
Suso Cecchi D'Amico, pseudonimo diGiovanna Cecchi (Roma,21 luglio1914[1] –Roma,31 luglio2010), è stata unasceneggiatriceitaliana.
Nasce da genitori toscani: il padre è il celebre critico letterarioEmilio Cecchi, la madre la pittriceLeonetta Pieraccini. Terminato ilLycée Chateaubriand di Roma non si iscrive all'Università poiché, non avendo sostenuto ilbaccalauréat con latino e greco «allora per continuare gli studi potevo solo iscrivermi a una o due facoltà, come per esempio botanica, che francamente non m'interessavano».[2]
Dopo un soggiorno all'estero, inSvizzera e inInghilterra, aCambridge, decide di trovarsi un lavoro. Grazie all'intervento del ministroGiuseppe Bottai, «l'unico gerarca che avesse un qualche rapporto con gli intellettuali»,[3] viene assunta al Ministero delle Corporazioni, poi Ministero Scambi e Valute, dove lavora per quasi sette anni come segretaria personale di Eugenio Anzilotti, direttore generale del Commercio Estero.[4] È in questo periodo che stringe un'importante amicizia con un giovane di grande talento, il futuro banchiereEnrico Cuccia.[5]
Nel 1938 sposa il musicologoFedele D'Amico, figlio diSilvio, dal quale avrà tre figli:Masolino, Silvia e Caterina.
Da sola, o insieme al padre, esegue molte traduzioni dall'inglese e dal francese, tra le altreJude l'Oscuro diThomas Hardy,La via del tabacco,Vita col padre,Veglia la mia casa, angelo, le opere shakespearianeLe allegre comari di Windsor eOtello, insieme al padre. Abbandona quest'attività, nella quale per altro non dimostra la facilità che avrà invece il figlio Masolino, quando comincia a lavorare per il cinema.[6]
Durante laseconda guerra mondiale, mentre il marito, membro deicattolici comunisti conAdriano Ossicini eFranco Rodano, conduce una vita clandestina a Roma e dirige il giornaleVoce Operaia, si trasferisce per sei-sette mesi aPoggibonsi, nella villa dello zioGaetano Pieraccini, medico e politico che sarà il primo sindaco diFirenze dopo la Liberazione.[7]
Terminato il conflitto, mentre il marito è ricoverato a lungo in Svizzera per curarsi dallatubercolosi, è «costretta ad arrabattarsi in ogni modo per mantenere se, i suoi primi due figli […] e la casa, popolata da tate e altre donne».[8] Tra le curiose occupazioni di questo periodo, da lezioni di buone maniere aMaria Michi e di conversazione in inglese aGiovanna Galletti, entrambe interpreti inRoma città aperta (1945), diretto daRoberto Rossellini.
Lavora alla sua prima sceneggiatura,Avatar, una storia romantica ambientata aVenezia, ispirata a un racconto diThéophile Gautier, conEnnio Flaiano,Renato Castellani eAlberto Moravia, perCarlo Ponti, allora non ancora produttore importante. Ma il progetto viene abbandonato prima ancora di arrivare ad una sceneggiatura vera e propria, il solo Castellani porta a termine un trattamento.[9]
Insieme a Castellani lavora a una storia tratta da un soggetto del commediografoAldo De Benedetti,Mio figlio professore (1946), diretto dallo stesso Castellani e interpretato daAldo Fabrizi e dallesorelle Nava.
Insieme aPiero Tellini scriveVivere in pace (1947) eL'onorevole Angelina (1947), entrambi diretti daLuigi Zampa, interpretati rispettivamente da Aldo Fabrizi e daAnna Magnani, con la quale comincia a frequentarsi assiduamente, stringendo uno dei suoi rari rapporti di amicizia con attori.[10] Per il soggetto diVivere in pace, firmato anche da Tellini e Zampa ma sostanzialmente suo, vince ilNastro d'argento per il miglior soggetto.
Partecipa insieme aFederico Fellini, benché quasi sempre assente alle riunioni,[11] alla sceneggiatura del filmIl delitto di Giovanni Episcopo (1947), tratto da un romanzo diGabriele D'Annunzio e diretto daAlberto Lattuada.
