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Teocentrismo

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Perteocentrismo infilosofia e inteologia s'intende quella dottrina secondo la qualeDio è al centro dell'Universo e perciò tutto ciò che esiste ha significato e giustificazione soltanto riferendolo alla divinità concepita come unico principio creatore di tutta la realtà.[1]

Medioevo

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Rosone del lato nord dellacattedrale di Chartres

Secondo ilgesuita epaleontologoPierre Teilhard de Chardin, la teologia sarebbe stata nel periodo medievale teocentrica, per poi passare nel periodorinascimentale ad essereantropocentrica considerando l'uomo, e tutto ciò che gli è proprio, come centrale nell'Universo.[2]

Una corrispondenza a questa teoria si ritrova anche nellasimbologia cristiana medioevale che riprende la visione teocentrica nelrosone[3], un elemento decorativo a forma di finestrone circolare applicato alle facciate delle chiese distile romanico egotico. Il rosone rappresenta una ruota a raggi che simboleggia, secondo latradizione cristiana, il dominio diCristo sulla Terra.[4] Spesso al centro del rosone delle chiese medievali si trova la figura diCristo la quale sta ad indicare il ruolo determinante delSalvatore al centro del progettoescatologico divino.[5]

Il rosone indicava anche, nelle chiese di architettura romanica, la Fortuna raffigurata daDante con una ruota[6] che nella sua visione religiosa rappresenta una Intelligenza angelica che ha sede nell'Empireo e che opera fra gli uomini secondo un progetto divino[7].

La visione antropocentrica emistica dell'universo era già presente nel pensiero diAgostino d'Ippona che poneva l'uomo al centro del mondo in quanto maggiore creazione di Dio. Rifacendosi alla visione aristotelica del cosmo, Sant'Agostino sostiene che l'uomo ha la responsabilità di scegliere tra bene e male, e in questo, essendo l'unico dotato di intelletto, è primo tra i viventi.[8]Tommaso d'Aquino rafforzerà ulteriormente tale concezione.[9]

Rinascimento

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Nell'età rinascimentale nasce la concezione del sapere come potere, ovvero del sapere che può diventare strumento di trasformazione della realtà. L'uomo allora si pone al centro dell'Universo, intermediario tra mondo razionale e mondo spirituale, in netta contrapposizione con la prospettiva teocentrica medievale.

Esistono diverse interpretazioni del Rinascimento. Particolarmente dibattuta è la questione se esso sia da considerare come un momento di rottura, o viceversa come una fase di proseguimento rispetto al Medioevo. Naturalmente i cambiamenti non avvennero di punto in bianco e il retaggio medievale in generale non venne abbandonato.

Il primo grande interprete del RinascimentoJacob Burckhardt sosteneva la tesi della discontinuità rispetto al Medioevo, sottolineando come l'uomo medievale non avesse nessun valore se non come membro di una collettività o di un ordine, mentre solo nel Rinascimento avrebbe preso avvio in Italia un atteggiamento, segnato dalla nascita delleSignorie e deiPrincipati, più libero e individualistico da parte dell'uomo nei confronti della politica e della vita in generale. Burckhardt definisce i due periodi rispettivamente con tre aggettivi, per cui il Medioevo sarebbe statoTrascendentista,Teocentrico,Universalista, e il Rinascimento inveceUmanentista,Antropocentrico,Particolarista[10]

Età moderna

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La prospettiva teocentrica dell'universo viene messa in discussione dalla corrente laica dell'Illuminismo rappresentata daPaul Henri Thiry d'Holbach che nelle pagine dell'Encyclopédie sosteneva che dallo studio delle religioni «primitive» si dimostrava come in esse vi fosse quel connubio di «paura e ignoranza» che costituiva il fondamento ultimo di ogni concezione teocentrica che permaneva non scalfito nelle stesse religioni dei popoli cosiddetti civili,Cristianesimo incluso.

