Rilevante testimonianza delrazionalismo italiano[1], fu inaugurato nel 1933 comeStadio Municipale Benito Mussolini[1].Alla fine della guerra fu ribattezzatoStadio Comunale, nome al quale nel 1986 fu affiancato l'omaggio alla memoria diVittorio Pozzo[1].Nel 2005 assunse quindi il nome diStadio Olimpico in vista deiGiochi olimpici invernali del 2006, delle cui cerimonie d'apertura e chiusura fu sede.Dal 2016, infine, è intitolato alla memoria delGrande Torino[2].
In ambito calcistico, l'impianto fu sede degli incontri interni diJuventus eTorino fino al 1990.Dopo la ristrutturazione cui fu sottoposto in occasione dei citati Giochi olimpici invernali, a settembre 2006 lo stadio tornò a essere sede delle gare interne delle due compagini cittadine; dal 2011 è a uso esclusivo del Torino.
Sottoposto dal 2013 avincolo architettonico delMinistero della cultura[3], presenta una capacità omologata di28177 spettatori, benché in passato potesse ospitarne più di65000.Lo stadio è di proprietà comunale[4] ed è in concessione al club del Torino fino al 30 dicembre 2026.
L'esigenza di un nuovo stadio a Torino sorse con l'assegnazione alla città sabauda deiLittoriali dello Sport del 1933: l'obsoletoStadium, situato in corso Duca degli Abruzzi, fu giudicato inadatto a ospitare la manifestazione[5]; la commissione municipale incaricata indicò un'area poco distante lungo corso IV Novembre, già dei Tetti Varrò e all'epoca occupata dal dopolavoro ferroviario, cui fu concessa un'altra locazione[5].La gara d'appalto per lo «Stadio Littorio» (tale era il nome di progetto) prevedeva un importo di7370000L. complessive[N 4], tra opere in capitolato e interventi straordinari[5].
Al fine di accelerare le procedure di approvazione e di costruzione, l'appalto – assegnato il 5 giugno 1932 – fu suddiviso in tre sottocommesse: la struttura propriamente detta (tribune, gradinate e locali interni), progetto dall'architettoFagnoni e degli ingegneriBianchini eOrtensi, fu affidata alla ditta Saverio Parisi diRoma[6]; lapista di atletica leggera, la Torre Maratona (untorrino piezometrico) e le biglietterie, progetto degli architetti Del Giudice e Colonnetti e dell'ingegner Vannacci, all'impresa Vannacci e Lucherini[6]; lapiscina coperta, progetto dell'architetto Bonicelli e dell'ingegner Villanova, alla S.A. Imprese Edili Faletti[6].L'impresa Guido De Bernardi fu incaricata, infine, della preparazione dei campi e delle piste[6].
I lavori di costruzione iniziarono il 21 settembre 1932[7][8] e procedettero per circa sette mesi fino al 29 aprile 1933, data di consegna dell'impianto[8][9]; l'inaugurazione avvenne il successivo 14 maggio[10] in occasione della cerimonia d'apertura dei Littoriali, presenti il segretario delPNFAchille Starace e ilministro dell'educazioneFrancesco Ercole[9].Lo Stadio Mussolini, al momento della sua inaugurazione, era il più capiente d'Italia con i suoi65000 posti[11]; presentava formaellittica i cui assi maggiore e minore erano rispettivamente circa 240 e160 m e il cui perimetro massimo era di640 m[6].
L'opera era realizzata completamente in cemento armato[6] e il deflusso degli spettatori era garantito in circa 9 minuti grazie a 27 accessi realizzati nelle due gradinate di cui si componeva lo stadio; solo la tribuna d'onore era coperta, mentre ilparterre era in parte coperto dalla gradinata superiore che vi aggettava a sbalzo ed era leggermente rialzato nella parte più distante dal campo[6].Il terreno di gioco misurava105 × 70 m, mentre la pista d'atletica a 6 corsie era lunga452 m[11]; a tali due strutture si affiancavano aree persalto in lungo,con l’asta ein alto nonché perlancio del disco egiavellotto[12].Alle dotazioni del nuovo impianto, molto moderne per l'epoca, facevano da complemento le rifiniture di livello: i pavimenti della tribuna d'onore erano rivestiti inmarmo cipollino; la tribuna stampa era dotata di tavolini ribaltabili a uso dei giornalisti, e il salone che metteva in comunicazione le due tribune era pavimentato in marmo bianco[6]; le porte erano realizzate in compensato dirovere emogano; le strutture per il pubblico prevedevano fontanelle d'acqua corrente per dissetarsi, mentre quelle per gli sportivi prevedevano spogliatoi singoli per discipline individuali, e collettivi per quelle di squadra, incluse piscine coperte per 20 persone[6].Dopo i Littoriali dello Sport, a settembre il nuovo stadio ospitò anche i Giochi internazionali studenteschi (prodromi deiGiochi mondiali universitari del dopoguerra)[13].
Nel frattempo laJuventus, che già in fase di progetto aveva espresso interesse a entrare nella proprietà del nuovo impianto qualora il Comune di Torino avesse decretato di condividerne i costi di conduzione[5], ne era divenuta affittuaria a partire dal campionato di calcio diserie A 1933-34, così lasciando il vecchiostadio di corso Marsiglia.Il club bianconero inaugurò calcisticamente il "Mussolini" il 29 giugno 1933 in occasione dell'incontro dei quarti diCoppa dell'Europa Centrale contro l'unghereseÚjpest[14], battuta 6-2[15].
