Lostadio Olimpico è unimpianto sportivo multifunzioneitaliano diRoma.Situato nella pianura tra le pendici meridionali diMonte Mario e il fiumeTevere, fa parte del complesso architettonico delForo Italico costruito a partire dal 1928 daEnrico Del Debbio, e, ancorché incompleto, fu inaugurato nel 1932 con il nome distadio dei Cipressi; tra il 1933 e il 1937Luigi Moretti ne rivisitò il progetto e lo rese una quinta scenica dei giochi del periodo fascista.Gli eventi bellici bloccarono previste espansioni dello stadio che, dopo laliberazione di Roma nel 1944, fu occupato dalle truppealleate.
Il suo recupero avvenne tra il 1949 e il 1953 grazie aCesare Valle, Carlo Roccatelli e, dopo la morte di quest'ultimo,Annibale Vitellozzi, autori di un'opera in discontinuità con il progetto architettonico originale ma maggiormente fruibile.Fu inaugurato con un evento multisportivo il 17 maggio 1953 (arrivo di una tappa delGiro d'Italia e un incontro internazionale di calcio traItalia eUngheria) con il nome distadio dei Centomila, e già l'anno successivo vi si tenne la finale diCoppa Europa di rugby traItalia eFrancia; dal 1953, salvo brevi interruzioni, ospita gli incontri interni dei due maggiori club professionistici della Capitale, laLazio e laRoma.Lo stadio assunse il nome attuale dopo l'assegnazione a Roma deiGiochi della XVII Olimpiade del 1960.All'epoca impianto completamente scoperto eccezion fatta per la tribuna sul lato verso Monte Mario, in occasione delcampionato mondiale di calcio 1990 fu di fatto ricostruito quasi integralmente e dotato di copertura in teflon che ne ha completamente stravolto il disegno originale.
In ambito calcistico, a livello internazionale fu sede delle finali dei campionati europei del1968 e1980, nonché di quella delmondiale 1990; più recentemente ha ospitato un girone e un quarto di finale delcampionato europeo 2020, disputatosi senza un Paese organizzatore.A livello di club fu due volte lo stadio ospite della finale di Coppa dei Campioni – nel1977 e nel1984 – e altrettante di quella di Champions League, nel1996 e nel2009.Nel 1973 fu utilizzato come sede interna dallaJuventus per disputarvi, in gara unica, laCoppa Intercontinentale contro gliargentini dell'Independiente e nel 1991, in quanto impianto della Roma, fu sede della finale di ritorno dellaCoppa UEFA che vide impegnato il club giallorosso contro l'Inter.Nel 1964 fu anche, in maniera estemporanea, la sede del primo e più recente spareggio tenutosi per decidere la vittoria nelcampionato italiano di calcio, traBologna eInter.Dal 2008 è la sede della finale diCoppa Italia.
Lo stadio Olimpico è anche sfondo di due gravi episodi di cronaca nera, il primo nel 1979 quando il lancio di un missile con un'arma artigianale provocò la morte di uno spettatore, Vincenzo Paparelli, e l'altro nel 1994, quando un fallito attentato eversivo dellamafia avrebbe potuto provocare la morte di una quantità imprecisata di civili e rappresentanti delle forze dell'ordine durante un incontro dellaRoma.
L'impianto, così come tutto il complesso delForo Italico, è dal 2004 di proprietà dell'agenziaSport e Salute (ex Coni Servizi); in precedenza fu di proprietà demaniale.La sua capacità omologata è di70634 spettatori[1], seconda a livello nazionale.La massima affluenza certificata allo stadio Olimpico è di78886 spettatori, registrata durante il campionato diserie A 1973-74.
Il complesso delForo Italico non faceva originariamente parte del piano regolatore generale del 1909 redatto dall'ingegnere e urbanistaEdmondo Sanjust[2].Fu dopo l'avvento delfascismo, che individuò nello sport un efficace veicolo di propaganda, che il piano di Sanjust fu sottoposto a variante generale nel 1926[3] per ricomprendervi un'area di85 ha[4] da adibire a complesso sportivo.L'alloraForo Mussolini[3] nacque in Piazza d'Armi nel nuovo quartiereDella Vittoria, nella piana ai piedi diMonte Mario sulla sponda destra delTevere che fronteggia il quartiereFlaminio[3] appena dopoPonte Milvio.
I lavori, commissionati dall'Opera nazionale Balilla (ONB), iniziarono nel 1928 sotto la direzione dell'architettoEnrico Del Debbio[3][5] e, tra gli impianti ultimati in vista del decennale del regime, il 28 ottobre 1932, figurava lostadio dei Cipressi, progettato per100000 spettatori e realizzato interamente tramite terrazzamenti sul lato di Monte Mario e riporti di terreno sugli altri lati[6]; l'impianto era più adatto ad adunate che a incontri sportivi, essendo la superficie del suo prato pari a ~20000m² (circa200 × 100 m)[6].
Lo stadio dei Cipressi nel 1941 durante una manifestazione celebrativa dell'Asse
Per realizzare l'impianto, che sorgeva su una zona paludosa soggetta al ristagno delle acque che grondavano dalle pendici di Monte Mario, fu sopraelevato di4 m il piano di calpestìo tramite il riporto di circa 2 milioni di metri cubi di terra di scavo[4].L'inaugurazione ufficiale avvenne il 4 novembre successivo, quattordicesimo anniversario della vittoria nellaGrande Guerra, con un saggio ginnico giovanile a opera delle sezioni sportive di Balilla, Avanguardisti e Giovani Italiani[4].
Lo stadio, nelle intenzioni del regime, avrebbe dovuto ospitare i giochi olimpici che Roma era intenzionata a chiedere per il 1940[6][7]; a partire dal 1933 fu sottoposto a varianti dall'architettoLuigi Moretti in collaborazione con Angelo Frisia e l'ingegnereAchille Pintonello[8], che ne rielaborarono una nuova conformazione con tribune in muratura anche sul lato del Tevere[8] e in cui furono previsti anche un campo di calcio e campi accessori per la pallacanestro e atletica pesante[9]; il 9 maggio 1937, primo anniversario dell'Impero, avvenne l'inaugurazione dell'impianto ristrutturato che poteva contenere60000 spettatori, anche se erano già in programma sopraelevazioni delle tribune che l'avrebbero portato a100000[9].Nel frattempo, con l'incorporazione dell'ONB nellaGioventù Italiana del Littorio (GIL), nel 1937 lo stadio dei Cipressi era passato sotto la proprietà di quest'ultimo ente[10].
