| Terremoto del Molise del 2002 | |
|---|---|
| Data | 31 ottobre2002 |
| Ora | 11:32 (CET) |
| Magnitudomomento | 5,74 |
| Epicentro | Bonefro (CB) 41°43′48″N 14°53′34.8″E41°43′48″N,14°53′34.8″E |
| Stati colpiti | |
| IntensitàMercalli | VIII - IX |
| Maremoto | no |
| Vittime | 30 morti, 100 feriti,3000 sfollati |
Posizione dell'epicentro | |
| Modifica dati su Wikidata ·Manuale | |
Ilterremoto del Molise del 2002 è stato unsisma verificatosi tra il 31 ottobre e il 2 novembre2002, conepicentro situato inprovincia di Campobasso tra i comuni diSan Giuliano di Puglia,Colletorto,Santa Croce di Magliano,Bonefro,Castellino del Biferno,Ripabottoni eProvvidenti.
La scossa più violenta, alle 11:32 del 31 ottobre, ha avuto unamagnitudo di 5,7 gradi dellamagnitudo momento, con effetti corrispondenti all'VIII-IX grado dellascala Mercalli[1]. Durante il terremoto crollò una scuola a San Giuliano di Puglia: morirono 27 bambini e una maestra. Le indagini giudiziarie, portate a compimento dal procuratore della Repubblica presso il tribunale di Larino,Nicola Magrone, e sfociate in un processo, hanno stabilito che il crollo della scuola era stato determinato da responsabilità umane: costruttori, progettisti, tecnico comunale e sindaco dell'epoca sono stati definitivamente condannati dalla corte di cassazione il 28 gennaio 2010[2].
Altri due anziani morirono nel crollo dello delle loro abitazione, una donna a Castellino del Biferno ed un uomo a Ripabottoni. Circa 100 furono i feriti e3000 gli sfollati in provincia di Campobasso. Anche nellaprovincia di Foggia ci furono numerosi sfollati e una decina di comuni riportarono danni di rilievo a edifici storici e abitazioni.
Nella notte tra il 30 e il 31 ottobre erano già state avvertite tre scosse di terremoto, la prima alle ore 01:25 (di magnitudo 3,2, con epicentro aSan Giuliano di Puglia), seguita da una replica di minore intensità (magnitudo 2,6 con epicentro aBonefro), e l'ultima alle ore 3:27 (magnitudo 3,5 della scala Richter, sempre con epicentro aBonefro, IV-V grado dellascala Mercalli). Alle 07:15 una nuova scossa venne registrata nel territorio diColletorto con una magnitudo di 2,9[1]
La scossa più forte si ebbe alle ore 11:32 di giovedì 31 ottobre 2002 nella zona del basso Molise, situata a nord-est della provincia di Campobasso e compresa tra iMonti Frentani e la valle delFortore: ebbe una durata di 60 secondi e fu avvertita distintamente nell'interoMolise, inCapitanata, inprovincia di Chieti, e venne percepita fino nelleMarche,[3] aPescara,Roma,Napoli,Bari,Benevento,Matera,Brindisi,Potenza,Salerno eTaranto.
ASan Giuliano di Puglia, comune vicino all'epicentro (localizzato aBonefro con unipocentro a 10 chilometri di profondità), durante la scossa il solaio di copertura di parte dell'edificio scolastico "Francesco Jovine" che comprendeva scuola materna, elementare e media crollò sulla parte sottostante: sotto le macerie rimasero intrappolati 58 bambini, 8 insegnanti e 2 bidelli.

Durante la stessa giornata si ebbero altre due scosse: la più forte dopo quella delle undici, con una magnitudo di 3,7 è stata registrata nel comune diRipabottoni[1] (V grado della scala Mercalli) alle ore 14:03, qualche ora dopo, esattamente alle 17:56, una scossa di 3,7 colpì il territorio diBonefro. La terra continuò a tremare anche nella mattinata del giorno successivo.
Alle 16:02 del 1º novembre si verificò una seconda forte scossa (magnitudo momento 5,7, VIII grado dellascala Mercalli), con epicentro aRipabottoni, anch'essa della durata di circa 60 secondi e avvertita in tutta l'Italia centrale e meridionale. Seguì una seconda scossa meno intensa (magnitudo 4,1 con epicentro aCasacalenda). Le nuove scosse provocarono il crollo di altri edifici, già danneggiati dal sisma del giorno precedente, tra i quali uncampanile aCastellino del Biferno. Il viadotto dellaTrignina riportò seri danni. Furono evacuati diversi edifici pubblici ed ospedali, tra i quali il palazzetto dello sport di San Giuliano, dove era stata allestita la camera ardente per le vittime, e la prefettura di Campobasso, dalla quale venivano coordinate le operazioni di soccorso.
