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Regno greco-battriano

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(Reindirizzamento daSovrani greco-battriani)
Regno macedone-battriano
Regno macedone-battriano - Stemma
Regno macedone-battriano - Localizzazione
Regno macedone-battriano - Localizzazione
Dati amministrativi
Lingue parlategreco ebattriano
CapitaleBactra (modernaBalkh)
Altre capitaliAlessandria sull'Oxus
Dipendente daImpero seleucide
Politica
Forma di governomonarchia
Nascita250 a.C. conDiodoto I
Causasecessione
Fine125/120 a.C. conEliocle I
Causainvasione degliYuezhi e spostamento inIndia diEliocle I
Territorio e popolazione
Bacino geograficoTapuria,Traxiane,Sogdiana,Fergana,Battria eArachosia
Territorio originaleMargiana,Battria eArachosia
Religione e società
Religioni preminentiReligione della Grecia antica
Buddhismo
Evoluzione storica
Preceduto daImpero seleucide
Succeduto dadominio degliYuezhi
Regno indo-greco
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IlRegno greco-battriano fu unregno ellenistico collocato all'estremità orientale dell'impero di Alessandro Magno: si estendeva infatti sullaBattriana e sullaSogdiana (inAsia centrale), nacque nel250 a.C., quando il satrapo localeDiodoto si rese indipendente dal governo centraleseleucide diAntioco II ed ebbe fine con l'invasione degliYuezhi e con lo spostamento del regno inIndia, a formare ilRegno indo-greco.

Storia

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Indipendenza

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Diodoto I erasatrapo dellaBattria (e probabilmente delle province limitrofe) sotto i sovrani dell'Impero seleucide, ma intorno al 250 a.C. fondò il Regno greco-battriano dichiarando l'indipendenza. Le fonti antiche sono alquanto contraddittorie e l'esatto anno dell'indipendenza battriana non è stato stabilito; gli studiosi sono divisi tra una cronologia alta (attorno al 255 a.C.) e una cronologia bassa (attorno al 246 a.C.) per la data della secessione di Diodoto.[1]

La cronologia alta è in grado di spiegare il motivo per il quale il sovrano seleucideAntioco II (regnante tra il 262 e il 246 a.C.) abbia coniato poche monete in Battria, ipotizzando che Diodoto sia divenuto indipendente verso l'inizio del regno di Antioco;[2] d'altro canto, la cronologia bassa collega la secessione di Diodoto allaterza guerra siriaca, un evento catastrofico per l'Impero seleucide, e un'occasione d'oro per la secessione dell'estrema satrapia nord-orientale.

«Diodoto, il governatore delle mille di città di Battria, defezionò e si proclamò re; tutte le altre genti d'Oriente seguirono il suo esempio e secedettero dai Macedoni.»

(Marco Giuniano Giustino,Epitome delle Storie Filippiche di Pompeo Trogo, XLI,4)

Il nuovo regno, altamente urbanizzato e considerato uno dei più ricchi dell'Oriente («l'opulentissimo impero Battriano delle mille città»,Marco Giuniano Giustino,Epitome delle Storie Filippiche di Pompeo Trogo, XLI,1), divenne più potente e si espanse verso occidente e verso oriente:

«Grazie alle virtù di questa terra, i Greci che la misero in rivolta si rafforzarono a tal punto da prendere il potere sull'Ariane e anche sugliIndiani (come riportaApollodoro di Artemita), e da debellare ancor più popoli di Alessandro [...]. Le sue città eranoBaktra (detta anche Zariaspa, bagnata dall'omonimo fiume affluente dell'Oxos), Darapsa e molte altre. Tra queste vi è ancheEukratidia, così chiamata dal nome del sovrano.»

(Strabone,Geografia, XI.11.1-2.)

Quando il sovrano della vicinaPartia, ex-satrapo e auto-proclamato reAndragora, fu sconfitto e ucciso daArsace I, e l'impero deiParti si sviluppò, i Greco-battriani videro i propri contatti terrestri col mondo greco rendersi sempre più difficili, e svilupparono un commercio marittimo con l'Egitto tolemaico.

A Diodoto succedette suo figlio,Diodoto II, che si alleò con Arsace per difendersi dal tentativo di riconquista seleucide intrapreso daSeleuco II Callinico:

«Poco dopo, rinfrancato dalla morte di Diodoto, Arsace fece la pace e concluse un'alleanza con suo figlio, anch'egli chiamato Diodoto; qualche tempo dopo combatté contro Seleuco, giunto a punire i ribelli, e prevalse: i Parti celebrarono questo giorno come quello che segnò l'inizio della loro libertà.»

(Marco Giuniano Giustino, XLI.4.9-10.)

