Nel103, una volta terminata la prima fase dellaconquista della Dacia, la Pannonia fu divisa daTraiano inPannonia superiore einferiore, e Sirmio divenne capitale di quest'ultima, almeno fino a quandoAdriano la portò adAquincum un quindicennio più tardi (costruendovi anche un nuovo palazzo del governatore). Durante leguerre marcomanniche fu anche quartier generale delle armate settentrionali diMarco Aurelio negli anni174 e175 durante laprima expeditio germanica e nel179-180 durante lasecunda expeditio germanica. Qui potrebbe essere stata trasportata la salma dello stessoimperatore filosofo, morto il 17 marzo del180, secondo quanto ci tramanda lo storico cristianoTertulliano, contemporaneo ai fatti.[9]
Massimino, infatti, dopo aver reso sicure le frontiere dellaGermania, si recò inPannonia aSirmium per l'inverno (del235/236)[12] e condusse nuove campagne contro isarmatiIazigi della piana delTibisco, che avevano provato ad attraversare ilDanubio dopo circa un cinquantennio di pace lungo le loro frontiere, ed i viciniQuadi (come sembra testimonino alcune iscrizioni rinvenute in zonaBrigetio[13]). Egli aveva un sogno: quello di emulare il grandeMarco Aurelio e conquistare la liberaGermania Magna.[14] Il suo quartier generale, posto aSirmium,[12] era al centro del frontepannonico inferiore edacico. Così infatti riporta laHistoria Augusta:
«Portate a termine le campagne inGermania [contro gli Alemanni], Massimino si recò a Sirmio, per preparare una spedizione contro i Sarmati, e programmando di sottomettere a Roma le regioni settentrionali fino all'Oceano.[12]»
Attorno agli anni245-247 fu istituito un comando militare generale e centralizzato, pririo aSirmio, per l'intera frontiera del medio e basso Danubio che avrebbe dovuto comprendere, pertanto, le province di Pannonia inferiore, Mesia superiore ed inferiore, oltre alle Tre Dacie. A capo di questo distretto militare fu postoTiberio Claudio Marino Pacaziano.[31] E nel260 potrebbe esserci stato loscontro decisivo (se non fu invece aMursa) tra le armate diGallieno (imperatore legittimo) e quelle dell'usurpatoreIngenuo.[32]
Aureliano, una volta mortoClaudio II, fu proclamato imperatore da parte delle truppe di stanza in Pannonia, proprio aSirmium, poco prima di affrontare gliIutungi che avevano sfondato il fronte danubiano.[33] E il successivo imperatoreMarco Aurelio Probo, nativo della città,[34] qui vi morì nel282,[35] mentre il suo successoreMarco Aurelio Caro, era acclamato dalle truppe riunite diPannonia. LaHistoria Augusta racconta di due curiosi episodi collegati alla vita dell'imperatore Probo, il quale ordinò di piantare delle viti di ottima qualità sul vicino monteAlma, che si trovava poco a sud della città, dopo aver fatto dissodare il terreno dai soldati;[36] nel282, decise, invece, bonificare una vasta zona paludosa (anche con la costruzione di un canale di scolo fino allaSava) per ampliare il territorio della sua città natale a vantaggio dei suoi abitanti, mettendo, però, a lavorare molte migliaia di soldati, tanto che questi ultimi, esasperati, lo uccisero.[35]
Nell'ottobre del293Diocleziano si recò aSirmium per organizzare una nuova campagna militare per l'anno successivo, contro isarmatiIazigi.[37] L'anno seguente, infatti, ottenne un nuovo significativo successo sulle tribù sarmatiche, tanto da essere acclamato per la terza volta con il titolo diSarmaticus maximus.[38]
Pochi anni più tardi, nel296, sempre Diocleziano stabilì una nuova suddivisione territoriale della regione, dividendola in quattro province (Pannonia Prima, Pannonia Valeria, Pannonia Savia ePannonia Secunda); Sirmio divenne capitale dellaPannonia Secunda. Già nel293, in seguito all'instaurazione dellaTetrarchia, l'Impero Romano era stato diviso in quattro parti e Sirmio era diventata una delle quattro capitali al pari diAugusta Treverorum,Mediolanum eNicomedia. Durante la Tetrarchia la città divenne la capitale dell'imperatoreGalerio, mentre con l'introduzione delle prefetture del pretorio nel318 Sirmio divenne la capitale della prefettura dell'Illyricum.[39] Tuttavia nel379 la prefettura dell'Illyricum fu divisa in orientale ed occidentale; quest'ultima, comprendente Sirmio, fu inglobata nella prefettura dell'Italia, mentre la parte orientale mantenne la sua autonomia con capitaleTessalonica.
Anche Horst sostiene che tra le sue residenze imperiali preferite, nel corso degli anni compresi tra il317 ed il323, vi fosseSirmium oltre aSerdica.[42] Durante la fase finale dellaguerra civile (nel324),Licinio abbandonò la città alle armate che avanzavano da Occidente diCostantino I.[43] Alla morte di quest'ultimo (avvenuta tredici anni più tardi, nel337), i tre figli (Costantino II,Costanzo II eCostante I),[44] si riunirono aSirmium, ed il 9 settembre furono acclamatiAugusti dall'esercito, spartendosi l'Impero.
