Affascinato dalle imprese diGengis Khan, di cui sperava di ripercorrere le orme nonostante non ne fosse un diretto discendente e provenisse da una fascia aristocratica di secondo piano, Tamerlano seppe imporsi eliminando rivali politici sin dalla gioventù, per poi affermarsi, dal 1370 in poi, come grande emiro diSamarcanda. Da quell'occasione, egli seppe imporre nel giro di un trentennio la supremazia militare e la sua grande capacità di stratega in varie località dell'Asia centrale, inPersia, nelCaucaso, inIndia, inAnatolia e in parte nelVicino Oriente. La sua politica di assimilazione di nuovi territori non si rivelò priva di ostacoli, tanto che alcune regioni geografiche non tollerarono mai la sua signoria e lo costrinsero all'applicazione di una strategia del terrore e della distruzione che lo accompagnò per tutta la vita. Furono inoltre molti i nemici che tentarono più volte di minare la sua autorità, alcuni dei quali riuscì a piegare definitivamente con grandi difficoltà.
Sollecitato dalle numerose mogli, abbellì la capitale Samarcanda e nel corso della sua vita conobbe e coltivò fruttuosi rapporti con diversi intellettuali contemporanei, alcuni religiosi sunniti e sciiti di spicco e ambasciatori provenienti dall'Europa. Il suo innegabile carisma e la sua aura di formidabile condottiero e sovrano gli consentirono di creare un vasto impero che si estendeva dall'Anatolia alle rive delGange, ma il suo decesso, avvenuto nel 1405 mentre stava marciando verso la riccaCina che sperava di sottomettere, provocò un'irreversibile crisi la quale erose lentamente l'impero timuride nel corso del XV secolo. La sua biografia è nota in maniera abbastanza dettagliata grazie a varie opere quasi coeve che hanno permesso di ricostruirla.
Nel XIV secolo laTransoxiana, una regione storica oggi compresa nei confini dell'Uzbekistan, delTagikistan e che si sviluppa nelle regioni sud-occidentali delKazakistan, faceva parte delKhanato Chagatai. Quest'ultimo era uno dei quattro grandi Stati formatisi a seguito delladissoluzione dell'Impero mongolo amministrati dagli eredi diGengis Khan. Gli altri tre erano il Gran Khanato, governato dalladinastia Yuan e situato inMongolia e inCina, l'Orda d'Oro a Occidente, che inglobava nello specifico alcuni territori compresi nei confini dellaRussia europea, dell'Ucraina e del Kazakistan (in certi periodi a sua volta divisa in Orda Bianca a est e Orda Blu a ovest), e infine l'Ilkhanato, che si estendeva inPersia e inMesopotamia.[2] All'inizio del XIV secolo, il khanato Chagatai appariva frammentato in due regioni: quella orientale comprendeva ilMoghulistan, ovvero la sezione più orientale del Kazakistan, ilKirghizistan e loXinjiang, mentre quella occidentale si componeva di vari khanati retti da sovrani nominali di discendenza gengiskhanide e daemiri che governavano in loro nome.[2]
L'Asia Centrale del Trecento era abitata da comunità formate daTurchi eMongoli che convivevano in maniera pacifica e che avevano dei forti scambi inter-culturali, come dimostra il fatto che i secondi avevano aderito anch'essi all'islam. A questo processo di assimilazione non sfuggiva la tribù a cui apparteneva Tamerlano.[3]
I legami a livello genealogico tra Tamerlano (Timur) eGengis Khan.Tumbinai Khan è un progenitore comune a entrambi
Secondo alcune fonti persiane, Tamerlano[nota 2] nacque il giorno 8[3][4][5] o 9 aprile 1336[6] nell'antica Kesh, oggi conosciuta comeShahrisabz, (lacittà verde,50 km circa a sud diSamarcanda), nell'odiernoUzbekistan.[nota 3][3][4] Proveniva dalla tribù di mongoli turchizzati deiBarlas, stanziata in quella regione a seguito della conquista di Gengis Khan.[7] La tribù faceva parte deiQaraʾuna, termine che indicava gli abitanti della Transoxiana, più tardi detti anche "mezzosangue" perché nati da padri mongoli e da donneturche oindo-iraniche per distinguerli dai mongoli "puri", localizzati in territori più orientali.[7] Tamerlano era figlio del capo dell'ulus (tribù) Barlas Amir Taraghai, il quale era legato alla stirpe diTumbinai Khan, progenitore mongolo comune aGengis Khan; da un punto di vista squisitamente genealogico, si tratta dell'unico punto di contatto che Tamerlano probabilmente ebbe con il celebre condottiero mongolo.
Il padre di Tamerlano, il cui nome significa in mongolo "allodola" (mostrando ancora una onomasticasciamanica), si era convertito in un momento imprecisato alla religioneislamicasunnita, che fu poi anche quella di Tamerlano assieme ai membri del suoclan.[8] Meno precise sono le notizie relative alla madre, la quale era certamente di stirpe mongola come il padre, ma di origine umile.[9] Secondo gli studiosi moderni, il peso assunto dalla famiglia di Tamerlano nella politica della Transoxiana non doveva essere assai rilevante.[10] È probabile che essa appartenesse alla piccola-media nobiltà e che possedesse alcune terre nei dintorni di Kesh.[5]
Poco è noto sui primi anni di età di Tamerlano. Sulla base delle sue memorie, ritenute di dubbia affidabilità storiografica,[11] egli fu in gioventù «guardia delle mandrie di proprietà collettiva della tribù».[12] Tra le poche altre informazioni disponibili si può ipotizzare che frequentasse molto il padre, il quale faceva parte di una confraternitasufi e aveva forse stretto dei legami con qualche gruppoderviscio.[12]
Tamerlano iniziò la carriera militare all'età di sedici anni, quando l'emiro Khazgan, di fatto il vero sovrano dellaTransoxiana, gli affidò il comando di uno squadrone di cavalieri.[13] Dopo la morte di questi e l'anarchia che ne seguì, la regione fu attaccata nel 1360 dal khan mongolo del Chagatai (Turkestan) orientale,Tughluk Timur, il quale intendeva estendere il suo dominio dal Moghulistan alla regione occidentale del Turkestan, compresa la Transoxiana.[14] Mentre la maggior parte dei capi dei nobili transoxiani fuggì verso le regioni montuose del sud-est, il giovane Tamerlano decise di restare e fu perciò ricompensato dai khan mongoli, divenendone il fiduciario nella Transoxiana.[14] Fu così che gli fu assegnata l'amministrazione di Kesh, sua città natale, e dei suoi dintorni.[15]
Nel 1363, Tughluk Timur concesse l'amministrazione della Transoxiana a suo figlioIlyas Khoja, con Tamerlano a lui subordinato.[15] La spietatezza con cui i mongoli governavano la regione fece sì che la nobiltà turca insorgesse, tra cui il sovrano diBalkh,Kunduz eKabulAmīr Ḥusayn deiQara'una e Tamerlano.[15] Estenuati dal loro regime, Tamerlano e i suoi alleati eseguirono diverse razzie contro i mongoli di Ilyas Khoja, durante una delle quali forse riportò una ferita alla gamba che lo rese da allora zoppo.[nota 4][16] Ilyas Khoja fu così respinto in questo contesto da Kesh e decise di fuggire, ma tentò nuovamente di ripartire per il Moghulistan nel 1364, allo scopo di rivendicare il potere.[17] Tamerlano e il suo alleato Husayn non riuscirono a sottometterlo nellabattaglia di Tashkent del 1365, circostanza che consentì a Ilyas Khoja di giungere in Transoxiana e di spingersi fino alle porte diSamarcanda.[17] Tuttavia, i suoi abitanti si rifiutarono di aprirgli le porte e quando si verificò un'epidemia tra le file dell'esercito di Ilyas Khoja questi scelse di revocare l'assedio, abbandonando nuovamente la Transoxiana.[18]
Quando Ilyas Khoja morì assassinato nel 1368, gran parte della famiglia del khan era stata anch'essa trucidata, con il risultato che sulla scena politica rimanevano principalmente Tamerlano e suo cognato Amīr Ḥusayn, diventati parenti per vincoli matrimoniali.[18] I due si erano spartiti la gestione della Transoxiana: Ḥusayn preservò la gestione di Balkh, Kunduz e Kabul acquisendo pureKhulm, mentre Tamerlano si insediò stabilmente a Kesh eKarshi, a poca distanza da Samarcanda.[18] Ambizioso com'era, dopo un periodo di convivenza pacifica Tamerlano si concentrò presto sulla necessità di liberarsi anche del suo alleato, poiché desiderava ritagliarsi una propria autonomia.[19][20] La posizione di vantaggio appariva quella di Husayn, considerando che questi era rispettato per la sua maggiore anzianità ed era molto ricco.[18] Ciò non intimorì il giovane Tamerlano, il quale si fece portavoce di quei nobili che si sentivano vessati per via dell'introduzione di leggi fiscali più oppressive, dell'allontanamento di molti oppositori politici e dell'incameramento dei loro beni.[16] È probabile comunque che anche Tamerlano non fosse esente da colpe, avendo infatti riscosso alcuni tributi che non spettavano a lui ma a Ḥusayn; per contrastare la sua spregiudicatezza, Tamerlano fu minacciato dal suo rivale e preferì così cercare rifugio nell'oasi di Marv.[16][21]
