio, a camere unificate, circa 700 parlamentari su 932 (molti si erano resi irreperibili o erano stati dichiarati fuorilegge come comunisti) votarono un progetto di riforma costituzionale che avrebbe trasferito anche i poteri del capo dello Stato a Pétain. I parlamentari a favore furono 569, 20 si astennero e 80 votarono contro (fra cuiLéon Blum). Più che alla paura, la maggioranza dei parlamentari cedette al timore di un annullamento dell'armistizio e ad un profondo senso di colpa per gli errori commessi. La Terza Repubblica era giunta al termine, nasceva ilGoverno di Vichy.[69]

Istituzioni

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La Repubblica fu proclamata il 4 settembre1870, ma si dovette aspettare fino al voto dell'Assemblea Nazionale del 30 gennaio1875 a favore della proclamazione della Repubblica e il successivo 24 febbraio1875 per avere unacostituzione. Solo all'ora ci fu l'ufficializzazione di una nuova forma istituzionale rispetto alSecondo Impero. IlParlamento oAssemblea Nazionale comprendeva dueCamere che si riunivano congiuntamente una volta l'anno.[70]

LaCamera alta, ilSenato, si componeva di 300 membri di almeno 40 anni d'età. I senatori rimanevano in carica per nove anni ed erano eletti dalle commissioni speciali deidipartimenti e dellecolonie. LaCamera bassa, ovvero la Camera dei Deputati, era composta da 584 membri (1 deputato ogni 70.000 abitanti) eletti secondo gliarrondissement per quattro anni asuffragio diretto euniversale. Nessuno poteva essere eletto membro delParlamento se non aveva ottemperato agli obblighi del servizio militare attivo. Erano elettori tutti i cittadini maschi di almeno 21 anni di età e potevano essere eletti deputati tutti i cittadini maschi di almeno 25 anni di età. Ilpresidente della Repubblica veniva eletto dall'Assemblea Nazionale riunita a Camere congiunte a maggioranza assoluta e rimaneva in carica per sette anni.[70]

