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Strega

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Disambiguazione – "Streghe" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vediStreghe (disambigua).
Illustrazione con due streghe su scope, tratta da una versione manoscritta dell'operaLe Champion des dames diMartin Le Franc (metà del XV secolo)

Lastrega nellamitologiapopolare, è unadonna ritenuta talvolta unessere soprannaturale di aspettofemminile, dedita a pratiche e rituali dimagia, soprattuttopopolare, i cui poteri venivano giudicatioscuri o derivanti da un patto colmaligno.[1]

Perseguitate tra la fine delMedioevo e l'inizio dell'età moderna dalla culturadominante, sia in ambitocattolico cheprotestante. «Strega» è anche il nome dato asciamani o ad esponenti del mondopagano ocontadino, a volte impiegato per definire un semplice sperimentatore dierbologia,cristallomanzia estregoneria.

A partire dalla metà del XVIII secolo l'esistenza stessa delle streghe fu invece messa in discussione, ad esempio dallo studioso trentinoGirolamo Tartarotti, che giudicò frutto disuperstizione piuttosto che dilogica, diindagine scientifica eortodossiacattolica, le teorie sulla stregoneria.[2] Eppure tantissime donne sono state bruciate vive accusate di fare del male ma non era vero.

Figure equivalenti a quella della strega, anticamente anchelamia, sono chiamatefattucchiera,maliarda,incantatrice, e in riferimento all'età avanzata, quindi nomignoli dispregiativi comemegera ebefana.[3]

Storia

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Streghe attorno al calderone per prevenire l'arrivo del gelo,xilografia del 1489.
«Mi venne in sogno una femmina balba,

ne li occhi guercia, e sovra i piè distorta,
con le man monche, e di colore scialba.[4]»

(Dante,Purgatorio,canto XIX, vv. 7-9)

Nelfolclore popolare occidentale la figura della strega ha avuto solitamente un'accezione negativa: si riteneva che le streghe usassero i loro poteri per nuocere alla comunità, soprattutto a quella agricola, e che prendessero parte a dei raduni periodici chiamatisabba dove adoravano ilDemonio.

La figura della strega ha radici antichissime, che precedono di molto ilcristianesimo. Già nel II millennio a.C. vengono redatti degli atti d'inchiesta dove sono riportati gli antesignani dei riti vudù che ricordano i riti messi in atto dalle fattucchiere. Anche ilcodice di Hammurabi è fonte di informazioni riguardo all'atteggiamento che la reggenza tiene nei confronti della pratica magica, quindi plausibilmente diffusa nella società. Spostandosi poi inAssiria, nellabiblioteca di Assurbanipal (VIII sec. a.C.) si trovano notizie di esorcismi per contrastare l'azione di streghe e stregoni.[5]

Mosaico romano aPompei raffigurante due attori mascherati che consultano una fattucchiera per unadivinazione.

Se si guarda all'epoca classica se ne incontra una presenza ricorrente nei decreti penali, nei quali si arriva a punire con la morte lamagia nera. Ma il campo più florido dove viene dipinta la figura della strega è la letteratura. La mitologia siagreca cheromana pullula di maghe e maliarde, descritte come esseri per metà umani e per metà animali, capaci di assumere aspetti diversi a seconda del proprio obiettivo e interessate a succhiare il sangue dei bambini e a sedurre gli uomini, non esonerati dalla stessa terribile fine. Esemplari sono leempuse o lelamiae della mitologia greca, queste ultime originate probabilmente dal mito della dea-uccello incarnata nelrilievo Burney (II millennio a.C.), che rappresenta una figura femminile con ali e artigli connessa presumibilmente aLilith, divinitàmesopotamica e presente nell'ebraismo sotto forma di civetta.[5]. In Italia pieni di fascino tra i tanti, sono i racconti che si tramandano tra gli abitanti delle isole Eolie di queste donne eredi di un'antica sapienza che di notte, nude, cosparse di un unguento portentoso dà loro il potere di volare sino a terre lontane e dalle quali portano ai loro mariti frutti esotici non presenti nella loro terra d'origine.[6]

Una particolare notorietà ebbe la descrizione diCanidia da parte del poeta latinoOrazio.[7]

Le streghe nel Medioevo

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IlMedioevo recepisce quel bagaglio culturale che si è andato accumulando per secoli anche attraversofabliaux,omelie,novelle, e lo modella a propria immagine e misura. Le categorie sociali meno abbienti sono portatrici di una tradizione magico-superstiziosa che verrà sistematizzata solo alla luce delleteorie demonologiche delle élite.[8]