Truppe alleate nel 1944 assistono a un evento sportivo tra militari
Nonostante gli usi multisportivi cui fu destinato, lo Stadio dei Cipressi funse essenzialmente come teatro delle manifestazioni del regime: nel 1938 vi si svolse un'esibizione militare in occasione della visita aRoma diAdolf Hitler[11] e più tardi, in quello che ilLittoriale chiamò «Stadio Olimpiaco»[12], ivi si tennero i saggi conclusivi del decimo Campo DUX, manifestazioni ginnico-militari organizzate dalla GIL. In pienaguerra, nel settembre 1941, ospitò, in contemporanea conBerlino eTokyo, celebrazioni paramilitari del primo anniversario della stipula delpatto tripartito, anche noto comeAsse, ovvero l'alleanza politica e militare traGermania,Giappone eItalia[13].
I piani di sviluppo dello stadio dei Cipressi furono bloccati con l'arrivo della guerra a Roma nel 1943 e la successiva liberazione dal regime fascista con l'ingresso delletruppe angloamericane nella Capitale nel 1944; lo stadio, in tale periodo, fu utilizzato dai militari come base logistica e sede di competizioni sportive interalleate[14].
Dopo la guerra lo stadio fu affidato al CONI[15] che, per voce del suo allora presidenteGiulio Onesti, ne annunciò il completamento in varie fasi, la prima delle quali nel 1950[15].
Il progetto fu commissionato all'ingegnere Carlo Roccatelli e all'architettoCesare Valle, entrambi all'epoca membri del consiglio superiore dei lavori pubblici[16].A complicare il lavoro del CONI, tuttavia, era il persistere di una controversia burocratica sorta sull'eredità del Foro Italico[17]: infatti ilprimo governo Badoglio, nel liquidare la GIL con tutte le sue pertinenze, ne aveva assegnato i beni a un neoistituito Commissariato della Gioventù Italiana e disposto che in un secondo momento tali beni, a seconda della natura, dovessero essere ridistribuiti ai ministeri della Difesa e della Pubblica Istruzione[17]; tuttavia, cessata la guerra, tale commissariato, nato come provvisorio, continuò a esistere e quindi rimase proprietario delForo Italico (tale questione fu destinata a essere risolta solo nel 1976 con la soppressione dell'ente[18] e il passaggio aldemanio dei suoi beni immobili, incluso lo stadio[19]).
Lungi dal leggere la vicenda in chiave di lassismo burocratico,l'Unità denunciò il tentativo del Commissariato, a seguito dell'istituzione di un centro nazionale sportivo del Foro Italico, di voler creare un'organizzazione parallela al CONI[20] e orientata a favorire le associazioni sportive vicine all'Azione Cattolica[21].Qualche anno più tardi lo stesso quotidiano comunista denunciò pubblicamente Giovanni Valente, commissario della Gioventù Italiana politicamente vicino all'esponentedemocristianoAmintore Fanfani, per avere ipotecato il complesso del Foro Italico per tre miliardi di lire[N 1] al fine di finanziare il progetto dell'Ente nazionale assistenza lavoratori (del quale lo stesso Valente era commissario straordinario) di creare l'Enalotto allo scopo di fare concorrenza alTotocalcio, altresì gestito dal CONI[22].
L'incontro inaugurale dell'Olimpico
Roma, Stadio dei Centomila, 17 maggio 1953, ore 16:30
Dopo la morte di Roccatelli nel 1951 i lavori furono affidati adAnnibale Vitellozzi[8] che nel 1953 ultimò la struttura per un costo complessivo di circa 3,4 miliardi di lire[N 1][23].Il nuovo stadio, completamente incemento armato ricoperto intravertino[8], si presentava con due curve a emiciclo di circa95 m di raggio separate da due tribune quasi rettilinee, lungo319 m sull'asse maggiore e189 su quello minore; il complesso misurava, dal piano di gioco fino alla sommità, meno di18 m, ripartiti in13 m sopra il piano stradale e4,5 m interrati[8].Tale soluzione faceva sì che lo stadio non sovrastasse il paesaggio circostante e si inserisse in maniera coerente e armonica nel resto del complesso[8].L'impianto occupava un'area di circa33500 m²[23].Furono costruite 10 entrate, tre per ogni curva e due per ogni tribuna; le gradinate erano scoperte fatta eccezione per una tettoia che copriva parte della tribuna sul lato di Monte Mario[23], alla sommità della quale fu realizzata una struttura metallica lunga 80 metri in cui furono ricavati 40 cubicoli in vetro e alluminio per i telecronisti.Fu realizzata anche una tribuna stampa da 572 posti di cui 294 coperti, una sala stampa con 54 cabine telefoniche più sala telescrivente, telegrafo e apparecchiature pertelefoto[23].A bordo pista d'atletica, lunga507 m, fu realizzato un fossato largo2 m e profondo1,90 m[23][8].
Lo Stadio Olimpico in una cartolina a colori del 1959
L'inaugurazione ufficiale del nuovo stadio così ricostruito, ribattezzatodei Centomila in ragione della capacità massima prevista, avvenne il 17 maggio 1953 alla presenza del capo dello StatoLuigi Einaudi[24]; gli eventi sportivi in programma furono l'incontro di ritorno dellaCoppa Internazionale 1948-53 traItalia eUngheria e l'arrivo della sesta tappa delGiro d'ItaliaNapoli-Roma.L'Ungheria vinse 3-0 con un goal diNándor Hidegkuti, primo marcatore ufficiale nel nuovo impianto, e due diFerenc Puskás[25]; dopo la fine dell'incontro il pubblico assisté all'arrivo della tappa del Giro d'Italia in cuiGiuseppe Minardi batté in volata i sei ciclisti in fuga con lui fino al traguardo[26].La domenica successiva vi si tenne anche il primo incontro di club, la gara della 33ª giornata dellaserie A 1952-53 traLazio eJuventus vinta dai bianconeri 1-0 con un goal diPasquale Vivolo[27], singolarmente presente anche nella partita di una settimana prima contro l'Ungheria come sostituto diBoniperti a inizio secondo tempo.Nella giornata successiva di campionato, ultima per quella stagione, fu il turno dellaRoma a esordire nel nuovo stadio, con uno 0-0 contro laSPAL[28].Da allora l'Olimpico è l'impianto interno dei due club dellaCapitale.
