La fondazione del club avvennede facto il 25 agosto 1926 in seguito al cambio di denominazione delFoot-Ball Club Internazionale-Naples, società costituitasi nel 1922, inAssociazione Calcio Napoli.[3][4] Nel 1964, il club assunse la denominazione diSSC Napoli e, dopo il fallimento della società nel 2004, il presidenteAurelio De Laurentiis fondò laNapoli Soccer, che rilevò il titolo sportivo e fu iscritta inSerie C1. Con la promozione inSerie B nel 2006, la società ha riadottato la denominazione precedente.
Il colore sociale è l'azzurro, mentre lamascotte è l'asino[5] per declassamento del cavallo inalberato[6], effigie originaria del club. Gioca le partite interne allostadio Diego Armando Maradona (giàStadio San Paolo), inaugurato nel 1959.
È uno dei membri ordinari dell'Associazione dei club europei (ECA), organizzazione costituita dai principali club calcistici del continente, riuniti in consorzio al fine di ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte allaFIFA.[9]
La nascita dell'Associazione Calcio Napoli, tradizionalmente datata il 1º agosto 1926, avvenne il 25 agosto dello stesso anno,[10] a seguito di una modifica statutaria che determinò il cambio di denominazione delFoot-Ball Club Internazionale-Naples (oInternaples), un sodalizio sorto nell'ottobre del 1922[4] per fusione di due compagini napoletane, ilNaples Foot-Ball Club, fondato nel 1905, e l'Unione Sportiva Internazionale Napoli, fondato nel 1911.[11][12] L'Internaples sarebbe stato poi rifondato nel1944, a sancirede facto la discontinuità fra Napoli e Internaples.[13]
La denominazione "Napoli" fu adottata per iniziativa dell'allora presidente dell'Internaples, l'industriale napoletanoGiorgio Ascarelli, che mantenne tale carica anche nel nuovo sodalizio.[14] L'italianizzazione del club fu operata da Ascarelli poiché il nome "Internazionale-Naples" era sgradito alregime fascista al tempo al potere, in quanto il termine "Internazionale" ricordava l'Internazionale Comunista, nemica politica del fascismo, e il regimeosteggiava i termini stranieri come "Naples".[15]Ascarelli scelse anche di mostrare nello stemma sociale il Corsiero del Sole[16], antico simbolo della città partenopea, dando seguito grafico al soprannome dei calciatori delFoot-Ball Club Internaples, che erano detti "i poulains" (i puledri)[17].
Nel frattempo, con l'approvazione dellaCarta di Viareggio, il Napoli ottenne nella stagione1926-1927 l'ammissione al nuovo campionato di massima serie unificato traNord eSud, laDivisione Nazionale, in virtù del piazzamento conseguito dall'Internaples nellaPrima Divisione 1925-1926.[14] Le prime tre stagioni si chiusero con due retrocessioni nel secondo livello del campionato italiano di calcio e unospareggio salvezza: in ciascuna occasione, tuttavia, laFIGC accordò la riammissione per allargamento del campionato a tutte le squadre coinvolte oltreché, nello specifico, premiare gli sforzi del club partenopeo nel recuperare il pesantegap con le società settentrionali.[18] Nonostante i difficili inizi, la situazione migliorò progressivamente, grazie soprattutto all'apporto dell'italo-paraguayanoAttila Sallustro, primo idolo dei tifosi partenopei. In questi primi anni, come allenatori, il Napoli si affidò a ex calciatoriaustriaci, comeFritz Kreutzer,Bino Skasa,Jean Steiger eKarl Fischer, all'unghereseFerenc Molnár e all'italianoGiovanni Terrile.
Il Napoli prese parte al primo torneo di massima serie a girone unico, laSerie A 1929-1930, ottenendo la prima vittoria in tale competizione ai danni delMilan.[19] La società scelse come allenatore ilmister[20]ingleseWilliam Garbutt, già vincitore di tre scudetti con ilGenoa.[21] Nei 6 anni in cui fu sotto la sua guida, il Napoli, grazie al contributo di giocatori comeAntonio Vojak e lo stesso Sallustro, raggiunse notevoli risultati, come il doppio terzo posto consecutivo nelle stagioni1932-1933 e1933-1934 e la qualificazione alla massima competizione europea dell'epoca, laCoppa Mitropa.[22][23][24]
Nel 1936 entrò in società ilcomandanteAchille Lauro,[25][26]armatore di grande successo, che non riuscì tuttavia ad apportare particolari benefici al club partenopeo: nella seconda metà deglianni trenta la qualità della squadra andò declinando, fino a culminare nella retrocessione nella categoria inferiore nel1941-1942.[27]
Tornato in Serie B nel 1961,[33] il Napoli venne affidato a Bruno Pesaola, il quale riportò gliazzurri in massima serie e vincendo anche il primo trofeo della storia del club, laCoppa Italia 1961-1962, divenendo con ilVado l'unica società a vincere il trofeo non militando inmassima divisione. Questo successo sancì l'esordio del Napoli in unacompetizione confederale, giocando laCoppa delle Coppe, nella quale raggiunse i quarti di finale. Il 25 giugno 1964 il club assunse la denominazione diSocietà Sportiva Calcio Napoli (SSC), diventando contestualmente unasocietà per azioni.[34] Achille Lauro ottenne una quota rilevante delle azioni in virtù dei crediti vantati e garantì al figlioGioacchino l'ingresso tra i soci, mentreRoberto Fiore venne eletto presidente.[35][36] Alcuni dei giocatori più rappresentativi dell'epoca furonoDino Zoff,Antonio Juliano,Omar Sívori eJosé Altafini;[37] il miglior risultato fu il secondo posto del1967-1968.[38]
Il 18 gennaio 1969 la società, sull'orlo del dissesto finanziario, passò nelle mani diCorrado Ferlaino, che avviò la più longeva e vincente presidenza della storia partenopea (per il momento).[39] Con l'acquisto di calciatori comeSergio Clerici,Giuseppe Bruscolotti eTarcisio Burgnich, il Napoli arrivò in finale diCoppa Anglo-Italiana, venendo sconfitto per mano delloSwindon Town e raggiunse due volte il terzo posto (1970-1971 e1973-1974) e un secondo posto nel1974-1975, questi ultimi due piazzamenti ottenuti grazie alcalcio totale di Luís Vinício.[40][41] Nel 1976 il club azzurro vinse la secondaCoppa Italia, superando in finale ilVerona.[42] L'annata successiva i partenopei parteciparono per la seconda volta allaCoppa delle Coppe e ottennero il loro miglior risultato internazionale fino a quel momento: fu solo l'Anderlecht a negare agli azzurri l'accesso alla finale.[41] Nella seconda metà deglianni settantanonostante l'acquisto delbomberGiuseppe Savoldi, il rendimento in campionato peggiorò, culminando con il decimo posto del1979-1980.[43]
Dopo uno scudetto sfiorato nel1980-1981, con illibero olandeseRuud Krol tra i protagonisti,[44] la svolta si ebbe nell'estate del1983-1984: il presidente Ferlaino il 30 giugno 1984 definì l'acquisto più importante della storia del club, il campioneargentinoDiego Armando Maradona, considerato all'epoca il calciatore più forte al mondo, dalBarcellona per la cifra record di 15 miliardi dilire.[45]
Negli anni seguenti il Napoli ottenne discreti risultati, un quarto posto nel1991-1992 conClaudio Ranieri in panchina[54] e un sesto posto nel1993-1994, sotto la guida diMarcello Lippi.[55] La crisi finanziaria costrinse il club a privarsi dei suoi uomini migliori.[55] Nei due anni successivi, conVujadin Boškov in panchina, il Napoli ottenne un settimo e un decimo posto,[56] mentre, conLuigi Simoni, raggiunse la finale diCoppa Italia 1996-1997, sconfitto poi dalVicenza.[57] La crisi raggiunse l'apice nel1997-1998, con la retrocessione in Serie B dopo trentatré anni consecutivi di massima serie.[58] Il club ritornò in Serie A nel1999-2000,[59] per poi retrocedere dopo appena un anno.[60] L'ingresso in società diGiorgio Corbelli[61] prima e diSalvatore Naldi[62] poi non portò benefici al club, che arrivò quinto nellaseconda serie italiana, e nel2002-2003, a causa di una serie senza vittorie durata tre mesi e mezzo, che finì solo all'ultima giornata del girone d'andata contro ilMessina, la squadra rischiò anche la retrocessione, terminando l'annata con un pessimo sedicesimo posto, seguito poi da untredicesimo posto lastagione successiva.
