Il luogo dove sorgeChieri fu abitato fin dall'epoca preromana. Sulle pendici della Collina di San Giorgio venne edificato in epoca preistorica da un popololigure un villaggio fortificato.
All'inizio delII secolo a.C. iRomani fondarono una loro piccolacolonia, un presidio militare addirittura di poco antecedente adAugusta Taurinorum. Questo spiega il doppiotoponimoCarrea Potentia, tramandatoci daPlinio il Vecchio. SePotentia, infatti è il nome attribuitole dagli antichi romani,Carrea è l'antica voce ligure, derivante dalcelticoCarro, probabilmente unantroponimo o unteonimo; un'ipotesi lo ricondurrebbe all'antico gallicochuari, ochuairt, a indicare una rocca difensiva o una cinta muraria in pietra. NelXII secolo d.C. il termine fu ripreso daOttone di Frisinga[1], chiamando la cittadinaKaira oKairo, infineCari.
Sono numerosi i reperti archeologici ritrovati a più riprese a partire dalSeicento ad oggi. A partire dal1958 sono stati riportati alla luce anche i resti di un'antica villa romana; parte delle mura sono state riscoperte nel1970.
Durante la dominazionelongobarda, tra il V ed ilIX secolo scarse sono le notizie su Chieri, che perse progressivamente di importanza, riducendosi ad un piccolo borgo di campagna, privo di qualsiasi rilievo amministrativo e politico. Interessante e inerente a questo periodo storico, è unalapide ritrovata nel1875 durante i restauri delDuomo. È una lastra dimarmo bianco, una volta copertura di unsepolcro di una bambinacristiana, Genesia, morta all'età di due anni, il 18 giugno488. Essa risulta di particolare valore in quanto si tratta della più antica lapide cristiana ritrovata inPiemonte.
Solo con ilX secolo è possibile osservare la storia chierese con l'aiuto di documentazioni certe. Il nome Chieri compare per la prima volta nel955 in un contratto relativo al possesso di una vigna tra l'abateBellegrimo della Nova eLandolfo, messo delVescovo di Torino, sotto la cui dominazione, risulta essere il comune di Chieri.
Al periodo compreso tra il996 e il999, risale un diploma dell'imperatoreOttone III, il quale conferiva il dominio diCari alVescovo di Torino, confermando comunque una situazione già esistente.
Landolfo, vescovo di Torino tra il1011 ed il1038, fu l'artefice di una trasformazione profonda di quello che all'epoca era un piccolo villaggio di campagna. La sua azione fu decisiva per la storia futura di Chieri, in quanto la mise in condizione di accrescere d'importanza rispetto ai centri limitrofi. Fece cingere la città di una cinta muraria e costruì sulla cima dellaCollina di San Giorgio una torre ed un castello. Sul piano ordinò la costruzione dellachiesa di Santa Maria in sostituzione di una piccolachiesa paleocristiana in rovina.[2].
Nel1046, in seguito al matrimonio traAdelaide di Susa[3] eOddone di Savoia, Chieri entrò a far parte dei domini sabaudi. Dopo la morte dellacontessa nel1092, la cittadina si diede un ordinamento comunale, eleggendo proprimagistrati e rendendo il potere vescovile poco più che formale. Agendo in alleanza con la città diAsti iniziò una fase di espansione che coincise con la formazione delmarchesato del Monferrato, ad opera della dinastia degliAleramici, con cui nei secoli successivi Chieri dovette scontrarsi più volte.
Nel 1191 la repubblica di Chieri inviò adArduino Valperga, Vescovo di Torino, i propri consoli Guglielmo Balbo e Signorino Balbo, i quali ottennero di pagare il fodro (la tassa imperiale) direttamente all'emissario dell'imperatore,Tommaso di Nono, confermando di fatto l'indipendenza del comune di Chieri da quei signori.
Insieme ad Asti la città di Chieri fu occupata e rasa al suolo dall'imperatore Federico Barbarossa nella sua prima discesa in Italia per disubbidienza, ma in seguito ricostruita, prestò giuramento di fedeltà all'imperatore.
Nel 1238 per grazia dell'imperatoreFederico II, Chieri fu dichiarata camera imperiale e sottratta a tutti i vincoli stabiliti in precedenza con qualunque signore.
