Dar es Salaam è la città più grande ed è stata la capitale fino aglianni settanta. Il trasferimento delle funzioni amministrative nella nuova capitale è avvenuto designandoDodoma, posta nel centro della Tanzania, tuttavia non è stato ancora completato.
Il nome "Tanganyika" deriva dalle paroleswahilitanga, "navigare", enyika ("pianura disabitata", "landa desolata") e si riferiva originariamente allago Tanganica. Il nome di Zanzibar viene, invece, dazengi, il nome della popolazione locale (per intendere "nero"), e dal suffissopersianobār, che significa "costa" o "riva".
In Tanzania sono stati ritrovati alcuni dei più antichi reperti fossili umani. LaGola di Olduvai, in particolare, è stata resa celebre dagli scavi diLouis Leakey e altri.
Si ritiene che circa 10 000 anni fa la Tanzania fosse abitata da una popolazione nativa di cacciatori-raccoglitori di ceppo linguisticokhoisan. Intorno a 5 000 anni fa immigrarono nella regione gruppi di linguacuscitica, che introdussero l'agricoltura e l'allevamento. In tempi ancora più recenti la Tanzania fu colonizzata daibantu provenienti dall'Africa occidentale (Nigeria-Camerun), che oggi costituiscono il gruppo etnico principale.
All'inizio delII secolo d.C. sulle coste della Tanzania sull'oceano Indiano iniziarono a nascere insediamenti commercialipersiani earabi. Poi l'interscambio culturale fra Arabi e Bantu contribuì in gran parte a formare la cultura odierna della regione costiera, e influenzò profondamente lalingua swahili, oggi lingua ufficiale della Tanzania. Il commercio di risorse provenienti dall'entroterra africano (avorio eoro) e l'avvio dellatratta araba di schiavi[7][8] consentì agli insediamenti arabo-persiani di fiorire, trasformandosi in vere e proprie città, comeKilwa; complessivamente, questa epoca di grande sviluppo viene ricordata con il nome diepoca shirazi ("epoca persiana"). I rapporti fra Bantu e Arabi continuarono a essere determinanti per la costa della Tanzania orientale per gran parte del millennio. Nel1840Zanzibar divenne capitale di un potentesultanato, legato a quello dell'Oman. Gli arabi portarono in Africa orientale la loro cultura, il loroalfabeto, la loroletteratura, l'Islam e coltivazioni come ichiodi di garofano.
Glieuropei, e quasi esclusivamente iPortoghesi, tentarono una prima colonizzazione della costa orientale dell'odierna Tanzania verso l'inizio delXVI secolo, venendo poi scacciati dagliArabi, dopo aver governato per alcuni anni e fondatocolonie sia sulle coste della Tanzania continentale, sia sull'arcipelago diZanzibar. L'interesse dell'Europa si riaccese solo verso ilXIX secolo. I buoni rapporti fra ilsultanato di Zanzibar e l'Europa consentirono a esploratori tedeschi, britannici e di altre potenze europee di dare vita a una serie di missioni esplorative nell'entroterra africano a partire dalla costa orientale. Nel1848 il tedescoJohannes Rebmann fu il primo europeo a vedere ilKilimangiaro; nove anni dopo,Richard Francis Burton eJohn Speke giunsero sulle sponde dellago Tanganica. Fu anche in questo periodo cheDavid Livingstone intraprese le sue celebri missioni alla ricerca delle sorgenti delNilo. Agli esploratori seguirono imissionari.
L'amministrazione tedesca portò un periodo di grande sviluppo, costruendo infrastrutture e introducendo nuovi tipi e nuove tecniche di coltivazione; allo stesso tempo, essa fu anche estremamente rigida nei confronti della popolazione locale, soffocando nel sangue diversi tentativi di rivolta fra la fine delXIX e l'inizio delXX secolo.