Nel 1954 l'Italia fu Paese organizzatore delquinto campionato europeo di rugby la cui finale si tenne proprio allo stadio dei Centomila: davanti a circa25000 spettatori laFrancia batté 39-12 gli Azzurri[29][30].
Nel 1955 ilCIO assegnò aRoma igiochi olimpici del 1960[31]; ciò comportò l'accelerazione della messa in cantiere di varie strutture ma per quanto riguardava lo stadio dei Centomila, cui ormai ci si riferiva sempre di più come «Olimpico», i lavori riguardarono solamente la modifica della tribuna stampa, la cui disponibilità fu alzata da 572 a1126 posti[23], la messa in opera di un impianto per le gare in notturna da250 lx consistente in proiettori montati su quattro tralicci ai vertici del campo[23] e l'installazione alla sommità delle due curve di altrettante maxilavagne elettroniche analogiche, inaugurate il 18 ottobre 1959 in occasione di un derby calcistico vinto 3-0 dallaRoma[32].
Il 25 agosto 1960 lo stadio fu teatro della cerimonia d'apertura deiGiochi della XVII Olimpiade[33] e, nei giorni successivi, fu testimone di diversi record d'atletica.Sulla pista dell'Olimpico lastatunitenseWilma Rudolph mise a segno addirittura tre primati, oltre ad altrettante vittorie: nella finale dei100 metri si aggiudicò la prima delle sue medaglie d'oro con il tempo di 11" netti, che migliorava di 3 decimi il primato mondiale da lei stessa realizzato in semifinale ma che non fu omologato per vento favorevole[34]; tre giorni più tardi incamerò il secondo oro olimpico vincendo la finale dei200 m[35] dopo aver realizzato, nelle batterie eliminatorie, il record olimpico della specialità con il tempo di 23"2[35].Infine, il suo terzo oro coincise con il record mondiale dellastaffetta 4×100 con il tempo di 44"4, condiviso con le sue compagne di squadraMartha Hudson,Lucinda Williams eBarbara Jones[36].
Livio Berruti, inoltre, vinse la prima medaglia d'oro per la velocitàitaliana battendo anche il record mondiale dei200 metri sia in semifinale che in finale con il tempo di 20"5[37]; la sua connazionaleGiusy Leone, terza nella gara dei 100 metri vinta da Wilma Rudolph, fu altresì la prima donna italiana a vincere una medaglia nello sprint[34].
Dopo i Giochi, la destinazione principale dello stadio fu calcistica, stante anche la circostanza che ormai da sette anni era la sede degli incontri interni di Lazio e Roma; nel1964 fu scelto dallaLega Nazionale Professionisti come sede del primo (e al 2024 unico) spareggio nella storia dei campionati di serie A a girone unico per l'assegnazione dello scudetto:Bologna eInter erano, infatti, arrivati a pari punti in testa alla classifica al termine di un campionato pieno di vicissitudini, e all'epoca non esistevano discriminanti per favorire un club rispetto a un altro in caso di parità a parte l'incontro di spareggio, che si tenne come appendice di torneo il 7 giugno 1964.La squadra felsinea si impose 2-0 sui milanesi con un'autorete diGiacinto Facchetti provocata da un tiro diRomano Fogli e un goal diHarald Nielsen[40], vincendo così il suo settimo scudetto[40].
Riva batte lo jugoslavoPantelić nella ripetizione della finale europea 1968
Nel 1960 l'UEFA aveva istituito ilcampionato europeo per nazioni, il Paese organizzatore della cui fase finale veniva all'epoca scelto tra uno degli ultimi quattro rimasti in gara; nelle prime due edizioni del torneo l'Italia non era mai andata oltre le fasi eliminatorie, ma nel1968 giunse fino allaFinal Four insieme aInghilterra campione del mondo in carica,Jugoslavia finalista della passata edizione eUnione Sovietica campione europea uscente; fu proprio all'Italia che l'UEFA affidò l'organizzazione di semifinali e finale di torneo[41].MentreFirenze eNapoli ospitarono le semifinali, l'Olimpico fu destinato quale sede della gara che avrebbe designato il terzo campione d'Europa.Alla gara decisiva per il titolo giunsero proprio gli Azzurri contrapposti alla Jugoslavia: l'incontro, tenutosi l'8 giugno 1968, terminò 1-1 con goal jugoslavo diDragan Džajić pareggiato a dieci minuti dal termine daAngelo Domenghini[42] e neppure i supplementari designarono un vincitore, rendendo necessaria la ripetizione 48 ore più tardi[42] che fu appannaggio dell'Italia, vincitrice 2-0 con goal diGigi Riva ePietro Anastasi[43].
Nel 1973 laJuventus, finalista sconfitta della più recente edizione diCoppa dei Campioni, sostituì l'Ajax nella disputa dellaCoppa Intercontinentale contro gliargentini dell'Independiente causa rinuncia del club olandese a partecipare a tale competizione[44]; fu deciso che, in deroga alla consuetudine della competizione che prevedeva la finale in doppia gara, la Coppa venisse assegnata al termine di una partita singola per la cui sede fu proposto lo stadio Olimpico dallaFederazione Italiana Giuoco Calcio[45].
La partita, cui assistettero solo22000 spettatori, si tenne il 28 novembre successivo e vide la vittoria del club diBuenos Aires grazie a un goal nel finale diRicardo Bochini[46].
L'anno successivo l'Olimpico fu sede dell'undicesima edizione deglieuropei d'atletica leggera, che videro le prime affermazioni di due giovani italiani destinati a diventare nomi di rilievo dello sport mondiale,Pietro Mennea – vincitore dei 200 metri con 20"60[47], e secondo nei 100 dietroValerij Borzov[48] e nella4×100 insieme aGuerini,Oliosi eBenedetti[49] – eSara Simeoni, bronzo nelsalto in alto con1,89 m[49].Altro appuntamento agonistico di rilievo fu altresì l'Universiade 1975, della quale Roma fu investita con procedura d'emergenza[50], avendo dovuto sopperire alla defezione dellajugoslavaBelgrado[51], impossibilitata a organizzare la competizione per sopravvenuti motivi economici.Sulla pista dell'Olimpico fu di nuovo Mennea protagonista nella velocità maschile, vittorioso sia nei 100[52] che nei 200[53], mentre sulla distanza si distinseFranco Fava, oro nei5000[53] e nei10000 metri[54].