Scrive conEnnio Flaiano la sceneggiatura diRoma città libera (1947) diMarcello Pagliero, tratto daLa notte porta consiglio, un soggetto dello stesso Flaiano. Le sedute di sceneggiatura con Flaiano trascorrono «tra chiacchiere, critiche e divagazioni sul soggetto. C'era da ricavare materia per condire dieci film; e sarebbe andato tutto perduto se fosse toccato a lui cavarne il succo».[12]
Scrive conCesare Zavattini le sceneggiature diLadri di biciclette (1948), diretto daVittorio De Sica, proponendo il finale con il tentativo di furto della bicicletta,[13] delleMura di Malapaga (1949), diretto daRené Clément e premio Oscar come migliore opera straniera, inoltre collabora alla sceneggiatura diMiracolo a Milano (1951), diretto da Vittorio De Sica.
Il sodalizio professionale con Zavattini si interrompe quando lui disconosce il filmÈ più facile che un cammello..., diretto da Zampa, di cui ha scritto il soggetto, mentre Cecchi D'Amico eVitaliano Brancati ne hanno curato la sceneggiatura.[14]
Lavora conMario Monicelli e la coppiaAge & Scarpelli alla scrittura deI soliti ignoti (1958). Le riunioni di sceneggiatura si concludono spesso con le liti tra Age e Scarpelli, da cui Monicelli e Cecchi D'Amico si tengono fuori, per non darvi importanza.[15]
Collabora alla sceneggiatura del kolossalFabiola (1949), diretto da Blasetti. Per la scena romantica tra Fabiola (Michèle Morgan) e un bellissimo gladiatore (Henri Vidal) il regista consulta decine di persone, per un totale di quarantasette versioni, e da ciascuna prende poi un gesto o una battuta. Della sua utilizza il fatto che, durante l'incontro, l'innamorato, per far stare più comoda Fabiola, le fa un cuscino con la sabbia.[16]
Con Flaiano scrive per Blasetti le sceneggiature diPeccato che sia una canaglia (1955), imponendoSophia Loren nella parte della protagonista, dopo averla vista passare per Cinecittà, «bella, eccessiva, decorativa come un albero di Natale»,[17] eLa fortuna di essere donna (1956). Per Mario Camerini, definito, al pari di Blasetti, un regista della generazione precedente, scrive la sceneggiatura diDue mogli sono troppe (1951).
Il primo lavoro da sceneggiatrice per Visconti èLa carrozza del Santissimo Sacramento, «che non si fece perché lui litigò con la produzione e il progetto passò a Renoir»,[18] poi è la volta diBellissima (1951), con Anna Magnani eWalter Chiari. Quest'ultimo interpreta un personaggio che, appena accennato nella prima versione della sceneggiatura, viene sviluppato in seguito per motivi legati alla distribuzione del film.[19]
La sceneggiatura diSenso (1954), tratta da una novella diCamillo Boito, non viene interamente girata. Riferisce la D'Amico: «Non avevo ancora una grande esperienza cinematografica con Luchino e non previdi tutti gli indugi nelle scene della villa, tutti gli attraversamenti di stanze per andare a prendere una cosa. A un certo punto delle riprese il produttore Gualino mi chiamò e mi pregò di riferire a Visconti che avrebbe chiuso. Di metraggio ce n'era più della lunghezza del film e il budget era stato ampiamente superato. Così non si girarono mai le scene della Valli che attraversa in carrozza i campi di battaglia. Il viaggio della contessa Serpieri è ridotto a un'apparizione della donna in carrozza che sarebbe dovuta passare in mezzo alle truppe insanguinate».[20]
Collabora conVasco Pratolini alla stesura del soggetto diRocco e i suoi fratelli (1960). Scrive la sceneggiatura conPasquale Festa Campanile eMassimo Franciosa, che entrambi, meridionali, si rivelano molto utili per la psicologia dei personaggi e per il tono dei dialoghi.[21]
Nella sceneggiatura deIl Gattopardo (1963), dietro suggerimento di Visconti, taglia tutta la parte finale del romanzo diGiuseppe Tomasi di Lampedusa per dare nel ballo il senso della morte del Principe e lo sfacelo della società nobiliare dei Gattopardi.[22] Per la sceneggiatura del filmVaghe stelle dell'Orsa... (1965), prende spunto dalla tragedia di Elettra. Per la realizzazione del filmLo straniero (1967) è obbligata a una trasposizione fedele del libro diAlbert Camus. Prima della fase di montaggio del filmLudwig (1973), è insieme a Visconti quando il regista viene colpito da un ictus che lo rende invalido per il resto della vita. Lavora aGruppo di famiglia in un interno (1974) eL'innocente (1976).
