Solitamente il ruolo delle sfingi è associato a strutture architettoniche, come tombe o templi; secondo alcuni la più antica raffigurazione di sfinge conosciuta (una scultura) sarebbe stata trovata vicino aGöbekli Tepe, nel sito di Nevali Çori,[1] e datata al 9.500 a.C.[2], ma non si hanno interpretazioni ufficiali o accademiche a conferma di tale ipotesi.[3]
La parola "sfinge" σφίγξ molto probabilmente è un adattamento fonetico dell'egiziošps-ˁnḫ, da ricondurre all’antico nome egiziano "Sps Ankh", ovveroimmagine vivente,[4] in cui il geroglifico che raffigura il leone (cane) è sovente sostituito dall'immagine della sfinge stessa.
La parola greca σφίγξ (sphínx; gen. σφιγγός,sphingós,beotico: φίξ (phíx), φικός (phikós), nella coscienza linguistica dei Greci viene messo in relazione col verbo σφίγγω che significastrangolare e quindi col senso distrangolatrice[5]. Curioso appunto il fatto che mentre per gli egizi la sfinge evoca la vita (immagine vivente, ankh), i greci invece l'abbiano associata ad un senso di morte (strangolamento). L’etimologia del termine è riconducibile infatti al mito ellenico di Edipo in cui una mostruosa Sfinge, che custodiva l'ingresso alla città greca di Tebe, strangolava chi non fosse riuscito a risolvere il suo enigma.
La reginaHetepheres II della quarta dinastia (Museo delCairo). La statua è forse la prima sfinge egizia ad essere stata creata.
La sfinge nellamitologia egizia era un monumento che veniva costruito vicino allepiramidi come simbolo protettivo, per augurare una serena vita nell'aldilà al faraone. Ha corpo canino (o leonino) e testa umana. La sfinge poteva essere maschile o femminile, a seconda del faraone o della regina che doveva proteggere.
La sfinge egizia più grande e famosa è laGrande Sfinge di Giza, situata sul plateau diGiza adiacente alleGrandi Piramidi. Si trova sulla riva occidentale delNilo ed è rivolta verso est (29°58′31″N 31°08′15″E29°58′31″N,31°08′15″E). La sfinge è situata nella parte nord del complesso delle piramidi e ai loro piedi anche se la data della sua costruzione è incerta, si pensa che la testa della Grande Sfinge sia quella del faraoneChefren
I nomi che i loro costruttori diedero a questestatue non sono noti. Presso il sito della Grande Sfinge è stata trovata un'iscrizione su unastele diThutmose IV, datata 1400 a.C., che elenca i nomi dei tre aspetti della divinità locale del Sole di quel periodo,Khepri -Ra -Atum.
L'inclusione delle sfingi nelle tombe e nei complessitemplari divenne una tradizione in maniera rapida. Molti faraoni fecero scolpire le loro teste in cima alle statue custodi delle loro tombe anche per mostrare la loro stretta relazione con la potente divinità solareSekhmet, una leonessa. Famose sfingi egiziane comprendono quella recante la testa del faraoneHatshepsut, ora alMetropolitan Museum of Art di New York, e lasfinge di Menfi, situata all'interno del museo a cielo aperto diMenfi.
Gli egizi fecero anche corsi di sfingi custodi terminanti agli ingressi di tombe e templi. Una di questeavenue comprende novecento sfingi con teste di ariete (criosfingi), che rappresentanoAmon. Il viale si trova aTebe, dove il culto di Amon era infatti forte.
La prima sfinge egizia è stata quella raffigurante la ReginaHetepheres II dellaquarta dinastia, che regnò dal 2623 al 2563 a.C. La regina è stata uno dei membri più longevi della famiglia reale di quella dinastia.
La Grande Sfinge è diventata un emblema dell'Egitto, e viene frequentemente rappresentata su francobolli, monete e documenti ufficiali.[6]
GliElleni hanno avuto scambi culturali e commerciali con l'Egitto fin dall'Età del Bronzo. "Sfinge" è un nome greco (si vedaEtimologia) e in Egitto venne applicato a queste statue da prima cheAlessandro Magno occupasse la regione. I nomi dicriosfingi per le sfingi a testa d'ariete e diieracosfingi per quelle a testa di falco vennero coniati daErodoto.