Dinastia di Eutidemo

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Attorno al 230 a.C.,Eutidemo I, un greco diMagnesia e probabilmente satrapo diSogdiana, rovesciò Diodoto II, iniziando la propria dinastia. Eutidemo controllava più della Sogdiana, ben oltreAlessandria Eschate, fondata da Alessandro Magno inFergana:

«Possedevano anche la Sogdiana, situata verso oriente al di là della Battriana, tra il fiume Oxos (che separa la terra dei Battri da quella dei Sogdioi) e loIaxartes. Quest'ultimo separa i Sogdioi dai nomadi.»

(Strabone XI.11.2.)

Eutidemo I fu attaccato dal sovrano seleucideAntioco III intorno al208 a.C. Antioco sconfisse 10.000 cavalieri battriani nellabattaglia dell'Ario,[3] ed Eutidemo fu costretto a rinchiudersi nella città fortificata diBactra (modernaBalkh), dove Antioco loassediò per tre anni senza successo. Alla fine, Antioco accettò di riconoscere l'indipendenza di Eutidemo e strinse un'alleanza matrimoniale, offrendo in sposa una propria figlia al figlio di Eutidemo,Demetrio I, in cambio degli elefanti da guerra di Eutidemo.[4] Secondo lo storico Polibio, Eutidemo contrattò la pace con Antioco sostenendo di aver rovesciato il discendente del vero ribelle,Diodoto I, e di difendere l'Asia centrale dall'invasione dei nomadi:

«[...] in quanto se non avesse accettato le sue condizioni, nessuno dei due sarebbe stato al sicuro: grandi orde di nomadi erano infatti molto vicini, rappresentando un pericolo per entrambi; e se avessero permesso loro di entrare nel paese, sarebbero certamente divenuti barbari.»

(Polibio, XI.34.)

Dopo la partenza dell'esercito seleucide, il regno parrebbe essersi espanso, in particolare verso occidente, probabilmente inglobando porzioni del territorio partico, il cui sovranoArsace II era stato sconfitto da Antioco III; questi territori potrebbero coincidere con lesatrapie battriane dellaTapuria e dellaTraxiane.

Espansione geografica

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Contatti con la Cina

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Lo stesso argomento in dettaglio:Guerra dei cavalli celesti.
Probabile soldato greco raffigurato nell'arazzo di Sampul, III/II secolo a.C.,Sampul, Museo dello Xinjiang di Urumchi.
Specchio in bronzo con inserti in vetro del periodoZhou/Han, con motivi greco-battriani come rosette, linee geometriche e inserti in vetro, 300–200 a.C.,Victoria and Albert Museum.
Vaso con inserti in pasta di vetro del periododinastia Han, con influenze occidentali,British Museum.[5]

Il regno diEutidemo I arrivava, verso nord, allaSogdiana e allavalle di Fergana, e ci sono indizi che i Greco-battriani abbiano condotto delle spedizioni daAlessandria Eschate fino aKashgar eUrumchi nelTurkestan orientale, il primo contatto noto tra laCina e l'Occidente, avvenuto attorno al 220 a.C. Lo storico grecoStrabone scrive che:

«Inoltre, spinsero il loro dominio fino aiSeres [Cinesi] e aiFrynoi

(Strabone, XI.11.1.)

Molte statuette e raffigurazioni di soldati greci sono stati trovati a nord delTien Shan, alle soglie della Cina, e sono oggi custodite nel museo di Urumchi.[6]

È stata suggerita l'influenza greca sull'arte cinese. Decorazioni con rosette, linee geometriche, intarsi in vetro rimandano all'arte ellenistica e possono essere individuati su alcuni antichi specchi in bronzo delladinastia Han.[7]

Anche lanumismatica suggerisce uno scambio tra Greco-battriani e Cinesi, in questo caso di tecnologie: i Greco-battriani furono i primi al mondo a coniare monete incupronichel (in rapporto 75 a 25),[8] una lega nota fino ad allora solo ai Cinesi, che la chiamavano «rame bianco» (alcune armi delperiodo dei regni combattenti erano in cupronichel).[9] È nota la pratica di esportare metallo cinese, in particolare ferro, in questo periodo; i sovrani Eutidemo I,Eutidemo II,Agatocle ePantaleone coniarono queste monete nel 170 a.C., ed è possibile che vene di rame ricche in nichel fossero sfruttate adAnarak.[10]

L'esploratore e ambasciatore di epoca HanZhang Qian visitò la Battria nel126 a.C., e registrò la presenza di prodotti cinesi nei mercati battriani:

«"Quanto fui inDa Xia [Battria]", raccontò Zhang Qian, "vidi bastoni di bambù da Qiong e tessuti realizzati nella provincia di Shu. Quando chiesi come avessero ottenuto tali articolo, risposero: «I nostri mercanti vanno a comprarli nei mercati di Shendu [India]»"»

(Shiji 123,Sima Qian.)

