Il comune sorge nellavalle dell'Ufita, estendendosi dalle pendici del monteFrigento fino al fiumeUfita, il paese è classificato come collinare e presenta notevoli variazioni dialtimetria, che vanno da un minimo di 370 ms.l.m. ai 652 m del centro abitato fino a un massimo di 848 m.[4]
Quando ancora era un insieme di semplici agglomerati di case che facevano parte della vicinaFrigento, Sturno era chiamata "Quasale" (poiché era formato da una serie dicasali appartenenti alle famiglie più abbienti). Successivamente, i piccoli agglomerati si svilupparono in un vero e proprio paese; il commessionato Lucio Pascale, inviato daGioacchino Murat in quell'epoca cercò di capire gli intenti di questa separazione.[5] Una volta comprese le motivazioni, comunicò il tutto a Gioacchino Murat che confermò l'indipendenza di Sturno: il 9 aprile 1809 viene considerata la data della fondazione del paese per le precedenti ragioni: ovviamente i frigentini non furono d'accordo. Passarono ben due anni per delimitare iconfini tra i due paesi ed il motivo era semplice: a Sturno sarebbero toccati i terreni migliori, quellifertili e più in pianura; la prima delibera sturnese venne approvata nel 1810. Il paese però aveva richiesto l'autonomia già dalla fine del Seicento.
Nel 1980, fu colpito dal forteterremoto dell'Irpinia che provocò non solo molte vittime ma anche una profonda lesione nella società come anche nell'economia. Da allora, grazie ai fondi messi a disposizione dalloStato italiano, si è potuto assistere ad un miglioramento continuo delle strutture sociali come anche delle costruzioni che sono realizzate ora secondo le più modernenorme antisismiche.
Alle ore 19:34:52 del 23 novembre1980 una forte scossa di magnitudo 6.9 dellascala Richter colpisce l'Irpinia e le adiacenti province diSalerno ePotenza. Sturno pianse cinque concittadini e risultò gravemente danneggiato dal movimento tellurico. Particolarmente doloroso fu il crollo dell'antica Chiesa di San Michele Arcangelo che risaliva al1688, senza però danneggiare la Statua dell'Arcangelo. L'inverno che seguì al sisma fu freddo e nevoso e caratterizzato da un'intensa attività sismica. Una delle repliche più forti fu avvertita il 14 febbraio1981 che provocò nuovi crolli agli edifici già in condizioni precarie.
Lo stemma comunale si può blasonared'argento, allo storno al naturale, posato sulla vetta di un monte all'italiana di tre cime di verde, accompagnato in capo da unafiamma di rosso.Il gonfalone è un drappo partito di bianco e d'azzurro.
Fu costruita grazie alle donazioni di Don Domenico Caracciolo, secondogenito del primo principe diTorella (ovveroGiuseppe Caracciolo), che aveva acquistato Frigento e i suoi casali da Giovan BattistaLudovisi per mezzo delMagnifico ed Eccellentissimo Signor Fabrizio Cimadoro della Terra della Torella [...]che ha versato ducati 1700 in contanti per mezzo del Banco del Sacro Monte della Pietà di Napoli liberi, espliciti a conto delli sopraddetti 13 mila[6][7]. Egli trasformò il suo magazzino digrano in un tempio ed elevato aparrocchia nel1714 con undocumento ufficiale datato 18 marzo1707 a firma del cardinaleVincenzo Maria Orsini,arcivescovo beneventano. Subito all'edificio fu affiancata la Congrega dell'Addolorata.
Negli anni Settanta, la piccola e vecchia chiesa fu demolita per essere sostituita da una nuova costruzione voluta dall'arciprete Giuseppe Abbondandolo. Attualmente, la chiesa si presenta divisa in trenavate con unapianta a croce latina immissa conabside poligonale. Nella parete absidale si trova undipinto raffigurante l'incontro traSan Francesco eSan Domenico attribuibile alla scuola diLuca Giordano. Le navate laterali sono occupata da numerose statue di santi tra cui l'Addolorata conGesù morto, laMadonna del Carmine e le statua dei due patroni Santi Domenico e Francesco. Inoltre sono conservati due antichi dipinti detti "L'Annuncianzione" e "Sant'Anna".