La combinazione della gravecrisi finanziaria, peggiorata sempre di più negli ultimi dieci anni, e della conseguente crisi di risultati, portò nell'estate del 2004 al fallimento del club, con conseguente perdita deltitolo sportivo.[63]
L'era De Laurentiis
Nelle settimane successive al fallimento, l'imprenditorecinematograficoAurelio De Laurentiis rilevò il titolo sportivo dalla curatela fallimentare deltribunale di Napoli e iscrisse la squadra, con la denominazione diNapoli Soccer, al campionato diSerie C1 2004-2005, corrispondente alla terza serie nazionale.[64][65] Nel primoanno della nuova presidenza, la promozione non arrivò: i partenopei, classificatisi al terzo posto nel girone dietro aRimini eAvellino, superarono in semifinaleplay-off laSambenedettese, ma persero la finale nel derby contro gliirpini. La promozione fu ottenuta sul campo nella stagione2005-2006 sotto la guida diEdoardo Reja.[66]
Una volta riacquisita la denominazione originaria diSocietà Sportiva Calcio Napoli, volutamente non utilizzata nei due campionati di terza serie,[67] nel2006-2007 il club conseguì l'immediata promozione inSerie A, ritornandovi dopo sei anni di assenza.[68]
Due anni dopo, l'arrivo in panchina diWalter Mazzarri[69] coincise con il ritorno ad alti livelli della squadra. Nel2010-2011 il Napoli tornò a giocare la massima competizione europea, laUEFA Champions League, ventuno anni dopo l'ultima partecipazione e sette anni dopo il fallimento societario,[70] mentre l'anno seguente mise in bacheca la quartaCoppa Italia, venticinque anni dopo l'ultima affermazione e quasi ventidue dopo l'ultimo trofeo assoluto del club;[71] infine, nel campionato2012-2013 si piazzò secondo conEdinson Cavani capocannoniere del torneo, secondo calciatore partenopeo a riuscire nell'impresa dopo Maradona. La successiva gestione dell'allenatoreRafael Benítez[72] vide gli azzurri vincere la quintaCoppa Italia[73] e proseguire i successi nella stagione successiva, con la vittoria della secondaSupercoppa italiana.[74]
Sulla panchina azzurra giunse dunqueMaurizio Sarri,[75] che nel2015-2016 rese il Napoli campione d'inverno incampionato (non succedeva dalla stagione 1989-1990),[76] pur non riuscendo, infine, a conquistare lo scudetto, vinto dallaJuventus.[77] Gli azzurri si mantennero stabilmente ai vertici, ottenendo il terzo posto nel2016-2017[78] e laureandosi nuovamente campioni d'inverno l'anno successivo,[79] ma anche stavolta la vittoria del titolo andò ai bianconeri;[80] al Napoli non bastò totalizzare 91 punti, quota record per una squadra arrivata seconda.[81] Conclusosi il triennio di Sarri, nell'estate del 2018 i partenopei ingaggiaronoCarlo Ancelotti: il tecnico diReggiolo, dopo unaprima annata positiva (chiusa al secondo posto), venne esonerato nel dicembre del2019, a seguito di una serie di risultati negativi.[82] Nel 2020, con il subentratoGennaro Gattuso in panchina, gli azzurri conquistarono la sestaCoppa Italia della loro storia, superando la Juventus aitiri di rigore, nonostante ilcampionato chiuso al settimo posto.[83] Lastagione successiva, complice anche una serie di giocatori indisponibili perinfortuni e positività alCOVID-19,[84] si rivelò essere molto complessa per la squadra del tecnicocalabrese, che terminò quinta incampionato, con la zonaChampions a solo un punto di distanza.[85]
Nell'annata2021-2022 venne ingaggiato come nuovo allenatore del NapoliLuciano Spalletti: la stagione inSerie A iniziò in maniera ottimale, con otto vittorie in altrettante giornate, tra cui un 2-1 in rimonta contro la Juventus e due 4-0 consecutivi contro l'Udinese e laSampdoria; venne così eguagliata la migliore partenza della storia azzurra, avvenuta quattro anni prima, sotto la gestione Sarri.[86] Il club partenopeo faticò, però, a mantenere il passo conInter eMilan, chiudendo, infine, il campionato al terzo posto, dietro i due club diMilano. Nellastagione successiva il Napoli, allenato dal confermato Spalletti, si aggiudicò il terzo scudetto della sua storia, a trentatré anni di distanza dall'ultimo, conseguendo la matematica certezza con cinque giornate d'anticipo, grazie al pareggio per 1-1 sulcampo dell'Udinese, dopo untorneo trascorso quasi per intero in testa alla classifica e concluso con 16 punti di vantaggio sulla seconda.[87] Durante lastagione post-scudetto, invece, si succedettero tre diversi allenatori -Rudi Garcia, Walter Mazzarri (tornato a Napoli dopo dieci anni) eFrancesco Calzona - con la squadra che chiuse al decimo posto inclassifica, mancando la qualificazione allecoppe europee dopo 14 anni di partecipazioni consecutive e con il peggior piazzamento in A dal 2009.[88][89]
L'annata2024-2025 vide l'ingaggio diAntonio Conte come nuovo allenatore degli azzurri. Il tecnicoleccese condusse la squadra alla vittoria del quarto scudetto della sua storia, due anni dopo l'ultima volta e al termine di un testa a testa con l'Inter durato fino all'ultima giornata dicampionato, poi conclusosi con il successo casalingo dei partenopei sulCagliari (2-0).[90][91]
Cronistoria
Cronistoria della Società Sportiva Calcio Napoli[92]
25 agosto 1926 - Fondazionede facto dell'Associazione Calcio Napoli, per modifica dello statuto e cambio di denominazione dell'Internaples (data tradizionalmente anticipata al 1º agosto).[10]
Ammesso nel campionato di Divisione Nazionale per decisione politica dellaFIGC.[N 1]
1943 - L'Associazione Calcio Napoli cessa le attività a causa delle difficoltà incontrate durante lo svolgersi deglieventi bellici.