Vista aerea dello stadio nel 1933 con il campo d'allenamento adiacente
L'esordio in campionato, tuttavia, non avvenne al primo impegno in casa (vittoria 4-1 dei bianconeri sulLivorno a Corso Marsiglia, stante la disputa dei citati campionati mondiali studenteschi); il "Mussolini" divenne la casa della Juventus in occasione dell'undicesima giornata – vittoria 8-1 sulGenova 1893[16] – e, fino al 1943, fu anche sede degli allenamenti della prima squadra del club[17].
Già previsto in fase di presentazione del progetto dello stadio, a fine giugno 1939 fu inaugurato nel salone sotto la tribuna centrale ilMuseo Nazionale dell'Automobile[20], che in tale sede rimase fino al 1960, anno del suo trasferimento in corso Unità d'Italia[21].
L'11 maggio 1947 il Comunale ospitò un incontro amichevole passato agli annali per il maggior numero di giocatori provenienti dallo stesso club schierati dalla nazionale italiana[22]: il commissario tecnicoVittorio Pozzo, infatti, stante l'indisponibilità del capitano juventinoCarlo Parola, convocòMario Rigamonti nella posizione di centromediano, così trasferendo in azzurro dieci undicesimi delGrande Torino[23]:Ballarin,Maroso,Grezar, il citato Rigamonti,Castigliano,Menti III,Gabetto,Loik,V. Mazzola eFerraris II.Il portiereSentimenti IV militava altresì nellaJuventus[23], il che rese la nazionale quel giorno una selezione della città sabauda[23].
Lato ungherese, altresì, i magiari schieravano nove giocatori dell'Újpest; uno dei due non militanti in tale club era un promettenteFerenc Puskás, proveniente dall'Honvéd.La sfida terminò 3-2 per l'Italia con gol di Gabetto, pareggio diSzusza, di nuovo Gabetto, pareggio surigore di Puskás e vittoria inzona Cesarini grazie a un gol di Loik.
Nonostante lacaduta di Mussolini nel 1943, lo stadio non fu defascistizzato prima dellaLiberazione in quanto Torino ricadeva nel territorio dellaRepubblica di Salò.Nel 1945 assunse quindi il nome diComunale[24].
Il presidente delle federazioniitaliana einternazionale degli sport universitari, iltorinesePrimo Nebiolo, fu fautore nel 1958 della rinascita dei Giochi studenteschi e, dopo avere promosso l'istituzione delle Universiadi, ne ottenne l'organizzazione dellaprima edizione nel capoluogo sabaudo l'anno successivo[25].Il 26 agosto 1959 si celebrò al Comunale la cerimonia d'apertura[26] della manifestazione, che tra gli altri nomi di rilievo mise in evidenza il giovane studente torineseLivio Berruti[27], protagonista un anno più tardi aRoma con l'oro olimpico nei200 m.
All'interno dello stadio fu realizzata anche la sede torinese del centro di medicina dello sport, presentata alla stampa il 28 novembre 1962[28] e inaugurata il 1º dicembre successivo[29].
Torino fu eccezionalmente assegnataria dellaVI Universiade nel 1970 dopo che la titolareLisbona fu costretta a rinunciare ai Giochi del 1969[30], così costringendo laFISU a riprogrammare altrove l'evento per l'anno successivo; Primo Nebiolo riuscì a ottenere per il capoluogo piemontese la seconda Universiade in poco più di dieci anni[31].
La Juventus, che al Comunale si aggiudicò il suo decimo scudetto nel1958[32], fu occupante unica dello stadio fino a tutto il campionato1962-63, l'ultimo disputato alFiladelfia dai concittadini delTorino con cui, dalla stagione successiva, condivise l'impianto.In realtà il club granata aveva già usato lo stadio come impianto di casa, ai tempi in cui era ancora il "Mussolini": fu nella stagione1942-43[33], nel corso della quale vi fu trasferito su ordine prefettizio per alcuni incontri[34]; successivamente, nell'immediato dopoguerra, aveva adottato il Comunale come stadio interno per gare di cartello che richiedevano maggiore capienza.In aggiunta a ciò, già a fineanni cinquanta la dirigenza torinista aveva preso in considerazione la possibile migrazione al Comunale[35], ma la retrocessione del club inB nel1959 indusse a un accantonamento del progetto[36].Tuttavia nel 1963 il neopresidente del clubOrfeo Pianelli decise di chiedere alla municipalità l'utilizzo dello stadio quale sede permanente[37].A seguito di tale trasferimento, per 27 stagioni consecutive il Comunale fu teatro di tutti i derby ufficiali oltre che di una rivalità stracittadina che soprattutto neglianni settanta significò anche lotta per il primato in ambito nazionale.
