| Solimano Çelebi | |
|---|---|
| Emiro diRumelia Pretendente altrono ottomano | |
| In carica | 1402 – 17 febbraio1411 |
| Predecessore | titolo istituito |
| Successore | Musa Çelebi |
| Nome completo | Emir Süleyman bin Bayezid Han |
| Nascita | Edirne,Impero ottomano,1377 |
| Morte | Istria,Rumelia (oggiRomania,17 febbraio1411 |
| Sepoltura | Türbe diOrhan I |
| Luogo di sepoltura | Bursa,Turchia |
| Dinastia | Ottomana |
| Padre | Bayezid I |
| Consorte | Figlia diTeodoro I Paleologo (1404) |
| Figli | Orhan Çelebi |
| Religione | Islam sunnita |
| Firma | |
SolimanoÇelebi (in turco ottomanoسليمان جلبي, in turcoSüleyman Çelebi, anche noto comeEmir Süleyman;Edirne,1377 –Istria,17 febbraio1411) è stato unprincipeottomano, pretendente al trono durante l'interregno (1402-1413), durante il quale controllò laRumelia.
Solimano Çelebi nacque nel 1377 aEdirne. Suo padre era il principeottomanoBayezid, figlio del sultanoMurad I, che nel 1389 sarebbe divenuto a sua voltasultano[1][2].
Nel 1390, suo padre lo nominògovernatore di una delleprovincie ottomane di nuova conquista, corrispondente ai territori delSaruhan. Nel 1393, conquistòTarnovo per ordine di suo padre, che voleva impedire un'alleanza bulgaro-ungherese. Nel 1396, prese parte allabattaglia di Nicopoli, dove venne notato per aver convinto suo padre a risparmiare la vita ai prigionieri con meno di venti anni. Nel 1398, sconfisse in battagliaKara-Yuluk Osman, sovrano diAk-Koyunlu, e occupòSivas, che gli venne data come feudo personale e che lasciò a Malkocoglu Mustafa nel 1400, quando la città fu minacciata daitimuridi. Nel 1400, Solimano divenne il figlio maggiore di Bayezid dopo la morte di suo fratello maggiore Ertuğrul, e venne quindi nominato governatore, oltre che di Saruhan, anche diAydin eKarasi[1].
Solimano, insieme ai suoi fratelliMustafa,Musa,Isa eMehmed, presero tutti parte allabattaglia di Ankara del 1402, in cui gli ottomani furono sconfitti daTamerlano, khan timuride, che prese prigionieri Bayezid e alcuni suoi figli, figlie e consorti[1][3].
Solimano guidava le truppe dell'ala sinistra e riuscì a fuggire insieme ad alcuni comandanti militari, fra cuiÇandarlı Ali Pasha, Kara Timurtas Pasha edEvrenos Bey, e a riparare aBursa, una delle principali città ottomane. Saputo che i nipoti di Tamerlano,Mehmed Mirza eAbu Bakr Mirza, stavano marciando sulla città, fuggì aGallipoli insieme al secondo esercito ottomano, portando con sé il tesoro, i suoi fratelli minori Kasim e Yusuf e sua sorella minore Fatma; arrivando in città il 20 agosto 1402[1][3].
Bisognoso di alleati, Solimano cercò immediatamente un trattato con ibizantini, che suo nonnoMurad I aveva ridotto al rango divassalli, offrendo di cedere loro Gallipoli, metàRumelia e la flotta ottomana, offerte che furono mal accolte dagli ottomani, e nel mentre cercò anche un'intesa conMircea I di Valacchia, con cui firmò la pace in ottobre 1402. A metà settembre, Solimano si recò aCostantinopoli per ratificare il trattato coi bizantini, ma l'imperatoreGiovanni VII Paleologo si rifiutò di firmale senza l'approvazione di suo zioManuele II, al momento assente. Alla fine, il trattato fu firmato nel gennaio 1403, con la mediazione diVenezia,Genova, ilduca di Nasso e gliOspitalieri di Malta, e Solimano giurò di rispettarlo nel nome del "grande profeta Gesù Cristo", che gli valse accuse di infedeltà da parte di suo fratello Musa nel corso delle successive guerre civili. Il trattato era fortemente sbilanciato: in cambio di vaghe promesse, i bizantini ricevetteroSalonicco,Kalamaria, i territori fra il fiumeGalicos eVardar e la costamarmara fino allaMesembria, oltre all'esenzione dai tributi. I genovesi ottennero una completa esenzione fiscale per i loro commerci e per i genovesi residenti nei territori ottomani, mentre i veneziani ricevettero quasi tutti i territori ottomani in Europa, più Atene eNegroponte, eStefano Lazarević ottenne l'indipendenza per i propri territori[4]. In più, Solimano dovette sposare la nipote di Manuele, figlia illegittima di suo fratelloTeodoro di Morea[5], e pretese che gli venissero consegnati come ostaggi Kasim, Yusuf, Fatma e il figlio di Solimano, Orhan[3][5][6].