Nel1961 il Tanganica ottenne l'indipendenza dal Regno Unito, sotto la guida del TANU di Nyerere. Il Tanganica divenne repubblica ed entrò nelCommonwealth nel1962. Nel1963 anche Zanzibar ottenne l'indipendenza, e l'anno successivo il TANU e l'Afro-Shirazi Party (ASP), il partito di governo di Zanzibar, decisero di unire i rispettivi paesi in una repubblica federale, dando vita all'odierna Repubblica Unita di Tanzania.
Sotto l'amministrazione di Nyerere, la Tanzania assunse inizialmente un assetto politico ed economico basato su una forma disocialismo agricolo chiamatoujamaa. Lacostituzione della Tanzania venne modificata nel1965 per formalizzare la situazionede facto del paese, ovvero l'egemonia di un unico partito politico, ilChama Cha Mapinduzi (CCM) nato dalla fusione di TANU e ASP. Nel1979 la Tanzania fu coinvolta nellaguerra con l'Uganda diIdi Amin.All'inizio deglianni novanta, il presidenteAli Hassan Mwinyi, succeduto a Nyerere, intraprese una serie di profonde riforme del paese, abbandonando gradualmente l'impianto socialista dell'Ujamaa e introducendo il multipartitismo. Le successive consultazioni elettorali confermarono comunque il CCM stabilmente al governo del paese, pur con qualche contestazione; in particolare, nel2001 il risultato delle consultazioni politiche dell'anno precedente portò a un periodo di scontri fra la polizia e movimenti indipendentisti diZanzibar. Ben più problematiche le elezioni del2010.
Negli anni successivi al 2010 la Tanzania ha attraversato una fase di trasformazione economica e politica. Durante la presidenza diJakaya Kikwete (2005-2015), il paese ha conosciuto una crescita costante, trainata dai settori minerario, agricolo e dei servizi, pur con persistenti disuguaglianze sociali e infrastrutture carenti.[9]
Nel2015 è stato eletto presidente John Pombe Magufuli, esponente delChama Cha Mapinduzi (CCM), che ha avviato una politica di forte centralizzazione del potere e una campagna anticorruzione, accompagnata da un aumento del controllo statale sui media e sull’opposizione politica. Il suo stile di governo, popolare ma autoritario, ha suscitato apprezzamenti per l’efficienza amministrativa ma anche critiche per la limitazione delle libertà civili.[10]
Dopo la morte improvvisa di Magufuli nel marzo 2021, la vicepresidente Samia Suluhu Hassan è divenuta la prima donna presidente del paese. La sua amministrazione ha intrapreso una linea più pragmatica e aperta nei rapporti internazionali, rilanciando il dialogo con gli investitori stranieri e con le istituzioni multilaterali. Sono stati avviati progetti per modernizzare le infrastrutture, espandere il settore energetico e promuovere il turismo, mentre sul piano politico sono emersi tentativi di maggiore tolleranza verso l’opposizione, pur in un contesto in cui il CCM continua a mantenere un ruolo dominante.[11]
Nel corso degli anni 2020 la Tanzania ha consolidato la propria posizione come una delle economie più dinamiche dell’Africa orientale, mantenendo una relativa stabilità interna e un ruolo attivo nella Comunità dell’Africa Orientale (EAC) e nell’Unione Africana (UA).
Con947300 km²[12], la Tanzania è il 31º Paese più grande del mondo. È paragonabile per dimensioni allaNigeria e all'Egitto, oltre tre volte l'Italia. La Tanzania è prevalentemente montuosa nel nord-est, dove si trova ilKilimangiaro[13], la vetta più elevata dell'Africa e lePare Mountains. Nella stessa regione si trovano anche ilmonte Meru e una piccola parte dell'Ol Doinyo Orok, al confine con il Kenya. Nel nord e nell'ovest si estende la regione deiGrandi Laghi, tra cui illago Vittoria (il lago più grande dell'Africa) e illago Tanganica (lago più profondo dell'Africa, noto per le sue specie di pesci endemici). Un altro lago è ilNatron, caratterizzato dalle acque saline, e situato nella Rift Valley vicino al confine con ilKenya. La Tanzania centrale si conforma come un vasto altopiano, con pianure e aree seminative. La costa orientale che si affaccia sull'oceano Indiano è calda e umida. L'isola diZanzibar si trova di fronte alla costa orientale.
