IlSistema politico della Repubblica Italiana può ricondursi a unademocrazia rappresentativa, nella forma direpubblica parlamentare. LoStato è organizzato in base a un significativo decentramento.
L'Italia è una repubblica democratica dopo il referendum del2 giugno 1946, quando lamonarchia fu abolita e fu eletta un'Assemblea costituente incaricata di redigere laCostituzione, la quale venne successivamente promulgata dalCapo provvisorio dello StatoEnrico De Nicola il27 dicembre1947, entrando in vigore il1º gennaio1948.
Il sistema politico italiano è organizzato secondo il principio dellaseparazione dei poteri: ilpotere legislativo è attribuito alParlamento, algoverno spetta ilpotere esecutivo, mentre lamagistratura, indipendente dall'esecutivo e dal potere legislativo, esercita ilpotere giudiziario. IlPresidente della Repubblica è la massima carica delloStato e ne rappresenta l'unità.
La legge fondamentale della Repubblica è laCostituzione, ossia il codice che indica i principi fondamentali, idiritti e idoveri dei cittadini e ne fissa l'ordinamento. Ai sensi dell'art. 70 della Costituzione, ilpotere legislativostatale spetta alParlamento, costituito da duecamere (bicameralismo): ilSenato della Repubblica e laCamera dei deputati.
Tutte leleggi, in ultima istanza, devono essere promulgate dal Presidente della Repubblica che, con messaggio motivato alle Camere, può chiedere una nuova deliberazione (il cosiddettoveto sospensivo). Se però le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata.
IlConsiglio dei ministri si regge su una maggioranza parlamentare, tipicamente costituita a partire da unaconsultazione elettorale tra tutti gli aventidiritto di voto.
Solo in casi di necessità ed urgenza il governo può emanare un atto avente forza di legge e chiamatodecreto-legge, che deve essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni, pena la sua decadenza (anche retroattiva). Inoltre il Parlamento può delegare il Governo tramite una legge chiamatalegge delega affinché legiferi su una certa materia, dando attuazione ai principi e criteri direttivi stabiliti nella stessa legge delega, e stabilendo nel contempo i limiti e i tempi entro i quali il Governo può muoversi nel legiferare. L'atto normativo emanato in questo modo dal Governo prende il nome didecreto legislativo.
Ci sono poi casi nei quali il potere legislativo spetta al popolo sovrano, attraverso l'istituto delreferendum abrogativo e, in materia costituzionale, attraverso l'istituto del referendum confermativo delleleggi costituzionali. In generale dunque il potere di iniziativa legislativa viene attribuito a ciascunparlamentare, al popolo, attraverso l'istituto della proposta dilegge di iniziativa popolare effettuata tramite la raccolta di almeno 50 000 firme, alConsiglio nazionale dell'economia e del lavoro, aiConsigli regionali e al Governo (il presidente della Repubblica autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo).
Infine, è presente un rilevante controllo giurisdizionale sia sugliatti amministrativi sia sulla legislazione effettuato a due livelli: non è molto differente daljudicial review, revisione giudiziaria, delsistema statunitense (e quindi è ben più esteso di quello anglosassone classico, ossia delRegno Unito, in quanto itribunali a livello diffuso possono considerare una legge non costituzionale, ma limitandola al caso a loro sottoposto), ma nel caso italiano il sistema accentrato sul controllo, su richiesta del singologiudice del tribunale, è affidato allaCorte costituzionale in forma pressoché esclusiva.[1]
La Corte, di conseguenza, può dichiarare costituzionalmente illegittime le leggi o parti di esse, rendendole inapplicabili, e impedendo al Parlamento di legiferare nuovamente sulla medesima situazione.
Per quanto concerne gli atti amministrativi il controllo è effettuato da una serie ditribunali amministrativi suddivisi su base regionale, i TAR, con appello alConsiglio di Stato in sede giurisdizionale, avente competenza territoriale nazionale. Con l'approvazione delCodice del processo amministrativo nel 2010 il controllo sugli atti amministrativi governativi e degli altrienti pubblici è diventato particolarmente penetrante, con possibilità di richiedere le più opportune misure cautelari, sia in primo sia in secondo grado, nonché il risarcimento del danno che l'atto amministrativo emanato dal pubblico potere ha causato.[2]
Ilpotere legislativo spetta al Parlamento della Repubblica Italiana, suddiviso in duecamere: ilSenato della Repubblica e laCamera dei deputati, i quali separatamente, con le stesse mansioni assegnate dalla Costituzione, promuovono, attraverso l'iniziativa dei loro membriparlamentari, l'iniziativalegislativa che deve essere approvata a maggioranza da ciascuna delle due Camere, altrimenti rigettata.