Tifosi della Juventus festeggiano il 16º scudetto, campionato1974-75
Sotto la guida diGigi Radice, infatti, i granata di Pianelli giunsero nel1975-76 alla vittoria del loro settimo campionato a 27 anni di distanza dal precedente, quello delGrande Torino nel1949[38]; i bianconeri risposero, nellastagione seguente, ingaggiando con i concittadini un serrato testa a testa risoltosi con la vittoria della Juventus a 51 punti, record per il campionato a 16 squadre e due punti a vittoria, contro i 50 del Torino[39].In quella stagione il Comunale – fatti salvi i risultati dei derby – fu inespugnato dagli avversari delle due compagini torinesi[39].Qualche settimana prima, lo stadio era stato anche teatro della sua prima finaleconfederale, la gara d'andata dell'ultimo atto della Coppa UEFA tra Juventus eAtlético Bilbao, terminato 1-0 per i bianconeri grazie a un gol diMarco Tardelli al quarto d'ora di gioco[40] (la Juventus in seguito si aggiudicò il torneo pur perdendo 1-2 a Bilbao la finale di ritorno).In precedenza, fuori dall'ambitoUEFA, il Comunale aveva anche ospitato due finali diCoppa delle Fiere, entrambe giocate dalla Juventus: quella in gara unica del1965, vinta per 1-0 dagli ungheresi delFerencváros[41], e quella d'andata del1971, pareggiata per 2-2 con gli inglesi delLeeds Utd[42].
Dopo l'edizione 1976, l'UEFA rivoluzionò l'europeo e lo trasformò in un appuntamento fisso quadriennale con sette squadre qualificate ad affrontarsi in una fase finale presso un ottavo Paese ospite, ammesso di diritto; la prima assegnataria di tale nuova formula fu l'Italia, incaricata a ottobre 1977 di organizzare ilcampionato d'Europa 1980[43][44].Il Comunale ospitò tre partite della fase a gironi, due del gruppo B traBelgio eInghilterra, terminata 1-1[45] e tra la stessa Inghilterra e l'Italia, vinta 1-0 dagli Azzurri con un gol diTardelli[46], e una del gruppo A tra laGrecia e i futuri campioni dellaGermania Ovest terminata 0-0[47].
Nel 1984Liverpool e Juventus – detentori rispettivamente dellaCoppa dei Campioni e dellaCoppa delle Coppe – avevano problemi, per via dei loro calendari, a organizzare l'edizione di quell'anno dellaSupercoppa UEFA, tanto che il club bianconero, per voce del suo presidenteBoniperti, ventilò l'ipotesi di rinunciare alla disputa del torneo qualora il sorteggio dellaCoppa dei Campioni 1984-85 avesse messo di fronte i due club nei quarti di finale[48]; dopo che tale ipotesi fu scongiurata, Boniperti e il direttore sportivo del Liverpool si accordarono per disputare la Supercoppa in gara unica con sede da decidere a sorteggio tra i due dirigenti, dal quale emerse l'Italia come scelta vincente[48]; dopo avere scartato ipotesi di campo neutro comeMilano oRoma[48] si decise infine di disputare l'incontro al Comunale il 16 gennaio 1985[49].
L'incontro – programmato in un periodo invernale conminime record – si tenne su un campo ghiacciato, per giocare sul quale fu necessario ricorrere a un pallone arancione al fine di renderlo riconoscibile sulla neve compatta che rendeva precario l'equilibrio[50]; il trofeo fu appannaggio della Juventus che vinse 2-0 con una doppietta diBoniek aggiudicandosi così la prima Supercoppa del suo palmarès[50].
Pochi mesi prima di tale incontro, laFIFA aveva assegnato all'Italia l'organizzazione delcampionato del mondo 1990[51] ed, essendo Torino una delle città prescelte per ospitare una quota consistente della manifestazione (almeno un girone e una delle semifinali) si impose quasi subito l'interrogativo sull'opportunità di rinnovare una struttura vecchia più di mezzo secolo come il Comunale, ormai obsoleto e poco versatile, a fronte della scelta di costruire uno stadio nuovo[52][53][54].Dopo diverse discussioni in sede di consiglio comunale, prevalse quest'ultima tesi[55] in quanto ritenute troppo dispendiose e inefficaci le misure per ristrutturare il Comunale[56], opinione che trovò concordi sia il comitato organizzatore dei Mondiali che i due club cittadini[55].Scartata l'ipotesi di demolire il Comunale per costruirvi un nuovo stadio[57][58], nel 1986 si decise quindi per la costruzione allaContinassa di quello che sarebbe diventato lostadio delle Alpi[59].
Nel 1986, in occasione del centenario della nascita diVittorio Pozzo, ilcomune di Torino deliberò l'intitolazione del Comunale al commissario tecnico che nel 1934 e nel 1938 – unico selezionatore nella storia del torneo – guidò l'Italia a due titoli mondiali e, nel 1936, al titolo olimpico[60].In quello stessoanno la Juventus si aggiudicò il suo ventiduesimo titolo di campione d'Italia[61][62], il suo diciassettesimo da usufruttuaria del Comunale, record italiano[N 5]; fu, anche, l'ultimo scudetto assoluto conquistato nel vecchio Comunale e, al 2025, il più recente vinto da un club usufruttuario di tale struttura[N 6]
L'ultima stagione al Comunale dei due club sabaudi furono i campionati diserie A e diB 1989-90 rispettivamente di Juventus e Torino: la chiusura ufficiale dei bianconeri fu il 2 maggio 1990, giorno dellafinale di Coppa UEFA contro laFiorentina, una vittoria 3-1 che ipotecò la conquista finale del trofeo[N 7][63], mentre quella dei granata fu il 27 successivo, un 3-0 sulMessina che suggellò la promozione in serie A[64]. Dopo il mondiale italiano i due club si trasferirono allostadio delle Alpi. Bianconeri e granata conobbero un'estemporanea appendice al Comunale nel giugno 1994 con le proprie squadrePrimavera, protagoniste della doppia finale delcampionato di categoria: quella d'andata vide prevalere la Juventus 2-0 (Cammarata eDel Piero)[65], punteggio che rese platonica la vittoria del Torino al ritorno per 1-0 (Briano)[66].