Il punto più rilevante dell'idrografia della Tanzania è illago Vittoria, sul confine tra Tanzania, Kenya e Uganda; è il lago più esteso dell'Africa e qui sono identificate le sorgenti del Nilo.A sud-ovest di questo, sul confine con laRepubblica Democratica del Congo, c'è illago Tanganica, considerato il secondo lago più vecchio al mondo (e il secondo per profondità) dopo illago Bajkal inSiberia.
Sul confine con lo Zambia si trovano leCascate Kalambo, zona di grande interesse archeologico poiché vi sono stati trovati i primi segni dell'uso del legno degli alberi da parte dell'uomo.
La Tanzania ha unclima tropicale. Negli altopiani le temperature variano tra i10 °C e i20 °C rispettivamente durante le stagioni fredde e calde. La parte restante del paese presenta temperature che raramente scendono sotto i20 °C. Il periodo più caldo va da novembre a febbraio (25-31 °C), mentre il periodo più freddo si verifica tra maggio e agosto (15-20 °C). Il clima è fresco nelle regioni di alta montagna.
La Tanzania può essere divisa in due regioni in base alle precipitazioni. La prima, che caratterizza il sud, il sud-ovest, e la parte centro-occidentale del paese, vede la stagione delle piogge nel periodo dicembre-aprile. La seconda, che si trova nel nord e sulla costa settentrionale, prevede due stagioni delle piogge, rispettivamente ottobre-dicembre (definite le piccole piogge oVuli) e marzo-maggio (definite le lunghe piogge oMasika).
Nel2012 la popolazione stimata era di 44 928 923 abitanti[16], con un tasso di crescita annuo intorno al 2%. La distribuzione della popolazione è molto eterogenea, con densità variabili da una persona per chilometro quadrato nelle regioni aride, a 51 per chilometro quadrato sugli altopiani umidi, fino ai 134 per chilometro quadrato dell'isola diZanzibar[17]. Quasi l'80% della popolazione è rurale.Dar es Salaam è la più grande città ed è la capitale commerciale;Dodoma, che si trova nel centro della Tanzania è sede del Parlamento e (almeno ufficialmente) la capitale amministrativa.
Come gran parte dei Paesi africani, la Tanzania è afflitta dall'epidemia dell'AIDS. I dati ufficiali indicano il 7% della popolazione adulta, con una forte penetrazione nella classe d'età tra i 20 e i 34 anni.
La Tanzania è nota anche per l'alta incidenza di condizioni genetiche ereditarie come l'albinismo.Secondo le ultime stime, questa anomalia genetica colpisce un tanzaniano su 1 400[senza fonte]; ciò è attribuito dagli esperti alla grande diffusione di matrimoni tra consanguinei che avvengono soprattutto nelle zone rurali più remote del paese. Oltre a evidenti problemi di salute, l'albinismo costituisce anche un grave problema sociale: credenze popolari, diffuse in molte parti dell'Africa subsahariana, attribuiscono alle parti del corpo degli albini poteri taumaturgici e gli "stregoni" locali se ne servono per preparare pozioni poi rinvendute a caro prezzo.
A livello religioso, secondo i datiCIA[18], i cristiani (cattolici e protestanti quasi in pari numero) costituiscono il 35% della popolazione, seguiti dai musulmani (35%) e dai seguaci delle religioni tradizionali (ridotti al 30%). A Zanzibar prevalgono invece nettamente i musulmani (99%), seguiti dai cristiani (1%). Tuttavia un recente studio dello statunitense United States Bureau of Democracy, Human Rights, and Labor Affairs per il 2009 suggerisce che ormai il 62% della popolazione sia cristiana, con un 35% di musulmani e 3% di altre religioni[19].