Ilpotere esecutivo è affidato algoverno all'interno del quale, secondo l'art. 92, c. 1 Cost., si distinguono tre diversi organi: ilPresidente del Consiglio dei ministri (capo del governo), iministri e ilConsiglio dei ministri (talvolta detto impropriamentegabinetto, secondo una dicitura storica non usata dalle norme italiane), quest'ultimo costituito dall'unione dei precedenti due organi. La formazione del governo è disciplinata in modo succinto dagli art. 92, c. 2, 93 e 94 Cost. e da prassi costituzionali consolidatesi nel tempo.
Il governo dipende dalla fiducia di entrambi i rami del parlamento e ha in suo potere la possibilità di emetteredecreti-legge solo in caso di emergenza (i quali devono essere confermati dal voto del parlamento entro 60 giorni) e non dovrebbe fare decreti-legge abusivamente (art. 77).
In base allalegge finanziaria2008, poi modificata con la legge 13 novembre 2009 n. 172, il numero di ministri del governo è fissato a tredici, mentre l'intero esecutivo (compresi ministri senza portafoglio, viceministri e sottosegretari) non può contare più di sessanta unità. Per effetto del decreto-legge n. 22 del2021 il numero dei ministeri in funzione nelgoverno Draghi aumenta a quindici. Con ilgoverno Meloni i dicasteri sono rimasti 15, ma cinque di essi hanno parzialmente cambiato funzione e, di conseguenza, anche denominazione.
Il Presidente del Consiglio dei ministri (indicato impropriamente anche comeprimo ministro, o popolarmente qualepremier) è ilcapo del governo. È nominato dal Presidente della Repubblica ed è la quarta carica dello Stato per importanza, pur essendo il verodominus del sistema politico (come in tutti i sistemi parlamentari repubblicani la prima carica è sempre il Presidente della Repubblica, anche se i suoi poteri sono limitati).
Teoricamente il Presidente della Repubblica è libero nella sua scelta, ma siccome il designato dovrà formare un governo con cui sarà sottoposto alvoto di fiducia delle duecamere, di fatto egli è scelto tendenzialmente nell'ambito dei partiti che hanno la maggioranza in parlamento; la prassi costituzionale vede il Presidente della Repubblica procedere a consultazioni con igruppi parlamentari per poter procedere alla scelta di una persona che abbia la possibilità concreta di ottenere la fiducia.
Dopo la nomina il Presidente del Consiglio propone al Presidente della Repubblica le nomine dei singoli ministri insieme con i quali andrà a formare ilConsiglio dei ministri se, come detto, riceverà il voto di fiducia da entrambi i rami del parlamento.
Il Presidente del Consiglio coordina l'attività dei ministri ed è responsabile delle attività del governo. A differenza di quanto avviene in altri ordinamenti, non è a tutti gli effetti un superiore gerarchico dei ministri, anche se esplica funzioni alle quali tutti i ministri sono, direttamente o indirettamente, sottoposti.
Altresì è vero che il Presidente del Consiglio non può dare ordini specifici ai ministri riguardo all'attività dei loro dicasteri, ma solo direttive a carattere generale, così come è vero che non può licenziarli. Egli si qualifica così come unprimus inter pares, cioè un primo di pari grado con in suoi ministri.
Più in generale, il Presidente del Consiglio svolge una triplice funzione: impulso, direzione, coordinamento dell'attività del governo.

Con ilgoverno Meloni i dicasteri sono rimasti 15, ma cinque di essi hanno parzialmente cambiato funzione e, di conseguenza, anche denominazione.
Ministeri con compiti di ordine e di indirizzo:
Ministeri con compiti economico-finanziari:
Ministeri con compiti di servizio sociale e culturale:
Ministeri con compiti relativi ad infrastrutture e servizi:
Ilpotere giudiziario è esercitato dalla magistratura che costituisce unordine autonomo e indipendente da ogni altropotere. I magistrati ordinari sono titolari dellafunzione giurisdizionale (vedi vocegiurisdizione), che amministrano in nome del popolo. IlConsiglio superiore della magistratura ha compiti di autogoverno della magistratura, sottraendola del tutto dal controllo delMinistro della giustizia.
