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Sergej Mironovič Kirov

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Sergej Mironovič Kirov

Primo Segretario delPartito Comunista dell'Azerbaigian
Durata mandatoluglio1921 –
gennaio1926
PredecessoreGrigorij Kaminskij
SuccessoreLevon Mirzojan

Primo Segretario del comitato regionale diLeningrado delPartito Comunista di tutta L'Unione (bolscevico)
Durata mandato1º agosto1927 –
1º dicembre1934
PredecessoreGrigorij Evdokimov
SuccessoreAndrej Ždanov

Primo Segretario del Comitato cittadino diLeningrado delPartito Comunista di tutta L'Unione (bolscevico)
Durata mandato8 gennaio1926 –
1º dicembre1934
PredecessoreGrigorij Evdokimov
SuccessoreAndrej Aleksandrovič Ždanov

Dati generali
Partito politicoPartito Operaio Socialdemocratico Russo
(1904-1918)

Partito Comunista di tutta L'Unione (bolscevico)
(1918-1934)
FirmaFirma di Sergej Mironovič Kirov

Sergej Mironovič Kirov, cognome veroKostrikov (in russoСерге́й Миро́нович Ки́ров?;Uržum,27 marzo1886Leningrado,1º dicembre1934) è stato unrivoluzionario,politico efunzionariosovietico.

Importante dirigente del Partito comunista sovietico, strettamente legato aStalin, divenne nel1926 capo del partito aLeningrado; favorevole ai programmi dicollettivizzazione e industrializzazione forzata, nella prima metà degli anni trenta assunse un ruolo di crescente influenza all'interno del gruppo dirigente staliniano[1]. Morì assassinato il 1º dicembre 1934 daLeonid Nikolaev, giovane militante comunista legato apparentemente alle correnti dell'opposizione di sinistra antistaliniana diGrigorij Zinov'ev; la sua uccisione diede inizio alla repressione dei gruppi di opposizione diLev Trockij,Lev Borisovič Kamenev e Zinov'ev, che sarebbe sfociata neiprocessi del 1936.

Sulle reali responsabilità della morte di Kirov si è sviluppato un acceso dibattito; mentre dopo ladestalinizzazione si affacciarono presunte responsabilità dello stesso Stalin, desideroso di eliminare un possibile rivale e di trovare un pretesto per accentuare la repressione; attualmente questa versione non è condivisa da tutti gli studiosi ed alcuni ritengono che il delitto sia stato effettivamente opera dell'opposizione di sinistra all'interno del partito e delKomsomol.[2]

Biografia

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Origini e formazione

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Nato il 27 marzo 1886, il suopseudonimo, adottato per la prima volta a firma di un articolo del 26 aprile 1912, ricorda Kỹros, nome di un martire cristiano del III secolo in Egitto, tratto da un calendario ortodosso dei santi[3], oppure daCiro, imperatorepersiano[4] con l'aggiunta del suffisso-ov. Nato da una povera famiglia diUržum (oblast' di Kirov), Kirov perse i propri genitori quando era ancora giovane e fu quindi trasferito inorfanotrofio. Soffrendo la situazione di profonda miseria in cui versava la Russia in quel periodo, Kirov divenne presto unmarxista e si unì alPartito Operaio Socialdemocratico Russo nel1904.

La partecipazione alla rivoluzione del 1905

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Lo stesso argomento in dettaglio:Rivoluzione russa del 1905.

Kirov prese parte allarivoluzione russa del 1905, durante la quale fu arrestato e successivamente rilasciato. Si unì aibolscevichi poco dopo essere uscito di prigione e cominciò a stampare giornali illegali, cosa che gli procurò ripetuti arresti. Braccato dalla polizia zarista, Kirov dovette fuggire nelCaucaso, dove rimase fino all'abdicazione dello zarNicola II.

Dirigente importante del partito bolscevico, prese parte con un ruolo attivo allarivoluzione d'ottobre del1917 e, successivamente, allaguerra civile combattuta fra l'Armata Rossa e learmate bianche, in qualità di presidente delcomitato militare rivoluzionario dellaregione di Astrachan'. Fu in questo contesto che, nel marzo 1919, Kirov operò con durezza per reprimere ogni opposizione al potere bolscevico anche tra alcune frange operaie. Kirov diresse l'eliminazione di un numero variabile tra 2.000 e 4.000 scioperanti e ammutinati dell'Armata Rossa ad Astrachan'; la più dura repressione anti-operaia effettuata dai bolscevichi prima dellarivolta di Kronštadt del 1921[5].