Al suo ritorno Zhang Qian informò l'imperatore HanWudi del livello di sofisticazione della civiltà urbana della Fergana, della Battria e della Partia, e l'imperatore mostrò interesse a sviluppare dei rapporti commerciali con quelle zone:

«Il Figlio del Cielo, sentendo tutto ciò, ragionò in questo modo:Dayuan [Fergana] e i possedimenti diDa Xia (Battria) eAnxi [Partia] sono grandi paesi, pieni di beni rari, con una popolazione che vive in case stabili e hanno occupazioni in qualche modo identiche a quelle del popolo cinese, e che ritiene la ricca produzione della Cina di gran valore.»

(Hanshu.)

Ci fu inoltre anche uno scontro militare tra 109 e 104 a.C., chiamatoguerra dei cavalli celesti, tra ladinastia Han e i Dayuan dell'Asia centrale, probabilmente il regno greco battriano, o parte di esso. Le cause furono delle diatribe in merito al commercio di unaparticolare razza equina: gli Han infatti chiesero ai battriani la vendita di questi animali per poterli utilizzare a scopo militare. Al rifiuto dello stato greco di vendere i cavalli, l'imperatore Wudi reagì mandando due spedizioni attraverso l'Asia centrale contro il regno greco, il conflitto si risolse in una vittoria degli Han; inoltre per un certo periodo di tempo, il regno divenne un protettorato cinese.

Un certo numero di inviati cinesi si recarono nell'Asia centrale, causando lo sviluppo dellavia della Seta a partire dalla fine del II secolo a.C.[11]

Contatti con l'India (250–180 a.C.)

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L'imperatore indianoChandragupta, fondatore dell'Impero Maurya, riconquistò l'India nord-occidentale intorno, al322 a.C., a seguito della morte di Alessandro Magno. Mantenne però i legami con i suoi vicini greci dell'Impero seleucide, stringendo un'alleanza dinastica o comunque un riconoscimento dei matrimoni misti tra Greci e Indiani (le fonti antiche parlano diepigamia); molti Greci, inoltre, risiedettero presso la corte dei Maurya, tra questi lo storicoMegastene, autore dell'Indica, e tutti gli imperatori indiani successivi ebbero un ambasciatore greco a corte.

Iscrizione biligue greco-aramaico degliEditti di Ashoka (Kandahar, 250 a.C. circa,Museo di Kabul).

Il nipote di Chandragupta,Ashoka, si convertì al buddhismo e fece molti proseliti indirizzando i suoi sforzi verso il mondo indiano ed ellenistico a partire dal 250 a.C. circa. Secondo gliEditti di Ashoka, incisi nella pietra (alcuni anche in greco), inviò emissari buddisti nelle terre greche dell'Asia e persino nel Mediterraneo. Gli editti nominano tutti i sovrani ellenistici dell'epoca:

«La conquista del Dharma ha vinto qui, ai confini, anche a seicentoyojana [6000 km] di distanza, dove il sovrano grecoAntioco governa, e più oltre, dove governano i quattro re chiamatiTolomeo,Antigono,Magas eAlessandro, e allo stesso modo a sud tra iChola, iPandya, fino aTamraparni

(Editti di Ashoka, tredicesimo editto della roccia, S. Dhammika)

Parte della popolazione greca rimasta nell'India nordoccidentale sembrerebbe essersi convertita al Buddismo:

«Qui nei domini del re, tra i Greci, i Kamboja, i Nabhaka, i Nabhapamkit, i Bhoja, i Pitinika, gliAndhra e i Palida, ovunque i popoli seguono le istruzioni nel Dharma dell'Amato-dagli-Dei.»

(Editti di Ashoka, tredicesimo editto della roccia, S. Dhammika)

Secondo fonti inlingua pāli, alcuni degli emissari di Ashoka erano monaci buddisti greci, a testimonianza di fitti scambi religiosi tra le due culture:

«Quando ilthera (anziano) Moggaliputta, l'illuminatore della religione del Conquistatore [Ashoka], portò a conclusione il [terzo] concilio, [...] inviò ithera, uno qui e uno lì: [...] e in Aparantaka [i «Paesi occidentali», corrispondenti aGujarat eSindh] inviò lo yona [greco] chiamatoDharmaraksita [...] e ilthera Maharakkhita lo mandò nel paese degli Yona.»

(Mahavamsa XII.)

