Ilsigillo (dal latinosigillum, diminutivo disignum, "segno") è unmarchio destinato a garantire l'autenticità di un documento e rendere esplicita la sua eventuale divulgazione o la sua alterazione. Con lo stesso termine è indicata anche lamatrice, generalmente dimetallo opietra, sulla cui superficie vengonoincisi simboli o iniziali, da cui si ricava l'impronta.
Si possono distinguere i sigilli adinchiostro, utilizzati in tempi remoti inAsia orientale per firmare documenti cartacei, e i sigilli in rilievo ottenuti mediante l'impressione di un modello su un materiale morbido che si indurisce rapidamente,argilla bagnata,cera riscaldata alla fiamma,piombo.
Un sigillo, fatto inceralacca, di chiusura di una lettera
L'apposizione di un sigillo può avvenire in molti modi.
In un documento scritto, il sigillo conferma la veridicità dellafirma o la sostituisce in alcuni casi. Il sigillo può anche avere la funzione di impedire l'apertura di unabusta o di qualsiasi altro contenitore, assicurando che le informazioni all'interno non siano state modificate né divulgate.
Esistono anche sigilli in piombo atti per esempio a scoraggiare eventuali manomissioni di dispositivi, come nel caso dei contatori dell'acqua o di pacchi postali.
Un sigillo particolare è laprefincatura delle buste postali autosigillanti che non possono essere aperte e richiuse di nascosto perché all'apertura la busta si apre in varie strisce che poi non possono essere riattaccate.
Con laRivoluzione urbana, le popolazioni mesopotamiche si dotarono di sistemi organici di computo e misura. Parallelamente, concepirono dei sistemi che consentissero alle amministrazioni di registrare (e in tal modo garantire) le operazioni di calcolo. Questi strumenti di contabilizzazione e registrazione scritta di quantità rappresentarono, come scriveMario Liverani, "il coronamento del processo di specializzazione lavorativa e di spersonalizzazione dei rapporti lavorativi e retributivi".[1]
Sigillo a stampo daUruk (Oriental Institute Museum, University of Chicago, DSC07204)Sigillo cilindrico in calcare delPeriodo di Uruk che raffigura bestiame in un campo coltivato a cereali (Louvre, MNB 1906)
Il primo passo in questa direzione fu l'adozione del sigillo come strumento di convalida personale: ciascun sigillo apparteneva ad un singolo funzionario, con diversi ruoli e responsabilità all'interno di una definita gerarchia.[1][2] Un'arte sfragistica (cioè di produzione di sigilli) era nata già a partire dalPeriodo di Ubaid (V millennio). I primi sigilli mesopotamici erano a stampo, quadrangolari o tondi, e recavano figure geometriche o animalesche. Il loro uso corrispondeva ad unafirma, perché il sigillo individuava il suo proprietario (un funzionario).[1] Un'arteglittica (cioè di incisione di gemme e pietre dure) per la produzioni di proto-sigilli era già emersa ai tempi dellaCultura di Halaf (inizi del V millennio).[3] L'uso di sigilli è però attestato già in epoca preistorica: aSabi Abyad (valle delBalikh,Siria, metà delVII millennio a.C.) sono stati rintracciati circa 300 sigilli, che sembrano attestare esigenze contabili anche in villaggi nomadici.[4] Prima dei ritrovamenti di Sabi Abyad, erano attestate impressioni di sigillo su malta a partire dal tardo VII millennio aTell Bouqras e aTell el-Kowm.[5]
Con ilPeriodo di Uruk (IV millennio) cambiò tanto la forma quanto l'uso dei sigilli. Il sigillo diventò un cilindro (il cosiddettosigillo cilindrico), che imprimeva forme sull'argilla fresca attraverso la rotazione: le strisce ottenute erano dunque lunghe a piacere.[1] L'utilità del sigillo cilindrico consisteva soprattutto nella velocità con cui la superficie veniva impressa.[6] Il sigillo non rappresentò più solo una firma, ma anche garanzia che il contenitore non era stato soggetto ad effrazione. Anche le figurazioni mutarono, integrando il repertorio con immagini tratte dalla vita lavorativa e con elementi simbolici che rinviavano alle nuove condizioni della società proto-urbana. Oltre all'agricoltura, all'allevamento, all'artigianato, venivano raffigurati infatti anche il processo di afflusso dei beni offerti al tempio e scene di guerra, con un re-eroe che difende il tempio dai nemici e il magazzino dalle bestie feroci.[1] Se i precedenti sigilli erano soprattutto in pietra, i sigilli di Uruk sono di vari materiali:calcare,cornalina,marmo,calcedonio,lapislazzuli,quarzo,agata,ematite,calcite,serpentino.[3] Il sigillo cilindrico è ovviamente adatto alle superfici d'argilla, ma inservibile con supporti dipapiro o altro materiale flessibile, per cui si diffuse solo in Mesopotamia.[7]
Sigilli, sempre di argilla, sono usati anche nell'antico Egitto supapiro o su tavolette d'argilla. Sulle pareti dellatomba di Tutankhamon sono stati trovati sette tipi di sigilli differenti impressi mediante "timbri" presumibilmentelignei.
Inepoca romana, l'imperatoreAugusto utilizzò inizialmente, per sigillare i documenti ufficiali e le lettere, l'immagine dellasfinge, poi l'effigie diAlessandro Magno, ed infine la sua, che rimase per secoli il sigillo ufficiale adottato anche dagliimperatori successivi. In tutte le sue lettere poneva, inoltre, l'indicazione dell'ora del giorno o della notte in cui partivano.[8]
NelMedioevo questo tipo di sigillo, oltre a garantire la riservatezza di un messaggio, diviene testimonianza dell'autenticità del documento. Tra i più interessanti sigilli medioevali se ne ricordano due conservati aFirenze, due aBologna ed uno aForlì.
Aldo Martini,Il sigillo nella storia della civiltà attraverso i documenti dell'Archivio Segreto Vaticano, Città del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano, 1985
Luca Becchetti,Sigilli vescovili della diocesi di Coira, in «Archivio Araldico Svizzero», 124/1 (2010), pp. 16–24.
Luca Becchetti,I sigilli. Orientamenti e metodologie di conservazione e restauro, Il Prato, Padova 2011, [I Talenti, 28].
Luca Becchetti,Sigilli ecclesiastici dalla Collezione Corvisieri, Aracne, Roma 2012