Dies Natalis Solis Invicti ("Giorno di nascita del Sole Invitto")
Sol Invictus ("Sole invitto", ovvero "Sole mai sconfitto") o, per esteso,Deus Sol Invictus ("Dio Sole invitto") era un appellativoreligioso usato per diverse divinità nelTardo Impero romano, qualiHelios,El-Gabal,Mitra eApollo, che finirono per essere fra loro assimilate, nel periodo delladinastia dei Severi, all'interno di un monoteismo "solare"[2][3].
Al contrario del precedente culto agreste diSol Indiges ("Sole nativo" o "Sole invocato" - l'etimologia e il significato del termineindiges sono dubbie), il titoloDeus Sol Invictus fu formato per analogia con la titolatura imperialePius, Felix, Invictus (Devoto, Fortunato, Invitto).
Antoniniano dell'imperatoreMarco Aurelio Probo (280 circa), con Sol Invictus alla guida di unaquadriga, con iscrizione SOLI INVICTO, "Al Sole Invitto". Notare come l'imperatore porti una corona radiata, attributo del dio.
Secondo alcuni autori, il culto delSol Invictus discende da quello delSol Indiges; secondo altri, ha invece origine in Oriente dove le celebrazioni rituali della nascita del Sole inSiria edEgitto erano di grande solennità e prevedevano che i celebranti ritiratisi in appositi santuari ne uscissero a mezzanotte, annunciando che la Vergine aveva partorito il Sole, raffigurato come un infante. In particolare, è l'apologeta cristianoEpifanio di Salamina[4] a segnalare che in alcune città d'Arabia e d'Egitto i pagani celebravano una festa dedicata al trionfo della luce sulle tenebre, e incentrata sulla nascita del dioAîon, generato dalla vergineKore, con un evidentissimo rimando alla dottrina dell'eterno ritorno: si noti che nella tradizione cosmologica greca "Aîon" era uno degli aspetti del Tempo, inteso nella sua valenza di eterno presente; in greco, inoltre, "kore" è la parola che designa genericamente la "fanciulla" ossia il femminile nelle sue infinite potenzialità, Kore è anche il nome con cui è nota la figura mitologica diPersefone. La testimonianza di Epifanio è confermata anche daCosma di Gerusalemme[5], che ancora nel VII secolo menziona la celebrazione di analoghe cerimonie nella notte tra il 24 e il 25 dicembre.
P MTR P X-ICOS IIIP [P], il Sole avanza verso sinistra. Alza il braccio destro, ha una frusta nella sinistra, laclamide appuntata sulla spalla destra, e la corona a raggi sulla testa;S C ai lati
Sebbene vi siano emissioni monetali delSole risalenti almeno all'epoca diCaracalla, il culto acquisì importanza a Roma per la prima volta conEliogabalo, proveniente daEmesa, inSiria, dove era sacerdote del culto diElagabalus Sol Invictus, il Dio-Bolide solare della sua città natia. Nel 218, divenuto imperatore a quattordici anni dopo vicende complesse e turbolente, Eliogabalo si adoperò in ogni modo per diffondere il culto, tramite editti e facendo erigere sulPalatino un sontuoso tempio dedicato alla nuova divinità, ma incontrò una fortissima opposizione da parte delSenato e dellaguardia pretoriana.[6] Con la morte violenta dell'imperatore nel 222, questo culto terminò il proprio breve periodo di successo, ma continuò per secoli in maniera residuale: l'iconografia introdotta durò per lungo tempo, e molti imperatori continuarono a essere ritratti sulle monete con l'immagine della corona radiata solare per quasi un secolo.
IlSol Invictus compare inoltre come divinità subordinata associata al culto diMitra. Il termineInvictus compare anche riferito a Mitra stesso e al dioMarte nelle iscrizioni private dei dedicanti e dei devoti.
Aureliano con la corona radiata, su unantoniniano rinvenuto a Roma, 274-275Mitra al centro e ilSol Invictus in alto a sinistra, Musei Vaticani
Nel 272Aureliano sconfisse la principale nemica dell'impero, la reginaZenobia delRegno di Palmira, grazie all'aiuto provvidenziale dellacittà-Stato diEmesa. L'imperatore stesso dichiarò di aver avuto la visione del dio Sole di Emesa, che interveniva per rincuorare le truppe in difficoltà nel corso della battaglia decisiva[7].