Una terza scossa (magnitudo 4,2 della scala Richter, VI grado della scala Mercalli) si verificò alle 18:21, provocando danni alle abitazioni in particolare in alcuni comuniabruzzesi.
| DATA | ORA | MAGNITUDO MOMENTO | EPICENTRO | IPOCENTRO |
|---|---|---|---|---|
| 31/10/2002 | 03:27 | 3,5 | Bonefro | 4 km |
| 31/10/2002 | 11:32 | 5,7 | Bonefro | 10 km |
| 31/10/2002 | 12:56 | 3,5 | Bonefro | 10 km |
| 31/10/2002 | 14:03 | 3,7 | Ripabottoni | 10 km |
| 31/10/2002 | 17:56 | 3,7 | Bonefro | 10 km |
| 31/10/2002 | 23:56 | 3,5 | Bonefro | 10 km |
| 01/11/2002 | 10:27 | 3,5 | Sant'Elia a Pianisi | 10 km |
| 01/11/2002 | 16:09 | 5.7 | Ripabottoni | 10 km |
| 01/11/2002 | 16:19 | 4,1 | Casacalenda | 10 km |
| 01/11/2002 | 17:28 | 3,6 | Ripabottoni | 10 km |
| 01/11/2002 | 18:21 | 4,2 | Casacalenda | 10 km |
| 01/11/2002 | 23:44 | 3,7 | Casacalenda | 10 km |
| 02/11/2002 | 03:37 | 3,8 | Provvidenti | 10 km |
| 02/11/2002 | 07:21 | 3,8 | Ripabottoni | 10 km |
| 02/11/2002 | 18:20 | 3,5 | Provvidenti | 10 km |
| 03/11/2002 | 00:27 | 3,9 | Bonefro | 10 km |
| 03/11/2002 | 00:59 | 3,7 | Bonefro | 10 km |
| 04/11/2002 | 01:35 | 4,2 | Provvidenti | 10 km |
| 04/11/2002 | 04:26 | 4,1 | Provvidenti | 10 km |
| 04/11/2002 | 04:49 | 3,5 | Casacalenda | 10 km |
| 06/11/2002 | 00:10 | 3,7 | Bonefro | 10 km |
| 12/11/2002 | 10:27 | 4,2 | Ripabottoni | 10 km |
| 02/12/2002 | 21:52 | 3,8 | Ripabottoni | 10 km |
| 27/01/2003 | 05:03 | 3,5 | Morrone del Sannio | 5 km |
| 19/02/2003 | 06:52 | 3,6 | Campolieto | 5 km |
| 02/05/2003 | 05:53 | 3,8 | Campolieto | 6 km |
| 01/06/2003 | 17:45 | 4,1 | Ripabottoni | 12 km |
I soccorsi furono inizialmente prestati da volontari del posto, e quindi dal Corpo Forestale dello Stato, daivigili del fuoco, giunti da tutta la regione e dalle regioni limitrofe. Ad essi si aggiunsero i volontari delleMisericordie, dellaCroce Rossa Italiana, imilitari e scout dell'Agesci, delCNGEI e dell'Assoraider, per portare assistenza alle popolazioni vittime del sisma. Giunsero anche fondi e mezzi meccanici per agevolare le ricerche dei sopravvissuti tra le macerie, ma le operazioni di soccorso furono ostacolate dal ripetersi di altre scosse.
In occasione del sisma crollò l'intero edificio che ospitava la scuola elementare Francesco Jovine diSan Giuliano di Puglia, in via Giovanni XXIII[5]. In quel momento nell'Istituto c'erano otto insegnanti, due bidelli e 58 bambini.
Per tutto il giorno continuarono a scavare Vigili del Fuoco, volontari dellaProtezione Civile e persone del posto anche a mano, a causa della difficoltà, ovvia, di adoperare mezzi meccanici. Ancora la sera furono estratte persone vive dalle macerie. La mattina seguente i Vigili del Fuoco comunicarono di non sentire più voci provenire da sotto le macerie. Sotto la scuola "Francesco Jovine" si registrò il tributo di vite umane più pesante: 27 bambini (frequentanti la scuola elementare) e un'insegnante. Il ventisettesimo bambino morì all'ospedale Bambin Gesù di Roma il 2 dicembre 2002. I bimbi più piccoli che persero la vita erano nati nel 1996: da allora San Giuliano di Puglia non ha dunque più la leva del 1996. Diverse vittime si erano riparate sotto i banchi al momento del sisma, ma morirono.Un giovane alunno si salvò avendo puntato d'istinto una finestra e uscendone pochi secondi prima del crollo.[senza fonte] La scuola elementare fu l'unico edificio a crollare del tutto a San Giuliano di Puglia. Altre due donne rimasero vittime della caduta di detriti e calcinacci.