La popolazione è costituita da più di 120 differenti etnie. Il gruppo più numeroso è quello deiSukuma, che da soli contano per circa il 16% della popolazione del paese. SeguonoGogo (4,2%),Haya (3,8%),Ha (3,2%),Makonde (3%),Nyamwezi (2,9%),Nyakyusa (2,4%),Hehe (2,3%),Luguru (2,1%),Zaramo (2%),Bena (2%),Shambaa (2%),Chaga (2%).[20] La maggior parte delle etnie appartiene al raggruppamento deipopoli bantu (almeno dal punto di vista linguistico). Fra le etnienilotiche si trovano imasai e iluo; entrambi i gruppi sono presenti numerosi nel confinanteKenya. Gruppi che parlanolingue cuscitiche risiedono specialmente nellaRegione del Manyara. Due piccole tribù aborigene appartengono alla famigliakhoisan.
La popolazione comprende anche arabi, indiani, pakistani, e piccole comunità europee e cinesi. Nel 1994, la comunità asiatica ammontava a 50 000 abitanti nella Tanzania continentale e a 4 000 a Zanzibar, ma poi è molto cresciuta. Si stimano circa 70 000 arabi e 10 000 cittadini europei residenti in Tanzania[21].
La maggior parte della popolazione dell'isola diZanzibar è originaria della terraferma tranne un gruppo, glishirazi, le cui origini sono state fatte risalire ai primi colonipersiani dell'isola. Ma quasi tutti hanno una forte percentuale di sangue arabo.
In Tanzania, iltasso di mortalità nei primi 5 anni di vita nel2006 era di 118 ogni 1 000. Lasperanza di vita alla nascita nel 2006 era di 50 anni[22]. Negli adulti tra i 15 e i 60 anni il tasso di mortalità nel 2006 era di 518 su 1 000 maschi e 493 su 1 000 femmine[22].
La causa principale di morte nei bambini che sopravvivono al periodo neonatale è lamalaria[23], per gli adulti è l'AIDS[23].Altre cause di morte nei bambini sono lapolmonite e ladiarrea.[senza fonte]
Dati del 2006 mostrano che solo il 55% della popolazione aveva accesso a fonti di acqua potabile e il 33% aveva accesso a servizi igienici adeguati[22].
Dar es Salaam (4 364 541 abitanti in tutta la zona metropolitana[25]) è situata sulla costa dell'oceano Indiano di fronte all'isola di Zanzibar. È capoluogo della piccola regione omonima.
Dar es Salaam è il principale porto della nazione e un importante nodo ferroviario (linea per i laghiTanganica eVittoria, e linea perLusaka, capitale delloZambia). Collegata da unoleodotto aNdola (Zambia), è servita dall'Aeroporto Internazionale Julius Nyerere ed è anche il maggior centro industriale del paese (complessi alimentari, del tabacco, tessili, cementieri, farmaceutici e chimici).
La città fu fondata nel 1862 dalsultano di Zanzibar, che le diede il nome attuale (che significa "porto della pace"). Nel 1896 sostituìBagamoyo come capitale dell'Africa Orientale Tedesca, passando poi nel 1916 sotto l'amministrazione britannica. È stata capitale della Tanzania fino al1973, quando le funzioni politiche e amministrative vennero trasferite (ufficialmente) aDodoma.
Zanzibar (223 033 abitanti[26]), capoluogo dell'omonima unità federata, si trova sull'isola di Unguja (spesso indicata come "isola di Zanzibar") ed è un importante mercato dell'avorio e maggior polo commerciale e scalo marittimo dell'isola. Nell'antichità fu un fiorente centro del commercio degli schiavi.
Arusha (416 442 abitanti[27]) è il capoluogo della regione omonima e si trova a1450m s.l.m., ai piedi delmonte Meru (4556 m). La sua posizione le permette di godere di un clima temperato tutto l'anno nonostante la vicinanza all'equatore. Inoltre la prossimità con l'Aeroporto Internazionale del Kilimangiaro l'ha resa il punto di partenza per isafari organizzati nel nord del Paese. La città nacque come forte di guarnigione durante la colonizzazione tedesca e fu sede della Comunità dell'Africa Orientale dal 1967 al 1977 e di nuovo dopo la sua ricostituzione. Ha poi ospitato ilTribunale penale internazionale per il Ruanda.
