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Sibilla

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Disambiguazione – "Sibille" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vediSibilla (disambigua) oSibille (disambigua).
Sibilla Cumana (Andrea del Castagno,Ciclo degli uomini e donne illustri)
Jan van Eyck,Sibilla Cumana (1432)
«Là, sovra i gioghi dell'Appennin selvaggio[1], fra l'erte rupi una caverna appar: vegliano le sirene quel faraggio, fremono i canti e fanno delirar.»

(Giulio Aristide Sartorio,Sibilla, poema drammatico)

Lesibille (ingreco antico:Σίβυλλα?,Síbylla; in latinoSibylla) sono sia dei personaggi storicamente esistiti, sia figure mitologichegreche eromane. Erano vergini ispirate da un dio (solitamenteApollo) dotate di virtùprofetiche e in grado di fare predizioni e fornire responsi, ma in forma oscura o ambivalente.

Leggendarie profetesse, erano collocate in diversi luoghi del bacino del Mediterraneo come aCuma in Italia, aDelfi in Grecia, o in Africa ed Asia Minore.Tra le più conosciute, laSibilla Eritrea, laSibilla Cumana e laSibilla Delfica che sono rappresentanti di altrettanti gruppi come gliionici, gliitalici e gli orientali.Nella Roma repubblicana e imperiale un collegio di sacerdoti custodiva gliOracoli sibillini, testi sacri di origine etrusca, consultati in caso di pericoli o di catastrofi.

DalII secolo a.C. si sviluppa negli ambienti ebraici romanizzati un'interpretazione dei vaticini delle Sibille corrispondente alleattese messianiche. Successivamente i cristiani videro nelle predizioni delleveggenti pagane preannunci dell'avvento diGesù Cristo e del suo ritorno finale.

Origini del nome

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L'etimologia del nome è incerta.Varrone ce ne riporta una popolare che la farebbe derivare dal grecosioù-boùllan al posto ditheoù-boulèn, che indicherebbe "la volontà, la deliberazione del dio".
Secondo Varrone,[2] nel dialetto eolico si usava chiamare gli dei nonθεούς (theóus), maσιούς (sióus) e consiglio nonβουλήν (boulén), maβυλήν (bylén), da cuiΣίβυλλα (Síbylla) oΣίβιλλα (Síbilla). La parola "Sibilla" indicherebbe perciò la "manifestazione della volontà (βυλήν) divina (σιούς)".

Abbiamo anche la formaSybulam, che è molto suggestiva ("segno, avvertimento di dio"), ma si tratta di una trascrizione errata che ricorre solo sui manoscritti medievali.

In origine Sibilla (dal grecoSibylla) era un nome proprio di persona. Probabilmente era quello di una delle sibille più antiche, la Sibilla Libica, come ci attestaPausania. Pausania si rifà adEuripide che nel prologo di una delle sue tragedie perdute (la "Lamia") avrebbe riferito il gioco di paroleSibyl/Lybis, secondo la lettura palindroma.

Da nome proprio, col tempo "Sibilla" è diventata una definizione, un epiteto, passando a designare un tipo particolare di profetessa. Ciò avvenne in seguito al sorgere in diversi luoghi sacri di santuari nei quali venivano proferiti deglioracoli, ed al parallelo fiorire di raccolte di profezie. Così all'originario nome proprio diSibylla fu necessario aggiungerne un altro (che divenne quello geografico della località interessata) che permetteva di distinguerle l'una dall'altra.

Ma poiché nell'immaginazione degli antichi qualche sibilla - a causa della sua longevità millenaria - passava da un luogo all'altro per soggiornarvi lunghi periodi, ogni volta venendo chiamata con un nuovo nome geografico benché fosse sempre la stessa persona, essi sentirono il bisogno di ridare un nome proprio alle sibille più conosciute (p. es. "Erofile").