Con tutte le attività di rilievo trasferite al Delle Alpi, impianto dotato anche di pista d'atletica, il Comunale conobbe un lungo periodo di inutilizzo e marginalizzazione: per circa un decennio tra il 1994 e il 2003 fu usato solo come terreno di allenamento della prima squadra della Juventus[67][68] e a seguire, per una sola stagione, anche di quella del Torino, prima che lo stadio diventasse totalmente inagibile per i lavori olimpici[69][70].
A parte esibizioni delle squadre giovanili dei due club maggiori, lo stadio ospitò anche incontri di calcio femminile diFCF Juventus e Real Torino[71], nonché della formazione difootball americano delGiaguari Torino[71].
Per scongiurare il rischio di degrado derivante dal sottoutilizzo dell'impianto, furono proposte varie soluzioni architettoniche e urbanistiche al fine di riqualificare l'area: già nel 1990 era stata proposta la trasformazione del Comunale in un campus universitario dotato di servizi a corredo come mercati, cinema, banche, uffici municipali, impianti per l'atletica e altri sport e arene per concerti e spettacoli[72], mentre invece tre anni più tardi giunse una proposta da parte delCONI per la nascita di un «villaggio dello Sport» che ospitasse al livello stradale le rappresentanze di tutte le federazioni sportive cui conferire spazi per riunioni, uffici e palestre d'allenamento[73]; la Juventus si accodò a tale progetto, offrendosi di ristrutturare gli spogliatoi e di realizzare un nuovo campo sull'adiacente "Combi" (all'epoca terreno d'allenamento delle giovanili bianconere) da regalare alla cittadinanza in cambio di una concessione per l'uso delle strutture calcistiche e di alcuni uffici nel Comunale[73].Anche l'istituto di medicina sportiva, che intendeva ampliare la propria sede all'interno dello stadio, si dichiarò interessato all'iniziativa del CONI[73][74].
Insoddisfatta del Delle Alpi già dai primi anni d'utilizzo[75], nel 1996 la Juventus ventilò l'ipotesi di acquistare il Comunale e tornare ad adibirlo a proprio impianto interno[76] sottoponendolo a una ristrutturazione che, tramite la ricostruzione di tre gradinate su quattro, eliminasse la pista d'atletica, trasformasse la capienza in35000 posti a sedere e insediasse nella Torre Maratona il museo del club[77].Come i due precedenti, neppure quest'ultimo progetto vide mai la luce perché la Juventus lo abbandonò nel 1998[78][79] per evitare potenziali problemi di ordine pubblico nel quartiere, stante la compresenza dei lavori di ristrutturazione del poco distantestadio Filadelfia da parte delTorino[78][80].
Il 19 giugno 1999Torino aveva prevalso sullasvizzeraSion nel ballottaggio per l'assegnazione deiXX Giochi olimpici invernali del 2006[81].Nel 2001 fu proposta la ristrutturazione dell'inutilizzato Comunale e la sua destinazione a stadio ospite della rassegna olimpica[82] e, a ottobre di quello stesso anno, fu presentato il progetto di restauro[83] che, all'inizio, prevedeva la trasformazione del Comunale in un palazzetto del ghiaccio da12500 spettatori[83].Dopo la rapida bocciatura di tale piano[84], si ripiegò sulla trasformazione dell'impianto in sede delle cerimonie d'apertura echiusura dei Giochi invernali[85] al posto dell'inizialmente ventilatostadio delle Alpi[86].
Nelle more della realizzazione dei progetti di trasformazione del Comunale, la municipalità aveva proposto a Juventus e Torino l'acquisto congiunto del Delle Alpi[87], progetto che, pur ricevendo inizialmente un'adesione di massima dai due club[88], non vide la luce a causa del mancato accordo circa la gestione comune dell'impianto[89][90]; a seguito di ciò, nel 2002 l'allora sindacoSergio Chiamparino propose quindi al solo club granata l'acquisto del Comunale[91].Il 18 giugno 2002 l'amministrazione cittadina stipulò infine gli accordi di concessione deidiritti di superficie con i due club: laJuventus acquisì la gestione del Delle Alpi per 99 anni a partire dal 1º luglio successivo al costo totale di24000000€[92][93], mentre ilTorino, dietro corrispettivo di3500000€, avrebbe dovuto acquisire la concessione del Comunale per analoga durata a partire dal 1º luglio 2006, dopo i Giochi[92][94]; nel frattempo la Juventus avrebbe ospitato il club granata al Delle Alpi nel quadriennio successivo[92].