Il sistema giudiziario italiano trae le proprie origini daldiritto romano, e ilCodice napoleonico ha ispirato icodici italiani. Il sistema penale italiano è basato su un sistema accusatorio (giudice terzo, dialettica processuale e parità delle armi tra le parti, processo "pubblico" e orale), ma la prima fase, ossia quella delle indagini preliminari, è caratterizzata dalla segretezza, elemento tipico del sistema inquisitorio. Questo porta alcuni studiosi a definire il nostro un sistema "misto".
Sono garantiti sia nella giurisdizione civile, che penale, che amministrativa (seppur con alcune peculiarità) tre gradi di giudizio: in primo grado si porta la causa davanti al giudice per la prima volta; in secondo grado si presenta appello avverso la decisione assunta dal giudice di primo grado, e il giudice d'appello può entrare nel merito della decisione (ed è quindi possibile un ribaltamento anche totale della prima sentenza es. condanna/assoluzione); in terzo grado, nelricorso per cassazione, si impugna la decisione del giudice dell'appello. In quest'ultimo grado di giudizio però il giudice non entra nell'accertamento in fatto compiuto nella decisione impugnata, ma può semplicemente controllare che il processo si sia svolto nel rispetto della legge.
Dopo i tre gradi di giudizio la sentenza impugnata diventadefinitiva.

Il Presidente della Repubblica è ilcapo dello Stato (la più alta carica statale), oltre a rappresentare l'unità nazionale. È una sorta di punto d'incontro tra i tre rami del potere: è eletto dal Parlamento, nomina l'esecutivo ed è il presidente dell'ordinamento giudiziario.
Il presidente è inoltre ilcomandante in capo delleforze armate, ma tale attribuzione è ritenuta dalla dottrina giuridica molto dubbia, considerando che il Capo dello Stato italiano non detiene indirizzo politico, data comunque la forma parlamentare dell'ordinamento italiano.
Tale funzione si esplica nella presidenza delConsiglio supremo di difesa, ma si comprende bene che questo non basta a fare del comando supremo delle forze armate un comando di natura effettiva, tecnico-operativa: il comando delle forze armate è formalmente attribuito al Capo dello Stato, ma detenuto in effetti dalMinistero della difesa e quindi dal governo.
In generale, i poteri del Presidente della Repubblica sono piuttosto esigui. Poiché infatti l'Italia è una Repubblica parlamentare, l'indirizzo politico è determinato dal Parlamento e dal governo; quest'ultimo, essendo vertice del potere esecutivo, detiene anche la funzione amministrativa, per cui l'indirizzo politico-amministrativo dello Stato fa del governo Italiano (ma lo stesso dicasi degli altri governi) l'organo più "forte" in quanto è, per così dire, il motore della politica nazionale ed estera. Dunque, il Presidente del Consiglio dei Ministri, capo del governo, è l'organo monocratico con più potere politico.
Il Presidente della Repubblica è eletto da un collegio elettorale composto da entrambi i rami del Parlamento e da 58 rappresentanti regionali; il suo mandato è di 7 anni.
La sua elezione richiede una larga maggioranza che si riduce progressivamente dai 2/3 nei primi tre scrutini al 50% + uno degli aventi diritto dai successivi. Gli unici due presidenti ad essere stati eletti alla prima votazione sono stati nel1985Francesco Cossiga e nel1999Carlo Azeglio Ciampi.
Nonostante non sia affermato esplicitamente dalla Costituzione, il presidente in carica è rieleggibile:Giorgio Napolitano è stato il primo presidente nella storia italiana ad essere nuovamente eletto per un secondo mandato, nel2013.
Di norma, il presidente cerca di restare in una posizione neutrale rispetto al dibattito politico nazionale, e riveste il ruolo istituzionale di garante per tutto ciò che concerne il processo politico. Il presidente può inoltre rigettare leggi apertamente anti-costituzionali rifiutandosi di firmarle, poiché egli agisce qualeguardiano dellaCostituzione italiana. Tuttavia questo potere è esercitabile esclusivamente una sola volta sulla stessa legge.