Un ritorno al teocentrismo nell'ambito delneotomismo fu sostenuto daJacques Maritain nella sua teoria di un umanesimo, che egli stesso definì «teocentrico», ispirato al messaggio cristiano. Tale umanesimo rifuggiva sia dalpragmatismo che dall'irrazionalismo, che, secondo il filosofo francese, erano i veri mali del pensiero contemporaneo che si ritrovavano nell'umanesimo antropocentrico che pone invece il centro dell'uomo nell'uomo stesso. Un umanesimo antropocentrico che Maritain definisce come "inumano". Quest'ultimo tuttavia si sta ormai decomponendo sotto i colpi deldarwinismo e dellapsicoanalisi che hanno messo in crisi l'assoluta autonomia e centralità dell'uomo al punto che ormai questo umanesimo è sul punto di abdicare a profitto dell'uomo collettivo "marxista ohegeliano".[11]

Dal punto di vista teologico secondo Maritain la modernità, distruggendo il concetto medioevale dianalogia entis, genera due opposte degenerazioni: da una parte ilrazionalismocartesiano con il suo carico divolontarismo teologico e con la sua ragione geometrica che non coglie più il mistero e dall'altra parte ilgiansenismo con il suo fideismo. Il processo di dissoluzione continua conHegel che riduce Dio a idea senza più alcuna trascendenza. Infine conNietzsche il naturalismo sfocia definitivamente nell'ateismo con lamorte di Dio e della personalità libera e spirituale dell'uomo. Ormai secondo il filosofo francese sono due le posizioni che si presentano alla fine di questa evoluzione, l'atea pura e la cristiana pura, solo questa teocentrica.

Infatti, come già aveva messo in rilievoKierkegaard nell'apparente «teocentrismocalvinista l'enfasi sulla «maestà di Dio» nasconde nel profondo del suo seno una tendenza in realtà antropocentrica»[12]

Oggi, in seguito agli ampliamenti della ricerca teologica alle nuove scoperte scientifiche,[13] la teologia è divenuta la teologia dell'universo, che è in cammino verso ilPunto Omega (Gesù Cristo). Essa quindi si deve interessare non solo dei rapporti tra Dio e l'Uomo, ma tra Dio e tutti gli esseri viventi animati (angeli, uomini, animali) che vivono nello stesso "οίκος" o casa-ambiente. Da qui sono nati l'ecoteologia e la teologia degli animali.

Note

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  1. ^Vocabolario Treccani alla voce corrispondente
  2. ^Una centralità che può essere intesa secondo diversi accenti e sfumature: semplice superiorità rispetto al resto delmondo animale o preminenzaontologica su tutta la realtà, in quanto si intende l'uomo comeespressione immanente dello spirito che è alla base dell'Universo.
  3. ^Il simbolo del rosone, suwebdiocesi.chiesacattolica.it.URL consultato il 12 gennaio 2013(archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2015).
  4. ^Il rosone del duomo di Spoleto, suspoletonline.com.
  5. ^Le Garzantine,Dizionario dei simboli, p. 456
  6. ^Dante,Inferno, XV, 95; XXX, 13;Paradiso XVI, 84)
  7. ^Dante,Inferno, VII, 73-96
  8. ^Dario Galli,Il teocentrismo di Sant'Agostino, Pàtron, 1963
  9. ^Tommaso d'Aquino,Somma teologica latino-italiano (La) - Introduzione generale, Edizioni Studio Domenicano, 1984 p.236
  10. ^J. Burckhardt,La civiltà del Rinascimento in Italia Sansoni, Firenze 1876 e 1953
  11. ^Andrzej Kobyliński,Modernitā e postmodernitā: l'interpretazione cristiana dell'esistenza al tramonto dei tempi moderni nel pensiero di Romano Guardini, Gregorian Biblical BookShop, 1998 p.36
  12. ^Erich Przywara,Agostino in Forma l'Occidente, Editoriale Jaca Book, 2007 p.65
  13. ^In particolare dopo ilConcilio Vaticano II (Gaudium et spes,Mater et Magistra) la teologia ha ampliato il suo campo di ricerca mettendo al centro l'universo stesso come creatura di Dio.

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