La copertura realizzata per le olimpiadi invernali
I lavori di ristrutturazione del Comunale iniziarono il 1º settembre 2003[95] e durarono poco più di due anni: il 29 novembre 2005 il rinnovato stadio fu presentato in anteprima[96][97] nel corso di una cerimonia cui presero parte rappresentanti di enti locali, governo,CIO eTOROC[97] e durante la quale l'impianto fu rinominatoStadio Olimpico[98].
Nel frattempo, tuttavia, in conseguenza delfallimento giudiziario delTorino decretato a settembre 2005, la concessione comunale a suo favore decadde[99]; come programmato, lo stadio ospitò le cerimonie d'apertura e chiusura dei Giochi e fu il palcoscenico dell'ultima cerimonia protocollare di premiazione, che vide l'italianoGiorgio Di Centa ricevere la medaglia d'oro nella 50 km dellosci di fondo[100]; a seguire, poche settimane più tardi, svolseanaloga funzione in occasione deiIX Giochi paralimpici invernali[101].
A seguito della ricostituzione del Torino F.C. a opera diUrbano Cairo e la riacquisizione del titolo sportivo del defunto consorzio, il comune stipulò con il club granata una convenzione decennale (rinnovata nel 2015 per ulteriori 10 anni fino al 30 giugno 2025[102]) grazie alla quale quest'ultimo entrò in possesso dell'Olimpico il 1º luglio 2006[103]; specularmente a quanto accadde nel quadriennio precedente, fu la Juventus a essere ospite dei concittadini nell'Olimpico ristrutturato[104].Originariamente la convivenza delle due squadre torinesi avrebbe dovuto durare solo per la stagione 2006-07, ovvero il tempo di effettuare unmake-up leggero al Delle Alpi[105] ma successivi sviluppi portarono la Juventus a rivedere i piani edilizi e a chiedere la coabitazione all'Olimpico fino a tutta la stagione 2010-11.L'esordio granata nel nuovo Olimpico, coincidente con la riapertura al calcio della struttura, fu il 10 settembre 2006, un pareggio 1-1 in campionato contro ilParma[106]; sei giorni più tardi fu il turno dei bianconeri, vittoriosi 2-1 sulVicenza[107].Dalla stagione2011-12 il Torino è il solo occupante dello stadio: la Juventus si congedò dall'Olimpico il 22 maggio 2011 con un pareggio 2-2 contro ilNapoli nell'ultima giornata dicampionato[108] per trasferirsi al nuovoJuventus Stadium, costruito sulle ceneri del Delle Alpi[109].
Una volta rimasti unici fruitori dello stadio, quindi, i tifosi granata chiesero al club di adoperarsi per dare alla struttura un nome che richiamasse l'identità storica del Torino[110]; il 19 aprile 2016 il comune intitolò ufficialmente l'impianto alla memoria delGrande Torino, squadra che nell'immediato dopoguerra vinse quattro scudetti consecutivi e nel 1949 perì in blocco neldisastro aereo sul colle di Superga[2].Al fine di mantenere l'omaggio (obbligatorio per regolamento) ai Giochi invernali di dieci anni prima, comunque, la delibera approvata fu quella di rinominare l'impianto inStadio Olimpico Grande Torino[111].
Al vecchio Comunale l'Italia maggiore di calcio disputò 19 incontri, il primo l'11 febbraio 1934 in Coppa Internazionale contro l'Austria, una sconfitta 2-4[112][113] e l'ultimo il 14 novembre 1981, un pareggio 1-1 contro laGrecia che consegnò agli Azzurri la matematica qualificazione al vittoriosocampionato mondiale 1982[114].Ventotto anni più tardi, nel 2009, l'Italia tornò nel rinnovato Olimpico per un incontro diqualificazione al mondiale 2010, una vittoria 2-0 contro laBulgaria[115]; la più recente apparizione della squadra è in occasione dellequalificazioni al mondiale 2018, un pareggio 1-1 contro laMacedonia[116].
Dal 2013 l'area in cui sorge lo stadio è sottoposta avincolo architettonico delMiBACT[3].Nel 2025, con l'approssimarsi della scadenza della concessione al Torino, si è ripresentata in consiglio comunale la questione della vendita dell'impianto al club granata o, più correttamente, la concessione per 99 anni del diritto di superficie.Sull'immobile grava dal 2005 un'ipoteca a favore dell'Agenzia delle entrate pari a 38 milioni dieuro, eredità dei debiti della gestione diFrancesco Cimminelli che condussero il Torino al fallimento[117]; il 18 febbraio 2025 il sindacosabaudoStefano Lo Russo ha sottoposto formale istanza all'ADE per chiedere la decadenza di detta ipoteca al fine di agevolare le trattative per la concessione del diritto di superficie[117].Nelle more dell'eventuale accordo, il comune ha rinnovato al Torino la concessione fino al 31 dicembre 2026[117].