Tamerlano intento a officiare un'udienza a seguito della sua ascesa avvenuta nel 1370. Illustrazione tratta dalloẒafarnāma (1424-1428), edizione del 1467
Ḥusayn prevalse in una prima fase combattuta nel 1368, ma la sua politica accentratrice fu avvertita come una minaccia dai nobili della Transoxiana e, ben presto, egli si trovò privo di alleati.[22] Ciò permise a Tamerlano, nell'aprile del 1370, di attaccare la roccaforte del suo avversario,Balkh.[23] Ḥusayn finì assassinato mentre tentava la fuga, malgrado forse non per iniziativa di Tamerlano; secondo fonti timuridi, si trattò di una vendetta divina «per punire la sua avarizia».[23][24] Quest'ultimo si affrettò dunque a raggiungere il 10 aprile la città di Samarcanda convocando unkuriltai, ovvero un consiglio che riunì l'intera aristocrazia turco-mongola.[25][26] In quell'occasione, Tamerlano elevò Samarcanda al rango di capitale (paytakht), ben conoscendo il ruolo della città come crocevia tra mondo greco e persiano; già storicamente parte dell'impero diAlessandro Magno, essa fungeva da grande snodo commerciale lungo lavia della seta.[27][28] Tuttavia, l'evento di gran lunga più importante che avvenne in data 10 aprile 1370 fu la nomina di Tamerlano al ruolo di "Grande" emiro, con cui vollede facto sottolineare le pretese di supremazia su tutti gli emiri della Transoxiana.[nota 5][27][29][30] Gli storici fanno coincidere questo evento storico, avvenuto quando Tamerlano aveva trentaquattro anni, con la costituzione dell'impero timuride.[29][30] Dopo aver già prima sposato la sorella di Amīr Ḥusayn, la sua posizione di dominio sulla regione dall'Asia centrale fu consolidata dal matrimonio con la giovane principessa Bibi Khanūm (ovveroSaray Malik Khanum), appartenente alla discendenza di Gengis Khan.[27] Tamerlano assunse il nome diTīmūr Gūrkānī (in persianoتيمور گوركانى, doveGūrkān è la forma persianizzata dell'originalemongoloküregen - inturcoküregen -, ovverogenero [imperiale], cioègenero nell'ambito della famiglia di Gengis Khan).[27][31] Di ciò si gloriò moltissimo, poiché da esso riteneva di trarre o di rafforzare la legittimazione gengiskhanide che era la sua massima ambizione.[32] Egli seppe sfruttare la sovranità nominale dei khan gengiskhanidi da lui stesso posti sul trono a suo comodo, operando al contempo un'abile condotta politica-diplomatica e compiendo brillanti campagne militari.[27] Nonostante avesse trascorso diverso tempo nella capitale in varie fasi della sua vita, non dimenticò la tradizione mongola del nomadismo (yasak) e sostò spesso nella sua vita in accampamenti, talvolta a Kish, sua città natale.[nota 6][33] La sua ascesa fu in seguito formalizzata da una serie di istituzioni statali e militari, come ad esempio la carica deituvājī (comandanti militari) o ildīvān (la cancelleria) che legittimò il suo governo e gli consentì di amministrare meglio il suo Stato.[33]
Urgench, sul fiumeAmu Darya, subì l'assedio di Tamerlano nel 1379. Dopo averla sottomessa, l'emiro trucidò i suoi abitanti
Cristallizzata ormai la sua posizione in Transoxiana, Tamerlano necessitava di un migliore controllo sulla regione diHerat, in cui era di recente morto ilmalik.[27] Consapevole del peso che ancora avevano i gruppi turco-mongoli, Tamerlano non si impegnò in una campagna militare e preferì favorire la nomina di un nuovo governatore,Soyurgatmish, dall'«alto lignaggio mongolo» e nella sostanza un fantoccio nelle mani di Tamerlano.[34] La gestione si rivelerà così oculata che il figlio di SoyurgatmishMaḥmūd, subentrato alla morte del padre nel 1384, svolgerà le funzioni di generale nell'esercito di Tamerlano.[35]
Ad Amīr Ḥusayn era frattanto subentrato suo fratello Yūsuf Ṣūfī nel 1371, il quale aveva accettato di sottomettersi a Tamerlano ricevendo in cambio delle terre nei dintorni diKhiva, inCorasmia.[36] Tuttavia, presto Yūsuf Ṣūfī si ribellò e, nel febbraio/marzo 1373, Tamerlano si diresse verso la Corasmia per imporre la sua autorità con la forza.[36][37] Dopo aver appreso che Tamerlano stava avanzando verso di lui, Yūsuf Ṣūfī si allarmò e accettò di intavolare quanto prima delle trattative per giungere alla pace.[38] Nel frattempo, Tamerlano dovette preoccuparsi di un altro nemico che lo impegnò in varie operazioni militari nella parte nord-orientale dell'impero, ovvero in Moghulistan e in Corasmia.[39] Si trattava diQamar al-Dīn, che nel 1366 usurpò il titolo di khan e si rivelò un personaggio piuttosto «coriaceo» e imprevedibile.[40][41] Benché Tamerlano intendesse estrometterlo definitivamente dal governo delle terre che amministrava, Qamar al-Dīn mise in atto una strategia efficace che gli permise di ospitare i principali rivali del grande emiro alla sua corte e di aggredire militarmente il suo nemico senza impegnarsi in insostenibili battaglie campali.[37][42]
L'insolita clemenza di Tamerlano dimostrata verso i signori che insorsero contro di lui spronò loro stessi e gli abitanti delle terre di confine in Corasmia a insorgere nel 1375.[43] Nella primavera del 1376, l'emiro di Samarcanda si convinse a scatenare una terza spedizione in Corasmia alla caccia di Qamar al-Dīn.[44] Ancora una volta non a suo agio nella posizione di subordinato, Yūsuf Ṣūfī provò ad approfittare della caccia all'uomo che Tamerlano stava compiendo ad est e devastò la Transoxiana in varie aree, raggiungendo quasi Samarcanda.[36][45] Tamerlano riuscì a scongiurare la minaccia, ma la sua autorità appariva minata dalle numerose ribellioni che erano scoppiate. In più, oltre a dover arrendersi all'idea di non poter catturare Qamar al-Dīn, suo figlioJahangir Mirza morì nello stesso periodo per via di un'epidemia di peste, circostanza che lo rese più propenso a compiere violenze per reprimere le proteste scoppiate contro di lui e chi lo aveva tradito.[46] Tamerlano decise di scatenare una campagna più astuta contro il suo avversario, inviando piccoli gruppi di ribelli, ma anche stavolta fallì. L'unico risultato concreto raggiunto coincise con la solita sequela di razzie, stermini e cattura di prigionieri.[47] Una svolta sembrò verificarsi nel 1376, quando un nobile di nomeToktamish proveniente dall'Orda Bianca chiese aiuto a Tamerlano controUros, in quel frangente il khan al potere.[48] Poiché l'Orda Bianca si estendeva grosso modo nell'odierno Kazakistan, Tamerlano scelse di fornire aiuto e di eseguire una campagna nel 1376-1377 diretta contro ovest e anche contro il già citato Yūsuf Ṣūfī, che non aveva mai smesso di costituire una minaccia.[48] A seguito di una serie di eventi confusi, grazie al supporto dell'esercito di Tamerlano Toktamish riuscì a imporsi anche sull'Orda Blu, situata nell'odierna Russia europea, e riunificò quindi quel khanato occidentale che prima era noto con il nome diOrda d'Oro.[49] Galvanizzati dalla vittoria riportata nellabattaglia di Kulikovo nel 1371 contro una coalizione composta da guerrieri dell'Orda d'Oro occidentale, dellaPolonia e dellaLituania, iprincipati russi insorsero e decisero di non pagare più il tributo che tradizionalmente versavano ai mongoli.[50] Per rappresaglia, Toktamish e Tamerlano eseguirono una brillante campagna che culminò con l'assedio di Mosca del 1382, in occasione del quale i turco-mongoli riuscirono sia a prevalere sia a trucidare gli abitanti della città.[49]
Nel frattempo qualche anno prima, nel 1379, Tamerlano aveva eseguito un'ennesima spedizione in Corasmia. L'emiro si era spinto alle porte della città principale della regioneUrgench, situata nel modernoTurkmenistan, alla testa di un folto esercito.[51] Nonostante si fosse tentato di ricorrere per vie diplomatiche, Yūsuf Ṣūfī, che amministrava la regione, fece prigionieri gli ambasciatori inviati da Tamerlano e dovette patire un assedio durato tre mesi, di cui però Yūsuf non vide la fine perché morì prima colpito da una malattia.[36] Quando Urgench cedette, Tamerlano trucidò l'intera popolazione e ne deportò in massa gli artigiani a Kish; si concludeva così la quarta campagna in Corasmia dell'emiro.[36][52]