1977, il portiere delLiverpoolRay Clemence mostra la Coppa dei Campioni al pubblico dell'Olimpico
La UEFA affidò a Roma lafinale di Coppa dei Campioni 1976-77; a distanza di 4 anni dall'Intercontinentale fu la prima grande finale di club ospitata dall'Olimpico, che vide di fronte gliinglesi delLiverpool e itedesco-occidentali del Borussia Mönchengladbach, entrambi alla ricerca del loro primo titolo di campione d'Europa[55].La sera del 25 maggio 1977 la squadra d'Oltremanica guidata daKevin Keegan vinse 3-1 con goal diTerry McDermott,Tommy Smith ePhil Neal contro il momentaneo pareggio tedesco diAllan Simonsen, divenendo così la seconda inglese e la terza britannica a laurearsi campione continentale[56].
Azione difensiva del tedescoBriegel durante la finale dell'europeo 1980 contro ilBelgio
Dopo l'edizione 1976, L'UEFA rivoluzionò il campionato europeo e lo trasformò in un appuntamento fisso quadriennale con sette squadre qualificate ad affrontarsi in una fase finale presso un ottavo Paese ospite ammesso di diritto; la prima assegnataria di tale nuova formula fu l'Italia, incaricata a ottobre 1977 di organizzare ilcampionato del 1980[57][58].Lo stadio Olimpico ospitò due partite della fase a gironi, quella d'esordio tra laCecoslovacchia campione uscente e laGermania Ovest che vide i tedeschi vittoriosi per 1-0 con un goal diRummenigge[59] (preceduta da una cerimonia d'apertura durante cui si tenne un'esibizione dicalcio fiorentino tra due squadre, una delle quali capitanata dall'arbitro internazionaleGino Menicucci[60]) e quella della giornata successiva di gara, che vide di nuovo di scena la Cecoslovacchia vittoriosa 3-1 sullaGrecia (Panenka,Vizek eNehoda contro il grecoAnastopoulos[61]).Il 22 giugno 1980 l'Olimpico divenne il primo stadio a ospitare due finali del campionato europeo: ad affrontarsi nellagara per il titolo furono la Germania Ovest e ilBelgio, vincitore del girone dove giocava l'Italia.A laurearsi campione d'Europa fu la formazione tedesca che si impose con due goal diHorst Hrubesch, il primo dopo dieci minuti di gioco e il secondo quasi al fischio finale, quando già il rigore diRené Vandereycken a un quarto d'ora dalla fine sembrava avere indirizzato la partita verso il pareggio e i tempi supplementari[62].
In mezzo a tali due appuntamenti figura la seconda finale di Coppa dei Campioni assegnata dall'UEFA allaCapitale, quella del1983-84, particolarmente sentita dal pubblico cittadino perché in tale edizione della competizione figurava laRoma,campione d'Italia nella stagione precedente, che in tale stadio era squadra di casa.Il club giallorosso, in effetti, riuscì a raggiungere la gara di finale, affiancato dal Liverpool, che in tale impianto aveva già vinto sette anni prima: la partita, in programma il 30 maggio 1984, richiese il ricorso ai calci di rigore per la prima volta nella storia della competizione[67] dopo che i tempi regolamentari erano terminati 1-1 grazie ai goal diPhil Neal (già realizzatore nello stesso stadio nel 1977) eRoberto Pruzzo[67] e i supplementari non avevano sortito effetto.Davanti a più di69000 spettatori, fu di nuovo ilLiverpool ad assicurarsi la Coppa, la sua quarta, vincendo 4-2 lo spareggio aitiri di rigore[67].
Una settimana prima della finale tra Liverpool e Roma il comitato esecutivo dellaFIFA in riunione aZurigo aveva assegnato all'Italia l'organizzazione delmondiale di calcio 1990 e Roma fu, fin dalla presentazione della candidatura ufficiale, la città prescelta per ospitare la finale del torneo[68][69].
La ristrutturazione per il mondiale di calcio 1990
Nel quinquennio che seguì l'affidamento del mondiale di calcio all'Italia il dibattito, soprattutto politico, sul se e come ristrutturare lo Stadio Olimpico, ampliare lostadio Flaminio[8] oppure costruire un nuovo impianto per la finale (in una zona originariamente individuata nel quadrante sudoccidentale di Roma traEUR eMagliana) assunse toni molto accesi e portò anche a ricorsi presso sovrintendenza eTribunale Amministrativo Regionale (TAR) che procurarono blocchi e rallentamenti dei lavori.Il progetto-Flaminio non fu neppure preso in considerazione per assenza di spazio per l'ampliamento[8], mentre la soluzione-EUR fu scartata quasi subito per sostanziale impossibilità di realizzarla in tempi ragionevoli.In aggiunta a ciò, voci autorevoli si levarono contro la costruzione di una mega-opera completamente slegata da qualsiasi concetto di compatibilità urbanistica: è il caso diPiero Ostilio Rossi, docente di architettura alla"Sapienza", che sottolineò come, al pari delle opere olimpiche del 1960, anche uno stadio in zona Eur avrebbe ulteriormente contribuito al blocco dello sviluppo urbanistico della Capitale verso est, dove erano previste opere da piano regolatore più coerenti con la crescita della città[70]; Rossi denunciò anche la cultura dello «stato di necessità» in base alla quale le opere venivano imposte quando non c'era più tempo per impostare una discussione critica sulla loro compatibilità, utilità o fattibilità in altra veste o zona[70].
I lavori di ristrutturazione dello stadio a fine 1989; si noti il completamento di metà della struttura portante della copertura
Rimase in piedi quindi il progetto di ristrutturazione dell'Olimpico, affidato dal CONI agli architetti Vitellozzi (già autore della ricostruzione del 1953) e Clerici e agli ingegneri Teresi eMichetti[8], che prevedeva la realizzazione di un impianto capace di85825 posti coperti a sedere ricavati da sopraelevazione di 6 metri delle tribune Tevere e Monte Mario e rifacimento delle curve; i tralicci luminosi sarebbero stati soppressi e l'illuminazione sarebbe stata integrata nel bordo della copertura.Il costo previsto del lavoro si aggirava intorno ai 35-40 miliardi di lire[N 1][71].Il CONI, gerente della struttura e committente dei lavori, incaricò il consorzioCO.GE.FAR. quale contraente generale, ma a novembre 1987 un ricorso congiunto al TAR delLazio da parte diItalia Nostra,Legambiente eWWF Italia cambiò il corso dei lavori: le tre associazioni, infatti, denunciarono il danno ambientale e paesaggistico derivante dalla messa in opera dei piloni alti40 m per sostenere la tensostruttura di copertura dello stadio[72]; a gennaio 1988 il TAR accolse il ricorso e fermò il progetto[73].
