| Sonetti | |
|---|---|
| Autore | William Shakespeare |
| 1ª ed. originale | 1609 |
| 1ª ed. italiana | 1890 |
| Genere | raccolta di sonetti |
| Lingua originale | inglese |
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ISonetti (Shakespeare's Sonnets) è una collezione di 154 sonetti diWilliam Shakespeare, che spaziano dai temi come lo scorrere del tempo, l'amore, alla bellezza, alla caducità e alla mortalità. I primi 126 sono indirizzati a un uomo, gli ultimi 28 a una donna. L'opera fu pubblicata daThomas Thorpe in unin quarto nel 1609 col titolo stilizzatoSHAKE-SPEARES SONNETS. Never Before Imprinted (sebbene quelli numero 138 e 144 fossero apparsi già nella miscellanea del 1599The Passionate Pilgrim). Ilquarto termina con unA Lover's Complaint, un poema narrativo.
Il dibattito critico sulla paternità dell'autore è antico. Ai tempi non esisteva il diritto d'autore: chiunque poteva stampare opere senza il suo consenso, era sufficiente iscriversi all'apposito registro. Nonostante Shakespeare fosse ancora in vita, pare improbabile avesse dato la sua adesione alla pubblicazione. I motivi sono molteplici: non si menziona il suo nome nella dedica del frontespizio, l'ordine di successione dei sonetti è arbitrario e non lascia presumere una revisione dell'autore in vista della pubblicazione, alcune composizioni sono scadenti, imperfette e (le ultime due) di improbabile attribuzione a Shakespeare stesso, il quale avrebbe eliminato i componimenti dai risultati estetici meno felici. Il contenuto dei sonetti oltretutto, poteva apparire di carattere privato e non edificante, per molti.
Nel 1640 si ha notizia di una ristampa ad opera di John Benson che, oltre a sopprimere otto sonetti, alterarne l'ordine e dividerli in sezioni intitolate arbitrariamente, trasformò tutti i pronomi maschili in femminili, cosicché apparissero indirizzati ad una donna, invece che alFair Youth.
Shakespeare scrisse i suoisonetti probabilmente a partire dagli anni Novanta del Cinquecento, stagione della sonettistica elisabettiana, impegnadovisi soprattutto nel periodo di chiusura deiteatri diLondra, causata da una pestilenza, tra 1592 e 1593[1].
Malgrado l'impossibilità di risalire ad una datazione attendibile, la più precisa cronologia della composizione dei sonetti che la critica propone è la seguente:
Vi sono alcune analogie stilistiche che indurrebbero a far coincidere la stesura di alcuni (se non di tutti) i sonetti con quella delle prime commedie e dei poemetti.
Innanzitutto nel Venere e Adone è presente il tema dell'increase, che, come si è detto, è dominante nei primi 17 sonetti. Per questo motivo alcuni critici propendono per designare il 1593 come data di inizio della composizione. Nel sonetto 104 si fa riferimento al fatto che l'amicizia tra Shakespeare ed ilfair youth duri da tre anni, perciò i primi 104 sonetti sarebbero stati composti tra il 1593 ed il 1596.
Questa supposizione è avvalorata da evidenti analogie che esistono tra alcuni sonetti e una delle prime tragedie scritte da Shakespeare: Romeo e Giulietta.
"..Three winters cold/ Have from the forests shook three summers' pride..
..Since first I saw you fresh, which yet are green.."
Ed in Romeo e Giulietta,(I, ii, v.10) il vecchio Capuleti, usa la stessa metafora per convincere Paride ad attendere:
"Let two more summers wither in their pride."
" Full many glorious morning have I seen ",
si rileva un parallelismo con un altro punto della tragedia, dove Montecchi descrive la malinconia del figlio Romeo:
"Many a morning hath he there been seen/ With tears augmenting the fresh morning's dew."
" Anon permit the basest clouds to ride, / With ugly rack on his celestial face,
And from the forlorn world his visage hide/ Stealing unseen to west with this disgrace."
e le parole del Montecchi che descrivono con una metafora la fuga verso l'ombra:
"But all so soon as the all-cheering sun/ Should in the farthest east being to draw/ The shady courtains from Aurora's bed,/ Away from light steals home my heavy son,/ And private in his chamber pens himself,/ Shut up his windows, locks fair daylight out, / And makes himself an artificial night."