Note

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  1. ^Popolazione ufficiale di Parigi, daAlmanach de Gotha 1913, Justus Perthes, Gotha, 1912, p.871
  2. ^In attesa della decisione di ristabilire o meno una monarchia[1]
  3. ^Alle leggi costituzionali del 1875 veniva data una lettura "orleanista", ovvero vi si ricavava un sistema di governo di tiposemipresidenziale (un governo responsabile verso il Parlamento e un Presidente della Repubblica capace di influenzare l'indirizzo politico). Nel 1877 il PresidentePatrice de Mac-Mahon mise in pratica tale sistema, nominando un governo di orientamento politico opposto alle Camere, innescando lacrisi costituzionale del 1877. Dopo tale evento si optò per una lettura in senso parlamentare delle leggi costituzionali. La repubblica parlamentare si assestò con la fine del mandato del Presidente Mac-Mahon; i suoi successori accettarono la supremazia del Parlamento e rinunciarono al diritto discioglimento parlamentare.
    Jean-Jacques Chevallier,Histoire des institutions et des régimes politiques de la France de 1789 à 1958, éd. Armand Colin, coll. « Classic », Paris, 2001, 9e édition.
    Marcel Morabito,Histoire constitutionnelle de la France (1789-1958), éd. Montchrestien, Paris, 2004, 8e édition.
  4. ^[2][3]
  5. ^La forma repubblicana venne definitivamente confermata nel gennaio 1875 con la promulgazione delle Leggi costituzionali
  6. ^Superficie della Francia metropolitana, daGeografia Universale, UTET, Torino, 1940, Vol. II, Tomo I, p. 288.
  7. ^Priestley, Herbert Ingram (1938),La Francia all'estero: uno studio sull'imperialismo moderno, pp. 440–441
  8. ^In ordine di volume d'affari (importazioni più esportazioni). Da:Almanach de Gotha 1897, Justus Perthes, Gotha, 1896, p. 888.
  9. ^abIn ordine di importanza. Da:Almanach de Gotha 1897, Justus Perthes, Gotha, 1896, p. 889.
  10. ^Almanach de Gotha 1913, Justus Perthes, Gotha, 1912, p. 875.
  11. ^Philip Nord,The Republican Moment (Cambridge, MA, 1995), capitoli 1, 4, e 5.
  12. ^LaBattaglia di Buzenval, dipinto di Alphonse-Marie-Adolphe de Neuville (1836-1885).
  13. ^Barjot, pp. 341-342.
  14. ^Barjot, pp. 343-345.
  15. ^Barjot, p. 346.
  16. ^Barjot, pp. 348-349.
  17. ^Barjot, pp. 351-355.
  18. ^Barjot, pp. 355-357.
  19. ^Barjot, pp. 359-362.
  20. ^Barjot, pp. 368-371.
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  38. ^Wesseling, pp. 288-289, 296, 299.
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  40. ^Barjot, pp. 410, 440.
  41. ^Sirinelli, p. 12.
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  43. ^Sirinelli, pp. 23-24.
  44. ^Sirinelli, pp. 24-27.
  45. ^Sirinelli, pp. 27-30.
  46. ^Dipinto di William Orpen (1878-1931).
  47. ^Sirinelli, pp. 35-36.
  48. ^Sirinelli, pp. 47, 49-52.
  49. ^Sirinelli, pp. 53-54.
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  52. ^Sirinelli, pp. 64-68.
  53. ^Sirinelli, pp. 79-80, 86.
  54. ^Sirinelli, pp. 87-88.
  55. ^Sirinelli, p. 96.
  56. ^Il testo Sirinelli, Vandenbussche, Vavasseur-Desperriers,Storia della Francia nel Novecento, Bologna, 2003, alla p. 98 riporta: «Il significato dei moti del 6 febbraio non è totalmente chiaro. Il carattere apparentemente disorganizzato delle diverse iniziative sembra escludere l'ipotesi di un complotto organizzato per far cadere il regime [...] Si tratterebbe allora di una manovra politica tesa a ottenere, attraverso la pressione della piazza, le dimissioni del presidente del Consiglio e la formazione di una nuova maggioranza parlamentare». Tuttavia,Peppino Ortoleva,Marco Revelli,L'età contemporanea. Il novecento e il mondo attuale, Milano, Bruno Mondadori, 2011, alle pp. 334-335 scrivono: A Parigi, il 6 febbraio [...] un grosso corteo sfilò per le strade puntando sul palazzo del governo con l'obbiettivo dichiarato di porre fine al regime parlamentare. Lo guidavano i dirigenti dell'Action française, intenzionati a provocare un clima insurrezionale e a porre le condizioni di un vero e propriocoup d'etat.
  57. ^Sirinelli, pp. 96-99.
  58. ^Sirinelli, pp. 101-104.
  59. ^Sirinelli, pp. 105-108.
  60. ^Sirinelli, pp. 108-110.
  61. ^Sirinelli, pp. 110-112.
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  64. ^Sirinelli, pp. 122-123, 128.
  65. ^Sirinelli, pp. 123, 128-129.
  66. ^Sirinelli, pp. 133-134.
  67. ^Sirinelli, pp. 136-137.
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  69. ^Sirinelli, pp. 146-148.
  70. ^abAlmanach de Gotha 1897, Justus Perthes, Gotha, 1896, p. 853.

Bibliografia

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  • Dominique Barjot, Jeann-Pierre Chaline, André Encravé,Storia della Francia nell'Ottocento, Bologna, Il Mulino, 2003,ISBN 88-15-09396-6. Edizione originale (in francese):La France au XIX siècle 1814-1914, Paris, 2001.
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  • Henri Wesseling,La spartizione dell'Africa 1880-1914, Milano, Corbaccio, 2001,ISBN 88-7972-380-4. Edizione originale (in olandese):Verdeel en heers. De deling van Africa, 1880-1914, Amsterdam, 1991.
  • Matteo Lamacchia, Cesare contro Dio: la separazione tra Stato e Chiesa in Francia all'epoca dei ministeri radicali della Terza Repubblica. Contributo per un consapevole revisionismo critico, in «Nova Historica», Anno 16, numero 63, 2017, Casa Editrice Pagine, pp. 85-134,ISSN 1972-0467 (WC ·ACNP).

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