Stati in cui è adottata come principale lingua ufficiale una lingua di un popolo slavo.
Slavi occidentali
Slavi orientali
Slavi meridionali
Distribuzione degli slavi per lingua.
Glislavi sono un ramo etno-linguistico deipopoli indoeuropei: vivono principalmente inEuropa, dove costituiscono circa un terzo della popolazione. A partire dalla loro patria originaria (inEuropa orientale) nelVI secolo, si sono spostati anche verso l'Europa centrale e verso iBalcani. In seguito molti di loro si sono stabiliti nell'Asia settentrionale o sono migrati in altre parti del mondo.
I migranti slavi si univano alle popolazioni che già abitavano le terre in cui si stanziavano; per questo motivo i moderni popoli slavi mostrano pochi tratti genetici comuni. Un fattore unificante è invece il fatto di parlare tutti dellelingue slave, come pure un comune senso d'identità slava, intesa però in modo assai differente tra i vari popoli.
Sono state fatte diverse ipotesi sulle origini del nome "slavi" (inlatinoSclaveni, inantico slavo ecclesiasticoSlověne, termine attestato dalle prime fonti scritte slave, risalenti alIX secolo):
una tipica etimologiaromantica faceva derivare il nome dalla parolaslava, che significa 'gloria'; pertanto "slavi" significherebbe "popoli famosi, gloriosi", perché in tempi antichi le tribù slave erano composte da grandi guerrieri la cui fama passava di tribù in tribù. Questa ipotesi è oggi scartata per motivilinguistici.[1]
altri ipotizzano che il nome derivi daslovo, che significa 'parola' (da porre in contrasto con ilprotoslavo*němjcj, 'muto', il termine con cui gli slavi indicavano i loro viciniGermani perché non capivano ciò che dicevano; ancora oggi inrusso немец significa 'tedesco'); quindi gli "slavi" sarebbero "popoli che parlano la stessa lingua", "popoli che si capiscono".
all'opposto dell'ipotesi precedente, qualcuno pone in rapporto il nome degli slavi con la parolaproto-germanica*slawõz, che significa 'tacere', e quindi essi sarebbero "i tacenti".
qualcuno ipotizza che l'antroponimo russoSlav significhi 'saggio', 'pio', 'devoto', e da qui derivi il nome di tutto il popolo, che perciò significherebbe "i devoti agli dèi, o al Dio, di una comune religione slava". Questa ipotesi etimologica è oggi popolare tra chi rivendica l'unitarietà dell'originaria religione slava.
altrislavisti, tra i qualiMax Vasmer, avanzano quella che oggi è considerata l'ipotesi più valida: essa ci riporta all'indoeuropeo*kleu, 'bagnare', che avrebbe dato il proto-slavo*slu (il passaggio dallavelare allasibilante dopo laliquida è normale nelle "linguesatem"). La radice indoeuropea rimanderebbe a "qualcosa che scorre". Ancora oggi inUcraina scorre il fiumeSluč: gli Slavi potrebbero portare nel proprio nome la loro provenienza dalla regione di questo fiume.
Collegata con il nome degli slavi è anche l'etimologia della parola italiana "schiavo":[2] inlatino medievale, il vocabolosclavus derivava proprio da "slavo". Con il terminegreco bizantino Σχλαυηνοί gli storici dell'impero romano d'Oriente delsecolo VI designavano gli Slavi che, varcato ilDanubio, iniziavano a infiltrarsi nellapenisola balcanica.[3] Il termine greco passò poi al latinoSclaveni; come e perché, accanto a queste forme, siano poi sorte quelle brevi Σχλάβοι eSclavi non è ben chiaro. Assai rapidamente e in tutti i Paesi europei l'etnonimo si mutò in sinonimo di "popolo asservito". Passato così a indicare uno status giuridico, in sostituzione deiclassicimancipium eservus, il medievalesclavus è all'origine della parola che indica lo "schiavo" in quasi tutte le lingue europee. Con un processo simile, d'altronde, lelingue finniche utilizzano con il significato di 'schiavo' la parolaorja, che potrebbe derivare dal nome dei loro antichi nemici "ariani".
Direttrici migratorie dei popoli slavi dal V al X secolo
Aree di insediamento dei popoli slavi tra il VII e il IX secolo
Gli slavi fecero la loro comparsa nell'Europa centro-orientale, nella zona dei fiumiWarta,Vistola,Dnepr eDnestr, verso ilVI secolo d.C., e da questa zona iniziarono poi a spostarsi verso i quattro punti cardinali.