I Greco-battriani ricevettero questi emissari buddisti - per lo meno Maharakkhita, il cui nome significa «il grande salvato», il quale fu «inviato nel paese degli Yona - e tollerarono in qualche modo la fede buddista, anche se pochi restano indizi di ciò. Nel II secolo, il teologo cristianoClemente di Alessandria riconobbe l'esistenza dishramana buddisti presso i Battriani (nome che all'epoca indicava i «Greci d'Oriente»), e persino la loro influenza sul pensiero greco:

«Così la filosofia, pratica della più grande utilità, fiorì in antichità presso i barbari, gettando la propria luce sulle nazioni. E in seguito giunse in Grecia. Primi tra i suoi ranghi furono i profeti degli Egizi; e i Caldei presso gli Assiri; e i Druidi presso i Galli; e gli shramana tra i Battriani [«Σαρμαναίοι Βάκτρων»]; e i filosofi dei Celti; e i Magi dei Persiani, che predissero la nascita del Salvatore, e giunsero nella terra di Giudea guidati da una stella. E igimnosofisti indiani sono in questo numero, e gli altri filosofi barbari. E di essi vi sono due classi, alcuni chiamatishramana [«Σαρμάναι»], e altribramini [«Βραφμαναι»].»

(Clemente di Alessandria,Stromata, I.XV.)

Espansione in India (dopo il 180 a.C.)

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Moneta in argento raffiguranteDemetrio I di Battria (200–180 a.C. circa), con indosso un elmo raffigurante un elefante, simbolo della sua conquista dell'India.

Demetrio I, figlio diEutidemo I, iniziò l'invasione dell'India a partire dal180 a.C., qualche anno dopo la caduta dell'Impero Maurya per mano deiSunga. Gli storici non concordano sulle motivazioni per l'invasione. Secondo alcuni (Tarn), l'invasione fu conseguenza dell'alleanza tra Greco-battriani e Maurya e mirata a difendere la fede buddista dalle presunte persecuzioni operate dai Sunga, almeno stando alle fonti buddiste; altri storici (Thapar,Lamotte) ritengono che i racconti delle persecuzioni siano delle esagerazioni.

Demetrio potrebbe essere giunto fino alla capitale imperiale diPataliputra, in India orientale, sebbene queste campagne siano generalmente attribuite al sovranoMenandro I. Al termine dell'invasione, avvenuta non oltre il175 a.C., nell'India settentrionale si era formato unRegno indo-greco che durò per almeno due secoli, fino al10 circa, in cui fiorì la fede buddista (specie sotto Menandro I) in un ambiente molto favorevole al sincretismo culturale, come esemplificato dallo sviluppo delBuddhismo greco.

Usurpazione di Eucratide e separazione dal Regno indo-greco

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Lo stesso argomento in dettaglio:Regno indo-greco.
Moneta raffiguranteEucratide I. Questa moneta da 20stateri di oro è la più grande mai coniata nell'antichità.

Il regno diDemetrio I fu suddiviso in due parti alla sua morte: ad occidente, sulla Battria, governarono primaEutidemo II poiAntimaco I; ad oriente,Paropamisadae,Arachosia,Gandhara ePunjab furono governate daPantaleone,Agatocle,Apollodoto I eAntimaco IINikephoros, in una linea dinastica che continuò nelRegno indo-greco.

Accadde infatti cheEucratide I, un generale di Demetrio o un alleato deiSeleucidi, riuscisse a rovesciare la dinastia di Eutidemo e a governare a partire dal170 a.C. circa, probabilmente detronizzando Antimaco I e Antimaco II. I discendenti di Eutidemo ancora regnanti sull'India cercarono di riconquistare la Battria: un sovrano di nome Demetrio, verosimilmenteDemetrio II, sarebbe tornato in Battria con 60.000 uomini per rovesciare l'usurpatore, ma fu sconfitto e ucciso:

«Eucratide condusse molte guerre con grande coraggio, e, mentre ne era indebolito, fu messo sotto assedio da Demetrio, re degli Indiani. Fece numerose sortite, e riuscì a sconfiggere 60.000 nemici con 300 soldati, e così, libero dopo quattro mesi, pose l'India sotto il proprio dominio.»

(Marco Giuniano Giustino, XLI.6.4.)

Eucratide compì molte campagne nell'India nord-occidentale, e governò un vasto territorio (come indicato dal fatto che molte zecche indiane coniarono monete per lui) forse persino fino al fiumeJhelum in Punjab. Alla fine, però, fu respinto dal sovrano indo-grecoMenandro I, che riuscì a creare un gigantesco territorio unificato.

