Quinto Settimio Fiorente Tertulliano, o semplicementeTertulliano (in latinoQuintus Septimius Florens Tertullianus;Cartagine,155 circa –230 circa), è stato unoscrittoreromano, filosofo eapologetacristiano, fra i più celebri del suo tempo. Negli ultimi anni della sua vita entrò in contatto con alcune sette ritenuteeretiche, come quella riconducibile al preteMontano; per questo motivo fu l'unico antico apologeta cristiano, insieme adOrigene Adamantio, a non ottenere il titolo diPadre della Chiesa.[1]
Tertulliano nacque aCartagine verso la metà delII secolo (intorno al155) da genitoripagani (patre centurione proconsulari,[2] figlio di un centurione proconsolare) e, dopo essere stato verosimilmente iniziato ai misteri diMitra, compì gli studi diretorica ediritto nelle scuole tradizionali imparando ilgreco. Visse tra la secondaetà antonina e la fine dell'età severiana.
Dopo una giovinezza dissipata esercitò la professione di avvocato dapprima inAfrica e in seguito aRoma; ritornò quindi nella città natale e probabilmente verso il 195[3] si convertì alcristianesimo, attratto forse dall'esempio dei martiri (Cfr.Apol. 50,15;Ad Scap. 5,4). Nel197 scrisse la sua prima opera,Ad nationes («Ai pagani»).
Fu sposato e ci ha lasciato uno scritto sul matrimonio indirizzato alla moglie. SecondoGerolamo eraprete, ma Tertulliano non fa alcuna allusione in questo senso né rivendica alcun mandato nella Chiesa: egli opera piuttosto come scrittore laico indipendente, critico e contestatore.[4]
Adottò posizionireligiose molto intransigenti e nel213 aderì allasetta religiosa deimontanisti, nota proprio per la sua intransigenza e il suofanatismo.[5] Anche nel periodo montanista, per Tertulliano la Chiesa è sempre «Madre».
Negli ultimi anni della suavita abbandonò il gruppo per fondarne uno nuovo, quello deitertullianisti. Quest'ultima setta era ancora esistente all'epoca disant'Agostino, che riferisce di averla fatta rientrare nell'alveo dell'ortodossia. Le ultime notizie che si possiedono su Tertulliano risalgono al222, quando attaccò polemicamente il pontefice romanoCallisto I.[6] La sua morte si data dopo il 230.
È considerato un grande teologo cristiano soprattutto perché pensa ed esprime la teologia trinitaria attraverso una terminologia latina rigorosa. A lui si deve l'introduzione del termine «persona» nella teologia trinitaria.[8]
Tertulliano fu storicamente il primo scrittore ecclesiastico ad utilizzare la parola latinatrinitas («trinità») con riferimento al Dio biblico e a definire Dio comeunam substantiam in tribus cohaerentibus (Adversus Praxean, 12:7), chiamati anchepersonae, mutuando i termini di "persona" e di "sostanza" dallametafisicastoica. In questo modo, distingueva l'unicità della sostanza divina rispetto alla pluralità delle tre persone, tra loro co-eterne econsustanziali in un piano paritetico.[9]
Tertulliano sottolineò il fatto che laprocessione presume la superiorità del Padre Dio rispetto al Figlio Dio e allo Spirito Santo Dio, da Lui inviati, pur non negando la loro consustanzialità e co-eternità «paritetica» dal punto di vista della sostanza. Da queste considerazioni derivò il fatto che la relazione fra il Padre Dio e il Figlio Dio non è co-eterna, bensì l'effetto della libera volontà di Dio di creare l'universo. Tertulliano elaborò un concetto dieconomia della salvezza, che vede la generazione del Figlio già in qualità di Salvatore e di Redentore e che assorbe ilLogos all'interno del mistero trinitario.