1944-45 - Attività sportive limitate a competizioni regionali percause belliche.
19 gennaio 1945 - Fusione delle due società (Società Sportiva Napoli eSocietà Polisportiva Napoli) nate l'anno precedente nella nuovaAssociazione Polisportiva Napoli.
1945-46 - 1º nel Campionato misto A-B Centro-Sud Italia.Promosso in Serie A.
Careca, protagonista nell'epoca d'oro del Napoli, con la classica divisa azzurra del club.
La tenuta di gioco del Napoli è composta da una magliaazzurra con numerazionebianca, pantaloncini bianchi e calzettoni azzurri. La tenuta da trasferta generalmente è composta da maglia bianca, pantaloncini bianchi o azzurri, calzerotti bianchi o azzurri.
Il 29 novembre 2020, in occasione della sfida casalinga dicampionato contro laRoma, la squadra scende in campo con una speciale quarta divisa a strisce bianco-azzurre, simile a quella dell'Argentina,[94] per commemorare il rapporto dell'ex capitano azzurro Diego Armando Maradona con la città di Napoli e con i tifosi.[95] Inizialmente era previsto che la divisa sarebbe stata presentata da remoto dallo stesso Maradona, ma, in seguito alla prematura scomparsa del campione argentino, avvenuta il 25 novembre, la divisa è stata utilizzata come gesto di commemorazione verso l'ex calciatore.[94]
Simboli ufficiali
Stemma
Lo stemma del Napoli è costituito da un doppiocerchio concentrico, al centro del quale è inserita la lettera «N»; il colore di applicazione dipende da quello dello sfondo.[96] Fino al 2024 il suddetto logo presentava, invece, stabilmente unacorona circolare esternablu scuro e l'interno azzurro, sul quale campeggiava la lettera N bianca.
Inno
L'inno ufficiale del Napoli, utilizzato a partire dalla stagione sportiva 2023-2024, è una versione rivisitata del branoNapoli diNino D'Angelo,[1] scritto nel 1987 come colonna sonora del suo film "Quel ragazzo della curva B". Il brano, che accompagnava il tifo azzurro già nell'anno del primo dei due scudetti dell'era Maradona, nel diventare inno ufficiale del club è stato leggermente modificato sia nella parte musicale che nel testo, eliminando i riferimenti ai "ragazzi della curva B" per l'esigenza di rappresentare l'intera tifoseria.
Il primo campo da gioco utilizzato dal Napoli fu loStadio Militare dell'Arenaccia: voluto dalgeneraleAlberico Albricci, fu inaugurato nel 1923 e assegnato nel 1926 al neonato club partenopeo.[18] Nel 1929 il presidente Giorgio Ascarelli commissionò la costruzione di un nuovo stadio, di proprietà della società: inizialmente denominatoStadio Vesuvio, venne inaugurato il 23 febbraio 1930 con la partita tra azzurri e Juventus, terminata 2-2.[24] Poco tempo dopo Ascarelli venne a mancare e lo stadio gli fu intitolato a furor di popolo, ma in seguito leleggi razziali[98] imposero un ulteriore cambio di nome inStadio Partenopeo.[24] Rinnovato e ampliato in occasione delcampionato del mondo 1934, l'impianto fu completamente raso al suolo daibombardamenti alleati nel corso della seconda guerra mondiale.
Il club si trasferì quindi allostadio Arturo Collana delVomero, già provvisoriamente utilizzato ai tempi dei lavori di ristrutturazione del precedente impianto.[99] Rinominato per breve tempoStadio della Liberazione neldopoguerra, era tuttavia inadeguato alle esigenze del club: emblematica la situazione nella quale venne giocata Napoli-Juventus (4-3 il risultato finale) del 20 aprile 1958, con il pubblico assiepato a bordo campo.[100]
Venne così progettato un nuovo impianto nel quartiere diFuorigrotta, denominato stadio San Paolo per celebrare la tradizione secondo la qualeSan Paolo, in viaggio versoRoma, avrebbe attraccato in quest'area di Napoli.[101] Venne inaugurato il 6 dicembre 1959, in una partita sempre contro la Juventus (2-1 per i partenopei).[99] L'ex stadio San Paolo è stato ristrutturato in occasione delleUniversiadi 2019. Dal 4 dicembre 2020 è intitolato all'ex capitano azzurro Diego Armando Maradona.
Dal 1977 al 2004 il Napoli (e fino al 1996, prima dell'apertura del centro sportivo diMarianella, anche le giovanili) svolgeva gli allenamenti al Centro Paradiso diSoccavo, tuttavia la società campana ne perse la proprietà in seguito al fallimento societario, avvenuto nell'estate 2004.
La nuova proprietà, con a capo Aurelio De Laurentiis, scelse una nuova sede che ospitasse gli allenamenti della prima squadra (le giovanili furono trasferite in un altro centro sportivo) anziché optare per la riacquisizione della precedente struttura, perciò nel 2005 fu designata l'attuale sede diCastel Volturno: i lavori di ristrutturazione terminarono a luglio del 2006, ma prima che questi terminassero, gli allenamenti si svolgevano temporaneamente presso lo stadio comunale diMarano di Napoli. La struttura è stata oggetto di diversi progetti e fasi di riqualificazione, nel 2014, 2018 e 2021. In quest'ultimo anno, in seguito alla partnership tra il Napoli eKonami (aziendagiapponese produttrice divideogiochi), il centro d'allenamento è stato rinominato in "SSC Napoli Konami Training Center". A partire dal 1º luglio 2024, in seguito alla scadenza del contratto di partnership con Konami, il centro tecnico viene rinominato in "SSC Napoli Training Center".