Tamerlano rivolse il suo sguardo verso laPersia solo dopo che la questione della Corasmia poté dirsi risolta. A quell'epoca l'odiernoIran era una terra assai frammentata, una situazione questa causata dalla morte dell'ultimo sovrano dell'IlkhanatoAbū Saʿīd, nel 1335.[53] In quell'anno, il suo regno era stato suddiviso in un mosaico di potentati:Muzaffaridi,Kartidi,Eretnidi,Chubanidi,Injuidi,Jalayiridi e Sarbadar.[54] L'Ilkhanato comprendeva entro i suoi confini regioni degli attuali Iran, Afghanistan,Iraq, eAzerbaigian, oltre alla regione della Corasmia, con le città di Urgench e Khiva già conquistate da Tamerlano. Per procedere nella sua strategia di conquista occorreva assicurarsi il controllo diHerat, capitale della dinastia kartide e considerata la «porta della Persia» orientale.[55] Constatato l'avvicinamento delle truppe nemiche, il signore locale, definito dispregiativamente dalle fonti timuridimalik, sollecitò i suoi abitanti a combattere, ma essendo rifugiato nella cittadella la sua chiamata fu poco ascoltata.[56] Partirono così i negoziati, terminati con la resa delmalik e l'accettazione delle condizioni imposte da Tamerlano.[56] Il ruolo preminente assunto nelle trattative da un nobile locale di nomeIskandar-i Shaykhi venne ricompensato, in quanto egli suggerì la resa dell'insediamento e fu poi integrato nell'esercito dell'emiro di Samarcanda.[56] Herat cedette dunque per via di una grande manovra politica piuttosto che con le armi; pur avendo risparmiato gli abitanti, l'emiro ne deportò comunque alcuni e nominò il governante locale quale suo sottoposto.[57] Fu solo nel 1383 che Herat venne definitivamente assorbita ai domini timuridi, senza che vi fosse più un qualche signore vassallo.[58]
L'obiettivo successivo riguardò ilKhorasan (oggi Iran), diviso dalla Corasmia da un'area desertica.[54] Nel 1381 Tamerlano seppe inserirsi nelle lotte intestine che lì imperversavano e assoggettò alcuni territori nella regione.[59] L'espansione continuò infatti ai danni della cosiddetta "repubblica" locale deiSarbadār ("pendagli da forca"), che si sviluppava nelBayhaq.[60] Avendo già dimostrato simpatie nei loro confronti quando era in lotta con Amīr Ḥusayn,[16] i Sarbadār decisero di dichiararsi vassalli di Tamerlano pacificamente. Il grande emiro intuì cheKhwāja ʿAlī, alla guida di quella regione e incontrato da Tamerlano personalmente, era un personaggio politico molto astuto e con cui conveniva avere dei rapporti distesi.[61] Figlio delmurshidSadr al-Dīn Mūsā e personalitàsciita di grande importanza, Khwāja ʿAlī avrebbe avuto una certa influenza su Tamerlano e questi ne apprezzò «il valore e il suo parlare franco».[nota 7][61]
Quando fece ritorno a Samarcanda nell'inverno del 1381, le popolazioni di alcune città delSistan insorsero, sobillate da signori locali che non tolleravano l'autorità dell'emiro. Nel 1383 Tamerlano ritornò a sud e punì con estrema crudeltà i ribelli, come testimoniano le fonti coeve.[59] Secondo lo storicoRené Grousset, la sensazione di desolazione trasmessa a un viaggiatore straniero in visita in quell'area riusciva ancora nel Novecento a far intravedere le cicatrici delle rigidi repressioni compiute da Tamerlano.[59] Dal Sistan Tamerlano decise di spingersi versoKandahar nel 1383 e, successivamente, nelMazandaran, sulMar Caspio, dipinta come una terra dalle grandi ricchezze.[62] Il signore locale,Amīr Valī, seppe sfruttare appieno le caratteristiche del suo territorio e fu in grado di causare gravi perdite ai timuridi, ma in seguito Tamerlano si riprese e, nel 1384, assediòAsterabad, principale centro della regione.[62] La repressione fu così atroce che riguardò persino «i bambini in fasce», ma Valī non vi assistette perché fuggì inAzerbaigian e non rappresentò mai più un pericolo.[62] Scongiurato ogni possibile rischio di interfacciare un nuovo nemico nei territori appena acquisiti a settentrione, Tamerlano poté concentrarsi sui suoi successivi obiettivi, ilCaucaso orientale e l'Iraq, quest'ultimo meno frammentato della Persia e dominato daiJalayridi.[62][63]
Campagna triennale in Persia del nord e Caucaso e guerra con i kipčaki
La triennale campagna di Tamerlano traIran e regioni confinanti
Dopo aver constatato le fragilità interne della Persia durante la campagna nel Khorasan, Tamerlano decise di occupare completamente quanto ancora non possedeva nel 1386, anno in cui partì verso l'Iran occidentale dopo aver garantito per un po' la quiete al suo impero.[64][65] Con il pretesto di proteggere quelle carovane che erano state attaccate mentre si recavano in pellegrinaggio aLa Mecca, imprigionò ritenendoli responsabili il sovrano delLorestan (a cavallo tra Iran e Iraq meridionale) e i suoi figli, relegandoli a Samarcanda.[65] Nella quinta campagna in Corasmia del 1388, sottomise nuovamente la grande città diKunya-Urgench, che si era ribellata su iniziativa della famiglia dei Sufi ancora in vita, e ne trasferì la popolazione a Samarcanda, ordinando la distruzione della città e imponendo, al posto delle vecchie fondamenta, di piantare colture di orzo.[66] Dopo una nuova serie di tumulti, Tamerlano conquistòBaghdad e marciò versoTabriz, dove vi trascorse l'estate.[65] Lì pianificò la sua campagna verso ilregno di Georgia, attirando nuove reclute con il pretesto che si trattasse di una guerra mossa da scopi religiosi.[65] Dopo aver sottomessoKars, che fu data alle fiamme, Tamerlano agì nell'inverno del 1386 e riuscì non solo a raggiungere la capitale georgianaTbilisi, ma anche a farne prigioniero il reBagrat, che sarebbe stato rilasciato soltanto dopo aver finto una conversione all'Islam.[64][65][67] È possibile che l'emiro di Samarcanda fosse giunto in Georgia non per conquistarla stabilmente, ma per fornire una dimostrazione di forza e saccheggiare la regione.[68] Il suo ingresso inAzerbaigian aveva trattato irritato un vecchio alleato di Tamerlano, Toktamish, che ne temeva la sete di potere. Così, all'inizio del 1387, Toktamish si convinse a ristabilire la sua signoria sul territorio conteso e attaccò i timuridi ingaggiando un esercito di guerrierikipčaki, ma uno dei figli di Tamerlano,Miranshah, respinse gli aggressori.[65] In un raro impeto di pietà, l'emiro rilasciò tutti i prigionieri kipčaki e partì alla volta dell'Armenia.[64] Un distaccamento si spinse ancora più a Occidente e raggiunse ancheErzurum, nell'odiernaTurchia, città la quale si arrese nel giro di un solo giorno.[65]
Da lì l'emiro marciò in direzione diEsfahan sottomettendo tutti coloro che si trovavano lungo la strada, ovvero gli armeni che vivevano intorno allago di Van, le due confederazioni rivaliturcomanne degliAk Koyunlu ("Quelli del Montone bianco") e deiKara Koyunlu ("Quelli del Montone nero") e, infine, i Muzaffaridi situati aFars.[69] L'acquisizione di Esfahan avvenne pacificamente, in quanto il governatore locale,Muzaffar-i Kashi, aprì le porte ai timuridi e li fece entrare senza combattere.[69] Tuttavia, durante la prima notte in cui l'esercito di Tamerlano soggiornò in città esplosero alcuni tafferugli, con il risultato che l'emiro di Samarcanda ordinò il tradizionale sterminio di tutta la popolazione, cancellando di fatto la presenza di un florido centro dell'epoca.[70] Alcune fonti ricordano le orribili torri di teste ammassate all'interno delle mura a seguito dell'immane strage della popolazione (circa 70 000 morti), una delle più sanguinose della storia.[69]
Dopo aver catturato Esfahan, Tamerlano avanzò in direzione diShiraz nel 1387, dove il principe muzaffaride locale era fuggito.[71] Quando giunse lì, dopo aver trascorso alcuni mesi venne informato del fatto che Toktamish aveva inviato truppe in territorio timuride.[66] Ciò era stato possibile in quanto, nel 1388, la famiglia Sufi della Corasmia si era rivolta al khan dell'Orda d'Oro e ne aveva approfittato per insorgere.[66] I disordini favorirono l'avanzata di Toktamish fino alle porte di Samarcanda, evento che costrinse Tamerlano a ritornare nella capitale.[72]
Toktamish fu respinto e inseguito dai soldati nemici, i quali si spinsero nella regione abitata dai kipčaki. Le fonti coeve riferiscono che l'esercito timuride contava un totale di 200 000 uomini, una cifra questa ritenuta però sovrastimata.[73] L'esercito timuride inseguì il nemico fino allaSiberia, nella regione delle foreste dell'estremo nord, dove «l'alba sorge subito dopo il tramonto del sole».[74] Qui l'esercito di Toktamish fu circondato sulla sponda destra del fiumeVolga nella regione di Samara, e fu quindi sbaragliata nella battaglia del fiumeKondurča del 1391.[75] Ancora una volta Toktamish riuscì a sfuggire, questa volta disperdendo quel che restava del suo esercito negli spazi sterminati delle steppe e delle foreste siberiane.[75] In compenso, lasciò al nemico un ingente bottino e alcuni carri maneggevoli ritenuti particolarmente innovativi all'epoca.[75] Tamerlano tornò quindi a Samarcanda nell'ottobre del 1391, dove convocò un nuovo grandekuriltai e assegnò i territori rientranti nel vecchioimpero ghaznavide a suo nipote diciassettePīr Muḥammad.[76] Tra la primavera e l'autunno del 1390 attaccò ilTien Shan e poi il Turkestan cinese (odiernoXinjiang), seguendo la via della seta fino aTurfan.[77] Quando incontrò il khan locale Khizir Khogia, da poco convertitosi all'Islam, ne sposò la figlia e gli garantì l'ascesa al trono del Moghulstan al posto di Qamar al-Din, vecchio nemico di Tamerlano morto intorno al 1390 in circostanze misteriose.[77] L'emiro pianificò inoltre i preparativi per la sua futura campagna quinquennale compiuta in Persia dal 1392 al 1396.[71]