La tragedia fu così pesante che seguirono subito le polemiche: si cominciò a parlare della cattiva qualità della costruzione[6][7], tra l'altro ristrutturata ed ampliata da poco. Vennero così avviate indagini per determinare le responsabilità del crollo: le indagini stabilirono che, nonostante la scuola avesse subito rimaneggiamenti e persino una sopraelevazione, bambini e maestre vi erano stati fatti entrare senza neppure un collaudo. Il procuratoreMagrone nella sua requisitoria nell'aula del processo di primo grado sottolineò che la vicenda della scuola di San Giuliano rappresenta l'Italia peggiore, «quella delle violazioni, del sistematico calpestamento delle leggi e delle normative». «Se è vero - disse -che il sisma del 31 ottobre 2002 fu l'evento scatenante della tragedia, è anche vero che, se le norme fossero state rispettate quando si decise di sopraelevare l'istituto scolastico, quella scossa da sola non sarebbe bastata a far crollare l'edificio, e prova ne sia che nel resto del paese ci furono crolli e danni anche gravi a case e palazzine, ma nessun edificio implose come la scuola, fino a polverizzarsi». Mancanza dei calcoli necessari, mancanza dei collaudi, mancato rispetto delle norme e mancato adeguamento alla riclassificazione sismica del1998: queste, secondo l'accusa, furono le vere cause della morte dei bambini e della loro maestra.
Il 13 luglio2007, nonostante la mole di elementi portati dall'accusa nell'aula di udienza, i sei imputati nel processo per le morti conseguite a quel crollo - costruttori, progettista, tecnico comunale e sindaco - furono assolti in primo grado dal giudice monocratico Laura D'Arcangelo. Il processo è stato trasmesso suRai 3 dal programmaUn giorno in pretura, nelle puntate del 1º e dell'8 dicembre2008.
Il 15 gennaio2008 cominciò il processo di appello. Il 26 febbraio2009 la corte di appello di Campobasso affermò le responsabilità di cinque imputati - due costruttori, il progettista, il tecnico comunale e il sindaco -, infliggendo loro pene tra i due e i sette anni[8].
LaCorte di cassazione il 28 gennaio2010 ha definitivamente stabilito la colpevolezza dei cinque imputati. Inoltre, ha confermato la condanna a 2 anni e 11 mesi per l'ex sindaco di San Giuliano di Puglia, Antonio Borrelli, e ha disposto che per altri quattro imputati - Giuseppe La Serra (progettista della sopraelevazione crollata) e Mario Marinaro (tecnico del Comune) e i costruttori Giovanni Martino e Carmine Abiuso - sia rideterminata l'entità della pena dalla Corte di appello di Salerno[2]. «Volevamo dei responsabili e ora ci sono - ha detto Antonio Morelli, portavoce dei genitori delle piccole vittime, commentando la sentenza della Cassazione - volevamo giustizia e verità e l'abbiamo avuta».
A San Giuliano di Puglia è poi stata costruita una nuova scuola, e in tutta Italia, a seguito di interventi legislativi rapidamente varati dopo questa tragedia che ha indignato tutto il Paese, si è proceduto a ridisegnare le mappe del rischio sismico e a definire quali edifici pubblici debbano essere sottoposti ad interventi di adeguamento alle norme di sicurezza antisismiche.
La tragica vicenda di San Giuliano di Puglia, con i suoi risvolti umani, mediatici e legislativi, è ricostruita in un'inchiesta di Caterina Stagno e Silvia Tortora perLa Storia siamo noi (Rai Edu) e successivamente anche dal programmaReport diRai 3.
Nel2012, nel decennale della tragedia e in occasione della "Giornata della Memoria" di San Giuliano di Puglia che si celebra il 31 ottobre di ogni anno, è stato dedicato un libro dal titolo:C'era una volta per sempre - una favola che non dovrebbe mai essere raccontata, Robin Edizioni, autrice Nadia Giannoni.
Dopo circa una settimana la Soprintendenza ai Beni culturali e laProtezione Civile poterono stilare una lista dei comuni che avevano riportato danni ad abitazioni ed edifici storici.
Nell'ottobre del2007 un sito internet di Termoli,primonumero.it, denunciò la presunta cattiva gestione della quantità di fondi arrivati, oltre che per il terremoto, anche per l'alluvione che nel2003 che colpì duramente la città bassomolisana: in particolare essi sarebbero stati usati solo in minima parte per le zone del cratere, mentre il resto sarebbe servito per altri progetti, alcuni dei quali ben poco attinenti all'emergenza.
Nel giugno del2008 sorse una nuova discussione sulla fine dei fondi anticipata di sei mesi (fine giugno invece di fine dicembre) da parte diGiulio Tremonti, ministro dell'economia delgoverno Berlusconi IV, per finanziare l'abolizione dell'ICI sulla prima casa.[9]
Il 1º gennaio2009 i tredici sindaci dei comuni molisani colpiti dal terremoto del2002 si dimisero insieme ai colleghi pugliesi di Casalnuovo Monterotaro e Pietramontecorvino mediante una lettera al Prefetto di Campobasso. La motivazione è di protestare per il mancato varo inParlamento di un provvedimento sulla questione dei tributi e contributi sospesi dopo il sisma di sei anni prima e di cui il Governo chiedeva la restituzione.
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