| Ambra Jovinelli | |
|---|---|
| Ubicazione | |
| Stato | |
| Località | Roma |
| Indirizzo | via Guglielmo Pepe, 43/47 |
| Dati tecnici | |
| Tipo | Sala a ferro di cavallo con due gallerie |
| Fossa | assente |
| Capienza | 800 posti |
| Realizzazione | |
| Costruzione | 1909 |
| Inaugurazione | 1909 |
| Architetto | Ulderico Bencivenga |
| Proprietario | Giovanni Lombardi Stronati |
| Sito ufficiale | |
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L'Ambra Jovinelli, una volta chiamato unicamenteTeatro Jovinelli, è uno deiteatri di Roma, destinato principalmente alle rappresentazioni diteatrocomico, che ha come direttore artistico Fabrizia Pompilio.
Nacque per volontà dell'impresario teatrale casertanoGiuseppe Jovinelli, intenzionato a costruire unteatro di varietà dal volto lussuoso e degno di essere equiparato ad unteatro di prosa, di norma stilisticamente più ricco e nobile.
Venne eretto nella scomparsa piazza Guglielmo Pepe, nelRione Esquilino. Dopo una serie di progetti firmati daPietro Chiodelli eGiacomo Radiconcini, i lavori di costruzione iniziarono nel1906. L'anno seguente subentrò come progettistaUlderico Bencivenga.
L'inaugurazione avvenne il 3 marzo del1909.[1]
Negli anni precedenti laprima guerra mondiale, il Teatro Jovinelli divenne uno dei più importanti teatri di varietà della capitale. Il programma degli spettacoli comprendeva, in genere, numeri di canzonettiste e duettisti, attori comici e macchiettisti, danzatrici, acrobati e trasformisti.
Fra i comici che si esibirono al Teatro Jovinelli nei primi anni furonoRaffaele Viviani, chiamato con la sorellaLuisella per l'inaugurazione, edEttore Petrolini, che ottenne proprio daGiuseppe Jovinelli la sua prima scrittura importante nel1910.[2]
Fra il1919 e il1920 al Teatro Jovinelli fece il suo debuttoTotò, che raccontò poi il suo incontro con l'impresario inSiamo uomini o caporali? Presentatosi come imitatore diGustavo De Marco, un comico che aveva avuto un grandissimo successo su quello stesso palcoscenico negli anni precedenti la guerra, Totò divenne subito un beniamino del pubblico, e rimase allo Jovinelli fino al1921. Altri importanti comici che ebbero grande favore di pubblico neglianni venti furonoAlfredo Bambi e il proverbialeGustavo Cacini.
Il teatro di varietà, però, dopo laGrande Guerra subì pesantemente la concorrenza delcinema, con il conseguente cambio di cartellone dal varietà all'avanspettacolo[3]. Il vaglio delfascismo poi, che impose dure leggi contro ilteatro dialettale e lasatira politica, debilitò fortemente l'offerta del teatro. Gli incentivi per l'industria cinematografica, preferita allo spettacolo non tecnicamente riproducibile, avviarono definitivamente il teatro verso il declino.
Neglianni quaranta ecinquanta fu anche una sorta dipalasportante litteram, ospitando moltissime riunioni dipugilato, anche con tanti grandi campioni che si sfidavano e combattevano sul ring lì predisposto, sport diffusissimo e assai praticato in quel tempo, e ottenendo un successo eccezionale per l'accoglienza ricevuta e per il grandissimo numero di spettatori amanti dellaboxe che vi accorsero e per il rilievo che tale iniziativa ebbe sui giornali sportivi di allora.
Votato definitivamente all'avanspettacolo alternato alle sole proiezioni cinematografiche, lo Jovinelli si trasformò incinema-varietà neglianni cinquanta, assumendo il nome Ambra Jovinelli. La motivazione era semplicemente quella di dare al teatro maggiore visibilità nei tamburini dei giornali che, vista l'iniziale, lo avrebbero collocato nei primissimi posti della lista dei cinematografi capitolini.[4] Spesso, tuttavia, venivano organizzati incontri diboxe, concorsi canori,cabaret eavanspettacolo.
