Lateoria queer è una teoriasociologica, incentrata sulla critica e il riesame dei concetti disesso egenere, emersa all'inizio deglianni novanta negli Stati Uniti e in Europa.
La teoria nacque in seno agli studigay elesbici, aglistudi di genere e allateoria femminista. Sulla scia delle tesi diMichel Foucault,Jacques Derrida eJulia Kristeva, la teoria queer mette in discussione la naturalità dell'identità di genere, dell'identità sessuale e degli atti sessuali di ciascun individuo, affermando invece che esse sono interamente o in parte costruite socialmente, e che quindi gli individui non possono essere realmente descritti usando termini generali come "eterosessuale" o "donna". La teoria queer sfida pertanto la pratica comune di dividere in compartimenti separati la descrizione di una persona perché "entri" in una o più particolari categorie definite. Laddove gli studi gay e lesbici analizzano in particolare il modo in cui un comportamento viene definito "naturale" o "innaturale" rispetto al comportamento eterosessuale, la teoria queer cerca di comprendere qualsiasi attività o identità sessuale che ricada entro le categorie di normativo e deviante. In particolare, la teoria queer rigetta la creazione di categorie ed entità-gruppoartificiali[ossia?] e socialmente assegnate basate sulla divisione tra coloro che condividono un'usanza, abitudine o stile di vita e coloro che non lo condividono.
A coniare la formula "teoria queer" fuTeresa de Lauretis, nell'ambito di una conferenza tenutasi all'Università della California, Santa Cruz, nel febbraio 1990. Gli atti della conferenza sono stati pubblicati l'anno seguente[1]. Contemporaneamente vedono la luce altri due testi che ebbero grande eco in questo ambito di studi:Gender Trouble[2] diJudith Butler eEpistemology of the Closet[3] diEve Kosofsky Sedgwick.Negli anni successivi si moltiplicano le opere a tema, dando avvio alla controversa storia del termine. Nel 1993 Butler ritorna sui temi diGender Trouble conBodies that Matter[4] e conclude con un posizionamento "Criticamente Queer" dopo avere intersecato le ulteriori riflessioni di Sedgwick sulla performatività[5]. Conperformatività del genere si intende la sua capacità «di costituire l'identità che, a detta di tutti, è».[6]
Ma nel 1994 l'uso sistematico dilesbian inThe Practice of Love[7] da parte della stessa Teresa de Lauretis mette in discussione l'incontrollata rapidità degli sviluppi e usi a cui la "queer theory" è stata soggetta. A tal proposito de Lauretis dichiara: "Per quanto riguarda la 'teoria queer', il mio insistere nello specificarelesbica può certamente essere inteso come una presa di distanza da quello che, dal momento in cui l'ho proposto come ipotesi di lavoro per gli studi gay e lesbici proprio in questa rivista (differences 3, 2), è diventato assai rapidamente una creatura concettualmente vacua dell'industria editoriale"[8]. A fronte di ciò, lo scenario si arricchisce però di contributi importanti con la prima storia "foucaultiana" della teoria queer inSaint Foucault[9] diDavid Halperin e con la prima introduzione, quasi manualistica, alla teoria queer offerta daAnne Jagose inQueer Theory: An Introduction[10]. È in questi anni che il termine fa la sua comparsa "ufficiale" in Italia, negli interventi diLiana Borghi eMarco Pustianaz all'Università gay e lesbica d'estate Otia Labronica[11].
Contemporaneamente oltreoceano l'approccio critico queer ai testi e, soprattutto, ai generi quali che siano, si incontra con i temi delle riflessioni su genere, razza e classe (per esempio nei lavori dibell hooks[12]) e del rapporto tra essere umano, animale e macchina (dialogo questo che prende avvio principalmente conSimians, Cyborg and Women[13] e il cyberfemminismo diDonna Haraway). Nel mondo anglosassone, il volume di pubblicazioni a tema cresce enormemente, accompagnato da una crescenteinterdisciplinarità; due fattori, questi, che sommati alla crescente specializzazione rendono difficile l'individuazione di opere che possano dirsimainstream.
La trasposizione in lingua italiana di "queer" affiancato a "teoria" non rende ragione dell'impatto, volutamente scandaloso, di associare il termine accademicamente alto diteoria conqueer, esempio di linguaggio ingiurioso. L'effetto scandaloso voleva misurarsi anche nei confronti della critica gay e lesbica più tradizionale. Si può dire che la teoriaqueer intendesse porsi come interruzione di una pratica critica gay e lesbica legata alla naturalizzazione dell'omosessuale, ovvero a tutta la traduzione di politica culturale omosessuale che puntava sulla strategia del cosiddettoreverse discourse[14].