Dal 1977 il Paese fu retto dalpartito unicoChama Cha Mapinduzi (CCM, Partito della Rivoluzione), guidato dal "padre della patria"Julius Nyerere. Il movimento era di ispirazione socialista e nacque dalla fusione dei fronti di liberazione nazionali delTanganica e diZanzibar. Julius Nyerere lasciò liberamente il potere nel 1985.
Nell'ottobre del 1995 terminò il regime di partito unico con le prime elezioni multi-partitiche. Il CCM vinse le elezioni e il 23 novembre 1995 si insediòBenjamin Mkapa alla carica di presidente della Repubblica (che è anche capo del Governo); il presidente venne riconfermato nel 2000.
L'opposizione non seppe proporsi come alternativa alleelezioni del 1995,del 2000 edel 2005. Così il 20 dicembre 2005 divenne presidente della repubblicaJakaya Mrisho Kikwete che nominò primo ministroEdward Ngoyayi Lowassa, poi dimessosi in seguito a scandali. Dopo le elezioni del 2010, molto combattute, il CCM detenne la maggioranza dei seggi in parlamento.Anche l'attuale presidente,Samia Suluhu, entrata in carica il 19 marzo 2021, e l'attuale primo ministroKassim Majaliwa, in carica dal 20 novembre 2015, sono esponenti del CCM.
Nel 2018 il presidente John Magufuli appoggiò il giovane governatore Paul Makonda nella caccia agli omosessuali che vivono in Tanzania chiedendo aiuto anche alla popolazione per scovarli. Sostenevano che è preferibile far arrabbiare i paesi occidentali che "il Dio dei cristiani e dei musulmani".[senza fonte]
Il reddito annuo pro capite nel 2012 è di circa629 $ (nominali)[3]. Il 60% della popolazione è privo dell'elettricità e il 40% dell'acqua potabile. Negli ultimi anni si è tuttavia registrata una crescita contenuta, ma costante, permessa dalla stabilità politica.
L'economia dipende in gran parte dall'agricoltura, che costituisce circa il 60% delPIL e l'85% delle esportazioni, e impiega l'80% dellaforza lavoro. Le condizioni geografiche e climatiche limitano la coltivazione al 5% del territorio. L'industria pesa circa il 10% delPIL ed è prevalentemente limitata alla trasformazione dei prodotti agricoli. LaBanca Mondiale, ilFondo Monetario Internazionale e bilateral donors hanno fornito fondi per risollevare la deteriorata infrastruttura economica della Tanzania. Le grandirisorse naturali come giacimenti d'oro e i parchi nazionali non sono sfruttate appieno e generano poco reddito. La crescita degli anni 1991-99 ha generato un aumento della produzione industriale e un sostanziale incremento dell'output di minerali trainato da oro e cobalto. Recenti riforme del sistema bancario hanno favorito la crescita degli investimenti.
Il bilancio dello Stato è gravato da un onerosissimo debito pubblico, che limita la possibilità di attuare riforme strutturali.
La Tanzania ha un'elevatabiodiversità e contiene una grande varietà dihabitat. Nella pianura del Serengeti, lo gnu barba bianca (Connochaetes taurinus mearnsi) e altri bovini partecipano a una migrazione annuale su larga scala. La Tanzania ospita anche circa 130 specie di anfibi e oltre 275 specie di rettili[senza fonte], molte delle quali strettamente endemiche. La Tanzania ha messo a punto un piano d'azione sulla biodiversità per garantire la conservazione delle specie[senza fonte].
Come gran parte dei paesi africani, la Tanzania è caratterizzata da un vasto patrimonio di musica tradizionale, legata soprattutto alla danza e alla ritualità, e diversificata secondo le diverse etnie presenti sul territorio. La musica tradizionale tanzaniana sopravvive soprattutto nelle piccole comunità rurali, ma in tempi recenti, sull'onda del movimento dellaworld music, è stata portata all'attenzione del pubblico internazionale da artisti comeHukwe Zawose.
