Stadio comunale Franco Ossola | |
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Velodromo Luigi Ganna Stadio di Masnago | |
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Informazioni generali | |
Stato | ![]() |
Ubicazione | Via Giuseppe Bolchini, 25 -Varese (VA) |
Inizio lavori | 1935 |
Inaugurazione | 1935 |
Ristrutturazione | 1970-1971,2010-2011,2015,2018 |
Proprietario | Comune di Varese |
Intitolato a | Franco Ossola |
Informazioni tecniche | |
Posti a sedere | 9926 |
Settore ospiti | 1 111 |
Struttura | ellittica incemento armato |
Copertura | Tribuna e Distinti parterre |
Mat. del terreno | erba |
Dim. del terreno | 105 × 66 m |
Lunghezza pista | 446 m |
Uso e beneficiari | |
Calcio | ![]()
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Football americano | ![]() |
Mappa di localizzazione | |
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Modifica dati su Wikidata ·Manuale |
Lostadio comunale Franco Ossola - velodromo Luigi Ganna è unostadio polisportivo sito nellacittà italiana diVarese, utilizzato principalmente per la pratica delcalcio: storico campo casalingo delVarese, dal 2020 ospita le gare interne delCittà di Varese, club che ha parzialmente rilevato l'identità del sodalizio cittadino.
Ha inoltre ospitato competizioni a carattere nazionale ed internazionale diciclismo su pista e vari eventi di altri sport o extra-sportivi.
Il progetto per l'edificazione di uno stadio polisportivo in localitàMasnago (da dedicare essenzialmente alla pratica dicalcio,atletica leggera eciclismo su pista) fu presentato all'Ufficio Tecnico del Comune di Varese il 3 gennaio1935 e i lavori di costruzione furono conclusi entro la fine di quell'anno. LoStadio del Littorio fu quindi inaugurato l'8 dicembre, allorché la Varese Sportiva vi giocò la prima partita interna e abbandonò il vecchio campo di gioco in località Bettole (sul cui sito venne poi costruito l'ippodromo cittadino, precedentemente ubicato proprio a Masnago).
Dopo la caduta delfascismo, l'impianto (che nel 1945 venne adibito a campo di prigionia temporaneo sotto la responsabilità delCLNAI) venne denominato informalmenteStadio di Masnago, per poi assumere l'intitolazione aFranco Ossola a seguito dellatragedia di Superga, in cui perse la vita l'intera squadra delGrande Torino (ivi compreso il calciatore varesino). L'adozione di tale nome venne resa ufficiale il 3 settembre1950 con la posa di un cippo presso la cancellata principale.
La struttura originaria disponeva di una sola tribuna, posizionata sul lato est del terreno di gioco, attorno al quale si sviluppavano la pista diatletica leggera e ilvelodromo, costruito con un'impalcatura di ferro e calcestruzzo[1][2]; gli spogliatoi erano seminterrati, ubicati in una bassa costruzione al di sotto della curva meridionale della pista ciclistica e l'accesso al campo era possibile mediante un tunnel che sbucava dietro il relativo lato corto del terreno di gioco.
Successivamente l'impianto fu più volte rimaneggiato e dotato di spalti lungo pressoché tutto il suo perimetro: il 13 settembre 1959, in occasione dell’arrivo dellaTre Valli Varesine, il sindacoLino Oldrini inaugurò la tribuna coperta in cemento armato (poco prima era stata abbattuta la vecchia struttura d’epoca fascista); nella circostanza si giocò un’amichevole tra Varese eTorino. In seconda battuta si procedette alla costruzione delle due curve (nord e sud) e del settore distinti sul lato ovest, dapprima inlegno e tubi d'acciaio e poi incalcestruzzo. Ciò consentì, negli anni delle maggiori fortune del Varese Calcio (che tra glianni 1960 e1970 disputò più volte il campionato diSerie A), di portare la capienza fino a 23.000 spettatori (complice il fatto che i posti non erano numerati e si permetteva agli spettatori di accomodarsi non solo sulle gradinate, ma anche sul velodromo o sulla pista di atletica). Per ragioni di sicurezza, la capienza massima dell'impianto venne via via stabilizzata a poco meno di 10.000 posti.