Il progetto di ristrutturazione del Comunale – affidato agli studi di architettura veronesi Cenna e Arteco[118] con l'ingegneria strutturale dellamilanese IN.CO. e la realizzazione impiantistica dellapadovana TiFs[119] – conserva le strutture esistenti[120], sottoposte al vincolo della Soprintendenza ai beni ambientali e architettonici[97].Le aggiunte hanno riguardato nuove strutture verticali per reggere la copertura di tutto l'impianto nonché un terzo anello di gradinate, continuo e strutturalmente collaborante alla copertura, dotato, nella parte corrispondente alla preesistente copertura, di una parte chiusa ospitante 44 palchi[121].Circa un terzo del rivestimento della copertura è in materiale plastico semitrasparente, onde evitare che il tappeto erboso rimanga in ombra e si danneggi a causa della ridotta insolazione[122].Al fine di rispettare le moderne regole di sicurezza[118], la capienza complessiva fu ridotta notevolmente; infatti la nuova struttura, al momento della riapertura, era dotata di27168 posti a sedere e al coperto[121], meno della metà della capienza originaria di circa65000 spettatori[121].
Per le cerimonie olimpiche lo stadio fu sottoposto ad alcuni interventi mirati, come l'ampliamento a35000 posti mediante strutture temporanee[97] la realizzazione di un imponente allestimento sceno-tecnico[97] e la predisposizione delbraciere olimpico[96] i cui 57 metri[123] lo rendono il più alto del mondo[124].
All'interno, altresì, fu ricavata al piano terra un'area commerciale di1163m², furono ristrutturati e riposizionati il centro di medicina sportiva e il settore uffici[125].
Pur essendo stata rimossa lapista di atletica leggera, al posto della quale è installato un tappeto inerba sintetica, rispetto al vecchio Comunale la distanza tra gli spalti e il terreno di gioco è rimasta invariata, riproponendo quindi tutti i problemi di visibilità del campo da parte degli spettatori nelle file più basse di curve e tribune[126], peraltro aumentati dalle barriere installate per rispettare le normative di sicurezza contro le invasioni di campo[126].Tuttavia, in fase di ristrutturazione, è stato costruito un nuovoparterre che avvicina di qualche metro gli spettatori delle prime file.I posti riservati agli spettatori disabili sono 80, di cui 64 dislocati in due tribunette poste nelparterre del primo anello dei distinti centrali[127], 12 nella tribuna centrale e 4 nei palchi.
In ordine di tempo, l'Olimpico è il primo impianto conforme alla legge 210/2005 (cosiddetta «legge Pisanu sulla sicurezza degli stadi»), inizialmente emanata come decreto durante la stesura del progetto di ristrutturazione[128]: furono installate 96 telecamere divideosorveglianza a uso delle forze dell'ordine[129]; la recinzione vetrata, che separa il campo dalla zona spettatori, è mobile: essa è alta2,2 m ma, negli incontri privi di rischio per l'ordine pubblico, può essere abbassata a1,1 m[129].Il costo totale della ristrutturazione ammontò a circa 32,5 milioni di euro[119].
Nei suoi primi due anni di utilizzo, dal 2006 al 2008, essendo state inserite due distinte fasce di sicurezza per separare le tifoserie ospiti, la capienza effettiva risultò limitata a25500 posti.In preparazione della stagione 2008-09 si tennero lavori d'ampliamento capienza a seguito della qualificazione dellaJuventus inChampions League[130]: furono installati circa1350 nuovi posti su quattro file, a ridosso della prima fila di distinti e tribuna, creando un nuovo anello sullo spazio dove era posizionata la vecchia pista; per favorire la visibilità di queste nuove file di spettatori, nei settori Ovest ed Est le barriere furono abbassate a1,1 m, rispetto ai2,2 m della conformazione precedente[130]; furono infine recuperati 650 posti con il ridimensionamento del settore ospiti.Al termine di tali lavori la capienza fu portata a circa27500 posti[130].
Nell'estate 2009 fu abbassato il parapetto di separazione a1,1 m in tutti i settori e 444 nuovi posti furono aggiunti nella zonaparterre, portando la capienza complessiva dello stadio a27994 posti[131].Dopo il trasferimento della Juventus alloStadium, inoltre, furono tolte le barriere di separazione tra la curva Maratona e la Maratona Laterale, che negli incontri interni dei bianconeri fungeva da settore ospiti: ciò permise di recuperare una cinquantina di posti e di ritoccare la capienza a28140 posti[132].
Per circa tre anni i locali dell'Olimpico ospitarono ilMuseo dello sport (esposizione permanente già prevista nel progetto d'ampliamento del 1993[74]), raccolta di cimeli e memorabilia dei campioni di ogni disciplina inaugurata nel 2012[133][134], che tuttavia non raggiunse mai il flusso necessario di visitatori (circa20000/anno contro i6000 effettivi) per giustificarne i costi e che cessò le attività nell'agosto 2015[135].