In seguito, nel 274, Aureliano trasferì aRoma i sacerdoti del dioSol Invictus e ufficializzò il culto solare di Emesa, edificando untempio sulle pendici delQuirinale e creando un nuovo corpo di sacerdoti (pontifices solis invicti). Comunque, al di là dei motivi di gratitudine personale, l'adozione del culto delSol Invictus fu vista da Aureliano come un forte elemento di coesione dato che, in varie forme, il culto del Sole era presente in tutte le regioni dell'Impero. Anche molte divinità greco-romane, comeGiove eApollo, erano identificate con il Sole. Inoltre, come riferisce l'apologista cristianoTertulliano, molti credevano erroneamente che gli stessi cristiani adorassero il Sole, ed è lecito pensare che l'iniziativa di unificare in un unico culto tante similitudini potesse servire a governare la forte ascesa del cristianesimo.
Sebbene ilSol Invictus di Aureliano non sia ufficialmente identificato conMitra, richiama molte caratteristiche delmitraismo, compresa l'iconografia del dio rappresentato come un giovane senza barba.
Aureliano consacrò il tempio delSol Invictus in una data ignota verso la fine del 274[8], facendo del dio-Sole la principale divinità del suo impero e, come altri prima di lui, fu raffigurato con una corona a raggi. Si presume che a lui risalga la festa solstiziale delDies Natalis Solis Invicti, il "Giorno di nascita del Sole Invitto". La scelta di questa data poteva rendere più importante la festa, in quanto la innestava, concludendola, sulla festa romana più antica, iSaturnali.
La celebrazione delSole Invitto proprio il 25 dicembre è tuttavia testimoniata solo nelCronografo del 354 insieme alla testimonianza delNatale, di cui si trova traccia già nelCommentario su Daniele di sant'Ippolito di Roma, risalente al 203-204. Durante il regno di Licinio la celebrazione delSol Invictus si svolse il 19 dicembre, data forse più prossima al solstizio astronomico nelcalendario allora in vigore[9][10]. La festa era celebrata anche in altre date, ad esempio dal 19 al 22 ottobre[11].
La prima testimonianza della celebrazione delNatale cristiano successiva alCronografo del 354 risale al 380, grazie ai sermoni di sanGregorio di Nissa. La festa del Natale di Cristo, infatti, non è riportata nei più antichi calendari delle festività cristiane in quanto i cristiani prediligevano altre feste fra cui oltre alla Pasqua anche l'Epifania/Battesimo di Gesù e ilconcepimento, ipotizzato 33 anni esatti prima della morte di Gesù. Fra le date festive più antiche figurano proprio il 6 gennaio e il 28 marzo (o altra data pasquale per il presunto anno di nascita di Gesù).
Durante lepersecuzioni dei Cristiani, a causa di una grave pestilenza che devastava l'impero,Gallo ordinò di compiere sacrifici in onore di Apollo-Sole.
Moneta di Costantino, con una rappresentazione del Sol Invictus e l'iscrizione SOLI INVICTO COMITI, "al compagno (di Costantino), il Sole Invitto"
Massenzio, vinto da Costantino sul Ponte Milvio il 28 ottobre 312, era un cultore di Apollo-Sole.
Anche l'imperatoreCostantino sarebbe stato un cultore del Dio Sole, in qualità diPontifex Maximus dei Romani. Egli, infatti, raffigurò ilSol Invictus sulla sua monetazione ufficiale, con l'iscrizioneSOLI INVICTO COMITI, "Al compagno Sole Invitto", definendo quindi il dio come un compagno dell'imperatore.[12]
Con un decreto del 7 marzo 321 Costantino stabilì che il primo giorno della settimana (il giorno del Sole,Dies Solis) doveva essere dedicato al riposo:
(latino)
«Imperator Constantinus.Omnes iudices urbanaeque plebes et artium officia cunctarum venerabili die solis quiescant. ruri tamen positi agrorum culturae libere licenterque inserviant, quoniam frequenter evenit, ut non alio aptius die frumenta sulcis aut vineae scrobibus commendentur, ne occasione momenti pereat commoditas caelesti provisione concessa. * const. a. helpidio. * <a 321 pp. v non. mart. crispo ii et constantino ii conss.>»
(italiano) «Nel venerabile giorno del Sole, si riposino i magistrati e gli abitanti delle città, e si lascino chiusi tutti i negozi. Nelle campagne, però, la gente sia libera legalmente di continuare il proprio lavoro, perché spesso capita che non si possa rimandare la mietitura del grano o la semina delle vigne; sia così, per timore che negando il momento giusto per tali lavori, vada perduto il momento opportuno, stabilito dal cielo.»
