| Svetozar Borojević von Bojna | |
|---|---|
| Soprannome | "il Leone dell'Isonzo" |
| Nascita | Costainizza, 13 dicembre1856 |
| Morte | Klagenfurt, 23 maggio1920 |
| Dati militari | |
| Paese servito | |
| Forza armata | |
| Arma | Fanteria |
| Anni di servizio | 1875-1918 |
| Grado | Feldmaresciallo |
| Guerre | Prima guerra mondiale |
| Campagne | Fronte orientale Fronte italiano |
| Battaglie | Battaglie dell'Isonzo Battaglia di Caporetto Prima battaglia del Piave Seconda battaglia del Piave Battaglia di Vittorio Veneto |
| Decorazioni | vedi sotto |
| Studi militari | Militär-Obererziehungshaus diKemenitz, (Peterwardein) Infanteriekadettenschule diLiebenau (Graz) |
| fonte[1] | |
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| Manuale | |
Svetozar Borojević von Bojna (inlingua serba:Svetozar Borojević od Bojne/Светозар Боројевић од Бојне;Costainizza,13 dicembre1856 –Klagenfurt,23 maggio1920) è stato unfeldmarescialloaustro-ungarico, di origine serba di Croazia.
Comandante del fronte dell'Isonzo nellaprima guerra mondiale, fu a capo delle truppe austriache che riuscirono a contenere l'assalto di quelle italiane sul fronte delCarso. Consapevole della inferiorità numerica delle sue truppe rispetto a quelle dell'avversario (gli austroungarici combattevano anche sul fronte russo e quello serbo), seppe preservarle mantenendo sempre una posizione difensiva e fece leva sulla superiorità di fuoco rispetto a quella italiana.
Borojević nacque in una famigliaserba ortodossa[2][3][4][5][6][7] nel paesino di Umetić pressoKostajnica (Croazia). La regione era parte dellaFrontiera Militare dell'Austria-Ungheria (per poi essere reincorporata alla Croazia il 15 luglio 1881). Dopo aver concluso gli studi giovanili si trasferì aKamenica e poi aGraz, dove studiò in accademie militari. Avanzò rapidamente di grado (caporale nel 1872, tenente nel 1875) e divenne un Comandante nelKraljevsko hrvatsko domobranstvo (Reale Milizia Territoriale Croata, inquadrata nell'Esercito ungherese). Si distinse durante l'occupazione austriaca dellaBosnia ed Erzegovina nel 1878 e venne promosso al grado dioberleutnant nel 1880.
Tra il 1887 e il 1891 continuò l'addestramento militare e successivamente fece l'istruttore, divenendomaggiore nel 1892. Nel 1897 venne promosso al rango dicolonnello, e gli venne affidato l'incarico di Capo di Gabinetto della VII Armata nel giugno 1898, che mantenne fino al febbraio 1904. Nel 1903 venne sollevato dagli incarichi presso il Hrvatsko domobranstvo. Nel frattempo, nel 1889, si era sposato con la figlia di un ufficiale austriaco. Nel 1905 gli venne concesso il titolobaronale col predicatovon Bojna. Divenne il comandante della Sesta Armata nell'aprile 1912.

Quando ebbe inizio la prima guerra mondiale (1914), egli era al comando della Sesta Armata sulfronte orientale. Nei primi giorni del settembre 1914 divenne comandante della Terza Armata e ad ottobre liberò il Forte di Przemyśl, fornendo un temporaneo sollievo durante l'assedio di Przemyśl. Le sue truppe vennero fatte retrocedere per tenere le postazioni attorno aLimanowa, sul passo montano diDukla e altrove suiCarpazi, in modo da impedire all'esercitorusso di sfondare sulDanubio.La controffensiva russa del febbraio e marzo 1915 per poco non costrinse la Terza Armata di Borojević a retrocedere verso l'Ungheria; tuttavia questa resistette abbastanza a lungo da permettere ai rinforzi dallaGermania di arrivare e salvare la già minacciataBudapest e la testa di ponte aPresburgo (l'odierna Bratislava).Le due formazioni poi si unirono alla generaleoffensiva austro-germanica (con la Quarta Armata austroungarica dell'arciduca Giuseppe Ferdinando e l'Undicesima Armata germanica delfeldmaresciallo Mackensen) che fece retrocedere i russi e riprese possesso di Przemyśl.
Tuttavia Borojević non rimase sul fronte orientale il tempo necessario per vedere Przemyśl liberata (25 giugno 1915), in quanto venne spedito sulfronte italiano, portando con sé parte della Terza Armata e lasciando il resto delle forze nelle mani di Mackensen. Sul nuovo fronte Borojević divenne Comandante della Quinta Armata, con la quale organizzò la difesa contro gli italiani, sventando numerose offensive. IlgeneraleLuigi Cadorna, comandante delRegio Esercito italiano, iniziò una serie di battaglie caratterizzate prevalentemente da attacchi frontali contro difese schierate. L'opinione pubblica, per la difesa sostenuta nella difesa dei confini imperiali, gli attribuì il titolo onorifico di "Leone dell'Isonzo".
Il 23 agosto 1917 divenne comandante del fronte sudoccidentale, a cui venne dato successivamente il nome di Armata Borojević. Divennefeldmaresciallo il 1º febbraio 1918 e venne premiato con numerose decorazioni, incluso l'ordine militare di Maria Teresa. Di lui dicevano che non andava mai in prima linea e che preferiva starsene aPostumia, lontano dal fronte. La strategia di Borojević, incentrata prevalentemente sulla difesa, gli permise di fermare l'avanzata italiana sulMonte Hermada, impedendole di raggiungereTrieste. Nel 1917 subentrò al comando il generaleOtto von Below che, con un pesante bombardamento a base di gas asfissiante, riuscì a sfondare il fronte italiano aCaporetto, costringendo le truppe italiane a ritirarsi fino al fiumePiave.
Svetozar Borojević von Bojna prese il comando sul fronte italiano per labattaglia del solstizio l'offensiva che nelle intenzioni austriache avrebbe dovuto dare il colpo di grazia alle truppe italiane e che invece si concluse con una pesantissima sconfitta. Borojević condusse anche le manovre nella battaglia finale diVittorio Veneto, quando le sue truppe furono travolte dall'Esercito Italiano ed i soldati ungheresi disertarono in massa. Nella fuga Borojević riuscì a compattare delle truppe sulTagliamento, grazie alle quali riparò aVelden, dove si offrì di sopprimere le rivolte antiasburgiche che nel frattempo stavano avendo luogo aVienna. L'imperatore rifiutò quest'offerta e Borojević si dimise dai propri incarichi in dicembre, dopo la sconfitta dell'Impero austro-ungarico.
Borojević fu dimenticato, poiché l'Austria gli imputava pesanti responsabilità nella disfatta. Cercò di ottenere il permesso di vivere aZagabria: "Combattendo per l'Austria ho difeso anche i croati", soleva dire. Ma le autorità del nuovoRegno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni glielo negarono. Restò quindi a vivere in Austria e morì d'apoplessia nell'ospedale diKlagenfurt. Il suo corpo venne portato aVienna, dove fu sepolto in una tomba pagata dall'ex imperatoreCarlo I.
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