Durante la campagna contro i kipčaki, le città soggiogate da Tamerlano in Persia approfittarono dell'assenza del signore della guerra e scatenarono delle ribellioni.[78] Il principale sostenitore di queste spinte secessioniste fu ilmuzaffarideShah Mansur, che tentò di coalizzare le sue forze mentre Tamerlano venne costretto a riposare per via di una malattia contratta nel 1392.[78] Fu solo verso la fine dell'anno che l'emiro si riprese e raggiunse il Mazanderan, spingendosi poi lungo le coste meridionali del mar Caspio.[78] Nel 1393, l'emiro di Samarcanda raggiunse il Lorestan, sopprimendo i tentativi di rivolta nuovamente con la forza e con il terrore.[78] Fu in quel frangente che Shah Mansur venne ucciso davanti alla porte di Shiraz dal nipote di Tamerlano,Shah Rukh.[78]
Dopo la riconquista del Mazandaran e delFārs, avvenuta con la ripresa di Iṣfahān e diHamadan nel mese di giugno, Tamerlano procedette in direzione diBaghdad nell'agosto del 1393.[79] L'avanzata fu piuttosto celere, se si considera che le armate percorsero più di 500 chilometri in meno di quindici giorni e tormentati dal caldo dell'estate.[80] Nell'odierna capitale irachena il sultanoAhmad Jalayir, ultimo esponente deiJalairidi, indirizzò alla controparte doni preziosi, ma Tamerlano si preparò comunque a colpire la città sospettando una potenziale strategia temporeggiatrice del suo nemico.[78] Baghdad aprì le porte all'esercito timuride e non combatté, poiché Ahmad Jalayir preferì fuggire versoCairo, nelSultanato mamelucco diBarquq, in cerca di asilo.[79][81] Assicuratosi l'odierna capitale irachena e avervi trascorso tre mesi, Tamerlano procedette verso nord, ovvero nelKurdistan. In questo frangente, all'inizio del 1394, il suo secondogenitoUmar-shaikh morì colpito da una freccia scagliata da una roccaforte curda.[79] Mesi dopo Tamerlane si fece strada traMardin eDiyarbakır, raggiungendo alla fine dell'anno 1394Aladağ, a nord del lago di Van e a ridosso della Georgia.[79] Tamerlano si recò nella regione del Caucaso quando seppe che una coalizione a lui contraria capeggiata da Toktamish, khan dell'Orda d'Oro, stava pianificando di attaccare i timuridi.[82] Il rivale di Tamerlano si era infatti mosso molto in campo diplomatico mentre l'emiro di Samarcanda agiva in Persia; egli aveva infatti stretto contatti con il gran principe di MoscaBasilio, con il granduca di Polonia e LituaniaLadislao II Jagellone e con il sultano mamelucco d'Egitto.[82] Così, dopo aver attraversato la catena innevata del Caucaso, Tamerlano ingaggiò battaglia contro Toktamish nell'aprile del 1395 sulfiume Terek surclassandolo, senza però riuscire a farlo prigioniero.[82][83]
Desideroso di infliggere una dura lezione al suo avversario, Tamerlano avanzo in pieno territorio dell'Orda d'Oro, spingendosi fino ai pressi diKiev e riducendo in schiavitù gli abitanti del fondaco genovese diTana, sulMar Nero, oltre a distruggere chiese e monasteri.[82] Sulla strada del ritorno imperversò nuovamente inCircassia e Georgia e, nell'inverno del 1395-1396 attaccòAstrachan', a nord del Caspio, e poi la metropoli e capitale dell'Orda d'OroSaraj, rasa al suolo senza trovare una seria resistenza.[82][84] Al posto di Toktamish, Tamerlano secondo il suo costume nominò come governatori due suoi generali:Timur Qutlugh (discendente di Gengis Khan, investito formalmente del titolo di khan dell'Orda), e l'emiro (ministro ovisir)Edigu, che mostrarono sempre il proprio sostegno a Tamerlano in maniera timida.[85] Ciò segnò il tramonto della potenza dell'Orda d'Oro, poiché molte rotte commerciali tra Asia centrale ed Europa cessarono praticamente di essere percorse.[86] La campagna si concluse infine quando, nel luglio del 1396, Tamerlano rientrò a Samarcanda.[87]
Tamerlano trascorse il 1397 a Samarcanda, impegnandosi ad abbellirla e trascurando le vicende politiche che avvenivano a Occidente del suo impero.[88] Il suo istinto bellicoso si risvegliò nel 1398 e riguardò l'India, la cui capitaleDelhi era riconosciuta per le sue straordinarie ricchezze, allo stesso modo dei suoi dintorni.[88] La potenza delSultanato di Delhi non andava sottovalutata, considerato il vasto arsenale di cui disponeva (centinaia dielefanti da guerra e pericolose granate incendiarie).[88] Per questa ragione, Tamerlano inviò il suo nipote Pir Muhammad alla testa di un piccolo contingente alla conquista diMultan, assoggettata nel maggio del 1398.[88]
Adducendo quale pretesto l'eccessiva tolleranza che il sultano dell'India mostrava verso i propri sudditi indù, Tamerlano ruppe gli indugi e attaccò il Sultano musulmano di Delhi, attraversando l'Indo con un ponte di barche e sbaragliando iRajput delSindh interno.[88][89] Durante l'avanzata, continuò a seguire la strada che da Multan portava a Delhi, sbaragliando le roccaforti presidiate dalle truppe e dagli elefanti del sultanotughlaqMaḥmūd Shāh lungo la strada.[90] La battaglia decisiva si svolse sul fiumeJumna, all'altezza diPānīpat, il 17 dicembre 1398.[91] In precedenza, Tamerlano aveva fatto uccidere nel giro di un'ora i ben 100 000 prigionieri che l'esercito portava con sé e che, a quanto si riferisce, stavano rallentando pesantemente le operazioni.[91] Durante lo scontro, grazie a un efficace stratagemma tattico che intimidì i grossi mammiferi con delle fascine infuocate, Tamerlano prevalse.[91] La conquista del Sultanato di Delhi si rivelò una delle più valorose vittorie compiute da Tamerlano, poiché egli era riuscito a compiere ciò che Alessandro Magno e Gengis Khan non erano riusciti a fare.[92]
Una scena raffigurante la battaglia di Tamerlano con il sultano di DelhiMaḥmūd Shah, 1398. Illustrazione di Sharaf al-Din Ali Yazdi, (1595-1600)
La città, una delle più ricche di quei tempi, fu presa e atrocemente devastata e saccheggiata durante tre giorni.[93] Malgrado i divieti ufficialmente sanciti, le brutalità proseguirono e quasi tutti i cittadini sopravvissuti al massacro furono ridotti in schiavitù.[94][95] Oltre ai massacri, va altresì segnalata la distruzione di idoli induisti compiutain loco in nome del fanatismo religioso.[96] La città «delle spezie e dei profumi» visse un turbinio di eventi così gravi che essi rimasero impressi nell'immaginario collettivo per diversi secoli a venire.[97] LasciatoKhiżr Khān come suo governatore nelPunjab, Tamerlano salutò probabilmente Delhi nel gennaio del 1399 dopo avervi sostato per quindici giorni.[94] Sulla strada del ritorno saccheggiò alcuni insediamenti alle pendici dell'Himalaya e poi sostò con il suo esercito nelKashmir, dove aveva già insediato un sultano suo alleato.[98] Fu soltanto il 29 aprile che venne raggiunta Samarcanda, i cui abitanti lo attesero riservandogli una festosa accoglienza.[99] Il suo esercito, un tempo velocissimo nei suoi spostamenti, fu nell'occasione talmente carico di bottino da dover marciare con estrema lentezza. Secondo l'ambasciatorecastiglianoRuy González de Clavijo, novantacinque elefanti catturati servirono soltanto per il trasporto di certe pietre con cui Tamerlano intendeva erigere una moschea a Samarcanda.[100] Quest'ultimo edificio, di cui è impossibile ricostruire la forma originale per via dei vari restauri subiti nel corso dei secoli, fu realizzato anche con il contributo di ingegneri deportati dall'India e forse, il progetto fondeva caratteristiche della Grande Moschea tughluq situata nel Jahānpanāh a Delhi e peculiarità dell'architettura post-mongola.[100]
La campagna di Tamerlano in terra mamelucca inAnatolia
Alle porte del XV secolo, il potente emiro possedeva un impero che andava dai territori a occidente del Volga e dal Caucaso fino ai confini con la Cina, e dallago d'Aral all'Oceano Indiano fino alla valle delGange, in India. Nel 1397, ovvero quando Tamerlano tornò a Samarcanda dopo la spedizione quinquennale in Persia e un anno prima che pianificasse la spedizione a Delhi, la situazione geopolitica nelVicino eMedio Oriente era però già mutata.[101] Ahmad Jalayir, con l'ausilio del Sultanato mamelucco d'Egitto e dopo aver stretto un'alleanza pure con i Turcomanni della tribù dei Kara Koyunlu, era riuscito a ritornare in controllo di Baghdad da diverso tempo.[102] I georgiani ne avevano approfittato per ribellarsi e avevano causato diverse scorrerie in territorio timuride su iniziativa del reGiorgio VII.[103] Toktamish, invece, aveva chiesto asilo al re polacco Ladislao II Jagellone e al granduca lituanoVitoldo, meditando una vendetta contro il suo vecchio amico.[101]