In un racconto alquanto confuso,Giustino spiega che Eucratide fu ucciso sul campo di battaglia da «suo figlio e co-regnante», vale a direEucratide II oIerocle I (145 a.C.); il figlio passò sopra il cadavere insanguinato di Eucratide con il proprio carro e lo lasciò smembrato senza sepolcro:

«Mentre [Eucratide] tornava dall'India, fu ucciso sulla via del ritorno da suo figlio, che aveva associato al proprio governo, e il quale, senza nascondere il parricidio, come se non avesse ucciso un padre ma un nemico, passò col proprio carro sul sangue di suo padre, e ordinò che il cadavere fosse lasciato senza sepoltura.»

(Marco Giuniano Giustino, XLI.6.5.)

Sconfitte contro i Parti

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Moneta con l'effige diMitridate I di Partia.

Durante o dopo le campagne indiane di Eucratide, la Battria fu attaccata dal sovrano particoMitridate I, forse alleato degli Eutidemidi:

«I Battriani, coinvolti in varie guerre, persero non solo i propri domini, ma anche la propria libertà, in quanto, esausti dalle guerre contro i Sogdiani, gli Arachoti, i Drangi, gli Ariani e gli Indiani, furono infine completamente sconfitti, come se avessero perso tutto il proprio sangue, da un nemico più debole di loro, i Parti.»

(Marco Giuniano Giustino, XLI.6.)

A seguito della sua vittoria, Mitridate I ottenne il territorio battriano a occidente dell'Ario, le regioni dellaTapuria e dellaTraxiane:

«[...] di queste satrapie, i Parti sottrassero a Eucratide quella di Aspiones e la Tourioua.»

(Strabone, XI.11.2.)

Nel141 a.C., sembra che i Greco-battriani si siano alleati con il sovrano seleucideDemetrio II Nicatore per combattere contro i Parti:

«Le genti dell'Oriente accolsero benevolmente il suo [di Demetrio Nicatore] arrivo, in parte a causa della crudeltà dell'arsacide, re dei Parti, in parte perché, abituati ad essere governati dai Macedoni, non sopportavano l'arroganza di questa nuova gente. Così, sostenuto dai Persiani, dagli Elimi e dai Battriani, sconfisse i Parti in molte battaglie. Alla fine, ingannato da una falsa pace, fu preso prigioniero.»

(Marco Giuniano Giustino, XXXVI.1.3-5.)

Lo storico del V secoloPaolo Orosio afferma che Mitridate riuscì ad occupare il territorio tra l'Indo e l'Idaspe (loJhelum) verso la fine del proprio regno, attorno al138 a.C. circa, prima che il suo regno fosse indebolito dalla sua morte, avvenuta nel136 a.C.[12]

Eliocle I dovette ridursi a governare il territorio restante. La sconfitta, sia a occidente sia a oriente, avrebbe lasciato il regno molto indebolito e aperto alle invasioni dei nomadi.

Invasioni dei nomadi

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Lo stesso argomento in dettaglio:Yuezhi.

Prima migrazione degli Yuezhi

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Gioielli in oro degli Sciti, ritrovati in Battria, nel sito diTillia tepe.

Secondo le cronache delladinastia Han, nel162 a.C. gliYuezhi, sconfitti pesantemente dagliXiongnu, abbandonarono ilbacino del Tarim e migrarono verso occidente, attraversarono la regione limitrofa e altamente urbanizzata degliDayuan (probabilmente i possedimenti greci nellavalle di Fergana), e si insediarono a nord dell'Oxus, nei moderniKazakistan eUzbekistan, ovvero nella regione settentrionale del territorio greco-battriano. Questo insediamento sembra essere avvenuto nel periodo in cuiEucratide I era impegnato nelle sue campagne indiane.

Attorno al140 a.C., gliSciti orientali (chiamatiSaci nelle fonti greche) iniziarono a invadere diverse regioni della Partia e della Battria, probabilmente spinti dalla migrazione verso meridione degli Yuezhi. La loro invasione della Partia è ben documentata, con gli attacchi alle città diMerv,Hecatompylos edEcbatana, la sconfitta e l'uccisione del reFraate II (figlio di Mitridate I), e la dispersione delle truppe mercenarie greche che questi comandava e che aveva acquistato con la sua vittoria suAntioco VII. Gli Sciti inflissero ulteriori sconfitte ai Parti nel123 a.C., quando lo zio e successore di Fraate,Artabano I, fu da loro ucciso.[13] Anche la Battria fu probabilmente attaccata e travolta dalla stessa enorme migrazione di Sciti: la distruzione della città greco-battriana diAi-Khanum, datata al 140 a.C. circa, è normalmente associata all'invasione scita. La pressione degli Yuezhi spinse ulteriormente a sud e a sud-est gli Sciti, in Afghanistan e India.

