Sessa Aurunca è il primo comune della provincia di Caserta per estensione territoriale, il secondo in Campania dopoAriano Irpino.[4]
La sua collocazione all'estremo nord-ovest della Campania ne fa il comune più occidentale della regione. Dispone di una fascia costiera sullitorale domizio lungo ilgolfo di Gaeta. È separata dalLazio,provincia di Latina, dal fiumeGarigliano. Il centro cittadino che dà il nome alla municipalità è collocato sul pendio di tufo vulcanico a sud-ovest del vulcano spento diRoccamonfina, su di un piccolo affluente del Garigliano. Il centro storico della città fa parte delparco regionale di Roccamonfina-Foce Garigliano.
Il toponimo deriva daColonia Julia Felix Classica Suessa (o in breveSuessa), città appartenente allaPentapoli Aurunca, nucleo storico del centro.
Nel 313 infatti, sconfitta la Pentapoli Aurunca, i Romani fecero di Suessa Aurunca una loro colonia, S.P.Q.S.
Si presume che il nome possa derivare dalla felice posizione (sessio, cioè sedile, dolce collina dal clima mite del territorio denominato dai RomaniCampania felix).[5]
Sessa Aurunca è di antichissima origine come confermano tracce di insediamenti preistorici e lenecropoli dell'VIII secolo a.C., epoca in cui qui risiedevano gliAurunci, popolazione di origine indoeuropea, che si stabilì nel basso Lazio, probabilmente intorno al I millennio a.c. Il loro territorio, a sud di quello dei Volsci, era compreso nell'area di Roccamonfina, tra il Liri e il Volturno, i monti Aurunci e il monte Massico. Una delle città principali fu Terracina. Socialmente non erano particolarmente evoluti, o almeno così li descrissero i Romani, costruivano le loro città sempre in cima a un colle a scopo difensivo, con alcune caratteristiche umbro-osche.
Il territorio degli Aurunci si estendeva dal Circeo al Monte Massico, tra Monti Aurunci e i Monti Ausoni e il Mar Tirreno con a capo la Pentapoli di Ausona, Minturnae, Sinuessa, Suessa e Vescia, che ricopriva gran parte di questo territorio.
Minturnae è uno dei centri più antichi del Basso Lazio, alla foce del fiume Garigliano, al confine tra Lazio e Campania, sulla riva destra. Il suo nome si fa risalire a Minothauros, Dio cretese, ma non ce ne sono prove sufficienti.
Insieme alle città di Ausona, Sinuessa, Suessa (Sessa Aurunca) e Vescia, faceva parte della Pentapoli Aurunca, fulcro della confederazione degli Aurunci (o Ausoni), che secondo alcuni anziché di origine indoeuropea, sarebbero discendenti dei Tirreni, quindi popolo di stirpe italica.
Intorno al IV sec. a.c. questo popolo entrò a contatto coi Romani, schierandosi contro di essi e alleandosi coi Sanniti. Le conseguenze furono disastrose: la Pentapoli venne annientata nel 314 a.c. (Livio, IX, 25 "Deletaque Ausonum Gens"), tanto che di Ausona e di Vescia non è rimasto che il nome e poche notizie. Nel 312 la costruzione della Via Appia, che collegava Roma con Capua, interessò anche il sito di Minturnae diventandone il Decumano Massimo, e la città divenne colonia romana nel 295 a.c. Iniziò così un nuovo periodo di prosperità, che raggiunse l'apice nel I sec. d.c.
I Romani fondarono le colonie di Suessa Aurunca e Minturnae, riedificandole e abbellendole, oggi città omonime e con la stessa posizione.
Del periodo romano restano a Minturno l'acquedotto, il teatro, il foro coi suoi templi, le mura e l'anfiteatro. Dopo la devastazione dei longobardi nel 559 d.c., Minturnae venne depredata di marmi e colonne, per le nuove costruzioni, soprattutto da parte della Chiesa.