Già dal1654 si hanno notizie di un edificio consacrato all'Arcangelo e della presenza di un'effigie lignea del santo protettore che anticamente si trovava nella zona di Sant'Angelo a Pesco. Nel1807 la chiesa fu elevata a chiesa badiale curata e nei primi decenni del Novecento fu costruita l'Arciconfraternita del Rosario, per volere del barone Angelo Marino Grella e la casa canonica per volere dellaSanta Sede nel1933. Il 23 novembre 1980 in seguito al disastrosoterremoto dell'Irpinia la chiesa crollò. Fu ricostruita e riaperta alculto il 7 maggio1994 dopo l'arrivo della statua restaurata dell'Arcangelo.[8]
La piazza, dedicata al grande benefattore della cittadina, è luogo di ritrovo e di passeggio per gli sturnesi. Contornata da filari dilecci, presenta aiuole epanchine. Al centro si erge il Monumento ai Caduti dove campeggia l'Angelo Consolatore che, quale simbolo dipace disolidarietà, sorregge il soldato ferito.
Il palazzo baronale Grella è un edificio gentilizio realizzato nel XVII secolo, anche se varie volte ampliato e ristrutturato. L'imponenza dell'edificio e della fronteggiante villa privata fanno chiaramente intendere l'importanza che la famiglia dei baroni Grella ha svolto nella storia di Sturno. La facciata di colore rosa carico e presenta un balcone artistico con balaustra in pietra, che poggia su due colonne tuscaniche. È presente anche una fontana ottocentesca. I vasti ambienti interni, in stile neoclassico, utilizzati dai proprietari come residenza, sono talvolta aperti al pubblico per manifestazioni culturali e per ricevimenti. All'interno è situato il cortile del Pozzo, che ha formato oggetto di restauro ed è sede dei concerti estivi del festival di musica classica.
La villa Grella, che fronteggia il palazzo baronale, costituisce un esempio digiardino gentilizio all'inglese e riveste anche una qualche importanza dal punto di vistabotanico efaunistico. Infatti, oltre a diverse specie di fiori, alberga palmizi e piante secolari, tra cui un'imponente sequoia nei pressi dell'ingresso, e ospita diversi pennuti qualistorni,civette,picchi,merli,gazze,upupe ecornacchie.
La fontana "re la chiazza", o semplicemente "Chiazza", è adiacente al palazzo De Juliis. Nella parte alta della fontana, si nota un'iscrizione che recita:
IL MUNICIPIO DI STURNO
RAPPRESENTATO DAL SINDACO ANGELO MARINO GRELLA A BENEFICIO DE' CITTADINI FECE COSTRUIRE
NELL'ANNO 1870.
In passato, lafontana era molto frequentata dalle donne locali, le quali vi attingevano l'acqua che raccoglievano in conche.
Giuseppe de Juliis, segretario comunale della seconda metà dell'800, fece completare i lavori di costruzione di un palazzo gentilizio adiacente a quello baronale, su una vecchia area appartenente ai baroni Grella, nel Casale eponimo, oggi via Trento. Il palazzo, che ha ospitato per un secolo anche un frantoio di proprietà della famiglia, si articola lungo un pendio. Ad esso è addossata la Fontana re la chiazza.
Domenico Michele Pasquale Giovanni Mariano Stanislao Grella, secondo sindaco di Sturno dal1811 al1812, fece scolpire la frase sulla lapide posta sul balcone aggettante sul monumentale portale del palazzo Grella[senza fonte], oggi Vicario, sito in via San Domenico, antica dimora della famiglia. In essa si evince come nell'anno1792 don Domenico abbia fatto riparare l'avita casa, rinnovando i locali secondo i nuovi canoni artistici del suo tempo. In un ingresso secondario una chiave di volta reca incisa la data del1693 e il nome di don Giuseppe Grella, nonno di Domenico e anch'egli notaio. Per la tipologia costruttiva si può affermare che il palazzo ricalca la tipica ambientazione signorile delle dimore settecentesche. Nell'androne è possibile vedere lo stemma gentilizio della famiglia Grella. Annesso al palazzo si estende il giardino pensile all'inglese. Dopo il terremoto del 1980 l’antica dimora è stata ristrutturata conservando l’antica facciata, l’originario portone monumentale con lo scalone in pietra nonché mobili, libri e arredi restaurati da artigiani del posto.
Il palazzo prende il nome da una famiglia insediatasi aFrigento alla fine del XVI secolo, come forse testimonia la data1582 sullo stemma gentilizio, in seguito alla migrazione del capostipite, medico, del ramo locale. I suoi membri godevano del diritto di patronato in una cappella della Cattedrale. Il cappello vescovile che sovrasta e incornicia l'effigie dello scudo ci indica che qualcuno nella famiglia raggiunse tale grado nella gerarchia ecclesiastica sicuramente non irpina.