Letteralmente natale significa "nascita". La festività delDies Natalis Solis Invicti ("Giorno di nascita del Sole Invitto") veniva celebrata nel momento dell'anno in cui la durata del giorno cominciava ad aumentare dopo ilsolstizio d'inverno: la "rinascita" del sole.Il termine solstizio viene dal latinosolstitium, che significa letteralmente "sole fermo" (dasol, "sole", esistere, "stare fermo").
Infatti nell'emisfero nord dellaTerra tra il 22 e il 24 dicembre il sole sembra fermarsi in cielo (fenomeno tanto più evidente quanto più ci si avvicina all’equatore). In termini astronomici, in quel periodo il sole inverte il proprio moto nel senso delladeclinazione, cioè raggiunge il punto di massima distanza dalpiano equatoriale. Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima. Si verificano cioè la notte più lunga e il dì più corto dell’anno. Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d'estate, in giugno, quando avremo il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta. Il giorno del solstizio cade generalmente il 21, ma per l’inversione apparente del moto solare diventa visibile il terzo/quarto giorno successivo. Il sole, quindi, nel solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell’oscurità, ma poi ritorna vitale e "invincibile" sulle stesse tenebre. E proprio il 25 dicembre sembra rinascere, ha cioè un nuovo "Natale". Questa interpretazione "astronomica" può spiegare perché il 25 dicembre sia una data celebrativa presente in culture e luoghi così distanti tra loro.
Dopo aver abbracciato la fede cristiana, nel 330 l'imperatore ufficializzò per la prima volta il festeggiamento dellanatività di Gesù, che con un decreto fu fatta coincidere con la festività pagana della nascita di Sol Invictus. Il "Natale Invitto" divenne il "Natale" cristiano.[13]
Il 3 novembre 383 ilDies Solis, chiamato ancheDies Dominicus, giorno del Signore, in accordo con l'uso cristiano attestato da quasi tre secoli (cfr.Apocalisse 1, 16), fu dichiarato giorno di riposo obbligatorio per le liti giuridiche, per gli affari e per la riscossione dei debiti, comandando che fosse considerato sacrilego chi non ottemperava all'editto:
«Idem aaa. ad Principium praefectum praetorio. Solis die, quem dominicum rite dixere maiores, omnium omnino litium et negotiorum quiescat intentio; debitum publicum privatumque nullus efflagitet; ne aput ipsos quidem arbitros vel e iudiciis flagitatos vel sponte delectos ulla sit agnitio iurgiorum. Et non modo notabilis, verum etiam sacrilegus iudicetur, qui a sanctae religionis instinctu rituve deflexerit. Proposita III non. nov. Aquileiae Honorio n. p. et Evodio conss.»
La terminologia relativa alla luce e alle sue fonti: lucerna, fuoco, stelle, Luna e -primo fra tutti- Sole, si riferisce innanzitutto alla loro realtà fisica. In seguito all'esperienza umana questi termini si caricarono di ulteriori significati e divennero metafora o simbolo, assumendo sensi più ampi e complessi. Ad esempio la luce si contrappone all'oscurità, il giorno alla notte e per questo motivo la luce diventa simbolo di verità, di conoscenza, di consapevolezza che si contrappone all'oscurità dell'ignoranza e della menzogna. Questo processo è molto antico e ha portato per esempio i popolimesopotamici ad attribuire al dio soleŠamaš il compito di garantire la giustizia e il rispetto degli accordi. Già nella stele diHammurabi il re babilonese è ritratto mentre riceve da Šamaš le leggi che poi promulgherà.
Un legame tra il Sole e la figura delMessia atteso dal popolo ebraico compare nella profezia biblica:
«la mia giustizia sorgerà come un sole e i suoi raggi porteranno la guarigione...il giorno in cui io manifesterò la mia potenza, voi schiaccerete i malvagi...»