La prima testimonianza certa di pubblicazione è del1599, quando esce la raccolta poeticaThe Passionate Pilgrim, nella quale è contenuta una prima edizione diSonnet 138 e144[2].
NelloStationers' Register, che inetà elisabettiana raccoglieva e catalogava le opere in corso di pubblicazione, risulta in data 3 gennaio1600 un libretto intitolatoAmours by J. D. with certen other by W. S. ("Amori" di J.D. con alcuni sonetti di W.S.): potrebbe questa essere una prima pubblicazione dei sonetti shakespeariani, ma poiché il libro non ci è pervenuto non si può comprovare questa ipotesi con certezza.[3]
Prima del 20 maggio1609, data di pubblicazione certa del corpus dei sonetti secondo loStationers' Register, probabilmente questi circolavano già tra gli amici del drammaturgo, come testimonia una nota diFrancis Meres nel suoPalladis Tamia del1598[4], nonostante l'edizione di Thomas Thorpe specifichi che questi erano inediti.
ISonnets di Shakespeare sono una raccolta poetica di 154 sonetti aventi tutti lo stesso schema metrico: 14pentametri giambici disposti in trequartine in rima alternata più undistico conclusivo in rima baciata; tale era la modalità sonettistica inglese, che si discostava da quella italiana, dove il sonetto si componeva di due quartine e due terzine.
Da questa struttura si diversificano tre composizioni: il sonetto 99 presenta un verso in sovrannumero, il sonetto 126 ha due versi in meno ed il 145 è composto da ottonari invece che decasillabi.
Dopo una dedica iniziale i testi sono stati divisi in due blocchi dalla critica: da1 a126 i sonetti dedicati alfair youth, figura maschile connotata dabellezza positiva ma anche da un grandenarcisismo; tale sequenza è divisibile a sua volta a seconda dei temi trattati: l'increase, l'invito alla procreazione e al matrimonio (primi 17 sonetti), la promessa del poeta di donare alfair youth l'immortalità attraverso le proprie rime, vi sono poi sonetti meno celebrativi (i cui temi svariano dall'affetto reciproco, alla dichiarazione della propria indegnità, dal presentimento della morte, all'amarezza dovuta ad una temporanea separazione) ed un ultimo blocco "del poeta rivale", dove ilfair youth viene rimproverato per aver concesso il suo favore ad un altro poeta, ispirandone i versi. L'argomento principale, ma non unico, dei sonetti successivi (da127 a154) è la cosiddettadark lady, figura femminile oscura e opposta a quella del giovane, a cui il poeta si rivolge con intenti tutt'altro che celebrativi, almeno finché non ci si imbatte nelle ultime due righe del sonetto 130, le quali contrastano il quadro generale con cui era stata dipinta la donna. Contrariamente alfair youth alla dama bruna il poeta riserva accenti sia di scherzoso dileggio che di aperta misoginia.
Dedica a "Mr.W.H."
L'unica edizione dei sonetti pubblicata quando Shakespeare era ancora in vita è l'in quarto del1609 stampato daThomas Thorpe. L'edizione riporta quella che è stata definita "la dedica più enigmatica di tutta la letteratura inglese"[5]:

Secondo una recentissima ricerca del 2016 (Codice Shakespeare di Elvira Siringo)[1] la dedica potrebbe essere un semplice codice matematico di parole e lettere attraverso le quali è possibile ricostruire un ulteriore sonetto nascosto nella raccolta, che si configurerebbe come una grandiosa "Corona di Sonetti" (tecnica compositiva in uso nel Rinascimento per dimostrare virtuosismo poetico). La dedica infatti richiama la struttura del Sonetto elisabettiano in quanto è disposta su dodici linee più una coppia finale (T.T.).
I 154 sonetti non furono di numero casuale, ma anch'esso riconduce all'unitarietà: essendo il prodotto di 11 per 14 è la rappresentazione metaforica dell'unico sonetto perfetto, composto di undici sillabe per quattordici versi. Sembra suggerire la presenza di un unico sonetto nascosto i cui versi si desumono con matematica precisione dalle righe della dedica fino a comporre un sonetto di senso compiuto e intrigante.