La cappella domina il paesaggio e da essa è possibile ammirare tutta lavalle Ufita, laBaronia e persino ilMatese e la cima dellaMaiella.[9] Appartiene alla famiglia Grella e all'interno vi è un dipinto della Vergine delle Nevi. Il quadro più antico, di scuola napoletana, fu rubato nel gennaio del 1974.[10] Il 5 agosto2009 dopo la solenne benedizione impartita dal parroco di Sturno è stata collocata nella cappella una nuova tela, raffigurante la Madonna col Bambin Gesù, eseguita da una nota pittrice salernitana. Una lapide sul frontespizio ricorda "O passeger che passi per la via, non ti scordar di salutar Maria".
Palazzo Aufiero, è così chiamato in quanto la sua realizzazione si deve all'imprenditore "John" Michele Aufiero, che fece fortuna negliStati Uniti e che tanto danaro spese a favore del suo paese natio. L'edificio, progettato da uno dei più valenti architetti dell'epoca (ed identico al Municipio di Durazzo), venne inaugurato nel1937 alla presenza dell'allora prefetto Tombolini, poi divenuto rappresentante diplomatico italiano aZagabria. Oggi la struttura è sede della locale scuola elementare.
Costruito nel2002, è collocato in zona centrale per arredare un angolo della piazza principale. Celebra i fasti della gloriosa tradizione musicale di Sturno, che nel secolo scorso diede vita all'omonima banda musicale, tra le prime in Italia per fama e per qualità degli orchestrali, a cui l'opera è dedicata.
Data l'abbondanza di castagne nei mesi autunnali, sono state elaborate diverse ricette che oramai fanno parte della cucina tradizionale. Tra le carni prevalgono quelle suine da cui si ricavano insaccati quasi le sopressate, i salami e i capocolli: con la carne di maiale si prepara uno dei prodotti tipici della cucina locale, la "minestra maritata", cui spesso si accompagna la "pizza jonna" a base di farina di granturco. Discreta è la produzione di formaggi, caciocavalli e ricotte, mentre di particolare pregio ed esportato anche all'estero è il torrone sturnese, prodotto artigianalmente da svariati decenni. Uno dei piatti tipici della cultura gastronomica sturnese è la pasta "co lo pulieo", un'erba selvatica (mentha pulegium) che cresce nei boschi che circondano il paese. Nella vastapiana dell'Ufita prevalgono invece le colture cerealicole.
Il 16 gennaio un immenso falò (Vampa re Sant'Antonio) viene acceso in onore diSant'Antonio Abate.
L'8 maggio e il 29 settembre la festa in onore di San Michele Arcangelo protettore di Sturno, al quale è dedicata l'abbazia nella parte superiore del paese. In occasione della celebrazione di settembre ha anche luogo lagara del solco.Madonna del Carmelo nelle Rose
Il 31 maggio a conclusione del mese mariano vi è la processione dellaMadonna del Carmelo nelle Rose con il tradizionale lancio dei petali.
Il territorio comunale è costituito dal centro urbano e dalle zone rurali, in cui si trovano una decina di contrade (Aia del Gallo, Caprara, Costantini, Crocevie, Filette, Lenze della Corte, Pantanelle, Serrapreta, Sterparo e Torone) oltre a varie case sparse.
L'economia è di carattere prettamente agricolo. Tra i prodotti tipici più rinomati si annoverano le olive diravece, destinate all`estrazione di olio extravergineDOP "Irpinia - Colline dell'Ufita"[13]. Altri prodotti importanti sono: tabacco, uva (per la produzione del vino), ortaggi.
Nel campo della produzione artigianale, dopo un periodo di stasi, riprende la produzione di manufatti in legno, ferro battuto, ceramica, vimini, pietra.
Nella parte più meridionale del comune è presente un grandeparco eolico, condiviso con il comune diFrigento.
In fase di sviluppo è il settore industriale, in particolare il comparto produttivo (costruzione di zone industriali, produzione di macchinari per l'industria e miglioramento delle strutture).
In crescita è anche il settore turistico che registra un significativo incremento delle strutture ricettive.
^ Michele Sisto,Dai Casali di Frigento al Comune di Sturno, Frigento, Tipolitoelle, 1996, p. 87.
^ASN, Archivio privato Caracciolo di Torella, b.424, fasc.4
^Maria Pina Cancelliere,Lo Stato feudale dei Caracciolo di Torella, Il Terebinto Edizioni, Avellino,ISBN 978-8-89748-907-8, 2012 p.79.
^Domenicantonio Forgione, Michele Sisto,Il culto di San Michele Arcangelo. Con cenni storici sulla sua venerazione a Sturno, Delta 3, 2016, p.72,ISBN 978-88-64-36541-1
^ Michele Sisto,Sturno da scoprire. "Camera con vista" sulla Valle dell'Ufita, Vallesaccarda, Cautillo, 1998, p. 3.
^ Francesco Saverio Grella,Monografia su Sturno, Napoli, Accademia Partenopea, 1979, p. 55.