Strabone riporta di aver visto varie sfingi egiziane.[7]
Nellamitologia greca vi era una singola Sfinge, un demone di distruzione e mala sorte. La sua prima comparsa a noi pervenuta è nel mito diEdipo come descritto daEsiodo (il primo a parlare di Edipo fuOmero, che però non sembra consapevole di un qualche collegamento con la sfinge),[8] secondo cui la Sfinge era figlia diOrtro[9] e di qualcuno traEchidna, laChimera eCeto[10] (Pseudo-Apollodoro riporta che la sfinge era figlia di Echidna e diTifone).[11] Tutte queste sonodivinità ctonie appartenenti a epoche antecedenti a che gli dei dell'Olimpo governassero il pantheon greco.
Esiodo indica la sfinge anche come sorella delleone Nemeo e "rovina dei Cadmei". Non propone descrizioni fisiche e la parola che adopera per nominarla èφίξ, secondo loscoliasta[12] vocabolo deldialetto beotico.[13][14]
Sebbene l'etimologia della sfinge possa portare a pensare allo strangolamento,Eschilo afferma che mangiasse uomini vivi (σφίγγ᾽ ὠμόσιτος).[15]
Da un punto di vista scultorio la sfinge risulta presente sia nelperiodo miceneo che in quellominoico; in entrambi questi periodi le rappresentazioni sono sia maschili che femminili. Solo successivamente la figura femminile prese il sopravvento. Inizialmente poteva essere alata o non alata, con barba, con zampe di altri animali oltre al leone;Erodoto specifica la mascolinità di alcune sculture di sfingi, chiamandole ἀνδρόσφιγγες (androsphìnghes).[16] La sfinge divenne alata e femminile solo dal VI secolo a.C.[12] Una coppa del 550-540 a.C. prodotta da Glaukytes ed Archikles mostra sfingi femminili alate con accanto il nome ΣΦΙΧΣ (sebbene con forme arcaiche di sigma e phi).[12][17]
Pseudo-Apollodoro la descrive in modo classico, ossia come un leone con volto da donna ed ali da uccello.[11][18]
Fu l'emblema dellacittà-stato diChio e comparve sui sigilli e sul lato rovescio delle monete della città dal VI secolo a.C. al III secolo d.C.
Nel mito diEdipo la sfinge custodiva l'ingresso alla città greca diTebe. Per consentire il passaggio ai visitatori poneva loro un indovinello cui si doveva rispondere correttamente. Nelleversioni più antiche di tale mito[quali?] tale indovinello non viene specificato, mentre nei racconti più tardi venne standardizzato in quello citato di seguito.[19]
Era oAres trasferirono la Sfinge dalla sua terra natale inEtiopia (l'origine straniera della Sfinge veniva sempre ricordata dai Greci) aTebe in Grecia, dove questa poneva a tutti i passanti quello che forse è il più famoso enigma della storia: "chi, pur avendo una sola voce, si trasforma in quadrupede, tripede e bipede?" Il mostro strangolava o divorava chiunque non fosse in grado di rispondere. Nel mitoEdipo risolse l'enigma rispondendo "l'Uomo, che nell'infanzia cammina a quattro zampe, poi su due piedi in età adulta, e infine utilizza un bastone per sorreggersi in età avanzata".[20] Secondo alcuni resoconti[21] c'era anche un secondo indovinello (molto più raro): "Ci sono due sorelle: la prima dà alla luce l'altra e questa, a sua volta, dà vita alla prima. Chi sono le due sorelle?" La risposta è: "il giorno e la notte" (in greco entrambe le parole sono femminili). Quest'ultimo enigma si trova anche in una versioneguascone del mito di Edipo e potrebbe essere molto antico.[22]
Una volta battuta la sfinge, il racconto prosegue con la sfinge che si getta dalla sua alta roccia e muore. Una versione alternativa afferma invece che ella divorò se stessa. Edipo può quindi essere riconosciuto come una figura "liminale" o di soglia, con l'effetto di aiutare la transizione tra le vecchie pratiche religiose e quelle nuove deglidei dell'Olimpo, transizione rappresentata dalla morte della Sfinge.
Nella rivisitazione della leggenda di Edipo diJean CocteauLa machine infernale ("La macchina infernale"), la Sfinge riferisce a Edipo la risposta all'enigma, in modo da uccidersi e da non dover quindi più uccidere, e anche da far sì che egli la amasse. Egli però la lascia senza mai ringraziarla per avergli dato la risposta all'enigma. La scena termina con la Sfinge eAnubi che ascendono al cielo.