Se tutto questo dovesse essere solo una coincidenza sarebbe davvero sbalorditivo, infatti il 155° sonetto confezionato dal curatore anonimo che li diede in stampa all'editore esprime un significato molto personale, tale che Shakespeare nel vedere la pubblicazione non disse nulla ma probabilmente decodificò il messaggio, infatti in risposta decise di lasciare Londra e ritornò a vivere a Stratford. (Per ulteriori dettagli: CODICE SHAKESPEARE, di Elvira Siringo.[2])
THESE.INSUING.SONNETS.
Mr.W.H. ALL.HAPPINESSE.
AND.THAT.ETERNITIE.
PROMISED.
BY.
OVR.EVER-LIVING.POET.
WISHETH.
THE.WELL-WISHING.
ADVENTVRER.IN.
SETTING.
FORTH.
- T.T.»
(traduzione:All'unico ispiratore[6] di / questi seguenti sonetti/Mr.W.H. ogni felicità/e quella eternità/promessa/dal/nostro immortale poeta/augura/colui che con buon augurio/si avventura nel/ pubblicare[7].)
La reale identità di "Mr.W.H." non è mai stata chiarita, e ha generato un gran numero di speculazioni. Sebbene secondo alcuni il fantomaticobegetter sia stato semplicemente il "procacciatore" della copia fraudolenta, gran parte della critica ritiene che si tratti invece dell'"ispiratore", ilfair friend ("bell'amico" o "biondo amico") a cui sono dedicati i primi 126 sonetti.
Ciò di cui ci si dimentica è che NON fu Shakespeare ad apporre la dedica ma un misterioso curatore. Se aggiungiamo che il significato della parolaBegetter èPadre, e sul frontespizio è indicato a chiare lettere SHAKE-SPEARE SONNETS potrebbe ipotizzarsi che l'anonimo li avesse dedicati proprio a lui:Master Will, come era comunemente chiamato. La lettera H non si configurerebbe come iniziale del cognome (che era forse superfluo!) ma potrebbe indicare la parolaHonor. Nel Rinascimento vi fu una disputa e la richiesta di abolire lalettera H, ma autorevoli letterati si schierarono in suo favore dicendo che essa simboleggia l'Honor - Onore dell'uomo. (Chi toglie l'H all'uomo non ne conosce l'Honore- ebbe a dire Ludovico Ariosto). Dunque Mr.W.H. potrebbe essere Master Will con H, ovvero Uomo d'onore.
La dedica prosegue ricordando il mantenimento di una promessa solenne, pronunciata ad unever- living, (cioè un uomo "sempre-vivo" ossia defunto), dunque il riferimento all'onore potrebbe essere plausibile. La nuova traduzione potrebbe allora essere:All'unico Padre di questi seguenti sonetti. Master Will uomo d'onore tutta la felicità e quella eternità promise, dal nostro immortale (defunto) poeta desiderata. Il benaugurante che si impegna in questa impresa nel pubblicare, Thomas Thorpe.[8]
Il riferimento ad una promessa da mantenere potrebbe spiegare l'unica reazione nota di Shakespeare, il quale vedendo la raccolta in stampa non commentò nulla ma decise di lasciare Londra e tornare a vivere definitivamente a Stratford. Non abbiamo molte notizie successive, è certo che compose il suo capolavoroLa Tempesta, opera d'apertura della prima pubblicazione completa delle sue opere che avvenne solo sette anni dopo la sua morte. L'enigmatica promessa potrebbe riguardare proprio l'impegno di riordinare le opere. Probabilmente in questi anni riordinò e affidò alla famiglia la grande mole di materiale, drammi storici, commedie e tragedie, tutti testi che servirono poi per preparare la pubblicazione definitiva.
Innumerevoli sono le persone accostate a queste iniziali, i candidati più probabili sono stati individuati nelconte di Southampton Henry Wriothesly e inWilliam Herbert, ma sono ipotesi fragili in quanto sarebbe stato offensivo rivolgersi a uomini nobili usando l'appellativo di Mr. cioè Master, gentiluomo.