Nella mitologia greca e romana

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Con la parola "Sibilla" gli antichi greci e latini si riferiscono a tutta la classe delle profetesse[3], donne vergini e giovani, talora ritenute come decrepite[4], che svolgevano attivitàmantica in stato ditrance. Tali donne mostravano abitualmente ai profani ed alle folle i loro responsi, sempre vani, lievi e numerosi come le foglie, che il vento disordinava disperdendone così il testo. Queste vergini, affidando al vento benevolo le loro verità non sempre gradite, lasciavano spazio alle illusioni dei questuanti che interpretavano a loro piacimento i responsi[5].

Il perdurare della loro presenza dà risposte, nel mondo classico, al perdurare di domande alle quali i riti e i culti "diurni" in onore degli dei del Pantheon patriarcale sia romano che greco, non sapevano dare risposte.

Nei suoi scrittiPlatone ne cita solo una, anche se in seguito le sibille divennero una trentina.Lo scrittore reatinoMarco Terenzio Varrone (116-27 a.C.) ne enumera dieci in ordine di tempo: Persica, Libica, Delfica, Cimmeria, Eritrea, Samia, Cumana, Ellespontica, Frigia, Tiburtina.

Emblematica la definizione della Sibilla che ci proviene dall'antichità classica, che le conferisce caratteri simili allaPizia di Delfi: “Sibylla […] dicitur omnis puella cuius pectus numen recipit[6].Nonostante nella tradizione letteraria non sia mai venuto meno il concetto della verginità della Sibilla, non si esclude l'unione della Sibilla col dio, che tuttavia non può che scegliersi una sposa vergine. Per la Sibilla la verginità non escludeva la gravidanza, infatti ella si univa ad Apollo ricevendo dal dio lo πνεῦμα, un afflato amoroso che la rendeva gravida dell'oracolo di cui si liberava di volta in volta. Questa unione con il dio Apollo ha spesso messo a confronto le Sibille con le Pizie delfiche, ovvero con le eroine della leggenda col dono di profetare, come ad esempioCassandra[7], che non erano legate ad alcun santuario e rivelavano il futuro senza essere interrogate. Queste Pizie, il cui nome derivava da Apollo Pizio (uccisore del serpente Pitone del quale aveva preso il posto a guardia del santuario di Delfi, divenuto suo centro oracolare), vaticinavano ex tempore, ed i loro versi non venivano scritti nel momento in cui li profetavano nel santuario delfico. Le Sibille invece riportavano i loro oracoli che circolavano in forma di libro; inoltre queste parlavano in prima persona nei loro vaticini, mentre la Pizia profetava in stato di estasi, posseduta da Apollo, e quando parlava in prima persona era il dio stesso a parlare.

Varrone e l'elenco canonico delle Sibille

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L'origine delle Sibille come personaggi di antica tradizione, che già figuravano nella mitologia greca, si evince dalle testimonianze diEraclito di Efeso (secoli VI-V a. C.),Euripide (V secolo a.C.),Aristofane (V-IV secolo a.C.), ePlatone (V-IV secolo a.C.). Con l'estendersi della civiltà greca degli Ioni nel bacino del Mediterraneo si ebbe il moltiplicarsi delle Sibille nelle diverse tradizioni locali. Un ampio brano diLattanzio, notoriamente interessato alla rivelazione sibillina, che egli stesso ritiene ispirata dall'unico Dio e rivolta alle nazioni, riflette la lista compilata daVarrone (I secolo a.C.), riguardante dieci Sibille connesse ad importanti centri del mondo ellenistico-romano.