La presenza di reati di stregoneria negli atti giudiziari precedenti al XIII secolo è piuttosto scarsa. La vera sistematizzazione di questa figura, con le sue caratteristiche uniche e distinguibili, si forma solo a partire dall'XI secolo grazie ai teologi e agli studiosi sulla base dellademonologia. Si comincia in questo momento a distinguere tramaleficae estrigae, mentre si fa spazio la teoria che queste donne siano l'estrinsecazione della potenza del demonio. Nel 1233 il papaGregorio IX promulga la bollaVox in Rama in cui è esplicita la concezione forte e ormai abbastanza precisa dell'azione stregonesca, nel 1250Stefano di Borbone descrive ilsabba, nel 1258 arriva il primo processo, nel 1275 il primo rogo a Tolosa.[5]

La caccia alle streghe

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Lo stesso argomento in dettaglio:Caccia alle streghe e Processi per stregoneria in Italia.

A partire dal tardoMedioevo e con l'inizio delRinascimento, laChiesa cattolica e, in seguito, anche numerose confessioniprotestanti, supportate dal potere politico degli emergentiStati moderni, hanno individuato nelle streghe delle figureeretiche, pericolose per la comunità e dedite al culto delMaligno, da perseguitare ed estirpare dalla società con la violenza. L'insieme dei fenomeni persecutori contro la presunta setta di adoratori del Demonio è noto come "caccia alle streghe" e in Italia l'ultimo caso di una donna che sia stata uccisa perché ritenuta una strega avvenne nel 1828 aCervarolo inValsesia.[9]Si stima che inGermania, nel solo secolo compreso tra il 1450 e il 1550, vennero condannate al rogo circa centomila donne, considerate streghe.[10]

Il massimo acme della caccia alle streghe si verifica quando, nel 1486, il domenicano alsazianoHeinrich Kramer redige ilMalleus Maleficarum, affiancando al suo nome quello diJacob Sprenger per conferirgli maggior prestigio e credibilità. Questo trattato demonologico descrive per filo e per segno tutti gli attributi della strega, i metodi e gli strumenti della stregoneria e indica come meglio attuare la cattura, il processo e le pene.[8]

Le storie delle donne accusate distregoneria ci sono note solo attraverso gli interrogatori e i verbali dei processi a cui sono state sottoposte. Bisogna tenere in considerazione l'uso frequente, se non costante, dellatortura come strumento di estorsione di confessioni. Come scriveMaria Serena Mazzi:

«entrate nella spirale di denunce, testimonianze, interrogatori tesi a distorcere, inquinare, costruire false-verità, manipolare ogni informazione e ogni dato al solo scopo di fare apparire colpevole anche il gesto più innocente, le donne non avevano scampo.[11]»

Esemplare la vicenda diBenvenuta Benincasa, inquisita a Modena nel 1370, che inizialmente reputa di essere una guaritrice capace di annullare i sortilegi grazie all'invocazione di spiriti benevoli e nel giro di un solo giorno trasforma l'intera versione all'opposto, finendo per confessare il suo legame con i demoni e la magia nera.[11]

Dalle fonti giudiziarie e inquisitorie si ricava l'immaginario stregonico diffuso: le streghe si organizzano in una vera e propria società, con una propria gerarchia cui fa capo la «strea mastra»[12]. Oltre a essere nunzia e vicaria diSatana costei si occuperebbe di scegliere altre patrone che possano sorvegliare rispettivamente un gruppo di «scolare», suddivise per territorio. La base fondante di tutta l'organizzazione è la trasmissione continua di conoscenze di strega in strega, come risulta chiaro dalle parole diBellezze Ursini:

«e la prima cosa, bisogna se impari da un'altra strea, altramente non vale, e non po morire che non lassi reda dela strearia[12]»

Ci si trova di fronte a una setta, con la propria «regula» e i propririti d'iniziazione.[12] Il modulo ricorre nei vari verbali: la strega maestra sputa in bocca alla nuova adepta, la unge e la manda alnoce di Benevento. Lì troverà altre streghe eSatana da cui verrà ufficialmente iniziata.