La dottrina di Tertulliano anticipava di circa un secolo ilConcilio di Nicea. La sua importanza storica fu notevolmente rivalutata dalla teologia moderna. Il teologoRoger Olson lo definì come il padre della dottrina trinitaria,[10] mentre il gesuita franceseJoseph Moingt, nella sua operaThéologie trinitaire de Tertullien[11], affermò che ilContra Praxeam fu il primo trattato trinitario nella storia della Chiesa.[9] La sua dottrina non fu considerata perfettamente conforme alla formula nicena. Alcuni Padri della Chiesa lo accusarono di coltivare una forma disubordinazionismo affine all'arianesimo.[9]
Nell'Apologeticum, Tertulliano afferma che l'anima «sebbene rinchiusa nel carcere del corpo [...] come dopo l'ubriachezza [...] nomina Dio con un solo nome[13]». Tali espressioni linguistiche sono, per il pensatore cartaginese, testimonianze dell'anima che – nonostante l'assenza di sovrastrutture – spontaneamente menziona Dio. Tale «scoperta», per Tertulliano, ha come obiettivo quello di dimostrare la naturalezza del sentimento religioso senza dover ricorrere alle astrusità dei filosofi.
Tertulliano dedica uno scritto apposito a tale questione, ilDe testimonio animae («La testimonianza dell'anima»). In questo piccolo libro, l'apologeta cristiano dichiara espressamente di non voler essere aiutato da chi, in precedenza, abbia, in modo artificiale, utilizzato le fonti pagane per «documentare che noi cristiani non abbiamo abbracciato alcuna dottrina nuova o mostruosa»,[14] ma suo obiettivo è andare a ricercare le fonti dell'anima nella loro purezza più originaria.
Quest'operazione, nella sua formulazione, ha un impianto di derivazione stoica, e più precisamente si rivedono echi della dottrinadell'anticipazione. Come dice Vecchiotti, «ciò che interessa di più in questa sede è l'accento messo sull'ambiente tertullianeo e il modo come questo accento è messo. Ovvero: che effettivamente il sentimento religioso costituisca unprimum rispetto ad ogni altra determinazione. Quando questa interviene, vuol dire che essa rappresenta una «macchia» – economica o psicologica – sulla nobiltà del sentimento originario»[15].
Dunque, Tertulliano riconosce che il «concetto di Dio» (per lo più quando lo si esprime, quando lo si dice) viene fuori nel momento in cui il soggetto umano si allontana da tutti i tipi di costruzioni artificiali: e tale spontaneità è sintomo dell'intrinseca presenza della religione cristiana all'interno di ogni soggettività ed è l'indicazione fondamentale della superiorità della religione cristiana rispetto alle molteplici religioni pagane.
È attribuita a Tertulliano la famosa locuzione latina «credo quia absurdum».
(latino) «Hoc est, quod deum aestimari facit, dum aestimari non capit.»
(italiano) «Questo è ciò che ci fa comprendere Dio, il fatto che non lo si può comprendere.»
(Apologeticum, 17, 3,)
Un'altra affermazione che si immette nel solco sin qui delineato è quella che si trova inDe carne Christi V, 4: «Natus est Dei Filius; non pudet, quia pudendum est: et mortuus est Dei Filius; prorsus credibile est, quia ineptum est» che si traduce come «Nacque il Figlio di Dio; non è vergognoso, perché v'è da vergognarsi: e il Figlio di Dio è morto: che è del tutto credibile, poiché è del tutto incredibile».
Importantissima risulta storicamente e dogmaticamente la sua operaDe praescriptiones haereticorum, in cui egli giunge alla conclusione fondamentale che è inutile disputare con gli eretici sulla base della Scrittura, poiché essi continueranno a loro volta a fare lo stesso. Laregula fidei contiene l'interpretazione autorevole della Scrittura ed essa è trasmessa integralmente e fedelmente solo dove sussiste la successione apostolica, cioè dai vescovi legittimi, appartenenti all'unica Chiesa cattolica e ortodossa. Ruolo primaziale nella conservazione dell'autentico deposito della fede lo ha la sede vescovile di Roma.
Alcune opere di Tertulliano (De spectaculis,De virginibus velandis,De cultu feminarum) sono improntate ad un estremo rigorismo morale che condanna ogni mondanità e diletto terreno come un'insidia diabolica; la donna stessa, discendente di Eva, è vista come una creatura del demonio. Tale rigorismo indusse Tertulliano ad aderire almontanismo, che predicava l'imminenza della resurrezione della carne e l'avvento del regno di Cristo, rifiutava la gerarchia della Chiesa e prescriveva una vita ascetica distaccata dal mondo.[16]
Degna di nota è la sua affermazione: «caro salutis est cardo»,[17] «la carne è il cardine della salvezza».