«La sua parola è come parola del cielo; il suo insegnamento è secondo la volontà di Dio. Il suo eterno Sole splenderà e il suo fuoco sarà fulgido in tutti i confini della terra; sulla tenebra splenderà. Allora la tenebra sparirà dalla terra, l'oscurità dalla terraferma.»
Il riferimento al sole è condizionato dal fatto che il Vangelo afferma che Dio stesso è Luce: "Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che ora vi annunziamo: Dio è luce e in lui non ci sono tenebre" 1 Gv 1,5[18]).
L'annuncio dell'arrivo di un Sole di giustizia, presente nel libro diMalachia che conclude ilTanakh, è stato interpretato dai cristiani come un annuncio profetico della nascita di Gesù. La presenza di un importante annuncio era resa ancora più verosimile dal fatto cheMalachia non è il nome dell'autore del libro, ma significamessaggero. Questa interpretazione è implicita già nel primo capitolo delvangelo secondo Luca (Lc 1, 78-79[19]), in cuiZaccaria, quando preannuncia cheGiovanni Battista andrà "dinanzi al Signore a preparargli la via", profetizza che la misericordia di Dio "ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace»", e infatti nel capitolo successivo Gesù è presentato come "luce per illuminare le nazioni" (cfr. Lc 2, 32[20]).
Il simbolismo teologico "Cristo-Luce" è caratteristico delVangelo secondo Giovanni (cfr. Gv 1, 4-9[21] e Gv 8, 12[22]), che mette spesso in evidenza la contrapposizione tra luce e tenebra. Nelleepistole paoline la simbologia della luce è molto presente con una grande ricchezza di sfumature e significati (ad es. Ef 5, 8-14[23]), tra i quali viene associato anche il Messia citato in modo simile nellaletteratura rabbinica[24]: «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse». (cfr. Is 9,1[25]).
Se la simbologia della luce è ben presente nelNuovo Testamento, il Sole non viene quasi mai associato esplicitamente a Cristo. Il Sole come termine ricorre 22 volte e solo due volte viene usato come paragone per lo splendore del volto di Gesù. La prima circostanza è latrasfigurazione, durante la quale il volto di Gesù splendeva come il sole (Mt 17, 2[26]).[27] Anche nell'Apocalisse di Giovanni, quando Cristo appare all'apostolo: "il suo volto somigliava al sole quando splende in tutta la sua forza" (Ap 1, 16[28]).
Il simbolismo solare è invece molto comune fra i primi scrittori cristiani, che distinsero il "veroSol iustitiae da quello venerato dai pagani e daimanichei"[29]. Il simbolismo era anche stimolato dal racconto dellarisurrezione, di cui il risorgere quotidiano del Sole può essere considerato una metafora.
L'iconografia cristiana delle origini utilizzò sistematicamente temi iconografici pagani, soprattutto nei primi tre secoli, quando il rischio delle persecuzioni impediva l'uso in luoghi come lecatacombe di simboli troppo esplicitamente cristiani. Furono perciò adottati anche attributi solari per alludere a Cristo, come la corona radiata delSol Invictus o, in alcuni casi, il carro solare. Unmosaico forse raffigurante Gesù comeApollo-Helios è stato scoperto in unmausoleo sotto labasilica di San Pietro e datato circa al 250, nel periodo cioè delle persecuzioni diValeriano. La valenza cristiana del mosaico si dedurrebbe dai tralci di vite che circondano l'immagine del dio Helios[30].
Fin dagli albori del cristianesimo le chiese cristiane - dove era possibile - furono orientate con l'abside aOriente. Ciò potrebbe avere un'interpretazione solare dato che l'Oriente può essere considerato simbolicamente il punto dove sorge il sole (invitto dopo la lotta contro le tenebre) e sale nel cielo. La presenza di affreschi delCristo Pantocratore nell'abside delle prime chiese rafforzerebbe l'identificazione del Risorto con il Sole. Tuttavia, già secoli prima del culto delSol invictus, iltempio di Salomone era orientato lungo l'asse est-ovest (ma con l'ingresso a est). Anche lesinagoghe dovevano essere orientate a est tutte le volte che non era possibile orientarle versoGerusalemme.