La carriera politica, l'attentato e la morte

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Nel 1921 divenne capo dell'organizzazione di partito nell'Azerbaigian. Kirov sostenne Stalin sin dalla morte diLenin e gli offrì il suo supporto nel1927, quando, alXV Congresso del Partito, sostenne l'espulsione dei sostenitori diTrockij eZinov'ev. Nel 1926 fu chiamato a organizzare il partito a Leningrado. AlXVII Congresso (chiamato anche il "congresso dei vincitori"), nel 1934, Kirov fu eletto nelComitato Centrale con soli tre voti negativi, diventando il dirigente con più voti favorevoli emerso da detto Congresso. Stalin lo chiamò a Mosca, ma Kirov rifiutò, perché intendeva terminare il suo lavoro a Leningrado.

Kirov eStalin nel 1934

Il 1º dicembre dello stesso anno, alle ore 16:30, Kirov fu assassinato aLeningrado daLeonid Nikolaev, giovane membro del partito; l'attentatore, catturato subito, uccise Kirov con alcuni colpi di pistola davanti alla porta del suo ufficio nei corridoi del famoso Palazzo Smolny, sede del partito comunista leningradese.[6] Fu sepolto nellanecropoli delle mura del Cremlino di Mosca.

Le reazioni all'omicidio

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Stalin apparve molto scosso dall'avvenimento, si recò personalmente sul posto, diede in escandescenze contro i capi locali dell'NKVD e diresse la prima fase delle indagini, interrogando personalmente Nikolaev, che apparve confuso e instabile psichicamente; ben presto si ritenne che i responsabili fossero gli ex oppositori politici e le cellule "antipartito" infiltrate nell'organizzazione statale e nelKomsomol[7]. L'intero gruppo della presunta cellula terroristica legata a Zinov'ev nelKomsomol fu rapidamente individuato, processato a porte chiuse e fucilato alla fine del 1934[8].

Stalin diede all'assassinio una notevole rilevanza: apparentemente considerò la notizia come una tragedia e indissefunerali di stato, durante i quali si dimostrò commosso e colpito dalla morte di Kirov. L'ipotesi di un complotto interno al partito è stata smentita anni dopo dall'ex colonnello dell'Armata Rossa Grigorij Aleksandrovič Tokaev, membro di una cellula segreta filo-trockijsta ai tempi dell'assassinio di Kirov, che aveva seguito i preparativi dell'operazione[9].

Fin dal 16 dicembre furono arrestatiLev Kamenev eGrigorij Zinov'ev, considerati i mandanti politici dell'attentato e i responsabili della corrente antipartito zinovevista-kamenevista-trockijsta che tramava per dissolvere lo stato dei soviet, il 16 gennaio 1936 i due capi bolscevichi avrebbero ricevuto le prime condanne detentive; il periodo del terrore staliniano era solo all'inizio.[10] Le tre commissioni di inchiesta costituite dal regime sovietico nel 1956, nel 1960 e nel 1967 giunsero a conclusioni contraddittorie; mentre la commissione del 1960 diretta da Švernik ripropose la teoria della cospirazione, la commissione del 1956 e quella del 1967, la commissione Pelše, affermarono che non si era trattato affatto di un complotto ma che Nikolaev aveva agito da solo

Il dibattito storico

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Sulle responsabilità dell'omicidio di Kirov a partire da quandoNikita Chruščёv per la prima volta in due differenti discorsi parlò di probabile responsabilità diretta di Stalin, molti studiosi hanno presentato conclusioni ampiamente differenti sul ruolo del dittatore e sui reali organizzatori dell'atto terroristico. Chruščёv ordinò un'inchiesta precisa ma non raggiunse conclusioni definitive, nonostante alcuni indizi sospetti: il comportamento poco professionale della polizia politica di Leningrado, la scomparsa o l'uccisione di tutti i testimoni, le presunte divergenze tra Kirov e Stalin, le numerose versioni contrastanti diramate dalle fonti staliniane.[11]

Le ricostruzioni degli storici sono state a lungo controverse: mentreAdam Ulam escluse un coinvolgimento di Stalin, lo studioso anticomunistaRobert Conquest espresse una valutazione opposta. Conquest afferma che dopo il grande successo di Kirov al cosiddetto "congresso dei vincitori" dove raccolse molti più consensi di Stalin, il dittatore temesse la sua crescente popolarità, ci sarebbero stati contrasti politici e scontri verbali tra i due. Stalin avrebbe dato un ordine verbale direttamente al capo dell'NKVD,Genrih Jagoda, di cui peraltro l'autore ammette non esistere prova documentale. Gli indizi contro Stalin elencati da Conquest sono: il mancato arresto di Nikolaev in precedenza dopo due suoi altri tentativi di avvicinarsi a Kirov con un'arma nella valigetta; le munizioni della pistola di Nikolaev che provenivano dal circolo sportivo dell'NKVD; la facilità di accesso a Palazzo Smolny di Nikolaev che rimase in attesa per ore dell'arrivo di Kirov; l'assenza della guardia del corpo di Kirov, l'agente Borisov, trattenuto all'ingresso del palazzo, l'uccisione di Borisov due giorni dopo da parte di agenti dell'NKVD[12].