Per alcuni gli Aurunci coincidono con gli Ausoni, per altri sono popolazioni distinte. Fu comunque una delle più antiche popolazioni dell'Italia preromana, sovente confusa con gli Osci, intesa come abitanti preistorici della zona tra Lazio e Campania, come pure di restanti parti dell'Italia meridionale; Tito Livio la colloca tra i fiumi Liri e Volturno. Nelle loro terre si sono trovati molti reperti che non denotano però grandi insediamenti prima della colonizzazione romana. AUSONI Dionigi di Alicarnasso:
"Gli Arcadi, primi tra gli Elleni, attraversato l'Adriatico si stanziarono in Italia, condotti da Enotro.. nato 17 generazioni prima della guerra di Troia... giunse all'altro mare, quello che bagna le regioni occidentali d'Italia. Questo si chiamava Ausonio dagli Ausoni che abitavano le sue rive;... e fondò sulle alture piccoli centri abitati... E la regione occupata, che era vasta, fu chiamata Enotria ed enotrie tutte le genti su cui regnò. Popolazione di origine indoeuropea, che si stabilì nel basso Lazio, probabilmente intorno al I millennio a.c. Il loro territorio, a sud di quello dei Volsci, era compreso nell'area di Roccamonfina, tra il Liri e il Volturno, i monti Aurunci e il monte Massico. Una delle città principali fu Terracina. Socialmente non erano particolarmente evoluti, o almeno così li descrissero i Romani, costruivano le loro città sempre in cima a un colle a scopo difensivo, con alcune caratteristiche umbro-osche.
Sessa fu fortificata con mura ciclopiche che abbracciano una superficie di circa 1ettaro: probabilmente questo era l'originario nucleo diSuessa, città preromana che aderiva a una federazione di città aurunche, nota comePentapoli Aurunca. La superficie pare troppo esigua per un centro abitato e si ipotizza che le mura proteggessero solo un forte militare a difesa degli abitanti. Nel337 a.C. la postazione fu abbandonata, sotto la pressione deiSidicini, in favore della zona dell'attuale centro storico di Sessa.
Fu un centro importante degli Aurunci, ma nelIV secolo a.C. fu conquistato daiRomani che sconfissero nel313 a.C. la Pentapoli Aurunca: vi si insediò allora unacolonia di diritto latino, Suessa. Batté moneta dal270 a.C. circa allaseconda guerra punica (219-202 a.C.), durante la quale si rifiutò di fornire armi, soldati e denari a Roma. Divenne un ragguardevole centro militare, commerciale e agricolo e venne elevata a "municipium" nel90 a.C.; durante laguerra civile si schierò al fianco di Silla prima e più tardi di Pompeo. È di questo periodo la cinta muraria, di cui restano le tracce: lunga due opere e mezzo con cinque-sei porte, fu realizzata inopus quadratum. Al tempo di Augusto Sessa ospitò una colonia di veterani classarii ed estese i suoi confini.[6]
La posizione vantaggiosa tra laVia Appia e laVia Latina ne fa un centro di produzione agricola, i cui prodotti possono essere trasportati versoRoma o versoCapua.Cicerone menziona Suessa come di un'importante città.Cesare distribuì le terre di Sessa fra i suoi veterani qui, per cui la città assume in alcuni testi il nome di Colonia Julia Felix Classica Suessa.
Nell'età imperiale Suessa conosce la sua massima espansione urbana: il centro abitato si estendeva su un'area quasi doppia rispetto a quella attuale e contava numerosi e importanti monumenti. Nel2001 gliscavi hanno riportato alla luce ilTeatro Romano, struttura che poteva contenere più di 3 500 spettatori con una scena di circa 30 metri di fronte e 15 di profondità; il teatro ha come cornice naturale la campagna con ilgolfo di Gaeta all'orizzonte. Presso la città sorse una villa, proprietà diMatidia.
Vi è stato un primoDucato di Sessa, dal 1360 al 1466, un Arciducato, dal 1495 al 1507, e un secondoDucato di Sessa dal 1507 in poi, il cuititolo nobiliare esiste ancora oggi. Le radici dell'antichissima famiglia Marzano si perdono nella notte dei tempi; probabilmente prese il nome da una omonima terra che possedevano in Principato Citra sin dal 1230, ai tempi di re Federico II di Svevia, subito dopo la vittoria in Lombardia, sono attestatiRiccardo eGiovanni di Marzano.