Il club venne fondato il 25 agosto 1926 comeassociazione con il nome "Associazione Calcio Napoli", per modifica dello statuto e cambio di denominazione del Foot-Ball Club Internazionale-Naples, cessando l'attività nel 1943 a causa delle difficoltà incontrate durante lo svolgersi della seconda guerra mondiale; il 19 gennaio 1945 le due società rinate l'anno precedente, la "Società Sportiva Napoli" e "Società Polisportiva Napoli", si fondono nella nuova "Associazione Polisportiva Napoli" che, due anni dopo, assume la denominazione "Associazione Calcio Napoli"; il 25 giugno 1964 l'associazione divenne una società per azioni, con la nuova denominazione ufficiale "Società Sportiva Calcio Napoli",[102] che venne dichiarata fallita il 2 agosto 2004; una nuova società per azioni, costituita il 6 settembre 2004 con il nome "Napoli Soccer",[103] rilevò il titolo sportivo del club dalla curatela fallimentare del tribunale di Napoli e iscrisse la squadra al campionato italiano di calcio,[104][105] mantenendo ilmarchio e facendo riassumere al nuovo sodalizio, il 24 maggio 2006, il nome storico del club.[106]
In seguito alla rifondazione del 6 settembre 2004, il club è stato acquistato dall'imprenditore eproduttore cinematografico italiano Aurelio De Laurentiis mediante laFilmauroS.r.l., ossia una casa di produzione cinematografica italiana fondata nel 1975 dall'omonimo imprenditore e dasuo padre:[103] in particolare, De Laurentiis controlla in maniera diretta il 90% della suddetta azienda,[109] mentre il restante 10% dell'azienda è controllato da sua moglie Jacqueline Marie Baudit attraverso la Cordusio Fiduciaria S.p.A.[109] A partire dall'estate 2018, la Filmauro è proprietaria anche delBari.[110]
Al 2024, in base a quanto emerge dalDeloitte Football Money League, rapporto stilato annualmente fin dal 1997 dalla società di revisione econsulenza aziendalestatunitenseDeloitte Touche Tohmatsu, il Napoli risulta essere il quarto club italiano e diciannovesimo a livello mondiale in termini di fatturato per ricavi operativi[111] (267,7 milioni di euro);[112] rilevato tra i primi trenta club mondiali in quattordici occasioni su ventotto stagioni, nel 2015 raggiunse la sedicesima posizione assoluta, la più alta in questa graduatoria,[113] mentre il valore di fatturato per ricavi più alto è stato segnato nella rilevazione del 2024.[112]
In termini di valore della società, il club è valutato al quinto posto in Italia: nellaclassifica 2018 (ultima rilevazione per il club campano) stilata dallarivista statunitenseForbes, le venne attribuito un valore di 421 milioni didollari;[114] nella classifica 2024 di un'altra rivista americana,Sportico del gruppoBloomberg, il valore è invece salito a 690 milioni di dollari che valgono il trentatreesimo posto globale.[115]
Infine, il quarto posto in ambito nazionale e diciottesimo in quello internazionale sono attribuiti albrand Napoli, secondo il prospetto stilato annualmente dal 2010 dalla società di consulenza globale per la valutazione dei marchi, l'inglese Brand Finance, che nel 2023 lo valuta in 240 milioni di euro e unRating AA.[116]
Ilbilancio d'esercizio della stagione 2022-2023, segnato sportivamente dalla conquista del terzo scudetto, ha fatto registrare al club unutile con il record diprofitto più alto della storia per una società calcistica italiana, per un valore di quasi 80 milioni di euro;[117] peraltro, il precedente record di profitto apparteneva sempre al sodalizio partenopeo con circa 67 milioni di euro, segnato nella stagione 2016-2017.[117]
Il club è membro ordinario dell'European Club Association (ECA),[118] organismo privato che rappresenta le società calcistiche a livello europeo e riconosciuto dall'UEFA.
Sedi
Si riporta di seguito l'elenco delle sedi ufficiali utilizzate dalla Società Sportiva Calcio Napoli nel corso della sua storia.[119]
Ilgoverno societario della Società Sportiva Calcio Napoli S.p.A., al 2023, prevede unsistema di amministrazione tradizionale con una ripartizione di competenze tra l'assemblea degli azionisti, ilconsiglio di amministrazione (CdA) e ilcollegio sindacale.[120] Il CdA, riconfermato interamente il 26 ottobre 2022,[120] è composto da cinque membri,[120] nominati dall'assemblea degli azionisti e tutti indicati dalla famiglia De Laurentiis tramite la società controllante Filmauro (avente il 99,80% delle azioni); Aurelio De Laurentiis ricopre la carica dipresidente del consiglio di amministrazione,[120] assunta nel 2004 con la creazione della nuova società, mentre Andrea Chiavelli è l'amministratore delegato.[120] Il collegio sindacale, nominato anch'esso nel il 26 ottobre 2022, è composto da cinque membri sempre indicati dalla controllante, dei quali Maurizio Baldassini assume il ruolo di presidente.[121] Lasocietà di revisione, scelta anch'essa dagli azionisti quale organo esterno di riesame dei conti, è l'azienda Ria Grant Thornton S.p.A..[108]
Tommaso Bianchini - Direttore generale Area Business
Davide Iorio - Head organization of football area secretariat
Laura Belli - Direttore amministrativo
Antonio Saracino - Direttore dei processi amministrativi e compliance
Andrea Chiavelli - Amministratore Delegato
Fabio Fulgeri - Legale
Arturo Testa - Avvocato
Alberto Vallefuoco - Segretario generale
Giuseppe Raudis - Segretario sportivo
Salvatore Luongo - Ufficio Acquisti
Tommaso Bianchini - Head of Operation, Sales & Marketing
Nicola Lombardo - Direttore area comunicazione
Cristian Candida - IT Manager
Guido Baldari - Addetto stampa
Mirko Calemme - Media Relations Officer
Fabrizio Palma - Content editor
Raffaele Morandi - Media editor
Mario Machille - Social Media Manager
Giovanni Manna - Direttore sportivo
Fortunato Varrà - Vice direttore sportivo
Antonio Sinicropi - Club manager
Impegno nel sociale
Attraverso la partecipazione diretta dei propri tesserati, il club azzurro ha patrocinato iniziative a sostegno delle struttureospedaliere cittadine,[124] oltre a iniziative di sensibilizzazione contro laviolenza nellosport[125] e lapovertà infantile.[126] Con l'appoggio all'associazione cittadinaScugnizzi, che opera nelpenitenziario minorile dell'Isola di Nisida, il Napoli sostiene svariati progetti volti al reinserimento sociale dei giovani detenuti una volta scontata la loropena.[127]
Tramite raccolte di fondi sostenute direttamente e indirettamente dai propri tesserati, il Napoli ha fornito il proprio appoggio a istituzioni come laRobert F. Kennedy Foundation,[128][129][130][131]Telethon,[132] laFondazione San Raffaele, laFondazione Stefano Borgonovo e laFondazione Massimo Leone Onlus.[133]
Il club partenopeo si è inoltre impegnato con diverse iniziative a sostegno delle vittime delterremoto dell'Aquila del 2009, dalla devoluzione degli incassi delle partite[134] alla raccolta fondi per la costruzione di un centro polisportivo antisismico nelcapoluogoabruzzese.[135]
Ebbe origine all'inizio degli anni venti, quando ilNaples e l'Internazionale Napoli non si erano ancora fuse,[136] su iniziativa del presidente dell'Internazionale Emilio Reale. Il primo prodotto del vivaio azzurro fu Attila Sallustro, allora undicenne.[136]
Negli anni sessanta le giovanili alTorneo di Viareggio arrivarono alterzo posto nel 1968 e persero lafinale nel 1969. In quel periodo si formò ilmediano Antonio Juliano, divenuto in seguito il giocatore a indossare più a lungo la fascia di capitano del club azzurro e per un periodo il giocatore conpiù presenze in maglia azzurra tra campionato e coppe (record successivamente superato) e altri due centrocampisti che collezioneranno oltre 150 presenze a testa con la maglia azzurra:Giovanni Improta eVincenzo Montefusco.
