Sofocle nasce nel496 a.C.[1] neldemo di Colono Ippio, sobborgo diAtene. Figlio diSofilo, ricco ateniese proprietario di schiavi, riceve la migliore formazione culturale e sportiva, cosa che gli permise a 15 anni di cantare da solista il coro per la vittoria diSalamina[2]. La sua carriera di autore tragico è coronata dal successo: a 27 anni conquista il suo primo trionfo gareggiando conEschilo.Plutarco, nellaVita di Cimone[3], racconta il primo trionfo del giovane talentuoso Sofocle contro il celebre e fino a quel momento incontrastato Eschilo, conclusasi in modo insolito senza il consueto sorteggio degli arbitri: Eschilo, in seguito a questa sconfitta, sceglie il volontario esilio inSicilia. In tutto Sofocle conquista 24 vittorie, arrivando secondo in tutte le altre occasioni.
Amico diPericle e impegnato nella vita politica, èstratego insieme a quest'ultimo nellaguerra controSamo (441-440 a.C.)[4]. Inoltre ricopre la carica di ellenòtamo (custode del tesoro dellalega Delio-Attica) nel443-442 a.C., e quando il simulacro del dioAsclepio viene trasferito daEpidauro adAtene Sofocle è designato ad ospitarlo nella sua casa fino a quando non sia pronto il santuario destinato al dio, guadagnandosi l'appellativo di "dèxios" (δέξιος, "colui che ospita", dal verbo δέχομαι, dèchomai, "io ricevo"), il che testimonia ulteriormente la grande stima di cui il poeta greco gode presso i suoi concittadini[5].
Nelle sue funzioni pubbliche contribuisce all'elaborazione della costituzione deiQuattrocento.
Sposa poi l'ateniese Nicostrata che gli dà un figlio,Iofonte. Ha anche un'amante chiamataTeoris, una donna diSicione, da cui ha un altro figlio, Aristone, che diverrà padre diSofocle il Giovane: si dice che poco prima della sua morte, Iofonte intenti un processo al padre Sofocle per una questione d'eredità affermandone l'incapacità mentale a causa dell'avanzata età. La semplice lettura della sua ultima opera,Edipo a Colono, mette fine al processo.
Muore nel406 a.C. e la sua ultima tragedia, l'Edipo a Colono, viene rappresentata postuma lo stesso anno (o pochi anni dopo) in segno di grande onore. Secondo la storiografia antica, notoriamente amante di tali pittoreschi aneddoti, sarebbe morto strozzato da un acino d'uva nel corso di un simposio.
Tra le tragedie perdute, abbiamo notizie più o meno consistenti e frammenti daː
Atamanteː Il tradimento diIno, la moglie diAtamante, che corrompe gli inviati all'oracolo diDelfi, conduce al (presunto) sacrificio dei suoi figliastri,Frisso edElle; Atamante è salvato dalla morte quando gli viene detto che i suoi figli sono vivi.
Euripiloː L'ultimo combattimento diEuripilo, figlio diTelefo, e la sua morte per mano diNeottolemo; ne resta un ampio brano in cui l'eroe è pianto da sua madre Astioche (sorella diPriamo), che era stata corrotta per convincerlo ad andare in guerra.
Niobeː la nostra conoscenza del dramma, ispirato aEschilo, è stata considerevolmente aumentata da frammenti di papiro (tra cui parti sostanziali di un riassunto)[6], che mostrano come fosse incentrata sulla catastrofe dell'eroina, parte della quale era ingegnosamente presentata sul palco, o virtualmente (un modo di drammatizzare che è presente, ad esempio, nel trattamento del suicidio di Aiace o dell'uccisione di Clitennestra)
TereoːProcne e sua sorellaFilomela uccidono il giovane figlio di Procne,Iti, e serve la sua carne al maritoTereo, per vendicare lo stupro e la mutilazione di Filomela da parte di Tereo.
TiroːTiro si riunisce con i suoi figli perdutiNeleo ePelia, che uccidono la loro matrigna persecutrice Sidero.
Sofocle abolì l'obbligo della "trilogia legata", usò per primo nellatragedia ilterzo attore (usato poi anche daEschilo in una scena dell'Orestea), portò da dodici a quindici i coreuti e perfezionò l'uso discenografie.[7] L'introduzione del terzo attore avrebbe comportato una maggiore articolazione dei rapporti interpersonali ed una nuova scioltezza dinamica del ritmo teatrale. L'aumento del numero dei coreuti da dodici a quindici infatti avrebbe consentito di accentuare la funzione delcorifeo e dell'elemento spettacolare.
Rispetto aEschilo, i cori tragici sofoclei si defilano dall'azione, partecipano sempre meno attivamente e diventano piuttosto spettatori e commentatori dei fatti. È di Sofocle l'introduzione del monologo (ingreco antico:ῥῆσις?,rhêsis) - per esempio, quelli diAiace o diEdipo - che permetteva all'attore di mostrare la sua abilità e al personaggio di esprimere compiutamente i propri pensieri.
La psicologia dei personaggi si approfondisce, emerge una inedita analisi della realtà e dell'uomo. Sofocle tentò di togliere l'enfasi (onkos) ai suoi personaggi, per restituirne completamente la drammaticità, in un mondo descritto come ingiusto e privo di luce. Nell’Edipo a Colono, il coro ripete «la sorte migliore è non nascere». Gli eventi che schiacciano le esistenze degli eroi non sono in alcun modo spiegabili o giustificabili. I suoi eroi sono immersi in un mondo di contraddizioni insanabili, di conflitti con forze inevitabilmente destinate a travolgerli. Il suo contributo originale allo sviluppo dellatragedia greca fu rappresentato dall'accentuazione dell'umanità dei personaggi, che hanno tutti in sé qualcosa di guasto, una tabe fisica e psichica. I personaggi sofoclei sono anche generosi e buoni, ma smisuratamente soli e portati alla tragedia dal male che hanno in sé. Ciò nonostante, non appaiono mai schiacciati del tutto dal fato, ma proprio nella vana lotta contro di esso, ricevono una piena dimensione umana, portatrice di undestino di dannazione e, contemporaneamente, di gloria.
^La letteratura greca della Cambridge University, edizione italiana a cura di Ezio Savino, Milano, Mondadori 1989: "Vide la luce intorno al 496...Morì nel 406" (p. 533).
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Sophocle:Tragédies.
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Tome II: Ajax - Œdipe Roi - Electre. A. Dain, J. Irigon [Texte établi par], P. Mazon [traduit par], Paris, Les Belles Lettres, 1958.
Tome III: Philoctète - Œdipe à Colone. A. Dain [Texte établi par], P. Mazon [traduit par], J. Irigoin [Avec la contribution de], Paris, Les Belles Lettres, 1960.
Sophoclis:Tragoediae.
Tomus I. Ajax - Electra - Oedipus Rex. Edidit R. G. Dawe, Leipzig, BSB B. G. Teubner, Verlagsgesellschaft, 1975.
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Sophoclis:Fabulae. Recognoverunt brevique adnotatione critica instuxerunt H. Lloyd-Jones et N. G. Wilson, Oxonii. E Typographeo Clarendoniano, 19922 [19901].
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Studies in the Manuscript Tradition of the Tragedies of Sophocles. Alexander Turyn ("Illinois Studies in Language and Literature" Vol. XXXVI Nos. 1-2), Urbana, University of Illinois Press, 1952. (Ristampa: L'Erma di Bretschneider [Studia Philologica 15], Roma, 1970)