Sono state formulate diverse teorie relativamente all'urheimat slava, ossia la "patria d'origine degli Slavi".[4]
In tale periodo e soprattutto nei secoli precedenti sono assenti fonti scritte e pochissimi reperti archeologici testimoniano delle vicende degli slavi prima dell'inizio di questa migrazione. Ci dobbiamo affidare perciò allalinguistica storica, tenendo presente che le conclusioni che si possono raggiungere sono molto relative.
Due terminiprotoslavi,*ostrovu e*otoku, significavano 'isola'. Per l'origine di queste parole, tuttavia, l'isola è intesa come "isola fluviale", un pezzo di terra intorno alla quale "scorre" dell'acqua (inrusso moderno остров significa ancora oggi 'isola', ma il verbo течь significa 'scorrere'). Per questo motivo si suppone che il popolo slavo originario non conoscesse il mare (d'altra parte, tutti i termini relativi al mondo della navigazione presenti nelle lingue slave odierne non sono di origine slava, bensì derivano per lo più dallalingua greca, a partire proprio dalla parola russa корабль, 'nave', che deriva dal greco χαράβιον).
Un'altra parola protoslava,*buk, 'faggio', deriva dalprotogermanico*bõkõ: quasi con certezza, la zona di provenienza di questi Slavi era una zona in cui non crescevano faggi.
Esiste, però, un elemento che complica ulteriormente le cose e crea problemi tuttora non risolti: la cosiddettaciviltà lusaziana (1400-500 a.C.). Secondo alcuni studiosi, è una manifestazione della culturagermanica, ma secondo storici polacchi e cechi è già manifestazione culturale slava. Questa civiltà si diffuse fino all'Elba: se fosse stata una civiltà originaria slava, dovremmo ipotizzare che gli Slavi si siano rivelati presenti in quella zona mille anni prima del VI secolo d.C. L'ipotesi che la civiltà lusaziana testimoni una presenza di slavi così presto e così ad occidente è tuttavia molto debole. Nessun toponimo antico nella zona sembra avere origini slave (non è affatto dimostrato che il nome della città diKalisz derivi dal protoslavo*kalu, 'fango'), e non troviamo parole di origineceltica nelle lingue slave, mentre sarebbe stato inevitabile se i lusaziani fossero venuti in contatto con popolazioni celtiche.
L'ipotesi più diffusa è che in questa zona che abbiamo considerato all'inizio, traPolonia,Ucraina eBielorussia, siano comparse le popolazioni protoslave verso il VI secolo d.C., che forse provenivano dagliUrali.
Lasocietà degli slavi era di tipo tribale e lo rimase per molto tempo. Ognitribù aveva un proprio territorio, i campi erano posseduti in comune e laproprietà privata era molto limitata.
Agli inizi, la vita sociale era basata sul concetto di*rod ('schiatta', 'stirpe'), una stretta parentela di sangue. Successivamente però, la famiglia tese lentamente a ingrandirsi in modo graduale, in primo luogo per via di matrimoni, e in seconda istanza, cominciarono ad essere considerati membri della famiglia anche quelli che vi erano entrati come forza lavoro. Si passava pertanto da una famiglia basata sulla parentela alla comunità locale: presero vita così i primi villaggi e poi, quando mercanti e artigiani si spostarono nei centri più grandi e fortunati, nacquero le prime città, prima protette da palizzate di legno, poi da mura di pietra.
Le istituzioni erano strettamente legate al commercio, la legislazione era orale e consuetudinaria (per avere una legislazione scritta, laRusskaja Pravda, si dovette aspettare il regno diJaroslav il Saggio (1019-1054). Il sistema giudiziario rifletteva chiaramente gli usi e le necessità di una società di commercianti. Il principe (knjaz') era semplicemente considerato unprimus inter pares: era il guerriero più valoroso, riconosciuto ed eletto capo, proprio come nel mondogermanico. Successivamente i principi avrebbero cercato di rendere la loro carica ereditaria. Compiti del principe erano quelli di favorire il commercio e combattere contro i nemici: al principe spettava soprattutto il compito di fornire ed organizzare le scorte armate per proteggere i commercianti. Queste scorte armate sarebbero diventate in breve l'esercito principale del principe (družina, analoga allatrustis germanica), in simbiosi con il principe stesso. Il principe, inizialmente non nobile, tenderà poi a diventarlo e a estendere la propria nobiltà al suo esercito (nelladružina si trovano dunque le origini del ceto deiboiari). I boiari avrebbero poi costituito nel tempo la classe dei grandi proprietari terrieri, dotandosi ciascuno di una propria personaledružina,facendo crescere inevitabilmente la conflittualità tra principe e boiari.