Il motivo ufficiale per cui Tamerlano avviò la campagna militare verso ovest riguardò le condotte di suo figlio Miranshah.[nota 8][104] Dopo essere stato nominato governatore del Khorasan, nel 1396 Miranshah mise in atto una serie di comportamenti che dimostravano chiaramente il suo intento di acquisire più potere e, addirittura, di spodestare il padre mentre era in India.[105] Nel suoẒafarnāma, lo scrittore persiano del XV secoloSharaf al-Din Ali Yazdi sostiene che Miranshah era diventato infermo di mente nel 1399 a seguito di una caduta di cavallo.[106] Da allora ordinò scriteriatamente l'uccisione di oppositori politici, la distruzione di monumenti storici per motivi futili e la profanazione di tombe considerate sacre da alcune confessioni religiose.[102][106]
Per questo motivo, nel settembre del 1399, Tamerlano iniziò una nuova campagna a quasi quattro mesi dopo il suo ritorno dalla terra indiana.[107] Quando Tamerlano raggiunse ilKarabakh, venne a conoscenza dell'esito dellabattaglia del fiume Vorskla dell'agosto del 1399. In quell'occasione Toktamish, assistito dal granduca di Lituania Vitoldo e daiCavalieri teutonici, fu sbaragliato dagli uomini che lo avevano rimpiazzato e che aveva insediato Tamerlano, ovvero Timur Qutlugh ed Edigu.[108] Da una parte questa notizia rassicurava Tamerlano, in quanto accantonava definitivamente ogni nuovo timore che Toktamish potesse ritornare al potere. Dall'altra tuttavia, Edigu si dimostrò subito non disponibile a riconoscere una qualche forma di rapporto di subordinazione nei confronti di Tamerlano.[108] L'emiro di Samarcanda venne a conoscenza anche di altre notizie, la più importante delle quali riguardava l'affermazione al potere in Egitto di un debole sultano di nomeal-Nāṣir Faraj.[108]
Una scena raffigurante la battaglia tra Tamerlano e il sultano mameluccoal-Nāṣir Faraj inSiria. Illustrazione di Kamaladdin Behzad
Radunate altre truppe nel Karabakh, impose nuovamente il suo controllo in Kurdistan e in Georgia.[106] In quest'ultima regione, nel 1400, stavolta Tamerlano non si limitò a saccheggiarla e costrinse il reGiorgio VI a fuggire sulle vette più remote del Caucaso.[109] Entrato nuovamente a Tbilisi, imperversò nelle intere valli localizzate tra laCartalia e laCachezia, attaccando il clero e i monumenti cristiani e causando massacri ovunque.[109] In seguito Tamerlano sollecitò il sultano dell'impero ottomanoBayezid I, a non fornire asilo ai nemici dell'impero timuride, primo fra tutti il vecchio sultano di Baghdad Ahmad Jalayir.[106] Vittorioso inSerbia, inBulgaria (1394) e contro una coalizione di crociati franco-ungherese aNicopoli (1396), Bayezid I stava pianificando di conquistareCostantinopoli nel 1394 e nel 1395, tentando di realizzare una manovra di accerchiamento dopo averle già imposto il pagamento di un esoso tributo.[110][111] L'energico sultano ottomano si stava espandendo rapidamente anche verso oriente con le sue campagne anatoliche, la principale delle quali terminò con la conquista diKonya nel 1397-1398.[110] Poiché l'espansione allarmava l'Europa occidentale, in quanto poteva minacciare tutti gli Stati affacciati sulmar Mediterraneo, alcune potenze europee si preoccuparono di stringere canali diplomatici con Tamerlano.[112] Esse iniziarono a pensare che i loro interessi potessero coincidere con quelli di Tamerlano, contrapponendosi congiuntamente all'avanzata turca.[113] Gli europei vedevano in lui molte analogie con i mongoli di un secolo e mezzo prima, che distruggendo ilCaliffato abbaside dell'Iraq e della Siria, avevano consentito la sopravvivenza per mezzo secolo ancora degliStati crociati inPalestina.[114] Una nuovapax mongolica avrebbe inoltre aiutato molto i commerci dei mercanti occidentali.[114] Il coimperatoreGiovanni VII Paleologo si accordò con il podestà genovese diGalata per inviare ambasciatori a Tamerlano.[114] Essi proposero a Tamerlano di versare un tributo a lui in cambio di un'alleanza per sconfiggere i turchi stessi.[114] Un'ambasceria parallela venne condotta anche dal re di FranciaCarlo VI tramite alcunidomenicani.[110] L'emiro fu molto interessato alle ricche proposte offertegli dagli europei, motivo per cui rassicurò la coalizione anti-ottomana sul fatto che intendeva colpire il sultano.[115] Tamerlano sperava che, tramite laRepubblica di Venezia e diGenova, avrebbe potuto ottenere quella flotta che non possedeva per distruggere la potenza ottomana anche nei territori europei.[113] Bayezid si impossessò diErzincan nell'agosto-settembre del 1400, rimpiazzando il governatore filo-timuride presente.[116] Il sultano ottomano rispose in maniera sprezzante alle intimazioni di Tamerlano, definendo in quell'occasione per la prima volta di cui si ha conoscenza l'emiro "Timur-i-lenk", ovvero Timur lo zoppo.[106] Quando il sultano ottomano esautorò l'uomo fedele all'emiro di Samarcanda situato nell'Anatolia orientale, i timuridi si preparano a combattere gli ottomani.[116] La campagna di Tamerlano procedette dapprima versoSivas,Malatya eAyutab, ma una volta arrivato aKayseri egli inaspettatamente si diresse a meridione, attaccando laSiria vassalla del sultanato egiziano.[106][117][118] Quando siaDamasco siaAleppo cedettero all'inizio del 1401, il sultano mamelucco Faraji, giunto nella regione per fornire morale alle truppe, ripiegò in tutta fretta in Egitto.[112][118] Ahmad Jalayir era nel frattempo riuscito ad arrivare a Baghdad con il supporto dell'esercito ottomano, motivo per cui Tamerlano prima attaccòMosul e poi avanzò fino alla moderna capitale irachena.[112] Lì la ferocia dell'emiro si rivelò senza eguali, poiché dopo aver surclassato i difensori della città la rase al suolo e formò una pila di 90 000 teschi umani distribuita su 120 colonne.[106][112]
Lo scontro principale con il sultano ottomano avvenne nellabattaglia di Angora (l'odiernaAnkara), il 20 luglio 1402. Si trattò di uno scontro dalle vaste proporzioni, tanto che le fonti coevi stimano gli uomini fedeli a Tamerlano compresi tra 250 000 e 500 000 uomini (alcuni addirittura riferiscono di un milione di soldati): tuttavia, gli studiosi moderni considerano le cifre verosimilmente esagerate.[119][120] I turco-mongoli potevano contare sull'ausilio di alcuni principi turcomanni che si rivoltarono contro gli ottomani, oltre a un grande numero di elefanti da guerra indiani, mentre gli avversari, meno numerosi e affiancati da mercenariserbi e varigiannizzeri (realisticamente compresi tra 5 000 e 10 000), riportarono una disastrosa sconfitta.[120][121][122]
Una scena raffigurante labattaglia di Angora. Illustrazione mongola di autore ignoto
La grande esperienza militare degli uomini di Tamerlano fece la differenza. Sfruttando la maggiore mobilità della sua cavalleria, Tamerlano riuscì a porre il suo esercito fra quello degli ottomani e le uniche risorse d'acqua disponibili per dissetare eserciti così grandi.[123] I turchi furono perciò costretti ad attaccare e finirono quindi accerchiati e massacrati dagli arcieri della cavalleria mongola e dalla scimitarre della cavalleria chagatai di Tamerlano.[123] Il sultano dell'impero ottomano Bayezid I, sebbene eroicamente difeso dal contingente alleato serbo destinato alla sua persona e ai suoi eredi, fu catturato e trascorse gli ultimi mesi della sua vita da prigioniero alla corte di Tamerlano.[122][123] Secondo alcune fonti, morì suicida il 9 aprile del 1403 in prigionia, ma esistono alcuni resoconti, intrisi di elementi dalla dubbia veridicità, secondo i quali l'emiro nutrì per il sultano perfino un insolito sentimento di ammirazione e amicizia.[119]