Contro l'effetto naturalizzante delreverse discourse da parte del movimento omosessuale, teso a stabilizzare un'identità omosessuale e a creare una comunità, la teoria queer si augurava di potere interrompere un continuum epistemico rimettendo al centro dell'attenzione il problema delle differenze multiple[15] e sviluppando contemporaneamente le contraddizioni proprie del modo in cui viene comunemente intesa la definizione omo/eterosessuale[16]. Le discrepanze e le incoerenze tra sesso cromosomico, genere e desiderio sessuale diventano l'oggetto privilegiato d'analisi, arrivando ad includere il travestitismo, l'ermafroditismo, l'ambiguità di genere e la chirurgia per il cambiamento di sesso. Gli strumenti più frequentemente usati sono quelli della decostruzione delle rappresentazioni sociali e dell'analisi delle identità sotto la lente della loro performatività.
Con tali oggetti e tali strumenti in mano, la teoria queer, affermando conseguentemente la transitività dei generi, si sforza di mettere in discussione la stabilità dell'identità e delle politiche ad essa legate. Identità non fisse, infatti, non possono essere categorizzate o etichettate e pertanto un singolo aspetto di una persona – aspetto che la precede socialmente e culturalmente nei gruppi identitari che a tali aspetti si rifanno - non può in alcun modo definirla. "Queer" risulta quindi più una critica all'identità che un'identità, mentre la teoria si fa più stringente sul metodo e più povera di un contenuto determinato a priori, assumendo nel complesso la forma di una strategia che destabilizza, destruttura, decostruisce o altrimenti mette in crisi i confini mediante analisi e performance.Così la problematica della stabilizzazione del queer, dell'uso e della determinazione del termine, diventa il problema delqueering, ovvero dell'agire conseguente l'assunzione di una prospettiva e una contestazione queer[17], puntando avanti senza anticipare l'obiettivo.
Come in altre correnti delfemminismo, alcune studiose di teoria queer vedono laprostituzione, lapornografia e ilbondage o ilsadomasochismo come legittime e valide espressioni della sessualità umana. Questa visione è anzi rafforzata dall'inclusione di tutto ciò che è non-normativo nell'elenco delle identità "performabili". L'elemento chiave sta nel vedere gli atti sessuali come qualcosa di costruito discorsivamente, e non come un insieme di pratiche preesistenti. È importante intendere "discorso" nel senso più ampio del termine, come produzione condivisa di significato - sulla scia appunto di Foucault e della teoria queer stessa. In tal modo l'attività sessuale, con le sue regole e simboli condivisi, si mostrerebbe come qualcosa che costruisce da sé la propria realtà piuttosto che riflettere una sessualità biologica predefinita e "corretta"[18]. Ad esempio,Patrick Califia scrive di come ilsadomasochismo incoraggi la fluidità e metta in questione la naturalezza delle dicotomie nella società:
(inglese)
«The dynamic between a top and a bottom is quite different from the dynamic between men and women, blacks and whites, or upper- and working- class people. That system is unjust because it assigns privileges based on race, gender, and social class. During an S&M encounter, roles are acquired and used in very different ways. If you don't like being a top or bottom, you switch your keys. Try doing that to your biological sex or your race or your socioeconomic status.»
(italiano) «La dinamica tra top[chi sta sopra, ma anche chi comanda, attivo] e bottom[chi sta sotto, ma anche chi esegue o subisce, passivo] è assai diversa da quella tra un uomo e una donna, bianco e nero o alta borghesia e ceto operaio. Questi sistemi sono ingiusti perché assegnano privilegi basati su razza, genere e classe sociale. Durante un incontro sadomasochista, i ruoli sono acquisiti e usati in modi molto diversi. Se non piace essere un top o un bottom, basta invertire registro. Si provi a farlo col sesso biologico o con l'etnia o con lo status socioeconomico.»
(Feminism and sadomasochism - Patrick Califia)
Questo punto di vista pone tra loro in conflitto branche del femminismo che vedono la prostituzione e la pornografia esclusivamente come meccanismo di oppressione delle donne.