Gli slavi erano degli abilissimiagricoltori, che coltivavano i propri appezzamenti di terra con il lavoro di famiglia e sfruttavano ampiamente le foreste e lerisorse naturali dei territori da loro abitati.
In epoca storica, gli slavi non eranopopoli nomadi: solo quando il suolo era esaurito cercavano altre sedi.
Essi si stanziavano soprattutto lungo i fiumi perché
erano facilitati gli spostamenti,
era più facile difendersi (palizzate di legno sul lato-terra di un insediamento e possibilità di fuga sul lato-fiume),
il fiume forniva pesce per la sussistenza.
Il commercio avveniva attraverso il baratto: successivamente cominciarono a essere usate pelli comemoneta, infine venne introdotta la moneta metallica.
Verso occidente gli Slavi occuparono i territori dell'Europa centrale lasciati in parte vuoti daiGermani, che si erano spostati all'interno di quello che era l'Impero romano. Evitando lapianura Pannonica, brulicante diAvari, attraverso laPolonia giunsero fino allaPomerania a nord — a sud riuscirono invece a spingersi fino alla Carniola, dove entrarono spesso in conflitto con i Longobardi.
«Ratchis denique aput Foroiuli dux, ut dixeramus, effectus, inCarniolam Sclavorum patriam cum suis ingressus, magnam multitudinem Sclavorum interficiens, eorum omnia devastavit.»
(Paulus Diaconus, Historia Langobardorum, Liber VI[5])
Verso sud, gli slavi scesero lungo lapenisola balcanica: attraverso la "Porta Morava", scesero verso ilDanubio, che attraversarono aVindobona; attraversando laSerbia giunsero fino inDobrugia e nelPindo, sovrapponendosi alle popolazioni preesistenti qualiIlliri,Daci eTraci, oppure mescolandosi a loro come con iBulgari, ed alla fine si arrestarono davanti alle mura diCostantinopoli, sicché dovettero sedentarizzarsi. La politicabizantina del VII-VIII secolo (Costantinopoli era impegnata prima contro iPersiani, poi contro gliArabi) non riuscì a dirottare gli slavi, come faceva di solito con le altre popolazioni migranti, verso occidente; perciò gli Slavi vennero accolti con uno statuto simile a quello deifoederatiromani, per difendere le terre daipopoli delle steppe, soprattuttoAvari ePeceneghi. Soprattutto serbi e bulgari verranno molto influenzati dallaciviltà bizantina (in ambito politico, con il tipicocesaropapismo bizantino, ma anche letterario ed artistico).
Verso oriente, gli slavi non trovarono ostacoli o confini: immense terre ricoperte ditaiga o disteppa, grandi fiumi come ilDon, laVolga o l'Okà, paludi, zone pianeggianti abitate da popoli delle steppe come iCumani, iPeceneghi, iKhazari e iBulgari della Volga: con questi popoli gli slavi furono sempre in guerra (tranne che con i Khazari).
Tra Slavi occidentali e Slavi orientali ci sono sempre stati scambi linguistici e culturali.Austria,Ungheria eRomania, paesi non slavi, dividono la Slavia settentrionale (occidentale ed orientale) dalla Slavia meridionale. Tra Slavia settentrionale e Slavia meridionale i contatti furono a grandi linee impediti, soprattutto dalle scorrerie (prima) e dallo stanziamento (poi) deiMagiari.[7] Ma agli inizi delXV secolo molti intellettuali slavo-meridionali (soprattutto monaci serbi), in fuga davanti agliOttomani, ripararono aMosca, creando così un forte legame e un fecondo scambio.
Idolo diZbruč dedicato al dio SvetovitLa religione antica degli Slavi non è mai stata soppiantata del tutto dal cristianesimo, ed è stata preservata un po' ovunque dalle comunità dei cosiddetti"vecchi credenti" (staroverci), spessosincretizzata con il cristianesimo.[8] Ai decenni più recenti risale il suo recupero nel movimento dellarodnoveria. In foto, rodnoveri russi nella regione diKaluga.
Non è possibile ricostruire con precisione ilpantheon slavo originario. Le fonti scritte (sia documentarie, sia narrative) sono tutte successive alla conversione degli slavi alcristianesimo: furono redatte damonaci (praticamente la totalità per il periodo delleRus' di Kiev e circa tre quarti per il periodo dellaMoscovia), e questi autori eliminavano sistematicamente ogni richiamo alpaganesimo precedente.