Dopo la sua vittoria sugli ottomani e l'imprigionamento di Bayezid I, Tamerlano stabilì che tutti ibeylik da loro sottomessi riacquistassero l'indipendenza e che i territori rimanenti fossero spartiti fra i figli di Bayezid Solimano,Isa eMehmed, a cui assegnò, rispettivamente, laRumelia (con capitaleEdirne), l'Anatolia occidentale (con capitale Bursa) e l'Anatolia orientale (con capitaleAmasya)[7][8].
Inviò ambasciatori con doni a tutti e tre e consegnò loro un editto col suotamga (sigillo) che stabiliva i rispettivi diritti sulle terre, obbligandoli anche a congratularsi e a inviarsi doni l'un l'altro. Nel 1403, liberò ancheMusa e lo inviò a prendere il posto di Isa in Anatolia, ponendolo però sotto la tutela di Mehmed. Tuttavia, non appena Tamerlano si ritirò a est, iniziò una furiosa guerra civile fra i fratelli, con lo scopo di riunire l'Impero ottomano e prenderne possesso[1][9][10].
A dare avvio alle ostilità fu Mehmed, che cercò di ottenere la sottomissione di Isa, che da parte sua si alleò con Solimano contro il fratello. Tuttavia, nel 1403 Mehmed sconfisse Isa a Ulubat, costringendolo alla fuga a Costantinopoli, e si proclamòSultano. In agosto, Solimano pagò il riscatto per Isa e lo riarmò, spronandolo ad affrontare nuovamente Mehmed. Isa conquistòKarasi, Beypazarı e Sivrihisar, ma non riuscì a ottenere che Bursa gli aprisse le porte[1][11]. Isa morì nello stesso mese per cause ignote, e della sua morte furono accusati sia Mehmed che Solimano[1][12].
Dopo la morte di Isa, Solimano scese personalmente in campo contro Mehmed. Nel marzo 1404, Solimano prese Bursa. Mehmed cercò di radunare le sue forze adAnkara, ma quasi nessuno dei suoi vassalli rispose. Impossibilitato ad affrontare Solimano, Mehmed lasciò la difesa di Ankara al suo luogotenente Firuzoğlu Yakup Bey e si rifugiò a Rum. Quando Solimano marciò su Ankara, la città bassa gli aprì le porte, ma Yakub Bey e un piccolo gruppo di sodali si rifugiarono nella cittadella fortificata e inviarono una richiesta d'aiuto a Mehmed, ma la risposta fu intercettata daÇandarlı Ali Pasha e sostituita con una che ordinava di arrendersi a Solimano. Ottenuta la resa di Ankara, Solimano tornò a Bursa[13]. Nel corso del 1404, Solimano conquistò gran parte dei territori anatolici: meglio armato e sostenuto rispetto a Mehmed, non incontrò nessuna resistenza e nell'estate 1405 poté tornare in Rumelia per sopprimere una rivolta in Bulgaria. Dopodiché, affrontò nuovamente Mehmed nel giugno 1407, sconfiggendolo e obbligandolo alla fuga sulle montagne diSmirne. Nel settembre, Solimano mise insieme un esercito di 25.000 uomini che comprendeva truppe daMenteşe,Karaman eGermiyan per oltre 15.000 unità (rispettivamente 2.000, 3.000 e 10.000 uomini per parte), e si preparò a marciare su Smirne[1][14][15][16][17]. Fu in questo periodo che in Europa si diffuse la diceria che Solimano fosse "l'imperatore dei Turchi"[14].