Alla battaglia assistettero anche numerosi ambasciatori inviati dai re cristiani presso Tamerlano per valutarne la potenza e la reale forza militare.[124] La conduzione strategica della battaglia da parte di Tamerlano, secondo quanto venne riferito, era stata ancora una volta perfetta, nonostante l'enorme numero di combattenti impiegati. La vittoria sui turchi riuscì nei fatti a ritardare di cinquant'anni la presa diCostantinopoli da parte degli ottomani.[125] Contrariamente a quanto si aspettavano gli europei, l'emiro di Samarcanda non fermò la propria campagna verso occidente e coltivò ancora il suo sogno di eseguire una seconda volta l'impresa di Gengis Khan.[112] Così si spiegano le conquiste avvenute tra 1402 e 1403 diSmirne, difesa dagliOspitalieri di Rodi,Focea eChio.[126][127] Nella primavera del 1403, Tamerlano aggredì inoltreBursa,Nicea ePergamo, dove rimase incantato a contemplare i resti della civiltà classica, come era accaduto a Baalbek.[115] Le manovre dei timuridi in Anatolia furono favorite dalla grande crisi in cui versava l'impero osmanico (si parla diinterregno ottomano) a seguito della sconfitta riportata ad Angora e delle divisioni tra i figli di Bayezid, sfruttate appieno da Tamerlano.[128] Frattanto gli europei erano molto indecisi sul da farsi e speravano ancora di costituire un'alleanza con i mongoli. FuEnrico III di Castiglia colui il quale spedì più ambascerie a Tamerlano, inviando altresì il nobileRuy González de Clavijo.[126] Questi visitò anche la corte di Tamerlano a Samarcanda nel 1404 e realizzò una serie di appunti ritenuti assai preziosi per la ricostruzione delle vicende relative all'impero timuride.[129]
Dal canto suo, Tamerlano aveva altri pensieri per la testa e non sognava alcuna conquista in larga scala dell'Europa. Egli riteneva quello Costantinopoli un impero ormai alla mercé di quello ottomano, da lui peraltro battuto.[130] Inoltre, la notizia pervenutagli nel marzo del 1403 della morte del suo amato nipote Muhammad Shah, figlio del suo primogenito Jahangir, rattristò molto il generale e sovrano settantenne, che si lasciò andare a una profonda tristezza e si circondò di dervisci con cui discuteva di teologia.[131] Così, tra la fine del 1403 e la primavera del 1404, ripartì verso oriente, incaricando suo nipoteAbu Bakhr di sedare l'ennesima rivolta scoppiata in quel che si stava ricostruendo a Baghdad e incaricandogli di riportarla all'antico splendore, un compito questo che si dimostrò impossibile da eseguire in tempi brevi.[132] Quando ritornò a Samarcanda nella primavera del 1404, ne approfittò per recuperare le forze e concentrare la sua attenzione verso un altro territorio che lo affascinava profondamente e che destava la sua curiosità, laCina.[130]
La fortificazione situata presso ilpasso di Jiayu. Essa fu rafforzata quando si diffuse la notizia che Tamerlano stava pianificando di invadere la Cina
La Cina dell'inizio del XV secolo governata dalladinastia Ming stava vivendo un periodo di grande splendore.[133] I Ming avevano soppiantato nel 1368 i mongoli delladinastia Yuan, fondata daKublai Khan, nipote diGengis Khan. Il primo imperatore Ming,Hongwu, pretendeva e riceveva tributi dai signori dell'Asia Centrale che considerava eredi del gengiskhanide Kublai sconfitto. Entro certi limiti, Tamerlano aveva accettato la pretesa della nuova dinastia cinese, considerato che il suo impero aveva inviato già in tre occasioni dei grandi doni all'indirizzo diPechino (1387 o 1388, 1392 e 1394).[130][133] Tuttavia nel 1404, definendo usurpatori i nuovi sovrani cinesi, non fece più mistero del suo sogno di restaurare nella sua interezza l'impero mongolo, compresa la parte costituita dalla Cina di Kublai. Radunato il suo seguito, si convinse ad attraversare le catene montuose che separavano Samarcanda dalla Cina in pieno inverno. La speranza era quella di attraversare ilSyr Darya sul ghiaccio solido, cosa che avvenne il 27 dicembre 1404, per poi raggiungere la destinazione in primavera.[134] Arrivato aFarab, radunò un numeroso esercito, ma al contempo contrasse una malattia, forse unapolmonite, che minò la sua già fragile salute da ultrasettantenne.[133] Sentendo avvicinarsi la morte, sperò di poter incontrare un'ultima volta il solo figlio che gli era sopravvissuto, Shah Rukh, ma quest'ultimo si trovava nella lontanaTashkent.[134] Tamerlano aveva appena ricevuto una supplica di Toktamish, che implorava la sua generosità; secondo alcuni, pare che l'emiro gli concesse infine il perdono,[134] ma altri autori appaiono di avviso contrario.[135] Pare che, nonostante lo stato di malattia, l'emiro non avesse mutato le proprie abitudini e che avesse continuato a mangiare e a bere in maniera sconsiderata per un uomo della sua età.[134] Come appariva quasi inevitabile, il 19 febbraio 1405 Tamerlano spirò a Farab, oggi parte del Kazakistan, senza aver mai potuto incontrare suo figlio.[134] Imbalsamato e chiuso in un sarcofago d'ebano, i suoi uomini non raggiunsero la Cina e lo riportarono a Samarcanda, tumulandolo nel mausoleo che egli aveva fatto erigere per sé e per la sua famiglia, il Ghur-i Mir.[136] Assieme a Tamerlano, vennero poi sepolti altri discendenti della famiglia.[137]
I successori di Tamerlano, alcuni dei quali celebri per la loro tutela del mondo culturale, videro l'impero dividersi.[137] Lo Stato timuride iniziò infatti a indebolirsi e scoppiarono presto guerre civili e dispute per il trono, poiché figli e nipoti si contesero il potere nonostante il signore della guerra avesse nominato suo nipote Pīr Muḥammad come successore. La dipartita del grande emiro coincise dunque con il termine dell'apogeo della realtà timuride, che non tornò mai più a rivivere i fasti di una volta.[138] Pīr Muḥammad sopravvisse per un solo anno al nonno e morì nel 1406, quando il trono fu occupato brevemente daMīrān Shāh.[104] Sebbene altri figli e nipoti del defunto signore della guerra non riuscirono a imporsi nel corso delle lotte civili avvenute in tutto il territorio posseduto da Tamerlano,Shah Rukh, suo quarto figlio, riuscì a mantenere la sua posizione di governatore nel Khorasan e si affermò definitivamente a Samarcanda nel 1409.[139]
Tamerlano conduce le sue truppe alla conquista di Baghdad nel 1393 in un ritratto quasi contemporaneo (1435-1436) contenuto nellaZafarnama
È opinione condivisa che il vero motivo delle campagne di Tamerlano fosse la sua insaziabile ambizione imperialistica, come espresso dalla sua dichiarazione: «L'intera estensione della parte abitata del mondo non è abbastanza grande per avere due re».[140] Molto abile nello sfruttare le divisioni degli avversari, costruì il suo impero sulle vittorie militari e su una doppia legittimazione, cioè quella,di sovrano mongolo che rivendicava la discendenza diretta e indiretta da Genghiz Khan e quella di guerriero islamico che combatteva per la fede (Ghazi).[141] Assai controversa è anche la questione se sia stato fin dalla gioventù un uomo colto oppure addirittura un illetterato e un analfabeta.[77] Stando alle fonti storiografiche, Tamerlano poteva agevolmente sostenere una discussione su temi di filosofia, geografia o di storia antica con un erudito del calibro del grande storico Ibn Khaldūn. Tamerlano si esprimeva probabilmente in una variante delturco, tradizionalmente chiamato turco ciagataico.[77] Ibn 'Arabshāh riferisce che egli conosceva il turco, ilmongolo e ilpersiano, ma non l'arabo.[77] Tuttavia, era il persiano ad essere tenuto in grande considerazione da Tamerlano, in quanto era la lingua non solo della sua corte, ma anche della sua cancelleria.[142] Aveva inoltre forza e resistenza fisica eccezionali, al punto di potere sfidare a duello individuale i propri avversari a oltre quarant'anni di età.[143]
Si dice che il grande emiro fosse un appassionato degliscacchi, di cui pare avesse escogitato una variante giocata su unascacchiera 10×11.[119] Incontrò spesso intellettuali, intrattenendo conversazioni con loro. A titolo di esempio, a Damasco, mentre era in corso la campagna settentrionale, Tamerlano incontrò il celebre intellettuale maghrebino Ibn Khaldūn; i due discettarono piacevolmente di geografia e di storia.[117] Quest'ultimo fornisce un ritratto molto interessante della figura di Tamerlano:
«Il re Timur è tra i re più grandi e potenti. Alcuni gli attribuiscono della scienza, altri lo considerano un rafidita[nota 9] per le sue preferenze sulla discendenza del Profeta, altri ancora lo considerano un mago dedito alla stregoneria. Di fatto non è niente di tutto ciò; è semplicemente un uomo molto intelligente e perspicace, che si presta al dibattito su ciò che conosce cosí come su ciò che non sa. Ha tra i sessanta e i settant'anni, ha un ginocchio paralizzato perché, come mi ha detto, quando era ragazzo fu colpito da una freccia. Può così camminare per brevi tratti trascinando la gamba. Quando deve percorrere lunghi itinerari degli uomini lo portano a braccia. Gode del favore divino e lo concede a coloro che sceglie tra i suoi servitori.»