Gianni Rocca giunge a conclusioni parzialmente diverse: l'autore descrive l'attentatore come uno squilibrato di scarso peso, verosimilmente individuato subito dalla polizia di Leningrado ma lasciato libero per poter accertare l'estensione della congiura antipartito; Jagoda, informato dalla polizia di Leningrado ma ugualmente deciso a lasciare libero Nikolaev, sarebbe stato soprattutto superficiale e maldestro; è scarsamente verosimile che Stalin, in questa fase politicamente debole, si sarebbe assunto la responsabilità di organizzare un simile crimine, con il coinvolgimento di Jagoda e dei massimi dirigenti dell'NKVD, fanatici bolscevichi e non ancora strettamente asserviti al dittatore.[13]

Domenico Losurdo riporta le conclusioni delle ricerche russe più recenti che tendono a sminuire le conclusioni del racconto di Chruščёv anche se escludono la presenza di una vasta cospirazione antistaliniana; l'autore evidenzia la totale fiducia del dittatore in Kirov e la loro amicizia personale. Losurdo descrive inoltre le reazioni compiaciute di Trockij per l'attentato, la sua simpatia per l'attentatore e le sue dure critiche rivolte a Kirov, "dittatore abile e senza scrupoli di Leningrado".[14] Lo storico italianoAndrea Graziosi sembra anch'egli propendere, sulla base degli studi di autori russi, "sull'ipotesi dell'assassinio solitario" da parte di Nikolaev guidato forse da motivi di risentimento personale verso Kirov[15].

Il biografo di StalinBoris Souvarine affermò come "era evidente sin dall’inizio che l’attentato era stato architettato dalla GPU, che l’assassino era stato un semplice strumento e che la responsabilità principale spettava all’onnipotente segretario generale."[16].

Leopold Trepper, il capo della rete spionistca sovietica durante la guerra mondiale a Parigi e Bruxelles, attribuì a Stalin l'assassinio di Kirov nelle proprie memorie.[17].

Unica conclusione certa per Rocca: il fatto di sangue sembrava confermare le tesi del dittatore sulla necessità di mantenere la vigilanza e di combattere spietatamente la cospirazione antisovietica, ampiamente diffusa all'interno dell'Unione Sovietica.[18]

Tributi

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Note

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  1. ^G. Boffa,Storia dell'Unione Sovietica, vol. II, pp. 156-157.
  2. ^Losurdo 2008, pp. 69-73.
  3. ^Sitran 1973, p. 84.
  4. ^(EN) Matthew E. Lenoe,The Kirov Murder and Soviet History, Yale University Press, 2010,ISBN 978-0-300-11236-8.
  5. ^Una parte delle vittime fu gettata nelle acque delVolga con una pietra al collo; in: Sergej P. Melgunov,La Terreur rouge en Russie, 1918-1924, Paris, Payot, 1927, pp. 58-60;SILIN P.,"Astrakhanskie rasstrely", inViktor Chernov, (ed),ChE-KA. Materialy po deyatel'nosti chrezvychaynykh kommissiy, Iz.TsKPSR, Berlin, 1922, pp.248-255;[collegamento interrotto]Nicolas Werth,Crimes et violences de masse des guerres civiles russes (1918-1921), 2008.
  6. ^G. Boffa,Storia dell'Unione Sovietica, vol. II, p. 166.
  7. ^G. Boffa,Storia dell'Unione Sovietica, vol. II, pp. 188-190.
  8. ^G. Boffa,Storia dell'Unione Sovietica, vol. II, p. 190.
  9. ^Grigorij Aleksandrovič Tokaev,Comrade X, Harvill Press, 1956, pp. 57.
  10. ^Rocca 1988, pp. 206-208.
  11. ^G. Boffa,Storia dell'Unione Sovietica, vol. II, p. 188.
  12. ^R. Conquest,Stalin, pp. 201-202.
  13. ^Rocca 1988, pp. 202-213.
  14. ^Losurdo 2008, pp. 69-73.
  15. ^A. Graziosi,L'URSS di Lenin e Stalin, p. 396.
  16. ^B. Souvarine,Stalin Adelphi Milano 2003,ISBN 88-459-1800-9, p. 979.
  17. ^L. Trepper,Il grande gioco dell'Orchestra Rossa, Milano-Udine, Mimesis 2021,ISBN 9788857579191, p. 55.
  18. ^Rocca 1988, pp. 203-214.

Bibliografia

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  • Domenico Losurdo,Stalin. Storia e critica di una leggenda nera, Roma, Carocci, 2008,ISBN 978-88-430-4293-7.
  • Gianni Rocca,Stalin. Quel "meraviglioso georgiano", Milano, Mondadori, 1988,ISBN 88-04-31388-9.
  • Gino Sitran,Stalin e il terrore, collanaSottoaccusa, Milano, Fratelli Fabbri Editori, 1973, ISBN non esistente.

Voci correlate

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