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Stilpone di Megara

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Stilpone raffigurato nelleCronache di Norimberga, dove è chiamato "Silphon il filosofo di Megara"

Stilpone di Megara (Megara,360 a.C. circa –280 a.C. circa) è stato unfilosofogreco antico, appartenente allascuola socratica minore diMegara che con lui raggiunse il suo culmine per poi dissolversi rapidamente con l'avanzare delle nuove filosofiaellenistiche.

Biografia

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Discepolo diEuclide di Megara e diDiogene il Cinico. DopoIchthyas fu a capo della scuola megarica, dove ebbe come discepoli, tra gli altri,Zenone di Cizio eTimone di Fliunte.

Diogene Laerzio lo indica come autore di novedialoghi dei quali però non ci è pervenuto nulla:

  • Aristotele;
  • Tolomeo;
  • Aristippo;
  • Callia;
  • Mosco;
  • Cherecrate;
  • Epigene;
  • Anassimene;
  • Alla propria figlia.

Critico dellalogica affermativa Stilpone negò validità ad ognigiudizio affermativo; l'unico possibile è il giudizio di identità (ad esempio: «l'uomo è uomo»):

«Se predichiamo il correre di un cavallo, egli dice che il predicato non è identico al soggetto di cui si predica; l'essere del cavallo differisce infatti dall'essere del correre, perché se siamo richiesti della definizione dell'uno e dell'altro, non diamo la stessa risposta. Così anche la definizione dell'essenza necessaria di un uomo è diversa da quella di buono. Donde deriva che sbagliano quelli che predicano i due termini uno dell'altro; se sono identici infatti il buono e l'essere uomo, il correre e l'essere cavallo, come potremo predicare il buono anche del cibo e della medicina e il correre del leone e del cane? Ma se sono diversi non è corretto dire che l'uomo è buono e il cavallo corre.[1]»

Stilpone nega anche la dottrinaplatonica delleidee: se è vero che queste designano termini universali allora vuol dire che in esse non è rappresentato nessun essere particolare e quindi le idee rappresentano il nulla.

Nell'etica Stilpone sostiene che il fine del saggio è il raggiungimento dell'apatia e dell'autarchia. Il vero saggio, che ha raggiunto l'eliminazione delle passioni e dei desideri, è in grado di bastare a sé stesso e di non aver bisogno di nulla, neppure dell'amicizia.

La dottrina di Stilpone influenzò grandemente l'etica stoica e specialmente la scuola scettica.

Seneca attribuisce a Stilpone, nelDe constantia sapientis, V, 6, il motto: "Omnia mea mecum porto" (Tutto quello che ho lo porto con me). Infatti narra che, quando Demetrio Poliorcete, vincitore della sua città, lo vide allontanarsi dal centro urbano dopo che aveva perso la moglie e i figli e gli chiese se avesse perso qualcosa, il saggio gli rispose con quel celebre motto. La frase in realtà viene riferita anche ad altri filosofi come fa ad esempioCicerone che l'attribuisce aBiante di Priene, uno deiSette savi[2].

Note

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  1. ^Plutarco,Contro Colote, 23, 1120a
  2. ^Vocabolario della lingua italiana Treccani alla voce "Omnia mea mecum porto"

Bibliografia

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  • Enciclopedia Garzanti di Filosofia, Milano, 1981.
  • Montoneri, Luciano.I Megarici. Studio storico-critico e traduzione delle testimonianze antiche. Catania, Università di Catania, 1984.

Voci correlate

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