Gli spogliatoi e i locali tecnici dello stadio vennero poi progressivamente trasferiti dalla curva sud (i cui locali finirono in abbandono o usati come deposito) all'interno della tribuna[3].
Nel 1967 l'Azienda Autonoma di Soggiorno varesina commissionò all'architetto Luigi Vermi un progetto di sistemazione urbanistica della zona adiacente allo stadio (che non venne mai attuato). Esso prevedeva la creazione di una sorta di "quartiere polisportivo", comprendente un campo dahockey su ghiaccio, dellepiscine e piste diatletica leggera, più altri spazi e locali pubblici[4].
Nel2007, dinnanzi alle necessità di adeguare lo stadio (le cui infrastrutture erano ormai obsolescenti) ai regolamenti in vigore per laSerie C2 (categoria in cui a quel tempo militava il Varese), l'amministrazione comunale e il club biancorosso decisero di chiudere la curva nord (obbligando i gruppi della tifoseria organizzata a spostarsi nei distinti) e ridurre la capienza complessiva degli spalti al di sotto dei 7.500 posti. Al fine di contenere ulteriormente i costi di gestione, negli anni successivi vennero attuate ulteriori chiusure di settori e limitazioni all'accesso del pubblico. Ulteriori difficoltà derivarono altresì dall'inefficienza dell'impianto di illuminazione (sia sul campo che sugli spalti e nelle pertinenze)[5][6]
Lo stadio poté essere riaperto nella sua quasi totalità solo a seguito della promozione del Varese inSerie B: in occasione deiplay-off e soprattutto al termine dellastagione 2009-2010, il comune di Varese si occupò infatti di implementare una sistemazione dell'impianto[7] che, dopo alcune valutazioni, fu portato ad una capienza di 8 213 posti[8]. Contestualmente fu rivista la mappa degli ingressi agli spalti (che vennero riverniciati e dotati di numerazione dei posti), al fine di separare il più possibile i tifosi a seconda del settore di appartenenza, fu potenziata la videosorveglianza e furono installate gabbie e tornelli elettronici per il prefiltraggio del pubblico. In tal modo curva nord e distinti poterono essere riaperti integralmente[9].
In occasione delle gare di playoff della Serie B (nelle stagioni2010-2011 e2011-2012) la capienza delle tribune è stata ulteriormente aumentata, fino ad un massimo di 9 926 posti (ferma restando la necessità di mantenere chiuso uno spicchio degli spalti per dividere il settore dei distinti dalla curva sud).[10] Contestualmente, tra il2011 e il2012 si provvide ad intitolare la tribuna centrale e la curva nord dello stadio rispettivamente aBruno Arcari ePietro Maroso.
Nell'estate 2011 sono partiti altri lavori di adeguamento della struttura: installazione di ulteriori telecamere di videosorveglianza, ampliamento degli spogliatoi ed altri interventi di minore entità.[11]
Nel luglio 2013, su iniziativa del presidente in carica del Varese, Nicola Laurenza, alcuniwriters hanno realizzato 88 graffiti di vario tema sulle mura esterne di recinzione.
Nel 2015 la dirigenza societaria del Varese ha intrapreso una nuova opera di ristrutturazione dell'impianto, comprendente il risanamento del campo sterrato alle spalle del settore distinti e di quello in sintetico prospiciente la tribuna, la ristrutturazione dei locali siti al di sotto delle curve (trasformati in spogliatoi e spazi di servizio e per il settore giovanile) e la realizzazione di spazi dedicati a dirigenti e sponsor sulla tribuna centrale[12]. Contestualmente, date le ridotte necessità di capienza richieste dal campionato diEccellenza (donde il club è ripartito a seguito del fallimento della vecchia società), si è optato per aprire stabilmente al pubblico solo la tribuna e i Distinti[13], aggiungendo la curva sud solo in caso di un significativo afflusso di tifosi ospiti[14]. La prassi è proseguita anche nei tre anni a seguire (addirittura nel 2019 l'accesso dovette essere ridotto alla sola tribuna per motivi di sicurezza).
