Lesibille (ingreco antico:Σίβυλλα?,Síbylla; in latinoSibylla) sono sia dei personaggi storicamente esistiti, sia figure mitologichegreche eromane. Erano vergini ispirate da un dio (solitamenteApollo) dotate di virtùprofetiche e in grado di fare predizioni e fornire responsi, ma in forma oscura o ambivalente.
Leggendarie profetesse, erano collocate in diversi luoghi del bacino del Mediterraneo come aCuma in Italia, aDelfi in Grecia, o in Africa ed Asia Minore.Tra le più conosciute, laSibilla Eritrea, laSibilla Cumana e laSibilla Delfica che sono rappresentanti di altrettanti gruppi come gliionici, gliitalici e gli orientali.Nella Roma repubblicana e imperiale un collegio di sacerdoti custodiva gliOracoli sibillini, testi sacri di origine etrusca, consultati in caso di pericoli o di catastrofi.
DalII secolo a.C. si sviluppa negli ambienti ebraici romanizzati un'interpretazione dei vaticini delle Sibille corrispondente alleattese messianiche. Successivamente i cristiani videro nelle predizioni delleveggenti pagane preannunci dell'avvento diGesù Cristo e del suo ritorno finale.
L'etimologia del nome è incerta.Varrone ce ne riporta una popolare che la farebbe derivare dal grecosioù-boùllan al posto ditheoù-boulèn, che indicherebbe "la volontà, la deliberazione del dio". Secondo Varrone,[2] nel dialetto eolico si usava chiamare gli dei nonθεούς (theóus), maσιούς (sióus) e consiglio nonβουλήν (boulén), maβυλήν (bylén), da cuiΣίβυλλα (Síbylla) oΣίβιλλα (Síbilla). La parola "Sibilla" indicherebbe perciò la "manifestazione della volontà (βυλήν) divina (σιούς)".
Abbiamo anche la formaSybulam, che è molto suggestiva ("segno, avvertimento di dio"), ma si tratta di una trascrizione errata che ricorre solo sui manoscritti medievali.
In origine Sibilla (dal grecoSibylla) era un nome proprio di persona. Probabilmente era quello di una delle sibille più antiche, la Sibilla Libica, come ci attestaPausania. Pausania si rifà adEuripide che nel prologo di una delle sue tragedie perdute (la "Lamia") avrebbe riferito il gioco di paroleSibyl/Lybis, secondo la lettura palindroma.
Da nome proprio, col tempo "Sibilla" è diventata una definizione, un epiteto, passando a designare un tipo particolare di profetessa. Ciò avvenne in seguito al sorgere in diversi luoghi sacri di santuari nei quali venivano proferiti deglioracoli, ed al parallelo fiorire di raccolte di profezie. Così all'originario nome proprio diSibylla fu necessario aggiungerne un altro (che divenne quello geografico della località interessata) che permetteva di distinguerle l'una dall'altra.
Ma poiché nell'immaginazione degli antichi qualche sibilla - a causa della sua longevità millenaria - passava da un luogo all'altro per soggiornarvi lunghi periodi, ogni volta venendo chiamata con un nuovo nome geografico benché fosse sempre la stessa persona, essi sentirono il bisogno di ridare un nome proprio alle sibille più conosciute (p. es. "Erofile").
Con la parola "Sibilla" gli antichi greci e latini si riferiscono a tutta la classe delle profetesse[3], donne vergini e giovani, talora ritenute come decrepite[4], che svolgevano attivitàmantica in stato ditrance. Tali donne mostravano abitualmente ai profani ed alle folle i loro responsi, sempre vani, lievi e numerosi come le foglie, che il vento disordinava disperdendone così il testo. Queste vergini, affidando al vento benevolo le loro verità non sempre gradite, lasciavano spazio alle illusioni dei questuanti che interpretavano a loro piacimento i responsi[5].
Il perdurare della loro presenza dà risposte, nel mondo classico, al perdurare di domande alle quali i riti e i culti "diurni" in onore degli dei del Pantheon patriarcale sia romano che greco, non sapevano dare risposte.
Nei suoi scrittiPlatone ne cita solo una, anche se in seguito le sibille divennero una trentina.Lo scrittore reatinoMarco Terenzio Varrone (116-27 a.C.) ne enumera dieci in ordine di tempo: Persica, Libica, Delfica, Cimmeria, Eritrea, Samia, Cumana, Ellespontica, Frigia, Tiburtina.