LeCronache russe contengono delle sezioni narrative (skazanja) che si richiamano al periodo anteriore alla conversione degli slavi, ma questi racconti sono stati tutti recensiti e adattati dai monaci autori delle cronache. Un caso differente è quello dellebyliny, raccontiepici in versi, tramandati oralmente: qui si trovano molte più informazioni sulla religione degli slavi, anche se è difficile collocare cronologicamente con precisione le informazioni che ci giungono da fonti orali.
Un accenno ad una divinità slava nellaCronaca degli anni passati si trova in una formula di giuramento con la quale si concludevano sempre i trattati commerciali tra i mercanti russi e quelligreci:
«NoiRussi giuriamo di rispettare quanto è stato stabilito, altrimenti l'ira diPerun incomberà su di noi»
Confrontando variebyliny e anche alcuneskazanje possiamo affermare che:
Perun era il dio della folgore,
era rappresentato da un tronco d'albero (indizio di un influsso dellosciamanesimo, che potrebbe essere giunto agli Slavi daiFinni, di ceppouralico), con una testa d'argento e baffi d'oro,
sembra essere stato adorato quasi esclusivamente nellaRus' di Kiev.
Resta da risolvere, però, il problema di quale rapporto ci sia tra Perun eThor, il diogermanico della folgore (nella Rus' erano presenti iVariaghi), ePerkūnas, divinitàbaltica raffigurata proprio come Perun. In definitiva, non è ancora chiaro se Perun fosse una divinità propria del mondo slavo, o presa "in prestito" dal mondo germanico o da quello baltico (è nellelingue baltiche che il nome di Perkūnas è ricollegabile al "tuono": ancora oggi inlettoneperkůns significa 'tuono', mentre parole analoghe inucraino o inpolacco potrebbero essere entrate in tempi posteriori). Tra l'altro, non è escluso che il nome del dio Thor si trovasse scritto su qualche fonte incaratteri runici, e gli autori delle cronache slave possano aver confuso nella traslitterazione unaÞ con unaP.
Ilmanoscritto di Frisinga è ritenuto il più antico testo in unalingua slava, scritto in caratteri dell’alfabeto latino — I manoscritti, risalenti alla fine del X secolo, contengono frasi rituali di confessioni, annotazioni su prediche riguardanti il peccato e la penitenza e formule di abiura, scritti inlingua slovena.
L'alfabeto inventato da Cirillo e Metodio è quello glagolitico, mentre quello cirillico, che di Cirillo porta il nome, venne creato dai suoi discepoliNaum eSava, rifugiatisi inMacedonia.
«Se furono gli Slavi nel secolo VI ad abbattere il ponte che collegava l'Oriente e l'Occidente cristiani, si può dire che dai secoli IX e X in poi il loro compito storico sarebbe stato quello di ricostruirlo. Li attendeva il destino difficile dei popoli cerniera, la prospettiva di partecipare, secondo le epoche e le circostanze, a riavvicinamenti e osmosi parziali o viceversa a separazioni e incomprensioni fra l'Orienteortodosso e l'Occidentecattolico, fra due modi di concepire il mondo e le sue strutture, leggi e finalità, e il ruolo che l'uomo viene chiamato a svolgervi volontariamente o suo malgrado.»
L'antenata di tutte lelingue slave nacque in un'epoca incerta dallalingua proto-indoeuropea (probabilmente dopo essere passata attraverso uno stadio proto-balto-slavo).Secondo la tesi più diffusa gli indoeuropei che rimasero dopo le migrazioni iniziarono ad utilizzare la lingua balto-slava.[senza fonte] L'effettivo proto-slavo, definito come ultimo stadio della lingua che precede la divisione dellelingue slave storiche, risale alVII secolo, ed era probabilmente parlato durante ilV eVI secolo.
Il gruppo delle lingue slave appartiene alle cosiddettelingue satem, oisoglossa orientale della famiglia delle lingue indoeuropee, insieme ai gruppi baltici e indo-iraniani. Questo avviene in contrasto alla divisione occidentale (lingue centum), che include il germanico, l'italico, il celtico e le lingue elleniche.
L'origine dei parlanti del pre-protoslavo e del protoslavo è oggetto di grandi dibattiti.[4] A partire dalXIX secolo la questione assunse una valenza politica, particolarmente in relazione alla storia delle divisioni polacche, e all'imperialismo tedesco conosciuto comeDrang nach Osten: in sostanza, sia i tedeschi sia gli slavi volevano essere gli autoctoni della terra lungo il fiumeVistola.
La teoriaautoctona afferma che i proto-slavi sono nativi dell'area dell'attualePolonia, già prima delVI secolo d.C.,
la teoriaalloctona sostiene che gli slavi sono immigrati nell'area della moderna Polonia dopo il VI secolo.