Nell'estate 2018 il Varese provvide ad attuare alcuni lavori sulla tribuna centrale, sostituendo i seggiolini e ritinteggiando le parti murarie rivolte verso il campo di colore rosso. A causa di una nuova crisi, tra la fine del 2018 e l'inizio del 2019, lo stadio venne lasciato privo da ogni manutenzione minima a causa del mancato pagamento delle utenze di metano e corrente elettrica, la cui interruzione obbligò a chiudere tutto l'impianto.
Dopo circa un anno lo stadio fu riaperto per estemporanee partite di altre squadre cittadine, tra le quali il Città di Varese, erede informale del cessato Varese; proprio quest'ultima infine ne ottenne la concessione, consentendone la stabile riapertura.
Neglianni 2000 la crescente obsolescenza dell'impianto stimolò il dibattito sull'ipotesi di effettuarvi un'opera di ristrutturazione o di praticarne la demolizione e successiva riedificazioneex novo in un'altra località. Nel dicembre2005, durante la presidenza diRiccardo Sogliano, il Varese 1910 presentò un progetto preliminare per la riattazione dell'intera area del quartiere diMasnago ove sorge lo stadio. Essa prevedeva la realizzazione di un grande parco, che inglobasse il limitrofopalasport e la nuova arena, dotata di campo inerba sintetica, spalti capaci di contenere 9 900 spettatori, totalmente coperta (indoor) e con spazi contigui dedicati ad esercizi commerciali di vario genere. Il costo stimato di un tale intervento era di 150 milioni dieuro[15].
Negli anni successivi si continuò a parlare del suddetto progetto, e ne vennero altresì presentati altri (dapprima sempre durante la gestione Sogliano[16], poi rispettivamente dai presidenti Antonio Rosati[17], Nicola Laurenza[18], Alì Zeaiter[19] e Gabriele Ciavarrella), senza che però si riuscisse ad arrivare ad alcun risultato concreto, complici anche i tre fallimenti patiti dal club nel corso dei primi anni delterzo millennio[20].
Lo stadio presenta una configurazione a pianta ellittica. Gli spalti sono costruiti incalcestruzzo ecemento armato e si dividono nei seguenti settori:
Curve e distinti (seppur aventi altezza e capienza differenti) sono raccordate tra loro e costituiscono di fatto un'unica struttura, mentre la tribuna è un settore a sé stante, del tutto separato ed indipendente dal resto degli spalti. Tutti i posti dello stadio sono a sedere e numerati.
Le tribune sono separate dal campo da gioco (la cui superficie è inerba naturale) dall'ex pista di atletica (ormai usurata) ora coperta in asfalto e da unvelodromo scoperto in cemento, lungo 446 metri[21] e dedicato al ciclista varesottoLuigi Ganna. L'illuminazione dello stadio è garantita da quattro torrifaro angolari.
Le pertinenze dello stadio comprendono inoltre tre campi da gioco laterali, più piccoli del principale (utilizzati essenzialmente dalle squadre giovanili del Varese) e alcune abitazioni originariamente destinate all'alloggio del custode, che dal 2015 ospitano la sede legale ed operativa delVarese[22] e dell'associazione dei tifosi del club[23].
Nel1971 il velodromo Luigi Ganna ha ospitato icampionati mondiali di ciclismo su pista (assegnati a Varese congiuntamente aquelli di ciclismo su strada, svoltisi nella vicina cittàsvizzera diMendrisio)[25][26]. In tale occasione la pista ciclistica venne integralmente ricostruita, con un aumento della pendenza delle curve.
Il 7 luglio 2012 la struttura ha ospitato la V edizione dell'Italian Superbowl, la finale del campionato diSerie A1 IFL difootball americano[27], vinta daiPanthers Parma.
Lo stadio è servito dagli autobus dellarete urbana dei trasporti di Varese, gestiti dalla societàAutolinee Varesine, tramite le seguenti linee e fermate:
Nei giorni di gara le linee talora modificano i loro percorsi e sono affiancate da servizi suppletivi dedicati.
Altri progetti
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Club | Profilo |
Storia | Storia del club |
Impianti | Stadio Franco Ossola •Centro sportivo Bustecche, già Varesello |
Persone | Tifosi |
Incontri | Derby calcistici in Lombardia |