Emblematica la definizione della Sibilla che ci proviene dall'antichità classica, che le conferisce caratteri simili allaPizia di Delfi: “Sibylla […] dicitur omnis puella cuius pectus numen recipit”[6].Nonostante nella tradizione letteraria non sia mai venuto meno il concetto della verginità della Sibilla, non si esclude l'unione della Sibilla col dio, che tuttavia non può che scegliersi una sposa vergine. Per la Sibilla la verginità non escludeva la gravidanza, infatti ella si univa ad Apollo ricevendo dal dio lo πνεῦμα, un afflato amoroso che la rendeva gravida dell'oracolo di cui si liberava di volta in volta. Questa unione con il dio Apollo ha spesso messo a confronto le Sibille con le Pizie delfiche, ovvero con le eroine della leggenda col dono di profetare, come ad esempioCassandra[7], che non erano legate ad alcun santuario e rivelavano il futuro senza essere interrogate. Queste Pizie, il cui nome derivava da Apollo Pizio (uccisore del serpente Pitone del quale aveva preso il posto a guardia del santuario di Delfi, divenuto suo centro oracolare), vaticinavano ex tempore, ed i loro versi non venivano scritti nel momento in cui li profetavano nel santuario delfico. Le Sibille invece riportavano i loro oracoli che circolavano in forma di libro; inoltre queste parlavano in prima persona nei loro vaticini, mentre la Pizia profetava in stato di estasi, posseduta da Apollo, e quando parlava in prima persona era il dio stesso a parlare.
L'origine delle Sibille come personaggi di antica tradizione, che già figuravano nella mitologia greca, si evince dalle testimonianze diEraclito di Efeso (secoli VI-V a. C.),Euripide (V secolo a.C.),Aristofane (V-IV secolo a.C.), ePlatone (V-IV secolo a.C.). Con l'estendersi della civiltà greca degli Ioni nel bacino del Mediterraneo si ebbe il moltiplicarsi delle Sibille nelle diverse tradizioni locali. Un ampio brano diLattanzio, notoriamente interessato alla rivelazione sibillina, che egli stesso ritiene ispirata dall'unico Dio e rivolta alle nazioni, riflette la lista compilata daVarrone (I secolo a.C.), riguardante dieci Sibille connesse ad importanti centri del mondo ellenistico-romano.
La prima delle dieci varroniane era originaria della Persia da cui il nomePersica, che fu più tardi identificata con la Caldea. La seconda è quella che si diceva risiedesse in Libia, zona dalla quale prende il suo nomeLibica: essa è menzionata da Euripide nel prologo della Lamia e considerata da Pausania la più antica di tutte; la terza è quella di Delfi (Delfica), di cui parla Crisippo nel libro “sulla Divinazione”, una tradizione la identifica inoltre con Erofile da Eritre e tale notizia ci è fornita da Eraclide Pontico, che parla di una Sibilla frigia nota a Delfi col nome di Artemide. SecondoPlutarco invece, questa sarebbe giunta dall'Eliconia, fu lei a predire ai Greci, in partenza per Ilio, che questa città sarebbe stata distrutta e che Omero avrebbe scritto dai suoi oracoli.La quarta Sibilla è quellaCimmeria situata in Italia, presso i Cimmeri intorno al lago Averno, di cui parlanoNevio nei suoi libriBellum Poenicum ePisone negliAnnales. La quinta Sibilla è quellaEritrea cheApollodoro di Eritre afferma essere sua compatriota. La sesta era laSamia, di cui parlaEratostene affermando di aver scoperto uno scritto negli antichiAnnales dei Sami.La settima sibilla è laCumana, detta anche Amaltea, Demofile o Erofile di cui abbiamo testimonianza inLicofrone, uno scrittore greco delIV secolo a.C. e inEraclito. Fu la Sibilla Cumana a portare nove dei cosiddetti Libri Sibillini al cospetto di Tarquinio il Superbo.L'ottava Sibilla è quella dell'Ellesponto (Ellespontina), essendo nata nella campagna troiana nella cittadina di Marpesso, presso la località di Gergithium.Eraclide del Ponto scrive che questa visse al tempo di Solone e di Ciro. La nona è laFrigia, una Sibilla greca, più volte assimilata alla Marpessa, detta anche Cassandra o Taraxandra. La decima sibilla è quella di Tivoli (Tiburtina), dove era adorata come una dea sulle rive dell'Aniene, nei cui gorghi si dice fu trovata la sua statua che teneva un libro sibillino in mano; era chiamata anche Albunea.
Nel mondo cristiano le Sibille assunsero il ruolo di annunciatrici messianiche. Esse sono presenti già in alcuni manoscritti cristiani del IV-V secolo.Sant'Agostino, nella sua operaDe civitate Dei discute delle profezie delle Sibille, in particolare dellaSibilla Eritrea, e le interpreta come annunci della venuta di Cristo.[8]Lattanzio cita versi attribuiti alla Sibilla Eritrea con riferimenti alla figura di Cristo nella sua operaDivinae Institutiones; in particolare, nel Libro IV, intitolato "Divinae Institutiones Liber Quartus: De Vera Sapientia et Religione", Lattanzio riporta profezie che attribuisce alla Sibilla, interpretandole come annunci della venuta di Cristo.[9] L'iniziale verso del famosoDies Irae (Acita assieme questi due aspetti della profezia: "Dies irae, dies illa, solvet saeculum in favilla, teste David cum Sibilla."