Il dibattito venne sfruttato a scopo dipropaganda politica e ha spesso assunto toni emotivi e intrisi di proto-archeologia e misticismo nazionalista.
Nel corso degli anni sono state avanzate alcune ipotesi per riconoscere tracce archeologiche di popolazioni slave anteriori al VI secolo d.C., quando gli slavi sono chiaramente riconoscibili nella zona paludosa che comprende le attualiBielorussia,Polonia eUcraina:
Frequenza percentuale dell'aplogruppo R1a per regione d'Europa.
Recentiipotesi genetiche sul popolamento dell'Europa, in via di elaborazione, propongono una teoria almeno in parte alternativa sull'origine degli slavi. Osservando la frequente ricorrenza di un determinatoaplogruppo del cromosoma Y, l'aplogruppo R1a, tra gli eredi storici degli slavi, e constatandone la particolare frequenza inPomerania, tale ipotesi individua nell'area compresa tra le attualiGermania ePolonia laculla ancestrale della lingua e della cultura slava, che da lì si sarebbe irradiata verso sud e verso est.
Una vaga reminiscenza di questa origine autoctona potrebbe essere presente nella leggenda diLech, Čech e Rus, che narra in varie forme la storia di tre fratelli che in seguito si divisero generando le nazioni polacca, ceca e russa.
Gli Slavi adottarono gradualmente ilCristianesimo tra ilVI e ilX secolo, e conseguentemente fu soppressa l'antica religione slava. Le due principali divisioni cristiane negli slavi sono gliortodossi e icattolici, cui si affiancano minoranze di religioneprotestante eislamica. In molti gruppi etnici slavi la grande maggioranza dei credenti condivide la stessa religione, sebbene molti sianoatei oagnostici; in quest'ultimo caso le persone possono tuttora identificarsi con una particolare religione in senso culturale e storico.
Le divisioni traortodossi ecattolici si acuirono per l'uso dell'alfabeto cirillico dagli ortodossi e i greci cattolici e dell'alfabeto latino da parte dei cattolici romani. Lalingua serba, lalingua bosniaca e la lingua montenegrina possono essere scritte sia in alfabeto cirillico che latino.Tra i paesi a maggioranza di popolazione slava il cattolicesimo risulta la principale religione in Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Croazia. Le chiese ortodosse sono invece affermate in Bielorussia, Ucraina, Serbia, Bulgaria e Macedonia del Nord. In Bosnia ed Erzegovina le principali religioni sono la religione islamica, la religione ortodossa e la religione cattolica, professate rispettivamente dalle singole comunità etniche bosgnacca, serba o croata, che compongono il popolo della Bosnia-Erzegovina. In Macedonia le principali religioni sono la religione ortodossa e la religione islamica, professate rispettivamente dalle singole due comunità etniche che compongono il popolo della Macedonia del Nord, ossia quella macedone e quella albanese. In Russia la religione più diffusa risulta quella ortodossa, dichiarata da circa il 41 % della popolazione.
^ Giorgio Pasini,Note di storia dell'Europa orientale nel Medioevo, Milano, Centro ambrosiano, 2001, p. 11,ISBN88-8025-288-7.
«La derivazione patriottica, sorta in epoca romantica, è da scartare, sia perché è il frutto puerile da contrapporre all'etimo latino medievaleSclaveni, dal quale deriverebbe successivamente la parolaschiavo, sia per il fatto che la-a- diSlavi non deriva da alcuna vocale indoeuropea»
^Come anche del saluto "ciao", passato attraverso ilvenetos-ciao, appunto 'schiavo'.
^Tolomeo chiamava questi popoliStavanoi eSoubenoi.
^NelXIX secolo, all'epoche delleutopie panslaviste, si cominciò a guardare all'invasione e al definitivo insediamento dei Magiari nellaPianura Pannonica come ad uno degli avvenimenti più tragici della storia slava: il mondo slavo non avrebbe mai ricevuto un colpo più fatale nel corso della sua esistenza. In quel mondo slavo che, secondo i panslavisti comeFrantišek Palacký, costituiva un'entità omogenea dalloHolstein fino alPeloponneso, i Magiari avevano aperto un solco che avrebbe distrutto ogni idea di unità.
^La parola*bogu, 'dio', deriva dall'indoeuropeo*bhaγos, che indicava i beni, la fortuna, la felicità: le cose che abitualmente si chiedono alla divinità.
AIS sito ufficiale dell'Associazione Italiana degli Slavisti, libera associazione fondata a Roma nel 1971 che intende promuovere gli studi slavistici in Italia.