Nel processo aTodi, nel 1426,Matteuccia di Francesco riferisce che la riunione al noce di Benevento deve essere svolta il lunedì, il sabato e la domenica per sei mesi all'anno. Grazie a ununguento le streghe acquisiscono la capacità di volare, recitando sempre gli stessi versetti:

«Unguento, unguento, mandame ala noce de Benevento, supra acqua et supra ad vento, et supra ad omne maltempo. […] O Lucibello, demonio dello inferno, poiché sbandito fosti, el nome cagnasti, et ay nome Lucifero maiure, vieni ad me o manda un tuo servitore.[13]»

Bernardino da Siena, riprendendo ilDecretum Gratiani, racconta le cavalcate notturne delle streghe dietroErodiade oDiana, figure mitologiche che rimandano ancora a quell'ancestrale mondo letterario da cui questo fenomeno prende le mosse. Arrivate al luogo deputato si compie ilsabba. Le ancelle devono salutare ildiavolo, spesso presentato sotto forma di capro, con l'osculum infame, baciando cioè il suo ano, dando così il via al tutta una serie di riti orgiastici, balli voluttuosi einfanticidi.[14]

Ventiquattresima illustrazione dalCompendium Maleficarum (1608)

L'architettura dellasocietas delle streghe sembra essere costruita in esatta antitesi rispetto alla tradizionecattolica, presentandosi come un'anti-religione. In cima si trova l'entita`satanica, i cui dettami sono fatti rispettare dalla strega-sacerdotessa, che presiede all'incontro rituale, appuntamento fisso per tutte le fedeli in cui si incontra di diavolo, lo si venera, si pronunciano formule-preghiere.Benevento è il punto di riferimento delle streghe comeRoma lo è per i fedeli, è il punto da cui si dirama una fitta rete di patrone e alunne che ricalca la gerarchia ecclesiastica. Ci sono somiglianze anche tra i riti d'iniziazione stregonica e la cerimonia di monacazione, dove l'unico punto di demarcazione è l'antitesi travizi evirtù: le une, donne che rinunciano a tutto le une per ambizione; le altre, per umiltà e obbedienza. L'impegno eterno, suggellato da un patto sia orale che scritto, la sottomissione totale e perenne, la prostrazione ai piedi di tutte le colleghe, la vestizione di abiti caratteristici sono tutti punti di congiungimento con laRegola benedettina.[8]

Il caso più eclatante dicaccia alle streghe si verifica a Salem, negli USA, alla fine del Seicento. Possibile causa un consumo alimentare disegale cornuta (cioè infettata daClaviceps purpurea) i cui alcaloidi sono resistenti anche alle alte temperature dei forni di cottura del pane.

Età moderna

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Il medico olandeseJohann Wier, con il suo libroDe praestigiis daemonum del 1563, è stato uno dei primi a stabilire una connessione tra il possibile stato allucinatorio di anziane donne malate e frustrate e i tipici comportamenti di coloro che venivano ritenute delle streghe[15]. Tra i seguaci di questa visione scettica, ancorché non del tutto scientifica, vi fu l'inglese Reginald Scot, autore di un'opera intitolataThe Discoverie of Witchcraft (1584)[16].

Pur con intenti tutt'altro che assolutori, l'inquisitore francesePierre de Lancre, nel suo trattatoTableau de l'inconstance des mauvais anges et démons del 1612, ha riflettuto prima di ogni altro sulle caratteristiche che accomunavano le streghe da lui perseguite nella regione delLabourd e i "maghi" dellaLapponia, ossia glisciamani. Secondo il de Lancre, streghe e sciamani si abbandonavano a un'estasi di tipo diabolico[17].

Alla metà del XVIII secolo, quando sono già molto numerose le manifestazioni di scetticismo da parte di intellettuali ed eruditi verso la realtà della stregoneria, l'abateGirolamo Tartarotti pubblica il suoDel Congresso notturno delle Lammie (1749), nel quale afferma la realtà della magia diabolica (e dunque la possibilità di operaremalefici eincantesimi con l'aiuto del Maligno), mentre nega l'esistenza del sabba considerandola pura illusione[18], arrivando con ciò a ridefinire lo stereotipo della strega che a quel tempo era ancora prevalentemente incentrato sulla credenza nel volo notturno e nelle tregende.[19]

Rivalutazione della figura della strega

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Tipicasilhouette della strega in volo su una scopa

A partire dall'Ottocento è iniziata la rivalutazione della figura della strega attraverso varie opere storiche e letterarie, tra le quali basti citareLa Sorcière diJules Michelet, in cui lo storico francese afferma tra i primi la tesi che la stregoneria sia un residuo di antichissime pratichepagane[20]. Una notevole influenza ha avuto il saggioAradia, o il Vangelo delle Streghe, scritto daCharles Godfrey Leland nel 1899, in cui l'autore descrive in forma romanzata antichi riti della tradizione stregonescaitaliana, chiamandola "stregheria". Nel testo si narra diAradia, figlia della deaDiana, che scende sulla terra per insegnare l'arte della stregoneria ai suoi seguaci. Purtroppo oggi tutti gli studiosi concordano sul metodo poco scientifico utilizzato da Leland, nonché sulla sua abitudine di arricchire storie e racconti e dare loro il taglio desiderato[21][22].

