
I temitransgender sono presenti nella società e nellareligione greca in forme diverse:intersessualità,travestitismo eandroginia otransessualismo (quest'ultimo nel campo specifico dellamitologia greca).A differenza di altre antiche civiltà, come ad esempio quella indiana, il mondo dell'antica Grecia non ha conosciuto nella sua realtà effettiva un terzo genere sessuale, in quanto i bambini intersessuali venivano generalmente abbandonati alla nascita. I greci inoltre non praticavano lacastrazione, considerata esser un grave crimine; apprezzavano comunque gli schiavieunuchi provenienti dall'Oriente (dall'impero persiano in particolare) i quali rappresentavano dei "prodotti di lusso" che venivano importati dall'estero.
In relazioni a certi culti, anche tra i più arcaici, o a spettacoli delteatro greco, poteva anche essere praticato il travestitismo rituale; esso riveste ad esempio un ruolo particolarmente importante nelle cerimonie associate aDioniso, per certi versi un vero e proprio "dio dei travestiti"[senza fonte]. Ma è soprattutto nelle classiche storie mitologiche che troviamo la più ampia varietà di fenomeni che i ricercatori nell'ambito deglistudi queer oggi equiparano al fenomeno del transgenderismo.
Molte tra le antiche figure dieroe sono ben note per aver cambiato, temporaneamente o definitivamente,identità di genere lungo il corso della loro esistenza, quando non di esser divenuti degli autentici transessuali. Alcune di queste storie sono collegate con una maledizione, come quella riguardanteTiresia, ma altre invece si riferiscono ad una ricompensa (la vicenda diCenis); certi personaggi hanno caratteristiche di entrambi i sessi, questo è il caso diErmafrodito, mentre altri sono più semplicemente androgini od hanno abitudini, comportamenti e/o modi di fare che tendono ad avvicinarli all'altro genere (ciò concerne leAmazzoni).
Infine, alcune divinità ed eroi hanno praticato, anche ripetutamente, il travestitismo; sono i casi riguardantiErcole e l'episodio giovanile diAchille a Sciro: ma anche la grande dea della saggezzaAtena spesso e volentieri preferisce apparire ai suoi protetti in sembianze maschili (innanzi tutto nell'Odissea).

Considerando tutte le malformazioni e i difetti del corpo fisico come segni infausti e maledizioni, solitamente gli antichi greci praticavano l'infanticidio nei confronti di neonati che potevano presentare caratteri inerenti all'intersessualità[1], oppure venivano esposti (abbandonati e lasciati morire): a differenza del mondo indiano il quale sin dall'antichità ha ammesso l'esistenza di un "terzo genere sessuale" con gliHijra, i Greci non hanno mai conosciuto alcun fenomeno paragonabile all'interno della loro società. Tuttavia il mito dell'Androgino narrato daAristofane nelSimposio diPlatone viene a suggerire l'idea che l'umanità primordiale fosse distinguibile da ben tre generi (maschile, femminile e misto); un tale tipo di narrazione quindi circolava anche nel mondo dellaGrecia classica[2].

I Greci, come detto, disprezzavano sommamente la pratica orientale dell'evirazione sui maschi appena entrati nellapubertà, usavano anzi punirne i colpevoli alla stregua di coloro che si erano macchiati diviolenza sessuale eadulterio;Erodoto nelle sueStorie cita il caso deltirannoPeriandro diCorinto, che avrebbe fatto castrare non meno di 800 giovani appartenenti all'aristocrazia diCorcira col solo intento di umiliarli in una maniera estrema[3]. Accettavano però d'importare giovani schiavi eunuchi dall'estero, chiamati ektomias: venivano a costituire difatti dei "beni di lusso" atti ad ampliare le fantasie dei più ricchi; Erodoto spiega anche che la città diSardi inLidia era il centro commerciale principale di questo tipo di schiavi per i mercati delle variepolis situate nel continente[4].