Negli anni ottanta il vivaio arrivò terzo per due anni consecutivi nel Torneo di Viareggio nel1980,1981 e perse lafinale nel 1984. Vinse inoltre il primocampionato allievi nella stagione 1983-1984 per poi bissare nelle stagioni 1987-1988 e 1989-90. Fornì alla prima squadra il difensoreCiro Ferrara, il quale vinse tutti gli allori dell'epoca d'oro del club partenopeo,Giuseppe Taglialatela eAntonio Carannante.
Nell'epocapost-Maradona il Napoli visse un momento di profonda crisi e, di conseguenza, anche il settore giovanile venne trascurato; nonostante ciò, negli anni novanta la squadra arrivo seconda al torneo di Viareggio per due anni consecutivi nel1990 e1991 e quarta nel1997. Inoltre ci fu la prima e unica affermazione nellaCoppa Italia Primavera 1996-1997[139] e nel Campionato Allievi dello stesso anno. In Serie A debuttaronoFabio Cannavaro, futurocampione del mondo con l'Italia ePallone d'oro nel 2006 e il fratelloPaolo, che dopo esser stato ceduto, tornò a Napoli nel 2006, diventando capitano e vincitore della Coppa Italia del 2011-2012. Nel 1997 fu costruito il centro sportivo di Marianella, di proprietà del club, che avrebbe dovuto essere all'avanguardia a livello di formazioni giovanili,[140] ma la struttura fu lasciata nel totale degrado fino alla sua chiusura, avvenuta nel 2004.[140] Tra il 1977 e il 1996, dunque prima della sua costruzione, le squadre del vivaio si allenavano al Centro Paradiso di Soccavo insieme alla prima squadra.
Col fallimento del 2004, il settore giovanile fu smembrato, e venne ricostituito con l'avvento di Aurelio De Laurentiis, ottenendo al primo anno un titoloBerretti di Serie C.[141] Nel 2009 fa il suo esordio in prima squadraLorenzo Insigne che, dopo due anni inprestito, ritorna a Napoli diventando poi anche capitano del team e vincitore di 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa Italiana. Nel 2010 ci fu la partecipazione alTorneo di Viareggio dopo 7 anni di assenza.[142] Il lavoro dello staff diede ulteriori frutti portando alla vittoria del campionato Berretti di Serie A-B nel2010-2011[143][144] e al ritorno di alcuniazzurrini nel giro delle nazionali giovanili.[145] Nella stagione 2012-2013 la squadra primavera raggiunge la finale diCoppa Italia, perdendo nella doppia finale contro la Juventus.[146][147] Nellastagione 2013-2014 la primavera fa l'esordio nella prima edizione dellaUEFA Youth League, venendo eliminata agli ottavi dalReal Madrid.
Dal 2004 (dopo la rifondazione societaria) al 2018 tutte le squadre del vivaio si allenavano e disputavano le partite (ufficiali eamichevoli) presso il Centro Sportivo diSant'Antimo, ma la struttura fu chiusa;[148] ciò obbligò la società a trasferire il settore giovanile in una nuova sede sportiva, infatti da allora le formazioni giovanili fino all'Under-17 svolgono le loro attività al Complesso Sportivo Kennedy, nel quartiere diCamaldoli.[149] Più complicata è stata la situazione delle altre due formazioni, ossia l'Under-18 e la Primavera: nello stesso anno sono state trasferite allo Stadio Comunale Pasquale Ianniello diFrattamaggiore,[150] mentre due anni dopo sono state collocate al centro sportivo di Cercola (in particolare allo Stadio Comunale Giuseppe Piccolo).[151] Le succitate strutture non sono dotate della foresteria per i ragazzi del vivaio, essendo quest'ultima il Venus Park Hotel di Castel Volturno (situato a pochi chilometri di distanza dal centro sportivo della prima squadra).[152]
Diffusione nella cultura di massa
La partita di spareggio Napoli-Lazio del 23 giugno 1929, valida per l'ammissione al primo campionato di Serie Aa girone unico, fu il primo incontro di campionato a essere trasmesso in una rudimentale "radiocronaca" (non si può parlare di radiocronaca vera e propria, in quanto quest'ultima venne introdotta in Italia solo qualche anno dopo);[153] il quotidiano di NapoliMezzogiorno sportivo aveva infatti inviato allo stadio di Milano (dove si disputò lo spareggio) ungiornalista, che durante la partita telefonava alla redazione descrivendo le varie azioni di gioco; il contenuto della telefonata veniva poi trascritto dal giornalista Michele Buonanno che inviava i dispacci a un altro giornalista,Felice Scandone, che ne leggeva il contenuto da unbalcone, informando così la folla in trepidante attesa dell'andamento dello spareggio.[153] La partita terminò 2-2 ed entrambe le squadre vennero ammesse al primo torneo di massima serie a girone unico.[154]
Hasse Jeppson: il suo trasferimento al Napoli destò enorme scalpore
Il 1984 vide la partenza di Krol e contestualmente l'arrivo del calciatore più importante della storia partenopea, Diego Armando Maradona[177] e universalmente riconosciuto come uno dei più talentuosi calciatori di tutti i tempi,[178][179] venne prelevato nell'estate di quell'anno daglispagnoli del Barcellona per la cifra record di 15 miliardi di lire.[45] Maradona recitò un ruolo decisivo nelle vittorie del club azzurro, il cuipalmarès è in buona parte riconducibile al suo periodo di militanza in maglia partenopea: divenne capitano della squadra e nel giro di sette stagioni condusse il club alla vittoria di due scudetti, una Coppa Italia, unaCoppa UEFA e una Supercoppa italiana,[180] e una sorta di icona popolare per la città di Napoli, da lui lasciata nel 1991 a seguito di gravi vicissitudini personali.[53] È insieme a Edinson Cavani, aGonzalo Higuaín e a Victor Osimhen l'unico calciatore del Napoli ad aver vinto la classifica cannonieri in Serie A (1987-1988, 15 reti). Nel 2000 il club partenopeo ritirò in suo onore la maglianumero dieci.[181]
Maradona venne coadiuvato, nel corso dell'esperienza partenopea, da una serie di calciatori di notevole livello. Tra questi Ciro Ferrara,[182] Bruno Giordano e il brasiliano Careca, che insieme altrequartista argentino costituirono il celebre trio d'attaccoMa.Gi.Ca.