Come molti pensatori del tempo, anche Tertulliano era contrario alla pratica della contraccezione; celebre è infatti il principio da lui esposto secondo il quale: «Impedire la nascita di un bambino significa commettere un omicidio anticipato»[18].
Alla fine delII secolo e all'inizio delIII, Tertulliano è fra i primi scrittori cristiani inlingua latina e sicuramente uno dei primissimi teologi che scrivono in questa lingua. Usa nei suoi scritti un linguaggio specificamente tecnico preso dal gergo legale e costruisce iperiodi in modo volutamente irregolare, con interrogazioni, esclamazioni, battute ad effetto, giochi di parole, anastrofe,metafore, così da rendere più incisivo il discorso. Lo stile è veemente, polemico e aspro.
L'espressionelibero arbitrio è entrata nel vocabolario filosofico con Tertulliano, che per primo usò il termine «liberum arbitrium»[19] per tradurre il greco αὐτεξούσιος (autexousios) di Epitteto.[20]
Sono pervenute trenta opereteologiche e polemiche contro i pagani, contro gli avversari religiosi e contro alcunicristiani che non condividevano le sue tesi.
Periodo cristiano (197-206)
Ad nationes (197): opera in difesa delCristianesimo contro i pagani;
Apologeticum (197): una impetuosa difesa in nome della libertà di coscienza, sia contro i delitti manifesti imputati aicristiani, sia contro i cosiddetticrimina occulta, come incesti, infanticidi e altre depravazioni morali pagane;
De testimonio animae (197): opera apologetica ove l'autore sostiene che l’anima umana stessa possiede in sé la conoscenza del vero Dio;
De oratione (198-200 circa): opera contenente indicazioni riguardanti la preghiera cristiana e la sua superiorità rispetto a quella dell'Antico Testamento;
De patientia (200-203): opera che tratta il tema della "pazienza" cristiana come fondamentale elemento di fede. L'impazienza, invece, è per l'autore la fonte di tutti i peccati;
De cultu feminarum (197-206): opera, divisa in due libri distinti, nella quale le donne cristiane vengono esortate a vestire modestamente, differenziandosì così dai costumi pagani;
Ad uxorem (200-206): opera, divisa in due libri, nella quale l'autore sconsiglia alla propria moglie, in caso divedovanza, di non contrarre un secondo matrimonio;
Adversus Hermogenem (205 circa): trattato polemico contro l'antiochenoErmogene;
De baptismo (198-200 circa): trattato in difesa del sacramento del battesimo e contro la setta deiCainiti;
De paenitentia (203): trattato incentrato sul sacramento della penitenza e sui metodi per raggiungere la riconciliazione ecclesiastica da parte del penitente;
Periodo influenzato dal montanismo (207-212)
Ad Scapulam (212): opera indirizzata al governatore dell'Africa proconsolare Scapula che, in tal periodo, stava conducendo una campagna persecutoria contro icristiani;
De idolatria (211): opera nella quale Tertulliano afferma che molte attività professionali non possono esser praticate dai cristiani poiché legate al mondo pagano e all'idolatria;
De corona (211): contro il servizio militare e la guerra, considerate cose non compatibili con la fede e, dunque, con chi si professava cristiano;
De exhortatione castitatis (204-212 circa): breve trattato sulla disciplina cristiana in cui Tertulliano condanna le seconde nozze;
De virginibus velandis (207 circa): opera nella quale l'autore, fornendosi delle scritture, sostiene che le vergini debbano necessariamente apparire velate e modeste;
Adversus Praxean (212-217 circa): opera controPrassea, in cui si trova una prima definizione della formula trinitaria (una sola sostanza, tre Persone);
Scorpiace (213 circa): opera apologetica in difesa del martirio cristiano contro gli gnostici che ne negavano l'utilità;
De anima (210-213 circa): è l'opera più importante, nella quale Tertulliano rielabora anche fonti pagane;
De carne Christi (209-212 circa): contro le sette eretichegnostiche che negavano la realtà della carne umana di Cristo;
De pallio (209-211): opera scritta da Tertulliano in sua difesa poiché criticato dopo aver sostituito, nel suo abbigliamento, il mantello (pallium) alla toga;
De resurrectione mortuorum o carnis (209-212 circa): contro le eresie che, negando la realtà della carne di Cristo, negavano la realtà della sua resurrezione come evento salvifico.