Le figure delle Sibille hanno iniziato a comparire nell'arte cristiana a partire dal IX secolo, con rappresentazioni come l'affresco della Sibilla Eritrea nellaAbbazia di Sant'Angelo in Formis.[10] Nel XIII secolo, la loro presenza si intensificò, con esempi come le rappresentazioni di profeti e Sibille nel deambulatorio dellaCattedrale di Saint-Étienne e dellaCattedrale di Laon, dove le Sibille sono scolpite nei portali della chiesa. Verso il 1300, lo scultoreGiovanni Pisano incluse sei Sibille negli archi delpulpito della chiesa di Sant'Andrea a Pistoia. Le Sibille sono presenti in diversi cicli pittorici, alcuni celeberrimi come quelli nellaCappella Sistina diMichelangelo (in cui, mentre i profeti annunziarono il Messia agli ebrei, le Sibille lo comunicarono, seppur in modo oscuro, ai pagani, completando quindi l'opera di annuncio universale),[11] nelpavimento delDuomo di Siena, nelTempio Malatestiano di Rimini.
Nella leggenda romana medievale di fondazione dellabasilica di Santa Maria in Ara Coeli ha un ruolo centrale la Sibilla, che spiega una visione celeste di una donna con bambino, apparsa ad Augusto mentre compiva un sacrificio agli dei. La sibilla annuncia che sarà il futuro unico signore del mondo e invita ad adorarlo nel luogo della futura basilica, costruendo un altare ("ara") del cielo ("coeli").
Il ciclo di affreschi delle Sibille nell'abside centrale del Santuario diNostra Signora Assunta di Piani (Imperia) ad opera di Tommaso Biazaci (1488-91)
leSibille Cumana, Cipria (o Eritrea), Cumea, Samia, Persica e Frigia dipinte insieme ai profeti tra leStorie della vita della Vergine daCristoforo Roncalli detto il Pomarancio nella volta della Sala del tesoro dellaBasilica della Santa Casa, aLoreto, (1605-10).
le dodiciSibille dipinte daMartino Bonfini all'inizio delXVII secolo nel Santuario della Madonna dell'Ambro, che ritrae le dodici sibille descritte dal domenicano Filippo Barbieri nell'opera "Discordantiae nonnullae inter SS Hieronymus et Augustinum" datata attorno al 1481. Tra esse figura laSibilla Chimica, da alcuni erroneamente associata all'alchimia, mentre in realtà altri non è che la Sibilla Cimmeria, che appunto nell'opera del Barbieri viene specificato chiamarsi anche Chimica o Emeria. Altra prova dell'identificazione della Sibilla Chimica con la Cimmeria si ha leggendo il vaticino, ovvero la previsione sulla venuta del Cristo a lei attribuita, in quanto quello riportato nella tavoletta che tiene in mano la Sibilla Chimica nel dipinto del Santuario della Madonna dell'Ambro corrisponde a quello della Sibilla Cimmeria riportato dal Barbieri nella sua opera.
a Napoli nelMuseo di San Martino tra le più antiche statue lignee presepiali vi è qualche figura di Sibilla (di Giovanni ePietro Alamanno, 1478-1484).
Santa Casa diLoreto: dieci statue di sibille nel rivestimento marmoreo della Santa Casa scolpite da Tommaso e Giovanni Battista della Porta (1572-76). Compaiono erette nel registro superiore del rivestimento marmoreo ad altezza quasi naturale la Sibilla Ellespontica, Frigia, Tiburtina, Libica, Delfica, Persica, Eritrea, Cumana, Pontina e Samia.
Palermo, Chiesa di S. Maria degli Angeli (detta della Gancia): gruppo in stucco "Visione della Sibilla Cumana da parte dell'imperatore Augusto" di Giacomo Serpotta (1710 ca.)
^Cassandra o Alessandra, (vedi LicofroneAlexandra 1278-1280 (e il colle Zosterio dove abita la vergine Sibilla una casa esecrabile, che ha per tetto una cava spelonca), ricordata daOmero come una delle figlie delre di Troia Priamo e di Ecuba, che avendo rifiutato l'amore diApollo venne punita da questo con la facoltà di prevedere il futuro, ma di non essere mai creduta. Ancora OmeroIlias 24.697-706:Odyssea 11.405-434.
^ Pierluigi De Vecchi e Gianluigi Colalucci,La Cappella Sistina: il restauro degli affreschi di Michelangelo, 2. ed, Rizzoli, 1999,ISBN978-88-17-25003-0.