Lastrenna (dallatinostrēna, con probabile originesabina; letteralmente in italiano "regalo di buon augurio") è unregalo che è d'uso e costume sociale fare o ricevere durante il periodo dellefestività qualiNatale,Pasqua oCapodanno, da parte di conoscenti quali parenti o amici oppure da parte di un'azienda ai suoi dipendenti o clienti.[1]
Strenna è «nome latino, usato nel senso didono augurale già nel commiato diVirgilio daDante (e se mai non furo strenne / che fosser di piacere a queste iguali); ma che, ad onta delle pretese classicistiche dellaStrenna italiana del 1834, di far discendere pianamente le nuove strenne librarie dallestrenae dei Romani (allegando, non occorre dirlo, passi diSvetonio, diTibullo, diSimmaco ecc.), ad occhi appena attenti era quasi un timbro delle dogane francesi. Non ne aveva dubbi ilTommaseo che fin dal '38, nelDizionario dei Sinonimi, registraStrenna quale nome dato a "certi almanacchi, non tanto per rinfrescare un'antica voce latina e italiana, quanto per imitare (solito vezzo, peste d'Italia)les étrennes di Francia"».[2]
Tale usanza discende dallatradizione dell'Antica Roma che prevedeva lo scambio di doni augurali, durante iSaturnalia, ciclo difestività romane che si svolgevano dal17 al23 dicembre, in onore deldio Saturno, e precedevano il giorno delSol Invictus. Il termine deriva dal latinostrēna, vocabolo di probabileorigine sabina, con il significato di "regalo di buon augurio".
SecondoVarrone, l'uso della strenna adottato già dallaprima fondazione dell'Urbe, istituito daTito Tazio che per primo colse, quale buon auspicio per il nuovo anno, il ramoscello di una pianta (arbor felix) posta nel bosco sacro alla deaStrenia; dalla quale derivò il terminestrenae per i doni di vario genere, anche monete, da scambiarsi nelle festività dei Saturnalia.
In campo editoriale, nelXIX secolo, la strenna indicava una raccolta di componimenti in prosa e poesia che veniva posta in vendita acapodanno. Da questa consuetudine deriva la definizione "strenne editoriali" o "libro strenna" per le pubblicazioni poste sul mercato nella prima settimana di dicembre, al principale scopo di fungere da tradizionale regalo per le festività natalizie.
In alcuni paesi dellaLunigiana si definiva "fare la strenna" l'uso dei bambini di andare nel giorno di Capodanno a bussare alle porte delle case e di recitare la breve strofa "Buongiorno e buon anno, fatemi la strenna per tutto l'anno" o anche "Buon anno e buondì, fatemi la strenna per tutto il dì". A tale saluto gli adulti donavano dolcetti, mandarini, frutta secca, cioccolata o qualche spicciolo ai bambini.
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