Una fase deltest match di rugby traItalia eAustralia all'Olimpico nel 2013
Benché Torino sia stata, nel 1910, la "culla" del primo club e del primo incontro di rugby in Italia[138], la città non accolse alcun evento internazionale di palla ovale fino al 1952, quando a essere di scena non fu lanazionale a XV, ma quella, appena nata, dirugby a XIII, che riceveva laFrancia per restituire l'invito ricevuto un anno primo a Cahors quando la squadra fu tenuta a battesimo.Al Comunale la partita si risolse in un combattuto 22-18 per i francesi[139], anche se fu l'ultimo avvenimento rugbistico internazionale a Torino per 56 anni: per rivedere untest match bisognò attendere il novembre 2008 quando lanazionale a XV, per la prima volta nel capoluogo piemontese[138], incontrò l'Argentina, venendo da questa sconfitta 14-22[138].In altre due occasioni l'Olimpico ospitò gli Azzurri del rugby a XV: nel 2013 fu una sconfitta 22-50 contro l'Australia in occasione deltour di fine anno degli Wallabies, e nel 2015 una sconfitta 12-16 contro laScozia in unwarm-up di preparazione allaCoppa del Mondo[140].
Dalla fine deglianni settanta è invalso l'uso di adibire lo stadio anche a sede di concerti, spesso tappe di più ampietournée musicali; i primi artisti a esibirsi al Comunale furonoLucio Dalla eFrancesco De Gregori nel giugno 1979, nel corso del tourBanana Republic (da cui fu tratto l'omonimo album live), con una serata che registrò circa50000 paganti[144].Un anno più tardi fu il turno diBob Marley, per la prima volta in tour inItalia, a esibirsi al Comunale davanti a40000 spettatori[145].
Iconico, nella cultura giovanile e musicale dell'Italia di quegli anni, è rimasto lo show diMick Jagger nel corso dell'esibizione al Comunale deiRolling Stones dell'11 luglio 1982: l'artista inglese, salito sul palco poche ore prima dellafinale del mondiale di calcio traItalia eGermania Ovest, comparve con la maglietta azzurra recante sulla schiena il numero 20 utilizzata daPaolo Rossi in quell'edizione del campionato mondiale[146], accattivandosi le simpatie del pubblico dopo l'annuncio che avrebbe tifato per l'Italia[146].Ancora a distanza di quarant'anni quell'esibizione rimane nella cultura di massa italiana, non solo sportiva[147].
Anche dopo la ristrutturazione lo stadio ha continuato a essere sede di concerti, ma non solo di artisti pop e rock: il 22 giugno 2011 vi si tenne una rappresentazione delNabucco diGiuseppe Verdi[151] diretta dal maestroAlberto Veronesi[151] e con la partecipazione del coro del Puccini Festival e di artisti come la sopranogrecaDīmītra Theodosiou[151].
Uno dei più accesi derby della storia del Comunale: la Juventus, futura campione d'Italia, affronta il Torino scudettato nella gara di ritorno del campionato1976-77
Torino è sede del più antico derby calcistico d'Italia tra club tuttora attivi[N 14], quello tra le citateJuventus (fondata nel 1897) eTorino (nel 1906): il primo incontro stracittadino sotto laMole avvenne in casa granata alCampo Umberto I nel 1907[152].Per 56 stagioni dal 1933 al 1990 il vecchio Comunale fu teatro del derby: fino al 1963 solo quello ospitato dalla Juventus, e dopo entrambi stante il trasferimento al Comunale del Torino.
Il derby torinese ha storicamente rappresentato non solo una rivalità sportiva, ma anche una lunga dicotomia sociologica e di costume, che si rispecchiava nelle tifoserie che durante la sfida stracittadina si confrontavano al vecchio stadio Comunale:Mario Soldati, di provata fede bianconera[153], scriveva che la Juventus era «la squadra dei gentlemen, dei pionieri dell'industria, dei gesuiti, dei benpensanti, di chi aveva fatto il liceo: dei borghesi ricchi» a differenza del Torino, «la squadra degli operai, degli immigrati dai vicini paesi o dalle province di Cuneo e di Alessandria, di chi aveva fatto le scuole tecniche: dei piccoli-borghesi e dei poveri»[154], anche se tale composizione sociale andò trasformandosi con le grandi migrazioni industriali interne e l'afflusso di lavoratori nel Torinese, in gran parte presso laFIAT e il suo indotto: gran parte degli operai immigrati si identificò nel club bianconero laddove i tifosi granata si vantavano di essere i veri rappresentanti del territorio; la cosa andò anche di pari passo con l'estensione della tifoseria della Juventus oltre i confini del Piemonte a tutta Italia e anche all'estero[155].
Tifosi juventini in curva Filadelfia a fineanni settanta
Il settore storico dei tifosi granata più accesi è lacurva Maratona, così chiamata perché adiacente alla Torre di Maratona, untorrino idraulico piezometrico edificato ai tempi della costruzione dello stadio[8].Storicamente si tratta della frangia di tifo più vicina alla squadra, e anche quella più critica nei confronti della dirigenza societaria, laddove ritenuta responsabile di non adeguare gli obiettivi di mercato alle ambizioni del club e della tifoseria[156].
Tifosi torinisti in curva Maratona neglianni ottanta
Tra le coreografie storiche della tifoseria figurava talora un gigantescotoro furioso in cartapesta –allegorico del club e presente nello stemma societario dello stesso – esposto di fronte alla curva Maratona durante incontri di cartello, segnatamente il derby contro la Juventus[156], principale avversaria della tifoseria granata[157].Anche con il trasferimento alDelle Alpi la curva torinista continuò a mantenere il nome di Maratona[158].