Il mausoleoGur-e Amir, sede della tomba di Tamerlano e quella di numerosi altri sovrani timuridi
Al di là dei ritratti coevi, i quali sicuramente riescono a fornire un'immagine estetica più o meno affidabile dell'emiro, è stata l'esumazione l'operazione attraverso la quale è stato possibile ricostruirne in maniera fedele l'aspetto fisico. Le spoglie di Tamerlano furono ritrovate nella sua tomba nel Mausoleo Gur-e Amir aSamarcanda nel 1941 dall'antropologo russo Mikhail M. Gerasimov, il quale scoprì che - malgrado la statura di un metro e settanta dello scheletro - le caratteristiche facciali si conformavano a fattezzemongoloidi.[145] L'esumazione consentì di accertare che il sovrano defunto era zoppo per una ferita alla gamba destra, oltre ad avere un'affezione cronica al gomito che ne aveva invalidato l'uso del braccio destro.[146] Dal teschio, Gerasimov riuscì anche a ricostruire il verosimile aspetto di Tamerlano.[4]
È diffusissima tradizione che fosse stata scagliata una maledizione contro chi avesse violato la tomba.[147] La maledizione si sarebbe prima abbattuta sul persianoNadir Shah (1736-1747), che di ritorno dall'India avrebbe asportato la tomba (un unico blocco di giada verde).[nota 10] In seguito, i tentativi di aprirla vi avrebbero provocato una crepa. I guai che ne conseguirono furono tali da convincerlo a far riportare la tomba a Samarcanda, ma egli venne ugualmente assassinato.[148]
Secondo un'interpretazione para-storica, anche alla "violazione" per mano sovietica seguirono delle coincidenze. L'apertura avvenne il 21 giugno 1941, e all'indomani, laGermania nazista scatenò l'Operazione Barbarossa, ovvero l'invasione tedesca dell'Unione Sovietica.[145][149] Viene ritenuta opera della sorte anche la circostanza che, poco dopo la nuova sepoltura dello scheletro di Tamerlano (assieme a quello del nipoteUluğ Bek) secondo il rito musulmano dell'inumazione nel novembre del 1942, ebbe luogo la resa dei nazisti aStalingrado nel febbraio del 1943.[150]
Timur era un sunnita praticante, forse appartenente alla scuola deiNaqshbandiyya, che era influente in Transoxiana e, in particolare, aBukhara.[151] Sulla base di quanto si è a conoscenza, pare che in vita sacrificò l'esecuzione di alcuni dettami religiosi al pragmatismo.[151] Egli dimostrò inoltre delle simpatie persufismo, così come palesò una velata ammirazione per losciismo sfociata in una pallida tolleranza.[151] Il segnale più evidente di quanto si sta affermando si rintraccia sulla sua lapide presente nel mausoleo di Gur Amir a Samarcanda, dove è presente un elaborato albero genealogico, in gran parte inventato, che lo fa risalire adʿAlī, il genero diMaometto.[151] Tanto per gli studiosi moderni quanto per i suoi contemporanei, risultava difficile inquadrare il suo credo religioso. Per questo motivo, come ha affermato Justin Marozzi, Tamerlano sembrò perlopiù agire in maniera camaleontica, ammiccando l'occhio alle diverse interpretazioni dell'Islam a costo di una scarsa coerenza e privilegiando, in estrema sintesi, «il credo della conquista».[152]
Donna in viaggio in un'illustrazione che ritrae Samarcanda o l'Asia centrale del 1400 circa. Essa raffigura forse il matrimonio di Tamerlano con Dilshad Aqa nel 1375
Vi è incertezza sul numero di mogli e concubine che vissero al fianco di Tamerlano, ma è certo che ognuna di queste donne fu anche sua consorte, come era usanza tra i mongoli.[33][153] L'emiro fece infatti di decine di donne le sue mogli e concubine mentre conquistava le terre dei loro padri o degli ex mariti.[33]
Di seguito viene riportata un elenco delle principali consorti note di Tamerlano:
Turmish Agha, madre di Jahangir Mirza, Jahanshah Mirza e Aka Begi;
Oljay Turkhan Agha (m. 1357/58), figlia di Amir Mashlah e nipote di Amir Qazaghan;
Saray Malik Katun (1367), vedova di Amir Husain e figlia di Qazan Khan;
Islam Agha (m. 1367), vedova di Amir Husain e figlia di Amir Bayan Salduz;
Ulus Agha (m. 1367), vedova di Amir Husain e figlia di Amir Khizr Yasuri;
Dilshād Āghā (m. 1383), figlia di Shams ed-Din e di sua moglie Bujan Āghā;[154]
Touman Agha (m. 1377), figlia di Amir Musa e di sua moglie Arzu Mulk Agha, figlia di Amir Bayezid Jalayir;
Chulpan Mulk Agha, figlia di Haji Beg di Jetah;
Tukal Khanum (m. 1397), figlia del Khan mongolo Khizr Khoja;
Tolun Agha, concubina e madre di Umar Shaikh Mirza I;
Mengli Agha, concubina e madre di Miranshah;
Toghay Turkhan Agha, signora del Kara Khitai, vedova di Amir Husain e madre diShah Rukh;
Tughdi Bey Agha, figlia di Aq Sufi Qongirat;
Sultan Aray Agha, una dama di Nukuz;
Malikanshah Agha, una donna Filuni;
Khand Malik Agha, madre di Ibrahim Mirza;
Sultan Agha, madre di un figlio morto in tenera età.