Con Antonioni realizzaI vinti (1952), ispirato a fatti di cronaca, effettuando sopralluoghi e raccogliendo materiale reperibile sulla stampa e negli atti giudiziari,[23]La signora senza camelie (1953) eLe amiche (1955), vincitore del Leone d'argento al Festival di Venezia. Collabora alla sceneggiatura del filmCamicie rosse (Anita Garibaldi) (1952), diretto daGoffredo Alessandrini, terminato daFrancesco Rosi, con Anna Magnani, ma il film fu definito da Cecchi D'Amico un'«avventura insensata».[24] Con Francesco Rosi lavora in altri tre film:La sfida (1957),I magliari (1959) eSalvatore Giuliano (1962).
ConLuigi Comencini lavora al filmProibito rubare (1948),La finestra sul Luna Park (1956),Le avventure di Pinocchio (1972), scritto per la televisione,Cuore (1984) eInfanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova, veneziano (1969). Nel 1988 l'Università degli Studi di Bari le assegna una laureahonoris causa in Lingue e Letterature straniere con la seguente motivazione: «La sua tecnica agguerrita e la sua vasta cultura sono stati preziosi nel lavoro letterario del film... Ha rielaborato i soggetti originali con profondo intuito letterario e straordinario senso cinematografico».[25] Nel 1994 la51ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia le assegna ilLeone d'oro alla carriera.
Muore a Roma dopo una lunga malattia il 31 luglio 2010.[26] I funerali si svolgono, dopo due giorni, presso labasilica di Santa Maria del Popolo inpiazza del Popolo a Roma; è sepolta nella tomba della famiglia D'Amico alcimitero del Verano di Roma.[27][28]
Dal 2009 al 2011 ilBif&st diBari ha assegnato un premio intitolato a Suso Cecchi D'Amico per la "migliore sceneggiatura" tra i film del festival.
Dal 2012 il comune diRosignano Marittimo, per volontà del sindaco Alessandro Franchi e in accordo con la famiglia, ha istituito il "premio Suso Cecchi D'Amico", destinato ogni anno alla miglior sceneggiatura originale di un film italiano che abbia come protagonista una donna. A partire dal 2015, il premio viene assegnato ogni 21 luglio, data di nascita di Suso Cecchi D'Amico. La cerimonia di premiazione, aperta al pubblico, si svolge aCastiglioncello, località scelta dalla sceneggiatrice quale luogo di vacanza e di lavoro.
Alla realizzazione del premio collaboranoMediateca regionale toscana, Centro Studi Commedia all'italiana, Rosignano Film Commission, Armunia Festival Costa degli Etruschi e Cinema Castiglioncello.
Prima edizione (2012): Premio attribuito adAlice Rohrwacher per la sceneggiatura del filmCorpo celeste.
Giuria:Oreste De Fornari, Massimo Ghirlanda, Stefania Ippoliti, Alessandra Levantesi,Nada Malanima,Paolo Mereghetti,Paolo Virzì.
Seconda edizione (2013): Premio attribuito aSalvatore Mereu per la sceneggiatura del filmBellas mariposas.
Giuria:Oreste De Fornari, Massimo Ghirlanda, Stefania Ippoliti, Alessandra Levantesi,Alice Rohrwacher. Presidente:Enrico Vanzina.
Terza edizione (2014): Premio attribuito aEdoardo Winspeare e Alessandro Valenti per la sceneggiatura del filmIn grazia di Dio.
Menzione speciale alla sceneggiatura del filmAnni felici diDaniele Luchetti.