I Marzano hanno posseduto numerosi feudi tra i quali: Baia, Caggiano, Calvi, Carinola, Dragone, Formicola, Gioia, Laconia, Latino, Maida, Marzano, Monteleone, Monterotario, Rocca d’Aspro, Roccamonfina, Salvitella, Sant’Angelo di Ripacanina, Sant’Angelo le Fratte, Sasso, Sessa, Teano, Tufara, Vallo di Novi
Agli inizi delXIX secolo in seguito agli avvenimenti che andavano scuotendo il Regno napoletano, Sessa si trovò priva di due pilastri della sua importanza: la nobiltà e gli ordini religiosi che sin dalXIII secolo, avevano formato uno dei cardini della vita cittadina. Conservò però la diocesi e mantenne un suo ruolo come centro importante della provincia diTerra di Lavoro nelDistretto di Gaeta.
Nel 1975 venne scorporata la frazioneCellole divenendo comune autonomo.
Chiesa di San Giovanni a Piazza (XIV-XVIII secolo),
Chiesa e convento di San Germano (XIII-XVIII secolo), con interessante interno settecentesco, decorato con stucchi e marmi policromi.
Chiesa di Sant'Agostino (XV secolo), oggi di forme barocche, conserva all'interno la tomba diAgostino Nifo. Adiacente ad essa è l'ex convento, di formevanvitelliane.
Chiesa di San Giovanni a Villa (XIII-XVIII secolo): all'interno, all'altare maggiore, è unCrocifisso su tavola dei primi del Quattrocento, mentre agli altari del transetto sono due tele di un pittore vicino aFrancesco Solimena.
Chiesa dell'Annunziata (XVIII secolo): di epoca angioina, fu ricostruita dopo ilterremoto del 1688 in grandiose e classicheggianti forme rococò, tra l'inizio degli anni quaranta e la fine degli anni cinquanta e fu completata dall'architettoGiuseppe Astarita, tra i migliori allievi diDomenico Antonio Vaccaro. L'interno a croce greca ospita nell'abside dietro l'altare maggiore una pala con l'Annunciazione diSebastiano Conca, firmata e datata 1758 e restaurata nel 2021.[8]
Castello Ducale (X secolo), costruito in epoca normanna su costruzioni precedenti di epoca longobarda e romana, raggiunse l'apice sotto l'imperatoreFederico II di Svevia, che lo ampliò e consolidò; divenuto residenza feudale nel XIV secolo e poi proprietà pubblica nel XIX secolo, venne destinato ad altri usi fino a diventare sede museale.[9] Dal 18 dicembre 2024 è la sede delMuseo archeologico nazionale di Sessa Aurunca.[10]
Il territorio comunale attualmente conta 30 frazioni o località, fra cui:
Baia Domizia, località turistica balneare nata nei primi anni sessanta nel mezzo della "pineta" o "pantano di Sessa". Il comune di Sessa Aurunca vendette l'area dopo deliberazione del consiglio comunale del 29/9/1962 alla società Aurunca Litora, a condizione che rimanesse aperta a tutti e che fosse sviluppata e valorizzata per scopi "turistici-balneari-residenziali" come citato nell'atto di compravendita. Vi è situata la parrocchiachiesa di san Francesco d'Assisi.
Carano, borgo agricolo, il cui toponimo risale all'età romana, noto per il Santuario di Maria SS. della Libera, meta di pellegrinaggi. La chiesa, a navata unica con cappelle laterali e cupola maiolicata, conserva all'altare maggiore un affresco campano-bizantino attardato (XIV secolo) e una statua in legno policromo della Vergine, di Giacomo Colombo. La festa patronale in onore della Madonna della Libera si svolge la prima domenica di maggio.[25]
Cascano. Il borgo, d'origine romana come evidenzia il toponimo, è un centro noto soprattutto per l'artigianato della ceramica, la cuilavorazione è documentata nel sito almeno dal IV secolo d.C.[26]
Corbara, piccola frazione, conta circa 200 abitanti, anch'essa nota per la lavorazione della terracotta. Vi è situata la parrocchia di San Clemente.[27]
Avezzano-Sorbello, piccola frazione, conta circa 600 abitanti.
