Storia del teatro occidentale |
Visita ilPortale del Teatro |
Con la locuzioneteatro futurista si intendono tutte quelle esperienzeteatrali che si svilupparono in seno al movimentofuturista e che investirono i diversi campi dell'arte teatrale, dalladrammaturgia allascenografia, dallarecitazione fino allarelazione teatrale che lega l'evento allospettatore.
L'ideatore e principale sostenitore del teatro futurista fuFilippo Tommaso Marinetti, già personalità principale dell'intero movimento, che vedeva nel teatro un importante mezzo di comunicazione e il fenomeno artistico dove maggiormente era possibile l'applicazione dei principi di dinamicità e sovversione della morale comune propugnata già nelManifesto del futurismo, dichiarazione sintetica degli intenti dei futuristi, pubblicato sul quotidiano franceseLe Figaro il 20 febbraio1909.[1]
Il teatro futurista non fu un fenomeno omogeneo e fu fortemente caratterizzato dalle idee ampiamente rivoluzionarie di Marinetti, che fissò dei punti cardine dell'evento teatrale futurista, contrapponendolo al teatroborghese di matrice fineottocentesca.
Le idee di base furono espresse principalmente in tre documenti:Il Teatro di Varietà del1913, firmato da Marinetti;Il Teatro futurista sintetico del1915, ad opera di Marinetti,Emilio Settimelli eBruno Corra;Il Teatro della sorpresa del1921, firmato da Marinetti eFrancesco Cangiullo.
Comune nelle dichiarazioni di intenti fu la distruzione delle forme drammatiche convenzionali tramite l'assenza totale ditrama, il rifiuto di attingere ai capolavori del passato per creare opere teatrali nuove, la volontà di sottrarre il teatro al mercato dell'intrattenimento per non renderlo più schiavo del sistema commerciale. Come rottura col passato, oltre al rifiuto delteatro classico fu propugnata l'opposizione aldramma borghese, alla ricostruzione deldramma storico, alla riproduzione della realtà quotidiana deldramma verista, al lirismo dell'opera e al patetismo del dramma dafeuilletton, che tendeva sostanzialmente alla commozione del pubblico ed alla sua partecipazione passiva all'evento.
Il primo punto delManifesto dei drammaturghi futuristi dell'11 gennaio1911, sempre ad opera di Marinetti, spingeva al disprezzo del pubblico che utilizzava ilteatro unicamente come occasione di "orgoglio intellettuale"[2], augurandone invece la partecipazione attiva: in questo vi è la voluttà di essere fischiati, per spingere le platee ad esprimere la propria opinione di fronte ad un evento artistico.
Dal punto di vistadrammaturgico, vi sarebbe stato l'abbandono, oltre che della trama, anche del verso e della prosa a favore delverso libero, che avrebbe distrutto lasintassi e, con essa, i retaggi della precedente letteratura teatrale, concepita come antica e lontana dal dinamismo della contemporaneità.
Solo ilteatro di varietà scampò al rifiuto del passato da parte di Marinetti: avvertito come sovversivo, moderno, veloce, anti-lirico e capace di stupire,[3] il genere teatrale divenne un modello da imitare poiché rappresentava la sintesi di tutto ciò che i futuristi chiedevano: velocità, utilizzo di varie discipline (tra cui l'importantecinematografo, simbolo di modernità) che lavorano in sinergia tra loro, cinismo espressivo, rumorosità, punto di incontro tra differenti strati sociali, abbandono del bon-ton a favore della parola libera. Come riporta ilmanifesto:
Dal punto di vista dellospazio scenico, l'attacco alla tradizione venne condotto daEnrico Prampolini inScenografia e coreografia futurista, documento nel quale viene richiesta l'abolizione della scena dipinta e, dunque, la sua creazione in funzioneantinaturalistica; la sostituzione dellascenografia da un insieme strutturale che susciti emozioni dirette e violente e che richieda la decodificazione da parte del pubblico per assumere una valenza espressiva; la rivendicazione del lavoro delloscenografo come creatore e non come esecutore, e che quindi ha capacità e possibilità di essere al pari delmusicista o deldrammaturgo. Nella furia distruttrice ed innovatrice, Prampolini disegna i tentavi di riforma della scena da parte diAdolphe Appia,Gordon Craig,Max Reinhardt ed altri come semplici "ostentazioni" e non come innovazioni. La nuova scenografia futurista viene dunque pensata come sintesi di "dinamismo, simultaneità e unità d'azione tra uomo e ambiente"[4] che si esprime in un trionfo di colori, forme geometriche, astrazione delle forme ed ampio utilizzo della luce elettrica come elemento scenografico a sé stante.
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF17494 |
---|