Con il progressivo avanzare del tempo e la concorrenza dicinema prima e ditelevisione poi, l'Ambra Jovinelli ripiegò prima sulle sole proiezioni cinematografiche, poi sugli spettacoli dispogliarello seguiti da film erotici di gusto affine. Neglianni settanta era diventato definitivamente un cinema aluci rosse.
Il 29 aprile1982 un incendio, causato da un malfunzionamento tecnico, bruciò l'intera struttura, decretandone alcuni anni dopo la definitiva chiusura e abbandono[5]. La famiglia Jovinelli mise in vendita lo stabile, acquistato nel1990 da una società milanese che non rese noti i progetti futuri per cui lo aveva acquistato.
Nel luglio del1996 un gruppo di giovani artisti ed intellettuali si animò per il recupero del teatro, organizzando all'interno della fatiscente costruzione una serie di spettacoli teatrali e mostre monografiche con l'intento di destare attenzione nell'opinione pubblica.
Forse proprio grazie a questa iniziativa, nel1997 la facciata dello stabile fu posta sotto il vincolo delMinistero dei Beni Culturali, con l'obbligo per i proprietari di preservazione della stessa poiché considerata patrimonio artistico. L'anno successivo i proprietari del teatro presentarono alComune di Roma una domanda per il restauro ed il recupero dell'intera struttura. I lavori durarono fino al novembre del2000, ed il 25 gennaio2001 l'Ambra Jovinelli venne riaperto come teatro comico: ladirezione artistica dello stesso venne affidata aSerena Dandini e la direzione di sala adAntonino de Pasquale.
Fra i protagonisti del primo periodo dello Jovinelli, quando questi era ancora a gestione familiare, oltre agli artisti già citati, si ricordanoGennaro Pasquariello,Armando Gill,Beniamino eDante Maggio,Romolo Balzani,Claudio Villa,Guido eGiorgio De Rege, Fredo Pistoni,Alfonso Tomas,Guglielmo Inglese,Nino Taranto,Lino Banfi,Fiorenzo Fiorentini, Mario ePietro De Vico,Anna Campori,Tecla Scarano,Vici De Roll,Pia Velsi,Nino Lembo,Trottolino,Alberto Sorrentino,Nino Terzo,Elettra Romani,Carlo De Rosa,Alberto Nucci,Mario Breccia,Armandino,Gennaro Masini,Franco Franchi eCiccio Ingrassia,Lucio Sportello,Mario Bartoli,Rita Pavone,Alberto Sordi,Fanfulla, Aldo Tarantino,Franco Califano.
La produzione artistica del nuovo millennio (la prima estranea alla famiglia Jovinelli), ha visto susseguirsi sul palco una serie molto diversificata di artisti, ad esempio:Ascanio Celestini,Marco Paolini,Lillo & Greg,Francesca Reggiani,Neri Marcorè,Valerio Mastandrea,Francesco Paolantoni,Sabina eCorrado Guzzanti,Vincenzo Salemme,Goran Bregović,Nicola Arigliano,Giorgio Panariello,Lella Costa,Elisabetta Pozzi,Daniele Luttazzi,Gioele Dix,Alessandro Benvenuti,Adolfo Margiotta,Angela Finocchiaro,Lunetta Savino,Adriana Asti,Rosalia Porcaro,Nino D'Angelo,Moni Ovadia,Claudia Gerini,Gianmarco Tognazzi,Gene Gnocchi,Silvio Orlando,Paolo Rossi,Nicola Piovani,Massimo Wertmüller.
Dal giugno2009 al dicembre2010 non è stato in attività. Riapre i battenti il 26 dicembre per la nuova stagione teatrale2010/2011.



Originale e innovativo nelle linee d'abbellimento, il teatro è l'unico, a Roma, costruito instile liberty, caratterizzato dal corpo centrale a due piani con ampie aperture, coronato dalfrontone a linee arcuate.[6] Foto dell'epoca mostrano una costruzione su due piani dai colori chiari e dalle linee sontuose. Il pian terreno presentava tre porte conarco a tutto sesto, dalle quali si accedeva alfoyer che immetteva gli spettatori direttamente in sala, sita sul piano stradale. Due finestre ai lati del prospetto frontale della struttura riprendevano la linea delle porte, ma erano da queste ultime staccate dalle bacheche per le locandine.