Seconda migrazione degli Yuezhi e fine del Regno greco-battriano

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Moneta in argento diEliocle I (r. 150–125 a.C.), l'ultimo sovrano greco-battriano. L'iscrizione in lingua greca recita ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΔΙΚΑΙΟΥ ΗΛΙΟΚΛΕΟΥΣ, «[del] re Eliocle il Giusto».

QuandoZhang Qian visitò gli Yuezhi nel 126 a.C., allo scopo di ottenere il loro appoggio nella lotta contro gli Xiongnu, osservò che si erano insediati a nord dell'Oxus, ma che tenevano sotto controllo anche il territorio a meridione del corso di questo fiume, che costituisce la restante parte della Battria. Secondo Zhang Qian, gli Yuezhi avevano una forza considerabile di arcieri a cavallo, compresa tra 100.000 e 200.000 cavalieri,[14] con costumi identici a quelli degli Xiongnu, che sarebbero stati in grado di sconfiggere facilmente le forze battriane (nel 208 a.C., quandoEutidemo I dovette confrontarsi con l'invasione del sovrano seleucideAntioco III, aveva a disposizione 10.000 cavalieri). Zhang Qian visitò anche la Battria (chiamataDaxia in cinese) nel126 a.C., e dipinge un paese completamente demoralizzato e dal sistema politico scomparso, sebbene restasse l'infrastruttura urbana:

«La Daxia [Battria] è posta a oltre 2.000 a sud-ovest diDayuan, a sud del fiume GuiOxus. Il suo popolo coltiva la terra e ha città e case. I loro costumi sono simili a quelli di Dayuan. Non ha un sovrano supremo, ma un certo numero di capi locali che governano le varie città. La gente è scarsa nell'uso delle armi e spaventata dalla battaglia, ma sono esperti nel commercio. Dopo che i Grandi Yezhi si spinsero a occidente e attaccarono Daxia, l'intero paese cadde sotto il loro controllo. La popolazione del paese è numerosa, contando 1.000.000 o più persone. La capitale è chiamata la città di Lanshi [Bactra] e ha un mercato dove tutti i tipi di merci sono comprati e venduti.»

(Sima Qian,Shiji, citando Zhang Qian, traduzione di Burton Watson.)

Gli Yuezhi si espansero ulteriormente in Battria intorno al 120 a.C., probabilmente spinti ancora più a sud dalle invasioni deiWusun settentrionali; a loro volta spinsero davanti a loro tribù scite, le quali continuarono fino all'India, dove furono identificati comeIndo-sciti.

L'invasione è descritta anche in fonti classiche occidentali del I secolo a.C., con nomi differenti da quelli cinesi:

«I nomadi più famosi sono quelli che hanno tolto la Battriana ai Greci: gli Asioi, i Pasianoi, iTocharoi e i Sakaraukai, che partirono dal territorio al di là delloIaxartes, presso iSakai e iSogdianoi, controllato dai Sakai.»

(Strabone, XI.8.2.)

In questo periodo il reEliocle I abbandonò Bactira e spostò la capitale nella valle diKabul, dalla quale governò i suoi possedimenti indiani. Avendo abbandonato il territorio battriano, è considerato l'ultimo sovrano greco-battriano, sebbene diversi suoi discendenti, spostandosi nell'Hindu Kush, avrebbero costituito la parte occidentale delRegno indo-greco; l'ultimo di questi sovrani,Ermeo, regnerà fino al70 a.C., quando gli Yuezhi invaderanno ancora una volta il suo territorio, nellaParopamisadae (gli Indo-greci orientali resisteranno fino al10 d.C. nelPunjab).

Principali sovrani greco-battriani

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I nomi, i regni e le estensioni territoriali dei sovrani greco-battriani sono incerti e basati principalmente sull'analisinumismatica. I sovrani successivi all regno di Demetrio sono dati in accordo aOsmund Bopearachchi,Monnaies Gréco-Bactriennes et Indo-Grecques, Catalogue Raisonné, 1991.

Casata di Diodoto

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Moneta d'oro diDiodoto I (250 a.C. circa)

Regnano sullaBattria,Sogdiana,Fergana eArachosia:

Casata di Eutidemo

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Regnano sullaBattria,Sogdiana,Fergana eArachosia:

I discendenti del re greco-battrianoEutidemo I invasero l'India settentrionale nel190 a.C. circa; la loro dinastia fu probabilmente scacciata dalla Battria dopo il170 a.C. dal nuovo reEucratide I, ma tenne i dominii indiani del regno almeno fino aglianni 150 a.C.

  • Demetrio I (200 circa –180 a.C.), figlio di Eutidemo I, sovrano greco-battriano e conquistatore dell'India.