Nella storia recente, i calciatori di maggior rilievo sono stati l'uruguaiano Cavani, capocannoniere della A nel 2013 con 29 gol e vincitore della Coppa Italia 2012, e l'argentino Higuain, vincitore della Coppa Italia e della Supercoppa italiana nel 2014. L'argentino è stato inoltre capocannoniere della A nel 2016 con 36 marcature, battendo il record (eguagliato poi dall'attaccante dellaLazioCiro Immobile nel 2019-2020) di reti segnate in un campionato a venti squadre, fino a quel momento appartenuto aGunnar Nordahl (35 reti nel1949-1950 con il Milan).[183] Higuain fu ceduto alla Juventus a fine stagione per 90 milioni di euro,[184] nell'operazione di mercato allora più ricca della storia del calcio italiano.[185] A questi vanno menzionati ancheDries Mertens (miglior marcatore della storia del Napoli), Lorenzo Insigne eMarek Hamšík (recordman per presenze della storia del Napoli), i quali vantano di essere tra i migliori marcatori della storia azzurra e gli unici tre davanti a Maradona, rispettivamente con 148, 122 e 121 reti.
Il Napoli, a partire dall'estate del 2000, ha ritirato la maglianumero dieci indossata da Diego Armando Maradona dal 1984 al 1991, come tributo alla sua classe e al grandissimo contributo offerto in sette stagioni con la casacca partenopea.[186]
Diego Armando Maradona, decisivo nei principali successi partenopei; la sua maglianumero dieci è stata ritirata nel 2000
Per motivi regolamentari, il numero è stato ristampato sulle maglie azzurre dal 2004 al 2006 quando la squadra militava inSerie C1, torneo per il quale è adottata ancora la numerazione tradizionale dall'1 all'11. L'ultimo calciatore che ha indossato e siglato un gol con questa maglia in una gara ufficiale è statoMariano Bogliacino nella gara casalinga del 18 maggio 2006 contro loSpezia, valevole per la finale di ritorno dellaSupercoppa di C1. Primato che gli appartiene anche per l'ultima apparizione in campionato, il 12 maggio 2006 nella gara in casa delLanciano. Per quel che concerne esclusivamente il campionato, invece, va al calciatore argentinoRoberto "Pampa" Sosa il primato di essere stato l'ultimo ad indossare la casaccanumero dieci al San Paolo e contemporaneamente a segnare, nella gara contro ilFrosinone del 30 aprile 2006.[187]
Il primo capitano della squadra partenopea fu il brasiliano naturalizzato italianoPaulo Innocenti,[188] la fascia è stata indossata da altri due oriundi, Attila Sallustro[164] e Bruno Pesaola.[189] A parte i due argentini Maradona,[190]Roberto Ayala e loslovacco Marek Hamšík, i restanti capitani sono tutti di nazionalità italiana.
Il periodo più lungo con la fascia di capitano della squadra azzurra è stato quello di Antonio Juliano,[171] con dodici stagioni tra 1966 e 1978.
Al 2023, 28 calciatori hanno ricoperto tale ruolo ufficialmente.
L'attuale capitano dei partenopei è ilterzino Giovanni Di Lorenzo.
Contributo alle Nazionali
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All'8 aprile 2025 sono 55 i calciatori del Napoli ad aver ricevuto la convocazione nella Nazionale maggiore italiana, 38 dei quali hanno effettivamente collezionato almeno una presenza.[191] Ilrecordman di presenze è Lorenzo Insigne (54), che, con dieci reti, detiene anche il record di marcature in nazionale.
I primi calciatori azzurri a militare in Nazionale furono Marcello Mihalich e Attila Sallustro, che debuttarono il 1º dicembre 1929 contro ilPortogallo. La partita terminò 6-1, con reti di Mihalic (che realizzò una doppietta, divenendo anche il primo azzurro a segnare in Nazionale) e di Sallustro. Negli anni trenta fecero il loro esordio anche Antonio Vojak ePietro Ferraris. Il portiereGiuseppe Cavanna fu convocato per il Mondiale 1934 e si laureò campione del mondo, senza però mai esordire con la nazionale.[192]
Bruno Pesaola in Nazionale collezionò l'unico gettone di presenza, comeoriundo,[170] il 26 maggio 1957.[193]
Nel suo periodo in azzurroChristian Maggio fece il suo esordio contro laGrecia, il 19 novembre 2008.[200]Alcampionato del mondo 2010 furono convocati tre giocatori del Napoli contemporaneamente: Christian Maggio,Morgan De Sanctis eFabio Quagliarella.[201] Proprio quest'ultimo, il 24 giugno 2010, divenne il primo calciatore del Napoli a segnare con la Nazionale italiana in un Mondiale, realizzando un gol nella sconfitta per 3-2 contro laSlovacchia.[202]Christian Maggio e Morgan De Sanctis furono convocati anche per ilcampionato d'Europa 2012.