Le popolazioni della costa, dicultura swahili, hanno una tradizione musicale propria, di influenzaaraba eindiana, la cui espressione principale è iltaarab, un tempo musica di corte deisultanati omaniti, e oggi entrata nella tradizione popolare e suonata, per esempio, in particolari occasioni sociali come imatrimoni. Nonostante la sua chiara ascendenza araba, il taarab è cantato principalmente in swahili, e artistitaarab particolarmente popolari, comeSiti binti Saad eBi Kidude, hanno avuto un ruolo importante nella diffusione dello swahili nell'entroterra della Tanzania e inAfrica orientale in genere.
Altro genere musicale tipico della Tanzania moderna è ilmuziki wa dansi, una rielaborazione (ancora con testi in swahili) dellarumba africana (soukous), un genere musicale nato nelloZaire all'inizio delXX secolo ed estremamente influente in tutta l'Africa centrale e orientale.
Le correnti più recenti riflettono invece l'influsso della musica occidentale, e in particolareafroamericana; in particolare, sono estremamente popolari in Tanzania musicistihip hop comeJuma Nature eX Plastaz. L'hip hop della Tanzania continentale, che ha la sua capitale a Dar es Salaam, viene chiamatobongo flava; quello di Zanzibar,zenji flava.
Una donna zanzibari vestita con ilkangaStatuette in legno makonde
Come in tutta l'Africa subsahariana, in Tanzania le arti figurative sono tradizionalmente legate alla decorazione artistica di oggetti di uso concreto, sia esso pratico (per esempio oggetti di arredamento e indumenti) o rituale (per esempiomaschere). Anche rispetto alle arti figurative esiste una netta distinzione fra la cultura swahili, che anche in questo ambito attinge alla tradizione araba e mediorientale, e quella dell'entroterra, più vicina alle cultura bantu del resto dell'Africa sudorientale. Nell'arte swahili, influenzata dall'Islam, predominano temi geometrici astratti e l'uso di iscrizioni (originariamente inarabo, oggi più comunemente inswahili o in inglese) come motivi decorativi. Questa tendenza si riflette anche nei capi di vestiario tradizionali swahili,kitenge ekanga, simili aisarong indiani e decorati tipicamente con arabeschi e proverbi o motti religiosi, politici o morali. Di tradizione invece strettamente bantu è la produzione di oggettistica in legno intagliato dell'etniamakonde, fra le più raffinate dell'Africa subsahariana.
La più nota forma d'arte figurativa della Tanzania moderno è probabilmente lo stile pittoricoTinga-tinga, uno stile pittoriconaïf nato come "arte turistica" ma in seguito divenuto vera e propria scuola d'arte e differenziatosi su due livelli: uno relativamente basso, orientata al mercato turistico, e uno più raffinato che trova posto nelle gallerie d'arte non solo tanzaniane o africane.
Filbert Bayi (nei 3000 metri siepi) (prima medaglia olimpica per la Tanzania) eSuleiman Nyambui (nei 5000 metri), sono stati gli unici atleti ad aver vinto medaglie (argento), per laTanzania ai Giochi olimpici, entrambi aMosca 1980. Da ricordare, inoltre, il maratonetaFabiano Joseph, campione mondiale di mezza maratona, ad Edmonton in Canada, nel 2005.
^(AR, EN, ES, FR, RU, ZH)Member States of the United Nations, susito web,ONU.URL consultato il 14 settembre 2010. – Vedi nota relativa alla nazione, dove si specifica cheTanganica era Stato membro dal 14 dicembre 1961 eZanzibar dal 16 dicembre 1963, e si indica la prima data per la Tanzania, sorta dall'unificazione dei due Stati il 26 aprile 1964 – La pagina fa riferimento ad una fonte datata 3 luglio 2006.
(EN) Kenneth Ingham, Frank Matthew Chiteji, Deborah Fahy Bryceson e Adolfo C. Mascarenhas,Tanzania, suEnciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.