Ci sono interpretazioni mitiche, antropologiche, psicoanalitiche e parodistiche dell'enigma della Sfinge e della risposta di Edipo. Numerosi libri e riviste dienigmistica utilizzano la Sfinge nel titolo o nelle illustrazioni.[23]
AlMuseo archeologico nazionale di Napoli è custodito uncratereapulo che si ritiene illustri un altro mito (a noi non pervenuto) avente la Sfinge come protagonista: unsileno che porge al mostro un uccello chiuso nel palmo della sua mano. L'analogia con una favola diEsopo (la n. 55, in cui un contadino, per dimostrare l'onniscienza dell'oracolo di Delfi, si reca presso di lui con unpassero in mano, e gli chiede se ha con sé una cosa vivente o non vivente, pronto ad uccidere l'uccellino nel caso la risposta sia la prima) ha fatto pensare che il sileno stia sottoponendo alla sfinge un enigma, cosa che rovescerebbe il mito di Edipo; ma i due potrebbero anche essere intenti ad una gara pacifica, antecedente all'episodio edipeo. Si è anche supposto che la figurazione possa essere collegata aldramma satiresco diEschiloLa sfinge, ma la sua interpretazione è ancora controversa. In ogni caso il cratere testimonia la diffusione del mito della Sfinge nell'areagreco-italica.[senza fonte]
Nella tradizione, mitologia e arte del Sud e Sud-Est asiatico è presente un essere mitologico composto da corpo di leone e testa umana.[24] Esso è variamente noto comepurushamriga (Sanscrito, "uomo-bestia"),purushamirugam (Tamil, ancora "uomo-bestia"),naravirala (sanscrito, "uomo-gatto") inIndia, o comenara-simha (Sanscrito, "uomo-leone") inSri Lanka,manusiha omanuthiha (Pali, "uomo-leone") inBirmania, enorasingh (pali, "uomo-leone", in una variazione del sanscrito "nara-simha") othep norasingh ("dio uomo-leone"), onora nair inThailandia.
In contrasto con le sfingi egiziane,mesopotamiche e greche, le cui caratteristiche culturali sono andate largamente perdute per via delle discontinuità nella civilizzazione di queste regioni,[25] le tradizioni relative alle sfingi asiatiche sono ancora oggi molto vive.
Le prime raffigurazioni artistiche di sfingi del subcontinente dell'Asia meridionale sono state in qualche misura influenzate dall'arte e dagli scritti dell'età ellenistica; difatti l'arte buddista ha subito una fase di influenza da parte dell'ellenismo.
Nel sud dell'India, la sfinge è nota comepurushamriga (in sanscrito) opurushamirugam (inTamil); entrambi i termini significano "uomo-bestia". Si trova raffigurata nell'arte scultorea in templi e palazzi dove serve a scopoapotropaico, in maniera simile a quanto accadeva con le sfingi di altre parti del mondo antico.[25] La tradizione afferma che tale sfinge tolga i peccati dei devoti che entrano nel tempio e in generale allontani il male. Si trova quindi spesso in una posizione strategica sulgopuram o sull'entrata del tempio.
Purushamriga maschile, o sfinge indiana a guardia dell'entrata del tempioShri Shiva Nataraja di Chidambaram.
Lapurushamriga gioca un ruolo significativo sia nei riti giornalieri che in quelli annuali che si svolgono nei templiscivaiti del sud dell'India. Nel ritualeshodhasha-upakaara (o "delle sedici lodi"), effettuato da 1 a 6 volte in momenti sacri significativi attraverso il giorno, la sfinge decora una delle lampade deldiparadhana o lampada da cerimonia. E in molti templi lapurushamriga è anche uno deivahana o veicoli della divinità durante le processioni dellaBrahmotsava.
NelDistretto di Kanyakumari, sulla punta più meridionale del subcontinente indiano, durante la notte delShiva Ratri, i devoti corrono per 75 chilometri mentre visitano i dodici templi dedicati a Shiva. QuestaShiva Ottam (o "corsa per Shiva") viene eseguita in commemorazione della storia della gara tra la sfinge eBhima, uno degli eroi dell'epopeaMahābhārata.
La concezione indiana di sfinge che più si avvicina alla classica idea greca è il concetto diSharabha, una creatura mitica, parte leone, parte uomo e parte uccello, in cui il dioShiva si incarnò per contrastare la violenza diNarasiṃha.
NelloSri Lanka la sfinge è conosciuta comenarasimha, uomo-leone. In quanto sfinge, ha il corpo di un leone e testa di un essere umano, e non deve essere confusa conNarasiṃha, la quarta reincarnazione della divinitàVisnù; quest'ultimoavatar o incarnazione è infatti raffigurato con corpo umano e testa di leone. Il Narasimha sfinge è parte della tradizione buddista ed è un guardiano della direzione nord; viene raffigurato anche sulle bandiere.