Il 15 marzo del351, sempre aSirmium, il cugino e cognato di Costanzo II,Gallo, fu nominatoCesare d'Oriente. Poco dopo Costanzo II organizzò e presiedette alconcilio di Sirmio, che produsse un credo ariano e condannòFotino di Sirmio; Costanzo prese atto della condanna e bandì Fotino definitivamente.[45] In seguitoquesto imperatore trascorse altri periodi nella sua città natale, come nel corso della campagna controMagnenzio (con quest'ultimo che tentò invano di assediare la città[46]), durante l'inverno del351/352 oppure dall'ottobre del357 al maggio del359, quando vi pose la sua corte imperiale (ampliando il preesistentepalazzo imperiale[47]) ed il suo quartier generale per lecampagne militari condotte nella primavera di quello stesso anno contro gliIazigi e gli alleati,Quadi.[48] Il 10 ottobre del361 le truppe del nipote di Costanzo II,Flavio Claudio Giuliano, sbarcarono a Bononia, da dove giunsero aSirmium, ancora residenza della corte, che si arrese senza combattere. Qui Giuliano vi trascorse poco tempo,[49] organizzando le forze in vista di un possibile scontro con Costanzo II, che non avvenne poiché morì evitando l'inizio di una nuovaguerra civile.[50] Pochi anni più tardi (fine del363-inizi del364), al tempo dell'imperatoreGioviano, Sirmio fu teatro di una rivolta diBatavi, i quali erano stati lasciati a guardia della città.[51]
In seguito ad unanuova invasione diQuadi eIazigi dei territori dellaPannonia e dellaMesia superiore (nel374),[52]Ammiano Marcellino racconta che lo stessoprefetto del Pretorio dell'Illirico, un certoSesto Petronio Probo, che si trovava aSirmio, pur avendo in un primo momento ipotizzato di fuggire dalla città, lasciandola in balia dei barbari, decise poi di rimanervi e di apprestarsi a resistere. Egli infatti decise di ripulire i fossati colmi di macerie, riparare i merli delle alte torri, la maggior parte delle mura, trascurate a causa di un lungo periodo di pace e di richiamare unacoorte di arcieriSagittari dal più vicino presidio per utilizzarla in un eventualeassedio.[53] In seguito a questi eventi, l'intervento diretto dell'imperatoreValentiniano I,costrinse i barbari a ritirarsi (nel375).Zosimo, infine, racconta che alla morte di Valentiniano I, il 17 novembre del375, un fulmine si abbatté sulla città ed incendiò il foro e parte dellareggia imperiale.[54][55] Nel376 la città divenne sede vescovile, mentre due anni più tardi, nel378,Graziano vi sostò quattro giorni prima di raggiungere l'imperatoreValente,[56] e poco dopoTeodosio I fu acclamatoAugusto (nel379).
La divisione amministrativa dell'impero inprefetture e diocesi. La cartina, che riproduce la situazione alla fine del IV secolo d.C., mostra la parte occidentale dell'Illirico unita all'Italia (Sirmio inclusa), divisione che avvenne solo nel 395 d.C. Al tempo dellatetrarchia, l'Illirico non era diviso.
Quasi seicento anni più tardi, nel1167, nei suoi pressi fu combattuta un'importantebattaglia, tra gli eserciti dell'Impero bizantino e delRegno di Ungheria. La decisiva vittoria dei bizantini costrinse gli ungheresi ad accettare la pace alle condizioni dettate daCostantinopoli.
I primi scavi archeologici avvennero nel1957 e nei primi anni settanta, sulla base dei primi ritrovamenti effettuati, alcuni archeologi americani, sponsorizzati dal governo degliStati Uniti, offrirono ai cittadini diSremska Mitrovica di ricostruire completamente la città in un'altra posizione, in modo da poter scavare sul sito dell'anticaSirmium. Il governojugoslavo sembra però che si sia rifiutato, sebbene abbia successivamente limitato la costruzione di nuove opere architettoniche venendo incontro alle necessità archeologiche del sito. Durante i successivi lavori per un nuovo centro commerciale del1972, un operaio accidentalmente ha rinvenuto una vecchia pentola di epoca romana, a circa 2 m di profondità. Più tardi sono poi state trovate 33monete romane d'oro, chiuse in una custodia di pelle all'interno di una parete di un'abitazione romana, identificabili con un piccolo tesoretto di risparmi, nascosti da una ricca famiglia romana durante il periodo delleinvasioni barbariche. Di questo straordinario ritrovamento, vi erano quattro monete coniate a Sirmio, diCostanzo II.
I lavori di scavo si sono succeduti negli anni successivi portando alla luce anche i resti di unpalazzo imperiale (la cui costruzione potrebbe essere stata iniziata già sottoMarco Aurelio tra il170 ed il175, o più probabilmente al tempo diGalerio a partire dal293 circa), unippodromo degliinizi del IV secolo (scavato in minima parte, che misurava 430-500 metri di lunghezza ed una larghezza complessiva attorno ai 70 metri),[59] unanfiteatro,terme romane (dette "BagniLiciniani", databili attorno al308-316[60]), un granaio (horreum), aree commerciali ed industriali, lussuoseresidenze urbane, così come condomini a più piani (insulae) dove viveva la popolazione più povera (si parla di 100.000 abitanti nelIV secolo), oltre ad un'imponente cinta muraria ed unacquedotto (lungo 14 km) che portava le acque dalla sorgenteVranjaš dellaFruška Gora.[61] Fu inoltre istituita unazecca con due officine almeno a partire dal320-326, durante il regno diCostantino I fino aValentiniano I (le cui monete riportavano le scritteSIRM,SIROB,SM).
(FR)Noel Duval,Sirmium ville impériale ou capitale?, «CCAB» 26, 1979.
(EN) Michel Grant,Gli imperatori romani, storia e segreti, Roma, 1984,ISBN88-541-0202-4.
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E. Horst,Costantino il grande, Milano, 1987.
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(EN) András Mócsy,Pannonia and Upper Moesia, Londra, 1974.
(EN) Chris Scarre,Chronicle of the roman emperors, New York, 1999,ISBN0-500-05077-5.
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