Vista aerea dello stadio Olimpico con la copertura. In primo piano ilPalazzo della Farnesina, sede del ministero per gli affari esteri
Cautelativamente, per timore di altri ricorsi, il CONI bloccò qualsiasi lavoro, anche quelli non oggetto dell'ordinanza del TAR[74].A frenare ulteriormente la ristrutturazione giunsero altre ordinanze di sequestro e fermo dei cantieri nella curva Sud, sospettati di non essere a norma sotto il profilo dellasicurezza del lavoro[75].IlMinistero per i beni culturali dispose la redazione di un altro progetto che tenesse conto delle tutele invocate dalle associazioni ambientaliste; fu deciso quindi di limitare l'altezza dei piloni e di integrarvi delle scale per la salita verso le gradinate più alte, e di fronte a tali modifiche le associazioni ambientaliste ritirarono il ricorso al TAR[76][8].
I lavori stavano procedendo per gradi onde non compromettere del tutto l'agibilità della struttura, utilizzata, se pure non a piena capacità, daLazio eRoma; tuttavia, alla fine della stagione1988-89, fu necessario avere l'impianto libero con relativa migrazione dei due club per un anno allostadio Flaminio: l'ultimo incontro di entrambe le squadre nel vecchio impianto fu il derby di ritorno alla trentesima giornata di campionato[77]:41633 spettatori assistettero al pareggio per 0-0 tra le due squadre in un incontro, giudicato non memorabile sotto il profilo tecnico, in cui l'unico motivo di soddisfazione fu l'incasso, di circa 1,15 miliardi di lire[N 1][78].
L'impianto, omologato per85000 posti, fu consegnato alla FIFA due settimane in ritardo sulla prevista data del 15 maggio 1990[79], ad appena dieci giorni dall'inizio del campionato mondiale.A posteriori, ricostruendo tutte le voci di costo e di revisione prezzi che caratterizzarono le vicende dei lavori sull'impianto, la spesa totale per l'Olimpico fu quantificata in quasi 450 miliardi di lire[N 1][80], cifra su cui pesa – secondo i periti della corte d'Appello di Roma incaricati dai giudici di valutare presunte irregolarità nelle gare d'appalto per le ristrutturazioni – anche l'assegnazione dei lavori all'appaltatore che presentò il prezzo più alto con parametri qualitativi inferiori ai concorrenti[81].
Nel corso delmondiale di calcio l'Olimpico ospitò sei incontri, nel dettaglio i tre incontri del gruppo A di cui faceva parte l'Italia, l'ottavo di finale riservato alla vincitrice del suddetto gruppo, il conseguente quarto di finale cui accedette la vincitrice del citato ottavo, e la finale (le semifinali si tennero a Torino e Napoli).Gli incontri nella fase a gironi furono tre vittorie italiane, in sequenza controAustria (1-0[82]),Stati Uniti (1-0[83]) eCecoslovacchia (2-0[84]).A seguire, nell'ottavo ospitato dall'Olimpico l'Italia batté 2-0 l'Uruguay[85] e nel successivo quarto ancora gli Azzurri vinsero 1-0 sull'Irlanda[86].La finale, tenutasi l'8 luglio 1990 davanti a73603 spettatori traGermania Ovest eArgentina, fu vinta dai tedeschi con un rigore diAndy Brehme a 6' dalla fine[87].Nella circostanza, l'Olimpico fu il primo stadio a registrare un'espulsione in una finale mondiale (precisamente due, nell'ordine gli argentiniPedro Monzón eGustavo Dezotti[88]) nonché appena il terzo a vedere assegnato un rigore e il secondo a vederlo trasformato, e sempre con la Germania Ovest quale una delle finaliste[88].
Al suo primo anno nel rinnovato Olimpico, laRoma raggiunse la finale diCoppa UEFA, che fu un derby italiano contro l'Inter: all'epoca tale competizione era l'unica in Europa la cui finale prevedesse lo svolgimento in doppia gara, e fu l'Olimpico a ospitare quella di ritorno, che vide la Roma vincere 1-0 davanti a70900 spettatori[89], anche se il risultato non fu sufficiente a ribaltare il punteggio di 2-0 con cui gli avversari avevano vinto a Milano due settimane prima[89]; singolarmente, nella partita dell'Olimpico figuravano cinque tedeschi che un anno prima, su quel terreno, avevano vinto il summenzionato campionato mondiale: il citato Brehme,Lothar Matthäus eJürgen Klinsmann nelle file dell'Inter,Thomas Berthold eRudi Völler in quelle della Roma.A settembre 1995 l'Olimpico ospitò anche le cerimonie d'apertura e chiusura e le gare d'atletica della prima edizione deiGiochi mondiali militari, coincidenti con il cinquantesimo anniversario della fine dellaseconda guerra mondiale[90].
L'Olimpico, che in precedenza aveva visto solo due volte esibirsi la nazionale italiana di rugby (quella citata nel 1954 e, più recentemente, nel 1986 quando impose un pareggio 15-15 all'Inghilterra XV alla presenza di40000 spettatori[91]), fu scelto per ospitare iltest match degli Azzurri contro ilSudafrica fresco vincitore dellaCoppa del Mondo 1995 in occasione della tappa italiana del suotour europeo di novembre: lo stadio fu preferito alFlaminio, nei precedenti 35 anni utilizzato dalla nazionale quando impegnata a Roma, perché parte dell'incasso era associata a un'iniziativa benefica di finanziamento ad alcune associazioni per l'infanzia tra cuiTelefono Azzurro[92].I sudafricani, al loro primo impegno dopo la vittoria mondiale, si imposero 40-21 ma fino a un quarto d'ora dalla fine era l'Italia in vantaggio con il punteggio di 21-17[93]; la partita fu giocata davanti a circa40000 spettatori e i prezzi furono variabili tra le5000 e le30000 L. (~2,5 –15 €)[92].