Giuria:Oreste De Fornari, Massimo Ghirlanda, Stefania Ippoliti, Alessandra Levantesi,Salvatore Mereu. Presidente:Marco Risi.
Quarta edizione (2015): Premio attribuito aFrancesca Archibugi eFrancesco Piccolo per la sceneggiatura del filmIl nome del figlio.
Giuria:Oreste De Fornari, Massimo Ghirlanda, Stefania Ippoliti, Alessandra Levantesi, Alessandro Valenti,Edoardo Winspeare. Presidente:Giovanna Ralli.
Quinta edizione (2016): Premio attribuito a Filippo Gravino, Francesca Manieri eMatteo Rovere per la sceneggiatura del filmVeloce come il vento.
Giuria:Oreste De Fornari, Massimo Ghirlanda, Stefania Ippoliti, Alessandra Levantesi,Francesca Archibugi eFrancesco Piccolo. Presidente:Cristina Comencini.
Sesta edizione (2017): Premio attribuito aFrancesca Archibugi ePaolo Virzì per la sceneggiatura del filmLa pazza gioia.
Giuria:Oreste De Fornari, Massimo Ghirlanda, Stefania Ippoliti, Alessandra Levantesi, Filippo Gravino, Francesca Manieri eMatteo Rovere. Presidente:Francesco Bruni.
Settima edizione (2018): Premio attribuito aSusanna Nicchiarelli per la sceneggiatura del filmNico, 1988.
Giuria:Oreste De Fornari, Massimo Ghirlanda, Stefania Ippoliti, Alessandra Levantesi,Francesca Archibugi ePaolo Virzì. Presidente:Cristina Comencini.
Ottava edizione (2019): Premio attribuito a Michela Occhipinti e Simona Coppini per la sceneggiatura del filmIl corpo della sposa - Flesh Out.
Giuria:Oreste De Fornari, Massimo Ghirlanda, Stefania Ippoliti, Alessandra Levantesi,Susanna Nicchiarelli. Presidente:Ugo Chiti.
Nona edizione (2020): Premio attribuito a Mario Piredda e Giovanni Galavotti per la sceneggiatura del filmL'agnello.
Giuria:Oreste De Fornari, Massimo Ghirlanda, Stefania Ippoliti, Alessandra Levantesi, Michela Occhipinti e Simona Coppini. Presidente:Giacomo Scarpelli.
Decima edizione (2021): Premio attribuito aSusanna Nicchiarelli per la sceneggiatura del filmMiss Marx.
Giuria:Oreste De Fornari, Massimo Ghirlanda, Stefania Ippoliti, Alessandra Levantesi, Mario Piredda e Giovanni Galavotti. Presidente:Michele Placido.
Undicesima edizione (2022): Premio attribuito aLaura Samani, Elisa Dondi eMarco Borromei per la sceneggiatura del filmPiccolo corpo.
Giuria:Oreste De Fornari, Massimo Ghirlanda, Stefania Ippoliti, Alessandra Levantesi eSusanna Nicchiarelli. Presidente:Ivan Cotroneo.
Dodicesima edizione (2023): Premio attribuito aAndrea Pallaoro eOrlando Tirado per la sceneggiatura del filmMonica.
Giuria:Oreste De Fornari, Massimo Ghirlanda, Stefania Ippoliti, Alessandra Levantesi,Laura Samani, Elisa Dondi eMarco Borromei. Presidente:Francesca Archibugi.
Tredicesima edizione (2024): Premio attribuito aGiulia Calenda,Furio Andreotti ePaola Cortellesi per la sceneggiatura del filmC'è ancora domani.
Giuria:Oreste De Fornari, Massimo Ghirlanda, Stefania Ippoliti, Alessandra Levantesi,Andrea Pallaoro, Orlando Tirado. Presidente:Susanna Nicchiarelli.
Quattordicesima edizione (2025): Premio attribuito a Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman per la sceneggiatura del filmVittoria.
Giuria:Oreste De Fornari, Massimo Ghirlanda, Stefania Ippoliti, Alessandra Levantesi,Paola Cortellesi,Giulia Calenda,Furio Andreotti. Presidente:Paola Pitagora.
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