Aka Begi (m. 1382) - da Turmish Agha. Sposata con Muhammad Beg, figlio di Amir Musa Tayichiud;
Sultan Bakht Begum (m. 1429/1430) - da Oljay Turkhan Agha. Sposò prima Muhammad Mirke Apardi, sposò in seconde nozze, nel 1389/1390, Sulayman Shah Dughlat;
Tamerlano segnò al tempo stesso il culmine e il declino delle grandi invasioni dei cavalieri nomadi in Asia ed in Europa. Il lascito del "Rinascimento" di Tamerlano comprende alcuni capolavori architettonici a Samarcanda e a Kesh che hanno pochi confronti (si veda a tal propositoarchitettura timuride). Tamerlano scelse di abbellire e fortificare la capitale al punto di renderla una delle città più splendide dell'Asia.[27][28] Qui il contrasto fra l'immagine del condottiero mongolo distruttore di decine di grandi città e massacratore di centinaia di migliaia di innocenti da un lato, e il sovrano amante della grandiosità, dell'arte e della bellezza dall'altro, non potrebbe essere più stridente. Nella capitale si possono ancora ammirare la piazza centrale (il Registan, le cuimadrase sono però successive), la più grande moschea del tempo, dedicata alla moglie Bibi Khanum, il mausoleo fatto costruire per sé e i propri discendenti (Gur-i-Amir); e lo stupendo complesso dei santuari della necropoli "Shāh-i Zinda" (Il re vivente).[51][155] Sulla probabile spinta delle due mogli, l'emiro ordinò altresì la costruzione di sontuosi giardini e vari edifici.[51]
Nella sua terra d'origine, oggi la repubblica dell'Uzbekistan, dopo la liberazione dalla dominazione sovietica che era contraria al culto delle nazionalità, Tamerlano (ricordato come Amīr Timur) è oggetto di venerazione come «padre della patria» e considerato il fondatore di uno dei più vasti imperi della storia universale.[156]
Tamerlano finì per influenzare la costruzione di opere comeIl Principe diNiccolò Machiavelli.[157] Si devono infatti a un mercante senese, Beltramo Mignanelli (che fu testimone diretto dell'assedio, della presa e dell'incendio di Damasco nel gennaio del 1401 da parte di Tamerlano), le prime notizie in Italia su Tamerlano, con delle lettere che finirono col far parte dell'opera diPoggio Bracciolini, cui sembra si sia ispirato appunto Machiavelli.[157] Il mito di Tamerlano, rinvigorito nel Cinquecento daPaolo Giovio eNicolao Granucci, si diffuse anche grazie all'enciclopedista spagnoloPedro Mexía, che lo introdusse nella sua opera enciclopedica.[158]
Vanno anche ricordate le numerose opere teatrali sorte dal Seicento in poi attorno alla figura del conquistatore centro-asiatico. Se tra i primi esempi vanno ricordati ilTamerlano il Grande diMarlowe (Tamburlaine the Great, 1587, in due parti) e ilTamerlano, o la morte di Beyazit (Tamerlan, ou la Mort de Bajazet, 1676) diJacques Pradon, altre opere successive portarono alla creazione dei libretti di grandi composizioni liriche, come quelle diHändel (Tamerlano, 1724) e diVivaldi (Bajazet, 1735).[159] Curiosamente all'interno dell'opera teatraleTurandot del drammaturgoCarlo Gozzi che ha ispirato l'opera liricaTurandot composta daGiacomo Puccini il padre del principe ignoto Calaf si chiama proprio Timur.[147] Nel 1827, gli fu dedicato anche un poemetto daEdgar Allan Poe.[160]
I pareri relativi alla figura di Tamerlano non risultano uniformi. Ciò che viene unilateralmente riconosciuto è che fosse un genio dell'arte militare, essendosi dimostrato capace di tenere in pugno un esercito sterminato, composto da cavalieri nomadi provenienti dai quattro angoli dell'Asia (turco-mongoli chagatai, mongoli, tartari, turcomanni, persiani e persino indiani con i loro elefanti) e di condurli di vittoria in vittoria in innumerevoli battaglie.[141] Gli si riconosce inoltre il merito di aver accorpato gran parte della galassia di Stati grandi e piccoli retti da sovrani nominali di discendenza gengiskhanide e da emiri che governavano in loro nome. Egli non mise mai in discussione la legittimità formale della sovranità per i discendenti di Gengis Khan, fin quasi al termine della sua vita, quando si propose di invadere la Cina e rinunciò a nominare un nuovo khan gengiskhanide per i suoi domini dell'Asia centrale e occidentale.[161] La sua travagliata biografia ha avuto comunque un successo straordinario sia nelle letterature orientali sia in quelle occidentali. Le principali cronache storiche orientali che ne descrivono la vicenda storica sono i dueẒafarnāma (Liber victoriae, «una sorta diRes Gestae Tamerlani)[9] a lui dedicati da Niẓām al-Din ʿAli Shāmi (terminate quando ancora Tamerlano era in vita) e da Sharaf al-Din ʿAli Yazdi (conclusa nel 1421).[162] Accanto a queste fonti va ricordata la già citata cronaca avversa a Tamerlano diIbn ʿArabshāh, autore arabo che descrisse tutte le nefandezze compiute dal sovrano mongolo.[162] Il suo testo fu tradotto inlatino ed ebbe vasta diffusione in Occidente, ma una grandissimo contribuito si deve alla narrazione fornita dal già citato Ruy González de Clavijo, ambasciatore castigliano che raggiunse come detto Samarcanda nel 1404. Egli fornì forse una delle più vivide descrizioni di Tamerlano che, pubblicata in Europa, favorì molto la diffusione del mito.[129]
L'impero timuride al momento della sua massima estensione, coincisa con la morte di Tamerlano
Nel resto del mondo, comunque, la fama del conquistatore asiatico si era già diffusa e, soprattutto dopo labattaglia di Angora, essa favorì la nascita di una vera e propria tradizione letteraria in cui il personaggio assunse tratti titanici.[163] Nei suoi scritti, l'intellettuale maghrebinoIbn Khaldūn, incontrato di persona da Tamerlano, riconosce all'emiro di aver unificato il mondo musulmano, impresa non riuscita ad altri governanti della stessa fede dell'epoca.[164] Una rivisitazione moderna avvenne anche in epoca sovietica, quandoIosif Stalin incoraggiò la propaganda nazionale a rivisitare l'immagine di Tamerlano, considerato spesso fino ad allora un bieco distruttore di città.[147]
La strategia dello sterminio fu una costante tattica adottata dall'emiro, tanto che in Occidente fu definito "signore del terrore".[165] Il rifiuto delle città assediate di arrendersi o un semplice moto di rivolta dopo la resa, provocava massacri accompagnati da raccapriccianti piramidi di teste mozzate e devastazioni totali dei sistemi di irrigazione e delle campagne. Oltre allo scopo terroristico-militare di questi eccidi, vi era anche indubbiamente l'odio atavico che i nomadi delle steppe (turan) avevano verso le civiltà dei popoli coltivatori e urbanizzati (iran) delle regioni meridionali.[166] Le stragi delle popolazioni (stimate da alcuni studi demografici fino a 17 milioni di vittime fra civili e militari, circa il 5% della popolazione mondiale allora esistente) hanno un confronto solo con le precedenti invasioni dei mongoli di Gengis Khan.[167] Tamerlano fu infine responsabile della quasi totale scomparsa dellaChiesa d'Oriente, che prima raggruppava molti fedeli a sé e che all'inizio del XV secolo appariva esclusivamente confinata in un'area geografica chiamata "triangolo assiro".[168]
^Anche "Temurbeg" da "TemurBek" (tataro: бөх, trad. signore).
^Il suo vero nome era Timur, che vuol dire "ferro". Egli è tuttavia noto nelle fonti occidentali come Tamerlano, una denominazione estrapolata dall'espressioneTimur-e lang oTīmūr Lang, ossia Timur "lo zoppo":Spinelli (2004), p. 326.
^La veridicità della sua zoppia resta oggetto del mistero. Secondo alcuni, egli sarebbe stato ferito con due frecce mentre stava compiendoabigeato in giovane età.Franco Cardini è apparso molto scettico sul tema, affermando che l'evento sembrerebbe alludere «a un fatto iniziatico», quasi una sorta di ponte che lo avrebbe condotto dalla sua «giovinezza inconfessabile» alla piena maturità personale:Cardini (2007), p. 34.
^Non essendo discendente diretto di Gengis Khan, Tamerlano non poteva fregiarsi del titolo dikhan, ragion per cui ricorse a quello di emiro, ovvero di principe:Cardini (2007), p. 36.
^Non vi è armonia da parte degli storici su questo punto. Benché egli di certo viaggiò molto, spesso perché impegnato nelle sue campagne espansionistiche, vi è chi ritiene che nei fatti molte tradizioni delle tribù turco-mongole fossero via via scomparse con il tempo, tra cui proprio la consuetudine di non individuare una capitale fissa. Di tale avviso risultanoCardini (2007), p. 36 eManz (1999), pp. 57-58.
^L'affermazione secondo cui Tamerlano si fosse addirittura convertito alla variante islamica dellosciismo è considerata priva di prove. Tuttavia, di certo l'emiro rimase affascinato dalla personalità di Khwāja ʿAlī, incontrato nei sobborghi diNishapur. Le fonti riferiscono che il loro incontro si svolse nella seguente maniera:
«Quando Khwāja 'Alī gli fu indicato come uno sciita, [Timur] lo interrogò sulla sua dottrina (mazhhab) e sul suo credo (mu'taqad). Egli rispose [in arabo]: «Gli uomini seguono la fede dei loro re, ovvero il popolo si adegua alla fede dei sovrani. La mia dottrina è il rito del Signore delle Congiunzioni astrali». Questa spiegazione fu accolta bene e Khwāja 'Alī venne lodato. [Tamerlano] rispose: «Come ha detto il Profeta – su di lui la pace e il saluto! – Chi si separa dalla sunna non pretenda la mia intercessione e altrove ha detto sia benvoluta la comunità!, e siccome io voglio unire i [nostri] due regni ne ricaverò un popolo sunnita e un'unica comunità».»
(Sharaf al-Din Ali Yazdi,Ẓafarnāma, 1, p. 85 (Bernardini (2022), p. 74).)
^Benché venga solitamente definita come "campagna dei sette anni" e nonostante fosse stata effettivamente la più lunga di Tamerlano, questa durò in realtà meno tempo. La definizione enfatica si deve alle fonti timuridi:Bernardini (2022), p. 339.
^Termine spregiativo sunnita per indicare uno sciita.
^FuUluğ Bek, in segno di venerazione per il nonno, a far venire dallaMongolia l'enorme blocco di giada verde che divenne la tomba di Tamerlano, ancora visibile nel mausoleoGur-e Amir a Samarcanda.
^Bernardini (2022), p. 46. «In quanto capo turco-mongolo o forse mongolo turchizzato, Timur aveva un serio problema a imporre il proprio carisma innanzi ai suoi pari.»
Ibn Arabshah,ʿAjāʾib al-maqdūr fī Nawāʾib al-Taymūr [Le Meraviglie del Destino delle devastazioni di Tamerlano (dal latino Ahmedis Arabsiadae Vitae & rerum gestarum Timuri, qui vulgo Tamerlanes dicitur, historia)], Damasco, Lugduni Batavorum, ex typographia Elseviriana, 1636[1435].
Michele Bernardini,Tamerlano. Il conquistatore delle steppe che assoggettò l'Asia dando vita a una nuova civiltà, Salerno editrice, 2022,ISBN978-88-69-73703-9.
Franco Cardini,Tamerlano, il principe delle steppe, De Agostini, 2007, ISBN non esistente.