I giocatori dellaJuventus festeggiano la Champions League vinta all'Olimpico nel 1996
Dopo Bari nel 1991,Roma fu scelta dall'UEFA come sede dellafinale di Champions League 1995-96, nome con cui dal 1993 era divenuta nota la vecchia Coppa dei Campioni[94].Per la seconda volta fu di scena all'Olimpico un'italiana, laJuventus, contrapposta all'Ajax, club diAmsterdam; la partita fu vinta dai torinesi, che si laurearono per la seconda volta campioni d'Europa.I supplementari terminarono in parità 1-1, così come dodici anni prima tra Roma e Liverpool: i marcatori nei tempi regolamentari furonoFabrizio Ravanelli per la Juventus eJari Litmanen per l'Ajax[95]; itiri di rigore diedero la vittoria 4-2 ai bianconeri[95].
Con il nuovo millennio fu risolta anche la questione della proprietà dell'impianto: benché dal dopoguerra di fatto gerente della struttura insieme a tutto il complesso delForo Italico nel quale ha la propria sede, il CONI non ne fu mai proprietario, in quanto, come detto, dopo la dismissione del Commissariato per la Gioventù Italiana nel 1976 parte dei suoi beni, tra cui il Foro Italico stesso, divennerodemaniali: nel 2002 ilMinistero dell'Economia istituì l'agenzia pubblica Coni Servizi spa per la gestione delle strutture sportive di proprietà degli enti dello Stato[96].Con proprio decreto del 3 febbraio 2004, infine, il Ministero trasferì a Coni Servizi la proprietà del Foro Italico, ivi quindi compreso anche lo stadio Olimpico[97][98].Con un decreto del 2019 Coni Servizi è stato successivamente rinominato inSport e Salute, attuale proprietario della struttura[99].
Finale 2009 di Champions League:Henry del Barcellona (di spalle) tenta di eludere la guardia dell'ingleseRio Ferdinand mentre il portiereEdwin van der Sar osserva
A ottobre 2006 l'UEFA affidò per la quarta volta aRoma la finale di Champions League[100]; l'assegnazione giunse con tre anni di preavviso, in quanto fu relativa all'organizzazione della finale dell'edizione2008-09.La circostanza accelerò i lavori di manutenzione e ristrutturazione che il CONI aveva già intenzione di operare sull'impianto.La conformazione generale dello stadio non fu modificata, ma fu necessario procedere a lavori di ristrutturazione della sala autorità della tribuna Monte Mario[101], rifacimento delle sedute (allargamento a48 cm dei seggiolini di curve e distinti, a50 cm di quelli della tribuna Tevere e a54 cm della tribuna d'onore e autorità nella Monte Mario, con riduzione di circa5000 posti complessivi); realizzazione di 101 nuove sedute e installazione di 225 monitor in tribuna stampa; approntamento di aree VIP da 10-12 posti ciascuno in tribuna Monte Mario; rifacimento delle aree hospitality; realizzazione di un'area stampa da600 m² e varie pertinenze a servizio di essa; raddoppio dell'ampiezza degli spogliatoi e costruzione di un terzo destinato esclusivamente al club ospite, mentre i primi due sono assegnati uno ciascuno a Lazio e Roma[102].A livello estetico inoltre furono sostituiti i tabelloni elettronici sotto la tettoia delle curve con due modelli digitali ad alta definizione, furono arretrate le panchine e rimosse parzialmente le barriere inplexiglas tra spalti e terreno di gioco.
Con il ritorno alla finale unica quale mezzo d'assegnazione dellaCoppa Italia, lo stadio Olimpico fu designato per ospitarne la prima nel 2008[103]; da allora, tranne un'eccezione nel 2020 a causa dellapandemia di COVID-19, l'ultimo atto della competizione si tiene sempre in tale impianto.
Nel 2018, per celebrare il 60º anniversario delcampionato europeo di calcio, l'UEFA ne istituì la sedicesima edizione – la cui fase finale era in programma per il 2020 – senza una federazione organizzatrice, bensì distribuendone gli incontri tra 11 Paesi[106]; aRoma furono assegnate le partite di un girone, tra cui quella inaugurale del torneo, e la disputa di un quarto di finale.Il torneo fu rinviato di un anno a causa dellapandemia di COVID-19 che stravolse tutti i calendari sportivi[107]; l'11 giugno 2021 l'Olimpico ospitò la cerimonia d'apertura del campionato europeo e, a seguire, la prima delle tre partite che l'Italia disputò nel proprio girone, una vittoria 3-0 sullaTurchia davanti a un pubblico ridotto, per motivi di sicurezza sanitaria, a circa16000 spettatori[108]; gli altri due incontri videro gli Azzurri battere di nuovo 3-0 laSvizzera[109] e 1-0 ilGalles[110].L'ultimo incontro ospitato dall'Olimpico nel torneo fu uno dei quarti di finale, quello che vide contrapposteInghilterra eUcraina: i bianchi britannici vinsero 4-0 conHenderson,Maguire e doppietta diKane[111].
Il 22 marzo 2023, in occasione del quarto di finale dellaWomen's Champions League traRoma eBarcellona, l'Olimpico ha registrato il nuovo record italiano d'affluenza a un incontro di calcio femminile,39454 spettatori[112].
Lo stadio attuale è frutto di una ricostruzione quasi totale a seguito della demolizione del 1989 che non lasciò praticamente nulla in piedi dell'impianto costruito nel 1953: l'unica struttura sopravvissuta alla demolizione è una parte della facciata esterna della tribuna Tevere[8].Le due curve furono avvicinate di9 m al campo di gioco, la tribuna Monte Mario fu ampliata e inglobò il centro stampa costruito in occasione dei mondiali d'atletica del 1987 e che nel progetto originario doveva essere conservata[8].
Il sostegno della copertura si compone di un anello esterno costituito da una trave reticolare a profilo triangolare che corre lungo tutto il perimetro superiore dello stadio a un'altezza di29 m dal piano stradale e poggia su 16 piloni, dei quali 12 d'acciaio e 4, quelli che contengono le scale montanti, in cemento armato[8]; un anello interno composto da 12 funi d'acciaio del diametro di87 mm; una tensostruttura radiale composta da 78 coppie di funi d'acciaio, delle quali le superiori fungono da portante e le inferiori da stabilizzanti[8] per uno sbalzo complessivo di45 m[122].A tali funi sono sospese delle opere metalliche che fungono da supporto della copertura vera e propria, realizzata in teflon (politetrafluoroetilene) efibra di vetro[8][122].L'expertise per la copertura, che da sola costò circa 160 miliardi di lire[N 1][123], fu fornito dallo studio d'ingegneria Majowecki diBologna[122].