Nel 1408, Mehmed sobillò suo fratelloMusa sperando che creasse un diversivo che distraesse Solimano e gli permettesse di riprendere terreno in Anatolia. Solimano contattò i sovrani di Karaman e Germiyan con l'ordine di catturare Musa, che sfuggì aSinop, nelCandar. Solimano marciò contro Sinop, ma fu bloccato dall'inverno e dovette fermarsi aGoynuk, ma col ritorno dell'estate Musa era già fuggito inValacchia, forse con l'aiuto diManuele II Paleologo, dove fu accolto daMircea I, che gli diede in moglie sua figlia[3][18].
Impegnato in Anatolia, Solimano dovette necessariamente adottare una politica pacifica in Rumelia, interrompendo le incursioni verso i regni cristiani. Questo causò il risentimento deigiannizzeri, truppe che erano pagate quasi esclusivamente coi bottini di guerra, che per questo motivo disertarono in gran numero a favore di Musa[19][20]. A settembre 1409, Musa invase la Mesembria, e nel febbraio 1410 raggiunse Edirne, occupando nel frattempo anche Gallipoli, così da impedire a Solimano di tornare in Rumelia[3].
Solimano riuscì ad attraversare iDardanelli grazie all'aiuto di Manuele II Paleologo. La sua fuga creò un clima di instabilità in Anatolia, dove Mehmed e i beylikari locali iniziarono a spartirsi le sue terre, ma il 15 giugno 1410 Solimano riuscì a sconfiggere Musa nellabattaglia di Kosmidion, la quale vide affrontarsi anche i principi serbiVuk Lazarević eLazar Branković. Alla fine, Musa giustiziò Vuk per tradimento. Solimano e Musa si affrontarono nuovamente l'11 luglio a Edirne, e Solimano vinse nuovamente, e in seguito bruciòFilippopoli per vendetta, trasformando la città in un terreno di costante battaglia fra i due[1][3][21][22][23].
Le fonti sono vaghe su cosa successe fra il 1410 e la morte di Solimano a febbraio 1411, tranne che sul fatto che per qualche ragione perse quasi tutto il supporto dei suoi alleati, che disertarono per Musa quando marciò per l'ultima volta su Edirne[3][24].
Secondo le cronache, l'11 febbraio 1411 la città si arrese mentre Solimano giaceva ubriaco in unhammam, dopo che aveva scacciato i suoi fedelissimi, Kara Bey, Kara Mukbil e Orhan Bey, venuti ad avvertirlo dell'attacco. Solimano riuscì a lasciare la città, ma il 17 febbraio 1411, mentre cercava di raggiungere Costantinopoli, venne catturato e consegnato a Musa, che lo fece strangolare. Un'altra versione vuole che Solimano venne tradito e ucciso e la sua testa consegnata a Musa, che ordinò di giustiziare i traditori e bruciare il loro villaggio[3][24].
I resti di Solimano furono sepolti a Bursa, nellatürbe diOrhan I[1].

Basandosi sulle monete da lui coniate e sulle cronache ottomane, Solimano usò solamente il titolo diEmiro e non assunse mai il titolo disultano, pur essendo per quasi tutto l'interregno il pretendente più potente e quello che controllava l'area più vasta e rilevante[25][26].
Ciononostante, è esistita una tradizione storica occidentale che lo vedeva comelegittimo sultano ottomano ed era solita attribuirgli tale titolo, insieme alla nomea di "Solimano I". In base a questa numerazione, i due legittimi sultani con lo stesso nome erano indicati erroneamente come "Solimano II" (Solimano I il Magnifico) e "Solimano III" (Solimano II)[25][26].
Solimano aveva un'unica consorte nota, che era l'unica figlia, illegittima, diTeodoro I Paleologo, despota di Morea e figlio dell'imperatoreGiovanni V[27]; che lui sposò nel 1404 a seguito del trattato firmato con Manuele II, fratello di Teodoro[5][28].
Aveva un solo figlio noto, nato da una concubina senza nome:[5][28]
Nelle cronache più antiche, Solimano viene descritto come un coraggioso guerriero, ma dotato di misericordia e gentilezza, facendo riferimento agli episodi in cui liberò o risparmiò la vita ai prigionieri più giovani. Era anche noto come il protettore di numerosi poeti, fra cuiSüleyman Dede,Ahmedi, Niyazi, Khamzevi e Haci Pasha[1][2].
Tuttavia, le cronache successive descrissero soprattutto la sua tendenza all'alcoolismo e ad altri vizi edonistici, insistendo in particolare sull'abitudine di bere vino negli hammam fino all'ubriachezza[1][2][25][29].
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