Altrettanta importanza hanno avuto, nei primi decenni del Novecento, le tesi diMargaret Murray, secondo le quali la stregoneria sarebbe la sopravvivenza, attraverso la tradizionemisterica, soprattutto nelle campagne, di culti e pratiche di origini remote[23]: pratiche diguarigione,rituali di fertilità, conoscenze dell'uso delleerbe, comunicazione con glispiriti e ilnuminoso,viaggi extracorporei. La strega dellacultura occidentale corrisponderebbe allosciamano delle culture cosiddetteprimitive. Anche in questo caso, però, la tesi di Margaret Murray, non essendo supportata da un metodo di ricerca storiografica accettabile, è stata respinta negli ultimi decenni dalla maggior parte degli studiosi dopo un esame più approfondito delle sue fonti. In generale le recenti opere storiografiche sulla stregoneria evidenziano presunti errori metodologici della studiosa britannica. L’idea di una vera e propria “organizzazione” stregonica, dedita a un culto diffuso in tutta Europa, appare effettivamente forzata e manca di riscontri oggettivi.

A ogni modo questo nuovo contesto ha contribuito alla nascita delneopaganesimo e dellawicca, nel cui ambito per strega si intende colei che è statainiziata a una delle varie tradizioni neopagane o wiccan, o una praticante dellastregoneria tradizionale. Pregiudizi negativi permangono solo in contesti extra-occidentali.[24] In America ed Europa sono sorti anche musei della stregoneria, tra cui quello di Beneventodedicato alle janare.[25]

Etimologia

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In italiano con il termine strega si intende solitamente una donna, mentre il suo omologo maschile è lostregone. Strega deriverebbe dal latinostriga estryx, con corrispondente nel grecostryx,strygòs"[26] e sta per "strige,barbagianni, uccello notturno",[26] ma con il passare del tempo avrebbe assunto il più ampio significato di "esperta di magia e incantesimi".[26] Nell'antica Roma leStrigae di negativo auspicio; si cibavano di carne umana e sangue, soprattutto se di bambini, e strappavano le parti interne con i loro artigli.[27]

Nellatino medievale il termine utilizzato eralamia, mentre nelle varie regioni d'Italia il sostantivo che indica la strega varia a seconda della località. Possiamo perciò trovare:

  • Ehtréga a Montjovet (simile all'italiano "strega"), Faye a Saint-Rhémy en Bosses (simile al francese "fée", "fata") e vari sostantivi sparsi per tutta la regione come Sorchèra o Chorchéire (simili al francese "sorcière", cioè "strega"). Termini in uso un tempo in Valle D'Aosta.

Definizione di strega

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Musa della notte,quadro precedente al 1896 diLuis Ricardo Falero che rappresenta la figura della strega.

Alla definizione classica e popolare di strega se ne intrecciano altre che assumono caratteri specifici, anche se il più delle volte puramente simbolici, e soggetti alla flessibilità e all'ambiguità delle diverse culture che li rendono espliciti[28]. Risulta pertanto riduttivo, benché storicamente corretto, indicare come "strega" solamente quella donna che si sarebbe data alDemonio per mezzo di un patto e dunque strettamente associata al male e al peccato. Per una maggiore comprensione del termine usato attualmente è indispensabile fare riferimento a tutte quelle discipline che studiano la figura della strega nei suoi molteplici aspetti (lapsicologia, lapsicoanalisi, lasociologia, l'antropologia, ecc.)[29].

Con il supporto dellescienze sociali e delle scienze umane la ricerca storica ha potuto collocare la figura della strega all'interno di determinati gruppi sociali e individuarla in soggetti dalle precise caratteristiche, quali per esempio i poveri, i mendicanti, gli emarginati, gli anziani, le vedove, e in tutti coloro che all'interno di una comunità ristretta esercitavano pratiche magiche e guaritive. Naturalmente non sono esistite delle categorie fisse entro le quali si possono rintracciare con assoluta certezza i soggetti che corrispondono allo stereotipo della strega. Nei secoli dellepersecuzioni vennero infatti accusate di stregoneria anche giovani donne, benestanti, fisicamente sane e perfettamente inserite nell'ambito sociale di provenienza. Ciascuna differenziazione dipende dallo specifico contesto storico, culturale, politico, religioso ed economico, ma in linea di massima la strega è sempre colei che si distingue dalle persone che la circondano e che non si adatta interamente al modo di vita e alle regole del gruppo sociale di appartenenza[30].