Il nucleo storico della Juventus era altresì noto per occupare lacurva Filadelfia, così chiamata per la prossimità con l'omonima via, nel settore meridionale dell'area dove sorge lo stadio; anche tale settore era sede del tifo organizzato più acceso e delle coreografie più colorite (analogamente ai concittadini, anche la tifoseria della Filadelfia era usa esporre le allegorie in cartapesta del club, nella fattispecie unazebra[159]).Dopo la morte per incidente stradale diGaetano Scirea – quell'anno alla prima stagione da tecnico al club come allenatore in seconda diDino Zoff – avvenuta nel settembre 1989, la tifoseria della curva Filadelfia intitolò informalmente alla memoria dello scomparso giocatore la gradinata del Comunale da essi occupata; nella stagione successiva la curva meridionale dellostadio delle Alpi fu intitolata alla memoria di Scirea[160].Con il ritorno allo stadio Olimpico il nome di Gaetano Scirea alla curva fu mantenuto[161], e successivamente migrato nel 2011 con il trasferimento alloJuventus Stadium.
^abL'ISTAT mette a disposizione unostrumento di calcolo della rivalutazione per attualizzare indicativamente i prezzi dell'epoca ai valori attuali di potere d'acquisto.
^Benché ilMeazza diMilano sia più vecchio del Comunale, al 2024 ilMilan vi ha vinto 16 scudetti e l'Inter, ivi trasferitasi nel dopoguerra, 15.
^La Juventus vinse cinque scudetti allostadio delle Alpi tra il 1995 e il 2003 e altri nove alloJuventus Stadium tra il 2012 e il 2020, mentre il Torino non vince lo scudetto dal 1976.
^Con il pareggio al ritorno per 0-0, in effetti, la Juventus si aggiudicò la Coppa.
^Il Torino disputò i propri incontri interni alFiladelfia fino al 1962-63.
^Nel 1952 la meta valeva 3 punti e 5 con la trasformazione; il calcio piazzato e il drop 2 punti.
Fonti
^abcDelibera 2002 06007/009, sucomune.torino.it, Città di Torino, 18 novembre 2002.URL consultato il 1º maggio 2013(archiviato il 23 settembre 2015).
«L'area oggetto del presente provvedimento comprende lo stadio Comunale "Vittorio Pozzo", già "Benito Mussolini", edificio per lo sport di valore storico-artistico e documentario, tra i primi esempi di tipologie sportive riferite all'architettura razionalista in Italia; fu inaugurato nel 1933 su progetto di Raffaello Fagnoni, Enrico Bianchini e Dagoberto Ortensi. Comprende inoltre la "Torre di Maratona", con le biglietterie, la Piscina comunale e lo stadio di Atletica, coevi all'impianto principale, realizzati su progetto di altri professionisti»
^abcdefghi Mario Ceragioli,Il Civico Stadio Mussolini in Torino (PDF), inRassegna Mensile Municipale "Torino", vol. 7, Comune di Torino, luglio 1933, pp. 6-12.URL consultato il 22 luglio 2018(archiviato il 22 luglio 2018). Ospitato su Politecnico di Torino, facoltà di Architettura.
«Alla prima partita di campionato giuocata dalla Juventus sul terreno dello Stadio Mussolini ha corrisposto una vittoria dei campioni con un punteggio clamoroso»
^Toro di nuovo in A, inStampa Sera, 28 maggio 1990, p. 14.URL consultato il 4 novembre 2016.
^ Aurelio Benigno,Alla Juve mezzo scudetto, inLa Stampa, 19 giugno 1994, p. 44.URL consultato il 31 gennaio 2018.
^ Aurelio Benigno,Juve, regina di Primavera, inLa Stampa, 26 giugno 1994, p. 42.URL consultato il 31 gennaio 2018.
^Robi e Conte no a Parma, inLa Stampa, 18 agosto 1994, p. 28.URL consultato il 21 febbraio 2018.
«Duecento persone per salutare il ritorno della Juventus al Comunale, ormai una cattedrale inutile, ma che quest'anno diventerà la base di allenamento dei bianconeri»
«Ma nel frattempo i lavori per le Olimpiadi invernali impongono la chiusura dell'impianto e lo sfratto della Juventus che utilizza il prato dello stadio per gli allenamenti dal 1994, data d'inizio dell'era Lippi»
«Tredici anni dopo il Torino è tornato alla stadio Comunale. Ieri pomeriggio, infatti, prima di partire per Cantalupa, la squadra si è radunata all'interno del vecchio impianto che lasciò il 27 maggio del 1990»
«Nell'assoluta incertezza del futuro, arriva intanto un primo punto fermo: nella prossima stagione i granata torneranno ad allenarsi al centro Sisport di Orbassano, non potendo più disporre di un Comunale ridotto a cantiere»
^ pp. 350-354 Massimo Centini,La grande enciclopedia di Torino: personaggi, monumenti, eventi storici, lingua, arte, curiosità e folklore di una antica capitale rimasta intatta nello spirito fino ai giorni nostri,Roma,Newton & Compton, 2003,ISBN88-8289-906-3.
^ab Alessandro Rigaldo,Alla curva Maratona, inStampa Sera, 12 dicembre 1977, p. 35.URL consultato il 28 luglio 2024.