InBirmania la sfinge è conosciuta comemanussīha (manuthiha). È raffigurata sugli angoli dellastupa, e le sue leggende raccontano di come sia stata creata dai monaci buddisti per proteggere un neonato reale dalla morte per mano diorchi.
Nora nair, norasingh e thep norasingh sono tre delle denominazioni con le quali la sfinge è conosciuta inThailandia. Questi esseri sono rappresentati come camminanti in posizione eretta, con la parte inferiore del corpo di leone o di cervo e la parte superiore in forma di esseri umani. Spesso si trovano in coppie di sesso femminile-maschile. Anche qui, le sfingi hanno funzione protettiva. Inoltre vengono enumerate tra le creature mitologiche che popolano la montagna sacraHimapan.[26]
Durante ilRinascimento la sfinge ha goduto di un grande revival nell'arte decorativa europea.
Le sfingi sono state fatte rivivere quando ledecorazioni grottesche dellaDomus Aurea diNerone sono state portate alla luce nel tardo XV secolo a Roma. La sfinge fu da allora incorporata nel vocabolario classico dei disegni arabescati che si diffuse in tutta Europa nell'ambito dell'incisione dei secoli XVI e XVII. La bottega diRaffaello incluse delle sfingi nella decorazione della loggia diPalazzo Vaticano (1515-1520), e anche tali sfingi aggiornarono il vocabolario dellegrottesche romane.
La sfingemanieristica del XVI secolo è a volte chiamatasfinge francese. La sua testa, pettinata, è eretta e ha il seno di una giovane donna. Spesso indossa orecchini eperle come ornamenti. Il suo corpo è naturalisticamente reso come una leonessa reclinata.
La prima comparsa di sfingi nell'arte francese avvenne nellaScuola di Fontainebleau negli anni 1520 e 1530. Le sfingi permarranno poi anche nello stile francesetardo barocco dellaRégence (1715–1723).
Le sfingi sono una caratteristica delle decorazioni interne nell'architettura neoclassica diRobert Adam e dei suoi seguaci, dove tornano ad essere più vicine allo stile svestito dellegrottesche. Le usarono anche gli artisti e i designer delromanticismo e successivamente i movimenti delsimbolismo del XIX secolo. La maggior parte di queste sfingi alludono alla sfinge greca, piuttosto che a quella egiziana, anche se non possiedono mai delle ali.
L'immagine della sfinge è stata adottata anche nell'architetturamassonica. Tra gli Egizi le sfingi erano collocate all'ingresso dei templi per custodirne i misteri, avvertendo coloro che vi penetravano che avrebbero dovuto celare la loro conoscenza ai non-iniziati.Jean-François Champollion afferma che successivamente la sfinge diventò il simbolo di ciascuno degli dèi, e in tal modo avrebbe simboleggiato il fatto che gli dèi erano in generale nascosti al popolo e si rivelavano solo agli iniziati. La sfinge è stata adottata dalla massoneria nel suo carattere egiziano di simbolo del mistero, e come tale viene spesso ritrovata come decorazione scolpita sul fronte dei templi massonici, o incisa sull'intestazione di documenti massonici. Tuttavia non può essere definita correttamente come un antico simbolo riconosciuto dell'ordine. La sua introduzione è stata di data relativamente recente, e piuttosto come decorazione simbolica che come simbolo di un particolare dogma.
La Dea Löwenfrau dell'Aurignaziano, datata a 32 000 anni fa, è la più antica statua antropomorfa conosciuta. Un tempo nota comeuomo leone, ha corpo umano e testa di leone.
Non tutti gli animali con testa umana dell'antichità sono sfingi. Nell'anticaAssiria, si facevano bassorilievi dishedu, tori con le teste barbute coronate dei re, agli ingressi dei templi.
Nella classicamitologia olimpica della Grecia, tutte le divinità avevano forma umana, anche se potevano assumere la forma di animali. Tutte le creature dei miti greci che combinano forma umana e animale - icentauri,Tifone, laMedusa, lelamie, ad esempio - sono sopravvivenze di miti più arcaici.
IlNarasiṃha ("uomo-leone") è descritto come una incarnazione (avatara) diVisnù nei testipurāṇa dell'induismo, dove prende la forma di un mezzo uomo-mezzoleone asiatico, con torso e parte inferiore del corpo umani, ma con volto e artigli di leone.
Lamanticora è una creatura simile alla sfinge, che dispone di corpo di leone e volto umano.
Anche lachimera (nella tradizione medievale) è una creatura simile alla sfinge, dotata di corpo di leone e volto femminile.
^Who is meant as the mother is unclear, the problem arising from the ambiguous referent of the pronoun "she" in line 326 of theTheogony, see Clay,p.159, note 34