Il territorio conquistato da Demetrio fu diviso in due parti, una occidentale l'altra orientale, governate da diversi sovrani vassalli e successori:

Territorio della Battria
Territorii diParopamisadae,Arachosia,Gandhara,Punjab
  • Pantaleone (anni 190 o 180 a.C.), forse un altro fratello e co-regnante di Demetrio I
  • Agatocle (180 circa –170 a.C.), forse un altro fratello
  • Apollodoto I (175 a.C. circa – 160 a.C.), forse un altro fratello
  • Antimaco IINikephoros (160-155 a.C.)
  • Demetrio II (155 – 150 a.C.)
  • Menandro I (150 – 135 a.C.), regnò su di un vasto impero e sostenne ilbuddismo; la sua relazione con gli altri sovrani, e quindi la continuità dinastica, non sono certe.

Questi sovrani sono seguiti dai re delRegno indo-greco in India settentrionale.

Casata di Eucratide

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Tetradracma in argento di reEucratide I (170 - 145 a.C.).
Territorio dellaBattria eSogdiana

Eliocle, ultimo re greco diBattria, dovette subire l'invasione delle tribù nomadi degliYuezhi da settentrione. Discendenti di Eucratide potrebbero aver regnato su parti delRegno indo-greco.

Cultura

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Capitello corinzio ritrovato adAi-Khanum e datato al II secolo a.C.

I Greco-battriani erano noti per l'alto livello di sofisticazione della loro culturaellenistica, e tennero contatti regolari sia col mondo mediterraneo che con l'India; con i sovrani indiani dell'Impero Maurya erano in buoni rapporti, scambiandosi gli ambasciatori.

Le loro città, comeAi-Khanum nell'Afghanistan (probabilmenteAlessandria sull'Oxus) eBactra (la modernaBalkh) dove sono stati fatti ritrovamenti ellenistici, a dimostrazione della sofisticata cultura urbana. Questo sito fornisce un'immagine della cultura greco-battriana attorno al145 a.C., quando la città fu arsa completamente durante le invasioni dei nomadi e mai più ripopolata. Ai-Khanum «ha tutte le caratteristiche di una città ellenistica, con unteatro greco, unginnasio e alcune case greche con cortili colonnati».[15] Resti di colonne inordine corinzio furono ritrovati negli scavi del sito, insieme a vari frammenti di scultura, tra cui il frammento del piede di una statua ellenistica, la cui altezza totale è stimata sui 5-6 metri.

Blocco di pietra con le iscrizioni di Kineas in greco, daAi-Khanum.

Una delle iscrizioni in lingua greca ritrovate ad Ai-Khanum, l'Heroon di Kineas, è stato datato al 300–250 a.C., e descrive precettidelfici:

«Da bambini, imparate le buone maniere.

Da giovani uomini, imparate il controllo delle passioni.
Nella mezza età, siate giusti.
Da anziani, date buoni suggerimenti.
Poi morite, senza rimpianti.»

Alcune monete dei re greco-battriani, insieme a quelle dei sovrani indo-greci loro successori, sono considerate gli esemplari più belli dell'arte numismatica greca, caratterizzati da una raffinata miscela di realismo e idealizzazione. Tra questi vi sono le monete più grandi coniate nell'antichità: la moneta d'oro più grande (20stateri d'oro, 170 g) fu coniata daEucratide I, la più grande d'argento (una doppia decadracma) dal sovrano indo-grecoAminta Nicatore. I ritratti «mostrano un grado di individualità mai raggiunto dalle spesso insipide raffigurazioni dei loro contemporanei regali più a Occidente».[16]

Molte altre città greco-battriane sono state identificate, come aSaksanokhur nelTagikistan meridionale (indagini archeologiche di un gruppo sovietico diretto da B.A. Litvinski), o aDalverzin Tepe.