L'utilizzo del sole come simbolo cristologico è durato nei secoli sino a oggi. Anche nell'abside esterna delDuomo di Milano vi è la raffigurazione dellaTrinità, in cui il Cristo è raffigurato non come una persona umana ma come un sole fiammeggiante di pietra. Il monogrammaIHS sormontato da una croce e posto dentro una razza fiammante è uno dei più comunicristogrammi (ripreso come simbolo dellaCompagnia di Gesù, per esempio). Gliostensori, che avevano inizialmente una forma di teca (ostensori architettonici) hanno per lo più la forma di disco solare. La razza (o raggiera) fiammante è considerata uno dei simboli più tipici del sole.
Sovrapposizione fra culto solare e culto cristiano
Molto prima che Eliogabalo e i suoi successori diffondessero a Roma il culto siriaco delSol invictus, molti Romani ritenevano che i cristiani adorassero il sole:
«Gli adoratori diSerapide sono cristiani e quelli che sono devoti al dio Serapide chiamano sé stessi Vicari di Cristo.»
«…molti ritengono che il Dio cristiano sia il Sole perché è un fatto noto che noi preghiamo rivolti verso il Sole sorgente e che nel Giorno del Sole ci diamo alla gioia.»
(Tertulliano,Ad nationes, apologeticum, de testimonio animae)
Questa confusione era senz'altro favorita dal fatto che Gesù era risorto nel primo giorno della settimana, quello dedicato al sole, e perciò i cristiani avevano l'abitudine di festeggiare proprio in quel giorno (oggi chiamatodomenica):
«Nel giorno detto del Sole si radunano in uno stesso luogo tutti coloro che abitano nelle città o in campagna, si leggono le memorie degli apostoli o le scritture dei profeti, per quanto il tempo lo consenta; poi, quando il lettore ha terminato, il presidente istruisce a parole ed esorta all'imitazione di quei buoni esempi. Poi ci alziamo tutti e preghiamo e, come detto poco prima, quando le preghiere hanno termine, viene portato pane, vino e acqua, e il presidente offre preghiere e ringraziamenti, secondo la sua capacità, e il popolo dà il suo assenso, dicendoAmen. Poi viene la distribuzione e la partecipazione a ciò che è stato dato con azioni di grazie, e a coloro che sono assenti viene portata una parte daidiaconi. Coloro che possono, e vogliono, danno quanto ritengono possa servire: lacolletta è depositata al presidente, che la usa per gli orfani e le vedove e per quelli che, per malattia o altre cause, sono in necessità, e per quelli che sono in catene e per gli stranieri che abitano presso di noi, in breve per tutti quelli che ne hanno bisogno.»
Questa scelta liturgica era inevitabile. Il giorno del sole, infatti, non solo era proprio il primo della settimana, quello in cui Gesù era risorto, ma anche aveva una valenza metaforica teologicamente e scritturalmente corretta. L'abitudine di chiamare tale giorno "giorno del Signore" (dies dominica, da cui, appunto il nome domenica) compare per la prima volta alla fine del I secolo (Apocalisse 1, 10[31]) e poco dopo nelladidaché, prima cioè che il culto del Sol Invictus prendesse piede.
Anche la decisione di celebrare la nascita di Cristo in coincidenza col solstizio d'inverno ha dato origine a molte controversie, dato che le date di nascita di Gesù fornite dai Vangeli sono imprecise e di difficile interpretazione. Le prime notizie di feste cristiane per celebrare la nascita di Cristo risalgono circa all'anno 200.Clemente Alessandrino riporta diverse date festeggiate in Egitto, che sembrano coincidere con l'Epifania o col periodo pasquale (cfr.Data di nascita di Gesù). Nel 204 circa, invece,Ippolito di Roma propone il25 dicembre (e la correttezza storica di tale scelta sembrerebbe essere stata approssimativamente confermata da recenti scoperte[32]).