L'attuale Presidente della Repubblica Italiana èSergio Mattarella, eletto il 31 gennaio 2015 e rieletto per un secondo mandato, iniziato il 3 febbraio 2022.
| # | Presidente della Repubblica | Inizio mandato | Fine mandato | Partito | |||
| 1 | Enrico De Nicola | 28 giugno1946 | 12 maggio1948 | Partito Liberale Italiano | |||
|---|---|---|---|---|---|---|---|
| 2 | Luigi Einaudi | 12 maggio1948 | 11 maggio1955 | Partito Liberale Italiano | |||
| 3 | Giovanni Gronchi | 11 maggio1955 | 11 maggio1962 | Democrazia Cristiana | |||
| 4 | Antonio Segni | 11 maggio1962 | 6 dicembre1964 | Democrazia Cristiana | |||
| 5 | Giuseppe Saragat | 29 dicembre1964 | 29 dicembre1971 | Partito Socialista Democratico Italiano | |||
| 6 | Giovanni Leone | 29 dicembre1971 | 29 giugno1978 | Democrazia Cristiana | |||
| 7 | Sandro Pertini | 9 luglio1978 | 29 giugno1985 | Partito Socialista Italiano | |||
| 8 | Francesco Cossiga | 3 luglio1985 | 28 aprile1992 | Democrazia Cristiana | |||
| 9 | Oscar Luigi Scalfaro | 28 maggio1992 | 15 maggio1999 | Democrazia Cristiana | |||
| 10 | Carlo Azeglio Ciampi | 18 maggio1999 | 15 maggio2006 | Indipendente | |||
| 11 | Giorgio Napolitano | 15 maggio2006[6] | 14 gennaio2015 | Democratici di Sinistra[7] | |||
| 12 | Sergio Mattarella | 3 febbraio2015[8] | in carica | Indipendente | |||
LaCorte costituzionale svolge la fondamentale funzione di garante della Costituzione. Organo previsto fin dal testo originale della Carta, è entrato in funzione solo nel 1956, dopo che il Parlamento ha finalmente dato attuazione alla scarna disciplina costituzionale.
È l'organo giurisdizionale della Repubblica che ha precipuamente il compito di verificare che la volontà espressa dal legislatore ordinario non vada contro laCostituzione: infatti, attraverso il giudizio sulla costituzionalità delle leggi, essa può "annullare" immediatamente le leggi e gli altri atti equiparati, qualora siano dichiarati incostituzionali.
Contro le sentenze della Corte costituzionale non è ammesso appello.
La Corte costituzionale è composta da 15 giudici, un terzo dei quali è nominato dalPresidente della repubblica, un terzo eletto dal Parlamento in seduta comune ed un terzo eletto dalle supreme magistrature ordinarie ed amministrative.
Il Presidente della Corte costituzionale viene eletto a maggioranza tra i membri della Corte stessa e rimane in carica per tre anni.Per poteri, anche attraverso la creazione pretoria effettuata dalla giurisprudenza della Corte stessa e il numero delle decisioni, come pure per gli effetti che queste hanno avuto nella società italiana, la si può paragonare allaCorte suprema degli Stati Uniti d'America.
L'Italia ha ratificato il trattato sull'istituzione dellaCorte penale internazionale, sullaCorte europea dei diritti dell'uomo e, nel 2014, ha accettato l'obbligatorietà della giurisdizione dellaCorte internazionale di giustizia.[9]
Il sistema politico italiano, a partire dalla nascita della Repubblica (1946) e dall'entrata in vigore dell'assetto costituzionale (1948), ha visto la maggioranza composta dalla presenza dellaDemocrazia Cristiana, con la partecipazione di partiti minori, ilPartito Repubblicano Italiano, ilPartito Socialista Democratico Italiano, ilPartito Liberale Italiano, e l'opposizione composta principalmente dalPartito Comunista Italiano e dalPartito Socialista Italiano, principali rappresentanti della sinistra.
A partire dal1963 si sono avvicendati i cosiddetti "governi di centrosinistra" con la partecipazione delPartito Socialista Italiano. La destra post-fascista si riconosceva nelMovimento Sociale Italiano.
L'assetto politico italiano è cambiato notevolmente nel corso deglianni novanta, in corrispondenza della crisi istituzionale che è stata definita di passaggio da una cosiddetta "Seconda Repubblica".[10]
I principali partiti si sono sciolti dando vita a nuove formazioni. Dalla DC nacquero ilPartito Popolare Italiano, iCristiano Sociali e ilCentro Cristiano Democratico; il PCI, attraverso la "svolta della Bolognina", si trasformò inPartito Democratico della Sinistra, e, da chi rifiutò la svolta, originòRifondazione Comunista. Il MSI, attraverso la "svolta di Fiuggi", si trasformò inAlleanza Nazionale, e, da chi rifiutò la svolta, originòMovimento Sociale Fiamma Tricolore; dal PSI nacquero iSocialisti Italiani, ilPartito Socialista Riformista eFederazione Laburista. Il PLI si frammentò in molte frange: le più conservatrici confluirono inAlleanza Nazionale eForza Italia, le moderate aderirono all'Unione Liberaldemocratica e alPatto per l'Italia, le più a sinistra confluirono inAlleanza Democratica e nellaLista Pannella (erede delPartito Radicale). Il PSDI si suddivise anch'esso in più filoni: il più moderato comprendevaRinnovamento Italiano eI Democratici, il più progressista confluì neiSocialisti Democratici Italiani, ed il più conservatore migrò inForza Italia. Un'altra corrente diede invece vita alMovimento della Rinascita Socialdemocratica.