Note

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  1. ^J. D. Lerner,The Impact of Seleucid Decline on the Eastern Iranian Plateau: the Foundations of Arsacid Parthia and Graeco-Bactria, (Stuttgart 1999).
  2. ^F. L. Holt,Thundering Zeus (Berkeley 1999).
  3. ^Polibio, X.49.
  4. ^Polibio, XI.34.
  5. ^La targhetta recita: «Ciotola in terracotta rossa, decorata con un rivestimento intarsiato in pasta di vetro. Periodo Zhou orientale, IV/III secolo a.C. Questa ciotola doveva probabilmente riprodurre un vaso più prezioso e forse straniero in bronzo o addirittura argento. Il vetro era raramente usato in Cina. La sua popolarità alla fine della dinastia Zhou orientale era probabilmente dovuta all'influenza straniera».
  6. ^In Boardman,The diffusion of Classical Art in Antiquity, la didascalia dell'immagine di un guerriero greco in ginocchio recita: «Figurina di bronzo, non opera greca, ma recante una versione dell'elmo frigio greco... Da una sepoltura, detta risalente al IV secolo a.C., appena a nord della catena del Tian Shan, Museo dello Xinjiang di Urumchi.
  7. ^«Ciò che la Cina ha ricevuto dal mondo greco-iranico, il melograno e altre piante "Chang-Kien", l'equipaggiamento pesante dei catafratti, le tracce di influenza greca nell'arte Han come il famoso specchio in bronzo bianco dell'epoca Han con decorazioni greco-battriane [...] nel Victoria and Albert Museum» (Tarn,The Greeks in Bactria and India, pp. 363-364)
  8. ^Copper-Nickel coinage in Greco-Bactria.Archiviato il 6 marzo 2005 inInternet Archive.
  9. ^«Ancient Chinese weapons»Archiviato il 7 marzo 2005 inInternet Archive., con l'immagineArchiviato il 27 maggio 2012 inArchive.is. di un'alabarda in cupronichel risalente al periodo dei regni combattenti.
  10. ^A.A. Moss,Numismatic Chronicle 1950, pp. 317-318.
  11. ^C.Michael Hogan,Silk Road, North China, Megalithic Portal, ed. A. Burnham
  12. ^Citato in Banerjee,Hellenism in ancient India, p. 140.
  13. ^Peter Wilcox,Parthians and Sassanid Persians, p. 15.
  14. ^Sima Qian,Shiji, traduzione di Burton Watson, p. 234.
  15. ^Boardman.
  16. ^Roger Ling,Greece and the Hellenistic World.

Bibliografia

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  • Boardman, John (1994).The Diffusion of Classical Art in Antiquity. Princeton University Press.ISBN 0-691-03680-2.
  • Boardman, John, Jasper Griffin, and Oswyn Murray (2001).The Oxford Illustrated History of Greece and the Hellenistic World. Oxford University Press.ISBN 978-0192854384.
  • Bopearachchi, Osmund (1991).Monnaies Gréco-Bactriennes et Indo-Grecques, Catalogue Raisonné. Biblioteca nazionale di Francia,ISBN 2-7177-1825-7.
  • Bopearachchi, Osmund e Christine Sachs (2003).De l'Indus à l'Oxus, Archéologie de l'Asie Centrale: catalogue de l'exposition.ISBN 2-9516679-2-2.
  • McEvilley, Thomas (2002).The Shape of Ancient Thought. Comparative studies in Greek and Indian Philosophies. Allworth Press and the School of Visual Arts.ISBN 1-58115-203-5
  • A. K. Narain -Indo-Greeks . Oxford UNIVERSITY PRESS, 1957 (ove sono svolte fra l'altro ampie confutazioni alle tesi del Tarn).
  • Puri, B. N. (2000).Buddhism in Central Asia. Motilal Banarsidass, Delhi.ISBN 81-208-0372-8.
  • Tarn, W. W. (1951)The Greeks in Bactria and India. Seconda edizione. Cambridge University Press.
  • Watson, Burton, trad. (1993).Records of the Great Historian. Han dynasty II, diSima Qian. Columbia University Press.ISBN 0-231-08167-7.

Altri progetti

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V · D · M
Sovrani ellenistici
Re diMacedonia (dal 336 al 168 a.C.) †
Re diEpiro -Eacidi (dal 331 al 231 a.C.) †
Re d'Egitto -Tolomei (305-30 a.C.)
Re diCirenaica -Tolomei (dal 116 al 96 a.C.) †
Re diCipro -Tolomei (106-58 a.C.)
Sovrani dell'Impero seleucide -Seleucidi (312-64 a.C.)
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Re diPergamo -Attalidi (282-130 a.C.)
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Sovrani delRegno indo-greco (200 a.C. - 10 d.C.)
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Spartocidi: Satiro II · Pritanide · Eumelo · Spartoco III · Perisade II · Spartoco IV · Leucone II · Igenone · Spartoco V · Perisade III · Perisade IV · Perisade V
Mitridatici:Mitridate ·Farnace ·Dinamide (conAsandro ·Scribonio ·Polemone I)
Tiberio-giuliani:Tiberio Giulio Aspurgo ·Gepepiride ·Polemone II ·Tiberio Giulio Mitridate ·Tiberio Giulio Coti I
† Macedonia, Epiro, Cirene e Bosforo Cimmerio furono regni esistenti anche prima dell'età ellenistica
§ Armenia e Bosforo Cimmerio ebbero re anche molto dopo la fine dell'età ellenistica, fino altardo antico
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