Periodo apertamente montanista (213-220)
De fuga in persecutione (212 circa): opera ove Tertulliano sostiene che mettersi in salvo dalle persecuzioni vada in contrasto con la volontà di Dio che, attraverso queste, intende mettere alla prova la loro fede;
De ieiunio adversus Psychicos (217-220 circa): scritto anticattolico in difesa della pratica montanista del digiuno, assai più rigida di quella praticata dai cattolici (chiamati qui "psichici" poiché, secondo Tertulliano, dodati solo di anima e non di spirito);
De monogamia (217): opera riguardante il matrimonio e contro la pratica delle seconde nozze;
De pudicitia (220 circa): trattato polemico contro la disciplina penitenziale della Chiesa cattolica africana;
^Secondo altre ipotesi la sua conversione viene collocata intorno al 193. Cfr . con: Mondin, Battista. Storia della teologia: Epoca patristica. Italia, ESD, 1996, p.144.
^Introduzione generale allo studio dei Padri della Chiesa.
^ Battista Mondin,Storia della teologia. Vol. 1: Epoca patristica, Bologna, Edizioni Studio Domenicano, 1996, p. 144.
^Sebbene non faccia uso dellerationes seminales di Giustino, Tertulliano crede nellapreesistenza di Cristo all'Incarnazione, quale parte di un piano cosmico di Dio creatore.
^Adversus Praxean, 27, 11: «Videmus duplicem statum, non confusum sed coniunctum in una persona Deum et hominem Iesum» («Noi osserviamo una duplice condizione, non confusa ma congiunta in una sola persona, Dio e l'uomo Gesù», trad. di G. Scarpat, Torino, SEI, 1985, p. 143).
^Roger Olson,The Story of Christian Theology: Twenty Centuries of Tradition and Reform. Downers Grove, IL: InterVarsity, 1999, p. 95.
^Parigi, Aubier, 1966, 4 volumi; la citazione è nel volume I, p. 53.
^" benché fosse vergine quando concepì, divenne donna quando diede alla luce " (De Carne Christi, XXIII). Per " fratelli di Gesù " intende i figli di Maria secondo la carne (De Carne Christi, VII; Adv. Marc., IV, 19; De monog., VIII; De virg. vel., VI). Citato inTertulliano, suScrutatio.
(LA) Tertulliano,[Opere], Parisiis, apud Laurentium Sonnium, via Iacobaea, 1598.
Tertulliano,Opere scelte, a cura di Caludio Moreschini, collanaClassici delle religioni, 2ª ed., Torino, UTET, 1999[1974]. (Contiene: Gli ornamenti delle donne, Contro Marcione, la resurrezione della carne, Contro Prassea, La pudicizia).
Studi
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Alessandro Capone, “Plinio il Vecchio e Tertulliano: scrittura e riscrittura”,Auctores Nostri 4, 2006, pp. 147–165.
Alessandro Capone, “Osservazioni sull'ironia di Tertulliano nell'Adversus Valentinianos”,Auctores Nostri 4, 2006, pp. 229–242.
Gosta Claesson,Index Tertullianeus, Parigi, Études augustiniennes, 1975 (3 volumi).
Pietro Podolak,Introduzione a Tertulliano, Brescia, Morcellaiana, 2006.
Icilio Vecchiotti,La filosofia di Tertulliano, Pubblicazioni dell'Università di Urbino, Argalia editore, 1970.
Dario Annunziata,Temi e problemi della giurisprudenza severiana. Annotazioni su Tertulliano e Menandro, Editoriale Scientifica, Napoli, 2019.
Chronica Tertullianea et Cyprianea, suetudes-augustiniennes.paris-sorbonne.fr. Bibliografia esaustiva della letteratura cristiana fino alla morte di Cipriano (258)
Catechesi, suw2.vatican.va. dipapa Benedetto XVI su Tertulliano tenuta durante l'Udienza generale di mercoledì 30 maggio2007.