I sonetti da 1 a 126 sono convenzionalmente il gruppo più ampio di sonetti, avente come oggetto l'amore per un giovane di sesso maschile, ilfair youth.
I primi 17 sonetti costituiscono un sottoinsieme, il quale, malgrado ilSonnet 15 anticipi il tema della poesia come fonte di eternità[9], sono tradizionalmente dettimatrimoniali[10], in quanto imperniati sul tema dellaprocreazione. Storicamente la critica ha individuato il destinatario di questi sonetti inHenry Wriothesly, terzo Conte di Southampton o inWilliam Herbert, III conte di Pembroke.
I seguenti 109 sonetti relativi alfair youth sono aperti dalSonnet 18, uno dei più celebri, nel quale l'io lirico non incita più il giovane a riprodursi, ma gli propone la funzione eternante della poesia a lui dedicata.
Nei sonetti che hanno al centro ilcharacter delladark lady, il poeta prende spunto da questa figura per spaziare su diversi temi, come l'amicizia o la letteratura.Un esempio di questo tipo di tema è ilSonnet 130 (My Mistress' eyes are nothing like the Sun), nel quale l'autore sembra sviluppare una diretta polemica contro i poeti del generepetrarchesco (buona parte dei suoi contemporanei), i quali amano una donna non reale, della quale con falsi paragoni vengono esagerati gli aspetti positivi; contrariamente l'amore dell'io lirico di quest'ultima parte deiSonnets è una donna nera di cui sono esagerati gli aspetti negativi.

Ilfair youth è il principale personaggio della raccolta di sonetti, oggetto di un amore "ispirato e profondo"[11], la cui qualità indecifrabile si situa tra sessuale, platonico e filiale.
Il personaggio ha dei connotati vaghi: i sonetti rivelano che è bello/biondo (fair) e giovane (youth), ma non approfondiscono mai una caratterizzazione esteriore precisa. IlSonnet 20 ce lo mostra, al secondo verso, comemaster mistress of my passion, ossia come un "padrone-padrona della passione amorosa" dell'io: così il fair youth acquista un'immagine di grande femminilità, una sorta diandrogino, oggetto del desiderio di entrambi i sessi (Which steals men's eyes and women's souls amazeth dice l'ottavo verso del medesimo sonetto).
Il dibattito sull'identificazione di questa figura enigmatica e misteriosa è apertissimo, arrivando a interessare quello sulla sessualità del poeta: infatti alcuni critici lo identificano conil terzo Conte di Southampton, protettore e amico di Shakespeare, ritenuto anche suo possibile amante[12].Oscar Wilde, grande amante deiSonnets, congettura inThe Portrait of Mr. W. H. l'esistenza, come dedicatario, di un giovane attore di nomeWillie Hughes, evincendola da dei giochi linguistici con le paroleWill eHues, presenti in molti testi tra i quali il citatoSonnet 20 o neiSonnet 135 e136[13].
Il secondocharacter è ladark lady: una donna scura di capelli e di pelle, di cui l'io si mostra innamorato nei sonetti successivi al127. Ella è incarnazione di un amore spesso crudele e infedele, è fascinosa figura del male, descritta comemy female evil ("la mia diavolessa", letteralmente "la mia donna malvagia" v. 5 delSonnet 144).
I suoi connotati di oscurità, impattando con il canone vigente di bellezza/biondezza (fair), ne fanno l'opposto delfair youth, ma anche una ennesima rottura delle convenzioni cortesi all'interno deiSonnets.
Recentemente sono stati scoperti alcuni documenti, i quali attesterebbero che la figura della Dark lady sia stata ispirata dalla tenutaria di un bordello londinese, frequentato da Shakespeare[14].
Il poeta è il terzocharacter della raccolta, quello meno rappresentato quantitativamente; i sonetti a lui dedicati sono compresi tra il78 e l'86[15].
L'identità di questo personaggio è misteriosa e difficilmente ricostruibile dagli indizi contenuti nei testi; tuttavia, la critica ha ipotizzato alcuni probabili nomi di noti contemporanei:Christopher Marlowe,Richard Barnfield,Walter Raleigh eGeorge Chapman[16].
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