Fasani. In località Gualana è situata la grotta di San Michele, dove si conservano ancora le strutture architettoniche di tre absidiole sulle cui superfici sono visibili alcune figure di santi, e affreschi di pregevole fattura, risalenti al VIII secolo dell'era cristiana.[28]
Fontanaradina è una frazione di circa 110 abitanti. Il villaggio, secondo quanto narra la leggenda, è stato fondato agli inizi degli anni Mille; prima di questa data si narra che in tale luogo ci fossero soltanto delle sorgenti (da qui il nome Fontanaradina, ossia "fontana gradita", per il fatto che i viandanti che passavano in quella zona, potevano trovare refrigerio e ristoro nell'acqua della sorgente). Costruito sulle pendici delvulcano di Roccamonfina, in prossimità di una bocca laterale, è situato a 400 metri sul livello del mare. Il villaggio gode di un clima mite e di un panorama che va dal promontorio diMondragone (CE) al golfo diGaeta (LT). Il paese è sede di una delle più antiche chiese del comune sessano e anche una delle più grandi, costruita nei primi anni del1400 unica sulle toraglie con le sue tre navate. I santi patroni di Fontanaradina sono isanti Martiri Nazario e Celso che si festeggiano il 28 luglio.
Lauro - Chiesa di Santa Lucia
Lauro, frazione di circa 2 000 abitanti situata a circa100 m s.l.m. La festa patronale principale ricorre la seconda domenica di maggio, in onore diMaria SS. delle Grazie sotto il titolo dei Pozzi, particolarmente suggestivo è il luogo ove sorge il Santuario della Madonna. Altri santi patroni venerati a Lauro sono Sant'Antonio abate (17 gennaio),San Michele Arcangelo (29 settembre) eSanta Lucia (13 dicembre). Presente una sempre crescente attività culturale nell'ambito della musica con diverse scuole e formazioni bandistiche. Il centro storico è pavimentato da tipiche basaltine.
Ponte, piccola frazione di Sessa Aurunca con circa 450 abitanti, uno dei più suggestivi e antichi paesini di montagna del Casertano, al centro di un'ampia zona per le escursioni a piedi e in mountain bike. Il suo nome deriva da un ponte aurunco, che attraversava il rivo ivi presso. La via di cui il ponte era parte, era a lastre di basalto e veniva da Sessa. Questa strada era la via Fistula, che fu attraversata dal console Marcello con le sue truppe per raggiungere il campo trincerato di Suessa durante la guerra contro Annibale.
Rongolise. Da Segnalare la Chiesa di S. Maria in Grotta, ricavata nel tufo, conserva nell'interno notevoli affreschi del XII secolo. Alla parete destra, di particolare interesse, èIl transito della Vergine, segue l'Arcangelo Michele che pesa le anime;S. Tommaso Apostolo,Madonna in trono con Bambino. Alla parete sinistra, in un riquadro,S. Esdra,S. Margherita e S. Onofrio. Altri affreschi sono di epoche successive.
San Castrese. La comunità di San Castrese vive nel territorio di Sessa Aurunca. Il suo nome gli deriva dalSanto Vescovo Castrese che, espulso dall'Africa settentrionale durante la persecuzione vandalica, verso la metà del V secolo, si è, probabilmente, rifugiato in questi luoghi, dove ha continuato la sua missione apostolica. Il nucleo urbano sorge su una collina, a ridosso della piana delGarigliano, ad un'altitudine di 46 metri s.l.m. Il clima mite e la fertilità del suolo, favorisce ancora le colture e le piantagioni. Il paese è collegato attraverso la strada provinciale con il centro di Sessa Aurunca, distante9 km e con la SS. 430 a 100 metri.
San Limato. Frazione agricola situata nei pressi del Villaggio Turistico diBaia Felice, nota per i resti della Villa Romana di Punta San Limato.
Piedimonte Massicano. 47 m s.l.m. La festa patronale ricorre il 2 giugno, in onore del patronoSant'Erasmo. Località agricola posta tra il Monte Massico e il mare. Nel suo territorio vi sono le vestigia della Magna Grecia (resti delle mura della colonia greca presso spiaggia di San Limato).
La particolare dislocazione geografica del Centro e delle 30 frazioni fra un'ampia zona collinare e la fertilissima "Piana delGarigliano", rende importante il territorio comunale per una produzione agricola differenziata e apprezzata soprattutto per quanto riguarda olio e vini noti già nell'epoca romana (numerose sono sul territorio le tracce di grossi insediamenti produttivi di età imperiale).
Da queste terre, fino alle pendici del Massico proviene ilvino Falerno e l'olio d'oliva Terre AuruncheDOP.
Non mancano l'allevamento del bestiame (in modo particolare delle "bufale" in pianura e degli ovini in collina), recenti impianti ittici, né insediamenti industriali.
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