Nel 2012 esordì in Nazionale Lorenzo Insigne, prodotto del vivaio azzurro, che fu convocato alcampionato del mondo 2014 e alcampionato d'Europa 2016. Il 4 giugno 2018 scese in campo per la prima volta con la fascia da capitano, nella partita amichevole pareggiata 1-1 contro iPaesi Bassi aTorino, diventando così il primo giocatore a indossare la fascia di capitano della Nazionale durante la militanza nel club partenopeo.[203][204]
Nel marzo del 2025, in occasione delle due gare dell’Italia contro laGermania, valevoli per i quarti di finale dellaNations League, il CTLuciano Spalletti ha convocato contemporaneamente ben cinque giocatori del Napoli: oltre a Giovanni Di Lorenzo e Alex Meret, ancheMatteo Politano,Alessandro Buongiorno eGiacomo Raspadori; si tratta della tornata di convocazioni di giocatori azzurri più ingente da decenni.[208]
Il Napoli e le Nazionali estere
Nel corso della sua storia, il Napoli ha annoverato numerosi calciatori stranieri convocati dalle rispettive Nazionali durante la loro militanza in azzurro. Tra i profili più iconici spiccanoRuud Krol eDiego Armando Maradona[209], vincitore delMondiale 1986 con l'Argentina. Con Diego giocarono al Napoli i brasilianiCareca eAlemão.
Il 12 giugno del 2025, il Napoli ufficializza l'acquisto del capitano della Nazionale belga,Kevin De Bruyne:[217] si tratta di uno dei colpi più importanti della storia del club partenopeo.
Il Napoli della stagione1986-1987, nell'ambito del primodoblete della sua storia, trionfò inCoppa Italia inanellando vittorie in tutte le 13 gare dell'edizione
Il Napoli esordì in massima serie (allora denominataDivisione Nazionale) il 3 ottobre 1926.[14] Quella corrente è dunque la sua 92ª stagione sportiva, nelle quali si è piazzata sul podio nel 21,4% dei casi.
La vittoria in campionato con il maggior scarto fu un 8-1 contro laPro Patria nellaSerie A 1955-1956,[92] invece la sconfitta con il maggior scarto fu uno 0-11 subìto dal Torino nel campionato federale1927-1928.[92]
Il Napoli e il Vado sono le uniche squadre che hanno vinto la Coppa Italia non militando in massima serie (1961-1962); sempre per quanto riguarda la Coppa Italia, il Napoli detiene il record di vittorie consecutive (20) e, insieme aFiorentina, Inter e Juventus, è l'unica squadra ad aver vinto la Coppa Italia vincendo tutte le partite (13 su 13: accadde nella stagione 1986-1987). È anche l'unico club ad aver vinto in ogni categoria professionistica (Serie A, Serie B e Serie C, più il campionato riservato alle squadre del Centro-Sud) e ad aver disputato sia la Supercoppa italiana maggiore, sia quella minore di Lega Pro.
Infine condivide con Torino (1942-1943), Juventus (1959-1960, 1994-1995, 2014-2015, 2015-2016, 2016-2017 e 2017-2018),Lazio (1999-2000) e Inter (2009-2010) il primato di aver vinto sul campo, nella stessa stagione, Scudetto e Coppa Italia (1986-1987).[49][220][221]
Il Napoli vanta inoltre, in coabitazione conBologna (1931-1932) e Juventus (1932-1933), il record dei punti (33 su 34) ottenuti nelle gare interne in un campionato a 18 squadre con 2 punti per vittoria (16 vittorie e 1 pareggio in 17 partite), realizzato nel torneo 1989-1990:[222] l'unica squadra che riuscì a ottenere punti al San Paolo in quella stagione fu laSampdoria, che pareggiò 1-1.[223] L'altro record riguarda le marcature in trasferta (50 reti), stabilito nella stagione 2016-2017.
Sempre nella stagione 2016-2017, il Napoli ha vinto tutti gli scontri diretti fuori casa con le squadre di Milano e Roma (1-2 contro il Milan, 1-2 contro la Roma, 0-3 contro la Lazio e 0-1 contro l'Inter), impresa riuscita solo alGrande Torino, e in più l’anno successivo ha conseguito il record di vittorie consecutive nei campionati nazionali, con una striscia di 13 successi in Serie A nella stagione 2017-18 (le ultime cinque della stagione precedente e poi le prime otto della nuova stagione), superando il precedente record di qualche anno prima.[224][225]
Nella stagione del terzo scudetto 2022-2023, per la prima volta nella sua storia il Napoli ha battuto tra andata e ritorno tutte le squadre partecipanti al campionato di Serie A.[226]
Il giocatore con più presenze nella storia del Napoli èMarek Hamšík con 520 partite giocate,[227] di cui 408 presenze in Serie A (anch'esso un primato).
Invece il giocatore con più reti nella storia del Napoli èDries Mertens con 148 reti realizzate,[228] di cui 113 in Serie A (anch'esso un primato).