Le politiche interne della città furono governate principalmente da due fazioni: la società dei Militi, di cui facevano parte le famiglie nobili di albergo e la società di San Giorgio che si faceva protettrice degli interessi popolari. Scontri fra queste due fazioni portarono all'esilio di vari membri della società de Militi nel 1338, che si unirono al Marchese del Monferrato e ai suoi alleati ghibellini.
Il 18 luglio1339 il Consiglio maggiore di Chieri deliberò la sottomissione della repubblica aRoberto d'Angiò,conte di Provenza, re diNapoli e diSicilia. Roberto d'Angiò però morì nel1343 lasciando il regno di Napoli e di Sicilia in mano alla nipoteGiovanna alla quale Chieri chiese aiuto contro la minaccia del Marchese del Monferrato. La regina inviò allora ilsiniscalcoReforza d'Angoult che giunto aSavigliano nel1345 chiamò a raccolta tutte le forze guelfe. Le armate chieresi furono sterminate grazie ad un gruppo di armatiGhibellini e ad un loro inaspettato alleato, il marcheseGiovanni II del Monferrato, e successivamente dopo la guerra daLuchino Visconti signore di Milano. Con labattaglia di Gamenario ebbe termine la potenza angioina in Piemonte.
Ma la guerra non era finita e Chieri per poter resistere dovette chiedere aiuto aGiacomo di Savoia-Acaia, fino ad allora alleato degli Angioini, non solo non era d'accordo con il rafforzamento del marchesato, ma sperava di trarre profitto dalla divisione dei domini angioini in Piemonte. Lo schieramento era: da una parte Savoia e Savoia-Acaia e dall'altra Visconti,Paleologhi del Monferrato e Aleramici diSaluzzo. Il 13 maggio,1347 i Chieresi cacciarono l'ultimovicario Angioino, ed il 19 i si sottomisero ai Savoia e Savoia-Acaia. Da notare che con questa alleanza, nonostante il donativo annuo pagato in cambio della protezione militare Chieri non rinunciò a nessuna delle sue libertà.Nonostante avesse trovato protezione, la guerra non era comunque finita. Il pericolo era rappresentato dai nobili fuoriusciti i quali sollecitavano il Marchese del Monferrato a riprendere la lotta contro Chieri. Finalmente il 25 settembre,1349 venne stipulata la pace tra i Savoia e i Marchesi del Monferrato e i Visconti.
Quando Chieri si era sottomessa, nel1347, non aveva scelto tra iSavoia e iSavoia-Acaia. Negli anni cinquanta i contrasti tra le due signorie si erano inaspriti esplodendo in tutta la loro gravità, che costrinsero Chieri a fare quella scelta che aveva più volte rimandato. Quando nel1359Amedeo IV sconfisseGiacomo, Chieri si consegnò al conte. Ma quando le due fazioni trovarono un accordo, anche Chieri si adeguò riconoscendole entrambe. Gli ultimi anni del Trecento furono tra i più devastanti della storia della città. Una nuova guerra scoppiata tra il marcheseTeodoro II del Monferrato eFilippo II di Savoia-Acaia, vide il chierese devastato dalle armate del condottieroFacino Cane assoldato dal bellicoso marchese. La guerra proseguì fino al1403 senza mutare sostanzialmente gli assetti politici esistenti. Nel1405 venne costruito il nuovo Duomo.
La fase espansiva era terminata e i confini comunali rimasero gli stessi fino alla fine dell'Ottocento.
Nel 1427, l'Università di Torino, fondata nel 1404 daLudovico di Savoia-Acaia, venne trasferita a Chieri e vi rimase per 7 anni fino al1434. Dopo un breve spostamento aSavigliano (1434-1436) si stabilizzò definitivamente a Torino nel 1436. Durante questo periodo, l'università si concentrava su discipline come diritto canonico e civile, teologia, medicina e arti liberali, seguendo gli interessi culturali e accademici del tardo Medioevo.[4]
Le devastanti condizioni di Chieri durante la prima metà del XVI secolo, furono una delle cause che resero il terreno fertile alla predicazioneprotestante.[5] Il primo a diffondere laRiforma fuGian Battista Pallavicino, e successivamente negli anni quarantaMatteo Grimaldi Moffa, nato proprio a Chieri, uno dei massimi esponenti del protestantesimo italiano. Questo vide un drammatico crescendo di intolleranze reciproche tra cattolici e protestanti.Emanuele Filiberto, cattolico, inviò nel1563 alcuni frati per iniziare una vera e propria opera di rievangelizzazione, che culminò in un editto promulgato il 10 giugno,1565 in cui autorizzava la persecuzione dei protestanti.