L'immagine della strega è stata ampiamente rinnovata e rivalutata all'interno dei movimentineopagani e in particolare dallaWicca a partire dalla prima metà degli anni Cinquanta del Novecento[31], oltre che da tutte quelle correnti tradizionaliste individuabili nellaStregoneria tradizionale e nellaStregoneria italiana, le quali, rifacendosi agli studi sul folclore, mettono in evidenza soprattutto il ruolo della strega nelle società antiche e moderne comeguaritrice ed esperta dimedicina naturale.

Iconografia

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Una strega che nutre i suoifamigli, da una stampa inglese del 1579

A partire dal Rinascimento le streghe appaiono soprattutto come delle donne vecchie e arcigne (anche se non manca all'opposto la figura della strega bella e fascinosa[32]), qualche volta rappresentate accanto a un filatoio o nell'atto di intrecciare nodi, a richiamare l'idea divendetta, tessendo, cioè, ildestino degli uomini e ponendoli di fronte a mille ostacoli (in questa iconografia ricordano le anticheParche/Moire/Norne)[33].

Ogni strega della tradizione è accompagnata da qualche strano animale, ilfamiglio, con caratteri diabolici, che fungerebbe da consigliere della propria padrona. Tipici famigli sono ilgatto, il gufo, il corvo, la civetta, il topo e il rospo[34].

Poiché le loro pratiche magiche avvengono in giorni stabiliti in base al ciclo naturale, le streghe sono spesso raffigurate in luoghi aperti. Vi sono però anche molte immagini di streghe nelle loro case, intente a preparare unfiltro magico o in procinto di partire per il sabba[35].
Un'altra immagine tradizionale e molto popolare della strega la rappresenta in volo a cavallo di unascopa. Questaiconografia dichiara esplicitamente la sua parentela con laBefana, e l'appartenenza di entrambe le figure all'immaginario popolare dei mediatori tra il mondo dei vivi e quello dei morti[36].

In alcune tradizioni italiane e nello specifico dell'Italia centrale, c’è un’assimilazione tra strega efata, ritenendo di fatto la strega una fata cattiva, e la fata una strega buona.
Una non meno importante caratteristica della strega la considera espressione del potere femminile e indissolubilmente legata allanatura selvaggia che essa rappresenta, da dove trae forza e con la quale vive in armonia, attribuendole le vesti di unaGrande Madre/Matrigna come nel caso diBaba Jaga che, a seconda delle leggende, può essere spietata o gentile.

Finzione

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Le singole voci sono elencate nellaCategoria:Streghe nelle opere di fantasia.

Letteratura

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John William Waterhouse,Circe offre la coppa a Ulisse, 1891, olio su tela, Gallery Oldham,Oldham

Le streghe nelfolclore sono molto spesso presentate comeantagoniste degli eroi nellefiabe popolari e ciò poi si riverbera nella letteratura, basti ricordare le figure (witches) presenti nelMacbeth diWilliam Shakespeare (inizi del XVII secolo). Sempre nella letteratura, come neLa Celestina (attribuita aFernando de Rojas, a cavallo tra Quattro e Cinquecento), la strega è spesso presente come personaggio rilevante, in certi casi coprotagonista.

Nellastoria della letteratura la figura della strega e quella della maga sono spesso intrecciate tra di loro, partendo daMedea, che è al tempo stesso una sacerdotessa diEcate e una guaritrice o avvelenatrice, passando perCirce (in realtà unadea nellamitologia greca), fino ad arrivare alle figure diAlcina nell'Orlando furioso diLudovico Ariosto, senza dimenticare le streghe e le maghe dellasagafantasy delciclo di Avalon, scritta tra il 1983 e il 2000 daMarion Zimmer Bradley. In comune hanno la capacità di essere incantatrici e tessitrici di illusioni.

Terry Pratchett, nella serie di racconti con Tiffany Aching (vediL'intrepida Tiffany e i Piccoli Uomini Liberi, 2003) come protagonista, descrive le streghe come persone che aiutano chi ne ha bisogno (soprattutto anziani) e che aiutano a ristabilire la giustizia dove vivono. Il loro lato magico non è quindi composto da sfere di cristallo o altri oggetti magici, ma dalla bontà.