La prima delle dieci varroniane era originaria della Persia da cui il nomePersica, che fu più tardi identificata con la Caldea. La seconda è quella che si diceva risiedesse in Libia, zona dalla quale prende il suo nomeLibica: essa è menzionata da Euripide nel prologo della Lamia e considerata da Pausania la più antica di tutte; la terza è quella di Delfi (Delfica), di cui parla Crisippo nel libro “sulla Divinazione”, una tradizione la identifica inoltre con Erofile da Eritre e tale notizia ci è fornita da Eraclide Pontico, che parla di una Sibilla frigia nota a Delfi col nome di Artemide. SecondoPlutarco invece, questa sarebbe giunta dall'Eliconia, fu lei a predire ai Greci, in partenza per Ilio, che questa città sarebbe stata distrutta e che Omero avrebbe scritto dai suoi oracoli.La quarta Sibilla è quellaCimmeria situata in Italia, presso i Cimmeri intorno al lago Averno, di cui parlanoNevio nei suoi libriBellum Poenicum ePisone negliAnnales. La quinta Sibilla è quellaEritrea cheApollodoro di Eritre afferma essere sua compatriota. La sesta era laSamia, di cui parlaEratostene affermando di aver scoperto uno scritto negli antichiAnnales dei Sami.La settima sibilla è laCumana, detta anche Amaltea, Demofile o Erofile di cui abbiamo testimonianza inLicofrone, uno scrittore greco delIV secolo a.C. e inEraclito. Fu la Sibilla Cumana a portare nove dei cosiddetti Libri Sibillini al cospetto di Tarquinio il Superbo.L'ottava Sibilla è quella dell'Ellesponto (Ellespontina), essendo nata nella campagna troiana nella cittadina di Marpesso, presso la località di Gergithium.Eraclide del Ponto scrive che questa visse al tempo di Solone e di Ciro. La nona è laFrigia, una Sibilla greca, più volte assimilata alla Marpessa, detta anche Cassandra o Taraxandra. La decima sibilla è quella di Tivoli (Tiburtina), dove era adorata come una dea sulle rive dell'Aniene, nei cui gorghi si dice fu trovata la sua statua che teneva un libro sibillino in mano; era chiamata anche Albunea.

Una delle sibille non citate da Varrone in quanto sorta in epoca medievale è laSibilla Appenninica, detta anche "Oracolo di Norcia" che viene legata allaGrotta della Sibilla situata sulMonte Sibilla, nella catena deiMonti Sibillini nei comuni diArquata del Tronto eMontemonaco.

I nomi delle Sibille e alcune delle loro profezie cristologiche

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Michelangelo,Sibilla Libica, Cappella Sistina
Michelangelo,Sibilla Persica, Cappella Sistina
Michelangelo,Sibilla Cumana, Cappella Sistina
Michelangelo,Sibilla Delfica, Cappella Sistina
Michelangelo,Sibilla Eritrea, Cappella Sistina

Sibille identificate da nomi geografici

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Sibille orientali

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Sibille che appartengono al gruppo orientale:[senza fonte]

Sibille greco-ioniche

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Sibille che appartengono al gruppo ionico:[senza fonte]

Sibille greco-italiche

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Sibille che appartengono al gruppo italico:[senza fonte]

Sibille medievali

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Martino Bonfini,Sibilla Chimica Santuario della Madonna dell'Ambro

Nomi di sibille sorti forse in epoca medievale, alcuni di essi si riferiscono ad una stessa sibilla:[senza fonte]

Nell'arte cristiana

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Nel mondo cristiano le Sibille assunsero il ruolo di annunciatrici messianiche. Esse sono presenti già in alcuni manoscritti cristiani del IV-V secolo.Sant'Agostino, nella sua operaDe civitate Dei discute delle profezie delle Sibille, in particolare dellaSibilla Eritrea, e le interpreta come annunci della venuta di Cristo.[8]Lattanzio cita versi attribuiti alla Sibilla Eritrea con riferimenti alla figura di Cristo nella sua operaDivinae Institutiones; in particolare, nel Libro IV, intitolato "Divinae Institutiones Liber Quartus: De Vera Sapientia et Religione", Lattanzio riporta profezie che attribuisce alla Sibilla, interpretandole come annunci della venuta di Cristo.[9] L'iniziale verso del famosoDies Irae (Acita assieme questi due aspetti della profezia: "Dies irae, dies illa, solvet saeculum in favilla, teste David cum Sibilla."