La decisione delle autorità romane, tuttavia, di uniformare la data delle celebrazioni proprio il 25 dicembre potrebbe essere stata stabilita in buona parte per motivi "politici" in modo da congiungersi e sovrapporsi alle feste pagane dei Saturnali e del Sol invictus.[senza fonte]|
La confusione delle date liturgiche fra i culti continuò per un certo periodo, anche perché ovviamente l'editto di Tessalonica, che proibiva i culti diversi dal cristianesimo, non determinò la conversione immediata dei pagani. Ancora ottanta anni dopo, nel 460, ilpapa Leone I sconsolato scriveva:
«È così tanto stimata questa religione del Sole che alcuni cristiani, prima di entrare nellabasilica di San Pietro in Vaticano, dopo aver salito la scalinata, si volgono verso il Sole e piegando la testa si inchinano in onore dell’astro fulgente. Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto che viene ripetuto per mentalità pagana. I cristiani devono astenersi da ogni apparenza di ossequio a questo culto degli dei.»
(Papa Leone I,7° sermone tenuto nel Natale del 460 - XXVII-4)
La sovrapposizione fra culto solare e culto cristiano ha dato origine a molte controversie, tanto che alcuni hanno sostenuto che il cristianesimo sia stato pesantemente influenzato dalmitraismo e dal culto del Sol invictus o addirittura trovi in essi la sua radice vera. Questa ipotesi si forma durante ilRinascimento, ma si è diffusa negli ultimi decenni del XX secolo, tanto da essere considerata (se non accettata) perfino negli ambienti piùprogressisti delle chiese cristiane. Un esempio di questa ipotesi ce lo fornisce ilvescovo sirianoJacob Bar-Salibi che, alla fine delXII secolo, scrive:[33]
«Era costume dei pagani celebrare al 25 dicembre la nascita del Sole, in onore del quale accendevano fuochi come segno di festività. Anche i Cristiani prendevano parte a queste solennità. Quando i dotti della Chiesa notarono che i Cristiani erano fin troppo legati a questa festività, decisero in concilio che la "vera" Natività doveva essere proclamata in quel giorno.»
In tempi recenti, il cardinale Joseph Ratzinger (poipapa Benedetto XVI) parla della cristianizzazione della festa antico-romana dedicata al sole e agli dei che lo rappresentavano[34] osservando però che la tesi della scelta del 25 dicembre come data della nascita di Cristo fatta in opposizione al culto mitraico o come risposta cristiana al culto del Sol Invicuts non è più sostenibile.[35][36]
^Secondo vari autori la festa del Sol Invictus non fu sempre celebrata in dicembre, ma anche in altri periodi dell'anno, come il mese di ottobre (Cfr. M. R. Salzman,New Evidence for the Dating of the Calendar at Santa Maria Maggiore in Rome, Transactions of the American Philological Association (111) 1981, pp. 215-227, a p. 221) o il 19 dicembre (Cfr. Lucio De Giovanni,Costantino e il mondo pagano: studi di politica e legislazione, M. D'Auria Editore, 1989). Va anche considerato che, secondoGaston H. Halsberghe, Aureliano riformò un culto, quello del dio Sol Invictus, che aveva perso seguito tra i fedeli negli anni precedenti, e lo fece per unificare l'impero e rinnovare i legami con l'autorità centrale dopo le varie guerre e i vari imperatori succedutisi rapidamente. Compì quindi non solo una riforma religiosa ma anche una vera e propria riforma amministrativa: «La Cristianità era infatti in pieno sviluppo -scrive Halsberghe- e i culti orientali avevano scosso la fede nelle antiche divinità romane e le aveva derubate della loro capacità di sostenere la devozione». Per Halsberghe quindi, in un periodo storico in cui l'aspirazione religiosa conduceva verso il monoteismo, il nuovo culto del Sol Invictus suggellò gli sforzi di Aureliano per stabilire la centralizzazione e il coordinamento dell'impero: «Lo Stato romano era tornato a essere uno, ma aveva un leader, l'imperatore, e un unico dio per proteggerlo, il dio Sol Invictus». Il dio Sole fu lo strumento con il quale Aureliano si identificò nella divinità, e con il quale rafforzò la sua autorità. La conseguenza immediata del monoteismo del Sole, dice ancora Halsberghe, «è stata così l'unità religiosa dell'impero e la divinizzazione dell'Imperatore nella sua persona». Cfr.: Gaston H. Halsberghe,The Cult of Sol Invictus, Brill Archive, 1972, pp. 130-157
^Cfr. a titolo esemplificativoGiovanni Filoramo,Che cos'è la religione, Torino, Einaudi, 2004, p.190.