Nuovi importanti raggruppamenti politici furonoForza Italia, partito fondato nel1994 dal già affermato imprenditoreSilvio Berlusconi, che ha guadagnato un largo supporto fra gli elettori moderati, e laLega Nord, dalla fusione di movimenti diffusi nelle regioni settentrionali, e trova grande consenso tra i giovani del Settentrione, ma in piccola parte anche nel Meridione (eccezion fatta per le idee indipendentiste di secessione padana o del singolo caso dell'Indipendenza Veneta).
Una tendenza verso due grandi coalizioni (una di centro-sinistra e l'altra di centro-destra) è emersa a partire dalle elezioni politiche del1994, che videro nel nord Italia il successo dell'alleanza (Polo delle Libertà) tra Forza Italia, CCD, Lega Nord ed altri partiti minori, bissato al sud dalla vittoria della coalizione (Polo del Buon Governo) tra Forza Italia, Alleanza Nazionale (che al nord aveva presentato liste autonome) e CCD.
Per le elezioni nazionali del1996, i partiti di centro-sinistra formarono la coalizione dell'Ulivo, sotto la guida diRomano Prodi. Il centro-destra si presentò diviso traPolo per le Libertà (formato da Forza Italia, Alleanza Nazionale, CCD e CDU) eLega Nord. Nel1998, Rifondazione Comunista abbandonò l'appoggio esterno che aveva garantito alGoverno Prodi I, determinandone la caduta. Alle elezioni regionali del2000, Lega Nord e Polo si unirono nellaCasa delle Libertà.
Per leelezioni politiche del 2001, entrambe le coalizioni usarono le liste civetta per insidiare la parte proporzionale di compensazione del sistema elettorale. Il quinquennio2001-2006 fu governato dagli esecutiviBerlusconi II eIII. Nel2005 Rifondazione entrò a far parte della coalizione di centro-sinistra, che prese il nome diL'Unione, vincendo le successive elezioni del2006 e portando alla nascita delGoverno Prodi II, che cadde dopo appena due anni per la sottrazione della fiducia dell'UDEUR e di altri senatori.
A partire dal2008 il sistema politico italiano è variato notevolmente: con le elezioni politiche si è praticato l'abbandono del bipolarismo per lasciare spazio alla nascita di due partiti maggiori, ilPartito Democratico (evoluzione dell'esperienza dell'Ulivo, con la fusione diDemocratici di Sinistra eLa Margherita) eil Popolo della Libertà (nel quale sono confluitiForza Italia eAlleanza Nazionale). Contrario al bipartitismo, al centro si colloca l'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro (UDC). Dal PdL si è staccato nel 2010 il gruppo denominatoFuturo e Libertà per l'Italia.
Di conseguenza, il vecchio sistema bipolare si è trasformato in un quadro di pochi grandi partiti tra loro indipendenti. Infatti, nellaXVI legislatura solo cinque partiti politici nazionali sono rappresentati in Parlamento (PD, PDL, UDC,Italia dei Valori, Lega Nord[11])
Con leelezioni politiche del 2013 lo schema politico è tornato ad allargarsi, dando luogo a quattro principali poli presenti in Parlamento:
Nei governiLetta eRenzi si è assistito al formarsi di unaGrande coalizione di appoggio all'esecutivo, composta da Partito Democratico, i partiti di Con Monti per l'Italia, il Centro Democratico, partiti minori come ilPSI e il gruppo delNuovo Centrodestra.
Tutti i cittadini italiani che hanno compiuto 18 anni hanno diritto di voto per ambedue le camere, precedentemente il limite d'età posto per il Senato era di 25 anni.A seguito della promulgazione della Legge Costituzionale n.1/2021 il diritto di voto per il Senato viene esteso anche ai cittadini italiani che hanno compiuto i 18 anni di etàLEGGE COSTITUZIONALE 18 ottobre 2021, n. 1 - Normattiva
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