Durante gli anni diCarlo Emanuele I (1580-1630) vi fu una grande attività tanto in campoeconomico cheurbanistico. Ad interromperla fu l'invasione francese del1630 i cui nefasti effetti furono aggravati dallapeste. Nel giro di due anni a Chieri morirono circa 4.500 persone. Nel1631 stipulato un accordo con i francesi, tramite lapace di Cherasco venne istituita la provincia di Chieri, venendo però eliminata già nel1697.
Una serie di avvicendamenti e di scontri per la successione del trono reale portarono il Piemonte allaguerra civile. La città fu coinvolta poi nelle guerre francesi diVittorio Amedeo II, ma nel1691 riuscì ad evitare d'essere posta sotto assedio dal generale franceseFeuquieres, pagando una forte somma di denaro.
IlXVIII secolo fu più tranquillo, e caratterizzato da alcune riforme e ammodernamenti dello stato, voluti daAmedeo II e poi da suo figlioCarlo Emanuele III (1730-1773). Con lettere patenti datate 3 giugno1785 Chieri fu costituita in appannaggio unitamente aPoirino,Riva e Banna (località presso Poirino) ed eretta aprincipato a favore del duca d'Aosta Vittorio Emanuele, poi re comeVittorio Emanuele I.[6]
Durante i primi anni della Restaurazione la popolazione chierese aumentò: alla fine del XVIII secolo essa ammontava a circa 10.000 abitanti, divenuti 13.274 nel1838. Nel1802 venne nominato il primo sindaco di religione ebraicaDavid Levi, che rimase in carica per tutto il periodo napoleonico. Nel frattempo, caduto Napoleone, tornò in Piemonte laCasa Savoia. Nel1835 venne terminata la nuova strada che collegava Chieri a Torino, passando per Pino Torinese. L'industria era sempre presente anche se dominava il tradizionale settore tessile rappresentato principalmente dalla ditta "David Levi & figli". Nel1842 l'antico convento diSan Francesco venne adibito a sede del municipio.[7]
Tra il1848 e il1861 Chieri partecipò al generale clima di rinnovamento del "decennio di preparazione" e tale fermento è testimoniato da un leggero aumento della popolazione, che nel1858 giunse a 15.033 abitanti. Nel1855 venne redatto un piano regolatore per lo sviluppo della città. Vennero distrutte le mura e le antiche porte, mentre si progettò il nuovo viale verso Torino (Viale Fiume). Con il trasferimento della capitale, tra il1870-1880, questo periodo fu probabilmente il più ricco di progetti e realizzazioni. Nel1874 venne inaugurata lastazione e lalinea Chieri-Trofarello. Grazie alla ferrovia l'industria tessile ebbe un nuovo impulso. Negli stessi anni venne realizzata l'illuminazione a gas. La scissione diSantena da Chieri provocò un duro colpo e fu la causa principale che diede origine a un sensibile calo demografico, nel censimento del1889 era scesa a 12.667 abitanti.
Dopo la prima guerra mondiale Chieri era dopoBiella la seconda città italiana per esportazione di prodotti tessili. Dal1921 si estese la violenzasquadrista delpartito fascista. L'aumentare delle violenze e l'affermarsi a livello centrale dei fascisti costrinse Menzio alle dimissioni. Anche per Chieri cominciava ladittatura fascista. Nel1927 venne nominato un podestà nella persona diAlfredo Bruni.[8] Durante il ventennio venne elettrificata la linea ferroviaria Chieri-Trofarello. L'economia chierese risentì fortemente dellacrisi del 1929, ma fu soprattutto la politicaautarchica a bloccare lo sviluppo del settore tessile oltre al fallimento di numerose aziende tessili.

Caduto il fascismo nel1943 anche Chieri si schierò con laResistenza dando il suo contributo con l'elezione a sindaco di Angelo Menzio. Gli anni seguenti videro un forte incremento demografico a causa dell'immigrazione prima diveneti e successivamente dalMeridione. L'aumento esponenziale della popolazione non venne accompagnato da un piano organico di sviluppo urbanistico. Ciò causò un grave degrado del centro storico, al quale si è cercato di porre rimedio solo a partire dagli anni ottanta, e dall'altra la crescita di interi quartieri[9] estranei al tradizionale assetto urbanistico della città.
| Via Fulvia | ||
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