Le figure delle Sibille hanno iniziato a comparire nell'arte cristiana a partire dal IX secolo, con rappresentazioni come l'affresco della Sibilla Eritrea nellaAbbazia di Sant'Angelo in Formis.[10] Nel XIII secolo, la loro presenza si intensificò, con esempi come le rappresentazioni di profeti e Sibille nel deambulatorio dellaCattedrale di Saint-Étienne e dellaCattedrale di Laon, dove le Sibille sono scolpite nei portali della chiesa. Verso il 1300, lo scultoreGiovanni Pisano incluse sei Sibille negli archi delpulpito della chiesa di Sant'Andrea a Pistoia. Le Sibille sono presenti in diversi cicli pittorici, alcuni celeberrimi come quelli nellaCappella Sistina diMichelangelo (in cui, mentre i profeti annunziarono il Messia agli ebrei, le Sibille lo comunicarono, seppur in modo oscuro, ai pagani, completando quindi l'opera di annuncio universale),[11] nelpavimento delDuomo di Siena, nelTempio Malatestiano di Rimini.

Nella leggenda romana medievale di fondazione dellabasilica di Santa Maria in Ara Coeli ha un ruolo centrale la Sibilla, che spiega una visione celeste di una donna con bambino, apparsa ad Augusto mentre compiva un sacrificio agli dei. La sibilla annuncia che sarà il futuro unico signore del mondo e invita ad adorarlo nel luogo della futura basilica, costruendo un altare ("ara") del cielo ("coeli").

Pittura

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Perugino,Padre Eterno in gloria, profeti e sibille
Benedetto Gennari,Sibilla Persica Collezione Mainetti (Roma)
Le singole voci sono elencate nellaCategoria:Dipinti su sibille.
Dante Gabriel Rossetti,Sibilla

Sculture e rilievi

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  • a Napoli nelMuseo di San Martino tra le più antiche statue lignee presepiali vi è qualche figura di Sibilla (di Giovanni ePietro Alamanno, 1478-1484).
  • Santa Casa diLoreto: dieci statue di sibille nel rivestimento marmoreo della Santa Casa scolpite da Tommaso e Giovanni Battista della Porta (1572-76). Compaiono erette nel registro superiore del rivestimento marmoreo ad altezza quasi naturale la Sibilla Ellespontica, Frigia, Tiburtina, Libica, Delfica, Persica, Eritrea, Cumana, Pontina e Samia.
  • Palermo, Chiesa di S. Maria degli Angeli (detta della Gancia): gruppo in stucco "Visione della Sibilla Cumana da parte dell'imperatore Augusto" di Giacomo Serpotta (1710 ca.)

Incisioni

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Musica

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Note

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  1. ^VediMonti Sibillini.
  2. ^Lattanzio,Divinae institutiones 1.6.2-3.
  3. ^Arianna Pascucci,L'iconografia medievale della Sibilla Tiburtina, 2011.
  4. ^OvidioMetamorphoses 14.130ss, menziona la loro età millenaria.
  5. ^M. Cianciulli,La Sibilla, "Lumen vitae", Roma, 1954, pp. 3-12.
  6. ^Servio Mario Onorato,Commentarius in Aeneidem 4.445 .
  7. ^Cassandra o Alessandra, (vedi LicofroneAlexandra 1278-1280 (e il colle Zosterio dove abita la vergine Sibilla una casa esecrabile, che ha per tetto una cava spelonca), ricordata daOmero come una delle figlie delre di Troia Priamo e di Ecuba, che avendo rifiutato l'amore diApollo venne punita da questo con la facoltà di prevedere il futuro, ma di non essere mai creduta. Ancora OmeroIlias 24.697-706:Odyssea 11.405-434.
  8. ^(EN) Anthony Cutler,Octavian and the Sibyl in Christian Hands, inVergilius (1959-), n. 11, 1965, pp. 22-32.URL consultato il 27 febbraio 2025.
  9. ^(EN) Mischa A. Hooker,The Use of Sibyls and Sibylline Oracles in Early Christian Writers, University of Cincinnati, 2008.URL consultato il 27 febbraio 2025.
  10. ^(DE) Angelina Rossi,Le sibille nelle arti figurative italiane, inL'arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna,DOI:10.11588/diglit.24142.29.URL consultato il 27 febbraio 2025.
  11. ^ Pierluigi De Vecchi e Gianluigi Colalucci,La Cappella Sistina: il restauro degli affreschi di Michelangelo, 2. ed, Rizzoli, 1999,ISBN 978-88-17-25003-0.

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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