Partecipare ad atti teatrali era rigorosamente vietato alle donne, cosicché tutti gli attori dell'antichità praticavano abitualmente il travestitismo[2][5].
La pratica delcrossdressing era una consuetudine in occasione della festa diCotyttia che si svolgeva nell'antica Atene; durante le celebrazioni gli uomini si vestivano come le donne per dare il via alle danze: ma anche durante la festività di Hysteria adArgo in onore della divinità dell'amore uomini e donne si dovevano scambiare gli abiti. I travestiti sono infine parte importante dell'Ekdusia aFesto[2].
Lamitologia greca contiene molte storie che parlano di divinità, eroi o anche solo personaggi umani, che oggi possiamo tranquillamente definire travestiti, intersessuali o transessuali[6]: il mito è un racconto il quale solitamente contiene aspetti simbolici e che ha la caratteristica di avere una storia che risulta di eccezionale interesse per la comunità, in quanto spiega importanti aspetti della vita sociale attraverso la narrazione della vicenda accaduta per la prima volta nei tempi più arcaici[7].
Uno dei miti più popolari su un personaggio transgender è quello diErmafrodito. Figlio diErmes eAfrodite, eredita alla nascita dai divini genitori un'eccezionale bellezza; un giorno, bagnandosi in un laghetto dellaCaria, l'oramai adolescente attira però l'attenzione di unaninfa (mitologia) di nomeSalmace. Innamoratasi fulmineamente del meraviglioso fanciullo cerca di sedurlo ma, vedutasi rifiutare con sdegno, ella con l'inganno riesce ad abbracciarlo e così - mentre se lo tiene con la forza stretto a sé - prega con tutte le forze gli dèi perché gli concedano di poter rimanere unita con lui per sempre.
GliOlimpi acconsentono, la richiesta viene accolta: i due corpi si fondono dando origine così ad un nuovo essere, per metà concaratteri sessuali maschili e per l'altra metà con caratteri sessuali femminili (perfetto esempio diermafroditismo). Così trasformato Ermafrodito rivolge anch'egli una preghiera: che ogni uomo che in futuro si facesse il bagno in quello stesso specchio l'acqua diventasse uneffeminato e acquisisse icaratteri sessuali secondari femminili[8]. Venne a rappresentare col tempo uno dei soggetti preferiti dell'arte ellenistica e dell'arte romana; le sue immagini venivano collocate nelle palestre, alleterme e nei teatri, ma anche in casa.
Diverse tra le storie che vedono protagonistaDioniso, il dio dell'ebbrezza, delvino e dellafollia, dellatragedia e delteatro (ma anche "dio delle donne"), lo vedono assumere caratteristiche da intermediario tra lamascolinità e lafemminilità. A cominciare dalla suagestazione avvenuta all'interno dellacoscia diZeus, viene in seguito abbigliato come una ragazza dai suoi genitori adottivi i quali cercano in questa maniera di proteggerlo dall'ira diEra (mitologia); anche da adulto si è trovato ad incarnare più volte i ruoli femminili[6].

Un altro famoso mito descrive la vicenda del mortaleTiresia: dopo aver separato con un bastone due serpenti intenti all'accoppiamento (zoologia), viene trasformato come punizione in una donna, ed in questo stato vive per i seguenti sette anni. Dopo aver trascorso il tempo assegnatogli in un corpo femminile, tuttavia, riesce a ritrovare il proprio stato originale ripetendo il medesimo gesto che lo aveva fatto trasformare.
La sua doppia esperienza di vita, sia in un corpo da maschio che in uno da femmina, gli permette in seguito di decidere chi avesse ragione tra Zeus e la consorte Era; tra le due divinità si era difatti innestato un dibattito su chi, tra uomo o donna, sentisse il maggiorpiacere sessuale durante l'unione intima. Anche se la sua trasformazione in donna era apparsa come una punizione, senza un attimo di esitazione Tiresia afferma che le femmine provano un godimento sessuale sette volte maggiore di quello provato dai maschi[9].
Il mito di Tiresia è molto simile a quello della principessaCenis, figlia del re deiLapiti Elatos; dopo avers subitoviolenza sessuale da parte del dioPoseidone a cui lei si era sempre rifiutata, riesce infine a trasformarsi - come compensazione per laverginità perduta per sempre - in un ragazzo: diventa così l'invincibile eroe Ceneus[6].
Il mito delleAmazzoni getta le basi, col suo carattere altamente androgino, per una modernaicona gay della culturalesbica: questedonne guerriere assai esperte nell'arte del combattimento, erano un popolo composto esclusivamente da donne, che rifiutavano con sprezzo la compagnia dagli uomini ed assumevano ruoli considerati maschili. Esperte eccezionali nell'arte della guerra, soprattutto nella loro qualità diarciere a cavallo, non esitavano ad amputarsi il seno destro per poter avere una migliore mobilità neltiro con l'arco ed accentuano al contempo il proprio carattere virile[9].
Gli uomini venivano da loro temporaneamente accolti solo come "oggetti da riproduzione": quando partorivano poi, i neonati maschi li lasciavano senza alcuna pietà morire - oppure li scaraventavano giù da un'altissima rupe - mentre le femmine erano accolte all'interno della loro comunità per essere allevate ed addestrate anch'esse come Amazzoni.

Per concludere, diverse storie riguardano personaggi mitologici che praticano laparodia abbigliati in vesti muliebri (come le donne): tra tutti i già citatiErcole eAchille[2] ·[6].
Durante molte delle cerimonie dedicate a Dioniso, il travestitismo veniva spesso utilizzato come un fatto del tutto appropriato: sappiamo ad esempio che le donne partecipavano trasportando con sé grandi oggetti fallici posticci (ithiypalloi, vediitifallico esimbolismo fallico)[6].
In alcune aree un culto del tutto speciale veniva riservato alle divinità più tradizionali; nell'isola di Cipro vi era quindi un culto apposito dedicato ad unaAfrodite barbuta oAfrodito[10].
Con lo sviluppo delculto misterico diCibele a partire dal VI secolo a.C., una tipologia del tutto nuova di sacerdotessa appare nel mondo greco: chiamatiGalli nell'antica Roma, le sacerdotesse dellaDea erano nati maschi, ma avevano scelto di sottoporsi ad auto-castrazione e vivere da allora in poi un'identità femminile[11].