Nelle coppe nazionali il giocatore più presente èGiuseppe Bruscolotti, con 96 partite giocate, mentre Diego Armando Maradona ha siglato il maggior numero di reti (29).[234]Il record di gol in un singolo torneo appartiene a Giuseppe Savoldi, con 12 reti realizzate nellaCoppa Italia 1977-1978, in cui realizzò anche il record di gol in una singola partita nelle coppe nazionali il 4 maggio 1978, con una quaterna in un Napoli-Juventus 5-0.[235]
Per quanto concerne le competizioni europee (comprendendo anche i tornei non organizzati dalla UEFA), il record di presenze appartiene a Marek Hamšík, con 80 apparizioni,[236] mentre il primato di reti (28 gol) compete a Dries Mertens.[237] Il record di gol in una singola partita ufficiale per le gare europee appartiene aDaniel Fonseca, che siglò cinque reti il 16 settembre 1992 nella gara in trasferta contro gli spagnoli delValencia (vinta 5-1), valevole per l'andata dei trentaduesimi di finale diCoppa UEFA (unico caso di cinquina esterna realizzata nelle coppe europee da un calciatore in una squadra italiana).[238]
Alla fine dell'annata2024-2025, in cui gliAzzurri hanno vinto il quarto scudetto della loro storia, il centrocampistaScott McTominay è stato eletto miglior giocatore della Serie A,[244] mentre l'allenatoreAntonio Conte è stato nominato come miglior allenatore della stagione.[245]
Secondo un'indagine condotta e pubblicata annualmente da due società specializzate insondaggi ericerche di mercato, la StageUp e laIpsos, al 2024 la squadra risulta essere il quarto club più tifato d'Italia, potendo contare su un seguito stimato in circa 2 904 000 tifosi,[246] un dato in netta crescita rispetto alle rilevazioni degli anni precedenti.[247][248] Sempre nel 2023 anche l'istituto di ricerche Demos & Pi, che ha condotto un'indagine sul tifo calcistico in Italia per conto del quotidianola Repubblica, classifica il Napoli come il quarto club più tifato, stimando i supporters azzurri nell'11% del totale.[249]
Storia
I tifosi azzurri gremiscono gli spalti delloStadio San Paolo il 10 maggio 1987, giorno del primo scudetto del Napoli
Le origini deltifo organizzato a Napoli risalgono aglianni sessanta.[250] Il Napoli è al 2016 la quarta squadra italiana per numero di tifosi[251] con circa 4,6 milioni. A livello internazionale si stima un seguito di circa 35 milioni di tifosi nel mondo e 120 milioni di simpatizzanti.[252]
Il tifoso medio del Napoli non appartiene a una classe specifica: secondo il giornalistaMimmo Carratelli, il tifo azzurro «confonde e compattagenti diversissime, i napoletani dei quartieri-bene e quelli dei rioni popolari. Il Napoli è "la squadra di tutti" [...] .».[253]
Quello che accomuna tutti è comunque la passione per la squadra: il tifo raggiunge picchi tali, che in alcune occasioni l'urlo dei tifosi al gol è stato registrato come terremoto dai sismografi dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.[254]
Ilgemellaggio tra i supporters del Napoli e quelli delGenoa era uno dei più antichi che il calcio italiano poteva vantare. Ebbe inizio il 16 maggio 1982 in seguito al pareggio per 2-2 a Napoli tra le due squadre, nell'ultima giornata dellaSerie A 1981-1982[255] che portò alla salvezza del Genoa a scapito del Milan; il rapporto si consolidò nellaSerie B 2006-2007 quando, con il pareggio per 0-0 aGenova, entrambe le squadre ottennero la promozione in Serie A.[68] Il duraturo gemellaggio tra le due tifoserie, che era stato anche omaggiato e sostenuto da iniziative commerciali,[256] è terminato dopo la partita Napoli-Genoa del 9 aprile 2019, con un comunicato degli ultras partenopei.[257]Qualche anno dopo i rapporti tra genoani e napoletani si sono ricuciti come negli anni passati, altri gemellaggi molto sentiti sussistono con le tifoserie di Ancona e Catania.
All’estero, il legame più forte è quello con i tifosi bulgari della Lokomotiv Plovdiv. Tra le due tifoserie esiste una vera e propria fratellanza: i supporter bulgari sono spesso al fianco dei napoletani, sostenendo insieme la squadra del Napoli, sia al Maradona che in trasferta.
In senso opposto, i tifosi azzurri hanno cattivi rapporti soprattutto con le squadre del Nord Italia,[261] in particolare con Atalanta,[262]Brescia,[263] Inter,[264] Milan,Udinese,[265]Verona,[266]Vicenza (soprattutto)[267][268][269][270] e, per via del precedente gemellaggio tra campani e genoani,Sampdoria.[271] Storica la rivalità con la Juventus, la squadra che contende agli azzurri il primato delle simpatie tra i sostenitori calcistici nel Sud Italia, dovuta anche amotivi storici correlati con la città,[272] la quale vide nellaVecchia Signora l'espressione sportiva delPiemonte sabaudo.[273] Inoltre, c'è una forte rivalità sia con Roma, Lazio e Cagliari.[274] Negli ultimi anni, spicca anche la rivalità con il Palermo, dovuta soprattutto ai legami tra partenopei e catanesi e tra palermitani e romanisti.[275]
Il Napoli non disputa ufficialmentederby cittadini, ma è ugualmente protagonista di tre particolari sfide assimilabili a stracittadine: ilderby del Sole, ufficiosamente chiamato anchederby del Mezzogiorno, giocato contro la Roma e all'apice della popolarità negli anni '70 e '80;[283] ilderby delle Due Sicilie, giocato con i siciliani del Palermo e all'apice della popolarità tra gli anni 2000 e 2010;[284][285] e infine ilderby Napoli-Salernitana, giocato proprio con i corregionali dellaSalernitana. Rilevante anche la rivalità campana, in essere negli anni '80, con l'Avellino.[286]
^Il 90% di tale azienda è controllato in maniera diretta dal presidenteAurelio De Laurentiis, mentre il restante 10% è controllato dalla vicepresidente Jacqueline Marie Baudit attraverso la Corduso FiduciariaS.p.A.
^ Nico Pirozzi,Giorgio Ascarelli, Edizioni Loffredo, 2008, p. 45.
^abRenna, p. 39, il quale, citando un articolo diIl Mezzogiorno del 26-27 agosto 1926 dimostra che l'assemblea che decise il cambiamento di denominazione da Internaples a Napoli avvenne il 25 agosto, e non nella data tradizionale (ma erronea) del 1º agosto, sostenuta tra gli altri daTramontano, p. 8 eForgione, p. 80
^In osservanza ai dettami delPartito Nazionale Fascista, nel corso delperiodo interbellico furono lentamente sostituite tutte le dicitureFootball Club adottate da molte società. Tra i vari esempi: ilFoot-Ball Club Internaples fu mutato nel 1926 inAssociazione Calcio Napoli; ilGenoa Cricket and Football Club divenne nel 1928 ilGenova 1893 Circolo del Calcio; nello stesso anno alFootball Club Internazionale, colloquialmenteInter, venneimposta la fusione con laMilanese e conseguente cambio di denominazione inAmbrosiana, dapprima con la ragione sociale diSocietà Sportiva e poi nel 1929 diAssociazione Sportiva; ilFoot-Ball Club Juventus si semplificò unicamente inJuventus nel 1936; ilMilan Football Club, dopo aver già mutato ragione sociale nel 1936 inAssociazione Sportiva, due anni dopo siautarchizzò totalmente inAssociazione Calcio Milano, e così via.
^NellaDeloitte Football Money League sono considerate le entrate dei club per gli incontri casalinghi, i diritti di trasmissione e le fonti commerciali, con l'esclusione delle commissioni di trasferimento dei calciatori/allenatore, l'IVA e altre imposte relative alle vendite. Il tutto riferito alla stagione sportiva precedente all'anno di pubblicazione.
^Maradona la mano di Dio, suarchiviodelcinemaitaliano.it, Archivio del cinema italiano,ANICA.URL consultato il 15 novembre 2016(archiviato il 15 novembre 2016).
^(EN) Gary Armstrong e Richard Giulianotti,The Second Confrontation. Italy'sQuestione Meridionale: Naples vs Juventus, inFear and Loathing in World Football, Oxford, Berg Publishers, 2001, pp. 214-216,ISBN1-85973-463-4.
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