I critici della teoria queer sostengono che un vasto e crescente corpus di prove fisiologiche, genetiche, antropologiche e sociologiche mostra come, scientificamente parlando, l'orientamento e la classificazione sessuale sono più che semplici costrutti sociali[19][20]. Secondo questo punto di vista, varie caratteristiche biologiche (alcune delle quali genetiche ed ereditarie) giocano un ruolo importante nel plasmare il comportamento sessuale (parte del più ampio dibattito "natura vs cultura").Certi scienziati affermano che le richiestedecostruzioniste sulla scienza (non solo su questo argomento) sianopseudoscienza. Tali critiche, tuttavia, non considerano il fatto che gran parte dei testi nei quali la teoria è stata sviluppata né integrano al proprio interno fonti d'indirizzo scientifico né avanzano alcun desiderio di vero e proprio antagonismo nei confronti della scienza, escludendo casi particolari e quantitativamente limitati.[senza fonte]
Numerosi commentatori rispondono a queste critiche affermando che non tutti gli individui sono nettamente classificabili come "maschi" o "femmine", anche su basi strettamente biologiche[21]. Ad esempio, i cromosomi che determinano il sesso (X e Y) possono esistere in combinazioni atipiche (come nellasindrome di Klinefelter [XXY]). Ciò rende difficoltoso l'uso del genotipo come mezzo per definire esattamente due generi distinti. Gli individuiintersessuati possono avere, per varie e diverse ragioni biologiche, genitali ambigui. Ma il fatto stesso che si osservano, riguardo alla definizione dei sessi, combinazioni "atipiche" e patologiche come lasindrome di Klinefelter, unamalattia rara cromosomica che colpisce un bambino su 500, finirebbe per escludere in tali termini una loro collocazionefisiologica.
Il modo in cui la questione dell'innatezza dell'identità sessuale e di genere è stata rilevante nella ricerca può essere investigato seguendo lo svolgersi delle numerose opere di sessuologia del Dr.John Money, della Johns Hopkins University. I suoi primi lavori indicano che era particolarmente influenzato dalla tesi per cui l'identità di genere è un costrutto sociale, ma nelle opere successive egli sviluppa una descrizione altamente sfumata di tutti gli input che la ricerca implica nella formazione dell'identità di genere di un qualsiasi individuo.
Gli aspetti biologici non sono altrettanto rilevanti per coloro che ritengono che il processo di costruzione prenda avvio nellalingua naturale e nelle categorie che esso plasma tramite il continuo rafforzamento nella mente di ciascuno – ad esempio ipronomi che fanno distinzioni di genere o la ripetizione degli insulti. Nel modello psicologico diJacques Lacan, la "fase dello specchio" (attorno ai 3 anni, quando un bambino vede sé stesso in uno specchio e crede che l'immagine sia il suo "sé") e lo sviluppo del linguaggio avvengono approssimativamente nello stesso periodo. Pertanto, è possibile che sia il linguaggio a costruire l'intera idea di sé, come pure le distinzioni di genere/sesso. Anche le idee diFerdinand de Saussure sulle relazioni segno-significante nel linguaggio vengono usate per dimostrare questo concetto: si mostra infatti come nonostante possano esistere delle verità biologiche, la nostra conoscenza e concettualizzazione è sempre mediata da linguaggio e cultura.
Esistono inoltre teorie ibride che combinano nozioni delle teorie sopra esposte su caratteristiche innate e costrutti sociali. Per esempio, si può ipotizzare che abitudini sociali, aspettative e identità siano plasmate da certi "fatti della vita". Questi possono includere strutture innate che vanno da quelle più ovvie (come le differenze tra gli apparati riproduttivi) a quelle più controverse (come l'esistenza di unorientamento sessuale che è fissato all'inizio della nostra vita da fattori genetici, ambientali e simili che determinano il risultato). La ricerca empirica (scientifica) può essere usata per separare la verità dalla congettura e spiegare come questi "fatti della vita" interagiscono con lenorme sociali. Sarebbe però riduttivo affermare che il ruolo della teoria queer è quello di esaminare le nozioni biologiche dell'orientamento sessuale e del genere nel contesto della cultura e della storia.
^Teresa de Lauretis "Queer Theory: Lesbian and Gay Sexualities.An Introduction", indifferences, 1991, 3, 2, pp. iii-xviii.
^Judith ButlerGender Trouble, New York: Routledge, 1990 e 1999. Tr. it. di Roberta Zuppet della seconda edizione statunitense, con una nuova prefazione dell'autriceScambi di genere, Milano: Sansoni, 2004.
^Eve K. SedgwickEpistemology of the Closet, Los Angeles: University of California Press, 1990, Ed. it. della seconda edizione statunitense a cura di Federico Zappino, con nuova prefazione dell'autrice,Stanze private. Epistemologia e politica della sessualità, Roma, Carocci 2011.
^Judith ButlerBodies that Matter: on the Discoursive Limits ofSex, New York: Routledge, 1993. Tr. it di Simona CapelliCorpi che contano, Milano: Feltrinelli, 1996.
^Ivi, pp. 165-84, in particolare 166-67 e 179-81. Il "debito" a Sedgwick è al suo "Queer Performativity", inGLQ 1993, 1, 1.
^J. Butler, Gender Trouble (1990), trad. it. a cura di G. Giorello, Scambi di genere, Sansoni, Milano, 2004, p. 33.