Fatti salvi i perimetri esterni del fabbricato, rimasti invariati, all'interno l'Olimpico, interamente a gradinata unica, è suddiviso in tre classi di settori, ovvero le Tribune (Tevere e Monte Mario), le Curve (Nord e Sud) e i Distinti (situati tra curve e tribune, rispettivamente Nord lato Tevere, Nord lato Monte Mario, Sud lato Tevere e Sud lato Monte Mario)[124].Agli spalti si accede attraverso 33 entrate (due per ogni settore distinti, quattro per ogni curva, sette per la Tribuna Tevere e dieci per la Tribuna Monte Mario); inoltre, i citati quattro pilastri di cemento armato permettono di accedere al livello più alto degli spalti, più precisamente ai Distinti Nord e Sud lato Tevere quelli sul lato orientale dello stadio, e Monte Mario quelli sul lato opposto[124].
A seguito dei lavori di ristrutturazione del 2008, la capacità omologata dell'Olimpico si è ridotta a70634 posti, la seconda maggiore d'Italia dopo quella del"Meazza" diMilano[1].
Nel 1980 l'allora presidente dellaFIDALPrimo Nebiolo annunciò l'istituzione di una riunione periodica d'atletica da tenersi allo stadio Olimpico, ilGolden Gala[125]; la presentazione dell'iniziativa giungeva in un periodo in cui molti comitati olimpici discutevano se assecondare o meno il boicottaggio olimpico statunitense ai giochi sovietici di Mosca di quell'anno a seguito dellaguerra in Afghanistan[125], e quindi Nebiolo ebbe cura di precisare che il Golden Gala non nasceva come «Olimpiade alternativa»[125] benché vedesse in pista i migliori atleti di entrambi i blocchi geopolitici di cui si componeva all'epoca il mondo.La prima edizione si tenne il 5 agosto 1980, subito dopo la fine delleolimpiadi di Mosca, e vide di scena anche atleti italiani impossibilitati a partecipare ai Giochi sovietici per via del loro status di militare, come per esempio ilfinanziereMariano Scartezzini, che sulla pista dell'Olimpico vinse i3000 metri siepi con record nazionale[126]; alla manifestazione assisterono74000 spettatori, di cui54000 paganti: la differenza tra le due cifre si spiega con il fatto che a metà serata fu deciso di aprire gli ingressi delle curve e lasciare entrare gli spettatori che chiedevano di assistere all'evento[127].
Dopo la Coppa del Mondo 1981 all'Olimpico il Golden Gala tornò nel 1982[128], e da allora è un appuntamento fisso nello stadio romano, mancato solamente nel periodo in cui vi fu la ristrutturazione per i mondiali di calcio del 1990; dal 2013 è intitolato aPietro Mennea, scomparso il 21 marzo di quell'anno[129].Oltre a essere un appuntamento fisso dell'atletica leggera in Italia, il Golden Gala è dal 2010 la tappa romana dellaDiamond League,tour mondiale di atletica organizzato daWorld Athletics.
Terreno quasi congelato per l'esordio azzurro contro l'Inghilterra nel Sei Nazioni all'Olimpico, 11 febbraio 2012
Per le prime 12 edizioni dall'ingresso nel Sei Nazioni, lanazionale italiana di rugby aveva sempre disputato gli incontri interni di tale torneo presso lostadio Flaminio, impianto di proprietà diRoma Capitale che si trova poco distante dall'Olimpico sulla sponda opposta del Tevere; tuttavia la capienza di24000 spettatori era insufficiente[130] e si profilò la necessità di ampliare lo stadio per dotarlo di una capacità di almeno40000 spettatori, adeguamento sollecitato anche dal comitato organizzatore del torneo[131][132]: per tale ragione, nelle more della ristrutturazione del Flaminio, a partire dalSei Nazioni 2012 laFederazione Italiana Rugby (FIR) e il CONI decisero di trasferire la nazionale allo stadio Olimpico[131][132], scelta in seguito divenuta definitiva stante il ritardo nei lavori di ristrutturazione, la decisione della FIR di rimettere il mandato di gestione del Flaminio[133] e la presa in carico dello stesso da parte della FIGC[133][134][135].Il primo incontro dell'Italia all'Olimpico nel Sei Nazioni avvenne l'11 febbraio 2012 in un sabato insolitamente ghiacciato per via di una nevicata abbattutasi suRoma in quel fine settimana[136]; l'ospite di turno fu l'Inghilterra che vinse 19-15[136].
Sono complessivamente 44 gli incontri della nazionale maggiore disputati all'Olimpico tra il 1954 e ilSei Nazioni 2025: oltre ai 35 delle 14 edizioni del Sei Nazioni, figurano 4 incontri prima dell'ingresso dell'Italia nella competizione e cinquetest match dopo il 2012; a parte le avversarie del Sei Nazioni, la più assidua frequentatrice dell'Olimpico è laNuova Zelanda, ospite quattro volte nel corso dei suoitour di fine anno[137].
La sottostante tabella riporta le affluenze medie di campionato diLazio eRoma a partire dalla stagione 1953-54, la prima disputata interamente nello stadio Olimpico da entrambi i club[138][139].
La massima affluenza all'Olimpico per un evento sportivo risale al 12 maggio 1974 in occasione della 29ª giornata del campionato diserie A 1973-74 traLazio eFoggia; quel giorno furono ufficialmente registrati78886 spettatori paganti[140].Esso fu l'incontro che, a seguito della vittoria della squadra di casa per 1-0, le assicurò la conquista del suo primo scudetto con una gara d'anticipo rispetto al termine del campionato[141].Gli abbonati della Lazio per quella stagione erano18392[140], cui si aggiunsero60494 paganti[140] per il totale citato record di78886[140][141].