Nel romanzoIl Maestro e Margherita (1966) diMichail Bulgakov, Margherita è una giovane donna intrappolata in un matrimonio senza amore e delusa per una storia d'amore con "il Maestro", la quale stringe un patto con Satana diventando così una strega.

Nel ciclo letterario diHarry Potter scritto tra il 1997 e il 2007, le streghe sono semplicidonne dotate dipoteri magici, senza unamalvagità innata. La scrittriceAnne Rice ha creato un ciclo di romanzi con protagoniste delle streghe, intrecciato alle sueCronache dei vampiri:La saga delle streghe Mayfair.

Ilromanzo storico diSebastiano VassalliLa chimera (1990) racconta le vicissitudini di una bella ragazza processata per stregoneria. Un tema simile è affrontato anche nei romanzi diCelia ReesIl viaggio della strega bambina eSe fossi una strega. La saga dei libriI diari delle streghe diL. J. Smith tratta interamente di streghe.

Brida diPaulo Coelho (1990) racconta l'iniziazione di una giovane ragazza destinata a diventare una strega. I libri diCarlos Castaneda descrivono il mondo messicano degli stregoniyaqui, e in particolare le lotte dimagia con una strega chiamata Catalina.

Fumetti

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Nel mondo del fumetto sono particolarmente note le streghe del Mondo Disney, Amelia e Nocciola, entrambe create daCarl Barks. In particolareAmelia è una strega napoletana (ha lunghi capelli neri, è vestita di nero ed è sempre accompagnata dal corvo Gennarino) che cerca con ogni mezzo di impossessarsi del primo decino di Zio Paperone, da lei ritenuto il più potente amuleto del mondo.Nocciola, invece, creata per una storia con Paperino (con un look tipico da strega del 1600), è stata ripresa dagli autori italiani affiancandola a Pippo in una serie di storie in cui la poveretta cerca in ogni modo di farlo ricredere sulla magia e su lei stessa, impresa sempre frustrata dal fatto che egli non crede al soprannaturale.
I fumetti emanga a temafantasy con streghe tra i personaggi sono comunque veramente tanti, ricordiamo ad esempio Mahotsukai Sally, Nei pressi di una stella (terza serie del mangaBatticuore notturno - Ransie la strega) e il fumetto italiano prodotto dalla Disney italia "W.I.T.C.H."

Televisione

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Numerose sono leserie televisive, che hanno come protagoniste le streghe:

Cinema

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Tra i film in cui le streghe hanno un ruolo rilevante[rilevante secondo chi?], in ordine cronologico:

Animazione

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Note

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  1. ^Strega, inTreccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.URL consultato il 22 marzo 2024.
  2. ^Mostra Tartarotti, p. 5.
  3. ^Strega, inDizionario dei Sinonimi e dei Contrari.
  4. ^ Domenico Consoli,Strega, inEnciclopedia Dantesca, Treccani, 1970.
  5. ^abcStreghe e stregoneria, inEnciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.URL consultato il 6 dicembre 2018.
  6. ^Ne accennaAristofane nella commediaLe nuvole, parte II; o il latinoApuleio, nel romanzoL'asino d'oro, che a sua volta riprende un racconto diLuciano di Samosata,Lucio o l'asino.
  7. ^Paule, Maxwell Teitel. Canidia, Rome’s first witch. Bloomsbury Publishing, 2017.
  8. ^abc Convegno internazionale di studi "Non lasciar vivere la malefica - le streghe nei trattati e nei processi, secoli XIV-XVII",Non lasciar vivere la malefica: le streghe nei trattati e nei processi (secoli XIV-XVII), Firenze University Press, 2009,OCLC 941244225.URL consultato il 6 dicembre 2018.
  9. ^Sindaco riabilità la strega. Il parroco protesta, inCorriere della Sera, 6 novembre 2005.URL consultato il 1º aprile 2019. Per approfondimenti: C. Triglia,La strega di Cervarolo. Note storiche su un procedimento penale del 1828, Corradini, Borgosesia, 1983.
  10. ^Bertrand Russell, p. 87.
  11. ^ab Maria Serena Mazzi,Donne in fuga: vite ribelli nel Medioevo, Il Mulino, 2017,ISBN 9788815271471,OCLC 1006525273.URL consultato il 6 dicembre 2018.
  12. ^abc Pietro Trifone,La confessione di Bellezze Ursini "strega" nella campagna romana del Cinquecento, Opera del Vocabolario dialettale umbro, 1988,OCLC 953136063.URL consultato il 6 dicembre 2018.
  13. ^ Domenico Mammoli,Processo alla strega Matteuccia di Francesco (20 marzo 1428), [Tipografia tiberina], 1977,OCLC 13783652.URL consultato il 6 dicembre 2018.
  14. ^ Centro di studi sulla spiritualità medievale,Bernardino predicatore nella società del suo tempo: 9-12 ottobre 1975, Presso l'Accademia tudertina, 1976,OCLC 879111098.URL consultato il 6 dicembre 2018.
  15. ^Nel 1557Girolamo Cardano, medico e filosofo nato a Pavia nel 1501, aveva già espresso l'opinione che le streghe potessero essere affette da disturbi psichici. Cfr. AA. VV.,La stregoneria. Diavoli, streghe, inquisitori dal Trecento al Settecento, a cura di Sergio Abbiati, Attilio Agnoletto, Maria R. Lazzati, Mondadori, Milano, 1984, note ai testi di G. Tartarotti, pag. 326.
  16. ^Marina Romanello, introduzione generale al volume antologicoLa stregoneria in Europa, Il Mulino, Bologna, 1975, pag. 31. Wier ammette in ogni caso che le allucinazioni possano essere provocate nelle donne dal Diavolo.
  17. ^Carlo Ginzburg,Storia notturna. Una decifrazione del sabba, Einaudi, Torino, 1995, parte II, cap. II.
  18. ^AA. VV.,La stregoneria. Diavoli, ecc., cit, pp. 298-331.
  19. ^Per il Tartarotti "strega" è soprattutto colei che «(…) ungendosi con certo unguento, va in tempo di notte (perlopiù per aria dal Demonio in forma di becco o d'altro animale portata) a un congresso d'altre Streghe e Demonj (…)». AA. VV.,La stregoneria. Diavoli, ecc., cit., pag. 318.
  20. ^Jules Michelet,La strega, introduzione di Franco Fortini, Rizzoli, Milano, 1989, cap. XI.
  21. ^M. di Fazio,Un esploratore di sub-culture: Charles Leland, Archaeologiae 2003 1 (2): pp. 35-55.
  22. ^A. Romanazzi, La Stregoneria in Italia, Venexia, 2007.
  23. ^Margaret Murray,Le streghe nell'Europa occidentale, Garzanti, Milano, 1978.
  24. ^Ad esempio nelGhana vi sono ancora dei villaggi isolati dove vengono relegate le donne accusate di stregoneria chiamati"witch camps" (cfr.Cronache dai witch camps, i campi delle streghe, suafricarivista.it.)
  25. ^Janua: Museo delle Streghe, sueptbenevento.it.
  26. ^abcStrega, inTreccani.it –Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.URL consultato il 21 settembre 2013.
  27. ^Canidia, la prima strega di Roma, suroma.metropolitanmagazine.it.
  28. ^Serena Foglia,Streghe, Rizzoli, Milano, 1989, cap. I, pag. 9.
  29. ^Colette Arnould,La stregoneria. Storia di una follia profondamente umana, Edizioni Dedalo, Bari, 2011, cap. VI.
  30. ^Una delle opere più rappresentative dell'incontro tra storiografia e scienze sociali è il volumeLa stregoneria. Confessioni e accuse nell'analisi di storici e antropologi, a cura di Mary Douglas, Einaudi, Torino, 1980. Gli storici Keith Thomas e Alan Macfarlane, presenti nel libro curato dalla Douglas con uno scritto ciascuno, nelle loro opere principali hanno analizzato approfonditamente i rapporti tra le streghe e gli abitanti dei loro villaggi nell'Inghilterra cinque-seicentesca (cfr. K. Thomas,La religione e il declino della magia. Le credenze popolari nell'Inghilterra del Cinquecento e del Seicento, Mondadori, Milano, 1985; A. Macfarlane,Witchcraft in Tudor and Stuart England. A regional and comparative study, Routledge & Kegan Paul, Londra, 1970). Si segnalano inoltre: Julio Caro Baroja,Le streghe e il loro mondo, Pratiche editrice, Parma, 1994, che analizza la strega in chiave storico-psicologica; e Gregory Zilboorg,The Medical Man and the Witch during the Renaissance, Johns Hopkins University Press, Baltimora, 1935, saggio che si avvale della moderna psichiatria per indagare la personalità degli inquisitori e delle streghe.
  31. ^Serena Foglia,Streghe, cit., cap. I e cap. XVIII. Nel primo capitolo del volume la breve descrizione diMaxine Sanders e della sua esperienza di "Gran Sacerdotessa del Rito Alessandrino" illustra efficacemente questa nuova immagine della strega.
  32. ^Come quella che appare nel dipinto dal titoloIl sortilegio d'amore, di un maestro renano del XV secolo (Lipsia, Bildenden Kunst).
  33. ^Esempio tipico di queste raffigurazioni è però un quadro del 1907 intitolatoLas brujas de San Millán (Le streghe di San Millán), del pittoreIgnacio Zuloaga, dove si vede una donna che tiene un fuso nella mano.
  34. ^Si vedono dei famigli in un'incisione dell'opuscolo pubblicato in occasione del processo tenutosi a Chelmsford nel 1589 contro Joan Prentice, Joan Cony e Joan Upney (Lambeth Palace Library) e in quella di un libello pubblicato a Londra nel 1579 sui processi di Windsor (British Museum).
  35. ^Per queste rappresentazioni:Interno di una casa di streghe, da T. Erastus,Dialogues touchant le pouvoir des sorcières, Ginevra, 1589;Partenza per il sabba, incisione diJacques Aliamet tratta da un'opera di David Taniers (XVIII secolo).
  36. ^Queste figure di visitatrici notturne (come le "Donni di fuora" siciliane), che entrerebbero le notti nelle case lasciando a volte dei doni per i loro proprietari, discendono probabilmente da antichi miti celtici. Tra la fine del XIV e il principio del XV secolo esse fornirono i presupposti per la demonizzazione di molte credenze popolari. Giuseppe Bonomo,Caccia alle streghe. La credenza nelle streghe dal secolo XIII al XIX con particolare riferimento all'Italia, Palumbo, Palermo, 1959, cap. III; Carlo Ginzburg,Storia notturna, cit., parte II, cap. II.