^Teresa de LauretisThe Practice of Love: Lesbian Sexuality and Perverse Desire Bloomington: Indiana University Press, 1994. Tr. it. di Simona CapelliPratica d'amore: Percorsi del desiderio perverso Milano: La Tartaruga, 1997
^"As for 'queer theory', my insistent specification lesbian may well be taken as a taking of distance from what, since I proposed it as a working hypothesis for lesbian and gay studies in this very journal (differences , 3.2), has very quickly become a conceptually vacuous creature of the publishing industry'", Teresa de Lauretis, "Habit Changes" indifferences 1994, 6, 2-3, pp. 296-313.
^David Halperin,Saint Foucault: Towards a Gay HagiographyNew York: Oxford University Press, 1995
^Anne JagoseQueer Theory: An Introduction New York: New York University Press, 1996
^Si vedapro/posizioni: Interventi alla prima Università Gay e Lesica d'Estate. Livorno, 24-30 agosto 1997, Pisa: Industrie Grafiche Pacini, 2000.
^Per una raccolta di vari saggi di bell hooks si veda, con le traduzioni di Maria Nadotti,Elogio del margine Milano: Feltrinelli, 1998
^Donna HarawaySimians, Cyborgs, and Women: The Reinvention of Nature New York: Routledge, 1991. Tr. it. di Liana BorghiManifesto Cyborg: Donne, tecnologie e biopolitiche del corpo Milano: Feltrinelli, 1994.
^Marco Pustianaz "Genere transitivo e intransitivo, ovvero gli abissi della performancequeer" in Bellagamba, Di Cori, Pustianaz, a cura di,Generi di traverso Vercelli: Edizioni Mercurio, 2000, p. 117.
^"it was my hope that the conference would [...] further explore questions that have as yet been barely broached, such as the respective and/or common grounding of current discourses and practices of homo-sexualities in relation to gender and to race, with their attendant differences of class or ethnic culture, generational, geographical, and socio-political location", deLauretis,differences, "Queer Theory", pp. iii-iv
^Per una trattazione degli argomenti e alcuni esempi di decostruzione delle pratiche si veda Beatriz PreciadoManifeste contra-sexuel, Parigi: Éditions Balland, 2000. Tr. it. del Centro Studi GLTQManifesto contra-sessuale, Milano: Il Dito e La Luna, 2002
^In parte espresse in Françoise HéritierMasculine/Féminin. La pensée de la différence Parigi: Odile Jacob, 1996. Tr. it. di Barbara FioreMaschile e femminile. Il pensiero della differenza Bari: Laterza, 2002
^(EN) Si veda ad es.: Anne Fausto-Sterling."Sexing the Body: Gender Politics and the Construction of Sexuality". New York: Basic Books, 2000. Per una trattazione filosofico-politica dell'argomento si veda Nicoletta PoidimaniOltre le monoculture del genere Milano: Mimesis, 2006
Silvia Antosa, a cura di,Omosapiens.2: spazi e identità queer Roma: Carocci, 2007ISBN 9788843045143
A. Bellagamba, P. Di Cori e M. Pustianaz (a cura di).Generi di traverso. Vercelli: Edizioni Mercurio, 2000ISBN 8886960166
Judith ButlerBodies That Matter. On the Discursive Limits of "Sex". New York-Londra: Routledge, 1993ISBN 0415903653
Judith ButlerGender Trouble New York - Londra: Routledge, 1990ISBN 0415900425
Judith ButlerThe Psychic Life of Power Stanford: Stanford University Press, 1997ISBN 0804728127; ed. it.La vita psichica del potere. Teorie del soggetto, a cura di Federico Zappino, con un dialogo traLorenzo Bernini eFederico Zappino,Quale futuro per il soggetto queer?, Milano: Mimesis 2013ISBN 9788857516066
Patrick CalifiaFeminism and Sadomasochism New York: Heresies, 1982ISBN 1573440965
Teresa de Lauretis "Queer Theory: Lesbian and Gay Sexualities. An Introduction", inDifferences, 1991, 3 (II)
Teresa de LauretisSoggetti Eccentrici, Milano: Feltrinelli, 1999ISBN 8807470268
Eve Kosofsky SedgwickBetween Men: English Literature and Male Homosocial desire. New York: Columbia University Press, 1985ISBN 0231058616
Eve Kosofsky SedgwickEpistemology of the Closet Berkeley: University of California Press, 1990ISBN 0520078748; ed. it.Stanze private. Epistemologia e politica della sessualità, a cura di Federico Zappino, Roma: Carocci 2011ISBN 8843059408
David Hugh,On queer street: a social history of British homosexuality, 1895-1995, Londra, HarperCollins, 1997,ISBN0-00-255595-6.