Nasce inUcraina occidentale dal padre di originibielorusse e dalla madre di origineucraina, è cresciuta inBielorussia, dove ha vissuto finché, perseguitata dal regime diAljaksandr Lukašėnka, è stata costretta a lasciare il Paese perché su di lei gravava l'accusa (falsa) di essere un'agente dellaCIA[3]. Dopo un periodo di lontananza dalla Bielorussia, trascorso traRussia,Italia,Francia,Germania eSvezia, nel2013 è tornata a vivere aMinsk[3], ma sotto la minaccia dell'imminente arresto da parte del regime; a settembre del 2020 è stata costretta alla fuga in Germania.
L'8 ottobre 2015 è stata insignita delPremio Nobel per la letteratura, "per la sua scrittura polifonica, un monumento alla sofferenza e al coraggio nel nostro tempo". Quattordicesima donna ad ottenere il prestigioso riconoscimento, è la prima persona bielorussa a vincerlo e la seconda persona di origini ucraine.
Nel 2018 la Aleksievič ha dovuto annullare un incontro con i lettori nel Teatro Verde della città ucraina diOdessa dopo aver ricevuto minacce dai nazionalisti locali. Il Teatro Verde ha affermato che il nome della Aleksievič era stato aggiunto a una lista di "nemici dell'Ucraina" dal sito webMyrotvorec', affiliato con ilServizio di sicurezza dell'Ucraina (SBU), in quanto avrebbe "propagandato discordia interetnica e manipolato informazioni importanti per la società".[4]
Sta scrivendo un libro sulle enormi proteste popolari scoppiate in Bielorussia dal 9 agosto 2020 dopo le elezioni truccate dal dittatore Lukašėnka, e la violenta repressione condotta dal regime di quest'ultimo contro coloro che stanno ancora lottando per la democrazia, raccontando le storie di cittadini arrestati e torturati nelle famigerate carceri bielorusse e di quelli costretti ad abbandonare la Bielorussia per vivere liberi.[5]
Durante le proteste bielorusse del 2020, Aleksievič è diventato membro del Consiglio di coordinamento diSvjatlana Cichanoŭskaja.[6] Il 20 agosto, Aljaksandr Konjuk, il procuratore generale della Bielorussia, ha avviato un procedimento penale contro i membri del Consiglio di coordinamento ai sensi dell'articolo 361 del codice penale bielorusso, con l'accusa di aver tentato di impossessarsi del potere statale e di aver danneggiato la sicurezza nazionale.[7][8] Il 26 agosto, Aleksievič è stata interrogata dalle autorità bielorusse sul suo coinvolgimento nel consiglio.[9]
Il 9 settembre 2020, Aleksievič ha avvertito la stampa che "uomini con maschere nere" stavano cercando di entrare nel suo appartamento nel centro diMinsk. "Non ho più amici e compagni nel Consiglio di coordinamento. Tutti sono in prigione o sono stati mandati con la forza in esilio", ha scritto in un comunicato. "Prima hanno distrutto il Paese; ora tocca ai migliori tra noi. Ma altre centinaia sostituiranno quelli che sono stati strappati dalle nostre fila. Non è il Consiglio di coordinamento che si è ribellato. È il Paese".[10] Diplomatici diLituania,Polonia,Repubblica Ceca,Romania,Slovacchia eSvezia iniziarono a sorvegliare 24 ore su 24 la casa di Aleksievič per impedire il suo rapimento da parte dei servizi di sicurezza.[11][12]
Il 28 settembre 2020 Aleksievič ha lasciato la Bielorussia per laGermania, promettendo di tornare a seconda delle condizioni politiche in Bielorussia. Prima della sua partenza, era l'ultimo membro del Consiglio di coordinamento che non era in esilio o in arresto.[13] Nell'agosto 2021 il suo libroGli ultimi testimoni è stato escluso dal curriculum scolastico in Bielorussia e il suo nome è stato rimosso dai libri di storia.[14][15] Si è pensato che l'esclusione sia stata fatta per la sua attività politica.[16] Dopo l'invasione russa dell'Ucraina nel 2022, ha commentato che "fornire un territorio a un paese aggressore non è altro che complicità in un crimine" in relazione al coinvolgimento bielorusso nell'invasione.[17]
Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo, traduzione di Nadia Cicognini e Sergio Rapetti, Collana Overlook, Milano, Bompiani, 2014,ISBN978-88-452-7707-8.
Il male ha nuovi volti. L'eredità di Cernobyl', a cura di A. Franchi e S. Rapetti, Collana Orso blu n.1, Brescia, La Scuola, 2016,ISBN978-88-350-4355-3.
Solo l'amore salva dall'ira, traduzione di F. Cornetto, Intervista a cura di Staffan Julén, Collana Irruzioni, Roma, Castelvecchi, 2019,ISBN978-88-328-2483-4.
Perché sono discesa all'inferno?, Collana Blätter, Roma, Castelvecchi, 2021,ISBN978-88-329-0327-0.
Opere. Guerre: Ragazzi di zinco. La guerra non ha un volto di donna. Gli ultimi testimoni, a cura di Sergio Rapetti e Nadia Cicognini, Collana Overlook, Milano-Firenze, Bompiani, 2022,ISBN978-88-301-0893-6.
Opere. Tornare al cuore dell'uomo: Preghiera per Černobyl'. Tempo di seconda mano, a cura di S. Rapetti e Nadia Cicognani, Collana Overlook, Milano-Firenze, Bompiani, 2022,ISBN978-88-301-0566-9.
^Anna Zafesova, «L'intervista. La Bielorussia mi ha cancellato dai libri di storia ma io non mi arrendo alla tirannia»,Tuttolibri n.2269, sabato 8 gennaio 2022