^Per una disamina più approfondita sul "monoteismo solare" cfr., ad esempio, il capitolo VIII,Monoteismo solare, inStoria della religiosità greca diWilhelm Nestle tradotto in lingua italiana dalla Nuova Italia di Firenze nel 1973.
^Contro le eresie, 51,22,8-11, in:GCS (Die griechischen christlichen Schriftsteller der ersten drei Jahrhunderte), Epiphanius, II, 285-286.
^Discorso 51, in:PG (Patrologia Graeca, a cura dell'abateJacques Paul Migne) 38,464.
^Dettagli su queste vicende sono forniti dalla controversaHistoria Augusta, un'opera probabilmente della fine del IV secolo, il cui anonimo autore sembra essere pagano e anti-imperiale, vicino alla classe senatoria: «Sed ubi primum ingressus est urbem, omissis quae in provincia gerebantur, Heliogabalum in Palatino monte iuxta aedes imperatorias consecravit eique templum fecit, studens et Matris typum et Vestae ignem et Palladium et ancilia et omnia Romanis veneranda in illud transferre templum et id agens, ne quis Romae deus nisi Heliogabalus coleretur. Dicebat praeterea Iudaeorum et Samaritanorum religiones et Christianam devotionem illuc transferendam, ut omnium culturarum secretum Heliogabali sacerdotium teneret.» (Cfr. "Heliogabalus", 3, 4-5).
^L'ordine ufficiale dato all'esercito di Licinio di celebrare la festa il 19 dicembre è tramandato in un'iscrizione citata a p. 480 e nota 128 di: Allan S. Hoey,Official Policy towards Oriental Cults in the Roman Army,Transactions and Proceedings of the American Philological Association, 70, (1939:456-481).
^Cfr. anche Lucio De Giovanni,Costantino e il mondo pagano: studi di politica e legislazione, M. D'Auria Editore, 1989.
^In questo periodo si svolgevano iLudi Solis, cioè i "Giochi del Sole", sempre secondo il Cronografo del 354. La maggiore durata delle celebrazioni sembra indicare una maggiore importanza di questa festa rispetto a quella del solstizio di dicembre (M. R. Salzman,New Evidence for the Dating of the Calendar at Santa Maria Maggiore in Rome, Transactions of the American Philological Association 111 (1981, pp. 215-227) p. 221).
^E. Horst,Costantino il grande, Milano, 1987, p. 31.
^vedi Treccani Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti, voce Natale.
^Is 30, 26, suLa Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
^Is 62, 1, suLa Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
^Sap 5, 6, suLa Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
^Il testo citato è databile alla fine del II secolo a.C.; cfr. Giovanni Ibba,Qumran. Correnti del pensiero giudaico (II a.C.-I d.C.), Carocci, Roma-Urbino, 2007, p.111.
^1 Gv 1,5, suLa Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
^Lc 1, 78-79, suLa Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
^Lc 2, 32, suLa Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
^Gv 1, 4-9, suLa Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
^Gv 8, 12, suLa Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
^Ef 5, 8-14, suLa Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
^Grande Enciclopedia Illustrata della Bibbia, Edizioni PIEMME, Casale Monferrato, 1997, Vol. II, p. 279.
^Is 9,1, suLa Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
^Mt 17, 2, suLa Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
^Nel testo greco è indicato con la lettera iniziale minuscola, poiché non è il nome proprio di una divinità.
^Ap 1, 16, suLa Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
^Giuseppe Bovini,Mosaici paleocristiani di Roma (secoli III-VI), Bologna, Pàtron ed., 1971, pp.1-9; Maurizio Chelli,Manuale dei simboli nell'arte. L'era paleocristiana e bizantina, Roma, EDUP, 2008, p. 32.
^Apocalisse 1, 10, suLa Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
^La nascita di Gesù è avvenuta secondo i vangeli circa quindici mesi dopo l'annuncio a Zaccaria della nascita del Battista. La collocazione di questo evento nell'ultima settimana di settembre, in accordo con la tradizione cristiana, è compatibile con le notizie oggi disponibili sul turno di servizio sacerdotale al tempio della classe sacerdotale di Abia, alla quale apparteneva Zaccaria. Cfr.Data di nascita di Gesù.
^daChristianity and Paganism in the Fourth to Eighth Centuries, Yale, Ramsay MacMullen, 1997, p. 155.