Bibliografia

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Fonti

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  • Colette Arnould,La stregoneria. Storia di una follia profondamente umana, Edizioni Dedalo, Bari, 2011.
  • Giuseppe Bonomo,Caccia alle streghe. La credenza nelle streghe dal secolo XIII al XIX con particolare riferimento all'Italia, Palumbo, Palermo, 1959.
  • Julio Caro Baroja,Le streghe e il loro mondo, Pratiche editrice, Parma, 1994.
  • Serena Foglia,Streghe, Rizzoli, Milano, 1989.
  • Carlo Ginzburg,Storia notturna. Una decifrazione del sabba, Einaudi, Torino, 1995.
  • La Biblioteca diGirolamo Tartarotti: intellettuale roveretano del Settecento : Rovereto, Palazzo Alberti, 11-31 ottobre 1995 testi di Serena Gagliardi, Elena Leveghi e Rinaldo Filosi, Rovereto, Provincia autonoma, Servizio beni librari e archivistici,Comune di Rovereto, Biblioteca civica G. Tartarotti, 1995,ISBN 88-86602-03-0.Parametrotitolo vuoto o mancante (aiuto)
  • Keith Thomas,La religione e il declino della magia. Le credenze popolari nell'Inghilterra del Cinquecento e del Seicento, Mondadori, Milano, 1985.
  • Bertrand Russell,Scienza e religione, Milano, Longanesi, 2012,ISBN 978-88-304-3151-5.
  • AA. VV.,La stregoneria in Europa, a cura di Marina Romanello, Il Mulino, Bologna, 1975.
  • AA. VV.,La stregoneria. Confessioni e accuse nell'analisi di storici e antropologi, a cura di Mary Douglas, Einaudi, Torino, 1980.
  • AA. VV.,La stregoneria. Diavoli, streghe, inquisitori dal Trecento al Settecento, a cura di Sergio Abbiati, Attilio Agnoletto, Maria R. Lazzati, Mondadori, Milano, 1984.
  • Dinora Corsi, Matteo Duni, a cura di, "«Non lasciar vivere la malefica». Le streghe nei trattati e nei processi (secoli XIV-XVII)", Firenze, Firenze University Press, 2008.
  • Domenico Mammoli,"Processo alla strega Matteuccia di Francesco. 20 marzo 1428", Todi, CISAM, 1977 (Res Tudertinae, 8).
  • Maria Serena Mazzi, "Donne in fuga. Vite ribelli nel Medioevo", Bologna, Il Mulino, 2017.
  • Paolo Trifone, "La confessione di Bellezze Ursini “strega” nella campagna romana del Cinquecento", in «Contributi di Filologia dell’Italia Mediana», II (1988), pp. 79-182.

Approfondimenti

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