Il giaccone di Vincenzo Paparelli nella curva Nord dell'Olimpico
Il 28 ottobre 1979, circa un'ora prima dell'inizio del derby d'andata dicampionato, Vincenzo Paparelli, meccanico trentatreenne occupante un posto nel settore centrale della Curva Nord normalmente riservato ai sostenitori dellaLazio, fu colpito al volto da un missile artigianale lanciato dalla curva opposta, storicamente sede dei tifosi dellaRoma[142]; nonostante il soccorso rapido, Paparelli giunse privo di vita all'ospedale Santo Spirito, il più vicino allo stadio[142].I responsabili furono quasi subito identificati in Giovanni Fiorillo, un diciottenne abitante in zona Esquilino, e Marco Angelini – entrambi ultras del club giallorosso – in concorso con altri, cui il magistrato inquirente contestò in contumacia, in quanto al momento irreperibili, l'accusa di omicidio volontario[143]; il gruppo aveva acquistato i razzi presso un negoziante di articoli di caccia e pesca diTestaccio – a sua volta incriminato per possesso e vendita illegale di esplosivi[143] – e si era dotato di una pistola lanciarazzi antigrandine[143] con la quale Fiorillo sparò il proiettile che provocò la morte di Paparelli[143].Dopo 15 mesi di latitanza inSvizzera, Fiorillo si costituì nel gennaio 1981 per rispondere dell'accusa nel frattempo riformulata in omicidio preterintenzionale[144].La vicenda processuale si concluse a maggio 1987 con la sentenza dellaCassazione che irrogava una pena di sei anni e dieci mesi a Fiorillo e quattro anni e sei mesi ad Angelini[145].Fiorillo morì a 33 anni nel 1993 per cause rimaste ignote[146].La morte di Vincenzo Paparelli, vista la relativa facilità con cui armi improprie avevano superato la sorveglianza all'ingresso dello stadio, diede avvio a una discussione in sede sia legislativa al fine di aumentare la sicurezza negli impianti sportivi durante i grandi eventi di massa, sia di tipo culturale su come fronteggiare i fenomeni di violenza che iniziavano a serpeggiare tra le frange più estremiste del tifo[147][148].
Il 23 gennaio 1994 lo stadio Olimpico fu l'obiettivo di un attentato che si inquadrava nella strategia intimidatoria messa in atto dallamafia con gliepisodi eversivi del 1992-93 contro magistrati, giornalisti e strutture architettoniche per costringere lo Stato a negoziare condizioni di favore per i propri esponenti detenuti in carcere: quel giorno, unaLancia Thema piena didinamite e parcheggiata lungo viale dei Gladiatori avrebbe dovuto esplodere in prossimità di alcuni furgoni deicarabinieri in servizio d'ordine per l'incontro di calcio traRoma eUdinese[149].Un difetto del telecomando che avrebbe dovuto innescare ildetonatore dell'autobomba impedì l'esplosione e pertanto gli attentatori decisero di rimuovere l'auto e bonificarla per poi rottamarla.La vicenda del fallito attentato emerse negli anni successivi a seguito delle dichiarazioni di alcuni pentiti di mafia, che fornirono agli inquirenti informazioni utili a identificare e processare i responsabili[150].
Il palco al centro del campo utilizzato daClaudio Baglioni nel corso del suo tourDa me a te del 1998
Dopo la ricostruzione del 1990 e l'installazione della copertura in teflon, lo stadio Olimpico divenne anche luogo idoneo per concerti; i primi artisti in assoluto a esibirsi in tale struttura, in occasione di un evento congiunto a luglio 1991, furonoMiles Davis ePat Metheny su un palco costruito davanti alla curva Sud, per un'affluenza di circa ventimila spettatori[151].Il primo italiano fu inveceZucchero nel giugno 1993, nel corso del suo tourl'Urlo, con10000 spettatori[152].
Da primato ilconcerto di Claudio Baglioni tenutosi il 6 giugno 1998, una delle due tappe romane del tourDa me a te: per la serata all'Olimpico furono venduti82000 biglietti, maggior affluenza di sempre in Italia[153], cui si aggiunsero altri8000 spettatori omaggio per un totale di circa90000 presenze[154].
Il palco degli U2 nella tappa romana del loro360º Tour
Il record fu possibile perché il presidente del CONIMario Pescante autorizzò, in via eccezionale, l'installazione all'interno dello stadio di un maxipalco fatto a forma di stella lungo112 m e largo72 in ragione del fatto che il prato sarebbe stato sostituito proprio quell'estate e quindi il concerto non avrebbe causato danni al terreno di gioco[153].Pertanto gli spettatori non occuparono soltanto la curva Sud, come era stato permesso nei precedenti concerti, ma tutto lo stadio, contribuendo quindi a raggiungere il record di affluenza[153][154].
L'artista maggiormente esibitosi all'Olimpico èVasco Rossi, 23 volte tra il 1991 e la più recente serata nel giugno 2023 nel corso del suoVasco Live[155].AncheLigabue è tra coloro che vantano numerose frequentazioni dell'Olimpico, tredici tra il 1996 e il 2023[156].
Ancora, tra le altre, rilevanti le esibizioni diDavid Bowie eTina Turner al Live Rock Festival 1996[160] e quella deiR.E.M. (Around the Sun Tour) del 2005[161].
^abcdefL'ISTAT mette a disposizione unostrumento di calcolo della rivalutazione per attualizzare indicativamente i prezzi dell'epoca ai valori attuali di potere d'acquisto.
^Entrambi i club disputarono le gare interne allo stadio Flaminio.
^L'intera stagione si tenne a porte chiuse per via delle norme sanitarie di contrasto alla pandemia di COVID-19.
^Nel 1954 la meta valeva 3 punti e 5 con la trasformazione; il calcio piazzato e il drop 3 punti.
Fonti
^abImpianti di serie A – stagione 2017/2018 (PDF), suosservatoriosport.interno.gov.it, Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive del Ministero dell'Interno.URL consultato il 23 giugno 2023(archiviato il 5 aprile 2023).
«Le istituzioni, le scuole, le accademie, i collegi appartenenti all'Opera nazionale Balilla, passano, nella attuale situazione di fatto e di diritto, alla Gioventù italiana del Littorio»
«Ravvisata l'opportunità di individuare tra gli immobili da conferire in proprietà alla CONI Servizi S.p.A. quelli facenti parte del complesso del Foro Italico, in Roma, non aventi requisiti storico-artistici e quindi suscettibili di alienazione ai sensi del decreto del Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica […]»
«[…] conseguentemente, ogni richiamo alla Coni Servizi S.p.a. contenuto in disposizioni normative vigenti deve intendersi riferito alla Sport e Salute S.p.a. […]»
Nuovo Stadio Olimpico, inCensimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi, Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, 2023.