Il secondo piano, che ospitava uffici e camerini e, nelsoprapalco, le attrezzature di scena, possedeva tre porte identiche a quelle del pian terreno. L'intera facciata era percorsa dalesene in stucco decorate in basso da fiori ingesso, mentre le duelesene centrali terminavano sul tetto, dove erano poste due sculture a forma di aquila. Latrabeazione sulla sommità dell'edificio si presentava come una sinuosa onda dallo stile tipicamente floreale, al cui centro campeggiava una conchiglia con un volto umano. Poco al di sotto di essa, una targa con su scrittoTeatro Jovinelli.
Pagato il biglietto d'ingresso, si accedeva in una sala curata e di ricercato lusso: laplatea contava più di 600 poltrone rivestite invelluto rosso. Una fila di palchi sovrastava la sala a forma diferro di cavallo, come ad imitare la struttura dei grandi teatri, mentre una galleria sovrastante i palchi con gradoni ascendenti completava lo spazio per gli spettatori.
La capienza totale toccava i 1000 posti. Colonnine inghisa decoravano la struttura interna, chiudendosi in archi ricchi di decorazioni floreali alla sommità della galleria.Velluto rosso ricopriva tutti gli interni, e grandi lampadari illuminavano la sala. Sulla sommità dell'arcoscenico, una targa ancor oggi visibile: "G. Jovinelli, 1909". La modernità era la parola d'ordine sotto la quale il teatro era stato progettato: erano presenti impianti di ventilazione e di riscaldamento, mentre l'illuminazione era totalmente elettrica.
Neglianni cinquanta, dopo la trasformazione incinema, alcuni interventi cambiarono il volto e gli interni della struttura. La facciata che mostrava i segni del tempo fu radicalmente modificata: la parte superiore conservò i trattiliberty che la distinguevano; vennero però eliminate le aquile di gesso dai cornicioni e i due pennoni che si alzavano sulla sommità dellatrabeazione. La parte inferiore fu la parte maggiormente colpita dai lavori di ammodernamento.
Per costruire la pensilina incemento che caratterizzava il prospetto frontale dei cinema e dei cinema-varietà si rese necessaria la distruzione dei tre archi che garantivano l'accesso deglispettatori all'interno. Al loro posto vennero inserite tre comuni porte a vetri dotate disaracinesche come quelle degli esercizi commerciali intervallate da quattro bacheche per le locandine. Gli stucchi e lelesene della parte inferiore vennero totalmente cancellati e al loro posto dei lastroni ditravertino fungevano da cornice estetica al nuovo ingresso.
La costruzione della pensilina incemento armato rese necessarie drastiche modifiche anche all'interno della costruzione: per reggere il peso della protesi vennero distrutti i palchi di prima galleria e il loggione. Al loro posto venne costruita una galleria che poggiava sulla struttura portante della pensilina, mentre il loggione divenne la seconda galleria, provvista di poltroncine anziché di gradoni inlegno. Furono preservate dai lavori le colonnine inghisa che erano il sostegno degli ormai inesistenti palchi e che rimasero come decorazione delle moderne gallerie.
I lavori di restauro riportarono l'Ambra Jovinelli alle fattezze dei primi del Novecento, introducendo però sostanziali modifiche all'interno della cubatura dello stabile che venne addirittura triplicata (dai circa diecimila metri cubi originari il progetto completo ne prevedeva trentamila), grazie all'inserimento di spazi nuovi all'interno dell'edificio, senza alcuna modifica sull'esteriorità dello stesso. Sotto il teatro avrebbero trovato posto una sala ridotta (chiamata poi "Piccolo Jovinelli"), un bar e alcuni locali. La vecchia sala, completamente distrutta, subì un innalzamento di cinque metri rinunciando allo sbocco diretto sul piano stradale, con relativa eliminazione delfoyer originario. Le colonne dighisa a sostegno dei palchi vennero restaurate e poste a sostegno delle due gallerie costruite al posto degli originari palchetti. Gli ammodernamenti portarono all'adozione di una modernatorre scenica ed una impiantistica valida sia per le produzioni teatrali che per quelle televisive.
| È raggiungibile dalla stazione Roma Laziali. |
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